Università degli Studi di Trento CibioDMA Diagnostica Molecolare Avanzata Direttore Sanitario: dott.ssa Michela Zortea Direttore CIBIO: prof. Alessandro Quattrone Pag. 1 di 2 INFORMATIVA PER L’INDAGINE GENICA PER SORDITÀ EREDITARIA NON SINDROMICA LEGATA AL LOCUS DFNB1 COS’E’ LA SORDITÀ EREDITARIA NON SINDROMICA LEGATA AL LOCUS DFNB1 Nei paesi industrializzati, i difetti dell’udito interessano circa 1-2 nati vivi ogni 1000 abitanti. I soggetti che presentano ipoacusia alla nascita o precocemente, hanno problemi riguardanti lo sviluppo e l’acquisizione del linguaggio. Le sordità possono essere dovute a fattori ambientali come ad esempio le infezioni contratte durante o nel periodo successivo alla nascita, l’uso di farmaci tossici per lo orecchio o traumi acustici/cerebrali oppure avere origine genetica. Circa il 60% delle sordità ha origine genetica. Le sordità genetiche possono essere asindromiche (nel 70% dei casi) o sindromiche (nel restante 30% dei casi). Nel primo caso la ipoacusia è l’unico sintomo presente nel paziente mentre si parla di sordità sindromiche quando sono presenti altri sintomi come nel caso della Sindrome di Usher. Le sordità genetiche asindromiche sono trasmesse secondo diverse modalità di trasmissione: Autosomica recessiva: circa 80% dei casi Autosomica dominante: 17% dei casi. Legata al cromosoma X: 2-3% dei casi Mitocondriale: meno dell’1% dei casi Le sordità genetiche sono dovute a mutazioni in numerosi geni e sono quindi definite “eterogenee”. Inoltre, le mutazioni in alcuni geni sono molto rare e possono essere ritrovate solo in alcune famiglie. Ad oggi, sono stati identificati più di 100 geni ma la lista aumenta in continuazione (http://hereditaryhearingloss.org) quindi non è sempre possibile determinare l’alterazione del DNA che è causa delle sordità in alcuni pazienti. Nel 50% dei casi di sordità asindromica autosomica recessiva la causa è rappresentata da mutazioni presenti nella regione genomica (locus) DFNB1 presente sul braccio lungo del cromosoma 13. Il locus DFNB1 contiene il gene GJB2 (Gap Junction-2; OMIM 121011) che codifica per la proteina Connessina 26, ed il gene GJB6 (OMIM 604418) che codifica per la proteina Connessina 30. Ad oggi sono state individuate circa 100 mutazioni a carico del gene GJB2 (http://davinci.crg.es/deafness) e 2 delezioni che coinvolgono il gene GJB6 (D13S1830 e D13S1854) e che sono la causa della sordità non sindromica legata al locus DFNB1. Mutazioni nel gene GJB2 e nel gene GJB6 sono state associate anche a sordità con ereditarietà autosomica dominante (DFNA3). Queste forme sono molto rare e possono essere sia asindromiche che associate ad alterazioni cutanee (per il gene GJB2). GENI GJB2 E GJB6 (GAP JUNCTION 2 e GAP JUNCTION 6) I geni sono sequenze di DNA che vengono ereditate in coppie, derivanti una dalla madre ed una dal padre. Un cambiamento nella sequenza del gene – mutazione - o la sua parziale/totale rimozione - delezione - causa la produzione di una proteina alterata oppure la mancanza di produzione della stessa, con conseguente manifestazione della malattia. Le proteine prodotte dai geni GJB2 e GJB6 sono la Connessina 26 e la Connessina 30. Queste proteine formano dei canali presenti sulle membrane cellulari detti connessoni che permettono il passaggio degli ioni tra le cellule. Le sordità causate da alterazioni di queste due proteine sono prelinguali, bilaterali, di gravità media/profonda, coinvolgono tutte le frequenze e non sono progressive. Sono stati, però, riportati alcuni casi di sordità correlata al locus DFNB1 ad insorgenza tardiva e casi di progressione della patologia. E’ possibile avere espressione variabile della patologia all’interno della stessa famiglia. Mod. 07 , versione 1.0 del 24/11/2014 CibioDMA Diagnostica Molecolare Avanzata Via delle Regole, 101 - 38123, Mattarello (Trento) email: [email protected] web: http://web.unitn.it/en/cibio/dma tel. studio 0461 283267 tel. laboratorio 0461 283070 Università degli Studi di Trento CibioDMA Diagnostica Molecolare Avanzata Direttore Sanitario: dott.ssa Michela Zortea Direttore CIBIO: prof. Alessandro Quattrone Pag. 2 di 2 COME SI TRASMETTE LA SORDITÀ EREDITARIA NON SINDROMICA LEGATA AL LOCUS DFNB1 La sordità ereditaria non sindromica legata al locus DFNB1 è una malattia autosomica recessiva. Questo vuol dire che hanno la malattia solo gli individui che hanno ereditato a) entrambe le copie mutate del gene GJB2, b) entrambi