Volano «project financing

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In tempi di crisi la "finanza di progetto" può contribuire a rilanciare l'economia
Volano «project financing»
Sotto la lente il nuovo rapporto debito/equity e la "stretta" nella Pa
Rapporto debito/equity
A n n o 2012
A n n o 2011
A n n o 2010
Equity
21%
Debito
73%
Equity
20%
Debito
77%
I
n un periodo di forte crisi economica un'azienda deve valutare
attentamente tutti gli elementi
che costituiscono un'operazione di
project financing per capire se può
essere interessata alla realizzazione di
un progetto che vedrà impegnate notevoli risorse per un lungo periodo di
tempo.
Nel caso di una valutazione di un
projectfinancingriguardanteun ospedale che apparentemente è un'opera
a basso rischio bisogna valutare anche il crescente numero di interventi
in day hospital per i quali, quindi,
non sono previsti i servizi di preparazione pasti intemi con conseguente
possibile diminuzione dei ricavi dei
servizi di ristorazione, ed essendo
spesso prevista la gestione del parcheggio, anche la diminuzione delle
vendite del settore automobilistico in
Italia che ha già portato a una diminuzione dei ricavi per i gestori di autorimesse.
Questi e altri elementi non sono
più soltanto soggetto di valutazione
delle banche quando viene analizzato
il security package, ma sempre più
anche le aziende devono porsi il problema di analizzare lo scenario che
va a delinearsi per gli anni successivi
soprattutto in un contesto economico
fortemente soggetto all'aleatorietà
del mercato.
Tra i vari indicatori che generalmente vengono utilizzati all'interno
dei project financing: Van, Llcr, Per,
Llnpv e altri, assume maggiore importanza il tasso intemo di rendimento (Tir) sia di progetto sia dell'equity.
Nel primo caso la valutazione del
Tir di progetto risulta importante perché il cash flow a servizio del debito
è il numeratore per la determinazione
del Dscr e durante il periodo di gestione (una volta terminata la fase di
costruzione) coincide con il cash
flow di progetto e in un contesto economico instabile gli istituti finanziatori chiedono maggiori tutele per l'erogazione del debito e quindi bisogna
garantire un maggiore flusso di cassa
dalla gestione del progetto.
Il Tir dell'equity assume sempre
maggiore importanza in un periodo
di crisi economica che vede le aziende attive nel settore del project financing con grosse difficoltà economiche, tali da impedire di immettere
ingenti somme di capitale all'interno
di una concessione caratterizzata da
un lungo periodo temporale anche se
questa genererà importanti ritorni. In
questo quadro economico è quindi di
vitale importanza riuscire a ottenere
Tir equity alti per poter avere maggiori possibilità di attirare fondi di inve-
stimento che possano investire nell'iniziativa sgravando le imprese dal
peso economico del progetto. L'apporto diversificato di equity all'interno dei progetti permette non solo una
maggiore sicurezza per le banche, ma
un beneficio per tutto il settore.
Negli ultimi anni, però, la crisi
economica ha spinto le banche a richiedere maggiori garanzie, in particolar modo sono cresciuti i Dscr richiesti e la quantità di equity rispetto
al debito (salendo del 4% nell'ultimo
anno secondo dati Finlombarda), per
questo motivo le aziende del settore
sono costrette a immettere maggiore
denaro nell'iniziativa e il 25% richiesto a termini di legge come versamento di capitale sociale al momento della costituzione della Spv può costituire un ostacolo.
Nel caso di concessioni che non
prevedano una gestione successiva alla fase di costruzione ma contestuale,
come la ristrutturazione di reparti o
ampliamento di presìdi ospedalieri,
diventa fondamentale la valutazione
dell'autofinanziamento derivante dalla gestione dell'immobile durante la
fase di maggiore fabbisogno finanziario. In questo modo, essendo l'autofinanziamento "tirato" prima di debito
ed equity permette di avere minore
apporto di capitale sociale e minori
interessi nel tempo sul senior debt, in
particolare se l'opera che viene realizzata genera introiti anche derivanti da
prestazione di servizi a terzi e non
solo da canoni o corrispettivi della
pubblica amministrazione, questa potrà avere maggiori possibilità di essere autofinanziata perché ì tempi di
pagamento sono inferiori e diminuirebbe di conseguenza il fabbisogno
di capitale circolante netto.
