Il teatro nel medioevo
Cultura cristiana e teatro
• Condanne dei Padri della Chiesa:
Tertulliano (160-220 ca.), Lattanzio
(250-324 ca.), Agostino (354-430 ca.),
Girolamo (IV-V sec.)
• Principali accuse rivolte a qualsiasi
forma di spettacolo:
1. Idolatria
2. Uso inadeguato e degradato del
corpo
3. Ricorso a una fruizione che passa
attraverso gli occhi e si pone con gli
spettatori in un rapporto
puramente visivo e emotivo
Il teatro nell’alto medioevo
Dopo la discesa dei Longobardi
(568) non si hanno più notizie di
spectacula o di teatri a Roma
[l’ultimo spettacolo documentato
che segua i canoni antichi è del 467]
Perdita di un concetto forte del
teatro (assenza di luoghi e di testi)
Povertà delle fonti, per la maggior
parte di matrice cristiana e quindi
orientate alla condanna
Persistere di forme di micro
spettacolarità attoriale di difficile
catalogazione
teatralità diffusa: nell’alto
medioevo rimase qualcosa della
tradizione dei mimi, avvicinati in un
antico glossario a ioculatores
(giocolieri) e istriones.
Queste figure operano in occasioni
festive - fiere, banchetti - insieme a
affabulatori, suonatori, acrobati,
danzatori, cantanti, ammaestratori di
animali.
Condizione di degradazione sociale,
perdita di dignità e di specificità
teatrale
Mimo, miniatura francese XI
sec. Parigi, Biblioteca
Nazionale
I giullari
• Definizioni:
«Tutti quelli che facevano professione di
divertire gli uomini» «Tutti coloro che si
guadagnavano la vita agendo davanti a un
pubblico»
• Per la Chiesa:
 Girovagus: il nomadismo fa del giullare
una figura ambigua e sfuggente
 Vanus: l’attività del giullare non
produce beni e non veicola contenuti
 Turpis: offre la spettacolarizzazione e la
contraffazione del proprio corpo
attraverso una gesticolazione scomposta
Giullari, miniatura
sec.XII
Thomas de Cabham, vescovo di
Salisbury,(1300 ca.) distingue:
“quelli che contraffanno il proprio
corpo con gesti turpi denudandosi
o indossando maschere”
“quelli che seguono le corti dicendo
cose obbrobriose di altri”
“quelli che cantano celebrando
gesta di principi o di santi”
Il teatro sacro medievale
Il teatro medievale ha uno sviluppo
indipendente dalla tradizione antica.
Teatro sacro e profano hanno origine
dal rito: il primo dalla liturgia cristiana,
il secondo dal mondo ritualistico della
religione pagana.
Occupiamoci di quello che noi
chiamiamo «teatro sacro» e delle sue
forme.
Origini: il «Quem Quaeritis?»
La liturgia romana si formò
lentamente dalle origini del
cristianesimo fino al VII sec.(Gregorio
Magno).
La solennità religiosa che offrì i primi
motivi di rievocazione scenica fu la
Pasqua: i responsori (canti a solo,
cui rispondeva il coro dei fedeli)
narravano la scena delle pie donne al
sepolcro.
Nella frase dell’angelo - Quem
Quaeritis ?– c’è il germe della scena
teatrale.
Duccio da Buoninsegna Le pie
donne al sepolcro. Siena, Museo
dell’Opera del Duomo
• Interrogatio: [sacerdote in bianca veste rivolto al coro]
Quem quaeritis in sepulchro, Christicolae?
• Responsio: [due chierici, che rappresentano le pie donne]
Jesum Nazarenum crucifixum, o Caelicole
• [sacerdote, volgendosi verso l’altare che simboleggiava il
sepolcro]
Non est hic. Surrexit sicut praedixerat. Ite et nuntiate quia
Surrexit de sepulchro
• [i due chierici verso il coro]
Alleluja
[didascalie tratte da libri liturgici di Montecassino]
Dramma liturgico
Breve forma drammatica in latino
inserita nella liturgia, documentata a
partire dal X sec. in Francia (e
presente anche in Italia, Spagna e
Germania) in forme più o meno
evolute a partire dal Quem Quaeritis:
inserito nella liturgia pasquale,
consisteva in una sequenza dialogata
in forma cantata fra due cori, per
figurare l’episodio delle pie donne al
sepolcro di Cristo.
Era rappresentato all’interno della
chiesa.
Come Visitatio sepulchri viene
eseguita in seguito alla fine del
mattutino della domenica di
Pasqua
crescita della drammatizzazione.
Visitatio II: presenza degli
apostoli Pietro e Giovanni
Visitatio III: presenza di Cristo e
di un Unguentarius
Nei secoli successivi si
aggiungono tematiche legate al
Natale (Quem vidistis pastores?)
e episodi extra evangelici.
Da forme di pochi versi si arriva
ad opere complesse di oltre 500
versi con vari episodi e
personaggi (Passione Cassinese)
Il primo dramma liturgico in
volgare, il Jeu d’Adam, del XII
sec., è rappresentato sul sagrato
della chiesa e introduce
elementi popolari e
schiettamente teatrali,
anticipando i Misteri e i Miracoli.
