ASSEGNO ESTIVO DI ED. MUSICALE PER LE CLASSI PRIME (D/E/F) DA RIPETERE 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) La musica è l’arte dei suoni. I suoni sono tanti, infiniti. I suoni vengono distinti in: suoni musicali e non musicali (o rumori). I suoni vengono distinti in base alle seguenti caratteristiche (o parametri): altezza, intensità, timbro e durata. L’altezza distingue i suoni acuti (alti) dai suoni gravi (bassi) e si misura in HZ (Hertz). L’intensità distingue i suoni forti dai suoni meno forti e si misura in DB (decibel). Il timbro (detto anche colore, metallo o tempera) è la caratteristica del suono che fa distinguere una voce da un’altra voce, uno strumento da un altro strumento. La durata indica suoni lunghi e suoni corti e viene espressa con le figure musicali. Gli elementi fondamentali/costitutivi della musica sono due: suono e ritmo. Il ritmo è una successione ordinata di suoni. Suono è tutto ciò che sentiamo con l’orecchio. Scientificamente “suono è un fenomeno acustico prodotto dalle vibrazioni di un corpo elastico”. Per vibrazione si intende “movimento”. Gli ultrasuoni sono suoni che hanno oltre ventimila vibrazioni. Gli infrasuoni sono suoni al di sotto delle sedici vibrazioni. L’uomo non riesce a percepire gli ultrasuoni e gli infrasuoni. Speciali strumenti ed alcuni animali riescono a percepire questi suoni. I suoni sono espressi graficamente con segni speciali: le note. Le note sono sette e sono: DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI. Se si aggiunge la ripetizione della prima nota, ovvero “DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, DO”, si ottiene la scala musicale di DO. Le note nel sistema alfabetico: A=LA, B=SI, C=DO, D=RE, E=MI, F= FA, G= SOL. Ogni composizione musicale esprime o descrive con i suoni le emozioni dell’artista. Come il poeta usa le parole, il pittore usa i colori, così il musicista si esprime con i suoni. Le figure musicali sono simboli grafici che indicano la durata del suono e del silenzio. Le figure musicali principali sono, come le chiavi e le note, sette e sono: • semibreve o intero (vale 4/4 cioè 4 movimenti o battiti); • minima o metà (vale 2/4 cioè 2 movimenti o battiti); • semiminima o quarto (vale 1/4 cioè 1movimento o battito); • croma o ottavo (vale 1/8 cioè l’ottava parte dell’intero; significa che occorrono 8 crome per formare un intero, quattro per formare una minima, due per formare una semiminima; possiamo anche dire che la croma vale mezzo movimento); • semicroma o sedicesimo (vale 1/16 cioè la sedicesima parte dell’intero; significa che occorrono 16 semicrome per formare un intero, 8 semicrome per formare una minima, 4 semicrome per formare una semiminima, 2 semicrome per formare una croma; quindi la semicroma è la metà della croma); • biscroma o trentaduesimo (vale 1/32 cioè la trentaduesima parte dell’intero; significa che occorrono 32 biscrome per formare un intero, 16 biscrome per formare una minima, 8 biscrome per formare una semiminima, 4 biscrome per formare una croma, 2 biscrome per formare una semicroma; quindi la biscroma è la metà della semicroma); • semibiscroma o sessantaquattresimo (vale 1/64 cioè la sessantaquattresima parte dell’intero; significa che occorrono 64 semibiscrome per formare un intero, 32 semibiscrome per formare una minima, 16 semibiscrome per formare una semiminima, 8 semibiscrome per formare una croma, 4 semibiscrome per formare una semicroma, 2 semibiscrome per formare una biscroma; quindi la semibiscroma è la metà della biscroma). La semibreve e la minima sono figure bianche, tutte le altre sono nere. Ogni figura di suono ha una relativa figura di silenzio (relativa significa che ha lo stesso valore e lo stesso nome; esempio la pausa di semibreve vale 4/4 così come il suono di semibreve, la pausa di minima vale 2/4 così come il suono di minima, ecc.). La chiave è il segno grafico che dà il nome e l’altezza alle note. Senza chiave non si può leggere. Essa deve essere sempre segnata all’inizio di ogni rigo musicale. Le chiavi, come le note e le figure, sono sette. L’insieme delle sette chiavi è detto “Setticlavio”. Le chiavi sono distinte in tre gruppi: quattro di Do, due di Fa ed una di Sol, detta anche “Chiave di Violino”. Tutti i simboli del linguaggio