Gennaio-Marzo 2014 • Vol. 44 • N. 173 • Pp. 20-24 endocrinologia pediatrica L’ipertiroidismo in età pediatrica: una realtà rara Giovanna Weber, Elena Peroni, Maria Cristina Vigone Clinica Pediatrica, Istituto Scientifico Universitario, Ospedale San Raffaele, Milano Riassunto La malattia di Graves è la causa più comune di ipertiroidismo in età evolutiva, seguita dalla tiroidite autoimmune. Nella realtà europea, la terapia medica con farmaci anti-tiroidei rappresenta la prima scelta terapeutica, nonostante il difficile controllo della funzionalità tiroidea, i noti effetti collaterali e il basso rate di remissione. Per questi motivi è frequente il ricorso a una terapia definitiva chirurgica o con I-131, che però determina inevitabilmente una condizione di ipotiroidismo iatrogeno permanente. Nessuna delle tre opzioni attualmente disponibili si è pertanto rivelata ottimale, evidenziando la complessità della gestione terapeutica dell’ipertiroidismo autoimmune in età pediatrica. Summary Graves’ disease is the most common cause of thyrotoxicosis in children and adolescents, followed by autoimmune thyroid disease. In the European context, antithyroid drug therapy is recommended as the initial treatment, despite the difficult control of thyroidal function, known side effects and the low rate of remission. For these reasons a definitive therapy (surgery or radioactive iodine treatment with I-131) is commonly used as a second step, which is invariably associated with the development of permanent hypothyroidism. None of the three options currently available has been shown to be clearly superior to the others which further highlights the complexity of the therapeutic management of pediatric autoimmune hyperthyroidism. Parole chiave: ipertiroidismo, età pediatrica, farmaci anti-tiroidei, tiroidectomia, radioiodio Key words: hyperthyroidism, pediatric, antithyroid drug therapy, thyroidectomy, radioactive iodine Obiettivo Presentare le diverse forme di ipertiroidismo in età pediatrica, l’iter diagnostico e le alternative terapeutiche. Metodologia della ricerca bibliografica La ricerca degli articoli è stata effettuata sulla banca dati bibliografica Medline utilizzando il motore di ricerca PubMed. Sono state utilizzate le seguenti parole chiave: Hyperthyroidism, Pediatric, Antithyroid drug therapy, Thyroidectomy, Radioactive iodine. Sono stati selezionati articoli originali, revisioni e linee guida recenti inerenti l’età pediatrica. Introduzione L’ipertiroidismo è un’entità clinica rara in età pediatrica, caratterizzata da elevati livelli di ormoni tiroidei liberi associati ad inibizione del TSH ipofisario. Nella maggioranza dei casi l’eziologia è autoimmune e comprende principalmente la malattia di Basedow-Graves (MG) e meno frequentemente la tiroidite autoimmune. In quest’ultimo caso l’ipertiroidismo può esprimersi in fase iniziale con un transitorio e per lo più lieve ipertiroidismo (fase di Hashitossicosi) secondario a un aumentato rilascio di ormoni tiroidei preformati, conseguente all’infiltrazione linfocitaria (De Luca et al., 2013). Esistono inoltre condizioni cliniche rare associate all’ipertiroidismo in età evolutiva, elencate in tabella I. Malattia di Basedow-Graves La MG è la causa più comune di ipertiroidismo in età pediatrica, con un’incidenza dello 0,02%, a comparsa prevalentemente in età adolescenziale. Sono a maggior rischio i soggetti di sesso femminile (F:M = 5:1), affetti da altre patologie immunomediate e/o con anamnesi familiare positiva per tireopatia autoimmune. Alla base della MG si osserva un’aumentata produzione di anticorpi stimolanti diretti contro il