La Grande Guerra La Prima guerra mondiale 1914-1918

La Grande Guerra
La Prima guerra mondiale
1914-1918
1. Verso la guerra
Un‟immagine della “domenica di
sangue”, Pietroburgo, 22 gennaio1905
La situazione europea tra 1890 e 1914,
caratteri generali
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Tra 1890 e 1914 l‟Europa visse molte tensioni sia relative ai
rapporti tra gli stati, sia dentro gli stati stessi
Queste tensioni determinarono una serie di dinamiche
contraddittorie:
1. accentuato riarmo
2. sviluppo delle correnti d’opinione pacifiste
3. nazionalismi esasperati
4. utopie internazionaliste
5. progresso scientifico e tecnologico
6. critiche alla cultura e alla mentalità positivista, che
era stato il sostegno ideologico e culturale del progresso in
atto
Gli stati/1. La Francia
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La Francia era una nazione nella quale le istituzioni
repubblicane erano ancora parzialmente precarie
Gli avversari della III repubblica erano forze politiche
e correnti d‟opinione che ritenevano lo stato
democratico non sufficientemente capace di
rappresentare e difendere le loro esigenze e le loro idee
nazionalisti, fautori di una politica di potenza coloniale e
antitedesca
clericali, avversari dello stato laico
nostalgici della monarchia
antisemiti
L’affaire Dreyfus
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Queste forze antirepubblicane fecero fronte comune in
una vicenda dalle forti componenti antisemite, poi
ricordata come “affaire Dreyfus”
L’ufficiale dell’esercito Alfred Dreyfus fu
arrestato e condannato nel 1894 ai lavori forzati
perché ritenuto colpevole dal tribunale militare
di avere venduto documenti segreti
all’ambasciata tedesca
La sentenza scatenò una campagna antisemita da
parte della stampa destrorsa, ma si basava su indizi falsi
o privi di riscontri
Quando negli anni successivi emersero le vere prove
che scagionavano Dreyfus, gli altri gradi militari
rifiutarono di rifare il processo e artefarono i
documenti per coprire i veri responsabili del fattaccio
Lo scrittore Emile Zola prese decisamente
posizione a favore di Dreyfus pubblicando nel 1899
una lettera aperta al Presidente della Repubblica
francese intitolata J’accuse, in cui rivelò i maneggi dello
Stato maggiore francese per nascondere la verità.
Anch’egli fu processato e condannato per offese
all‟esercito
La conclusione dell’affaire Dreyfus
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Dreyfus rappresentato
come un serpente
traditore dalla stampa
antisemita
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Lo scontro politico diventò estremamente
teso
Socialisti,radicali e una parte dei
repubblicani moderati si schierarono
per il riconoscimento dell’innocenza
Le forze destrorse, clericali,
monarchici e nazionalisti chiedevano
con forza la conferma della
condanna
Il processo fu rifatto nel 1899 e la
sentenza di condanna fu confermata
Solo nel 1906,dopo la grazia del
Presidente della Repubblica, Dreyfus
fu riabilitato
L’evoluzione politica della Francia
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Il radicale
Clemenceau
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Raymond Poicare
L‟esito dell‟affaire Dreyfus fu sul medio periodo
favorevole ai repubblicani
Le elezioni del 1899 furono vinte dalla sinistra e
fu formato un governo che comprendeva anche il
socialista Milleranda
Negli anni successivi furono sciolte associazioni di
estrema destra e gli altri gradi dell’esercito
furono sostituiti
Il clero subì grossi effetti negativi: scioglimento di
congregazioni religiose, denuncia del concordato
napoleonico del 1803 e conseguente rottura dei
rapporti diplomatici tra Francia e Vaticano,
separazione completa tra Stato e Chiesa
Tuttavia negli anni 1903-10 i governi
francesi,Clemenceau e Briand dovettero
fronteggiare una grossa conflittualità sociale che
portò alla rottura dell‟alleanza tra radicali e socialisti
I moderati tornarono al potere nel periodo
1912-1914, guidati dal Raymond Poincare, che
divenne Presidente della Repubblica
2/La Gran Bretagna, governata da
conservatori e liberali
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Edoardo VII con
il suo cane Peter
La regina Vittoria morì nel 1901, e gli
successe il figlio Edoardo VII
Tra la fine dell‟800 e il primo decennio del
„900 il governo inglese nelle mani di una
coalizione tra conservatori e liberali
“unionisti”
La strategia politica di questa coalizione
governativa fu indirizzata all’imperialismo
(guerra anglo-boera) e un certo
riformismo sociale, che però non ledeva i
privilegi dei più ricchi: leggi sugli infortuni da
lavoro, finanziamenti statali per le scuole,
collocamento meno difficile dei disoccupati
Il governo dei liberali (dal 1906)
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Joseph Chamberlain,
ministro per le
colonie, propose la
tariffa imperiale per
introdurre in
Inghilterra il
protezionismo
doganale, ma senza
successo
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Nel 1906 i liberali, che si erano opposti al progetto
portato avanti dal loro ministro Chamberlain di introdurre
una tariffa protezionistica estesa a tutto l‟impero,
vinsero largamente le elezioni, in cui per la prima volta
furono eletti anche trenta deputati del Labour Party,che
rappresentava la sinistra espressione dei lavoratori
Il governo liberale ebbe un carattere fortemente
riformista: otto ore di lavoro per i minatori, uffici di
collocamento, previdenza pensionistica a carico
dello stato
Esso aprì un forte conflitto con la Camera dei Lords
perché queste riforme dovevano essere finanziate
attraverso una tassazione progressiva, che avrebbe fatto
pagare di più ai detentori di grandi patrimoni
Gli aristocratici, che ne sarebbero stati fortemente
colpiti, si opposero con durezza, sulla base della prassi
per cui la Camera dei Lords poteva respingere le leggi
votate dalla Camera dei Comuni
Il governo liberale vince contro
la House of Lords
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Re Giorgio V
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Il movimento delle “suffragette”
In genere i Lords non si opponevano alle leggi
finanziarie, perché che se non fossero state
approvate avrebbero bloccato l’apparato
statale
Nel 1909 lo scontro culminò quando la Camera dei
Lords decise di respingere il bilancio presentato dal
governo
Il conflitto costituzionale tra House of
Commons e House of Lords terminò dopo due
anni, nel 1911, quando il nuovo re Giorgio V
fece pressioni sui Lords affinché rinunciassero
ai loro privilegi e approvassero la legge fiscale
I problemi per i governi inglesi continuarono però su
altri fronti politici: gli scioperi operai, il
movimento delle “suffragette” (che si battevano
per ottenere il voto femminile alle elezioni) e il
nazionalismo irlandese
3/La Germania dopo Bismarck
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Il kaiser Guglielmo II
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In Germania si aprì una nuova era politica
quando Otto von Bismarck si dimise da
cancelliere nel 1890, a causa del successo
inaspettato alle elezioni dell‟odiato Partito
socialdemocratico (Spd),contro cui aveva fatto
approvare delle restrittive leggi speciali
Il potere venne detenuto con forza dal
kaiser Guglielmo II, mentre i successori di
Bismarck governarono come il grande cancelliere:
i veri referenti del lavoro governativo erano
la corte e l’esercito, più che il parlamento
Socialmente, ma anche politicamente, i gruppi
dominanti erano i grandi proprietari terrieri,
gli alti gradi dell’esercito e i grandi
industriali (Krupp, Siemens)
L’industria, in particolare, era dominata dai
cartelli e dai gruppi maggiori, e rivaleggiava
per produzione e fatturato con gli Usa
Mutare gli equilibri mondiali
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Il grande assillo della Germania stava nella relativamente scarsa
disponibilità di materie prime, che non erano sufficienti alle
necessità della grande industria
Questa situazione e il fervente nazionalismo germanico,
accentuato da un senso di superiorità verso le potenze rivali,
spinse i tedeschi a voler modificare gli equilibri geopolitici
mondiali, per ottenere anche una diversa distribuzione delle
risorse
Tutti i gruppi politici sostenevano la necessità che la
Germania assumesse una posizione di contrapposizione nei
confronti delle altre potenze mondiali
L’unico partito che si opponesse a questa politica era la
Spd, che conquistò la maggioranza relativa al Bundestag nel 1913 e
contava un milione di iscritti (1914), oltre a controllare sindacati,
cooperative e gruppi ricreativi
Tuttavia, anch’essa a partire dal 1907, dopo insuccesso
elettorale, moderò il suo antimilitarismo e anticolonialismo
4/L’impero austro – ungarico e
le tensioni nazionalistiche
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L‟impero austro – ungarico doveva fronteggiare diverse
tensioni nazionalistiche al suo interno
I movimenti nazionali erano divisi tra loro da forti
rivalità etniche, ma accomunati dall’ostilità verso il
centralismo imperiale
Tale ostilità dal piano delle rivendicazioni autonomistiche
sfociò in lotte per l’indipendenza
La strutturazione dell‟impero in due macrozone,una
governata dall‟ Austria, l‟altra dall‟ Ungheria, sotto l‟autorità
dell‟impero, era sentita come insopportabile soprattutto
dai popoli slavi, serbi e croati, detti “slavi del sud”
Gli “slavi del sud” erano governati dall’Ungheria, il cui
governo era relativamente più duro di quello austriaco, e
erano attratti dal regno di Serbia
L’impero austro-ungarico
L’insofferenza degli “slavi del sud”
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La situazione complessiva era molto difficile, in quanto il
governo centrale faceva limitate concessioni ora
all’una, ora all’altra etnia, ma questa strategia suscitava
scontento da parte dei non “privilegiati”
Serbi e croati di orientamento nazionalista volevano
assolutamente fondare uno Stato slavo indipendente
ricorrendo a ogni mezzo, anche quello terroristico se
necessario
Questa volontà era sostenuta dal regno di Serbia, ma
dietro le quinte anche la Russia, principale alleato del regno
serbo, vedeva con favore la creazione di un nuovo stato
balcanico
Questa situazione contraddittoria preparò la strada allo
scoppio della I guerra mondiale, che ebbe inizio proprio da un
atto terroristico serbo
5/La Russia, potenza arretrata
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Lo zar Nicola II,
che governò dal 1894
alla Rivoluzione
d‟ottobre del 1917
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La Russia era probabilmente la più arretrata
delle potenze europee sia sul piano politico,
sia sotto l‟aspetto economico
Politicamente era un’autocrazia, basata sul
potere pressoché assoluto degli zar Romanov.
Aveva rinunciato a modernizzare le sue
istituzioni in senso europeo: parlamento
inesistente , giustizia e istruzione controllate
strettamente dal potere centrale, russificazione
forzata delle minoranze (particolarmente presi di
mira gli ebrei, spesso vittime dei pogrom, massacri
di comunità ebraiche specie nelle zone rurali)
Dal punto di vista economico, l’agricoltura era
ancora il primo settore del paese e era in
gran parte a livello di sussistena
All‟inizio del „900 analfabetismo e mortalità
infantile erano in Russia a livelli altissimi
Tentativi di industrializzazione dall’alto
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Nell’ultimo decennio dell’800 la Russia cercò di
industrializzarsi attraverso due strade
I. l’intervento dello stato,sia diretto (investimenti), sia con
una politica protezionistica
II. l’apporto di investimenti stranieri, che potevano
essere attirati da una politica che garantiva bassi salari agli
operai, sottoposti a una costante repressione e azzeramento
dei diritti del lavoro
Il settore secondario rimaneva comunque largamente
minoritario rispetto all‟agricoltura, che occupava più di due
terzi della popolazione
L‟industria russa era caratterizzata da fabbriche molto
grandi (oltre mille operai) e concentrate solo in alcune
zone: San Pietroburgo, Mosca, Urali (miniere), Baku (petrolio)
Bolscevichi e menscevichi
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La tensione sociale era comunque ben
presente, sia nelle campagne, dove si verificavano
diverse agitazioni, sia nelle città, in cui aveva un certo
seguito il Partito socialdemocratico fondato nel
1898 in esilio (il partito era fuorilegge in Russia)
Esso si divise ben presto tra due gruppi (Bruxelles,
1903)
A. il gruppo bolscevico (cioè “maggioritario”) era
legato alle idee di Lenin, che proponeva un partito
di lotta, formato da persone scelte e guidato da
“rivoluzionari di professione”, con un’autorità
rigida e assoluta sui militanti. Il partito avrebbe
guidato la lotta fino all’abbattimento dello zar e
avrebbe poi instaurato la repubblica socialista
B. il gruppo menscevico (vale a dire “minoritario”)
riteneva che l’instaurazione del socialismo
avrebbe dovuto essere graduale, soprattutto in un
paese arretrato come la Russia. L’avvento del
socialismo sarebbe arrivato solo dopo un
consolidamento del potere della borghesia,
senza precoci fughe in avanti di tipo rivoluzionario.
Esponenti principali di questa corrente furono
Plechanov e Martov
La domenica di sangue
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Il pope Gapon
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La “domenica di sangue”
Il regime zarista infiltrò la polizia in ogni ambito
della società russa, giungendo a creare movimenti
operai che sottraessero gli operai all‟influenza dei
socialisti
Il controllo sociale del regime andò in crisi in
conseguenza della disfatta russa nella guerra
contro il Giappone (1904-1905)
L‟episodio scatenante della crisi politica fu la
domenica di sangue, il 22 gennaio 1905, quando
una manifestazione di migliaia di persone
organizzata per rivolgere allo zar suppliche e
richieste dirigendosi al Palazzo d’inverno, sede
della corte a Pietroburgo, si trasformò in un
massacro
Bolscevichi e menscevichi avevano infiltrato loro
agitatori nella manifestazione, guidata dal pope Gapon
(che era forse al servizio della polizia politica russa)
Quando la manifestazione assunse il carattere di sfida al
governo, la corte decise di far sparare sulla folla:
morirono un centinaio di persone
La rivoluzione del 1905
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Fino all’estate del 1905, le autorità russe rimasero
completamente in balia degli eventi, strette tra la guerra e
l‟improvviso sviluppo organizzato del malcontento popolare
Su iniziativa dei menscevichi furono formati i soviet (“consigli”), formati da
rappresentanti dei lavoratori eletti nelle fabbriche, che si assunsero il
compito di gestire la situazione politica e sociale secondo il modello della
Comune di Parigi
Le rivolte cittadine si estesero anche nelle immense campagne
