3.3 Lo Stato pontifico e l’Italia meridionale Il pontificato di Innocenzo III 1186: ● Impero acquisisce il Regno di Sicilia (regno di carattere feudale costruito dai normanni, vassalli del papa, tra il 1059 e il 1150), grazie al matrimonio tra Enrico VI, figlio del Barbarossa, e Costanza d’Altavilla, ultima rappresentante della famiglia normanna degli Altavilla; ● Chiesa si sente accerchiata dall’Impero e minacciata nella propria autonomia e indipendenza. 1197: ● vuoto di potere nell’Impero per la morte di Enrico VI, che lascia come erede il figlio di tre anni Federico, re del Regno di Sicilia per diritto dinastico, ma non re di Germania, carica elettiva. 1198 ● è eletto papa Innocenzo III, che riprende la politica teocratica di Gregorio VII Innocenzo III: Sicut universitatis conditor, 30 ottobre 1198 (DS 767). Come Dio, creatore dell'universo, ha creato due grandi luci nel firmamento del cielo, la più grande per presiedere al giorno e la più piccola per presiedere alla notte, così egli ha stabilito nel firmamento della Chiesa universale, espressa dal nome di cielo, due grandi dignità la maggiore a presiedere -per così dire- ai giorni cioè alle anime, e la minore a presiedere alle notti cioè ai corpi. Esse sono l'autorità pontificia e il potere regio. Così, come la luna riceve la sua luce dal sole e per tale ragione è inferiore a lui per quantità e qualità, dimensione ed effetti, similmente il potere regio deriva dall'autorità papale lo splendore della propria dignità e quanto più è con essa a contatto, di tanto maggior luce si adorna, e quanto più ne è distante tanto meno acquista in splendore. Ambedue questi poteri hanno avuto collocata la sede del loro primato in Italia, il qual paese quindi ottenne la precedenza su ogni altro per divina disposizione. E perciò, se pure noi dobbiamo estendere l'attenzione della nostra provvidenza a tutte le province, tuttavia dobbiamo con particolare e paterna sollecitudine provvedere all'Italia, dove furono poste le fondamenta della religione cristiana e dove l'eccellenza del sacerdozio e della dignità si esalta con la supremazia della Santa Sede. Dirigere tutta la cristianità dal punto di vista politico, affermando il primato del papa sul potere temporale Stato pontificio (Patrimonio di san Pietro) stato centralizzato (?); assume alla morte di Costanza la reggenza in nome di Federico con l’obiettivo di separare la corona di Sicilia da quella imperiale; ● interviene nella scelta del nuovo imperatore, schierandosi prima Ottone IV di Brunswich e poi appoggiando la candidatura di Federico II a patto che la Corona di Sicilia rimanesse distinta da quella imperiale; ● impone il giuramento di fedeltà a numerosi regni europei (Portogallo, Aragona, Inghilterra) che diventano dunque suoi feudatari; ● dirigere la cristianità dal punto di vista religioso, affermando il primato del papa sulla Chiesa: ● impone un corretto comportamento al clero (lotta alla simonia, alla corruzione e al concubinato); ● vieta qualunque forma di interferenza laica nella nomina dei vescovi (cancellazione del Concordato di Worms); ● difende l’ortodossia cattolica dalle eresie: crociata contro gli albigesi nel 1209. Federico II di Svevia 1216: muore Innocenzo III 1220: Federico, re di Sicilia e di Germania, ● viene incoronato imperatore da Onorio III con la promessa di partire per la Terrasanta pena la scomunica 1228 - 1229 ● VI crociata: intesa diplomatica con il sultano del Cairo, delusione del papa e crociata contro lo stesso Federico risolta con la pace di Ceprano 1230. Ripresa della politica imperiale ● creare uno stato laico, forte, accentrato: ● riafferma il principio secondo cui l’imperatore è la fonte suprema del diritto tramite le Costituzioni melfitane (1231), pag. 104 I, 8: Dell’osservanza della pace e della conservazione della pace generale nel regno. …. Nessuno d’ora innanzi debba vendicare con la propria autorità le offese e i danni ricevuti o che gli dovessero essere arrecati, né esercitare rappresaglie né muovere guerra nel regno, ma secondo la regolare procedura giudiziaria porti la sua causa dinanzi al maestro giustiziere … 1,9: Di coloro che abbiano mosso guerra nel territorio del regno e della punizione. Il conte, il barone, il cavaliere e chiunque altro avrà mosso guerra nel regno abbia confiscati i suoi beni e sia punito con la morte. Chi poi avrà compiuto ruberie sia condannato alla perdita di metà di tutti i suoi beni. 1, 49: Che nessun prelato, conte o barone eserciti l’ufficio di giustiziere. Non vogliamo che nessuno usurpi ciò che spetta alla piena sovranità della nostra celsitudine (altezza). … proibiamo pertanto assolutamente ai prelati, ai conti, ai baroni alle locali università (comuni) di esercitare o conferire nelle proprie terre ad alcuno, perché lo eserciti, l’ufficio di giustiziere e ordiniamo che ci si rivolga ai giustizieri da noi nominati. Coloro che agiscono contro la presente nostra proibizione e che nominino o che si facciano nominare giustizieri, condanniamo alla confisca delle loro terre. 1, 50: Pene per le università che creino podestà o altri ufficiali. Poiché gli ufficiali da noi nominati, affinché ognuno possa avere giustizia nelle cause sia civili che penali, sono sufficienti, cessando l’illecita usurpazione verificatasi in alcune parti del nostro regno, ordiniamo che d’ora innanzi i podestà, i consoli non siano nominati da nessun potere locale e che nessuno, in forza di qualche consuetudine o per conferimento del popolo usurpi per sé alcuno ufficio o giurisdizione; e ordiniamo che in tutti i luoghi del regno vi siano ufficiali nominati soltanto dalla nostra maestà o per nostra delega; … pertanto qualunque università , che da ora in poi avrà nominato tali funzionari, sia condannata alla perpetua distruzione e tutti gli uomini suoi siano servi in perpetuo. Chiunque poi avrà tratto un qualche lucro dall’esercizio degli uffici sopra menzionati, che sia punito con la pena capitale. Cerca di imporre la propria autorità sull’Italia, considerata la vera sede dell’Impero ● scontrandosi così con i comuni, che temevano i di perdere la propria autonomia e con il papato 1237 - 1250 ● guerra contro i Comuni appoggiati dal papa guerra ● Italia comunale divisa tra guelfi (popolo grasso e popolo minuto) e ghibellini (magnati) – comune di popolo guerra dalle vicende alterne ● che si concluse nel 1250 con la morte improvvisa di Federico che segnò la fine del progetto universalistico imperiale.