recettore del TSH (Trab) che inducono iper- Tabella I. Cause di ipertiroidismo in età pediatrica. PIÙ FREQUENTI Cause autoimmuni Malattia di Basedow-Graves (95%) Tiroidite autoimmune (fase di Hashitossicosi) RARE Iperfunzione tiroidea autonoma Adenoma tossico o nodulo solitario Gozzo multinodulare Cause esogene Tireotossicosi factitia o accidentale Ipertiroidismo iodio-indotto (farmaci, mezzi di contrasto iodati,…) Cause genetiche Mutazioni attivanti il TSHR Sindrome di McCune-Albright Mutazione del recettore degli ormoni tiroidei Disfunzione ipofisaria Adenoma TSH-secernente MOLTO RARE 20 L’ipertiroidismo in età pediatrica: una realtà rara plasia ghiandolare, aumento della vascolarizzazione, della sopravvivenza cellulare e della sintesi della proteina simporto sodio/iodio, incrementando la formazione e la secrezione degli ormoni tiroidei (Morshed et al., 2009). Il meccanismo che porta alla produzione dei Trab è ancora poco chiaro, verosimilmente di natura multifattoriale. Un ruolo fondamentale sembrerebbe svolto dalla suscettibilità genetica (probabilmente di origine poligenica), dal sistema immunitario e dall’esposizione a un trigger esterno (secondo alcuni Autori mediante un meccanismo di mimetismo molecolare conseguente a un processo infettivo) (Wang et al., 2010). Secondo altri studi, un insulto al parenchima tiroideo (esempio, un processo infettivo) sarebbe in grado di indurre l’espressione di molecole del Complesso Maggiore di Istocompatibilità di classe II da parte dei tireociti, trasformando questi ultimi in cellule presentanti l’antigene, capaci di contribuire all’innesco della risposta autoimmune. Studi di linkage in cluster familiari con storia di tireopatia autoimmune hanno dimostrato il coinvolgimento di numerosi loci, ma ad oggi nessuno sembra essere in grado di spiegare completamente la patogenesi della malattia (Ban et al., 2004). Con molta probabilità esistono altri geni, ancora da scoprire, in grado di modulare la penetranza della MG nei pazienti affetti. All’esordio della MG, in alcuni studi effettuati su pazienti adulti, oltre alla tireomegalia è riportata la presenza di iperplasia timica, che regredisce dopo il trattamento con farmaci anti-tiroidei; molto più rare sono le segnalazioni in ambito pediatrico (Chiu et al., 2013; Kawano e Kohno, 2011; Kubicky et al., 2010). Sebbene il meccanismo patogenetico dell’iperplasia timica sia attualmente dibattuto, sembra esserci alla base un processo immunologico. È importante ricordare questa associazione che, se misconosciuta (sospetto di massa mediastinica anteriore), può portare a una diagnostica inutile e spesso invasiva (biopsia o timectomia). Cause minori di ipertiroidismo Iperfunzione tiroidea autonoma Il sospetto diagnostico viene posto all’esame obiettivo in caso di palpazione di nodulo solitario o noduli multipli e a livello laboratoristico in presenza di un quadro di ipertiroidismo non autoimmune. L’ecografia rappresenta il primo step diagnostico; la scintigrafia tiroidea viene effettuata in seconda battuta. La terapia è in genere chirurgica. Eccessiva ingestione di ormone tiroideo o eccessiva esposizione a iodio L’ipertiroidismo causato dall’assunzione esogena di ormone tiroideo (definito factitio) può verificarsi durante l’adolescenza, quando l’abuso di ormone è legato al tentativo di perdere peso, sfruttandone il potere regolatore sulla termogenesi e sulla lipolisi. L’esposizione a quantità di iodio tali da indurre tireotossicosi può derivare dall’uso di antisettici topici o farmaci a base di iodio e dall’impiego di mezzi di contrasto iodati. Cause genetiche Mutazioni nel gene che codifica