diagnosi di ipertiroidismo nel gatto

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DIAGNOSI DI IPERTIROIDISMO NEL GATTO
L'ipertiroidismo è una patologia dovuta all'eccessiva presenza di ormoni tiroidei ( T3 e T4 ) nel
circolo ematico. Nel 98% dei casi è correlata alla presenza di iperplasia adenomatosa benigna in
uno (30%) o entrambi (70%) i lobi tiroidei.
Le cause dell'ipertiroidismo non sono ancora del tutto note, viene definita una patologia
multifattoriale in cui oltre ad essere coinvolti fattori genetici ed ambientali, sembrano essere
importanti fattori di rischio quali l'uso della lettiera e l'alimentazione esclusiva con cibo umido
commerciale. Recenti studi hanno dimostrato, infatti, una correlazione tra la malattia e
l'assunzione di iodio in concentrazioni estremamente variabili (come sono quelle degli alimenti
commerciali).
Segnalamento: La patologia colpisce gatti con età intorno ai 12 -13 anni, solo il 5% diagnosticati
prima dei 10 anni di vita. Non sono riportati predisposizione di razza o sesso.
Segni clinici: Gli ormoni tiroidei hanno numerosissimi organi target e sono responsabili della
regolazione del metabolismo, della produzione di calore, del sistema nervoso centrale. Si intuisce
quindi che con l'aumento della loro concentrazione in circolo i segni clinici saranno molteplici. La
maggior parte dei gatti manifesta una serie di segni riferibili a più organi, anche se a volte un segno
può essere dominante, la cui gravità può dipendere dal tempo in cui persiste la condizione alla
capacità del gatto di adattarsi agli ormoni tiroidei in eccesso.
Segni clinici molto comuni
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Perdita di peso
Polifagia
Tachicardia
Poliuria/Polidipsia
Soffi cardiaci
Iperattività/irritabilità
Vomito/diarrea
intermittenti
Nodulo
tiroideo
palpabile o gozzo
Segni clinici frequenti
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Anomalie respiratorie,
tachipnea, affanno
Ritmo
di
galoppo,
aritmie
Alterazioni del pelo, in
condizioni
scadenti,
alopecie
Aumento
moderato
della temperatura basale
Segni clinici meno frequenti
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Letargia
Anoressia
Insufficienza cardiaca
congestizia
Ipertensione
Ventroflessione
del
collo
Nei gatti sani la tiroide è divisa in due lobi distinti posizionati su entrambe i lati al di sotto della
cartilagine cricoide che si estendono ventralmente fino ai primi 5 o 6 anelli tracheali. Normalmente
tali lobi non sono palpabili. Nei pazienti ipertiroidei invece uno o entrambe i lobi sono aumentati di
volume e si rendono palpabili, essendo poi lassamente adesi al tessuto circostante è possibile che i/il
lobi/lobo interessato aumentando di peso possa migrare ventralmente fino ad arrivare al mediastino
craniale. In rari casi del tessuto ectopico tiroideo localizzato in vari organi dalla base della lingua
alla base del cuore può essere responsabile della patologia.
Spesso il gozzo è visibile, ma a volte è necessaria la palpazione che si attua con il gatto seduto
sugli arti posteriori e con il collo leggermente esteso. Con l'indice e il pollice posti ai lati della
trachea si scorre verso il basso partendo dalla laringe. Il gozzo è percepito come un nodulo che
sguscia sotto le dita. E' consigliabile non estendere eccessivamente il collo per evitare che i lobi
tiroidei vengano inglobati dalla muscolatura o spinti in posizione retrotracheale e quindi divengano
difficilmente palpabili.
Esami di laboratorio:
Esistono una serie di alterazioni degli esami di routine che possono indirizzarci, congiuntamente ai
segni clinici, verso la diagnosi di ipertiroidismo, ma che comunque necessitano della conferma da
parte di test specifici della funzione tiroidea.
