Regioni di funzionamento 1. Introduzione Il controllo del PMSM è strettamente legato alle caratteristiche tecniche del motore stesso (valori nominali di tensione, corrente, velocità) e dell’inverter che viene utilizzato per pilotarlo (tensione di bus, corrente che gli switch sono in grado di sostenere). Tutti questi parametri definiscono dei limiti che devono essere soddisfatti contemporaneamente. Inoltre anche il funzionamento ad alta velocità può introdurre delle restrizioni (non soltanto meccaniche) in quanto le forze controelettromotrici che si manifestano negli avvolgimenti di statore sono proporzionali alla velocità di rotazione e pertanto possono superare i valori sostenibili (dati di targa) sia della macchina che dello stadio di potenza. Le strategie di controllo del PMSM si adattano quindi a tali restrizioni e di volta in volta adeguano il loro comportamento alla particolare condizione di lavoro. Vengono definite in questo modo delle regioni di funzionamento ognuna delle quali permette determinate prestazioni (in termini di coppia e di velocità) dell’azionamento. 2. Limiti nominali Consideriamo inizialmente il caso generale per un motore PMSM qualsiasi, per poi andare ad analizzare in dettaglio il caso di motore isotropo ( Lq = Ld ) e anisotropo ( Lq ≠ Ld ). Con riferimento alle seguenti equazioni dinamiche del modello del PMSM, si possono ricavare le seguenti equazioni a regime: U d = RId − Ω me Lq Iq U q = RIq + Ωme Ld Id + Ωme Λ mg 3 T = p Λ mg Iq + (Ld − Lq )Id Iq 2 [ ] (2.1.a) (2.1.b) Un’ipotesi semplificativa è di supporre molto piccole le resistenze degli avvolgimenti in modo tale da poter trascurare le relative cadute di tensione. Con questa supposizione le (2.1) diventano: U d = −Ω me Lq Iq U q = Ωme Ld Id + Ωem Λ mg 3 T = p Λ mg Iq + (Ld − Lq )Id Iq 2 [ (2.2.a) ] (2.2.b) 1 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Nelle (2.2) sia le tensioni che le correnti devono assumere dei valori che rientrino nel campo dei valori nominali. Tali restrizioni individuano delle regioni di funzionamento ben precise; poiché tutti i limiti devono essere soddisfatti contemporaneamente, l’insieme dei valori ammissibili per il PMSM durante il funzionamento a regime è ottenuto dall’intersezione di tali regioni. Per quanto riguarda il limite di corrente, esso è individuato dal massimo modulo (del vettore spaziale) della corrente (valore nominale IN ) sopportabile a regime dal motore. I = Id2 + Iq2 ≤ IN (2.3) Come riportato in Fig.1, tale condizione individua nel piano delle correnti Id , Iq una regione circolare (limite di corrente), di raggio pari a IN , centrata nell’origine. Fig.1 – Limiti di corrente e di tensione Analogamente il modulo del vettore spaziale della tensione non può superare il valore nominale U N il quale dipende dalla massima tensione alla quale l’azionamento può funzionare a causa dei limiti dell’inverter o del motore. U = U d2 + U q2 ≤ U N (2.4) Sostituendo le (2.2) nella (2.4) si ottiene: 2 2 Λ mg Ld 2 UN2 Id + + Iq ≤ 2 2 Ld L q Ωem L d (2.5) La (2.5), dipendendo dalla velocità di rotazione Ωme , descrive nel piano delle correnti Id , Iq una famiglia di ellissi (di cui una è riportata in Fig. 1) aventi centro C, 2 Cap. 4 - Regioni di funzionamento semiasse maggiore r ed eccentricità ξ (rapporto tra le lunghezze dell’asse maggiore e dell’asse minore) rispettivamente di: Λ mg ,0 C = − Ld (2.6) UN Ω me Ld (2.7) r= ξ= Lq Ld (2.8) Il parametro ξ viene anche detto fattore (o rapporto) di salienza. Le cadute di tensione sulle resistenze di fase (che sono state trascurate) incidono solamente sui limiti di tensione. Tali limiti restringono la regione di funzionamento alle alte velocità dove però prevale la parte induttiva dell’impedenza del motore. Questa considerazione permette di giustificare ulteriormente la semplificazione introdotta nelle (2.2.a). 