Composti ad attività ormonale nell’ambiente e negli alimenti: quali rischi? Bologna, 25 febbraio 2009 Effetti molecolari e cellulari delle sostanze bioattive non nutrienti presenti negli alimenti di origine vegetale Stefano LORENZETTI, Francesca MARANGHI [email protected] ISS - Istituto Superiore di Sanità Tossicologia Alimentare e Veterinaria Dipartimento di Sanità Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare Introduzione dai non nutrienti alla nutrigenomica i non nutrienti ALIMENTI - componenti nutrizionali: Ø macro-nutrienti (carboidrati, lipidi e proteine); Ø micro-nutrienti (vitamine, sali minerali). * Carenze e/o eccessi nutrizionali di macro- e micronutrienti hanno ben noti effetti sulla salute umana e sono spesso associati a ben definite malattie. attive: nutrienti e Ma Anche ALIMENTI - molecole biologicamente (bioactive compounds) diverse dai microdefinite come non nutrienti (p.es. i fitoestrogeni)… * … a differenza dei micro-nutrienti non se ne conoscono malattie da carenza!!! CLASSE VITAMINE COMPONENTE BIOATTIVA FONTE ALIMENTARE Vitamin D Dairy products Folic acid ; Vitamin A Vegetables Vitamin E (-tocopherol) Vegetable oils Ascorbic acid Vegetables, fruits Calcium Dairy products, vegetables Selenium Cereal grains, meat, fish Zinc Meat, vegetables Lycopene Tomatoes Lutein Dark green vegetables ß-Carotene Orange-yellow vegetables Genistein Soybeans, soy products Resveratrol Grapes, red wine Quercetin Vegetables, fruits (-)-Epigallocatechin-3-gallate Green tea Allyl isothiocyanate Cabbage Benzyl isothiocyanate Garden cress Sulforaphane Broccoli Indole-3-carbinol Cruciferous vegetables MONOTERPENI D-Limonene Citrus fruit oils ACIDI FENOLICI Curcumin Turmeric, curry, mustard Caffeic acid Fruits, coffee beans, soybeans Ferulic acid Fruits, soybeans Chlorogenic acid Fruits, coffee beans, soybeans MINERALI CAROTENOIDI FLAVONOIDI ISOTIOCIANATI Adapted from: Huang, Osawa, Ho & Rosen, 1994 alcuni composti bioattivi interazioni biologiche complesse non nutrienti Le molecole alimentari biologicamente attive possono influenzare Davis CD, Exp. Biol. Med., 2007 diversi “bersagli molecolari” associati a molti processi biologici e a diverse condizioni fisio-patologiche. Modelli di interazione complessi Strumenti potenti (da perfezionare): le “omics” Davis & Milner, 2004, Mutation Res. Modelli di interazione complessi Milner, J. Nutrition, 2004 MICROARRAY ANALYSIS Dong et al., Cancer Res., 2003 Categorie geniche funzionali modulate da dietary selenium in human prostate cancer cells Introduzione – dalle definizioni ai meccanismi di azione molecole bioattive e recettori nucleari Diverse molecole bioattive non nutrienti (fitoestrogeni, isotiocianati, …) presenti negli alimenti così come contaminanti (pesticidi, composti industriali, cadmio) della filiera agro-alimentare sono definiti endocrine disrupters (ED) o interferenti endocrini (IE) in quanto capaci di modulare il metabolismo endocrino, soprattutto mediante il loro legame con i recettori nucleari (nell’uomo 48): ERs, AR, AhR, ThR, PxR, etc… Dietary soy-derived isoflavone (ISP) supplement 113-genes su >17,000 significativamente regolati (80 UP-, 33-DOWN) Molecole bioattive come interferenti endocrini INTERFERENTI ENDOCRINI o endocrine disrupters (EDs) “ …any plant substance or metabolite that induces biological responses in vertebrates and can mimic or modulate the actions of endogenous oestrogens usually by binding to estrogen receptors.” (COT Report 2003 on Phytoestrogens and Health - UK Food Standard Agency) FITO-ESTROGENI. Molecole derivanti da piante che, strutturalmente e/o funzionalmente, assomigliano agli estrogeni di mammifero. Ruolo naturale: proteggere le piante dallo stress/ meccanismo di difesa delle piante. Potenziali effetti benefici sulla salute: ampiamente reclamizzati MA scarsi/controversi dati tossicologici: Assenza valutazione rischio-beneficio 3 classi principali flavonoidi, lignani e cumestani più di 5000 sostanze. FLAVONOIDI Isoflavoni: Genisteina, Daidzeina Flavonoli: Quercetina Flavanoli: Luteolina