Principali avversità delle piante orticole e difesa nel biologico Salvetti Martino Scopi dell’orticoltura biologica Lo scopo principale dell’orticoltura biologica è la produzione di alimenti vegetali sani ed equilibrati, senza impiego di sostanze chimiche di sintesi per la fertilizzazione e la difesa dai parassiti e dalle erbe spontanee competitrici (le “infestanti” dall’agronomia classica). Si tratta di un obiettivo ricco di stimoli sia per l’orticoltura professionale che per quella familiare, raggiungibile attraverso l’adozione di un nuovo ed articolato sistema colturale. Scopi dell’orticoltura biologica Per l'Agricoltura biologica è di fondamentale importanza il mantenimento e l'incremento della sostanza organica nel suolo, perché essa sostiene la biomassa vivente (batteri, funghi, alghe, protozoi, micro e mesofauna) e garantisce con la sua lenta mineralizzazione, operata senza sosta dai microrganismi, l’equilibrata nutrizione delle piante. Sono ancora poco conosciuti i complessi rapporti tra gli organismi viventi del suolo e le piante, ma è esperienza comune tra i produttori biologici, rilevare uno stato di generale benessere e resistenza alle patologie nelle piante coltivate in suoli equilibrati e ricchi di sostanza organica (almeno 2,5 - 3%). Scopi dell’orticoltura biologica Per mantenere e migliorare il livello di sostanza organica di un suolo e, in altre parole, la sua fertilità è ampiamente consigliato l’impiego di colture da sovescio, di letame compostato arricchito ed attivato con preparati di origine naturale (macerati, farine di alghe o di roccia), delle rotazioni con piante di diversa famiglia botanica e di apparato radicale con differenti caratteristiche, fittonante, profondo o fascicolato. Scopi dell’orticoltura biologica L’impiego di fertilizzanti organici di qualunque natura, in agricoltura biologica trova oggi un limite di legge (Reg.Ce 834/07 e 889/08) nella quantità massima di 170 kg/ettaro/anno di azoto somministrabile al terreno, comprendente anche la dose eventualmente derivata da una letamazione effettuata all’inizio dell’annata agraria. La normativa comunitaria inoltre ne prevede l’impiego soltanto in caso di comprovata necessità ed è per questo che, nella gran parte dei casi, l’uso è vincolato al rilascio di un’apposita autorizzazione da parte dell’organismo di controllo. Comunque sia, il letame, per quanto di difficile reperimento ed utilizzazione, rimane la sostanza organica di riferimento in tema di fertilizzazione. Difesa Avversità non parassitarie Avversità parassitarie perdita di oltre un terzo della produzione agricola potenziale mondiale NUTRIZIONE Disponibilità di calcio MALERBE INSETTI pioggia FUNGHI Nottue Umidità elevata Difesa Il nuovo Regolamento CE, che sostituirà, a breve, la Direttiva 91/414/CEE per l'immissione in commercio dei prodotti fitosanitari e la Direttiva sull'uso sostenibile agrofarmaci, che disciplinerà le modalità d'impiego dei fitofarmaci, si prefiggono l'obiettivo d'incentivare una difesa fitoiatrica a basso impiego di mezzi di lotta chimici, in sintonia con la crescente sensibilità dell'opinione pubblica per la sicurezza alimentare ed il rispetto dell'ambiente Difesa A partire dal 1° gennaio 2014 infatti devono essere applicati solamente sistemi di protezione integrata delle colture oltre, ovviamente, al metodo di produzione biologico. Risulta quindi evidente, che occorre promuovere l'uso "sostenibile" dei fitofarmaci privilegiando i mezzi biologici di difesa Difesa I l regolamento 2092/91 e successive modifiche consentono per la