3 Macchina isotropa Nel caso di macchina isotropa le induttanze relative all’asse d e all’asse q sono uguali ( Ld = Lq = L , ξ = 1) e quindi le equazioni (2.2) diventano: U d = −Ω me LI q U = Ω LI + Ω Λ me d me mg q T= 3 pΛ mg Iq 2 (3.1.a) (3.1.b) La (2.5) rappresenta pertanto una famiglia di circonferenze con centro in −Λ mg ,0 e raggio proporzionale al rapporto tra la tensione applicata e la velocità di L rotazione; il centro delle circonferenze può essere sia interno che esterno alle curva limite di corrente. Le curve a coppia costante sono, nel piano Id , Iq , delle rette parallele all’asse d: Iq = T 3 pΛ mg 2 (3.2) Poiché la coppia dipende solamente da Iq è conveniente lavorare con Id = 0 (Fig.2 e 3, riferite al modello normalizzato come in tutte le figure analoghe seguenti) ottenendo così coppia massima a parità di modulo di corrente. In questo modo il 3 Cap. 4 - Regioni di funzionamento sistema di controllo (ad orientamento di campo) opera nella regione detta a coppia disponibile costante, caratterizzata dalle equazioni: U d = −Ωme LIq U q = Ωme Λ mg 3 T = pΛ mg Iq 2 (3.3.a) (3.3.b) Fig.2 - Diagramma circolare per un PMSM isotropo (SPMa); Punti di lavoro nella regione a coppia disponibile costante (Λ mg L > IN ) Fig. 3 - Diagramma circolare per un PMSM isotropo (SPMb); Punti di lavoro nella regione a coppia disponibile costante (Λ mg L < IN ) A parità di coppia, la velocità risulta proporzionale al modulo della tensione applicata (3.3) e raggiunge il valore nominale, detto velocità base dell’azionamento, in corrispondenza alla tensione nominale; con un opportuno progetto del motore è possibile fare intersecare le curve limiti nominali di tensione (alla velocità nominale) 4 Cap. 4 - Regioni di funzionamento e di corrente sull’asse Iq (punto B delle Fig.2 e 3, corrispondente alle grandezze base nel modello normalizzato) garantendo così la coppia nominale fino alla velocità nominale. Per vedere quanto vale la velocità di base ΩB basta considerare il triangolo AOB (Fig.4): Fig.4 – Triangolo AOB che ci permette di determinare il valore di ΩB ; Λ mg U N2 2 = I + N Ω2B L2 L 2 da cui si ricava: UN ΩB = 2 2 L IN + Λ2mg (3.4) Distinguiamo quindi due casi: Ωme < ΩB Il raggio sarà più grande rispetto a quello che genera la circonferenza limite di tensione e quindi esterno al limite. In questa condizione, il motore eroga massima coppia che distingue la zona a coppia costante. La regione a coppia disponibile costante è quindi caratterizzata dalla corrente Id nulla, da Iq compresa tra −IN e IN , e dalla tensione variabile proporzionalmente alla velocità fino al valore U N , che è raggiunto alla velocità nominale Ωme,N . A velocità nulla la corrente è detta corrente di stallo, come la coppia che si chiama coppia di stallo. Ωme > ΩB Il raggio è inferiore al limite, quindi non si può più lavorare nella zona a coppia costante e siamo costretti a ridurre la massima coppia possibile, lavoriamo nella zona a potenza apparente costante. 