1. I deuterostomi condividono molte caratteristiche embriologiche e strutturali. Saranno ora passati in rassegna gli organismi animali appartenenti alla linea evolutiva dei deuterostomi che, come abbiamo visto precedentemente, presentano caratteristiche di sviluppo diverse, se non alternative, rispetto ai protostomi. Nel corso di questa trattazione verranno messe in risalto le fasi critiche della filogenesi dei vari gruppi appartenenti a questa fondamentale categoria sistematica. Tali punti cruciali dell'evoluzione dei deuterostomi saranno correlati ai cambiamenti delle strategie alimentari e a quelli di tipo ecologico (cioè relativi all'habitat). In rapporto ai meccanismi di alimentazione, verranno trattati in modo dettagliato i processi evolutivi che hanno coinvolto gli apparati specializzati per l'assunzione del cibo. I deuterostomi. Alcune Tra tutti i gruppi riferibili ai deuterostomi verranno descritti il phylum degli Echinodermi (▶figura 1) e quello dei Cordati (▶figura 2), una categoria sistematica di grandissimo rilievo per l'ampio spettro adattativo che specie possiedono un corpo segmentato, sebbene i singoli segmenti siano meno evidenti rispetto a quanto si osserva negli anellidi e negli artropodi. I due phyla più importanti della linea evolutiva dei deuterostomi sono gli Echinodermi e i Cordati. la caratterizza e per il fatto di comprendere la nostra specie. I caratteri embriologici essenziali dei deuterostomi sono i seguenti: lo sviluppo dell'uovo è di tipo sostanzialmente regolativo ; il blastoporo da origine all’ano mentre la bocca si forma all’estremità opposta rispetto al blastoporo; il celoma si forma di mesoderma che a si partire separano da tasche dalla cavità della gastrula (enterocelia), invece che per scissione del mesoderma (schizocelia), come avviene nei protostomi. Gli stretti rapporti evolutivi tra echinodermi e cordati (i due phyla più importanti dei deuterostomi) sono accertati anche dalle analisi genetiche; infatti le sequenze del DNA di molti geni indicano una loro Figura 1. Un Echinoderma: il riccio di mare. Gli Echinodermi sono animali acquatici, esclusivamente marini dotati di uno scheletro dermico di materiale calcareo. Da adulti presentano simmetria radiale ma questa condizione può essere considerata secondaria in quanto le larve di questi animali presentano simmetria bilaterale. comune discendenza. Difficilmente riconducigli a un progenitore comune (i primi fossili sono già riferibili alle principali linee del gruppo), i organizzativo deuterostomi rivelano fondamentalmente un simile, piano basato sulla presenza di tre foglietti embrionali e di cavità celomatiche ben definite. Per quanto non così ricchi in numero di specie come i protostomi, i deuterostomi rivelano una maggiore varietà di piani strutturali. Tutti i deuterostomi sono celomati, triblastici e provvisti di endoscheletro. Figura 2. Un Cordato: la rana. I Cordati si sono diversificati notevolmente e tra essi, i Vertebrati sono quelli che hanno colonizzato praticamente tutti gli ambienti del pianeta. 2. Gli Echinodermi: deuterostomi a simmetria radiale con rivestimento spinoso e scheletro interno. Di regola la simmetria bilaterale è associata ad abitudini di vita che prevedono attivi movimenti, mentre la simmetria raggiata è tipica di organismi sessili o, al più, mediocremente mobili. Tra i deuterostomi è comunque presente un numero notevole di organismi di grande successo evolutivo, che combinano la simmetria raggiata con peculiari adattamenti motori. I caratteri Echinodermi. distintivi degli hanno messo a punto un elaborato scheletro superficiale (dermascheletro) a base di sali di e muscoli. Un'ulteriore, notevole specializzazione è rappresentata dall'idrocele, un derivato del celoma (per lo più del mesocele), che consente loro di modificare la forma del corpo e di compiere movimenti. L'idrocele comprende una serie di canali che dispongono di estensioni terminali definite pedicelli ambulacrali, devolute alla locomozione, all'alimentazione e agli Le cinque classi degli Echinodermi. calcio (prevalentemente calcarei), rivestito da tessuti molli: tegumento spinta di strutture muscolari specializzate, in particolare di quelle associate ai pedicelli. Questo phylum comprende organismi molto complessi che dermico L'acqua dell'idrocele è mantenuta in movimento, grazie alla scambi respiratori. L'acqua marina penetra nell'idrocele tramite un sistema di pori in corrispondenza della placca madreporica, La documentazione fossile sugli echinodermi è notevole: se ne conoscono 17 classi estinte e 5 tuttora esistenti; 6000 sono le specie attualmente viventi alle quali se ne devono aggiungere altre 13 000 fossili, per altro rappresentative solo di una parte di quelle scomparse. Quasi tutte le specie prevedono una fase larvale caratterizzata da un individuo ciliato a simmetria bilaterale (▶figura 4), il quale vive nello zooplancton prima di acquisire abitudini sedentarie e metamorfosare, trasformandosi nell'adulto a simmetria raggiata. che in alcune specie è in connessione con un canale con decorso anulare che circonda l'esofago. Da questo canale anulare si dipartono altri canali, definiti radiali, uno per ognuno delle braccia ambulacrali. Con questo termine si indicano le caratteristiche appendici che, in alcuni gruppi di echinodermi, garantiscono i movimenti sul substrato con il concorso dei pedicelli connessi ai canali radiali (▶figura 3). Figura 4. La larva degli Echinodermi è dotata di simmetria bilaterale. Questa curiosa “candela” è una larva di Luidia ciliaris, una delle tante specie di stelle marine. Il phylum degli Echinodermi viene suddiviso in due subphyla: i pelmatozoi e gli eleuterozoi. I due sub-phyla sono distinguibili in base alla struttura dell'idrocele e al numero delle appendici del corpo. I pelmatozoi comprendono la classe dei Crinoidei, gli Figura 3. Le caratteristiche degli echinodermi. eleuterozoi comprendono le restanti classi: Ofiuroidei, Una visione dorsale della stella marina illustra lo scheletro Asteroidei, Echinoidei ed Oloturoidei. interno calcificato e il sistema vascolare acquifero composto dai canali acquiferi e dai pedicelli ambulacrali. I crinoidei: i gigli di mare. Nei Crinoidei, l’unica classe di pelmatozoi, il lofoforo ha subito, al pari delle altre parti del corpo, un processo di calcificazione. Attualmente ne sopravvivono solo due gruppi: i pentacrinidi e gli antedonidi, per non più di 80 specie. I pentacrinidi (▶figura 5) vengono definiti gigli di mare Figura 6. Gli antedonidi sono simili ai gigli di mare. per la loro forma; vivono ancorati al substrato tramite un Antedon peduncolo che è flessibile, in quanto il suo scheletro mediterraneo. mediterranea, una