russe, ma il punto debole della “rivoluzione” fu soprattutto che
tra le iniziative urbane e quelle rurali non si creò nessun
coordinamento
Lo zar riprese progressivamente il controllo della situazione in
autunno, promettendo formalmente riforme politiche e istituzionali, ma
anche sostenendo segretamente le Centurie nere, gruppi paramilitari di
estrema destra che agivano contro rivoluzionari e ebrei
Al termine della guerra contro il Giappone, quando le truppe
impegnate su quel fronte tornarono in patria, Nicola II e il suo
governo, usando l’esercito, fecero arrestare i membri del soviet di
Pietroburgo e repressero con violenza le rivolte nella capitale e a
Mosca, il centro industriale più importante
Lo zar riprende il controllo del paese
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Lo zar nominò primo ministro il conte Stolypin, (1906)
considerato un conservare affidabile
La duma, il parlamento, promesso dallo zar fu eletto
nell’aprile 1906, con una maggioranza di proprietari
terrieri.
Esso era però un ostacolo troppo pesante per la mentalità
autocratica dello zar, che lo sciolse quasi subito a causa dei
contrasti continui con il governo
Una nuova duma, subito esautorata, fu eletta nel 1907
Una terza assemblea fu eletta nello stesso anno con un
sistema in base al quale il voto di un proprietario terriero
contava cinquecento volte quello di un operaio
In tal modo, Nicola II poteva controllare un parlamento
totalmente asservito a lui e al governo
2. I nuovi equilibri europei
alla vigilia della I guerra mondiale
La Triplice Alleanza: Italia (a sinistra),
Germania (al centro),
Austria - Ungheria (dx)
La Triplice Intesa: Francia (sin.),
Russia (al centro), Gran Bretagna (dx)
Le scelte errate della Germania
dopo Bismarck
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Gli equilibri politici continentali si modificarono sensibilmente dopo
il ritiro di Bismarck dalla politica
Il kaiser Guglielmo II impostò una politica estera
decisamente più aggressiva rispetto all’azione
equilibratrice del “cancelliere di ferro”, il cui principale
obiettivo, riuscito, era sempre stato l’isolamento della
Francia
Contemporaneamente sia l’impero austro-ungarico, sia quello
russo non erano più coinvolgibili nel sistema di alleanze
germanico a causa degli interessi conflittuali di entrambi nell‟area
balcanica: Croazia, Serbia, Bosnia
Guglielmo II preferì rafforzare l’alleanza con l’Austria,
mentre i rapporti tra Germania e Russia si raffreddarono
I tedeschi ritenevano che in ogni caso la Russia non avrebbe cercato
un‟alleanza con la Francia, a causa del suo regime repubblicano
Russia e Francia si alleano (1894)
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Questa previsione si rivelò errata, perché entrambi gli stati, Russia
e Francia, per evitare un isolamento pericoloso sul piano
diplomatico, cominciarono un processo di avvicinamento
che le portò a allearsi
Nel 1894 le due potenze stabilirono un’alleanza militare,
rafforzata dai prestiti che la Francia concesse alla Russia per aiutare
il suo processo di industrializzazione
La Germania sbagliò anche un‟altra mossa diplomatica: la
costruzione di una flotta da guerra imponente e capace di
rivaleggiare con quella inglese nel Mare del Nord deteriorò
i rapporti anche con la Gran Bretagna
I tedeschi contavano sul fatto che la loro flotta avrebbe provocato
un senso di rispetto nei britannici, che invece vollero assolutamente
mantenere la propria superiorità
I britannici tra 1907 e 1914 si impegnarono in un
armamento senza precedenti della loro flotta
La nascita della Triplice Intesa
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I rapporti tra Francia e Gran Bretagna,dopo
l’incidente di Fachoda, migliorarono decisamente
tanto che nel 1904 essi raggiunsero un accordo, non
militare, chiamato “Intesa cordiale”
A loro volta Russia e Gran Bretagna si accordarono per
limitare le reciproche sfere di influenza in Asia, nel
1907
In sostanza, tra 1894 e 1907 si era andato formando un
rapporto trilaterale tra Francia, Russia e Gran
Bretagna, poi indicato come Triplice Intesa, che si
contrapponeva alla Triplice Alleanza di Germania, Impero
Austro-ungarico e Italia
La Triplice Intesa era meno omogenea nei regimi,
(autocrazia russa, repubblica francese, monarchia liberale
britannica) ma contava su una quantità di risorse e uomini
maggiore della Triplica Alleanza
Il complesso tedesco di accerchiamento
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Vignetta satirica che
raffigura il kaiser tedesco
Guglielmo II
in procinto di divorare il
mondo
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«In Germania questa situazione – che
pure era dovuta in massima parte agli
errori della classe dirigente tedesca –
determinò una sorta di complesso di
accerchiamento. E ciò fu causa a sua
volta
di una maggiore aggressività in politica
estera
di una più accentuata spinta al riarmo
di una pericolosa inclinazione verso la
“guerra preventiva”» (Sabbatucci –
Vidotto)
“Il passaggio della Germania da una
politica di espansione interna a una
di espansione esterna” (Liddell Hart)
La rivoluzione dei “giovani turchi”
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L‟area europea più turbolenta era la penisola balcanica, nella
quale la situazione era resa ingovernabile dalla dissoluzione
dell’impero ottomano, ormai debolissimo
Il gruppo chiamato “giovani turchi”, composto da
intellettuali e giovani ufficiali dell’esercito che volevano
riformare l‟impero, voleva trasformarlo in una monarchia
costituzionale
Nel 1908 si verificò un colpo di stato militare con il
quale un gruppo di ufficiali costrinse il sultano Abdul Hamid a
concedere la costituzione e poi a lasciare il trono
Il nuovo impero fu organizzato in una struttura
centralizzata, che spinse i territori in esso contenuti a
rafforzare le iniziative indipendentiste
L’Austria si annette Bosnia e Erzegovina
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L’Austria ne approfittò per annettersi Bosnia e
Erzegovina, e tale annessione fu appoggiata dalla
Germania, che operò diplomaticamente per sostenere
l‟impero austro – ungarico
Tuttavia, questa annessione scatenò l’ostilità della Serbia,
che voleva inglobare nel suo regno gli slavi del sud, e della
Russia, protettrice degli slavi
L‟iniziativa austriaca ebbe così questi effetti:
1. rafforzamento del nazionalismo degli slavi del sud
2. indebolimento della Triplica alleanza, visto che l‟Italia
non ottenne nulla dal mutamento degli equilibri balcanici,
mentre il trattato della Triplice prevedeva compensi per questa
eventualità
I guerra balcanica, sconfitta della Turchia
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In questa immagine
satirica, la Russia,sotto
forma di orso vuole
distruggere i Balcani
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La conquista italiana della Libia mostrò con
evidenza la debolezza della Turchia
Questa debolezza spinse gli stati balcanici
Serbia
Montenegro
Grecia
Bulgaria
a riunirsi in una coalizione antiturca
sostenuta dalla Russia
L’impero ottomano perse questo conflitto,
svoltosi in pochi mesi nel 1912 e tutti i
territori che le rimanevano in Europa
Austria e Italia, al momento dei trattati di pace,
imposero la creazione di uno stato posto nella
costa meridionale dell‟Adriatico, il principato di
Albania, che doveva impedire lo sbocco della
Serbia verso il mare
II guerra balcanica: disfatta bulgara
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L‟anno successivo la Bulgaria, insoddisfatta della
spartizione territoriale decisa alla fine della guerra,
attaccò Serbia e Grecia
Questo attacco determinò una seconda guerra
balcanica:
Serbia – Grecia – Romania – Turchia si allearono
contro la Bulgaria
Quest’ultima fu sconfitta e dovette cedere territori
sia alla Romania, sia alla Turchia
I Balcani prima e dopo le guerre del 1912-13
Scenari successivi
alle guerre balcaniche: la guerra si avvicina
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Esito delle guerre balcaniche
I. difficoltà estreme per Germania e Austria, visto che
l‟impero ottomano, loro principale puntello nei Balcani, era
stato tagliato fuori da questa area
II. rafforzamento territoriale della Serbia, che mantenne
il suo progetto panslavo: unificazione dei popoli slavi del Sud
e era acerrima nemica dell‟Austria, perché si opponeva ai suoi
piani e le aveva impedito lo sbocco al mare
III. Volontà sempre più forte nell’impero asburgico di
liquidare la Serbia con i rischi del caso
a. Austria vs. Serbia equivaleva a una guerra Austria vs.
Russia
b. Austria contro Russia equivaleva a un coinvolgimento di
Germania (alleata storica dell‟Austria) e Francia (alleata
militare della Russia)
3. Il domino che porta
alla I Guerra mondiale
L‟arresto di Gavrilo Princip dopo
l‟uccisione di Francesco Ferdinando a Sarajevo, 28 giugno 1914
L’attentato di Sarajevo, 28 giugno 1914
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L‟arciduca
Franz Ferdinand
Gavrilo Prinzip
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Prinzip spara all‟arciduca
I membri di una società irredentista dei
serbi di Bosnia, Mlada Bosna, pianificarono
l’uccisione di dell’arciduca Asburgo
Francesco Ferdinando, erede al trono
imperiale, che visitava Sarajevo con la moglie
Sonia il 28 giugno 1914
La mattina una bomba lanciata contro l‟auto
dell‟arciduca ferisce la moglie di striscio e
esplode contro l‟auto di scorta. L‟attentatore
venne subito fermato.
Un‟ora dopo l’arciduca, dopo aver fatto visita
ai feriti dell‟attentato e avere ripreso il suo
corteo viene ferito a morte e ucciso
insieme alla moglie dai colpi di pistola di
Gavrilo Princip, a sua volta subito arrestato
Questo evento determinò un domino di azioni e
reazioni che portarono alla I Guerra (Mlada
Bosna aveva legami con i servizi segreti serbi)
Austria e Serbia in guerra
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La situazione europea precipitò in poco più di un mese
L’Austria spedì alla Serbia un ultimatum
chiedendole di fare chiarezza su mandanti e responsabili
della morte di Francesco Ferdinando(23 luglio)
La Serbia respinse in parte l’ultimatum, rifiutando
che funzionari austriaci partecipassero alle indagini
sull‟attentato. La Russia sostenne la Serbia
L’Austria non si ritenne soddisfatta della risposta serba
e dichiarò guerra al paese balcanico (28 luglio)
La Russia fece mobilitare le sue forze armate,cioè avviò le
operazioni che dovevano portare alla guerra
Germania in guerra con Russia e Francia
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La mobilitazione russa fu letta dai tedeschi come atto di
ostilità, perché i russi la estesero su tutto il loro fronte
occidentale al fine di evitare un attacco della Germania
La Germania inviò il 31 luglio un ultimatum alla Russia
chiedendole di rinunciare alla mobilitazione
La Russia non rispose e il 1 agosto la Germania dichiarò
guerra alla Russia
La Francia decise allora la mobilitazione delle sue
truppe, in quanto era alleata militare della Russia
La Germania le mandò un ultimatum chiedendole di
smobilitare, e non ottenendo risposta, dichiarò guerra
anche alla Francia
Le responsabilità tedesche nel conflitto
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La Germania ebbe la responsabilità di
accelerare le operazioni che portarono alla
guerra
1. per il suo appoggio totale e
incondizionato all’Impero asburgico nel
conflitto anti-serbo
II. per il complesso di accerchiamento
che pervadeva la classe politica, kaiser in
primis; l‟esercito; la maggioranza
dell‟opinione pubblica tedesca: la Germania si
sentiva discriminata ingiustamente nelle sue
ambizioni internazionali
III. perché la sua strategia militare era
basata sull’idea della guerra-lampo:
rapida, con effetto-sorpresa e privando
l‟avversario di qualsiasi iniziativa
4. L’esordio della guerra
(estate-autunno1914)
Fotogramma dal film
“All‟ovest niente di nuovo” di Lewis Milestone, 1930
La strategia di von Schlieffen
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Il conte Alfred von Schlieffen
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La strategia tedesca era stata elaborata dal
conte von Schlieffen, capo di maggiore, e
prevedeva che la guerra potesse essere
combattuta sui due fronti, orientale e
occidentale, visto che Russia (oriente) e
Francia (occidente) erano alleate
In primo luogo la Germania avrebbe
attaccato in massa e rapidamente la
Francia, per sconfiggerla in poche settimane
Dopo la vittoria contro i francesi, le truppe
tedesche sarebbero state rivolte
contro la Russia, perché il suo esercito era
più massiccio, ma più lento di quello francese
Un esercito nazionale
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«Solo i tedeschi compresero che con una gerarchia di
comando formata da capi altamente addestrati è
possibile costruire rapidamente la macchina bellica
chiamando alle armi le reclute all‟ultimo momento
Ma se la macchina bellica si costruiva con l‟addestramento,
essa acquistava solidità attraverso i fattori psicologici
Per generazioni i capi della Germania avevano inculcato nel
popolo la patriottica convinzione della grandezza del
destino del paese
Il popolo tedesco era intimamente legato al suo
esercito e ne era orgoglioso nonostante la severità della
disciplina, sconosciuta negli altri paesi.» (Liddell Hart)
Obice e mitragliatrice
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Obice pesante, sul fronte italiano
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La mitragliatrice
«Dal punto di vista tattico i tedeschi
partirono con due importanti vantaggi
materiali
Soltanto loro avevano giustamente
valutato le potenziali risorse dell‟obice
pesante, e si erano quindi assicurati
un‟adeguata quantità di queste armi
I tedeschi avevano studiato la
mitragliatrice più di altre nazioni e
furono quindi in grado di sfruttare
prima degli altri l’intrinseca capacità
della mitragliatrice di dominare il
campo di battaglia» (Liddell-Hart)
La Gran Bretagna entra in guerra
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Soldati tedeschi in Belgio
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I tedeschi attaccarono subito il Belgio
per aprirsi la strada verso il cuore della
Francia, Parigi
Il Belgio era una nazione la cui neutralità
era garantita da un trattato firmato tempo
prima anche dalla Germania
L’opinione pubblica britannica fu molto
scossa da questo attacco e spinse il suo
governo a reagire militarmente
Il 5 agosto la Gran Bretagna dichiarò
guerra contro la Germania
La decisione britannica colse di
sorpresa i tedeschi, che si erano
concentrati solo sulla strategia militare, e non
avevano considerato la forza di pressione
dell‟opinione pubblica inglese sulle decisioni
politiche
La guerra di movimento tedesca
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Il generale Hindenburg
comandante
delle truppe tedesche
sul fronte orientale

