MESSAGGI CHIAVE PER LA PRATICA CLINICA DIAGNOSI DI DEMENZA E DI MALATTIA DI ALZHEIMER CARLA PETTENATI (*) & MASSIMO MUSICCO (§) 1. La demenza è una sindrome caratterizzata dalla presenza di un deficit di memoria associato a disturbi di altre funzioni cognitive (es. orientamento, linguaggi, prassie, funzioni esecutive): essenziale ai fini diagnostici è che il deficit sia la causa di una riduzione della capacità del soggetto nello svolgere le attività della vita quotidiana che gli sono proprie, rispetto al livello individuale precedente. 2. L’età è il maggiore fattore di rischio conosciuto la demenza la cui incidenza aumenta con l’ avanzare degli anni, ma la demenza non è dipendente dal processo medesimo dell’ invecchiamento (“aging related disease”) bensì mostra esclusivamente una tendenza ad aumentare con l’ aumentare dell’ età ( “age related disease”). 3. Una storia familiare di demenza aumenta il rischio di sviluppare la malattia di 3-7 volte. Sono noti fattori genetici responsabili di rare forme ereditarie autosomiche dominanti di malattia di Alzheimer (cromosoma 21, 1, 14), e fattori di “suscettibilità”, quali il gene sul cromosoma 19 per l'apolipoproteina E (ApoE), ma è importante sottolineare che attualmente nessun marcatore genetico è utile come test diagnostico o per effettuare screening di popolazione predittivi della malattia . 4. Le cause di demenza sono numerosissime (circa 70), e colpiscono in Italia il 2% della popolazione: la più frequente è la malattia di Alzheimer (50-60%) seguita dalle forme vascolari (circa 20%). Particolare rilevanza clinica assume il processo diagnostico mirato ad escludere cause potenzialmente reversibili di demenza, quali per es. la depressione, l’ ipotiroidismo severo, il deficit di vitamina B12 e gli effetti collaterali dei farmaci. 5. La diagnosi di demenza viene posta tramite un procedimento a cascata di tipo essenzialmente clinico, che in primo luogo identifica la presenza della sindrome e successivamente ne ricerca le cause in una caratterizzazione nosografica. Le cause di demenza sono ai fini sistematici suddivise variamente secondo l'organo primitivamente leso nel processo dementigeno (demenze primarie vs secondarie), le caratteristiche eziologiche (forme reversibili e non reversibili), il tipo di danno biologico (forme degenerative, vascolari, metaboliche etc), oppure la sede prevalente del danno anatomico cerebrale (demenza corticale vs sottocorticale). 6. Tra i criteri per la diagnosi di demenza quelli del DSM-IV e dell’ ICD10 sono i più utilizzati: entrambi per la diagnosi differenziale ed in particolare per la diagnosi di malattia di Alzheimer prevedono criteri aggiuntivi a quelli generali di demenza, ma per la specifica diagnosi di malattia di Alzheimer si fa riferimento ai criteri diagnostici secondo il National Institute and Communicative Disorders and Stroke; Alzheimer's Disease and Related Disorders Association Work Group Criteria (NINCDS-ADRDA) per i quali si è osservato un altissimo valore predittivo positivo, e NINCDS AIREN per la demenza vascolare. Per la malattia di Alzheimer la diagnosi di certezza può essere raggiunta solo in presenza del reperto istopatologico. I criteri NINCDS-ADRDA prevedono diversi livelli di probabilità nella diagnosi di malattia di Alzheimer: riconoscono una MA definita con il riscontro autoptico, probabile con la diagnosi clinica e strumentale, possibile con esordi atipici od altre patologie dementigene concomitanti: si è osservato che la diagnosi clinica di Malattia di Alzheimer probabile secondo i criteri NINCDS-ADRDA è confermata anche alla diagnosi neuropatologica nell’89-100% dei casi 7. Le alterazioni neuropatologiche tipiche per sede e densità sono composte in prevalenza da alcune proteine anomale caratteristiche (ß amiloide, Tau iperfosforilata) e da detriti cellulari, che formano i cosidetti gomitoli neurofibrillari (NFT) e le placche amiloidi . La diagnosi di malattia definita (vedi criteri diagnostici NINCDS ADRDA) si basa sul riscontro autoptico dei marker tipici che però non sono esclusivi della MA, essendo osservabili anche in soggetti anziani non dementi, seppure a minor concentrazione: per tale motivo il riscontro anatomo patologico nella Malattia di Alzheimer è utile ai fini di conferma diagnostica ma solo in presenza di una demenza clinicamente diagnosticata. 8. La Malattia di Alzheimer si caratterizza per una estrema eterogeneità nell’ età di insorgenza, nelle modalità di esordio e di decorso clinico: la grande variabilità interindividuale è probabilmente una delle ragioni delle incomplete e scarse conoscenze che ancora oggi abbiamo sulla sua storia naturale. In particolare è limitata la possibilità di predire le modalità di decorso e la durata della malattia nel singolo paziente sulla base del suo stato clinico attuale. Nella sistematica clinica il quadro diagnostico riconosce nella malattia di Alzheimer sintomi cognitivi, comportamentali e funzionali, peraltro profondamente interconnessi. Nelle forme tipiche la malattia di Alzheimer si caratterizza per il prevalente iniziale difetto delle funzioni mnesiche, che si approfondisce e si estende progressivamente ad