i cromosomi che portano la delezione del gene GJB6 oppure c) una copia mutata del gene GJB2 ed un cromosoma che porta la delezione del gene GJB6. Gli individui che possiedono una copia mutata o deleta del gene e una normale sono privi di sintomi e vengono definiti portatori sani. Nelle popolazioni caucasiche, la mutazione più frequente è la delezione c.35delG nel gene che codifica per la connessina 26 e rappresenta il 70% delle mutazioni trovate. La frequenza del portatore della mutazione c.35delG è di 1 ogni 35 persone nella popolazione italiana. Una coppia costituita da due genitori portatori sani di mutazioni nel locus DFNB1 (nei geni GJB2 e GJB6) avrà, ad ogni gravidanza, un rischio di circa il 25% di generare figli malati, una probabilità di circa il 50% di generare figli portatori sani ed una probabilità di circa il 25% di generare figli sani e non portatori. Queste probabilità sono indipendenti dal sesso del nascituro e sono riferite solo alle sordità causate da mutazioni nei soli geni GJB2 e GJB6 del locus DFNB1. Non è possibile determinare con esattezza la probabilità di generare figli sani e portatori, figli sani e non portatori e figli sordi a causa di mutazioni in altri geni. TEST GENETICO Il test genetico si distingue in test per diagnosi di malattia e test per diagnosi del portatore. L’analisi non può escludere in assoluto la probabilità di essere portatore e, nel caso di test di diagnosi per malattia, può essere necessario effettuare test più approfonditi per identificare mutazioni rare. Non si effettua diagnosi prenatale. CAMPIONE BIOLOGICO E INDAGINE MOLECOLARE Il test per la diagnosi molecolare di sordità ereditaria non sindromica legata al locus DFNB1 è effettuato su un campione di DNA estratto da sangue periferico. Al momento del prelievo non è richiesto di essere a digiuno. In rarissimi casi è possibile dover ripetere il prelievo di sangue a causa di problemi tecnici o assenza/scarsità di materiale da analizzare (DNA). La consulenza genetica è parte integrante del test e deve essere effettuata prima e dopo il test molecolare da uno specialista in Genetica medica. I criteri utilizzati per l’indagine genetica sono quelli proposti dalle linee guida pubblicate da Hoefsloot LH et al. “EMQN best practice guidelines for diagnostic testing of mutations causing non-syndromic hearing impairment at the DFNB1 locus” sulla rivista European Journal of Human Genetics nel 2013 e da Mazzoli M et al “Guidelines and recommendations for testing of Cx26 mutations and interpretation of results” su Int J Pediatr Otorhinolaryngol nel 2004. La diagnosi molecolare di sordità ereditaria non sindromica legata al locus DFNB1 si basa sull’utilizzo di test sviluppati presso il laboratorio di genetica medica del CibioDMA. I test prevedono la amplificazione tramite PCR (polimerase chain reaction) ed il successivo sequenziamento dell’esone 1 e dell’esone 2 (e dei loro siti di splicing) della connessina 26 e la rilevazione, tramite PCR multiplex, delle due delezioni più frequenti che coinvolgono la connessina 30. I test proposti sono stati sviluppati seguendo le indicazioni dei seguenti articoli: Schimmenti LA et al “Infant hearing loss and connexin testing in a diverse population” pubblicato su Genetics in medicine nel 2008, Wu BL et al “Use of a multiplex PCR/sequencing strategy to detect both connexin 30 (GJB6) 342 kb deletion and connexin 26 (GJB2) mutations in cases of childhood deafness” pubblicato su American Journal of Medical Genetics 2003 e del Castillo FJ et al “A novel deletion involving the connexin-30 gene, del(GJB6-d13s1854), found in trans with mutations in the GJB2 gene (connexin-26) in subjects with DFNB1 non-syndromic hearing impairment.”pubblicato su Journal of Medical Genetics nel 2005. Va segnalato che questo tipo di indagine, oltre ad identificare i soggetti affetti o portatori di una mutazione, può evidenziare casi di non paternità o di consanguineità precedentemente sconosciuti a chi si sottopone all’indagine stessa. I risultati di un test genetico possono riguardare, oltre al soggetto che ha effettuato il test, altri familiari poiché le anomalie genetiche possono essere ereditabili e/o trasmissibili. Mod. 07 , versione 1.0 del 24/11/2014 CibioDMA Diagnostica Molecolare Avanzata Via delle Regole, 101 - 38123, Mattarello (Trento) email: [email protected] web: http://web.unitn.it/en/cibio/dma tel. studio 0461 283267 tel. laboratorio 0461 283070