I tedeschi attuarono una guerra di
movimento, come avevano fatto nel1870
contro la Francia: rapido spostamento di
grandi masse di soldati per poche
battaglie campali
Tra la seconda metà di agosto e l‟inizio di
settembre 1914 l‟esercito della Germania
sfondò a Nord Est della Francia, le cui
truppe furono costrette a ritirarsi
precipitosamente
I tedeschi si fermarono sul fiume Marna,
non lontano da Parigi, e questo spinse il
governo francese a allontanarsi dalla capitale
insieme a 500.000 persone
Sul fronte orientale, intanto, le truppe
tedesche fermarono un primo attacco
russo verso la Prussia orientale
Stallo sul fronte occidentale




I tedeschi, anche per supportare gli austriaci, trasferirono
circa centomila uomini sul fronte orientale
Il 6 settembre i francesi passarono al contrattacco
e dopo circa una settimana di combattimenti furiosi,
l’esercito tedesco fu costretto a arretrare su una
linea tra i fiumi Aisne e Somme
La situazione bellica sul fronte occidentale si attestò su
uno stallo, negativo per i tedeschi che non erano riusciti
a portare a compimento il progetto di una guerra lampo
La linea del fronte occidentale era lunga circa 700 km
e andava dal Mare del Nord alla Svizzera
Il fronte occidentale
Il fronte orientale
Dalla guerra di movimento
alla guerra di logoramento




La guerra di movimento progettata dagli strateghi tedeschi
si trasformò necessariamente in una guerra di
logoramento, un modo di combattere imprevisto e
nuovo per entrambi gli schieramenti
I due eserciti, tedesco e francese, si affrontarono in
una serie di attacchi, che provocarono migliaia di
morti, intervallati da lunghe pause.
Da novembre 1915 a marzo 1918 questi attacchi
non determinarono avanzamenti decisivi da parte
dei contendenti, e la linea di guerra tedesca “linea
Sigfrido”, si mosse solo di pochi chilometri
La superiorità iniziale degli eserciti dell‟Alleanza fu
sostanzialmente annullata da questa situazione
Il conflitto diventa mondiale








