Federico II di Svevia
Dal 1198 al 1216 fu papa
Innocenzo III il quale riteneva
che il sua autorità (potere
spirituale)
fosse
superiore
rispetto al Sacro Romano
Impero,
alle
monarchie
nazionali e ai comuni (potere
temporale).
Innocenzo III
voleva imporre la sua teocrazia
in Europa.
Enrico IV di Svevia intanto era
morto nel 1197 ma l’erede al
trono, il figlio Federico, aveva
solo tre anni. La madre,
Costanza d’Altavilla, devota
cristiana affidò la tutela sotto
la
protezione
di
papa
Innocenzo III. Egli lo allevò e
nel 1198 lo incoronò re di
Sicilia; nel 1215 iniziò una
guerra per la successione al
Sacro Romano Impero. Fu
incoronato nel 1220 da papa
Onorio III.
Dedicò le sue energie soprattutto nell’organizzazione
del regno in Sicilia, facendo molte concessioni ai
feudatari tedeschi nel Sacro Romano Impero. Federico
II si stabilì a Palermo e qui sviluppò un’intensa attività
culturale: alla sua corte affluivano studiosi e artisti.
Qui nacque la scuola siciliana, con i primi poeti che
scrissero in volgare italiano. Fondò l’Università di
Napoli (facoltà di giurisprudenza).
Federico II modernizzò lo stato con
un nuovo apparato burocratico
efficiente, togliendo privilegi alla
nobiltà e proteggendo le fasce
sociali più deboli. Nel 1231 emanò le
Costituzioni Melfitane in cui si
disponeva l’accentramento di tutti i
poteri
nelle mani del re, il
pagamento di una tassa per tutti i
sudditi e l’organizzazione di un
esercito reale.
Nel 1226 Federico II convocò una dieta a Cremona
per organizzare una crociata in Terra Santa, ma in
realtà voleva imporre la sua autorità sui comuni
italiani. Questi ultimi ricomposero la Lega Lombarda
ma papa Gregorio IX bloccò l’iniziativa e impose
l’organizzazione della crociata (la sesta 1228-1229).
Federico raggiunse un’intesa con i turchi: per dieci
anni i cristiani potevano recarsi a Gerusalemme.
Di fronte alle grandi ambizioni di Federico II i comuni
e la Chiesa presero paura e iniziarono una dura
opposizione: dal 1237 al 1249 ci furono duri scontri
con la Lega Lombarda. Nel 1250 Federico II morì e il
figlio Manfredi si fece incoronare re di Sicilia. Papa
Innocenzo IV chiese l’intervento del principe francese
Carlo D’Angiò perché lo sconfiggesse.
Nel 1266 nella battaglia di
Benevento
fu
sconfitto
Manfredi, che morì in battaglia:
Carlo d’Angiò così fu incoronato
dal papa re di Napoli e della
Sicilia. Il suo regno fu
caratterizzato dalla violenza
dell’esercito e dal peso delle
tasse: il lunedì di Pasqua del
1282 scoppiò una rivolta e gli
Angioini furono cacciati; erano i
Vespri Siciliani.
I nobili siciliani offrirono la
corona al re d’Aragona Pietro
III, genero di Manfredi: scoppiò
quindi la guerra del Vespro
(1282-1302). Al termine la
Sicilia passava sotto il controllo
degli
Aragonesi
(spagnoli)
mentre l’Italia meridionale
rimase sotto il controllo degli
Angioini (francesi). Nel 1442
tutta l’Italia meridionale passò
sotto
il
controllo
degli
Aragonesi.