difesa dagli insetti, in caso di necessità riconosciuta, l’utilizzo di insetticidi di origine naturale come Piretro, Azadiractina, Spinosad, di oli bianchi e paraffinici, e saponi di potassio. E’ possibile inoltre impiegare mezzi tecnici come le trappole a feromoni per la cattura di massa o il monitoraggio degli insetti dannosi, oppure organismi antagonisti come insetti, acari, nematodi, batteri, funghi e virus, oggi disponibili in formulati che ne consentono un agevole impiego. Difesa Contro i funghi parassiti è necessaria un’attenta prevenzione volta ad evitare il verificarsi delle condizioni che ne favoriscono lo sviluppo, tuttavia è consentito l’impiego del rame (max 6 kg/ettaro/anno di rame metallo) nei suoi diversi formulati – poltiglia bordolese, ossicloruri e idrossidi - e dello zolfo, bagnabile o in polvere, unitamente ad attivatori delle difese naturali della pianta come Propoli di api ed estratti di alghe, bicarbonato di sodio e argille. Di difficile impiego, quali coadiuvanti nella difesa dai parassiti su ampie superfici, sono i macerati ed i decotti di diverse piante, anche se oggigiorno diversi preparati erboristici a base di aglio, equiseto, assenzio, ortica ne facilitano l’impiego pratico. Avversità non parassitarie CARENZE DI ELEMENTI NUTRITIVI Carenza di ferro su fragola Carenza di molibdeno su foglie di bietola CARENZE DI ELEMENTI NUTRITIVI Marciume apicale del pomodoro Scatolatura dei frutti Avversità parassitarie VIRUS Virus CMV Nanismo del pomodoro Marciume necrotico della lattuga COME CONTROLLARE LE MALATTIE DI ORIGINE VIRALE ? -UTILIZZARE SEMENTE E IN GENERALE MATERIALE DI PROPAGAZIONE SANO -MANTENERE IN SANITA’ QUESTO MATERIALE: -CONTROLLO DEGLI INSETTI VETTORI DEI VIRUS (AFIDI, COCCINIGLIE, COLEOTTERI, ALEURODIDI) -EVITARE LA TRASMISSIONE DA PARTE DEI NEMATODI (ARTROPODI DEL TERRENO) Avversità parassitarie BATTERI Cancro batterico del pomodoro Maculatura batterica del pomodoro BATTERI Necrosi del midollo del pomodoro BATTERI Gamba nera della patata Marciume anulare della patata COME CONTROLLARE LE MALATTIE DI ORIGINE BATTERICA? -UTILIZZARE SEMENTE SANA E CERTIFICATA -ADOTTARE AMPIE ROTAZIONI COLTURALI (3-4 ANNI) -ELIMINARE LE PIANTE INFETTE (E NON INTERRARLE!!) -UTILIZZARE PRODOTTI RAMEICI -NON ECCEDERE CON LE CONCIMAZIONI AZOTATE -NON ECCEDERE CON LE IRRIGAZIONI -EVITARE I RISTAGNI IDRICI -DISINFEZIONE (PER ALCUNE) DELLE ATTREZZATURE Avversità parassitarie FUNGHI Cercospora della bietola Botrite della cipolla FUNGHI DELL’APPARATO AEREO Oidio delle cucurbitacee Peronospora del pomodoro FUNGHI DEL TERRENO Peronospore: diverse specie del patogeno colpiscono pomodoro, patata, cucurbitacee, basilico, lattuga, cipolla La peronospora è favorita da pioggia e umidità ambientale Importante la rotazione colturale Eliminazione dei residui colturali a fine ciclo Trattamenti con prodotti rameici in tutti i loro formulati; trattamenti in numero variabile a seconda della pressione della malattia e dilavamenti Evitare di bagnare la parte aerea durante le irrigazioni Prevenzione e difesa dal mal bianco Questa malattia è favorita da periodi e microclimi umidi e ventilati Eliminazione e interramento dei residui colturali a fine ciclo, dove rimangono le forme di svernamento Trattamenti con prodotti a base di zolfo (da ripetere a seguito del dilavamento)o AQ 10 (preparato a base del fungo antagonista Ampelomyces quisqualis) Attenzione: lo zolfo è fitotossico per le cocurbitacee (Zucca, zucchino, melone, anguria ecc.) Prevenzione e lotta dalle malattie fungine del terreno Queste malattie