per il recettore del TSH: il recettore mutato (in genere a livello del dominio transmembrana) causa un’attivazione costitutiva del pathway di trasduzione intracellulare e, quindi, una costante stimolazione della crescita e dell’attività dei tireociti (Alberti et al., 2001). Sindrome di McCune-Albright: la mutazione interessa il gene GNAS1, che codifica per la subunità α della proteina Gs compresa nel sistema recettoriale di molti ormoni proteici (TSH, ACTH, gonadotropine, GHRH, MSH). La proteina anomala, collocata sulla membrana cellulare, attiva il complesso recettoriale, causando un’autonoma ed eccessiva proliferazione cellulare ed ipersecrezione ormonale che, se interessanti la tiroide, determinano un quadro di ipertiroidismo non autoimmune. Resistenza agli ormoni tiroidei: la mutazione interessa il gene β codificante per il recettore degli ormoni tiroidei. Si tratta di una sindrome ereditaria caratterizzata da una ridotta risposta agli ormoni tiroidei, che si presenta con un quadro di elevati livelli di fT3 e fT4 associati a TSH normale o lievemente aumentato. Adenoma pituitario TSH-secernente (Rabbiosi et al., 2012): può manifestarsi con elevati livelli ormonali non associati ad inibizione del TSH; nel sospetto di tale condizione diventa importante il riscontro di elevate concentrazioni sieriche della subunità α del TSH e di un’alterata risposta allo stimolo con TRH. La conferma viene dall’imaging (RM encefalo con studio della regione ipotalamo-ipofisaria), mentre la chirurgia rappresenta il gold standard terapeutico. Malattia di Basedow-Graves Presentazione clinica In età pediatrica l’esordio dei sintomi tipici dell’ipertiroidismo è spesso insidioso. Il più delle volte occorrono alcuni mesi prima che si arrivi alla diagnosi definitiva; infatti, il sospetto diagnostico viene spesso ritardato sia nei primi anni di vita, per la rarità della patologia e l’aspecificità dei sintomi, sia in epoca peri-puberale, quando le alterazioni dell’umore e del comportamento o le difficoltà scolastiche caratteristiche dell’ipertiroidismo possono essere del tutto sovrapponibili alle manifestazioni tipiche dell’età adolescenziale (Shulman et al., 1997). In tabella II sono indicati i principali sintomi dell’ipertiroidismo in età pediatrica. In età evolutiva l’ipertiroidismo non trattato è in grado di interferire con lo sviluppo puberale, la crescita, la maturazione e la mineralizzazione ossea (Mora et al., 1999). Diagnosi In associazione ai dati anamnestici e al riconoscimento di segni e/o sintomi caratteristici, la diagnosi di ipertiroidismo si basa sul riscontro di elevati livelli di ormoni tiroidei liberi associati a inibizione del TSH. È fondamentale il riscontro della positività dei Trab (diagnostici per la MG e positivi in più del 90% dei soggetti affetti) e degli anticorpi antitireoperossidasi e anti-tireoglobulina (solitamente elevati nelle forme Tabella II. Elenco dei principali sintomi di ipertiroidismo in età pediatrica. SINTOMO FREQUENZA (%) Gozzo (Fig. 1) 99 Tachicardia 83 Irritabilità 80 Ipertensione 71 Esoftalmo 66 Tremori 61 Aumento appetito 60 Perdita di peso 54 Palpitazioni 34 Mal di testa 15 Incremento nella frequenza dell’alvo 13 21 G. Weber et al. fronte a un aumento degli ormoni tiroidei con TSH normale o lievemente aumentato, bisogna valutare la possibilità che si tratti di una rara forma di resistenza agli ormoni tiroidei (è possibile riscontrare simili livelli di fT3, fT4 e TSH anche in uno dei genitori) o di un raro caso di adenoma TSH-secernente (l’imaging risulterà dirimente). In caso di iperplasia timica, il riscontro di un quadro ormonale