Giusto de Menabuoi Cacciata di
Adamo ed Eva, Battistero, Padova
(1376-78)
Lauda drammatica
Forma teatrale in volgare di argomento
religioso sviluppatasi in Italia attorno alle
Confraternite laiche nel XIV secolo,
particolarmente nell’Italia centrale.
Cantata e recitata da attori dilettanti – gli
stessi fedeli della confraternita – utilizza
nella messa in scena all’interno delle chiese
o in locali attigui, i “luoghi deputati”,
elementi scenografici emblematici che
rappresentano i diversi spazi e tempi in cui
si sviluppa la vicenda (spazi delimitati
dall’Inferno e dal Paradiso). Famosi i
laudari di Orvieto e Perugia.
Mentre il dramma liturgico era
incentrato sulla resurrezione,
nelle laude il centro del rito
spettacolo si sposta sugli episodi
della passione, in particolare
l’ultimo colloquio del Figlio e la
Madre.
Il teatro sacro umbro viene così
incontro alla psicologia degli
spettatori con un tono di
semplicità, spontaneità e
realismo.
Sacra rappresentazione
Forma teatrale, sorta in Italia e sviluppatasi
particolarmente a Firenze nel XV secolo, i
cui soggetti sono attinti dal patrimonio
biblico, trattato in versi da letterati e poeti.
Rappresentate nella piazza all’interno di
festività religiose, le sacre rappresentazioni
erano “dirette” dal festaiolo, e si
svilupparono progressivamente verso
forme sempre più spettacolari e complesse
con il contributo di artisti, ingegneri, e lo
sconfinamento del soggetto nel
romanzesco.
Sulle storie di Cristo prevalgono
meravigliose vite di santi, leggende
popolari e persino favole profane.
Brunelleschi.
Ricostruzione della
macchina per
L’annunciazione di S.Felice
Morality
Forma drammatica sorta
attorno al XIII sec. Fondata
sulla tipologia allegorica dei
personaggi, a sfondo religioso.
In Inghilterra la più famosa è Il
castello della Perseveranza del
XV sec.
Pianta per il castello della Perseveranza
(1425 ca) Il cerchio rappresenta un fossato.
Al centro c’è un castello e sotto il castello il
«Letto dell’umanità».
Mistero
Forma drammatica di soggetto
religioso in cui gli episodi biblici
vengono drammatizzati
scenicamente.
Nato nel XIV sec., erede, per certi
versi, del dramma liturgico, si
sviluppa in Inghilterra (Mistery
Play) e Francia (Mystère).
E’ assimilabile alle Passioni in
Italia e Germania.
In Inghilterra, dove è legato alle
festività del Corpus Domini, è
costituito da lunghi cicli di soggetto
biblico e utilizza per la messa in
scena i pageants, carri mobili che si
spostavano in vari punti della città,
la cui parte superiore (Upper Room)
era utilizzata come spazio scenico,
mentre la parte inferiore (Lower
Room) era adibita a deposito e
cambio di costumi.
In alcuni casi, come nel Ciclo di
Wakefield, ai carri mobili si
sostituiscono palchi fissi.
La versione francese utilizza le mansions, “luoghi deputati”, ognuno
rappresentante una scena, posti nello spazio intermedio tra i due poli
dell’Inferno e del Paradiso, in una scena fissa.
Paradiso
Inferno
I cicli di Misteri erano amplissimi,
potevano durare più settimane,
coinvolgendo attori dilettanti di
diverse provenienze sociali, ma
anche professionisti (giullari) ed
erano organizzati da confraternite.
Alcuni luoghi deputati assumono
forme complesse, come la bocca
dell’inferno: la testa mostruosa è una
reminiscenza del Leviatano.
I Misteri continuarono ad essere
rappresentati in Inghilterra fino al
1542, in Francia sino al 1548, quando
ne venne interdetta la
rappresentazione.
Realismo nei dettagli, come i costumi da diavolo o quelli da
Adamo ed Eva
La passione di Cristo di Jan Memling (1471) Torino, Galleria Sabauda
La passione di Cristo di Jan Memling, particolare
I loci deputati del mistero di
Pasqua di Lucerna
(1583).
Prima giornata
paradiso
donne,
pubblico
Inferno
Bocca
dell’inferno
il conduttore
Trono vuoto,
forse lasciato
dall’imperatore
, che è vicino
alla santa
Il boia
platea
La complessità delle rappresentazioni portò alla disposizione dei loci
deputati su una linea (vedi qui) o in semicerchio (vedi martirio di s.
Apollonia slide 25)
I luoghi teatrali:
1. La chiesa
2. La disposizione dell’area d’azione = chiesa
3. La messinscena fissa
4. Il circolo
5. Il corteo di carri
6. La piattaforma con tende
Convenzioni accettate dagli spettatori
1. Raffigurazione simbolica di località immaginarie per mezzo di loci
deputati (mansions, houses)
2. La disposizione di tali loci uno accanto all’altro (simultanea o
successiva)
3. Utilizzazione per l’azione dello spazio intorno o davanti alle mansions
(platea, playne o place)
Liceo Ulivi, a.sc. 2013-2014, prof.ssa Sandra Borsi
Varie fonti, fra cui Paolo Toschi Le origini del teatro italiano, Bollati Boringhieri,
Torino 1999; Luigi Allegri, Teatro e spettacolo nel medioevo, Laterza, Bari-Roma
2009