radicali sono favorite dagli eccessi idrici nel terreno Eliminazione dei residui colturali a fine ciclo (compostaggio lungo, per far si che la sostanza organica si trasformi in humus) Adottare rotazione colturale, per far si che le stesse piante ritornino sullo stesso appezzamento dopo 56 anni La rotazione deve prevedere il susseguirsi di piante appartenenti a famiglie diverse botaniche per evitare che i patogeni si specializzino Somministrare prodotti a base di funghi antagonisti Come evitare o limitare le infezioni fungine • impiegare tuberi-seme sani e certificati secondo la normativa vigente; • scegliere varietà resistenti o, comunque, meno suscettibili; • eliminare tutti i residui della coltura precedente; • adottare distanze di semina adeguate alle condizioni pedo-climatiche ed alle caratteristiche varietali; • adottare idonee sistemazioni del terreno o il drenaggio, in modo da evitare i ristagni idrici; • eseguire concimazioni ed irrigazioni equilibrate; • evitare l'irrigazione per aspersione; Patata Peronospora Phythophthora infestans Sulle foglie: macchie sulla pagina superiore dapprima pallide che imbruniscono e poi disseccano, in corrispondenza delle quali, sulla pagina inferiore, compare un'efflorescenza bianca. Condizioni predisponenti Piogge, elevata umidità relativa con formazione di nebbie o rugiade e conseguente bagnatura fogliare di almeno 2-3 h, in concomitanza di temperature comprese tra i 10 ed i 25° C. Sugli steli: macchie analoghe con perdita di turgescenza fino a che il fusto non si spezza. Sui tuberi: maculatura grigio- bluastra o bruna in corrispondenza della quale la superficie s'infossa (Marciume secco). Se i tuberi sono conservati in ambienti umidi e subiscono lesioni s'instaurano marciumi molli per cui il tubero si trasforma in una massa fetida da cui geme un liquido dove si sviluppano altri batteri e funghi. Il marciume si diffonde ai tuberi sani. Peronospora: difesa con metodo BIOLOGICO Epoca e modalità Agronomico • utilizzare tuberi-seme sani e certificati ai sensi della normativa fitosanitaria vigente; • scegliere varietà poco suscettibili; • adottare opportune distanze di semina; • effettuare concimazioni equilibrate; • evitare le irrigazioni eccessive e soprachioma; • essiccare la parte aerea prima della raccolta. Prodotti ammessi Note •rame (solfato, idrossido, ossicloruro) Max 6 Kg/ha/anno effettuare trattamenti preventivi quando sussistono le condizioni ambientali favorevoli all’infezione (piogge, nebbie persistenti, elevata umidità relativa e temperature comprese tra 10 e 25° C). Scabbia polverulenta Spongospora subterranea La malattia, provocata da un fungo, si manifesta con piccoli rilievi della buccia, quasi circolari, che si rompono formando piccole pustole rotondeggianti od anche irregolari, ma raramente angolose, a bordo rialzato arrotondato. Il fondo di tali pustole è pieno di una fine polvere bruna-rugginosa, o bruna- scura, costituita dalle spore del fungo e dai resti del tessuto distrutto. Nei terreni sciolti la problematica è maggiore Usare varietà meno sensibili (la Kennebeck è la più sensibile) Lavorare in profondità il terreno rivoltando bene la zolla Rotazione colturale Evitare residui colturali Pomodoro MALATTIE FUNGINE Peronospora del pomodoro Septoriosi del pomodoro MALATTIE FUNGINE Alternariosi del pomodoro Rimedi: rame (nelle diverse forme: ossicloruro, idrossido o solfato) Oidio Rimedi: zolfo. Attenzione: lo zolfo può essere fitotossico per le cucurbitacee a elevate temperature Avversità parassitarie Parassiti vegetali PIANTE SUPERIORI