specie molto diffusa nel calcareo è formato da dischi. Al peduncolo segue la porzione espansa del corpo, simile a una coppa, dalla quale si dipartono da cinque a centinaia di braccia (di regola il numero è comunque multiplo di cinque). Le braccia presentano uno scheletro articolato e dunque possono piegarsi. Ogni braccio è percorso da un Gli ofiuroidei: le stelle serpentine. Gli ofiuroidei comprendono le cosiddette stelle serpentine (▶figura 7) che ricordano i crinoidei liberi per la presenza di appendici flessibili, poiché le placchette calcaree dell'endoscheletro risultano reciprocamente articolate. solco che porta sui due lati una serie di pedicelli corredati da elementi cellulari secernenti muco. Il meccanismo di acquisizione del cibo prevede la cattura di particelle alimentari o di minuti organismi tramite i pedicelli; il cibo è quindi trasferito al solco e di qui alla cavità orale grazie al movimento di un epitelio ciliato. I pedicelli servono anche agli scambi gassosi e all'escrezione. Figura 5. I Pentacrinidi sono definiti gigli di mare. I Pentacrinidi vengono spesso definiti “gigli di mare”. Figura 7. Gli Ofiuroidei vengono definiti stelle serpentine. In alto, Ophiura ophiura presenta cinque braccia allungate ed è Gli antedonidi (▶figura 6) sono simili ai gigli di mare, a parte l'assenza del peduncolo e la presenza di braccia flessibili e piumose. Essi utilizzano le loro braccia per per questo serpentine”. che gli Ofiuroidei vengono definiti “stelle In basso, una stella serpentina nelle mani di un ricercatore viene confrontata con una stella marina che si vede sullo sfondo. nutrirsi, ma anche per ancorarsi al substrato, per spostarsi su questo e per nuotare. Durante il movimento vengono agitate le braccia, che sono sempre cinque anche se provviste di rami, e in certi casi anche i pedicelli sono coinvolti nel movimento. Come braccia e spingendo nel senso dell'apertura le due valve, caratteristica anatomica peculiare, gli ofiuroidei presentano gli asteroidei possono alla lunga rendere i muscoli del una sola apertura del canale digerente, attraverso la quale mollusco totalmente esausti e scardinare dunque la pur essi assumono il cibo, particelle del sedimento presenti in ermetica chiusura della conchiglia. sospensione e piccoli organismi animali, oppure eliminano i residui dei processi alimentari. Oltre a ciò i pedicelli funzionano come organi locomotori e di scambio respiratorio. Nel corso della predazione sui bivalvi le stelle di mare sono in grado di estroflettere la Gli asteroidei: le stelle marine. porzione gastrica del loro tratto digerente dall'apparato orale, e di introdurla nella cavità della conchiglia attraverso Gli asteroidei comprendono le comuni stelle di mare le due valve divaricate. In questo modo vengono emessi (▶figura 8). Simili agli ofiuroidei, ma provvisti di appendici all'esterno gli enzimi digestivi che agiscono sui tessuti meno flessibili, le stelle marine presentano per lo più molli indifesi del mollusco. Altri asteroidei, che si nutrono abitudini predatorie anche nei confronti dei molluschi e di prede minute, praticano una digestione più tradizionale, dei pesci (esse causano spesso danni ingenti agli mantenendo lo stomaco all'interno del corpo. allevamenti di ostriche). I loro pedicelli rappresentano efficienti organi adesivi, grazie a un meccanismo che funziona come una ventosa a depressione, reso più efficiente dalla presenza di secreti adesivi (▶figura 8). Gli echinoidei: i ricci di mare. Gli echinoidei comprendono i ricci di mare (▶figura 9) sono sprovvisti di braccia e sono ben noti per la loro forma emisferica e per le caratteristiche spine che risultano applicate allo scheletro sottostante, formato da placche reciprocamente fuse. Il rapporto tra spine e scheletro dermico è regolato da un'articolazione analoga all'enartrosi dell'anatomia umana. Gli echinoidei si nutrono di alghe o di minuti detriti alimentari e presentano una tipica struttura raschiante che essi utilizzano per alimentarsi “brucando” le alghe del fondale: la lanterna di Aristotele (▶figura 10). Molti autori rinvengono omologie tra le stelle marine e i ricci di mare, i quali corrisponderebbero ad asteroidei con le braccia ripiegate e fuse sul dorso. Figura 8. Gli Asteroidei vengono definiti stelle marine. In alto, una stella marina tropicale che presenta delle sculture e una colorazione vivace. In basso, si vedono molto bene i pedicelli ambulacrali con i quali le stelle marine riescono a spostarsi e ad alimentarsi. La possibilità di usare simultaneamente centinaia di pedicelli a ventosa rende le stelle marine predatori potentissimi: ancorandosi a un bivalve con le proprie Figura 9. Gli Echinoidei vengono definiti ricci di mare. Un riccio di mare dall’aspetto globoso e con le tipiche spine che caratterizzano questa classe. Privi di spine, dispongono di serie di pedicelli disposte su ambo i lati di cinque solchi che si sviluppano longitudinalmente sul corpo; i pedicelli servono per garantire adesione e ancoraggio al substrato piuttosto che per il movimento, e in certe specie possono risultare del tutto assenti. Quando presenti, i pedicelli appaiono modificati in corrispondenza dell'estremità orale, dove formano voluminosi tentacoli finemente ramificati e provvisti di una sostanza adesiva deposta superficialmente. Questi tentacoli vengono periodicamente estroflessi e Figura 10. La lanterna di Aristotele. introflessi dalla bocca: nell'ambiente esterno catturano E’ la tipica struttura dell’apparato raschiatore dei ricci di mare minuti organismi e detriti che vengono poi digeriti e che permette loro di brucare il substrato. La lanterna é composta da cinque placche calcaree, dette piramidi, unite da assimilati, una volta che i tentacoli vengono reintrodotti fibre muscolari trasverse. Lungo la faccia interna di ogni nella bocca. piramide scorre un lungo dente dall'estremità appuntita. Alcune specie, quando vengono disturbate, possono emettere lunghi filamenti vischiosi e, al tempo stesso, Gli oloturoidei: i cetrioli di mare. Gli oloturoidei comprendono i cetrioli di mare (▶figura 11) anch’essi sprovvisti di braccia. Essi possono essere considerati espellere per autotomia, parti dei loro organi interni (polmoni acquiferi), dall’orifizio cloacale al fine di disorientare il loro aggressore. Esse, in attesa di rigenerare le parti perdute, respirano tramite la cavità corporea. ricci di mare dal corpo flessibile (per la riduzione del proprio scheletro) e allungato. Le parole: Echinoderma deriva dal greco echínos «riccio», e derma «pelle» e fa riferimento alla presenza di placche scheletriche nella pelle. Nei termini che seguono, la desinenza -idei deriva dal greco eidés «simile a». Crinoideo deriva dal greco krínon «giglio ». Ofiuoroideo deriva dal greco óphis «serpente», e ourá, «coda». Asteroidei deriva dal greco astér «stella». Echinoidei deriva dal greco echínos «riccio». Oloturoidei mare». Figura 11. Gli Oloturoidei vengono definiti cetrioli di mare. In alto, un cetriolo di mare dall’aspetto allungato mostra un aspetto quasi cilindrico. In basso, un’altra specie di oloturoideo dall’aspetto ancora più allungato e quasi vermiforme. deriva dal greco olothurion «cetriolo di 3. L’evoluzione della faringe: i Cordati. Un'altra linea evolutiva dei deuterostomi, per utilizzare le abbondanti risorse alimentari del plancton marino, ha messo a punto un complesso dispositivo fessurato in corrispondenza della faringe, in grado, come i lofofori, di raccogliere per filtrazione le minute prede planctoniche. In un secondo tempo queste fessure faringee, definite anche branchiali, hanno assunto il significato di dispositivi per lo scambio respiratorio, probabilmente attraverso una fase transitoria nella quale le funzioni di scambio gassoso e quelle di filtraggio coesistevano. La trasformazione dell'apparato branchiale filtrante nel corso della filogenesi, costituisce un processo evolutivo di grandissimo rilievo che caratterizza un gruppo peculiare di deuterostomi: i cordati. Il phylum dei Cordati si divide in tre sub-phyla. Le caratteristiche dei Cordati. I cordati presentano simmetria bilaterale e, in sostituzione dei lofofori, possiedono una regione La classificazione faringea (o branchiale) estesamente fessurata, o localizzazione della corda e della sua permanenza o almeno, caratterizzata da abbozzi di fessure in stadi meno nell’adulto. I sub-phyla sono: precoci di sviluppo. Il piano organizzativo dei cordati SUB-PHYLUM Urocordati canale alimentare e dorsalmente il sistema nervoso. Cefalocordati Per quanto l'endoscheletro definitivo nei cordati Vertebrati possiedono, in qualche fase è temporanea conto della Dove è localizzata: o coda permanente in tutto il corpo quasi sempre tronco e coda temporanea adulti possa variare notevolmente in consistenza e tutti Quando tiene permanente che gli sono adiacenti e paralleli: ventralmente il struttura, Cordati presente: comprende un endoscheletro assile in posizione dorsale, interposto tra due apparati parimenti assili dei di sviluppo, un esclusivo organo di sostegno definito corda dorsale, (notocorda). Essa è formata da un asse di cellule con vacuoli colmi di liquido, che rendono l’intera struttura rigida ma flessibile. Questa struttura può avere estensioni diverse e può essere permanente o transitoria a seconda dei sub-phyla. In diversi casi, negli adulti, essa viene rimpiazzata da formazioni scheletriche più consistenti. Le parole: La notocorda delle larve degli urocordati non arriva fino all’estremità anteriore del corpo; da questo deriva il nome del gruppo (in greco ourá significa «coda»). Riassumendo, i caratteri peculiari dei cordati sono: Il contrario di ciò che accade per icefalocordati (kephalé, «testa»). una struttura dorsale di sostegno definita noto- Anfiosso, dal greco amphí, «da due parti», e oxýs, corda; delle fessure branchiali situate a livello della faringe, la porzione del tubo digerente posta subito dopo la bocca. un tubo neurale dorsale; una coda che si estende oltre l’ano; «appuntito», significa «animale con due punte». In italiano si chiama anche (impropriamente!) «pesce lanceolato» e in inglese lancelet, da lancet, bisturi. Tutti i termini si rifanno alla forma caratteristica del corpo di questo animale. Gli urocordati comprendono le ascidie, le salpe e le appendicolarie. Il movimento dell'acqua attraverso le numerose fessure branchiali è assicurato dall'epitelio ciliato della faringe, internamente rivestita da muco, il quale I tunicati, appartenenti al sub-phylum urocordati, serve a intrappolare le particelle alimentari. L'acqua rappresentano esclusivamente penetra nella faringe tramite un sifone orale, passa marini e spesso, da adulti, sono adattati a vivere attraverso il cestello per raggiungere uno spazio ancorati a un substrato. In alcuni casi è presente una definito atrio, compreso tra il cestello stesso e la distinta tunica, e viene quindi esalata attraverso un sifone fase cordati larvale ancestrali mobile che possiede le caratteristiche anatomiche del tipo: una regione atriale. branchiale filtrante, un sistema nervoso assile e, nella gemmazione (riproduzione asessuata) a partire da un sola regione della coda, una corda dorsale, sulla quale individuo si inseriscono i muscoli responsabili del movimento raggiungere un diametro di diversi metri. (▶figura 12A). Questi muscoli vengono Alcune ascidie fondatore; formano queste colonie colonie mediante possono definiti segmentali poiché hanno una struttura modulare Un secondo gruppo di tunicati comprende le salpe che formando una serie in senso cefalo-caudale, e poiché possono vivere singolarmente oppure formare colonie derivano da mesoderma segmentato. Dopo una breve simili a catenelle, che raggiungono diversi metri di fase di vita, caratterizzata da attivi movimenti, la larva lunghezza (▶figura 12C). Questi animali fluttuano negli si trasforma in un adulto sedentario. Lo stato di oceani tropicali e subtropicali fino a 1500 m di immobilità profondità. viene compensato dall'ampliamento dell'apparato filtrante, divenuto simile a un cestello estesamente fessurato. In un terzo gruppo di tunicati, i larvacei o appendicolarie vengono mantenute costantemente Più del 90% delle specie note di tunicati appartengono aspetto e abitudini larvali (neotenia); queste forme, alla classe degli ascidiacei i cui adulti, solitari o riconducibili a specie poco numerose ma molto coloniali, presentano un corpo sacciforme rivestito da diffuse, raggiungono la maturità sessuale in fase un involucro (tunica) di natura proteica e glucidica larvale (pedogenesi). (▶figura 12B). Figura 12. Gli urocordati. (A) Uno schema della larva di un’ascidia, in cui è ben visibile la notocorda. (B) L’aspetto iridescente della tunica è evidente in queste ascidie trasparenti. Nella fotografia sono illustrate due diverse specie appartenenti a uno stesso genere. (C) Una colonia di salpe che galleggia nelle acque tropicali. I cefalocordati sono filtratori a vita libera. Per la maggior parte del tempo, questi animali si trovano infossati nella sabbia, con il capo sporgente dal sedimento, sebbene in realtà essi siano anche capaci di Le trenta specie di anfiossi sono piccoli animali che nuotare. raramente superano la lunghezza di 5 cm. La notocorda si estende per l’intera lunghezza del corpo e persiste Gli anfiossi estraggono le prede dall’acqua grazie ai per tutta la vita (▶figura 13). Gli