10. La formula di Taylor Infiniti e infinitesimi Abbiamo finora svolto la teoria dei limiti per le successioni e per le funzioni di una variabile reale. Introduciamo ora il linguaggio del calcolo infinitesimale. Esso poggia sulla nozione di infiniti ed infinitesimi. Un infinitesimo, che indichiamo con una delle lettere α , β , γ ,... , può essere una successione che tende a zero o una funzione che, per x → x0 , oppure per x → +∞ o ad x → −∞ , tende a zero. Diciamo allora che: Definizione α è un infinitesimo di ordine superiore a β se: lim α =0 β Definizione α è un infinitesimo dello stesso ordine di β se: α =λ β Con λ diverso da zero. lim Definizione α è un infinitesimo di ordine inferiore a β se: lim α =∞ β Negli altri casi diciamo che i due infinitesimi non sono confrontabili. Definizione Siano an e bn due successioni che tendono a zero, ossia: lim an = 0 x →+∞ lim bn = 0 x →+∞ si dice che an è un o piccolo di bn , (e si scrive an = o(bn ) ) se: lim x →+∞ an =0 bn Analogamente, nel caso delle funzioni, è possibile definire l’o piccolo. Definizione Siano f ( x) e g ( x) due funzioni di variabile reale che tendono a zero per x che tende ad x0 , ossia: lim f ( x) = 0 x → x0 lim g ( x) = 0 x → x0 si dice che f è un o piccolo di g , (e si scrive f = o( g ) ) se: 1 lim x → x0 f ( x) =0 g ( x) In maniera del tutto analoga, si possono considerare gli infiniti. Un infinito, che indicheremo brevemente con una delle lettere α , β , γ ,... , può essere una successione divergente o una funzione che, per x → x0 eventualmente solo da destra o da sinistra, oppure per x → +∞ o ad x → −∞ , tende all’infinito. Definizione α è un infinito di ordine superiore a β se: lim α =∞ β Definizione α è un infinito dello stesso ordine di β se: α =λ β Con λ diverso da zero. lim Definizione α è un infinito di ordine inferiore a β se: lim α =0 β Per i nostri scopi, siamo maggiormente interessati alla definizione degli infinitesimi ed alla definizione di “o piccolo”. Esempio Ci chiediamo se la funzione f ( x) = x5 è un “o piccolo” della funzione g ( x) = x 3 per x → 0 (ossia se f ( x) = o( g ( x)) ). Dalla definizione di ha: f ( x) x5 lim = lim 3 = lim x 2 = 0 x → x0 g ( x ) x →0 x x →0 Di conseguenza, f è un o piccolo di g. Vale il viceversa? Ossia, g è un o piccolo di f? Applicando la definizione si ha: lim x → x0 g ( x) x3 1 = lim 5 = lim 2 = ∞ x →0 x f ( x ) x →0 x Ne segue che g non è un o piccolo di f. La formula di Taylor Il linguaggio del calcolo infinitesimale è di grande utilità nell’ambito della definizione della formula di Taylor. Come verrà successivamente illustrato, tale formula può essere utilizzata per il calcolo di limiti. 2 Formula di Taylor Sia f(x) una funzione derivabile n volte in x0 . Risulta n f ( x) = ∑ k =0 lim x → x0 f k ( x0 ) k ( x − x0 ) + Rn ( x) , (*) k! Rn ( x) ( x − x0 ) n =0 Dimostrazione Dimostriamo ora la formula di Taylor supponendo che la derivata f n ( x) sia continua in x0 . Si noti che, in base alle precedenti definizioni, Rn ( x) è un o piccolo di ( x − x0 ) ed indica il resto di ordine n n. Ricavando Rn ( x) dalla (*) e sostituendolo in (**), occorre dimostrare che: n f ( x) − ∑ k =0 lim f k ( x0 ) k ( x − x0 ) k! ( x − x0 ) x → x0 n = f '' ( x0 ) f n ( x0 ) 2 n f ( x) − f ( x0 ) + f ' ( x0 ) ( x − x0 ) + ( x − x0 ) + ... + ( x − x0 ) 2! n! =0 lim n x → x0 ( x − x0 ) (***) 0 . Utilizziamo il teorema di De L’Hopital. 0 Notiamo che occorre derivare numeratore e denominatore rispetto ad x; quindi ad esempio la f n ( x0 ) n derivata di f ( x0 ) vale 0, mentre la derivata di ( x − x0 ) è uguale a n! Il limite si presenta sotto la forma indeterminata f n ( x0 )n ( x − x0 ) n! n −1 = f n ( x0 ) ( x − x0 ) n −1 (n − 1)! Quindi il limite (***) è lo stesso di ' f '' ( x0 ) f n ( x0 ) n −1 f ′( x) − f ( x0 ) + 2 ( x − x0 ) + ... + ( x − x0 ) 2! (n − 1)! lim − n 1 x → x0 n ( x − x0 ) purché il secondo limite esista. Se n>1, abbiamo ottenuto una nuova forma 0 . Dopo aver applicato 0 in totale n volte il teorema di De L’Hopital, abbiamo: lim x → x0 f n ( x) − f n ( x0 ) n! 3 Quest’ultimo limite è zero, perché f n ( x) è continua in x0 . Perciò la tesi (*) è dimostrata. Sviluppiamo secondo la formula di Taylor alcune funzioni elementari. Scegliendo x0 = 0 , si ha: x2 xn e = 1 + x + + ... + + Rn ( x) 2 n! x log(1 + x) = x − x 2 x3 xn + ... + (−1) n+1 + Rn ( x) 2 3 n senx = x − x 3 x5 x 2 n +1 + − ... + (−1) n + R2 n +1 ( x) 3! 5! (2n + 1)! cos x = 1 − x2 x4 x2n + − ... + (−1) n + R2 n ( x) 2 4! (2n)! Limiti notevoli Sfruttando gli sviluppi di Taylor nell’intorno del punto x0 = 0 , si possono calcolare alcuni limiti notevoli. senx x + o( x 3 ) x lim = lim = lim = 1 x →0 x → 0 x → 0 x x x x2 x2 1 − 1 − + o( x 4 ) 2 1 − cos x = lim 2 = 1 lim = lim 2 2 x →0 x →0 x →0 x 2 x x 2 log(1 + x) x + o( x 2 ) x = lim = lim = 1 x →0 x →0 x →0 x x x lim ex −1 1 + x + o( x 2 ) − 1 x = lim = lim = 1 x →0 x →0 x →0 x x x lim 4