caratterizzato da TSH inibito e ormoni tiroidei elevati è fondamentale nella diagnosi differenziale tra ipertiroidismo e miastenia gravis. Figura 1. Gozzo in paziente con ipertiroidismo autoimmune. di tiroidite autoimmune, per quanto non patognomonici) in considerazione del fatto che le forme di ipertiroidismo in età pediatrica riconoscono nella quasi totalità dei casi un’eziologia autoimmune. Nell’iter diagnostico molto informativo risulta essere l’esame ecografico; in caso di MG la ghiandola appare di volume aumentato, in genere con struttura finemente disomogenea, prevalentemente iporiflettente, con aumentata vascolarizzazione all’esame colorDoppler. L’ecografia è inoltre fondamentale nella diagnosi e caratterizzazione delle lesioni nodulari. All’esordio dell’ipertiroidismo è opportuno eseguire alcuni esami a completamento, elencati in tabella III. La scintigrafia tiroidea viene effettuata nel sospetto di adenoma tossico ipercaptante. Le cause non autoimmuni di ipertiroidismo, seppur rare, devono essere prese in considerazione nella diagnosi differenziale. L’ipertiroidismo factitio è caratterizzato da un quadro ormonale che può essere sovrapponibile a quello della MG; tuttavia l’anamnesi, l’assenza di anticorpi anti-tiroide, il riscontro di valori di tireoglobulina molto bassi e un quadro ecografico normale ne permettono la diagnosi. Di Alternative terapeutiche Nella realtà europea il Metimazolo (MMI) è consigliato come trattamento di prima scelta dell’ipertiroidismo in età evolutiva, da continuarsi per 18-24 mesi, in grado tuttavia di garantire una ridotta frequenza di remissione a lungo termine (20-30% dei pazienti in fase peri-puberale e 15% dei pazienti pre-puberi) (Bahn Chair et al., 2011). Il MMI è in grado di inibire la sintesi degli ormoni tiroidei, interferendo con l’ossidazione dello iodio e la successiva iodinazione dei residui di tirosina della tireoglobulina, azione mediata dall’enzima tireoperossidasi (Cooper, 2005). In passato veniva utilizzato anche il Propiltiouracile (PTU), attualmente sconsigliato in età pediatrica per l’elevato rischio di epatotossicità (Rivkees et al., 2009). A questo proposito la FDA ha recentemente emesso un avviso di sicurezza: il PTU dev’essere utilizzato limitatamente al primo trimestre di gravidanza (in quanto associato a un minor rischio di anomalie congenite) o alla fase di bridge verso una terapia definitiva in un paziente fortemente allergico al MMI. Più controverso è il metodo block-and-replace, da utilizzarsi nei casi di difficile controllo della funzionalità tiroidea, che consiste nell’utilizzo di alte dosi di tionamidi (ossia i farmaci antitiroidei), per bloccare la sintesi degli ormoni tiroidei, combinato alla L-Tiroxina, per garantire uno stato di eutiroidismo, pur mantenendo la tiroide a riposo grazie all’inibizione della sintesi ormonale endogena (Abraham et al., 2010). Gli effetti collaterali delle tionamidi si differenziano in minori e maggiori (Tab. IV). In caso d’instabilità ormonale durante il trattamento medico o di fronte a una recidiva di malattia all’atto della sospensione terapeutica è possibile ricorrere a una terapia definitiva o, in assenza di Tabella III. Elenco degli esami da effettuarsi all’esordio dell’ipertiroidismo. Esami consigliati Valutazione cardiologica, ECG ed ecocardiogramma Esoftalmometria e/o ecografia retro-orbitaria Esami opzionali, da valutare caso per caso Età ossea negli stadi pre/peri-puberali DEXA per escludere una ridotta mineralizzazione ossea Eventuale screening delle principali patologie autoimmuni Tabella IV. Principali effetti collaterali associati alla terapia con