PARASSITE PIANTE SUPERIORI INFESTANTI Avversità parassitarie Parassiti animali NEMATODI Nematodi Sono chiamati anche «vermi cilindrici» perché presentano un corpo cilindrico a sezione trasversale circolare, differendo dai platelminti che presentano uno schiacciamento dorso-ventrale Producono danni alle radici sulle quali producono tubercoli e malformazioni Possono trasmettere virosi Per scongiurare gli attacchi di nematodi si consigliano rotazioni colturali ampie Avversità parassitarie Parassiti animali INSETTI INSETTI COME POSSONO DANNEGGIARE LE NOSTRE COLTURE? Insetti che masticano INSETTI e altri artropodi COME POSSONO DANNEGGIARE LE NOSTRE COLTURE? Insetti che pungono e succhiano Danno diretto Trasmissione di virus Elateridi o “ferretti” Agriotes spp. I ferretti sono le larve, di forma cilindrica allungata (circa 25 mm) e colore arancione, di diverse specie di Elateridi, una famiglia appartenente all’ordine dei Coleotteri. Il ciclo dell’insetto Danni: tutte le colture a semina primaverile o a sviluppo primaverile (grano, avena, mais, barbabietole, insalate ecc.) sono soggette all’attacco dei ferretti. La prima manifestazione di questo tipo di attacco è data dall’ingiallimento della fogliolina centrale. Le piantine vengono poi troncate e nei casi gravi occorre riseminare o ripiantare. Questi insetti per completare il loro ciclo biologico sono favoriti sia dai terreni umidi che dalle poche lavorazioni. Pertanto, si può affermare che periodi siccitosi sono sfavorevoli al pullulare massivo delle popolazioni e, al contrario, coltivazioni poco lavorate (prati ed alcune foraggere) ne favoriscono il ripopolamento. Favoriscono inoltre gli Elateridi, i terreni torbosi o comunque ricchi di sostanza organica, i ristagni idrici ed un prolungato inerbimento dei suoli anche da una flora infestante. Queste considerazioni sono alla base delle scelte di rotazione che devono gestire il susseguirsi delle coltivazioni, specialmente con specie recettive. Si consiglia, dunque, di effettuare rotazioni ampie, evitare la monosuccessione e non coltivare la patata dopo prati, medicai, altre foraggere, incolti, frutteti e vigneti inerbiti, nei terreni che hanno ricevuto abbondanti concimazioni con letame e nei terreni in cui nell'anno precedente si sono verificati danni da Elateridi Possibile l’utilizzo del fungo antagonista Beauveria bassiana dosaggio Modalità applicazione note patata 2-3 l/ha Alla semina Localizzare sul solco di semina. E’ possibile effettuare un trattamento supplementare alla rincalzatura carota 3 l/ha Pre-semina A pieno campo Pomodoro, peperone, melanzana 2-3 l/ha Post trapianto Localizzato in fertirrigazione Grillotalpa Gryllotalpa gryllotalpa Adulto: lunghezza da 35 a 60 mm Capo affusolato munito di due corte antenne Torace sclerificato Addome terminante in due cerci Zampe anteriori corte e massicce atte a scavare La forma giovanile è simile all’adulto ma priva di ali e di dimensioni inferiori. Comunissima nei terreni smossi, ben lavorati e ricchi di humus. Compie una generazione ogni due anni Attacca, per cibarsene, semi, radici, bulbi, tuberi, larve di altri insetti terricoli. E’ dannoso per tutte le orticole e anche per le ornamentali. Un rimedio naturale contro il grillotalpa può essere quello di posizionare, lungo i bordi del terreno, una bottiglia di plastica tagliata a metà e riempita di pezzi di ortaggi o di birra. La trappola va coperta con una tegola per impedire che vi entri la pioggia e per creare oscurità. Dopo alcuni giorni, attirati dai residui organici della bottiglia, i