musicale si segnano sul pentagramma. Il pentagramma (dal greco “penta” = cinque e “gramma”= linee) è l’insieme o l’unione di cinque linee e quattro spazi che si contano dal basso verso l’alto. Il pentagramma si può anche dire “rigo musicale”. (Quindi rigo musicale o pentagramma è la stessa cosa). Il pentagramma e la chiave indicano l’altezza del suono. In chiave di violino leggeremo sulle linee MI – SOL – SI – RE – FA (Prima linea Mi; Seconda Linea Sol; Terza Linea Si; Quarta Linea Re; Quinta Linea Fa). In chiave di violino leggeremo negli spazi FA- LA – DO –MI (Primo spazio Fa; Secondo Spazio La; Terzo Spazio Do; Quarto Spazio Mi). Oltre le cinque linee ed i quattro spazi i suoni possono essere segnati grazie a piccole linee aggiuntive dette “Tagli addizionali” o “Tagli supplementari”. Sul pentagramma senza l’uso dei tagli si possono segnare al massimo 11 note (5 sulle linee + 4 negli spazi + una nota sotto la prima linea + una nota sopra la quinta linea). I tagli addizionali si distinguono in: a) tagli in testa (quando la linea attraversa/spezza la nota ed essa viene considerata sulla linea); b) tagli in gola (quando la linea precede la nota ed essa viene considerata nello spazio). Il Medio Evo è un grande periodo storico che va dalla caduta dell’impero romano d’Occidente (476 d.C.) alla scoperta dell’America (1492 d.C.). In questo lungo periodo storico si ha un grande sviluppo sia della musica sacra (con il canto gregoriano), sia della musica profana (con il movimento trovadorico, ovvero con i poeti-musicisti detti “Trovatori e Trovieri” in Francia, “Meistersinger e Minnesinger” in Germania; “Menestrelli e Giullari” in Italia). Il canto gregoriano è in lingua latina e nello stile “a cappella”, ovvero solo voci, senza alcun accompagnamento strumentale. Guido d’Arezzo è considerato il più importante teorico del Medio Evo. Ha dato il nome alle note prendendo le iniziali dei versi di un inno all’epoca molto famoso, l’Inno a S. Giovanni. La prima nota in origine fu detta “UT”. DA STUDIARE 1) 2) 3) 4) 5) 6) 7) 8) 9) 10) 11) 12) 13) 14) 15) 16) 17) 18) 19) 20) 21) 22) 23) 24) 25) 26) 27) 28) 29) 30) Per armonia si intende un insieme di suoni eseguiti simultaneamente secondo determinate regole. I maggiori esponenti dell’Ars Antiqua furono: in Francia “Leonino e Perotino” (cosiddetta “Scuola di Notre Dame”), in Italia Francesco Landino (detto “il cieco degli organi”). Palestrina e Monteverdi sono celebri musicisti del XVI secolo (Cinquecento = Rinascimento). Bach, Haendel, Scarlatti, Vivaldi e Frescobaldi sono celebri musicisti del XVII secolo (Seicento = Barocco). Haydn, Mozart e Beethoven sono celebri musicisti del XVIII secolo (Settecento = Classicismo). Rossini, Donizetti, Bellini e Verdi sono celebri musicisti del XIX secolo (Ottocento = Romanticismo). Debussy, Ravel, Stravinskij e Schoenberg sono celebri musicisti del XX secolo (Novecento = Decadentismo, impressionismo ed espressionismo). Per “forma musicale” si intende il nome dato ad ogni composizione che il musicista/compositore crea/forma secondo determinate regole. Tra le più celebri forme musicali ricordiamo: la sonata, la cantata, il concerto, la sinfonia, l’oratorio, il melodramma (o opera lirica), la suite, la toccata, la fuga, il preludio. Per “Sonata” si intende un brano strumentale (ossia da suonarsi). Per “Cantata” un brano vocale (ossia da cantare). Per “Concerto” si intende una composizione in cui un solista dialoga con l’orchestra. Per “Sinfonia” si intende un’ampia composizione orchestrale divisa in più tempi o movimenti. Per “Oratorio” si intende una composizione per voci soliste, coro e orchestra, senza scene né costumi. Per “Melodramma” o “Opera lirica” si intende una rappresentazione teatrale cantata. Contrariamente all’oratorio prevede scene e costumi e talvolta anche momenti danzanti. Per “Suite” si intende il nome dato ad un insieme di danze strumentali unite dalla stessa tonalità ma di vario andamento (Esempio di danza lenta: Sarabanda. Esempio di danza veloce: Giga). Per “Toccata” si intende una composizione strumentale (solitamente per strumento a tastiera) di carattere virtuoso (“scioglidita”). Per “Fuga” si intende una composizione polifonica (= a più voci) in cui le voci entrano una dopo