tionamidi, distinti in minori e maggiori. REAZIONI AVVERSE MINORI (5-25% dei pazienti trattati) Reazioni cutanee minori (orticaria, rash, edema) Lieve leucopenia Modesto e transitorio movimento degli indici di funzionalità epatica Artralgia e mialgie Cefalea Alterazioni del gusto Disturbi gastro-intestinali REAZIONI AVVERSE MAGGIORI Agranulocitosi farmaco-indotta Vasculite ANCA-associata Epatotossicità 22 L’ipertiroidismo in età pediatrica: una realtà rara effetti collaterali, è possibile proseguire la terapia farmacologica fino al raggiungimento dell’età migliore per il ricorso a chirurgia o radioiodio. Attualmente la tiroidectomia viene scelta come terapia definitiva in considerazione dell’età del paziente (< 5-10 anni) e delle dimensioni della ghiandola tiroidea (> 80 grammi) (Peroni et al., 2012). La scuola statunitense utilizza la terapia radiometabolica come prima scelta a partire dai 10 anni e come scelta alternativa (in caso di fallimento della terapia medica) nei pazienti di età compresa tra 5 e 10 anni. Nella realtà europea ancora forti sono le perplessità in merito all’utilizzo del radioiodio nei soggetti con meno di 18 anni; tuttavia, in considerazione dell’assenza di effetti collaterali a lungo termine rilevati in letteratura e alla luce dell’esperienza americana, l’introduzione della terapia radiometabolica è sempre più oggetto di discussione tra i medici europei, almeno nei soggetti post-puberi. L’effetto collaterale più temuto della terapia radiometabolica è quello relativo al potenziale cancerogeno delle radiazioni ionizzanti. È stato però dimostrato che il rischio di neoplasia tiroidea è maggiore in caso di esposizione a bassi livelli di radiazioni, ben lontani dalle alte dosi utilizzate nel trattamento della MG (Read et al., 2004). Un altro aspetto dibattuto è il possibile effetto dello I-131 sulle cellule germinali e le eventuali ripercussioni sulla progenie. In letteratura ci sono dati su 500 nati da circa 370 soggetti sottoposti a terapia radiometabolica durante l’infanzia o l’adolescenza; l’incidenza di anomalie congenite in questi 500 bambini non differisce da quella della popolazione generale. Alla luce di questi dati, la terapia radiometabolica appare sicura ed efficace se utilizzata nel modo corretto. L’identificazione di fattori prognostici relativi all’evoluzione dell’ipertiroidismo autoimmune rappresenterebbe un importante traguardo in campo medico, indirizzando il clinico nella scelta terapeutica più adatta al singolo paziente, individuando già alla diagnosi coloro che potrebbero giovarsi di un prolungamento della terapia medica o del ricorso a una terapia definitiva. Purtroppo finora c’è disaccordo tra i risultati dei differenti studi pubblicati in letteratura: nessun fattore prognostico è risultato confermato e condiviso da tutti gli studi. Attualmente la decisione del trattamento più idoneo da seguire in ambito pediatrico è frutto di una stretta interazione tra la figura del medico, il paziente e la sua famiglia ed è fortemente influenzata dalle strutture mediche di riferimento del territorio. Box di orientamento Che cosa si sapeva prima L’ipertiroidismo in età pediatrica è un’entità clinica rara, ma insidiosa. Attualmente la terapia migliore da seguire rimane materia di dibattito: nessuna delle tre opzioni disponibili (terapia medica con farmaci anti-tiroidei, tiroidectomia e trattamento radiometabolico con I-131) si è rivelata ottimale, presentando tutte vantaggi e svantaggi. Che cosa sappiamo adesso Attualmente si ricorre come prima scelta al trattamento con Metimazolo, da continuarsi per 18-24 mesi, in grado tuttavia di garantire