altre funzioni cognitive quali il linguaggio orale e scritto, l’ orientamento (temporale, topografico, personale), le funzioni esecutive di controllo (attenzione, intelligenza, critica, giudizio, cosiddetto “planning e problem solving”), le prassie (ideativa, ideomotoria, utilizzo, abbigliamento), le abilità visuospaziali e le gnosie: negli stadi compiuti si realizza una sindrome amnesica, afasica, aprassica ed agnosica . Nel quadro dei disturbi psicologici e comportamentali possono presentarsi sintomi psicotici (allucinazioni, deliri), disturbi d’ ansia e del tono dell’ umore (depressione, euforia, labilità), della personalità (irritabilità, apatia, disinibizione), agitazione, vagabondaggio, alterazioni del sonno e dell’ alimentazione: i disturbi comportamentali realizzano quadri clinici molto variabili, ed i vari sintomi sono presenti con differente frequenza nei diversi stadi di malattia, almeno nell’ 80% di pazienti. La progressiva incapacità nelle abilità della vita quotidiana condiziona il raggiungimento di una totale dipendenza funzionale in media, su una storia naturale di malattia di 8- 10 anni, in 4- 6 anni. 9. Un ragionevole percorso diagnostico per la malattia di Alzheimer si basa su una raccolta mirata della storia clinica del paziente, sull'esame obiettivo, su una valutazione delle capacità funzionali e cognitive del paziente. La prima fase di screening può essere gestita dal medico di famiglia per quanto riguarda la formulazione del sospetto diagnostico e l’ individuazione delle principali cause di declino cognitivo, mentre la seconsa fase di conferma diagnostica e di diagnosi differenziale è di pertinenza specialistica. Estremamente importante è l’ accurata raccolta dell’ anamnesi, l’ osservazione clinica durante la visita e l’ esame obiettivo: si considerano indispensabili solo poche indagini strumentali. Fanno parte del processo diagnostico: A. L’ anamnesi deve essere verificata anche con un familiare B. L’ esame obiettivo generale e neurologico.. C. indagini generali : indagini ematochimiche (emocromo, elettroforesi, azotemia, glicemia, elettroliti, TSH, B12, elettroforesi, transaminasi, es. urine), strumentali (ecg, Rx Torace) e neuroimaging (TAC, RMN) Una TAC encefalo senza mezzo di contrasto è sufficiente nella maggior parte dei casi a supportare la diagnosi, e comunque come unico esame non permette di porre diagnosi. Ulteriori indagini specialistiche sono riservate a casi selezionati e con specifico sospetto diagnostico (EEG, rachicentesi, SPECT, PET), come ulteriori esami indicati sul singolo paziente (HIV, sierologia per la lue, autoanticorpi, emogasanalisi etc) D. valutazione cognitiva: con test di screening e successiva indagine formale cognitiva con batteria neuropsicologica. E. Indagine sulla presenza di disturbi comportamentali, F. valutazione del livello di disabilità funzionale nella attivita della vita quotidiana strumentali (IADL) e di base (BADL ) G. identificazione nosografica e stadiazione della demenza con scale globali (es. CDR, GDS) H. informazione del paziente e dei familiari care giver, valutazione della situazione sociale e del supporto assistenziale; I. stesura di un progetto di cure con verifica della possibilità di applicazione 10. La demenza è facilmente riconoscibile nelle fasi avanzate, ma vi sono numerose evidenze che questa malattia è spesso misconosciuta nelle sue fasi iniziali. Diagnosticare quanto più precocemente possibile la demenza presenta indubbi vantaggi sulla diagnosi in fase avanzata, in quanto permette un tempestivo intervento sulle cause delle demenze reversibili, l'istituzione di terapie che possono ritardare la progressione della malattia, l'inizio di terapie che possono potenziare la performance cognitiva del paziente, l'attuazione di misure che riducono gli effetti delle comorbilità associate alla demenza, l’ attuazione tempestiva da parte del paziente e della famiglia di misure necessarie per risolvere i problemi connessi con la progressione di malattia. Vanno considerate, rispetto alla diagnosi precoce, le due possibili situazioni di pazienti già sintomatici e quella di soggetti asintomatici: attualmente non vi sono strumento sufficientemente affidabili e terapie sufficientemente incisive da giustificare lo screening di popolazione su soggetti asintomatici, consentito nell’ ambito di definiti protocolli di ricerca al fine di conoscere la storia naturale della malattia di Alzheimer. E’viceversa fortemente enfatizzata l’ importanza della diagnosi tempestiva in soggetti sintomatici, per i motivi sovraesposti. I medici devono essere attenti a questi segni iniziali che spesso causano la preoccupazione dei pazienti e dei famigliari. E' inoltre opportuno che il medico sia pronto a riconoscere la presenza di questi segni e sintomi anche quando non costituiscono il motivo principale della richiesta del suo intervento. La loro presenza in persone anziane giustifica l'inizio di una procedura diagnostica finalizzata ad accertare la presenza di demenza. (*) Centro Regionale Alzheimer, H.Passirana-Rho, Via Settembrini 1 , 20017 Rho(MI), [email protected] (§) CNR ITBA, Via F.Cervi, Segrate (MI) , [email protected]