ORIGINE della musica e degli STRUMENTI Da sempre la natura offre campionari di suoni e rumori significativi che possono andare dal canto soave di un usignolo, ai suoni forti di una tempesta, il vento che sibila tra gli alberi, la pioggia che scroscia sulla terra e il tuono che squarcia il cielo. Gli uomini primitivi, attenti ai fenomeni naturali e intimoriti dal fatto di non poterli controllare consideravano questi suoni come voci divine, e ben presto la musica venne ad avere una parte importante nei riti magici e religiosi delle comunità umane. Con i flauti fatti di canne più o meno lunghe si potevano emettere suoni simili al cinguettare degli uccelli, con i tamburi e i gong si imitavano i suoni più profondi o squillanti. Quando tuttavia parliamo di musica, intendiamo non solo l'emissione di suoni con la voce e gli strumenti, ma anche una qualche loro organizzazione. Può bastare un suono soltanto per avere della musica, ma ripetuto seguendo un "ritmo". La storia della musica è la storia dell'uomo. E' difficile definirne l'origine, ma si può affermare con certezza che fin dai tempi più remoti, in ogni continente l'uomo ha cominciato a produrre suoni. Lo ha fatto sfruttando dapprima gli strumenti più semplici da utilizzare e reperire, quelli che aveva, per così dire, sotto mano. Dunque la propria voce, innanzitutto. Ma anche il proprio corpo: pestare un piede a terra, battere le mani, schioccare le dita sono tutti segnali sonori che formano un vero e proprio linguaggio. Anche gli oggetti che popolano la vita quotidiana dell'uomo primitivo si rivelano eccellenti mezzi per produrre suoni e ritmi: un tronco d'albero scavato e percosso con mazze è un efficace tamburo, così come una pelle di animale tesa su un vaso; riempiendo zucche o noci di cocco di semi o piccoli sassi si ottengono sonagli; le ossa degli animali svuotate e fornite di fori laterali costituiscono i primi flauti; sottili strisce di scorza staccate da una canna di bambù e tese attraverso un telaio sono rudimentali strumenti a corde, da cui deriveranno l'arpa e la cetra. La storia degli strumenti musicali comincia da qui. Tutte le loro successive, lunghissime e multiformi evoluzioni partono da questi esemplari rudimentali, ma efficaci. IN EGITTO Già nel III millennio prima di Cristo la musica in Egitto aveva raggiunto un notevole sviluppo. Me­reruka, un faraone della VI dinastia, è rappresentato nella sua tomba disteso su un letto mentre ascolta la moglie che canta accompagnandosi con la cetra. Grandi conservatori delle loro tradizioni, gli Egizi mantennero in uso per secoli e secoli i primitivi canti rituali e le musiche che accompagnavano tutte le ricorrenze della corte del faraone e dei numerosi santuari. Dovevano essere composizioni molto delicate e profondamente evocative, essendo affidate essenzialmente alle arpe, alle cetre e ai flauti. Anche le trombe erano in uso, specialmente nell'esercito per dare i segnali. Nella tomba di Tutankhamon, XVIII dinastia, 1340 a.C., ne sono stati ritrovati vari esemplari, ancora in grado di suonare. IN GRECIA Narra la leggenda che Marsia, pastore della Frigia espertissimo suonatore di flauto al servizio della dea Cibele, osò sfidare il dio Apollo inventore della lira. La gara musicale fu vinta dal dio e per punizione il povero pastore venne scorticato vivo. Il racconto mette in luce il contrasto fra il suono sensuale del flauto che allietava le feste e i banchetti, e il suono spirituale della lira che invece accompagnava la poesia (detta appunto "lirica") e i racconti eroici. I Greci infatti davano alla musica un significato morale e la consideravano molto importante nell' educazione dei ragazzi. Secondo i diversi generi, essa poteva rafforzare la volontà e spingere alle azioni eroiche, o anche curare mali dell'anima come la tristezza e la depressione.iderata, anche presso gli Egizi, qualcosa di divino, sta il fatto che a occuparsene erano i sacerdoti.