Ematologia
Chimica clinica
Esame delle urine
Da lieve a moderata
eritrocitosi
• Macrocitosi
• Macropiastrinosi
• Leucogramma da stress
• Raramente linfocitosi ed
eosinofilia
Le alterazioni del sono spesso
lievi e mai sintomatiche
Da lieve a marcato
• Utile per d/d con irc e
aumento dell'ALT AST
diabete mellito
ALP *
• Proteinuria moderata
• Iperazotemia
• Infezioni
del tratto
• Iperfosfatemia
non
urinario ( consigliata
associata a iperazotemia
l'urinocoltura)
(35-45% dei gatti)
• Riduzione del calcio
ionico
• Moderata iperglicemia
(con possibile Diabete
mellito conseguente alla
insulino-resistenza
determinata
dagli
ormoni
tiroidei
circolanti).
• Riduzione
della
concentrazione
delle
fruttosamine
per
aumento
del
catabolismo proteico
*L'aumento di almeno uno degli enzimi epatici si riscontra nel 90% dei gatti ipertiroidei, con valori
direttamente proporzionali alle concentrazioni di T4 e T3. In tutti i casi in cui si registra un aumento
marcato di tali valori a fronte di ormoni tiroidei non molto elevati si deve sospettare una patologia
epatica distinta.
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Test della funzionalità tiroidea:
Una volta che i segni clinici e gli esami di routine ci rimandano al sospetto di ipertiroidismo è
necessario confermare la diagnosi con i test di funzionalità tiroidea. Questi comprendono test da
eseguire in laboratorio, quali la misurazione del T4 e fT4 e la scintigrafia tiroidea.
Misurazione del TT4 e FT4
L'aumento della concentrazione basale dagli ormoni tiroidei è da considerarsi indicativo di uno stato
di ipertiroidismo. Per confermare la diagnosi si può misurare sia il T4 totale (TT4), considerato il
parametro più specifico (specificità vicina al 100%) che l'fT4,il T4 non legato alle proteine, che
invece è meno specifico ma più sensibile. La maggior parte del T3, invece, viene prodotto a partire
dal T4 a livello periferico, pertanto spesso la sua concentrazione può essere normale in soggetti
ipertiroidei e quindi la sua misurazione non è consigliabile ai fini diagnostici.
Normalmente la maggior parte dei gatti ipertiroidei ha valori di TT4 considerevolmente superiori al
limite di riferimento, ma nel 5-10% dei soggetti questo valore può rientrare nel range. Ciò può
accadere sia negli stadi iniziali della malattia, sia a causa delle fluttuazioni giornaliere della
produzione ormonale, sia a causa di patologie concomitanti che possono diminuirne la
concentrazione. Per aumentare la sensibilità di questo test molti laboratori hanno abbassato i limiti
di riferimento creando così una zona grigia in cui il sospetto di ipertiroidismo dev'essere
riconfermato a distanza di 2-6 settimane. Si intuisce quindi perché sia consigliabile eseguire la
misurazione anche del fT4, tenendo conto che se da una parte è altamente improbabile che un gatto
ipertiroideo abbia valori nel range di fT4, in molti pazienti con altre patologie si assiste ad un suo
aumento; a volte infatti, si assiste ad una diminuzione del T4 ed un aumento del fT4 in soggetti
affetti da patologie varie, con risultati che sembrano discordanti e che in realtà sono tipici di una
euthyroid sick sindrome.