Il conflitto si estese in pochi mesi a buona parte del globo
Esistevano, infatti, stati di media importanza che temevano si
venisse a creare un assetto mondiale nuovo e a loro sfavorevole
Altri stati videro nella guerra l’occasione di per realizzare i loro
obiettivi di espansione o consolidamento territoriale
I paesi più importanti entrati in guerra dopo l‟inizio del conflitto tra
Germania, Austria, Francia, Russia e Gran Bretagna furono
1. il Giappone, che dichiarò guerra alla Germania per acquisire i
territori tedeschi in Estremo Oriente (agosto 1914)
2. la Turchia, alleata segretamente con Germania e Austria (novembre
1914)
3. gli Stati Uniti che si allearono con l’Intesa e entrarono in guerra nella
primavera del 1917 e con loro alcune repubbliche del Sudamerica e la
Cina
Infine l’Italia che cominciò a combattere nel maggio 1915
Il mondo in guerra,
1914 - 1918
5. L’Italia entra in guerra
L‟Italia corteggiata dalle potenze,
Austria e Germania (sn),, Francia, GB e Russia (dx)
La neutralità dell’Italia


Il presidente del consiglio
Antonio Salandra


Il ministro degli esteri
Sidney Sonnino
Quando iniziarono le ostilità belliche, l‟Italia
dichiarò la propria neutralità, per quanto
fosse legata dalla Triplice Alleanza in un patto
con Austria-Ungheria e Germania
Motivò questa scelta, per bocca del Presidente
del consiglio Salandra, con il carattere
difensivo della Triplice Alleanza, in quanto
l‟Austria non era stata attaccata e non aveva
consultato l‟Italia prima della dichiarazione di
guerra alla Serbia (questi due fatti sollevavano
l‟Italia dall‟obbligo di intervento)
In realtà, si stavano muovendo sia a livello di
trattative politiche, sia all‟interno dell‟opinione
pubblica, correnti di opinione decisamente
favorevoli alla partecipazione al conflitto
Tale partecipazione non doveva però
avvenire al fianco di Austria e Germania,
secondo l’opinione prevalente
Il Trattato di Londra
26 aprile 1915
Dopo il fallimento del progetto tedesco di guerra-lampo, Salandra e
il ministro degli esteri Sidney Sonnino, con il sostegno del re,
aprirono colloqui segreti con Francia, Gran Bretagna e
Russia, per intervenire al loro fianco
 e contemporaneamente mantennero aperti i canali
diplomatici con Austria e Germania, al fine di ottenere
concessioni territoriali in cambio del mantenimento della
neutralità
 Il 26 aprile 1915 Salandra e Sonnino, mettendone a conoscenza
solo il re che approvò, firmarono il Trattato di Londra con la
Triplice Intesa
 In base a esso l‟Italia sarebbe entrata in guerra entro un mese e per
il sostegno all‟Intesa, in caso di vittoria, avrebbe avuto:
 Trentino
 Sud Tirolo, fino al Brennero (considerato confine naturale)
 Venezia-Giulia
 la penisola istriana (esclusa la città di Fiume)
 una parte della Dalmazia, comprese alcune isole adriatiche

Salandra-Sonnino e Vittorio Emanuele III:
le ragioni dell’intervento



Il Trattato di Londra ledeva pesantemente lo Statuto
albertino, in quanto il governo italiano si impegnava a
attuare una politica per la quale non aveva il sostegno
della maggioranza parlamentare
Il governo Salandra – Sonnino riteneva che se l‟Italia non
avesse partecipato alla guerra che avrebbe deciso i destini
dell‟Europa, il suo ruolo internazionale sarebbe
stato gravemente compromesso così come il
prestigio della corona sabauda si sarebbe indebolito
(da qui il sostegno di Vittorio Emanuele III alla guerra)
Con la guerra, inoltre, le tensioni sociali si sarebbero
indebolite e il governo avrebbe avuto maggiore
solidità
Interventisti e neutralisti





L‟opinione pubblica italiana si divise in quei mesi di
neutralità ufficiale tra interventisti e neutralisti
L‟interventismo si divideva a sua volta in due correnti,
una di sinistra e una di destra
L‟interventismo di sinistra riteneva giusta una guerra
contro l’Austria
a. per completare il processo risorgimentale con
l‟annessione delle “terre irredente”
b. per aiutare l’instaurarsi della democrazia nelle
nazioni oppresse dai due imperi conservatori: AustriaUngheria e Germania, che dovevano essere sconfitti
Interventisti di sinistra
Cesare Battisti
Leonida Bissolati
Gli interventisti di sinistra erano:
 repubblicani
 radicali
 socialisti riformisti di Bissolati
 irredentisti, tra cui emerse la
figura di Cesare Battisti
 i sindacalisti rivoluzionari:
Alceste de Ambris e Filippo
Corridoni, i quali interpretavano la
guerra come “guerra
rivoluzionaria”: un evento in
grado di modificare gli equilibri
internazionali e di conseguenza
anche gli equilibri sociali dentro i
singoli stati, a favore delle masse
operaie
Alceste de Ambris
Filippo Corridoni
Interventismo di destra




L’interventismo di destra era composto soprattutto
dai nazionalisti di Corradini, Rocco e Federzoni, che
volevano l‟intervento in guerra dell‟Italia a qualunque costo
Essi ritenevano che attraverso la guerra l’Italia avrebbe
realizzato la sua vocazione “naturale” di grande
nazione imperialista
In principio erano favorevoli all‟intervento italiano con
l‟Alleanza, per poi cambiare idea e sostenere una guerra
combattuta con l‟Intesa contro l‟Austria, vecchia nemica
dell‟Italia
Si creò così uno schieramento politico composito, in cui
nazionalisti, irredentisti, sindacalisti rivoluzionari e
repubblicani si unirono per promuovere l‟entrata in guerra
mobilitando l‟opinione pubblica che a essi faceva riferimento
Mussolini e D’Annunzio



Gabriele D‟Annunzio
Protagonisti di primo piano della
mobilitazione interventista furono due
uomini
Benito Mussolini: direttore del quotidiano
socialista Avanti e neutralista fino all‟estate
del 1914, a partire dal novembre del
medesimo anno sostenne le ragioni
dell‟intervento a fianco dell‟Intesa e fondò il
quotidiano Popolo d’Italia, affermando che
astenersi dalla guerra significava staccarsi
dalla storia e dalla vita, lavorare per la
reazione e non per la Rivoluzione Sociale
Gabriele D’Annunzio, tornato nel 1915 in
Italia dalla Francia, il più noto poeta e
intellettuale italiano mise la sua notevole
capacità di parola al servizio della
propaganda interventista e si scagliò con
violenta dialettica contro i neutralisti e
soprattutto, fra essi, contro Giolitti
L’opinione pubblica interventista




Gli interventisti potevano contare sul sostegno dei
settori più giovani e dinamici della società, quelli
che più contribuivano a formare l‟opinione pubblica
Erano in maggioranza interventisti gli studenti, gli
insegnanti, gli impiegati, i professionisti, ovvero la
piccola e media borghesia colta, più sensibile ai valori
patriottici
Tra gli interventisti troviamo l‟elite intellettuale italiana:
Giovanni Gentile, Luigi Einaudi, Luigi Albertini con
il Corriere della sera
Tra gli intellettuali italiani neutralisti il più illustre fu il
grande filosofo Benedetto Croce
Neutralisti:
Giolitti, Benedetto XV, socialisti



Giolitti era neutralista perché riteneva che
l‟Italia fosse impreparata per una guerra lunga
e logorante, e che avrebbe potuto sfruttare la
neutralità per ottenere i territori irredenti da
Austria e Germania
Il papa Benedetto XV e il mondo
cattolico erano contrari alla guerra, anche
perché l‟Italia alleata con la Francia
(repubblicana e anticlericale) avrebbe
combattuto contro l’Austria-Ungheria
(cattolica)
Psi e Cgl erano avversari della guerra, sia
per convinzioni ideologiche (“guerra
imperialista”), sia perché interpretavano
l‟opinione delle classi popolari, contadini e
operai, che temevano la guerra e le sue
conseguenze
L’Italia decide l’intervento





Carlo Carrà,
“Manifestazione
interventista”, 1914


Il Parlamento, orientato da Giolitti, aveva
votato per la continuazione delle
trattative con l’Austria (Giolitti non sapeva
del trattato di Londra)
Salandra si dimise
Il re respinse le sue dimissioni, mostrando
così di condividere l‟azione politica del governo
Salandra-Sonnino
Ebbero un peso importante per far cambiare
idea al Parlamento le manifestazioni
interventiste partecipate e minacciose: si
parlò di “radiose giornate di maggio”
Il 20 maggio la Camera “dovette” votare a
favore della concessione dei pieni poteri al
governo, con il solo voto contrario del Psi
.
Un voto contrario avrebbe aperto un conflitto
con il governo e soprattutto con il re
Il 23 maggio l’Italia dichiarò guerra
all’Austria
L’intervento
De Ambris /sn),
Corridoni (al centro) e
Mussolini (dx)
fotografati durante un
raduno
interventista
I socialisti furono spiazzati e
isolati dall‟accumularsi degli
eventi e cercarono
di cavarsela con la parola
d‟ordine,
“né aderire, né sabotare”
6. La guerra, fase 1:
1915 -1916
primaguerramondiale.myblog.it
cartolina di propaganda italiana, 1916
Un guerra moderna combattuta
con idee strategiche tradizionali



«Le nazioni entrarono nel conflitto con le concezioni e i
sistemi tradizionali del XVIII secolo, appena
modificati dagli avvenimenti del XIX
Dal punto di vista politico, vedevano la guerra come una
lotta tra coalizioni avversarie basate sul tradizionale
sistema delle alleanze diplomatiche
Dal punto di vista militare, come una specie di gara tra
eserciti di mestiere, che sostanzialmente era
combattuta dai soldati, mentre la massa della popolazione
stava a guardare, come dalle tribune di un anfiteatro, le
imprese dei suoi campioni.» (Liddell-Hart)
Le prime offensive italiane sull’Isonzo



Il generale
Luigi Cadorna,
capo di stato
maggiore
dell‟esercito
italiano


Le truppe austro-ungariche erano
inferiori per numero sul fronte
meridionale e si attestarono lungo il
corso del fiume Isonzo e sulle alture del
Carso
Tra giugno e dicembre del 1915
contro di esse, l‟esercito italiano, guidato
dal generale Luigi Cadorna, condusse
quattro offensive, note come
“battaglie dell‟Isonzo”
Nessuna di esse ottenne successo
Gli italiani persero 250.000 soldati, tra
cui buona parte degli ufficiali inferiori
La linea del fronte in sei mesi non si era
sostanzialmente mossa
La Strafexpedition, 1916



Cesare Battisti,
catturato durante la
Strafexpedition,
condannato a morte per
tradimento