La valutazione di un'azienda precedente a una operazione di project
financing si è quindi spostata verso
l'impegno di capitalerispettoal passato, attraverso la ricerca di uno sbilanciamento della leva a favore del finanziamento soci rispetto al capitale sociale, laricercadi un maggiore autofinanziamento e la sonda del mercato
per cercare fondi di investimento.
Nella valutazione che un'azienda
deve svolgere per capire se intraprendere un'operazione di project financing devono essere valutati anche fattori non inerenti alla sfera economica
dell'iniziativa. I metodi di valutazione descritti dalla letteratura non esauriscono assolutamente tutti ì problemi
connessi con la complessità delle decisioni di valutazione economica degli investimenti in project financing.
Rappresentano, tuttavia, quella parte
che può essere descritta come una
procedura ben definita, il resto, in
genere, può essere appreso soltanto
attraverso l'esperienza e sviluppando
una sensibilità organizzativa, non
esclusivamente economico-finanzia-
ria, alla valutazione dei progetti.
In un contesto economico in difficoltà e con crescenti tagli alla Sanità
pubblica, l'incontro tra pubblica amministrazione e imprese diventa sempre più importante in un periodo di
crisi in cui ogni singola risorsa deve
essere ottimizzata al meglio per poter
ottenere il massimo risultato.
In questo senso sembra muoversi
anche il "Decreto del Fare" approvato dal Governo Letta, in cui l'articolo
143 che riguarda le caratteristiche delle concessioni di lavori pubblici ha
nell'articolo 3-bis un passaggio fondamentale in cui viene allargata la possibilità di incontro tra soggetto pubblico e soggetto privato, prevedendo la
possibilità di «provvedere, a seguito
della consultazione, ad adeguare gli
atti di gara aggiornando il termine di
presentazione delle offerte, che non
può essere inferiore a trenta giorni
decorrenti dalla relativa comunicazione agli interessati».
Conclusioni. Possiamo facilmente notare come la crisi economica
abbia cambiato il rapporto tra aziende di settori diversi e quello con le
banche rendendo sempre più difficile
l'accesso al credito. Lo stretto rapporto tra crisi economica e project financing si evidenzia non solo dalle considerazioni sopra riportate sufi" aumento del Dscr richiesto, l'aumento della
percentuale di equity rispetto al debito e la maggiore percentuale di finanziamento soci rispetto al capitale sociale, ma anche alla crescente atten-
zione ai parametri di strutturazione
del debito.
D ricorso alla tecnica di project
financing per finanziare opere che richiedono ingenti somme di capitali
permette di realizzare strutture ospedaliere nuove ed efficienti; realizzare
queste complesse opere senza l'apporto di capitale, risorse e know-how
di aziende del settore sarebbe difficile
specialmente in un periodo di crisi
economica. Questa tecnica permette
a specialisti di settore di gestire per
un lungo periodo concessorio una serie di servizi ospedalieri al meglio,
affinché si possa avere una maggiore
remunerazione da questa gestione ma
anche una migliore qualità nei servizi, senza che questa ricada su una
maggiorazione del ticket. Gli investimenti che possano rendere migliori le
infrastrutture adibite all'erogazione
di servizi pubblici o privati sono fondamentali per poter guardare con rinnovata fiducia al prossimo futuro e
sono giustificabili soltanto in caso di
corretta gestione dei servizi erogati
durante il periodo di concessione.
Per questi e altri motivi l'utilizzo
del project financing all'interno dì
un contesto economico instabile può
essere un'opportunità per contribuire in maniera determinante allo sviluppo e al rilancio economico del
nostro Paese.
Francesco Brognara
ingegnere
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