Misurazione del TT4
Concentrazione sierica del TT4 (mcg/dl)
Probabilità di ipertiroidismo
>4
Molto probabile
3.0 – 4.0
Possibile
2.5 – 3.0
Sconosciuta
<2.0
Molto improbabile*
• Se non è presente una contemporanea grave patologia sistemica non tiroidea
•
Figura tratta da :R.W. Nelson, C.G. Couto, Medicina interna del Cane e del Gatto, ELSEVIER,
2006
In recenti studi si è misurato il TSH canino per valutare l'attività di soppressione esercitata a livello
di ipofisi ed ipotalamo da parte degli ormoni tiroidei. Nonostante la metodica non sia specifica per
il gatto, se nei soggetti dubbi il TSH risulta comunque misurabile è improbabile che il soggetto sia
ipetiroideo. E' emerso inoltre che i gatti con valori di TSH non misurabili avevano maggiori
probabilità di sviluppare ipertiroidismo nell'anno successivo,suggerendo la possibilità che questo
test potesse evidenziare i gatti con ipertiroidismo subclinico, o che comunque potesse essere utile
nella diagnosi precoce. Purtroppo la fluttuazione giornaliera nella produzione di TSH, unita al fatto
che la metodica messa a punto per il cane riesce a misurare solo il 35% di TSH felino, non consente
di emettere diagnosi nei soggetti in cui questo risulta non determinabile e quindi comunque è
necessario ripetere la misurazione degli ormoni tiroidei dopo 2-6 settimane.
Test di soppressione con T3 (liotiroxina)
Nel caso non si voglia aspettare per escludere la diagnosi è possibile eseguire il test di soppressione
con T3, il test dinamico della funzionalità tiroidea più sicuro ed affidabile a disposizione per la
specie felina. Si eseguono le misurazioni di T4 e T3 prima e dopo la somministrazione per via orale
di liotiroxina (T3) valutandone la capacità di sopprimere la produzione di TSH e quindi degli
ormoni tiroidei.
Esecuzione del test:
Giorno 1: Prelievo di un campione di siero per la misurazione di T3 e T4 basali
Giorno 2 e 3: Somministrazione ogni 8 ore di 25 mcg di liotiroxina (T3)
Giorno 4: Prelievo per la misurazione di T3 e T4 dopo 2-4 ore dall'ultima dose di liotiroxina
Interpretazione del test di soppressione con T3:
La [T4] è diminuita del 50% -
EUTIROIDEO
La [T4] è> 1,6 mcg/dl
IPERTIROIDISMO
La [T4] è < 1,6 mcg/dl
EUTIROIDEO
La [T3] post somministrazione è inferiore a RIESEGUIRE IL TEST, è possibile che il
quella basale
farmaco
non
sia
stato
somministrato
correttamente.
Scintigrafia tiroidea
La scintigrafia consente di visualizzare la captazione di isotopi radioattivi da parte di tessuto
tiroideo iperfunzionante. Consente di evidenziare tessuto ectopico tiroideo, confermare la diagnosi
di ipertiroidismo nei soggetti dubbi ed è sicuramente un test specifico ed altamente sensibile ma
trova i suoi limiti nei costi elevati e nella sofisticatezza dell'equipaggiamento necessario all'esame
stesso.
L'ipertiroidismo è la disendocrinopatia più frequente del gatto e una delle malattie più
comunemente diagnosticate nella pratica clinica. I soggetti colpiti generalmente sono anziani e la
sintomatologia spesso è complicata dalla contemporanea presenza di altre patologie che non solo
confondono il quadro clinico, ma che spesso interferiscono con i più utilizzati test di funzionalità
tiroidea. Appare quindi evidente come la diagnosi di questa disendocrinopatia non possa
prescindere da un'accurata interpretazione crociata dei segni clinici, degli esami di routine ed di
quelli ormonali.
Bibliografia:
R.W. Nelson, C.G. Couto, Medicina interna del Cane e del Gatto, ELSEVIER, 2006
C.T. Mooney, M.E. Peterson, Manual of Canine and Feline Endocrinology, BSAVA, 2012
S.J. Ettinger, E.C. Feldman, Textbook of Veterinary Internal Medicine, Saunders 2010
S. Paltrinieri, W. Bertazzolo, A. Giordano, Patologia Clinica del Cane e del Gatto, approccio pratico alla diagnostica di
laboratorio, ELSEVIER, 2010
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