l’altra, imitandosi, rincorrendosi e giocando (nel rispetto delle regole compositive). Per “Preludio” si intende una composizione che ha la funzione di introdurre ad un’altra composizione. Mozart è stato un bambino prodigio. Ha composto varie opere tra cui “Il flauto magico” e il “Don Giovanni”. Tutte le composizioni di Mozart sono precedute dalla lettera K per indicare il musicologo Ludwig Ritter von Koechel che ha raccolto e catalogato tutte le composizioni. Quindi, ad esempio, la sinfonia K 550 significa la cinquecentocinquantesima composizione secondo il catalogo di Koechel. Beethoven è considerato uno dei più grandi musicisti della storia. Nonostante problemi all’udito (divenne, infatti, sordo) ha lasciato numerose composizioni tra cui le celebri “Nove Sinfonie” (la III è detta “Eroica” perché dedicata in un primo tempo a Napoleone Bonaparte; la V è detta “Del destino” perché le prime celebri quattro note ricordano la presenza costante del destino che bussa sempre alle nostre porte; la VI è detta “Pastorale” per le sue sonorità agresti; la IX è detta “Corale” perché termina con un canto corale a quattro voci, “An die Freude”, ossia “Alla gioia”). L’inno alla gioia è stato scelto quale inno europeo. Vivaldi era detto “il prete rosso” per la sua fulva capigliatura. Grande violinista, ha lasciato numerose composizioni tra cui spiccano “Le quattro stagioni” (Primavera, Estate, Autunno, Inverno). Chopin è considerato uno dei più grandi pianisti della storia. Nato in Polonia e morto in Francia, è ricordato come “il poeta del pianoforte”. Tra le sue composizioni ricordiamo: Valzer, Notturni, Mazurche, Ballate, Polacche. Puccini è considerato uno dei più grandi musicisti italiani. Ha lasciato numerose opere liriche tra cui “La Bohème”, “Tosca”, “Madame Butterfly”, “Turandot”. I Beatles sono stati il simbolo della musica negli anni 1960. Erano quattro giovani “capelloni” che hanno lanciato la moda della musica beat e rock. Hanno scritto varie canzoni tra le quali ricordiamo: “Yesterday”, “Michelle”e “Yellow Submarine”. Lucio Battisti è da considerarsi uno dei maggiori cantautori italiani del Novecento. Ha lasciato numerose canzoni, tra cui: “Acqua azzurra acqua chiara”, “Mi ritorni in mente”, “Non è Francesca”, “Balla Linda”, “La canzone del Sole”. La musica viene distinta in sacra e profana. Sacra quando esprime sentimenti religiosi, profana in tutti gli altri casi. La musica viene distinta anche in “Vocale”, “Strumentale” e “Vocale e Strumentale”. È vocale quando è espressa solo con il canto, è Strumentale quando è espressa solo con uno o più strumenti musicali, è Vocale e Strumentale quando è espressa sia col canto che con gli strumenti. La musica vocale viene distinta in: canto monodico e canto corale. Il canto è monodico quando canta una sola persona (può anche dirsi “canto solistico” o “assolo”), è corale quando cantano più persone (quindi si è in presenza di un “coro”). Il canto corale, a sua volta, può essere omofonico e polifonico. Il canto corale è omofonico quando tutti i componenti del coro eseguono la stessa melodia; è polifonico quando il coro è diviso in due o più gruppi che eseguono melodie diverse combinate armonicamente fra loro. Il canto corale viene anche distinto in due stili o modalità esecutive: “a cappella” (se non vi è alcun accompagnamento strumentale) e “concertante” (se il coro è accompagnato da uno o più strumenti). La musica strumentale viene distinta in: musica solistica, da camera e sinfonica. La musica è solistica quando suona un solo strumento; è da camera quando suonano poche persone (dal duo all’ottetto, cioè da due ad otto persone); è sinfonica quando suona un’orchestra (piccola, media o grande). Gli strumenti musicali vengono distinti in cinque grandi categorie: aerofoni, cordofoni, elettrofoni, idiofoni e membranofoni. Le voci vengono distinte in tre grandi categorie: a) voci maschili (tenori, baritoni e bassi); b) voci femminili (soprani, mezzosoprani e contralti); c) voci bianche (cioè la voce dei bambini fino alla muta della voce; soprani e contralti). ESERCITAZIONI PRATICHE: CON LO STRUMENTO RIPETERE LE SCALE STUDIATE: DO MAGGIORE, FA MAGGIORE, SOL MAGGIORE E LE RELATIVE MINORI (LA minore, RE minore e MI minore) RIPETERE CON LO STRUMENTO LE MELODIE STUDIATE.