Paolo Boselli
A giugno del 1916 l‟esercito dell‟Austria-Ungheria
attaccò il fronte italiano nell‟operazione
Strafexpedition (“spedizione punitiva”) penetrando
dal Trentino verso la pianura veneta per dividere in
due lo schieramento avversario
Gli italiani, sorpresi, fermarono l’attacco
sull’altopiano di Asiago e poi
contrattaccarono
Questo attacco austriaco, che non determinò gravi
perdite, causò comunque una forte delusione
nell’opinione pubblica italiana e ebbe come
risultato politico le dimissioni di Salandra
Si formò allora un ministero di “unità nazionale”
(tutti gli schieramenti politici, eccetto il Psi,
appoggiavano il governo) presieduto da Paolo
Boselli
Nella seconda parte dell’anno si combattè di
nuovo sull’Isonzo, altre cinque offensive, con un
solo successo italiano, la presa di Gorizia in agosto
La Strafexpedition austriaca del 1916
www.lagrandeguerra.net
Le battaglie dell’ Isonzo
www.lagrandeguerra.net
Le conferenze socialiste di
Zimmerwald, 1915, e Kienthal, 1916

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


Sia nel 1915, che nel 1916, in due località svizzere, Zimmerwald e
Kienthal, si svolsero due conferenze tenute dal movimento
internazionale socialista per chiedere la fine del conflitto e la pace
incondizionata
A esse parteciparono socialisti dei paesi neutrali, quelli che avevano
votato contro la guerra nei parlamenti (come il Psi in Italia) e
rappresentanti del pacifismo
Durante il conflitto, l‟avversità alla guerra si rafforzò, viste le condizioni
in cui si svolgeva, ma il movimento socialista si divise in due correnti
1. la sinistra riformista era pacifista, e chiedeva il ritorno, dopo
la pace, alla democrazia prebellica
II. i socialisti rivoluzionari sostennero che la guerra fosse
un’opportunità politica da sfruttare per accelerare la caduta
dei regimi capitalistici, contando sul malcontento popolare e
delle sofferenze che essa provocava soprattutto nel
proletariato
In prima fila su queste posizioni fu il russo Lenin, che sul tema scrisse
l‟opuscolo L’imperialismo fase suprema del capitalismo
Operazione Gericht:
i tedeschi attaccano i francesi a Verdun, 1916




I tedeschi attaccarono la piazzaforte francese di Verdun nel
febbraio 1916 nell‟operazione Gericht (giudizio) guidata dal generale
Falkenhayn
«Verdun era il fulcro della difesa francese, poichè univa il
settore settentrionale con quello meridionale del fronte.
Inoltre, davanti a Verdun i tedeschi avrebbero facilmente nascosto i
pezzi d'artiglieria, le riserve di munizioni e le truppe destinate
all'attacco nelle vaste distese boschive. Infine, per Verdun, la strada
proveniente da Bar-le-Duc costituiva l'unica via di comunicazione
con le retrovie e poteva essere sottoposta incessantemente ad un
bombardamento concentrato. »(www.arsbellica.it)
Il loro scopo era di indebolire l‟esercito francese in uomini e armi
La strategia tedesca portò a una fase di combattimenti su
Verdun durata quattro mesi, ma senza che gli attaccanti
ottenessero i risultati attesi, visto che le perdite francesi furono
non molto inferiori a quelle tedesche
Operazione Gericht
contro Verdun, 1916
www.asrbellica.it
L’attacco inglese sulla Somme


Gli inglesi a partire da
giugno 1916 andarono in
aiuto ai loro alleati
attaccando i tedeschi sul
fiume Somme
Questa offensiva congiunta
anglo-francese portò a una
nuova fase della guerra
di logoramento durata
sei mesi
La tragedia di Verdun

Verdun è tuttora la battaglia più
lunga della storia militare, durò
dieci mesi

Detiene il non invidiabile primato di
campo di battaglia con la maggior
densità di morti per metro quadro.
Nel periodo febbraio-giugno 1916, i
francesi contarono circa 315.000 tra
morti, dispersi e feriti gravi. Per i
tedeschi le perdite ammontarono a
281.000


Altre centinaia di migliaia di uomini
morirono nell‟attacco sulla Somme
La guerra marina e sottomarina





Un sottomarino tedesco

La guerra marina coinvolse inglesi e tedeschi
I tedeschi volevano sia indebolire la flotta
nemica, sia impedire i rifornimenti che la
Gran Bretagna riceveva dalle sue colonie,
e attuarono una sorta di moderna guerra
corsara
Gli inglesi attuarono un rigido blocco
navale nel Mare del Nord, in funzione
antitedesca, in modo da bloccare i rifornimenti
fatti alla Germania anche dai paesi neutrali
I tedeschi utilizzarono anche i sottomarini
per bloccare le navi mercantili dirette in
Inghilterra
Per forzare il blocco, nel maggio 1916 i
tedeschi attaccarono la marina inglese al largo
della penisola dello Jutland, una battaglia durata
quattro giorni tra fine maggio e inizio giugno
La flotta tedesca ebbe la meglio, ma questa
vittoria non interruppe il blocco navale
Polonia, Serbia, Dardanelli
le vittorie dell’Alleanza



Il fallito attacco
a Gallipoli


La Germania ebbe migliori esiti in
Polonia, dove le truppe russe furono costrette
dagli attacchi tedeschi a lasciare buona parte
del territorio,occupato dai tedeschi
L’Austria attaccò la Serbia, la invase e le
impedì di continuare il conflitto
Un corpo di spedizione franco-inglese (gran
parte erano neozelandesi e australiani) tentò lo
sbarco nella penisola di Gallipoli, presso lo
stretto dei Dardanelli per impedire ai turchi,
sostenitori dell‟Alleanza, di essere riforniti e di
muoversi (1915)
La zona era collinare e quindi inadatta al modo
di combattere previsto da inglesi e francesi.
Dopo mesi di scontri molto cruenti, la
spedizione anglofrancese fu costretta a ritirarsi
senza avere ottenuto nulla (1916)
Il genocidio degli armeni/1




Gli armeni sono una nazione dotata di una propria lingua, di una propria
confessione religiosa cristiana (nata nel 491), di proprie tradizioni e di una
propria cultura
Come altre nazioni oppresse gli armeni erano stanziati in un territorio di cui
rappresentavano la maggioranza della popolazione e avevano una forte tradizione
di indipendentismo politico
Avevano in comune con gli ebrei il fatto di avere subito una diaspora duratura e di
essersi inseriti nelle economie di molti paesi stranieri come commercianti,
attività dalla quale trassero ricchezze consistenti
Nella seconda metà dell’800 le rivolte degli armeni contro gli ottomani
furono represse sanguinosamente
Il genocidio degli armeni/2

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

Nel 1895 si verificarono pogrom di armeni a opera soprattutto
di curdi, rivali storici degli armeni, ma in seguito anche da parte
turca
La situazione precipitò per gli armeni durante la I guerra
mondiale, perché l’area in cui erano stanziati era oggetto di
lotte fra turchi e russi, che volevano annettersela
Dopo che i turchi vinsero contro i russi la battaglia di
Sakiramisch (1915), temendo altre avanzate dei russi e che
gli armeni li avrebbero fiancheggiati, decisero lo sterminio
della popolazione armena
Con il pretesto di controllare una rivolta, i turchi circondarono la
città di Van, e determinarono l‟effettiva insurrezione della
popolazione, mentre giungevano anche truppe russe
L‟Armenia non occupata dall‟esercito russo fu sottoposta dai turchi
alla deportazione dei maschi adulti, costretti a arruolarsi e poi
fucilati; seguirono rastrellamenti nei villaggi; infine i superstiti
furono costretti a affrontare una marcia della morte verso il
deserto di Der-El-Zor, durante la quale molti morirono
Il genocidio degli armeni/3
Armeni deportati e lasciati morire di
fame durante la marcia
“Trofei di guerra” turchi
Scheletri armeni trovati nel deserto di Der-El-Zor
7. La guerra,fase 2:
1917 - 1918
Manifesto inglese
per invitare all‟arruolamento
Manifesto italiano per
ridurre i consumi dei generi
di prima necessità
Lo zio Sam, simbolo nazionale,
in questo noto manifesto invita
i suoi concittadini all‟arruolamento
Gli Usa e la guerra:
i vincolanti rapporti economici




L’economia americana e quelle dell’Intesa si erano
legate strettamente
Tra 1914 e 1917 le imprese americane quadruplicarono le
proprie esportazioni verso Francia e Gran Bretagna,
soprattutto di armi (merci per 2 miliardi di dollari)
Le banche statunitensi concessero prestiti ingenti ai
governi francese e inglese, invertendo il trend che per
l‟intero „800 aveva visto gli Usa essere in costante bisogno dei
prestiti europei per la loro economia
Si avvicinava, in queste condizioni l‟entrata in guerra degli Usa,
che, oltre ai motivi ideali, avevano anche motivi concreti di
sorveglianza dei loro investimenti, per cominciare il conflitto
Gli Stati Uniti entrano in guerra





il presidente
americano
Woodrow
WIlson
I tedeschi ripresero la guerra sottomarina all’inizio
del 1917
Molte di queste navi erano americane, e ciò servì a
accelerare la volontà degli Stati Uniti di partecipare alla guerra
Il presidente americano W.Wilson intensificò la sua opera di
convincimento dell‟opinione pubblica americana, scettica
sull‟entrata in guerra, affermando che vi erano due motivi per
il conflitto:
I. la barbarie dell’esercito tedesco
II. la difesa della democrazia parlamentare, che aveva
in Francia e Gran Bretagna i migliori esemplari
europei



Gli Usa rompono i rapporti diplomatici con la
Germania nel febbraio 1917, e due mesi dopo entrano
in guerra al fianco delle forze dell’Intesa e contro
Germania e alleati
Contò molto la considerazione americana sulla necessità di
difendere gli interessi statunitensi in Europa
Gli Usa e l’imposizione della guerra




Manifesto di
propaganda americano
Gli Stati Uniti furono costretti a imporre
la coscrizione obbligatoria, per lo
scarso numero di arruolamenti volontari
Furono chiamati al fronte 1.800.000
uomini
Essi dovettero essere addestrati, così
come dovettero essere approntati i
convogli marittimi protetti, secondo la
necessità, per trasferire in Europa gli
uomini
Solo nella primavera del 1918 le
truppe americane giunsero sui
campi di battaglia europei
La Russia verso il caos politico