e Apigenina Flavanones: Naringenina Binding to the estrogen receptor (ER) ü Induction of specific estrogen responsive gene products ü Stimulation of ER-positive breast cancer cell growth molecole bioattive e recettori nucleari Non solo piante: carry-over mangime-consumatore Isoflavoni (IF) in latte bovino Antignac et al., 2003 (F) King et al., 1998 (AUS) Isoflavoni (IF) in latte ovo-caprino Sakakibara et al., 2004 (F) IF range 1 - 30 ng/ml genisteina range 2 - 30 ng/ml daidzeina < 5ng/ml equol 45 (+ 10) - 293 (+ 10) ng/ml equolo 250 µg/L equolo-simili 1120 mg/L p-ethyl fenolo 250 µg/L formononetina 50 µg/L Isoflavoni nel latte materno Setchell et al., 1998 (USA) about 5.6 + 4.4 µg/L On the basis of our findings for 4-mo-old infants, the plasma total isoflavone concentration in infants fed soy-based formula is 13000–22000 times higher than the plasma concentration of estradiol in early life (< 2 yr), which is 147–294 pmol/L (40–80 pg/mL) Molecole bioattive come interferenti endocrini XENO- IE. Sostanze di origine sintetica prodotte dall‘industria agro-alimentare e chimica, la cui introduzione nell‘ambiente sarebbe responsabile di notevoli alterazioni dei meccanismi riproduttivi delle specie viventi (nell‘uomo, TDS/testicular dysgenesis syndrome). Esempi: plasticizzanti: bispenol A / BPA; ftalati (DBP, DEHP) insetticidi, fungicidi: linuron, lindano, vinclozolina diossine: TCDD ERs, AR; PPARs AR, ERs AhR ü La loro azione in realtà è spesso mediata da uno o più recettori nucleari (NRs), non necessariamente o non solo dai recettori per gli estrogeni ! bis(2-ethylhexyl) ftalato DEHP di-n-butyl ftalato DBP vinclozolina bisfenolo A / BPA lindano: γ-esaclorocicloesano / γ-HCH Interazioni a livelli multipli: interferenti della funzione tiroidea IE e tiroide: meccanismi d’azione generale (1) Gli IE possono alterare il sistema tiroideo (De Vito et al., 1999) : MOLTI BERSAGLI (1) a livello della ghiandola tiroidea, influenzando l’uptake intracellulare di iodio, il suo legame alla tiroglobulina, il suo trasferimento dalla tireoglobulina alle iodotirosinasi e il loro coupling per la formazione degli ormoni tiroidei nonché il rilascio di T3 e T4 nel flusso sanguigno (Hadley, 1996); (2) a livello del legame degli ormoni tiroidei con le proteine di trasporto nel sangue (THBPs) che mantengono costante le concentrazioni libere di ormoni tiroidei e regolano la loro disponibilità per gli organi bersaglio periferici (Robbins, 1996); (3) a livello dell’uptake degli ormoni tiroidei nelle cellule bersaglio (Hennemann et al., 2001); (4) a livello del legame degli ormoni tiroidei con le THBGs intracellulari che agirebbero come modulatori della nuclear-receptor-mediated transcription (Ashizawa & Cheng, 1992; Mori et al., 2002); (5) a livello degli enzimi metabolici che attivano o inattivano gli ormoni tiroidei (St. Germain, 1994); (6) a livello dei recettori tirodei e dei loro cofattori che controllano l’espressione genica modulando l’interazione con le consensus di riconoscimento nei promotori dei geni bersaglio (McKenna et al., 1999); (7) Effetti INDIRETTI sull’ipotalamo e la ghiandola pituitaria sono anche possibili (Hadley, 1996). Siti bersaglio: ricadute multiple a livello periferico (2) Hypothalamus Pituitary gland anterior Thyrotropin releasing hormone TRH nitrati NH4-perclorato (iso)tiocianati PEs (genisteina, …) Sodium/Iodide symporter NIS Iodide IThyroid peroxidase TPO Thyroid stimulating hormone TSH TRβ-2 Thyroid gland follicular cells Tri-iodothyronine T3 D2 D1 D3 Thyroxine T4 Blood stream Target cells pituitary gland, gonads, heart, skeletal muscle brain, prostate, thyroid,… Mono-iodotyrosine MIT + Di-iodotyrosine DIT H2O2 Iodine I2 + Thyroglobulin TG D1 T3- & T4-binding proteins THBPs (TBG & TBPA) Thyroid hormone receptors (T3-binders) THRs ? ? TRβ ? ? TRα T3 dwarfism resistance to thyroid hormone (RTH) hTHRA ->TRα-1; TRα-2 hTHRB ->TRβ-1; TRβ-2; TRβ-3 THRE trascrizione gene bersaglio fitoestrogeni ed inibizione della tiroide perossidasi/TPO (1) q L’interazione negativa tra consumo di soia e bassi livelli di assunzione di iodio è stata inizialmente dimostrata in modelli animali da Kimura et al. (1976), il quale aveva evidenziato l’alta insorgenza di carcinomi tiroidei in ratti alimentati con una dieta iodiocarente a causa degli estratti di soia presenti. ü La genisteina, l’isoflavone principale della soia, inibisce l’attività della TPO a concentrazioni prossime a quelle fisiologiche massime riscontrabili nell’uomo (Divi et al., 1997, Biochem. Pharmacol. 