anfiossi vivono nelle cestelli branchiali. Durante la stagione riproduttiva acque salate e salmastre poco profonde di tutto il entrambi i sessi liberano uova e spermatozoi nell’acqua, mondo. dove ha luogo la fecondazione. Figura 13. I cefalocordati. Questo animale, chiamato anfiosso, è un tipico esempio di cefalocordato. I vertebrati e le loro caratteristiche. I vertebrati presentano un più efficiente dispositivo di sostegno del tronco rispetto alla corda: una colonna Un'estesa fessurazione faringea rappresenta un adattamento assai efficiente per raccogliere, tramite vertebrale, costituita da elementi scheletrici tra loro articolati. filtrazione, le particelle alimentari e i piccoli organismi contenuti in sospensione nell'acqua. Le numerose I vertebrati costituiscono un gruppo di cordati che aperture del cestello branchiale consentono infatti devono il proprio nome alla colonna vertebrale, una l'eliminazione non nuova struttura dorsale di supporto che sostituisce la utilizzabili ingerite dalla bocca. Nel tardo Cambriano, notocorda durante le prime fasi di sviluppo embrionale. oltre 500 milioni di anni fa, i primi cordati hanno Essi messo a punto tale meccanismo piuttosto innovativo gli agnati (privi per ricavare cibo dal fondo fangoso o sabbioso. I loro gli gnatostomi (i pesci cartilaginei, i pesci ossei, gli discendenti noti come vertebrati hanno mantenuto anfibi, i rettili, gli uccelli e i mammiferi). dell'acqua e delle particelle comprendono di due mandibole grandi e di suddivisioni: mascelle) e inizialmente tali abitudini alimentari utilizzando un apparato branchiale filtrante, nel quale le singole Prima di prendere in considerazione le varie classi di fessure risultavano sorrette da specifici sostegni Vertebrati, passiamo in rassegna i principali sistemi ed scheletrici (archi). apparati che si riscontrano nei vertebrati facendo un breve cenno sulle loro funzioni generali. Il sistema tegumentario è deputato alla protezione del o quattro cavità, definite atri (se accolgono il sangue corpo può presentare vari tipi di strutture come scaglie proveniente dalla periferia) o ventricoli (se inviano il ossee, squame cornee, unghie, penne e peli. Nelle sangue verso la periferia). I vasi sanguigni che specie che hanno un sistema respiratorio ridotto, è trasportano il sangue dal cuore alla periferia sono detti formato da pelle nuda che consente gli scambi gassosi. arterie, esse si ramificano in arterie a calibro via via inferiore fino a che si risolvono nei capillari a livello dei Lo scheletro dei vertebrati può essere cartilagineo quali avvengono gli scambi tra il sangue e le cellule. I oppure osseo, ma fondamentalmente, esso presenta lo capillari confluiscono nelle vene che riportano il sangue stesso modello di base (▶figura 14). E’ suddiviso in al cuore (▶figura 15). scheletro assile (presente lungo l’asse del corpo) e scheletro appendicolare (che costituisce le appendici). Lo scheletro assile è formato dal cranio che protegge l’encefalo e dalla colonna vertebrale che protegge il midollo spinale. Le appendici possono essere rappresentate da pinne nelle forme acquatiche o da arti nelle forme terrestri e in qualche caso, si può assistere alla perdita, parziale o totale degli arti. Le ossa o i segmenti cartilaginei che costituiscono lo scheletro Figura 15. Il sistema circolatorio dei Vertebrati. sono articolati tra loro tramite articolazioni più o meno sempre all’interno dei vasi sanguigni. Il sistema circolatorio dei Vertebrati è chiuso e il sangue scorre mobili. Sullo scheletro si inseriscono i muscoli che tramite la contrazione, permettono il movimento. Lo L’apparato respiratorio, sempre strettamente connesso scheletro, unitamente alle articolazioni e ai muscoli al sistema circolatorio, è rappresentato da branchie scheletrici forma il sistema locomotore. nelle forme acquatiche e da polmoni, nelle forme terrestri. In alcuni casi, la pelle rappresenta un organo con funzione respiratoria che coadiuva o addirittura sostituisce gli organi respiratori veri e propri. L’apparato digerente è dotato di bocca posta sull’estremità cefalica e di ano, che si trova in Figura 14. L’endoscheletro dei Vertebrati. prossimità della coda (ma non proprio alla sua Lo scheletro dei Vertebrati si suddivide in scheletro assile e estremità). Il tubo digerente è formato da organi cavi scheletro appendicolare. all’interno dei quali avvengono le varie fasi della Il sistema circolatorio dei Vertebrati è di tipo chiuso perché il sangue non esce mai dai vasi sanguigni e si possono distinguere diversi tipi di circolazione. La distinzione principale è basata sul fatto che il sangue possa passare una sola volta o due volte dal cuore durante il suo ciclo. Nel primo caso, la circolazione è detta semplice, mentre nel secondo caso è detta doppia. Un’altra distinzione importante tiene conto del fatto che il sangue ossigenato si mescoli anche parzialmente con il sangue povero di ossigeno e ricco di anidride carbonica, oppure no. In questi due casi si parla di circolazione incompleta e completa, rispettivamente. Il cuore rappresenta la pompa del sistema circolatorio e può essere costituito da due, tre digestione ed è posizionato sempre ventralmente rispetto alla corda. Al tubo digerente sono annesse ghiandole che producono diversi enzimi digestivi. Nella bocca possono essere presenti, squame cornee o veri e propri denti che vengono utilizzati inizialmente solo per trattenere il cibo oppure per la masticazione. Quando i denti sono tutti uguali tra loro come forma, si ha una condizione detta omodonzia, nel caso in cui i denti siano diversificati, si parla di eterodonzia. L’assenza di denti è detta anodonzia. Il sistema immunitario consente ai vertebrati di difendersi dalle aggressione dei microrganismi patogeni tramite la produzione di cellule immunitarie e di molecole proteiche, le immunoglobuline (anticorpi). Il sistema nervoso dei Vertebrati è suddiviso in centrale Nei vertebrati possono essere presenti vari tipi di (SNC) costituito recettori spesso riuniti per formare veri e propri organi dall’encefalo (protetto all’interno della scatola cranica) di senso. In base al tipo di stimoli che vengono e dal midollo spinale (protetto all’interno della colonna percepiti si distinguono: fotorecettori (sensibili alla vertebrale). Il secondo è costituito dai nervi che luce), collegano il SNC alla periferia. Il sistema nervoso dei chimiche), meccanorecettori (sensibili a stimolazioni Vertebrati si forma a partire dal tubo neurale che a sua meccaniche), termorecettori (sensibili a stimolazioni volta si forma dorsalmente rispetto alla corda. Durante termiche), etc.. e periferico (SNP). Il primo è chemiorecettori (sensibili