5 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Per aumentare la velocità del motore oltre il valore nominale, non potendo incrementare la tensione (valore limite), si opera “in deflussaggio”. Al crescere della velocità ω me → diminuisce l’ampiezza delle circonferenze limiti di tensione e quindi il punto di lavoro ottimale (massima coppia rispetto alla corrente utilizzata) si sposta nel piano Id , Iq corrispondentemente a valori di Id non più nulli e tali per cui si genera una componente di flusso che si oppone a quella prodotta dal magnete permanente. In questo modo si ottiene un risultato analogo a quello che si ha in una macchina a corrente continua quando si diminuisce la corrente di eccitazione. Devono essere considerati due casi. 1) Il centro dei cerchi limiti di tensione è esterno al limite di corrente. Λ In questa situazione ( mg = IN ) il punto che descrive il maggior rapporto L coppia/corrente (a parità di tensione) rimane sulla circonferenza limite di corrente (Fig.5) e giace sull’intersezione con la circonferenza limite di tensione corrispondente alla velocità di rotazione (regione a potenza apparente costante). Tale velocità può raggiungere il massimo valore teorico: UN Ωme,max L Ωme,max = + IN = Λ mg L UN Λ mg − LIN (3.5) in corrispondenza del quale il cerchio limite di corrente è tangente al cerchio limite di tensione in un punto che si trova sull’asse Id (e a cui corrisponde coppia e potenza disponibile nulle). Fig. 5 - Diagramma circolare per un PMSM isotropo (SPMa) Punti di lavoro in deflussaggio (Λ mg L > IN ) 6 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Gli andamenti della coppia, della tensione e delle correnti ( Id , Iq e del modulo I) per una macchina isotropa con il centro dei cerchi limiti di tensione esterno al cerchio limite di corrente sono rappresentati nelle Fig.6 e 7. T B Ω em U B Ω em Fig.6 - PMSM isotropo (SPMa), (Λ mg L > IN ), Coppia T e tensione U Id B Iq B Iq Id Ω em I B Ω em Fig. 7 - PMSM isotropo (SPMa), (Λ mg L > IN ), Correnti Id , Iq e I (modulo) Raggiunta la velocità base, la tensione rimane costante e pari al valore nominale mentre la coppia diminuisce raggiungendo il valore nullo quando la velocità assume il valore massimo; il modulo di corrente I rimane costante al diminuire di Iq (che garantisce il limite) e all’aumentare, in valore assoluto, di Id (per deflussare la macchina). 2) Il centro dei cerchi limiti di tensione è interno al limite di corrente. Λ In questa situazione ( mg < IN ) il punto che descrive il maggior rapporto L coppia/corrente (a parità di tensione) inizialmente rimane sulla circonferenza limite di corrente (Fig.10) come nel caso precedente (regione a potenza apparente costante) ma, raggiunto il punto P (sulla verticale del centro dei cerchi limiti di tensione), segue la retta avente ascissa −Λ mg L (regione a potenza apparente decrescente). In questa situazione non esiste una velocità limite di rotazione se non dovuta alle restrizioni poste dalla meccanica della macchina. 7 Cap. 4 - Regioni di funzionamento La variabile che controllo passando da un sistema all’altro (cioè da BC a CH) è la velocità. A seconda della velocità stabilisco quale valore assegnare a Id* : Ω ≤ ΩB assegno ad Iq* il valore necessario e pongo Id* = 0. ΩB < Ω ≤ ΩCH Ω > ΩCH Id* = circonferenza . Λ Id* = − mg valore costante. L Fig. 8 – Schema di controllo a blocchi, dove il valore di Id* varia col variare della Ω. Il controllo di Iq* è retroazionato, mentre per Id* c’è bisogno del calcolo della velocità. Per calcolare ΩCH faccio come segue: Fig.9 – Triangolo CHO che ci permette di determinare il valore di ΩCH . 