L‟intervento in guerra degli Usa servì a compensare la Triplice Intesa
per la defezione della Russia, nella quale si disgregò l‟esercito
Nel marzo1917 si verificò un durissimo sciopero generale
organizzato dagli operai della capitale Pietrogrado, sciopero che
diventò un’insurrezione politica antizarista.
I soldati disobbedirono all’ordine di sparare sui
manifestanti e solidarizzarono con loro
Questo determinò l’abdicazione di Nicola II, che poi fu
arrestato insieme alla sua famiglia
Sul fronte di guerra molti reparti si rifiutarono di continuare a
obbedire ai loro comandanti e elessero dei soviet
Molti soldati contadini abbandonarono il fronte e
tornarono a casa per partecipare alla spartizione delle terre dei
grandi proprietari, che sembrava imminente
Il governo provvisorio russo decise di continuare la guerra,
ma dopo un ultimo tentativo di offensiva, fallito a luglio,
esso non poté più contribuire alla guerra
La Rivoluzione d’ottobre
e la pace di Brest-Litovsk

Aleksandr Kerenskij

Firma della pace tra
Russia
e Germania a BrestLitovsk

Tra il 6 e il 7 novembre 1917 (fine di
ottobre secondo il calendario russo) il
governo provvisorio presieduto da
Aleksandr Kerenskij e formato da tutte le
forze politiche di sinistra venne liquidato
da un’insurrezione guidata da Lenin, che
era rientrato in Russia sei mesi prima grazie alla
complicità dei tedeschi (che speravano di
indebolire con la sua idee rivoluzionarie i nemici
russi)
Lenin assunse la guida di un governo
rivoluzionario, la cui decisione immediata fu di
terminare la guerra con la Germania firmando
una pace “senza annessioni e senza indennità”
con i tedeschi
La pace fu raggiunta ufficialmente a BrestLitovsk e comportò per la Russia la
perdita del 25% dei suoi territori europei
(3 marzo 1918)
I sei mesi terribili dell’intesa,
marzo – settembre 1917



L‟Intesa era comunque in gravi difficoltà
Gli attacchi sottomarini della Germania si fecero
sempre più intensi e l‟aiuto militare americano era ancora
lontano,tanto che in Francia e Gran Bretagna i mesi tra
marzo e settembre 1917 si cominciò a pensare
seriamente alla possibilità di una sconfitta
I fatti russi ebbero ripercussioni sia nei singoli paesi,
in cui i socialisti ripresero l‟iniziativa politica, sia al fronte,
dove si verificarono rivolte di soldati, che rifiutavano di
combattere (nell‟esercito francese, a maggio „17 si
rivoltarono in quarantamila)
Le difficoltà dell’impero austro-ungarico




L‟imperatore austriaco
Carlo I

L‟impero austro-ungarico era a sua volta in
difficoltà gravi
La guerra, che gli austro-ungarici conducevano in
mezzo a una palese precarietà di mezzi e uomini,
aveva ridato fiato alle rivendicazioni
nazionalistiche degli slavi
Serbi, croati e sloveni si accordarono per
costituire uno stato degli slavi del sud (futura
Jugoslavia)
L’imperatore Carlo I era un fervente
cattolico molto influenzato dall‟azione politica
del papa Benedetto XV, che aveva cercato di
convincere i governi a rinunciare all‟”inutile
strage,” e di accordarsi per una pace senza
annessioni.
Egli cercò di giungere a un accordo di pace
con l’Intesa, per evitare la disgregazione
dell’impero, ma senza risultati, anche a causa di
una fuga di notizie (“affare Sisto”), che svelò gli
abboccamenti tentati da Carlo con il presidente
della repubblica Francese Clemenceau
L’Italia nel 1917





La situazione complessiva dell‟Italia era difficile quanto quella
delle altre nazioni
Sul piano militare, le iniziative di sfondamento del
fronte nemico tentate nella primavera-estate da
Cadorna sull’Isonzo non avevano sortito grossi effetti
Si verificarono anche episodi di protesta e
insubordinazione tra le truppe
Inoltre l‟esercito austro-ungarico era stato rinforzato da
reparti tedeschi trasferiti dal fronte russo, con l‟obiettivo
di sfondare lo schieramento avversario
Sul piano interno, il malcontento della gente per l’aumento
dei prezzi e la carenza di generi alimentari era evidente,
e portò a una insurrezione a Torino, verso fine agosto, a cui
parteciparono donne e operai
La rotta di Caporetto (ottobre 1917)






In questo quadro si inserì l‟episodio militare ricordato
come “rotta di Caporetto”
Nei pressi di questo paese friulano, un’armata austriaca
sostenuta dalle truppe tedesche il 24 ottobre 1917
sfondò le linee italiane sull’alto Isonzo
L‟attacco fu condotto dagli austro-tedeschi con la strategia
dell‟infiltrazione, cioè la penetrazione rapida nel
territorio nemico per mettere in difficoltà lo schieramento
avversario sfruttando l‟effetto sorpresa.
Gli austro-tedeschi in 15 giorni avanzarono fino al Piave, e
catturarono 300.000 prigionieri, requisendo 3.000
cannoni, e inoltre armi, munzioni, vettovaglie.
Buona parte delle truppe italiane, per evitare
l’accerchiamento, si ritirarono dalle posizioni che
occupavano da due anni
Lo sbandamento di alcuni reparti fu totale, quasi
mezzo milione di soldati arretrarono
disordinatamente verso il Veneto e si mescolarono
ai profughi civili, così che il caos si fece totale.
La rotta di Caporetto
L‟esercito italiano, ridotto di quasi il 50%, si attestò sul fiume Piave,
abbandonando agli austro-tedeschi 10.000 Kmq di territorio
I soldati italiani riuscirono comunque a resistere all‟urto degli austrotedeschi e impedirono così un‟ulteriore avanzata verso la Pianura Padana
Le responsabilità di Cadorna



Il generale
Armando Diaz

La rotta fu provocata dalla cattiva gestione
strategica da parte dei comandi militari, che
erano stati sorpresi dall’attacco sull’alto
Isonzo, e inoltre dall‟efficacia dell‟azione nemica
che aveva reso la situazione irrecuperabile
A rendere più grave la sconfitta contribuirono lo
stato di stanchezza, demoralizzazione e
scoramento diffuso nell’esercito italiano
(peraltro non diversamente di quanto avveniva in
quei mesi in tutti gli eserciti)
Il generale Cadorna fu rimosso dal comando,
ma non si assunse responsabilità per la sconfitta,
affermando che la colpa era dei soldati che si
erano arresi senza combattere
Al suo posto fu nominato come comandante
supremo delle truppe italiane il generale
Armando Diaz
Una diversa gestione delle truppe


Copertine di giornali
di trincea


Diaz attuò un’azione di avvicinamento
ai soldati, attraverso provvedimenti che
alleviassero le condizioni di vita dei
combattenti: licenze e vitto furono
aumentate
Inoltre venne fatta un’azione di sostegno
propagandistico verso le truppe,
realizzata dal cosiddetto Servizio P
(“Propaganda”) che fu supportato anche
dalla collaborazione di famosi scrittori e
intellettuali
La guerra fu presentata ai soldati come
portatrice di vantaggi tangibili se l‟Italia
avesse vinto
La propaganda insistette anche sull‟aspetto
ideale del conflitto, come lotta per costruire
un ordine interno e internazionale più
giusto.
Nuovo governo Orlando



Vittorio Emanuele
Orlando

Conseguenza positiva della sconfitta fu che la
linea del fronte si ridusse e questo rendeva
meno logorante la prosecuzione della guerra
per i soldati
Inoltre, psicologicamente, la guerra si trasformò
da offensiva a difensiva contro un nemico
presente nel territorio nazionale, e questo
contribuì a aumentare il senso di unità
patriottica sia nell‟esercito, che nel paese
La conseguenza politica immediata fu la crisi del
governo Boselli e la formazione di un nuovo
esecutivo di coalizione nazionale, sotto la
presidenza di Vittorio Emanuele Orlando
A questo governo anche l’ala riformista del
Psi diede il suo cauto appoggio per contribuire
allo sforzo di resistenza
I 14 punti di Wilson
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



Il presidente americano W. Wilson presentò all‟inizio del 1918 un
programma per il raggiungimento della pace, articolato in
quattordici punti tra cui
a. abolire la diplomazia segreta
b. ridurre gli armamenti
c. ripristinare la libertà di navigazione
d. abbassare le barriere doganali
Inoltre prospettava, in questa proposta, un diverso assetto
territoriale per l’Europa: Belgio, Serbia e Romania
reintegrate, evacuazione tedesca dalla Russia occupata, AlsaziaLorena restituite alla Francia, sostanziale libertà per i popoli
soggetti agli imperi austro-ungarico e ottomano, confini italiani
rettificati secondo le nazionalità
Infine, propugnava istituzione di una Società delle Nazioni
per garantire il reciproco rispetto dei principi di convivenza tra i
popoli
Freddezza dei governi,
sostegno dell’opinione pubblica



I 14 punti di
Wilson in un
resoconto
stenografico
(fonte: Library of
Congress)

I quattordici punti di Wilson non incontrarono il
favore dei suoi alleati europei, che volevano
raggiungere i risultati per cui erano entrati in guerra
e non erano disposti a transazioni
Tuttavia, questo programma era una proposta
rivoluzionaria rispetto al modo con il quale era stata
gestita la diplomazia prima della guerra
I quattordici punti ottennero il sostegno della
maggioranza dell’opinione pubblica
internazionale, che vide in essi la prospettiva
di una pace duratura
A quel punto i membri dell’Intesa
affermarono di accettare le idee di Wilson, sia
perché i soldi americani erano una necessità, sia
per avere una prospettiva ideale alternativa da
contrapporre al verbo rivoluzionario dei
bolscevichi russi
L’ultimo assalto tedesco alla Francia



Lo stratega militare
tedesco Ludendorff
Dopo la guerra
diventerà un
convinto
nazista