una ridotta frequenza di remissione a lungo termine. In caso d’instabilità ormonale durante il trattamento o di fronte a una recidiva di malattia all’atto della sospensione terapeutica è possibile ricorrere a una terapia definitiva o, in assenza di effetti collaterali, è possibile proseguire la terapia farmacologica, fino al raggiungimento dell’età migliore per il ricorso a chirurgia o radioiodio. Quali ricadute sulla pratica clinica L’identificazione di fattori prognostici relativi all’evoluzione dell’ipertiroidismo autoimmune rappresenterebbe un importante traguardo in campo medico, indirizzando il clinico nella scelta terapeutica più adatta al singolo paziente, individuando già alla diagnosi coloro che potrebbero giovarsi di un prolungamento della terapia medica o del ricorso a una terapia definitiva. Bibliografia Abraham P, Avenell A, McGeoch SC, et al. Antithyroid drug regimen for treating Graves’ hyperthyroidism. Cochrane Database Syst Rev 2010;1:CD003420. Alberti L, Proverbio MC, Costagliola S, et al. A novel germline mutation in the TSH receptor gene causes non-autoimmune autosomal dominant hyperthyroidism. Eur J Endocrinol 2001;145(3):249-54. Bahn Chair RS, Burch HB, Cooper DS, et al. Hyperthyroidism and other causes of thyrotoxicosis: management guidelines of the American Thyroid Association and American Association of Clinical Endocrinologists. Thyroid 2011;21(6):593-646. ** L’articolo illustra le più recenti linee guida americane sull’ipertiroidismo, con una sezione dedicata all’età pediatrica. Ban Y, Concepcion ES, Villanueva R, et al. Analysis of Immune Regulatory gene in familiar and sporadic Graves’ disease. J Clin Endocrinol Metab 2004;89,9:4562-8. Chiu HK, Ledbetter D, Richter MW, et al. Reversible left recurrent laringeal nerve palsy in pediatric Graves’ disease. Pediatrics 2013;132(6):e1704-8. Cooper DS. Antithyroid drugs. N Engl J Med 2005;352(9):905-17. * L’articolo illustra il meccanismo di funzionamento e gli effetti collaterali dei farmaci anti-tiroidei. De Luca F, Santucci S, Corica D, et al. Hashimoto’s thyroiditis in childhood: presentation modes and evolution over time. Ital J Pediatr 2013;39:8. Kawano A, Kohno H. Thymic hyperplasia associated with Graves’disease in a 10 year-old boy. Clin Pediatr Endocrinol 2011;20(3):61-4. Kubicky RA, Faerber EN, de Chadarevian JP, et al. 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J Clin Endocrinol Metab 2004;89(9):4229-33. * L’articolo evidenzia l’efficacia e la sicurezza dell’utilizzo del radioiodio in età pediatrica; la forza dello studio è rappresentata dalla numerosità del campione e dalla durata del follow-up. 23 G. Weber et al. Rivkees SA, Mattison DR. Propylthiouracil (PTU) Hepatoxicity in Children and Recommendations for Discontinuation of Use. Int J Pediatr Endocrinol 2009;132041. * L’articolo sottolinea la pericolosità del PTU in età pediatrica. Shulman DI, Muhar I, Jorgensen EV, et al. Autoimmune hyperthyroidism in prepubertal children and adolescents: comparison of clinical and biochemical features at diagnosis and responses to medical therapy. Thyroid 1997;7,5:755-60. Wang Z, Zhang Q, Lu J, et al. Identification of outer membrane porin f protein of Yersinia enterocolitica recognized by antithyrotopin receptor antibodies in Graves’ disease and determination of its epitope using mass spectrometry and bioinformatics tools. J Clin Endocrinol Metab 2010;95(8):4012-20. Corrispondenza Giovanna Weber, IRCCS San Raffaele Università Vita-Salute, Centro di Endocrinologia dell’Infanzia e dell’Adolescenza, via Olgettina 60, 20132 Milano. Tel.: +39 02 26432624. E-mail: [email protected] 24