a stimolazioni lo sviluppo embrionale, la porzione di tubo neurale che si sviluppa nel capo, si suddivide prima in tre ed poi in Il sistema endocrino è un sistema di controllo costituito cinque tre dalle ghiandole endocrine che producono ormoni. Tali vescicole, si distinguono in senso cefalo-caudale: molecole, di natura lipidica o proteica, regolano prosencefalo, mesencefalo e romboencefalo. In seguito importanti dal prosencefalo si formano telencefalo e diencefalo, il riproduzione mesencefalo non si suddivide e dal romboencefalo si collegato funzionalmente al sistema nervoso. vescicole encefaliche. Allo stadio di funzioni e come l’omeostasi. l’accrescimento, Esso è la strettamente sviluppano metaencefalo e mielencefalo (▶figura 16). L’ apparato escretore è costituito dai reni che filtrano il sangue e eliminano nell’urina le scorie metaboliche prodotte dal metabolismo cellulare. Le scorie azotate prodotte dal metabolismo delle proteine e degli acidi nucleici possono essere eliminate come ammoniaca, urea o acido urico e gli animali possono essere definiti rispettivamente ammoniotelici, ureotelici ed uricotelici. L’ammoniaca è prodotta dai vertebrati che vivono in un ambiente acquatico perché è molto tossica e quindi deve essere eliminata con un grande dispendio idrico. I Vertebrati terrestri eliminano principalmente urea (meno tossica dell’ammoniaca) o acido urico (che cristallizza e può permettere di effettuare un grande risparmio idrico). Nel corso dell’evoluzione dei Vertebrati, si sono evoluti tre tipi diversi di reni che, nell’ordine di comparsa sono: il prorene, il mesorene ed il metarene. Quest’ordine di comparsa non riguarda solo l’evoluzione, ma si ripete anche nello sviluppo di ogni singolo individuo: nei vertebrati primitivi compare solo il prorene e tale organo funziona come organo escretore nell’adulto, in altri vertebrati, invece, esso funziona solo durante la vita embrionale mentre nell’adulto viene sostituito dal mesorene. In vertebrati ancora più evoluti, anche il mesorene viene sostituito dal metarene. La riproduzione dei vertebrati è quasi sempre sessuata e i due sessi sono separati (il maschio produce gameti maschili all’interno dei testicoli, mentre la femmina produce gameti femminili, all’interno delle ovaie). Figura 16. Lo sviluppo delle vescicole encefaliche. Lo sviluppo delle vescicole encefaliche nell’uomo. Spesso esiste dimorfismo sessuale. I caratteri derivati dei cordati. una struttura dorsale di sostegno definita notocorda; In base a una combinazione di dati fossili, anatomici e un encefalo un vero e proprio capo ed una colonna vertebrale una bocca dotata di mascelle e mandibole distinte vari gruppi di cordati, assieme ad alcuni dei caratteri i polmoni derivati che li contraddistinguono e la (▶figura 18) le pinne lobate gli arti l’uovo dotato di amnios la capacità di allattare i piccoli molecolari, i biologi hanno formulato ipotesi sull’evoluzione del phylum dei cordati. La ▶figura 17 illustra l’idea più condivisa che inquadra i mostra l’evoluzione dei Vertebrati con uno schema cronologico. Riassumendo, sarebbero comparsi in sequenza, i seguenti caratteri: Figura 17. L’albero filogenetico dei cordati. Lo schema mette in evidenza i caratteri derivati condivisi. Figura 18. Filogenesi dei Vertebrati. Lo schema rappresenta l’evoluzione dei Vertebrati nelle varie ere geologiche. 4. I vertebrati acquatici. Le prime tre classi di vertebrati comprendono animali quasi esclusivamente acquatici comunemente denominati “pesci”. Va però chiarito che questo termine non ha un significato sistematico ben preciso in quanto comprende animali molto diversi tra loro e non necessariamente vicini dal punto di vista filogenetico. I Ciclostomi dovrebbero essere considerati separatamente dai pesci rispetto ai quali presentano importanti differenze: la bocca è priva di strutture articolate e la narice è impari e mediana (monorrini). Le altre due classi, invece comprendono i pesci propriamente detti, con arco orale suddiviso nell’arcata mascellare (superiore) e mandibolare (inferiore) e na rici doppie (anfirrini). Essi si distinguono in Condroitti (pesci cartilaginei) e in Osteoitti (pesci ossei). . Gli agnati presentano scheletro cartilagineo e arco orale non suddiviso. I primi vertebrati, gli ostracodermi (▶figura 19), disponevano anche di uno scheletro esterno costituito da tavolati ossei che era in grado di proteggerli dagli attacchi dei loro predatori, artropodi giganteschi, e che viene ricordato nel nome stesso di questa classe, che letteralmente Figura 19. Ostracodermi. Ricostruzione di un Ostracodermo: Cephalaspis. significa «animali dotati di scheletro cutaneo simile a una conchiglia». Gli ostracodermi rappresentano una classe della più ampia categoria (superclasse) degli agnati, definiti in tal modo per l'assenza di uno scheletro orale incernierato (si veda in seguito). II robusto esoscheletro consentiva ai piccoli ostracodermi (6-30 cm di lunghezza) di muoversi sul fondo piuttosto che scavare gallerie per sfuggire ai predatori; per quanto lenti nuotatori questi primi vertebrati erano in grado di esplorare il loro ambiente cercando substrati alimentari più ricchi e più adatti alla filtrazione. nell'ambiente Il movimento rappresenta, autonomo nel quadro comportamentale complessivo dei vertebrati, un elemento preso in considerazione dai paleontologi per ipotizzare la derivazione di questo gruppo da cordati ancestrali. Tra questi, le larve dei tunicati I Ciclostomi: gli unici agnati attuali. Tornando ai vertebrati agnati, possiamo citare una classe attuale, i ciclostomi, comprendente un gruppo che, oltre a esplorare attivamente l'ambiente, ha escogitato un sistema più economico per muoversi e per nutrirsi. Le lamprede (petromizonti) (▶figura 20) si applicano con la loro bocca agnata, che funziona come una ventosa, al corpo di vertebrati più evoluti, si fanno da questi trasportare e li parassitano in un modo piuttosto cruento. Con una sorta di lingua dotata di dentelli cornei lacerano i tessuti superficiali dell'ospite (di solito un rappresentante dei pesci a scheletro osseo) e si nutrono del loro sangue e del liquido interstiziale. rappresentano attualmente gli organismi più spesso indiziati di tale paternità filogenetica, poiché contrariamente agli adulti, tali forme giovanili sono attive nuotatrici. Basta ammettere la concomitanza di due eventi non insoliti tra gli animali: il mantenimento delle caratteristiche larvali (neotenia) e la capacità di una riproduzione sessuale in fase larvale (pedogenesi), per accettare la nostra discendenza da forme immature di questi barilotti filtranti! Figura 20. Le lamprede. Molte specie sono parassiti di altri pesci e utilizzano