grillotalpa vi finiranno dentro. A questo punto li si potrà bruciare, distribuendo sul terreno la cenere ottenuta. I resti degli insetti bruciati rappresentano delle tossine per i grillotalpa, che si terranno alla larga dalla zona “contaminata”. (Rimedio biodinamico) Inoltre si può effettuare una lotta preventiva cercando di distruggere tramite lavorazione del terreno tra maggio e giugno i nidi dove vengono deposte le uova. Maggiolino Melolontha melolontha Adulto: forma robusta e massiccia Antenne composte da 10 articoli Torace nero, elitre marroni con coste longitudinali e addome appuntito La forma giovanile è una larva che vive nel terreno Il ciclo dell’insetto Melolontha melolontha: larva Melolontha melolontha: adulto DIFESA Reti che impediscono lo sfarfallamento dell’insetto adulto Fungo antagonista: fungo entomopatogeno Beauveria brongnartii, da interrare nel terreno (consigliata solo su superfici significative). Lavorazioni del terreno, che danneggiano le larve e/o le portano in superficie rendendole facile preda di uccelli e altri animali. Larve di maggiolino, oziorinco, elateridi, nottue, sciaridi. I terreni periodicamente lavorati sono in genere molto infestati da larve terricole; per questo motivo è bene non mettere a dimora piante orticole dove l’anno precedente c’era prato. Insetticidi naturali a base di fughi o nematodi entomopatogeni possono contenere le popolazioni di questi insetti Ditteri (Mosche) Larva mosca sedano Danni su sedano Pupe mosca sedano Si può utilizzare un insetticida a base di Azadiractina, estratto dalla pianta del neem o Azadirachta indica. Nota da oltre duemila anni per i suoi impieghi medicamentosi e come insetticida. Fu il tedesco Schmutterer, nel 1959, durante una spedizione in Sudan organizzata allo scopo di studiare le locuste, a notare come queste risparmiavano solo l'albero del Neem. L'azadiractina e gli altri limonoidi possiedono un’interessante attività insetticida, svolta con differenti meccanismi di azione, il principale dei quali consiste in un effetto chitino inibitore che si manifesta con un'azione juvenizzante simile a quella degli insetticidi IGR di sintesi, oltre alla repellenza e alla fagodeterrenza. In alcune specie fitofaghe, come la Dorifora della patata, è stata anche accertata una riduzione della fecondità delle femmine adulte. Questi prodotti non possiedono quindi alcun effetto abbattente, agiscono principalmente per ingestione e per contatto e possiedono una comprovata attività sistemica, particolarmente interessante nelle applicazioni per fertirrigazione. Lepidotteri (nottue, cavolaie ecc.) Uova, larva, crisalidi e adulto di cavolaia: Pieris brassicae Insetticidi microbiologici a base di Bacillus thuringiensis Il Bacillus thuringiensis (B.t.) è un batterio, presente in natura nel suolo, in grado di produrre tossine che portano a danni irreparabili negli insetti. Il B.t è considerato ideale per la gestione delle infestazioni a motivo del la sua specificità d’azione nei confronti degli infestanti e perché privo di tossicità nei confronti dell’uomo e dei nemici naturali dei parassiti di numerose coltivazioni. Vi sono differenti ceppi di B.t. ciascuno dotato di una specifica tossicità nei confronti di un particolare gruppo di insetti: B.t. aizawai(B.t.a.) è utilizzato negli alveari, contro le larve della falena della cera; B.t. Israelensis (B.t.i), presente nel formulato TURBAC C è efficace contro le zanzare, simulidi e chironomidi; B.t. kurstaki B.t.k.), presente nel formulato BOLAS controlla numerose specie di lepidotteri. I mangiatori