8 Cap. 4 - Regioni di funzionamento 2 Λ mg U N I = + L ΩCH L 2 2 N (3.6) ⇒ ΩCH = U N2 (LI N ) 2 − Λ2mg È importante capire la tecnica di deflussaggio adatta. Si deve agire sulla velocità per poi avere effetti sulla coppia, il principio causa-effetto (coppia-velocità) anche in questo caso aiuta: si deve intervenire sugli effetti per modificare le cause. Fig.10 - Diagramma circolare per un PMSM isotropo (SPMb) Punti di lavoro in deflussaggio (Λ mg L < IN ) Gli andamenti della coppia, della tensione e delle correnti ( Id , Iq e del modulo I) per una macchina isotropa con il centro dei cerchi limiti di tensione interno al cerchio limite di corrente sono rappresentati nelle Fig.11 e 12. T B P Ω em U B P Ω em Fig.11 - PMSM isotropo (SPMb), (Λ mg L < IN ), Coppia T e tensione U 9 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Id B P Iq Iq B P Id Ω em I B P Ω em Fig.12 - PMSM isotropo (SPMb), (Λ mg L < IN ), Correnti Id , Iq e I (modulo) Raggiunta la velocità base, la tensione rimane costante e pari al valore nominale mentre la coppia diminuisce tendendo asintoticamente a zero. Il modulo di corrente I rimane inizialmente costante (dal punto B al punto P) per poi diminuire nella regione a potenza apparente decrescente fino al valore Λ mg L; la componente di corrente Id aumenta da B a P (per deflussare la macchina) e poi rimane costante mentre la componente di corrente Iq tende asintoticamente a zero. 4.4 Macchina anisotropa Per la macchina anisotropa si possono fare dei ragionamenti del tutto analoghi a quelli già fatti per la macchina isotropa. Le differenze sostanziali sono dovute al fatto che le induttanze relative all’asse d e all’asse q sono diverse ( Ld ≠ Lq , ξ ≠ 1). La (2.5) rappresenta in questo caso una famiglia di ellissi concentriche il cui centro può essere sia interno che esterno alla curva limite di corrente. Differenze maggiori si hanno per quanto riguarda le curve a coppia costante. Infatti, ricavando la componente Iq dall’espressione della coppia (2.1.b), si ottiene: Iq = T 3 p ⋅ Λ mg + Ld − Lq ⋅ I d 2 [ ( ) ] (4.1) che individua nel piano Id , Iq , al variare del valore di coppia, una famiglia di iperboli aventi per asintoti orizzontali e verticali rispettivamente le rette: Iq = 0 Id = (4.2.a) Λ mg Ld − Lq (4.2.b) Come è evidente dalle Fig.13 e 14, per ogni valore del modulo di corrente I il valore massimo di coppia che si può ottenere è quello relativo all’iperbole tangente al cerchio di raggio I. In queste condizioni, suddividendo la corrente nelle componenti 10 Cap. 4 - Regioni di funzionamento d e q, si sfrutta appieno anche la coppia di riluttanza (oltre a quella elettrodinamica) caratteristica delle macchine anisotrope. Iq 3 T=1 2 T = 0.71 B T = 0.45 1 T = 0.22 0 Ω em = 1 -1 -2 -3 -4 -3 -2 -1 0 1 Id Fig.13 - Diagramma circolare per un PMSM anisotropo (IPMa); Punti di lavoro nella regione a coppia disponibile costante (Λ mg L > IN ). Iq T=1 3 T = 0.63 2 B T = 0.34 1 T = 0.49 0 -1 Ω em = 1 -2 -3 -4 -3 -2 -1 0 1 2 Id 3 Fig.14 - Diagramma circolare per un PMSM anisotropo (IPMb); Punti di lavoro nella regione a coppia disponibile costante (Λ mg L < IN ). Analogamente a quanto avviene per le macchine isotrope, con un opportuno progetto del motore è possibile fare intersecare l’ellisse limite di tensione (alla velocità nominale) e il cerchio limite di corrente nel punto di lavoro a coppia massima (punto B delle figure, corrispondente alle grandezze base nel modello normalizzato) garantendo anche in questo caso la coppia nominale fino alla velocità nominale. La regione a coppia disponibile costante è quindi caratterizzata da una tensione proporzionale alla velocità fino al valore U N , raggiunto alla velocità nominale ΩN . 