54:1087-1096 ). fitoestrogeni ed inibizione della tiroide perossidasi/TPO (2) q L’assunzione mediante la dieta di genisteina diminuisce l’attività della TPO nei ratti, sia di sesso femminile che maschile, in modo significativo anche a livelli bassi (5 ppm). female male Doerge & Sheehan (2002) Environmental Health Perspectives (EHP) 110:349-353 Sostanze di origine vegetale ed inibizione della tiroide perossidasi/TPO (3) q In concomitanza di carenza di iodio anche il consumo di Crucifere (Brassica species) può risultare in effetti negativi sulla tiroide (sia negli uomini che negli animali) a causa dell’attività goitrogenica degli isotiocianati (derivati bioattivi dei glucosinolati): ü La supplementazione di iodio riduce ma non neutralizza completamente tale attività. TPO IC50 inhibition by fresh plant foods Cavolfiore Cavolo Germogli di bambù Senape Rapa Rafano Chandra et al., (2004) Indian J Med Res 119:180-185 ü NB: La cottura riduce l’attività goitrogenica degli isotiocianati. ANCHE NEL FUMO DI SIGARETTA SI FORMANO TIOCIANATI !!! I livelli plasmatici di una molecola bioattiva sono proporzionali ad un effetto benefico funzionale ? Interazioni tra sostanze bioattive e legami aspecifici con proteine presenti negli alimenti Plasma antioxidants from chocolate Total Antioxidant Capacity (TAC) Nature (2003) 424:1013 as ferric-reducing antioxidant potential In soggetti umani in buona salute, valutazione della capacità antiossidante totale (TAC) e dei livelli dell’epi-catechina confrontando cioccolato puro (DC), cioccolato puro+latte (DC + MK) e cioccolato al latte (MC) Risultati: Ø Dopo 1 hr dall’ingestione di DC, la TAC plasmatica è del 20% superiore a quella di MC e DC+MC; Ø I livelli plasmatici di epicatechina si abbassano di circa il 46% in DC+MC e di circa il 69% in MC. DC MC Mean (-)epicatechin levels Interazioni tra sostanze bioattive presenti negli alimenti fortificati (o arricchiti): mantengono l’effetto biologico? “Orange juice vs vitamin C: effect on hydrogen peroxide-induced DNA damage in mononuclear blood cells”. Br J Nutr. (2007) 97(4):639-643 In soggetti umani in buona salute, valutazione dell’effetto antiossidante confrontando l’assunzione di vit.C da una singola porzione di succo di frutta d’arancia (300 ml contenente 150 mg vit. C) e da una bevanda supplementata della stessa quantità di vit. C. Effetto antiossidante considerato: danneggiamento in vitro del DNA indotto da perossido di idrogeno in cellule mononucleari del sangue (MNBC). Risultati HPLC analisi: ü La concentrazione plasmatica di vit. C aumentata in maniera analoga. Risultati esperimento DNA damage (dopo vit.C intake): Ø Significativamente diminuito dopo 3 ore dall’assunzione del succo di frutta d’arancia (circa 18 %; P < 0.01) e costante per circa 24 ore (circa 16 %; P < 0.01). Ø Nessun effetto osservato nella bevanda supplementata. ü Effetto protettivo non spiegabile con la sola presenza di vit. C: altre sostanze bioattive coinvolte o effetto matrice ? SPUNTI DI DISCUSSIONE Importanza di valutare l’ALIMENTO nella sua interezza: Veicolo di sostanze bioattive potenzialmente protettive potenzialmente dannose Veicolo potenziale di contaminanti Che possono interagire con le sostanze bioattive Soprattutto con stessi meccanismi/bersagli Es. xeno-estrogeni e fito-estrogeni (non necessariamente protettivi) (Banca dati EDID, http://www.iss.it/inte) Inoltre Importanza della valutazione Rischio-Beneficio in sicurezza alimentare à alimenti “controversi” come il pesce, programmi di fortificazione-supplementazione (acido folico, sale iodato…) [email protected]