di insetti nel mondo si dividono in tre categorie: chi li mangia come forma di alimentazione di sussistenza (tribù di raccoglitori dell'Africa o dell'Amazzonia), chi ne ha fatto una delicatezza (primi fra tutti i thailandesi) oppure chi, come la maggior parte di noi occidentali, li mangia senza neanche rendersene conto: nella conserva di pomodoro o nelle verdure bio. Cimici dei cavoli e delle solanacee Eurydema ornata, oleracea ecc. Il ciclo dell’insetto I danni sono causati dalle punture di suzione sia degli adulti sia delle forme giovanili. Possono essere controllate con insetticidi a base di piretro naturale Il piretro e le piretrine naturali sono estratte dai fiori di alcune piante appartenenti al genere Chrysantemum. Hanno un'azione abbattente immediata nei confronti di tutti gli insetti ed una scarsissima persistenza nell'ambiente (a 48 ore dal trattamento non si trovano residui); non sono tossiche per l'uomo. I prodotti a base di piretro vanno usati preferibilmente verso sera perché le piretrine sono fotolabili, cioè si dissolvono con la luce. Sono più efficaci se la soluzione è leggermente acidificata con acido citrico, aceto o succo di limone. La vegetazione trattata va bagnata abbondantemente. Piretro e piretrine sono insetticidi ad ampio spettro, pertanto dannosi all’entomofauna utile. Usare un preparato a base di pezzetti di sapone di marsiglia sciolti in acqua bollente, circa 20 g/litro , spruzzando a freddo. Raccolta manuale ed eliminazione Dorifora della patata Leptinotarsa decemlineata Il ciclo dell’insetto RIMEDI Occorre intervenire quando si vedono le ovature sulla pagina superiore delle foglie, indicativamente 25 ovature, o alla schiusura delle prime uova. Difesa: E’ possibile la lotta biologica con il Bacillus thuringiensis var. Kurstaki. RACCOLTA MANUALE DELLE LARVE E DEGLI ADULTI ED ELIMINAZIONE Afidi della patata, dei fagiolini ecc. Gli afidi sono diverse specie; si tratta di insetti ad apparato boccale pungente succhiante, che possono provocare danni diretti (suzione dei succhi cellulari e conseguente appassimento di parti della pianta), e danni indiretti legati alla trasmissione di virus Soglia di intervento: - per gli afidi neri (genere Aphis): intervenire se si supera il 30% di piante infestate; - per gli altri afidi: intervenire se si raggiunge la soglia del 5-6% di piante con presenza di colonie; - in caso di riscontro nel campo o nelle vicinanze di piante con sintomi virali, la soglia di intervento per le specie afidiche vettrici di virus si abbassa alla sola presenza. Principi attivi consigliati: piretro o azadiractina Il controllo degli afidi può basarsi sull’utilizzo di insetticidi di origine naturale come piretro, azadiractina, ammessi in agricoltura biologica. E’ opportuno limitare le concimazioni azotate Intervenire con una strategia preventiva per evitare di eliminare troppi insetti utili. Afidi (pidocchi) Tripidi Contro i tripidi si può utilizzare anche lo Spinosad Spinosad è una sostanza attiva ad azione insetticida. E’ una miscela di due metaboliti ottenuti durante il processo di fermentazione innescato da un batterio naturalmente presente in alcuni terreni, la Saccharopolyspora spinosa. Si tratta quindi di una sostanza di origine naturale che, pur presentando un profilo ambientale estremamente favorevole, ha uno spettro di azione paragonabile a quello di un tradizionale prodotto fosforganico ed include Lepidotteri, Ditteri, Imenotteri, Sifonatteri, Tisanotteri ed alcuni Coleotteri. Spinosad, nei suoi vari formulati, viene attualmente utilizzato nel