11 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Nel funzionamento “in deflussaggio” al crescere della velocità Ωme diminuisce l’ampiezza delle ellissi limiti di tensione e quindi il punto di lavoro ottimale (massima coppia rispetto alla corrente utilizzata) si sposta, essendo vincolato a rimanere all’interno di tali ellissi. Anche per la macchina anisotropa devono essere considerati due casi. 1) Il centro delle ellissi limiti di tensione è esterno al limite di corrente. Λ In questa situazione ( mg = IN ) il punto che descrive il maggior rapporto L coppia/corrente (a parità di tensione) rimane sulla circonferenza limite di corrente (Fig.15) e giace sull’intersezione con l’ellisse limite di tensione corrispondente alla velocità di rotazione (regione a potenza apparente costante). Tale velocità può raggiungere il massimo valore teorico: Ωme,max = UN Λ mg − Ld IN (4.3) in corrispondenza del quale si ha la tangenza (sull’asse Id ) del cerchio limite di corrente con l’ellisse limite di tensione (a coppia nulla). Iq 3 T=1 T = 0.95 T = 0.82 2 T = 0.64 B T = 0.42 1 0 Ω em = 4.89 Ω em = 2.75 Ω em = 1.91 Ω em = 1.47 Ω em = 1.19 Ω em = 1 -1 -2 -3 -4 -3 -2 -1 0 1 Id Fig.15 - Diagramma circolare per un PMSM anisotropo (IPMa); Punti di lavoro in deflussaggio (Λ mg L > IN ) Gli andamenti della coppia, della tensione e delle correnti ( Id , Iq e del modulo I) per una macchina anisotropa con il centro delle ellissi limiti di tensione esterno al cerchio limite di corrente sono rappresentati nelle Fig.16 e 17. 12 Cap. 4 - Regioni di funzionamento T B Ω em U B Ω em Fig.16- PMSM anisotropo (IPMa), (Λ mg L > IN ),Coppia T e tensione U. Id B Iq Iq B Id Ω em I B Ω em Fig.17 - PMSM anisotropo (IPMa), (Λ mg L > IN ),Correnti Id , Iq e I (modulo). Oltre la velocità base, la tensione rimane costante e pari al valore nominale mentre la coppia diminuisce fino a zero quando la velocità raggiunge il valore massimo; il modulo di corrente I rimane costante al variare delle componenti Id e Iq (quest’ultima componente assume il valore nullo alla velocità massima). 2) Il centro delle ellissi limiti di tensione è interno al limite di corrente. In questa situazione ( Λ mg Ld > IN ) il punto che descrive il maggior rapporto coppia/corrente (a parità di tensione) inizialmente rimane sulla circonferenza limite di corrente (Fig.18) come nel caso precedente (regione a potenza apparente costante) ma, raggiunto il punto P (quando l’iperbole corrispondente alla coppia massima è tangente all’ellisse limite di tensione), si sposta all’interno della circonferenza limite di corrente (regione a potenza apparente decrescente) nei punti in cui vi è tangenza tra le ellissi e le iperboli. Anche in questo caso non esiste una velocità limite di rotazione se non dovuta alle restrizioni poste dalla meccanica della macchina. 13 Cap. 4 - Regioni di funzionamento T=1 T = 0.91 Iq 3 T = 0.70 2 B 1 T = 0.44 P T = 0.24 T = 0.08 0 Ω em = 8.95 Ω em = 3.46 Ω em = 2.14 Ω em = 1.55 Ω em = 1.21 Ω em = 1 -1 -2 -3 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 Id Fig.18 - Diagramma circolare per un PMSM anisotropo (IPMb) Punti di lavoro in deflussaggio (Λ mg L < IN ) Gli andamenti della coppia, della tensione e delle correnti ( Id , Iq e del modulo I) per una macchina anisotropa con il centro delle ellissi limiti di tensione interno al cerchio limite di corrente sono rappresentati nelle Fig.19 e 20. T B P Ω em U B P Ω em Fig.19 - PMSM anisotropo (IPMb), (Λ mg L < IN ),Coppia T e tensione U. Id B P Iq Iq Id B P Ω em I B P Ω em 14 Cap. 4 - Regioni di funzionamento Fig.20 - PMSM anisotropo (IPMb), (Λ mg L < IN ), Correnti Id , Iq e I (modulo). Oltre la velocità base, la tensione rimane costante e pari al valore nominale mentre la coppia diminuisce tendendo asintoticamente a zero. Il modulo di corrente I rimane inizialmente costante (dal punto B al punto P) per poi diminuire nella regione a potenza apparente decrescente tendendo al valore Λ mg Ld mentre la componente di corrente Iq tende asintoticamente a zero. 15