la loro grande bocca circolare per raschiare la carne e succhiare il sangue. Le circa 50 specie di lamprede vivono sia nelle acque dolci sia in quelle costiere, per poi trasferirsi nei fiumi durante la stagione riproduttiva. Le lamprede possiedono una scatola cranica completa e vertebre vere (sebbene rudimentali) formate da cartilagine. Prima di trasformarsi in adulti, le larve delle lamprede si nutrono per filtrazione e hanno un aspetto piuttosto simile agli anfiossi adulti. Gli adulti di molte specie di lamprede sono parassiti, sebbene numerose linee evolutive abbiano dato origine ad adulti che non si Figura 22. Le missine. nutrono. In quest’ultimo caso, dopo la metamorfosi la estraggono piccole prede. Le missine vivono poggiate sul fango dei fondali, da cui lampreda adulta sopravvive per poche settimane, giusto il tempo per potersi riprodurre. Nelle specie che da adulte conducono una vita parassita, la bocca circolare è trasformata in un organo che svolge le funzioni di una ventosa, usata per fissarsi alla preda e raschiarne la carne (▶figura 21). Quadro riassuntivo dei ciclostomi: Figura 21. Bocca di una lampreda. Si possono notare sia il labbro circolare, tipico delle lamprede, sia i dentelli cornei con i quali, questi ectoparassiti lacerano i tessuti delle loro vittime. Altri ciclostomi, i missinoidei, dispongono di una il corpo è allungato e cilindrico lo scheletro è interamente cartilagineo la corda dorsale è persistente l’arco orale non è suddiviso in mascella e mandibola (agnati) la bocca è dotata, in alcune specie, di un labbro disposto circolarmente le branchie, poste in tasche branchiali indipendenti, sono dotate di fori branchiali il cuore possiede un atrio e un ventricolo la circolazione è semplice e completa il prorene spesso è funzionale anche nell’adulto l’N è eliminato come ammoniaca (ammoniotelici) la temperatura corporea è identica a quella dell’ambiente circostante (eterotermia) il midollo allungato (bulbo) è il centro che controlla l’attività nervosa l’olfatto e il gusto sono gli organi di senso più sviluppati la fecondazione è esterna Le parole: bocca agnata più primitiva e vivono dei tessuti in disfacimento delle carogne di altri vertebrati. Le missine (▶figura 22) sono animali marini, quasi ciechi ma con quattro tentacoli sensoriali disposti intorno alla bocca. Questi animali sono provvisti di una Agnati deriva da a privativa e da gnáthos, «mascella» e letteralmente significa, privi di mascelle. Gnatostomi viene da gnáthos, «mascella», e stóma, «bocca». Il termine pone l’accento sulla più importante struttura simile a una lingua, dotata di dentelli adatti a innovazione evolutiva di questo gruppo. raschiare, che vengono usati per strappare pezzi di Ciclostoma deriva dal greco kýklos, «cerchio», e stóma, carne da organismi morti (carogne) e per catturare «bocca». Il nome pone l’accento sulla caratteristica piccoli invertebrati. tipica di questi animali, che possono sembrare pesci, Le missine hanno sviluppo diretto (cioè privo di uno stadio larvale); gli individui inoltre ma hanno una bocca circolare e sempre aperta. possono cambiare sesso da un anno all’altro (da Ostracodermi deriva dal greco ostráx, «conchiglia», maschio a femmina e viceversa). e derma, «pelle» e fa riferimento alla pelle corazzata di questi animali. Caratteristiche generali dei pesci propriamente detti. Solo più tardi nel corso dell'evoluzione i denti saranno utilizzati per la masticazione. La presenza di un arco orale dotato di denti dischiude agli gnatostomi la I pesci hanno subito diversi milioni di anni possibilità di nutrirsi di organismi voluminosi. di evoluzione negli ambienti acquatici prima che i primi L'attività predatoria si associa inoltre a notevoli progressi vertebrati iniziassero a colonizzare le terre emerse e a nel sistema nervoso, in quello sensoriale e in quello diversificarsi in un numero enorme di specie. II periodo muscolare. del Paleozoico noto come Devoniano viene definito «età dei pesci», poiché in quel tempo comparve sugli Sono pervenuti resti paleontologici dei primi vertebrati scenari evolutivi una straordinaria varietà di tali gnatostomi (cioè con bocca provvista di fauci incernierate), vertebrati, sia nelle acque interne che nel mare. Il gruppo appartenenti al gruppo dei placodermi (▶figura 24). Si dei pesci non rappresenta una categoria sistematica tratta unitaria; essa comprende i pesci a scheletro osseo e esoscheletro dei progenitori ostracodermi, ma che, oltre quelli a scheletro cartilagineo, oltre agli estinti placodermi. alla presenza di un arco orale articolato, disponevano Occorre rilevare che anche attualmente i pesci ossei anche di una sagoma più idrodinamica e delle prime costituiscono il gruppo dei vertebrati più rappresentativo pinne in termini numerici assoluti e per diversità di specie. Nel primitività, attestano una migliore manovrabilità in Primario agli agnati si aggiunsero altri vertebrati nei quali acqua, consentita anche da una certa flessibilità del una coppia degli archi scheletrici di sostegno alle fessure l'esoscheletro del tronco, che era costituito da elementi più branchiali (la seconda o la terza coppia) si era trasformata piccoli e numerosi rispetto a quello degli ostracodermi. in una sorta di tagliola, definita arco orale, con un Alcuni raggiungevano dimensioni elemento dorsale (mascella) e uno ventrale (mandibola), in ragguardevoli e rappresentavano, con i calamari, i grado di aprire e chiudere la fessura (rima) buccale predatori più attivi negli oceani del Devoniano. Nonostante (▶figura 23A). L'arco orale incernierato rappresenta il loro temporaneo successo evolutivo la maggior parte un'acquisizione rivoluzionaria. Il valore adattativo di tale dei placodermi non ha superato tale periodo e nessuno ha apparato muscolo-scheletrico risiede nella capacità di valicato il Paleozoico. di organismi pari. Queste placodermi che condividevano strutture, sia pure il robusto nella loro afferrare saldamente la preda, che viene poi trasferita nella faringe e nei tratti posteriori del canale digerente. A tale funzione concorrono i denti (▶figura 23B) che consentono di trattenere la preda in modo più efficace. Figura 24. Placodermi. (A) Ricostruzione intera di Coccosteus. (B) Cranio di Dunkleosteous nel quale si possono apprezzare i denti e le placche che circondano l’occhio. Figura 23. Le mascelle e i denti hanno aumentato l’efficienza Le parole: nella ricerca di cibo. (A) Questa serie di schemi illustra un possibile percorso evolutivo dell’arcata mandibolare a partire dagli archi branchiali anteriori dei pesci. (B) L’arcata mandibolare dello squalo gigante (Carcharodon megalodon), oggi estinto, è un buon esempio di dentatura