L‟Alleanza tentò di sferrare gli attacchi decisivi
tra la primavera e l’estate del 1918
I tedeschi, guidati dal generale Hindenburg che
era diventato il vero leader anche politico del
paese assistito dalle strategie del generale
Ludendorff, dopo essersi liberati del pericolo
russo, decisero di puntare tutto sullo
sfondamento del fronte francese
A fine marzo penetrarono profondamente
in Francia e quindi proseguirono l’attacco
nei due mesi successivi, giungendo sulla
Marna e tenendo sotto il tiro dei cannoni
Parigi
La Francia però resistette appoggiandosi sul
proprio esercito e su quello inglese, guidati
unitamente dal generale transalpino Foch, e con
il supporto attivo delle truppe e delle armi
statunitensi
La battaglia di Amiens, inizio della fine per la
Germania
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
Immagini dalla battaglia di Amiens
In piena estate, a fine luglio, si verificò il
contrattacco dell’Intesa che portò alla grande
vittoria nella battaglia di Amiens (8-11 agosto
1918)
I tedeschi subirono così la prima sconfitta
sul fronte occidentale e presero a arretrare,
per il logoramento fisico e mentale che
ormai pervadeva i soldati della Germania
I comandanti capirono da molteplici segni che
ormai la guerra era avviata verso la sua
conclusione
A quel punto dovevano passare la mano ai
politici, dopo che per quattro anni avevano in
pratica guidato il paese
Si formò un governo di coalizione democratica, a
cui parteciparono socialisti e cattolici
L‟obiettivo del governo era di cercare una pace
che permettesse al paese di ottenere condizioni
non punitive di uscita dal conflitto
La vittoria italiana a Vittorio Veneto
(24 ottobre – 2 novembre 1918)

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

Luigi Marzocchi, Prigionieri
austriaci catturati a Fagarè;
Fagarè della Battaglia – San
Biagio di Callalta (TV); 1918;

L‟impero austro-ungarico doveva fronteggiare la
disgregazione dei suoi territori, che portò alla
dichiarazione di indipendenza di Cecoslovacchia
e Slavi del sud
A loro volta molti soldati delle nazionalità
coinvolte nelle iniziative indipendentistiche
abbandonarono il fronte
Questo fatto condizionò la conduzione della
parte finale della guerra sul campo di battaglia
L’esercito italiano il 24 ottobre attaccò
l’esercito austro-ungarico sul fronte del
Piave e dopo 9 giorni, il 2 novembre 1918
ottenne una vittoria decisiva a Vittorio
Veneto
Cechi e ungheresi abbandonarono il fronte dopo
questa sconfitta e gli austriaci si dovettero
arrendere
La battaglia di Vittorio Veneto
L’armistizio del 4 novembre 1918
Reparti in bicicletta presenti alla
battaglia
di Vittorio Veneto
L‟armistizio di Villa Giusti
Il 3 novembre a Villa Giusti, vicino a Padova Austria e Italia
firmarono l’armistizio che diventò operativo il 4 novembre
Questa data è considerata la fine ufficiale della I guerra mondiale per
l‟Italia e anche quella della vittoria italiana
Armistizio di Rethondes
(11 novembre 1918)
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
I contraenti del trattato
di Rethondes dop aver
firmato l‟armistizio
La situazione precipitò anche in Germania,
dove a Kiel, nei primi giorni di novembre i
marinai della flotta tedesca si
ammutinarono e costituirono dei consigli
simili ai soviet insieme agli operai
Il moto si espanse nelle città più grandi come
Berlino e Monaco, appoggiato dalla Spd
Il Kaiser Guglielmo II fuggì in Olanda, e
lo imitò anche l’imperatore Asburgo
Carlo I
Il giorno 11 novembre 1918 i
rappresentanti del governo provvisorio
tedesco presieduto dal socialdemocratico
Ebert dovettero firmare con l‟Intesa
l’armistizio a Rethondes, piccolo paese
francese,su un vagone ferroviario
Le condizioni di Rethondes
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

Le condizioni di resa imposte dall‟intesa ai tedeschi furono
molto dure
1. consegnare l’armamento pesante e la flotta
ritirare le truppe al di là del Reno
annullare i trattati di pace con Russia e Romania (favorevoli ai
tedeschi)
restituire unilateralmente i prigionieri
Bilancio di vincitori e sconfitti

««La Germania perdeva la guerra per fame e per
stanchezza, per esaurimento delle forze morali e
materiali, ma senza essere stata schiacciata sul piano
militare e senza che un solo lembo del suo territorio fosse
stato invaso da eserciti stranieri

Gli Stati dell’Intesa, vincitori grazie all‟apporto, tardivo ma
decisivo, di una potenza extraeuropea, uscivano dal conflitto
scossi e provati per l’immane sforzo sostenuto»
(Sabbatucci-Vidotto)

L’Europa subì un profondo ridimensionamento a
livello internazionale
I numeri finali del conflitto
Al termine del conflitto
 i morti erano 8 milioni e
mezzo
 feriti e mutilati 20 milioni
 la generazione dei ventenni, i nati
tra 1890 e 1900,era stata
decimata
Dal libro “Guerra alla guerra”, di
Ernst Friederich, 1924
8. Pace (?) di Versailles,
1919-1920
I rappresentanti delle quattro maggiori potenze vincitrici alla conferenza di
Versailles, gennaio 1919: (da sinistra) Orlando, Lloyd George, Clemenceau,
Wilson
La conferenza di Versailles
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A Versailles, presso Parigi, si svolse la conferenza
diplomatica che doveva ridefinire gli equilibri internazionali
alla fine della I Guerra mondiale
Iniziò il 19 gennaio 1919 e si concluse più di diciotto mesi
dopo
Erano presenti ventisette paesi, ma le decisioni
fondamentali vennero prese da quattro fra essi
I paesi vincitori: Francia, Gran Bretagna, Usa e Italia
avrebbero dovuto scegliere tra due possibilità:
A. una pace democratica
B. una pace punitiva verso le nazioni considerate
responsabili del conflitto (Germania, soprattutto)
Obiettivi e variabili di Versailles

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


Gli obiettivi che i presenti si proponevano:
1. ridefinire la carta politica dell’Europa
II. costruire un nuovo equilibrio continentale
Le variabili che potevano influire su questi scopi
a. i principi di libertà e democrazia affermati da
Wilson nei suoi quattordici punti
b. la pressione dell’opinione pubblica nei diversi paesi,
in cui il nazionalismo era ancora ben vivo
Pace o diktat ?




La Germania subì il trattato di pace,firmato il 28 giugno 1919,
che le venne imposto con la minaccia di un‟occupazione
militare e di un blocco economico: i tedeschi lo definirono
Diktat
dal punto di vista territoriale
la Germania dovette:
1. restituire Alsazia e Lorena alla Francia
2. cedere alla Polonia, che era stata ricostituita come stato
dopo circa 150 anni, alcuni suoi territori orientali, abitati
anche da tedeschi: in tal modo la Polonia aveva uno sbocco al
mar Baltico e accedeva al porto di Danzica (città fino allora
tedesca), proclamata “città libera”
3. cedere le sue colonie a Francia, Gran Bretagna e
Giappone
Le imposizioni alla Germania
Dal punto di vista economico
 la Germania,
essendo ritenuta ufficialmente la responsabile della guerra, dovette
rifondere ai paesi nemici i danni determinati dal conflitto: i
danni furono calcolati in misura tale da impedire al paese di
ricostruire la sua potenza economica in tempi brevi


Dal punto di vista delle imposizioni militari
 la Germania
 1.dovette abolire la leva obbligatoria
 II. dovette ridurre il suo esercito a 100.000 uomini armati
alla leggera
 III. smilitarizzare la valle del Reno, che truppe inglesi, francesi e
belghe avrebbero presidiato per quindici anni
 Queste misure furono pensate e volute, soprattutto dalla
Francia per fare in modo che la Germania non recuperasse
il suo ruolo di potenza europea

La dissoluzione dell’impero asburgico





I territori compresi nell’impero degli Asburgo
furono risistemati territorialmente in base al
principio di nazionalità
L’Austria diventò una repubblica, che andò a occupare
il territorio che in cui si estende all‟incirca tuttora
L’indipendenza austriaca sarebbe stata tutelata
dalla Società delle Nazioni: un modo per evitare che
avvenisse l‟unione possibile tra le due nazioni di lingua
tedesca: Germania e Austria
L’Ungheria a sua volta divenne una repubblica, ma
privata dei territori slavi che governava sotto gli Asburgo
Nacquero otto nuovi stati
Nuovi Stati
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
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
La Polonia rinacque sulla base di territori che appartenevano in
precedenza agli imperi di Russia e Germania
Nacque la repubblica di Cecoslovacchia, stato federale in cui
erano compresi anche i Sudeti (territorio di tre milioni di abitanti di
lingua e cultura tedesca)
Serbia,Montenegro, Croazia, Slovenia e Bosnia-Erzegovina si unirono
per costituire il regno di Jugoslavia
La Romania fu ingrandita
La Bulgaria fu ridimensionata
L’impero ottomano scomparve. Al suo posto sorse la Turchia,
che mantenne solo la penisola di Anatolia
Fu costituito ufficialmente lo Stato Libero d’Irlanda, anche se gli
inglesi mantennero la regione a maggioranza protestante dell‟Ulster
Sorsero quattro nuove repubbliche sul mar Baltico nei territori
perduti dalla Russia, Estonia, Lettonia e Lituania e Finlandia,
che insieme alla Polonia e alla Romania dovevano circondare la
Russia stessa
La Società delle Nazioni




La Società delle Nazioni ipotizzata da Wilson nei quattordici
punti fu effettivamente formata con l‟obiettivo di
mantenere il nuovo equilibrio che nasceva dalla creazione di
nuovi stati e dallo smembramento di quattro imperi (austroungarico,tedesco,russo e ottomano)
Lo statuto della Società delle Nazioni prevedeva
a. la rinuncia alla guerra come strumento per risolvere i
conflitti
b. il ricorso all’arbitrato tra Stati
c. sanzioni economiche contro gli stati aggressori
Elementi di debolezza della Società delle Nazioni furono
1. il fatto che la Russia e i paesi sconfitti fossero esclusi
da essa: essa perdeva rappresentatività e di conseguenza
incisività
2. la decisione degli Stati Uniti di rimanere fuori da
essa, per evitare di essere coinvolti nei difficili e pericolosi
equilibri postbellici
L’Europa uscita da Versailles
1914
1919
L’Italia e la questione di Fiume
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

