7. RICERCA: Studio italiano rivela segreti chimici dell`effetto placebo

7. RICERCA: Studio italiano rivela segreti chimici dell'effetto placebo
L'effetto placebo agisce con le stesse dinamiche chimiche dei farmaci, tanto che "i farmaci
e gli stimoli psicosociali (per esempio le suggestioni verbali del medico verso il paziente)
agiscono con gli stessi meccanismi". Lo ha appurato un ricercatore italiano, Fabrizio
Benedetti, professore di Neuroscienze all'Università di Torino e membro dell'Istituto
Nazionale di Neuroscienze (INN), in uno studio pubblicato 'Nature Medicine' che farà parte
della lettura che terrà al congresso internazionale di psico-neuro-endocrino-immunologia
'Stress e Vita', in programma a Orvieto dal 27 ottobre. "I farmaci agiscono tramite il legame
a recettori specifici - spiega Benedetti - la cui attivazione produce sia effetti terapeutici che
effetti collaterali negativi. Gli stimoli psicosociali, attraverso meccanismi di
condizionamento e di anticipazione, sono in grado di attivare specifiche sostanze (ad
esempio le endorfine nel caso del dolore, la dopamina nel caso della malattia di
Parkinson), che si vanno a legare agli stessi recettori ai quali si vanno a legare i farmaci,
producendo effetti simili a quelli prodotti da questi ultimi, sia terapeutici che collaterali.
Questo concetto riveste un'importanza particolare, se si considera che implica
un'interferenza tra il contesto psicosociale nel quale la terapia viene applicata e l'effetto
specifico del farmaco o della procedura terapeutica. In altre parole, l'effetto del farmaco
può subire una modulazione cognitiva e emotiva". Il ricercatore chiarisce che la
comunicazione medico-paziente però può avere anche effetti negativi: accanto agli effetti
positivi del placebo si possono registrare anche effetti negativi (effetto nocebo). Questo
può accadere quando la comunicazione è frettolosa è eccessivamente ambigua e carica di
suggestioni negative che nel cervello del paziente si traducono in una sensazione di
minaccia per la propria salute. Lo studio delle relazioni terapeuta-paziente dal punto di
vista delle neuroscienze è stato recentemente sintetizzato da Benedetti in un libro edito
dalla Oxford University Press il cui eloquente titolo è The Patient's Brain (il cervello del
paziente). Anche di questo si parlerà a Orvieto.