tipica di uno stile di vita predatorio Placodermi deriva dal greco pláx, «placca», e derma, «pelle» e fa sempre riferimento alla pelle corazzata di questi animali. Il piano strutturale di un pesce, con le caratteristiche un’enorme superficie allo scambio dei gas, le branchie tipiche illustrato sono presenti non soltanto nei pesci, ma anche in molti costituito altri gruppi animali, tra cui gli artropodi, i molluschi, gli dal cranio che protegge l’encefalo, posto anteriormente anellidi e, tra i vertebrati, gli anfibi (nelle forme larvali e e dalla colonna vertebrale che protegge il midollo anche in alcune forme adulte). Nei pesci, le branchie spinale che fa seguito al cranio. sono organizzate intorno agli archi branchiali, strutture dei nella ▶figura vertebrati 25: in lo evidenza, scheletro è assile rigide che forniscono supporto e protezione, oltre a comprendere le vene e le arterie in cui scorre il sangue fino ai filamenti branchiali (▶figura 26). I filamenti (o lamelle) branchiali sono disposti fittamente in file lungo gli archi (di solito vi sono quattro archi branchiali per ciascun lato del pesce) e formano un vero e proprio filtro in cui scorre, in modo forzato, l’acqua. Nei Figura 25. Il piano strutturale dei pesci. filamenti Il disegno riassume gli elementi strutturali comuni a tutti i di capillari sanguigni, vertebrati. Oltre alle pinne pelviche pari (le pinne posteriori), questi pesci possiedono pinne pettorali (le «pinne anteriori») su branchiali scorre la sede un fitto sistema cui avviene in effettivamente lo scambio dei gas. entrambi i lati del corpo (che non sono visibili nella figura). Il sistema di ventilazione, quel meccanismo per cui I pesci sono vertebrati dotati di pinne che permettono loro di stabilizzare la propria posizione e di nuotare. La maggior parte dei pesci possiede una coppia di pinne pettorali (che corrispondono agli arti anteriori dei tetrapodi) appena posteriormente alle fessure branchiali e una coppia di pinne pelviche (che corrispondono agli arti posteriori dei tetrapodi), anteriormente alla zona anale. filamenti, fa in modo che per un pesce sia sufficiente aprire la bocca per far penetrare l’acqua che andrà a fluire nelle branchie. L’apertura della bocca da una parte e la chiusura alternata degli opercoli branchiali (i «coperchietti» rigidi che ricoprono le branchie all’esterno) dall’altra mantengono e modulano il flusso dell’acqua secondo le esigenze della respirazione. Oltre alle pinne pari e simmetriche, ci sono poi, pinne impari l’acqua si trova a scorrere a ritmo forzato lungo i e mediane, come la pinna dorsale e Questo è il motivo per cui i pesci continuano a «boccheggiare». quella caudale, che contribuiscono a stabilizzare il pesce promuovendo permettendo il all’animale movimento, di cambiare o ancora rapidamente direzione. Spesso è presente anche una pinna anale posta in prossimità dell’apertura anale. I pesci dispongono, inoltre, di una struttura sensoriale detta sistema della linea laterale, costituita da una fila di recettori che corre lungo ciascun lato del corpo dell’animale; questo sistema è sensibile alle variazioni di pressione e consente di registrare le minime vibrazioni provocate dai pesci che nuotano nelle vicinanze, oppure di rilevare gli ostacoli. Figura 26. Le branchie dei pesci. (A) L’acqua fluisce sulle branchie di un pesce in maniera Le branchie sono un sistema efficientissimo nella cattura dell’ossigeno presente nell’acqua, che è soltanto 1/20 di quello percentualmente presente nell’aria, a parità di volume. Conformate in modo da offrire unidirezionale. (B) Le lamelle branchiali di primo ordine sono caratterizzate da un’ampia superficie di scambio e da tessuti molto sottili. (C) Il sangue scorre attraverso le lamelle di secondo ordine nella direzione opposta (da sinistra a destra) a quella in cui fluisce l’acqua (da destra a sinistra). I condroitti sono scheletro cartilagineo. pesci con L'endoscheletro dei condroitti è costituito da tessuto cartilagineo opportunamente infiltrato di sali; si tratta di un connettivo specializzato per il sostegno, caratterizzato I condroitti o pesci cartilaginei costituiscono una classe da robustezza, da leggerezza e da flessibilità. di pesci comparsa durante il Devoniano che attualmente comprende gli squali, le razze e le chimere (per un Di regola gli squali sono eccellenti nuotatori grazie anche alla presenza di due coppie di pinne pari, una posteriore totale di circa 1000 specie). alla regione branchiale, l'altra anteriore alla regione Come gli agnati, anche questi pesci possiedono uno cloacale, che consentono scheletro interamente formato da un materiale rigido efficacemente il nuoto (▶figura 28). Le pinne pari ma flessibile, la cartilagine. Immediatamente dietro corrispondono all'arco orale, si differenzia dal «cestello» faringeo appartengono a tutti gli effetti al piano strutturale dei un'ulteriore struttura scheletrica, definita arco ioideo. vertebrati. Il movimento degli squali è garantito dai potenti L'apparato cutaneo di queste forme, quasi esclusivamente movimenti della porzione caudale del tronco provvista di marine, non è apparentemente dotato di strutture ossee una caratteristica pinna a lobo dorsale più sviluppata di protezione e appare del tutto nudo. In realtà, (coda eterocerca). agli arti all'animale delle forme di dirigere terrestri e soprattutto gli squali dispongono di particolari scaglie definite placoidi o dentelli cutanei, poiché risultano conformati e strutturati come veri denti; la loro pelle, opportunamente trattata, può essere impiegata come un'eccellente carta vetrata (zigrino). I denti posti nella bocca sono a crescita continua (▶figura 27). Figura 28. Squalo bianco. Il grande squalo bianco, Carcharodon carcharias, chiamato anche carcarodonte o talvolta semplicemente pescecane, è il più grande pesce predatore del pianeta. Le razze, le mante e le torpedini, che hanno una coda filiforme, nuotano invece utilizzando le ampie pinne pettorali (▶figura 29 e 30). Quasi tutti i pesci cartilaginei sono marini, ma alcuni Figura 27. Dente di squalo. Dente di squalo bianco, Carcharodon carcharias (lato interno). vivono nelle acque di estuario o migrano in laghi e Inconfondibile per le sue caratteristiche uniche: dente grande, fiumi. Gli squali più grandi si nutrono di plancton, come triangolare, dritto, fortemente seghettato ai margini. I denti lo squalo balena che con i suoi 18 m rappresenta il più delle mandibole superiore ed inferiore sono molto simili. grande pesce vivente. La maggior parte delle specie Il notevole alleggerimento dello scheletro cutaneo è stato favorito dal contemporaneo miglioramento delle capacità cinetiche che rende loro possibile di