L‟Italia ottenne solo in parte quanto aveva pattuito con il
Trattato di Londra di quattro anni prima
Le terre irredente, Trentino, Alto Adige, Friuli e VeneziaGiulia furono annesse al regno d‟Italia
La Dalmazia, invece, essendo in prevalenza abitata da
slavi, e in base al principio di nazionalità che guidò la
risistemazione di Versailles, fu assegnata al nuovo regno di
Jugoslavia, compresa la città di Fiume, a maggioranza italiana.
Il presidente del Consiglio Orlando e Sonnino, ministro degli
Esteri, chiesero allora di lasciare anche Fiume all’Italia
in unione a quanto pattuito a Londra
Il presidente americano Wilson si oppose e gli altri membri
dell‟Intesa concordarono con lui
La difficoltà di Orlando e Nitti nel recuperare Fiume e la
Dalmazia determinò le dimissioni di Orlando (giugno 1919)
L’Italia dopo la conferenza di Versailles
Alto
Adige
Trentino
9. Una guerra di nuovo tipo
Giochi ispirati alla I guerra
mondiale prodotti in Germania
durante il conflitto
(da E.Friedrich, “Guerra alla guerra”,
1924)
La trincea: “il” luogo della guerra
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La vita dei soldati si svolse per buona parte del tempo in
trincea
La forma più semplice di fortificazione difensiva, un
fossato scavato nel terreno per permettere a chi
combatteva di evitare il fuoco nemico
Le trincee erano scavate in linee collegate tra loro da
camminamenti
Durante il conflitto divennero quasi inespugnabili: sempre
più ampie, riparate, circondate da filo spinato e mitragliatrici
La vita di trincea era logorante per i soldati: logorìo fisico
(poca igiene, freddo o caldo e umidità opprimenti secondo la
stagione) e mentale (attesa snervante del combattimento,
paura, apatìa, nevrosi)
Essi uscivano dalla trincea solo per gli assalti o le spedizioni,
spesso notturne
Come e perché si combatteva





Durezza e crudeltà del conflitto esaurirono negli anni di guerra gli
entusiasmi di molti, che a esso avevano attribuito grandi significati:
patriottismo, coraggio, democrazia, libertà
I reparti di elite, come le sturmtruppen in Germania e gli arditi in
Italia, formati da volontari convinti e determinati, mantennero l‟idea
della guerra come manifestazione di eroismo, affermazione di
patriottismo e ricerca di gloria. Per questo erano i reparti che si
spingevano all‟attacco per prini
Buona parte dei soldati semplici, spesso contadini, non
comprendevano le cause del conflitto e vedeva nella guerra
una fatalità naturale da cui uscire indenni
Si combatteva per senso di solidarietà con i propri compagni, o
con i superiori diretti (i sergenti spesso erano in prima linea con i
propri uomini), ma anche perché l’apparato militare puniva
duramente le insubordinazioni
Numerosi furono i casi di diserzione, renitenza alla leva,
autolesionismo (cioè ferite autoinflitte per ottenere
l‟allontanamento dal fronte)
La prima linea del fronte
Gruppo di arditi dopo un‟azione sul basso Piave
Sturmtruppen in uniforme
Guerra tecnologica/1
l’uso dei gas
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
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La prima guerra mondiale fu una guerra “tecnologica”, perché in
essa alcune fra le principali innovazioni e invenzioni scientifiche
furono applicate sui campi di battaglia e durante i combattimenti
Le armi chimiche furono sperimentate ampiamente, in particolare
i gas, urticanti,paralizzanti, asfissianti
I gas erano considerati un’arma totale capace di
distruggere tutte le forme di vita entro l’area di utilizzo
I primi a usarli furono i tedeschi, quando in Polonia usarono
proiettili pieni di gas asfissiante, e poi a Ypres in Belgio lanciarono
abbondante gas di cloro per fare breccia nello schieramento
avversario
In realtà si trovarono piuttosto rapidamente le contromosse
all‟arma chimica, come le maschere antigas, anche se intossicati e
morti per gas furono numerose
Senza contare che un alito di vento contrario poteva spingere le
nuvole tossiche contro chi le aveva emanate
L’uso dei gas
Soldato ustionato dal gas chiamato
“iprite”, in quanto usato per la prima
volta a Ypres, nel 1915 dai tedeschi
Soldati inglesi con maschere
antigas
Scoppio della prima mina
a gas inglese, fronte belga,
1914
Guerra tecnologica/2:
il motore a scoppio e il carro armato

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
Altro mezzo tecnologico usato ampiamente fu il motore
a scoppio
Esso permise di rivoluzionare il trasporto delle
truppe, contribuendo alla fase di movimento, e fu alla base
dell‟introduzione di un‟innovazione destinata a diventare
anni dopo decisiva: il carro armato
Esso nacque combinando la tecnologia dei mezzi
cingolati usati nelle fattorie americane con
l’armamento leggero impiegato sulle autoblindo,
autocarri coperti di piastre in acciaio e muniti di
mitragliatrici, ma il suo uso, cominciato nel 1916, divenne
massiccio solo a fine guerra (battaglia di Amiens)
Il motore a scoppio e il carro armato
Carro armato inglese, 1916
Carro armato Renault FT 17,
il primo con torretta rotante
Guerra tecnologica/3:
l’arma aerea
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L’arma aerea, cioè gli aeroplani furono l‟innovazione più
recente (il primo aereo dei fratelli Wright volò per la prima vota
nel 1903) impiegata nel conflitto
Gli aerei prodotti durante la prima guerra mondiale furono circa
20.000 e erano considerati utili, ma non ancora totalmente
affidabili
Il loro uso fu inizialmente limitato alle ricognizioni, per seguire
gli spostamenti delle truppe nemiche, e alle ricognizioni
fotografiche, per individuare gli obiettivi e disegnare le carte
topografiche utili alle strategie di guerra
Anche gli aerei, come i carri armati, furono impiegati con
maggiore ampiezza nella parte finale del conflitto, per
guidare il tiro delle artiglierie e per mitragliare le retrovie nemiche
I tedeschi usarono anche dirigibili per bombardare città francesi
e inglesi
L’arma aerea
Fabbrica per la produzione di aerei
in provincia di Varese
L‟aviatore romagnolo Francesco Baracca
fu il più noto pilota italiano della I guerra mondiale
Manfred von Richtofen
“il Barone Rosso”, famoso aviatore tedesco della I guerra mondiale, volava sul triplano Fokker
La guerra sottomarina
U-boot tedesco
Il Lusitania affondato
Il primo sottomarino fu inventato da un inglese, Holland, nel 1902
I tedeschi cominciarono a produrli nel 1905, e alla vigilia della prima guerra
mondiale sperimentarono i propri “U-boot”, cioè navi sottomarine, di cui
possedevano trenta esemplari. Essi si immergevano solo in fase di
avvicinamento al nemico o per sfuggire ai cacciatorpedinieri avversari
Essi erano usati per impedire i rifornimenti ai nemici
Un grave errore fu commesso dai tedeschi quando affondarono il transatlantico
inglese “Lusitania”, in servizio tra New York e Liverpool. Su di esso morirono
anche 128 passeggeri americani, e questo fatto suscitò le dure proteste del
governo statunitense
La guerra ai civili
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

Il conflitto investì anche le popolazioni civili coinvolte in
modo vario modo nella guerra
Molti furono i profughi, la cui condizione fu determinata o dal
fatto di abitare molto vicini ai fronti di guerra, essendo
costretti a lasciare case e terre; o dall‟invasione delle aree in
cui abitavano
Vi era chi viveva lontano dalla propria terra d’origine,
che come nemico veniva sottoposto a confische di beni o
addirittura all‟internamento
Inoltre alcune minoranze etniche, come gli armeni,
furono sottoposte in diverse circostanze a segregazione da
parte di paesi che le sospettavano di collaborare con i nemici
per ottenere il riconoscimento dei diritti rivendicati da tempo
Guerra e industria:
produzioni e disciplina di guerra





I settori industriali più coinvolti nel conflitto ebbero un
notevole incremento di produzioni e ricavi durante la
guerra
In primo luogo crebbero le industrie siderurgiche,
chimiche e meccaniche
Esse ebbero lo Stato come principale cliente delle loro
produzioni e per questo furono sottoposte a un sostanziale
controllo pubblico
Lo Stato distribuiva le materie prime e decideva cosa
produrre, in quali quantità e qualità
Gli operai delle fabbriche impegnate nelle produzioni
belliche furono sottoposti alla disciplina militare:
abbandonare il proprio posto di lavoro era equivalente a una
diserzione
Guerra e politica:
rafforzamento dei governi e degli Stati maggiori



In guerra i governi si rafforzarono, mentre i
parlamenti persero importanza, anche perché le loro
decisioni avvenivano secondo tempi e modi troppo lunghi
e complessi rispetto a quanto richiesto dalle necessità
belliche
I militari influivano pesantemente sulle decisioni
politiche, in quanto i comandi avevano sostanzialmente
un potere autonomo per quanto riguardava la conduzione
delle operazioni belliche
Spesso questo potere si trasformava in vero e proprio
autoritarismo: censura e sorveglianza, fino al
carcere, riservati ai cittadini sospettati per il loro
pacifismo o socialismo, erano la norma
IL fronte interno:
propaganda e ruolo delle donne
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


Il fronte interno pesava quasi allo stesso modo di quello sui campi di
battaglia
I cittadini dovevano essere mobilitati perché contribuissero
anch’essi all’obiettivo della vittoria con le loro idee, i loro
atteggiamenti e le loro attività
La propaganda divenne un settore di intervento curato
attentamente dagli stati: furono stampati e distribuiti migliaia di
manifesti; furono incoraggiate o organizzate manifestazioni di
solidarietà ai soldati; vennero sostenuti i comitati di solidarietà per
rafforzare la resistenza interna
Le donne furono spesso protagoniste di queste
mobilitazioni e dello sforzo bellico: il loro impiego nelle
fabbriche era essenziale per sostenere la produzione in
mancanza degli uomini impegnati al fronte
Ma anche, quando la guerra si protrasse, e mostrò a tutti il suo
aspetto peggiore tra morte, mutilazioni, razionamenti di cibi e
prodotti, spesso le donne furono in prima fila per chiedere la
fine del conflitto
La propaganda durante la Grande Guerra
Cartolina antibellica
italiana
Manifesto inglese
che incoraggiava le
donne a lavorare
nelle fabbriche di
munizioni
Manifesto
americano che
sollecitava a un
minore consumo di
pane per sostenere
lo sforzo bellico
Manifesto
americano
Bibliografia




Ernst Friedrich, Guerra alla guerra, Milano, Mondadori
Basil H. Liddell Hart, La prima guerra mondiale, Milano, Bur
Giuseppe Galasso, Storia d’Europa, Roma-Bari, Laterza
Giovanni Sabbatucci-Vittorio Vidotto, Il mondo
contemporaneo. Dal 1848 a oggi, Roma-Bari, Laterza