CMarcelHenaff

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Marcel Hénaff, Le prix de la vérité, ed du Seuil, Paris 2002
Il debito cosmico era strettamente legato a un mondo dove sono comparse e si sono sviluppate quelle che
sono state chiamate le «arti della civilizzazione» (ceramica, tessitura, metallurgia e soprattutto la
domesticazione di piante e animali), mondo dove era riconosciuto l’enigma di un dono primitivo, che era
importante restituire alle potenze soprannaturali nel momento in cui i nuovi poteri degli umani intaccavano
quelli della divinità. Il sacrificio fu la procedura privilegiata di questo riconoscimento e della gestione di
questo debito. Quest’ultimo sembra sparire in proporzione alla cancellazione del sacrificio. La nostra scienza
e la nostra potenza tecnologica si sviluppano al di fuori del sentimento di usurpare il dominio degli dei. Per
costoro, questa indifferenza segna la loro sparizione. E, stando così le cose, se il debito simbolico non c’è più
o tende a cancellarsi, il sapere stesso non deve più essere riportato a una istanza donatrice divina. La sua
acquisizione e la sua trasmissione appartengono a un’arte che si acquisisce e si domina come tutte le altre.
Il «dio» che ispirava Socrate è morto nel Cogito. A partire dall’autonomia del campo del pensiero, è
possibile risalire a un Dio che dona non i pensieri ma l’esistenza dell’essere pensante. E questo non intacca
minimamente l’immanenza delle regole della ragione. A partire da ciò un’altra storia si apre. Il valore della
conoscenza non viene più definito dal suo originarsi in un mondo invisibile, ma dalle norme interne di
razionalità, grazie a effetti verificabili nel mondo che ci circonda e, infine, - inevitabile e semplice
conseguenza già tratta dai Sofisti – per la sua disponibilità sul mercato dei saperi. Questa è almeno la
stupefacente pretesa che si afferma dappertutto. Il debito tende a essere totalmente laicizzato, cioè
contabilizzato; diviene un problema tecnico. Dare un prezzo su un mercato, significa affermare un mondo
controllato, strettamente umano, funzionale. Per ogni perdita, per ogni offesa, per ogni favore, vi è una
risposta che trasforma il debito simbolico in debito in danaro. Il responsabile del danno o dell’offesa – o la
sua compagnia di assicurazioni – paga talvolta somme considerevoli e il debito è chiuso. Fino all’oblìo della
possibilità del male.
In nota: Gli Stati Uniti, dove questo sistema è sviluppato al massimo, sono anche l’ultimo paese occidentale dove la
pena di morte è mantenuta e si trova applicata in maniera severissima. Si può avanzare questa ipotesi: questo
mantenimento vale come ultimo rifugio del debito simbolico; si domanda insomma ai condannati alla pena capitale di
testimoniare attraverso la loro morte della assenza di prezzo della vita quando per altro questo prezzo è costantemente
definito e negoziato sul mercato.
pp.316/17
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