controllo degli insetti parassiti delle colture agricole sia in pieno campo che in serra, dei campi sportivi, dei giardini e delle aree circostanti le , insetticida biologico Altre avversità parassitarie ACARI Avversità parassitarie MOLLUSCHI Elicidi (chioccole) Limacidi (lumache) Molto nocivo è Agriolimax agrestis (3-7 cm), con corpo sottile e allungato, colore grigio-rossastro o nerastro con punteggiature nere sul dorso. Presenta numerose deposizioni, fino a 500 uova all'anno, e divora qualsiasi tipo di pianta. Avversità parassitarie ANIMALI SUPERIORI Talpe: sono Roditori insettivori: si nutrono di lombrichi, larve di insetti, piccoli animali, scavando gallerie con le robuste zampe anteriori vicino alla superficie del terreno, e danneggiando in occasionalmente le radici delle piante che si trovano lungo il percorso. La loro presenza è rilevabile dall'esterno per i cumuli di terreno scavato nei fori di apertura. Vivono nel terreno da cui emergono solo per brevi periodi, e sono attive in tutte le stagioni, tranne d'inverno. Le più comuni sono la Talpa europaea, lunga circa 15 cm, e la Talpa coeca, più piccola e completamente cieca. Cosa fare? Zolfo esente da selenio Carburo di calcio Inserire nelle buche e bagnare Le arvicole (topi campagnoli) sono mammiferi Roditori di piccole dimensioni che scavano gallerie con piccoli fori di apertura evidenziati sul terreno.Le piantine dopo il trapianto presentano danni nelle radici durante lo scavo delle gallerie, erosioni delle foglie o recisioni all'altezza del colletto (le piante troncate vengono trascinate nelle tane) I danni sono causati soprattutto dalla diffusa arvicola Pitymys savii, di piccole dimensioni (6-7 cm) e di colore bruno-rossastro Fisiopatie SUBEROSI POLIGONALE CUORE NERO Provocata da sbalzi idrici Provocata dalla permanenza dei tuberi in ambiente asfittico (in campo o se le patate sono raccolte in mucchi) Carenze di elementi nutritivi Carenza di fosforo Carenza di potassio Carenza di magnesio Carenza di potassio Carenza di calcio Calcio carenza - Innaffiare in modo regolare evitando di alternare periodi in cui il terreno è asciutto con altri in cui è eccessivamente umido. - Concimare moderatamente e non esagerare con il potassio che potrebbe ridurre l’assorbimento del calcio. - Garantire sostanza organica che aiuti ad equilibrare e mantenere l’umidità del terreno - Pacciamare soprattutto quando le temperature sono molto alte in modo da evitare un’eccessiva evapotraspirazione. I principi base per l’utilizzo degli antiparassitari COMPOSIZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI PRINCIPIO ATTIVO è la sostanza che svolge l’attività biologica specifica COADIUVANTI o COFORMULANTI facilitano la distribuzione e l’assorbimento del principio attivo SOSTANZE INERTI effettuano una prima diluizione del prodotto PRODOTTI FITOSANITARI Classificazione in base: • all’organismo bersaglio • alla localizzazione sulla vegetazione • alla modalità di azione CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI INSETTICIDI Rispetto all’organismo bersaglio ACARICIDI FUNGICIDI o ANTICRITTOGAMICI ERBICIDI o DISERBANTI CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI DI COPERTURA Rispetto alla localizzazione sulla vegetazione CITOTROPICI SISTEMICI CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI Rispetto alla modalità di azione FUNGICIDI PREVENTIVI CURATIVI CLASSIFICAZIONE DEI PRODOTTI FITOSANITARI Rispetto alla modalità di azione INSETTICIDI e ACARICIDI CONTATTO ASFISSIA INGESTIONE L’etichetta dei PRODOTTI FITOSANITARI Le FRASI DI RISCHIO PER L’AMBIENTE - N R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici. R51 Tossico per gli organismi acquatici. R52 Nocivo per gli organismi acquatici. R53 Può provocare a lungo termine effettivi negativi per l'ambiente acquatico. R54 Tossico per la flora. R55 Tossico per la fauna. R56 Tossico per gli organismi del terreno. R57 Tossico per le api. R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l'ambiente. R59 Pericoloso per lo strato di ozono. Pericoloso per l’ambiente Classificazione attuale secondo CEE Simbolo Vecchia classificazione Molto tossico ( T+ ) Tossico ( T ) I classe Nocivo ( Xn ) II classe Irritante ( Xi ) III e IV classe Non classificato Pericoloso per l’ambiente ( N ) Nessun simbolo III e IV classe TEMPO DI CARENZA Il tempo minimo, in giorni, che deve trascorrere dall’ultimo trattamento alla raccolta (non il consumo). Nei trattamenti post-raccolta è il tempo minimo, in giorni, che deve trascorrere dall’ultimo trattamento alla commercializzazione. TEMPO DI CARENZA Dipende dalle caratteristiche chimiche del principio attivo e dalla coltura su cui è impiegato, NON DALLA CLASSE TOSSICOLOGICA. Classe tossicologica Principio attivo Tempo di carenza MANCOZEB 28 gg Xi DELTAMETRINA 3 gg per melo, vite, … 15 gg per soia Xn CARBARYL 7 gg Xn METHOMYL 14 gg per lattuga 10 gg per vite, melo, … T+ TEMPO DI CARENZA In caso di miscelazione di più prodotti, il tempo di carenza della miscela E’ QUELLO DEL FITOFARMACO CON TEMPO DI CARENZA PIU’ LUNGO. Tempo di carenza: Tempo di carenza: 15 gg 21 gg Tempo di carenza della miscela: 21 gg NON TUTTI GLI INSETTI E ACARI SONO NOCIVI Impollinatori INSETTI UTILI Predatori di specie nocive Parassitoidi di specie nocive ACARI UTILI I predatori I fitoseidi: acari utili Ragnetto rosso dei fruttiferi Phytoseiulus persimilis: suo predatore naturale E’ possibile incrementare la presenza di fitoseidi nel frutteto mediante l’impiego di fascine di sambuco e bagolaro (Celtis australis) che ne ospitano numerose colonie. Crisopa (Chrysoperla carnea) E’ un neurottero crisopide, predatore allo stato di larva. Pur essendo polifago, viene allevato e utilizzato con lanci specifici soprattutto per la lotta biologica contro gli afidi che infestano le colture protette (serre). Uova di Crisopa Larva di Crisopa Adulto di Crisopa Ditteri sirfidi Larva di Sirfide mentre solleva e preda un afide Adulto di Sirfide Coccinelle predatrici di afidi Questi insetti predatori svolgono un ruolo di primaria importanza nel contenimento delle popolazioni degli afidi: valorizzare la loro azione rappresenta uno dei fondamenti della lotta integrata. Adulto di Adonia variegata Ovatura di coccinella su medica Larva di coccinella Crisalide di coccinella I parassitoidi degli afidi La maggior parte dei parassitoidi di afidi sono Imenotteri inclusi nelle famiglie Aphelinidae (Chalcidoidea) e Braconidae (Ichneumonoidea) Le femmine degli afidiini introducono un uovo nella vittima mediante l’ovopositore, piegando l’addome sotto il torace e tra le zampe. Le larve che fuoriescono dalle uova si nutrono del corpo dell’ospite e lo svuotano; lo mummificano e successivamente lo rivestono di seta per assicurare una protezione alla pupa. Al termine del ciclo l’adulto sfarfalla dalla mummia, praticando un foro perfettamente circolare. Imenottero afidiino nell’atto di parassitizzare un afide. Afidiino nell’atto di sfarfallare da una mummia di afide parassitizzato. Calosoma sycophanta Coleotteri carabidi Adulto di coccinella Larva di coccinella Adulto di Crisopa Uova di Crisopa Larva di Crisopa