sfuggire celermente ai predatori. D'altra parte il ruolo dei condroitti nel proprio ecosistema è quello dei predatori piuttosto che quello delle prede. La notevole riduzione dello scheletro cutaneo si scomparsa è realizzata secondaria del contemporaneamente tessuto osseo alla interno. comprende formidabili predatori dotati di un corpo affusolato, di una notevole velocità, di mascelle potenti e di organi di senso estremamente sensibili; oltre alla vista acuta, all’olfatto molto sviluppato e all’organo della linea laterale, gli squali possiedono infatti speciali elettrosensori capaci di rivelare i debolissimi campi elettrici prodotti dalle contrazioni muscolari delle potenziali prede. A differenza dei pesci ossei, gli squali non sono dotati di una muscolatura faringea in grado di creare una forte corrente d’acqua sulle branchie: affinchè gli scambi gassosi possano avvenire, però, lo scorrimento dell’acqua attraverso le branchie deve essere continuo, altrimenti lo squalo rischierebbe di morire per asfissia. Per questo motivo, le modalità di respirazione sono diverse a seconda delle specie: gli squali pelagici, che Figura 30. Torpedine. Torpedo torpedo ha forma appiattita ed è caratterizzata dalla presenza, ai lati del corpo, di organi elettrogeni, derivati da nuotano in mare, devono muoversi in continuazione muscoli, in grado di produrre scariche elettriche sensibili anche tenendo per l'uomo. la bocca semiaperta per permettere il passaggio dell’acqua e l’ossigenazione delle branchie. Recenti studi hanno dimostrato che alcune specie Le chimere sono i pesci cartilaginei meno noti, e vivono nelle acque profonde e fredde (▶figura 31). rimangono immobili disponendosi controcorrente: in questo modo sfruttano le correnti per garantire un flusso costante di acqua sulle branchie. Gli squali bentonici, cioè che nuotano a stretto contatto con il fondo, possono anche rimanere fermi per lunghi periodi, aspirando l’acqua con la bocca e spingendola forzatamente attraverso le branchie. Figura 31. Chimera. Alcuni squali hanno recuperato abitudini alimentari basate sulla filtrazione e vivono di plancton, una fonte alimentare che ha consentito ragguardevoli; si loro pensi di al raggiungere Chimaera monstrosa, o pesce ratto, vive nelle profondità oceaniche e possiede spesso pinne dorsali modificate che contengono tossine. dimensioni gigantesco squalo-balena (Rhincodon typhus) che può raggiungere una lunghezza di Quadro riassuntivo dei condroitti: 15 m e un peso di 9000 kg! Un componente collegato alla respirazione degli squali è lo spiracolo, un piccolo foro posto dietro l’occhio che si apre e si chiude grazie all’azione di un muscolo involontario. Lo spiracolo viene utilizzato dal pesce come una pompa, per aspirare l’acqua e spingerla verso le branchie integrando l’azione della bocca. La maggior parte delle razze, caratterizzate da un corpo fortemente appiattito, vive invece sui fondali dell’oceano, dove si nutre di molluschi e di altri animali infossati nei sedimenti. Figura 29. Manta gigante. Manta birostris, ha il corpo costituito da un disco, distinto dalla coda, piatto e depresso. Gli occhi sono sul dorso mentre sul ventre ci sono la bocca e le fessure branchiali. Quest'ultime sono munite di un filtro per il plancton e sono larghe. La pelle è zigrinata, con piccole o grandi spine. la cute è rivestita da scaglie dure e appuntite (squame placoidi) lo scheletro è interamente cartilagineo l’arco orale è suddiviso in mascella e mandibola (gnatostomi) la bocca è in posizione ventrale la coda è eterocerca (è cioè suddivisa in due lobi asimmetrici) le branchie, in tasche branchiali indipendenti, hanno fessure branchiali nell’intestino è presente una lunga piega che aumenta l’assorbimento (valvola spirale) il cuore possiede un atrio e un ventricolo la circolazione è semplice e completa il prorene è sostituito dal mesorene l’N è eliminato come urea (ureotelici) la regolazione osmotica si attua mantenendo la concentrazione dei soluti nei liquidi interni uguale a quella esterna la temperatura corporea è identica a quella dell’ambiente circostante (eterotermia) il midollo allungato (bulbo) è il centro che controlla l’attività nervosa dell’animale e il cervelletto è molto sviluppato l’olfatto e il gusto sono gli organi di senso più sviluppati la fecondazione è interna; il maschio possiede organi copulatori le uova sono grandi, ricche di tuorlo e protette da una dura guaina Gli osteoitti scheletro osseo. sono pesci con Gli osteoitti si sono suddivisi in tre linee evolutive: 1) disposti da un solo lato: pinne uniseriali) Per quanto la storia evolutiva dei pesci conduca sempre al mare, si ritiene che il loro ambiente ancestrale fosse rappresentato dalle acque dolci, o al più dalle acque di estuario, a concentrazione salina intermedia. Questo vale Attinopterigi (hanno pinne pari con raggi 2) Dipnoi (hanno pinne pari peduncolate) 3) Crossopterigi (hanno pinne pari con raggi disposti da entrambi i lati: pinne biseriali) tanto per i condroitti che per gli osteoitti o pesci ossei, l'altra classe degli gnatostomi a esclusivo e primitivo Dipnoi e Crossopterigi vengono inclusi nella sottoclasse habitat acquatico attualmente viventi. Il nome di questi dei Sarcopterigi (con pinne carnose). organismi deriva dal fatto che essi dispongono di uno scheletro interno osseo, in contrapposizione a quello cartilagineo dei condroitti. L'ambiente ancestrale degli osteoitti era rappresentato da raccolte d'acqua stagnante, esposte a rischi di Gli attinopterigi, pesci ossei a pinne raggiate, sono il gruppo più rappresentato tra i vertebrati attuali. Gli attinopterigi possiedono oltre ad uno scheletro prosciugamento e di regola poco ossigenate. In tali formato da tessuto osseo, anche pinne pari a scheletro condizioni gli osteoitti hanno messo a punto un elaborato raggiato, molto efficienti per dirigere il nuoto apparato branchiale, con un opercolo sorretto da uno distinguono scheletro presentano i raggi disposti da un solo lato dell’asse e specifico, che esclude ed espone alternativamente le fessure nei confronti dell'ambiente, coadiuvando la loro funzione e facilitando il flusso dell'acqua attraverso di esse. dai sarcopterigi. Queste che li pinne pari sono pertanto definite pinne uni seriali. Gli attinopterigi si sono diversificati durante il Terziario, fino a dare origine a circa 30 000 specie di acque dolci e In passato un opercolo simile, ma non derivato dalle marine medesime camera alimentazione e ciclo biologico estremamente variabili branchiale dei placodermi, mentre i condroitti ne sono (▶dalla figura 32 alla figura 43): questa straordinaria sprovvisti, con l'eccezione delle chimere, che tuttavia abbondanza di specie fa degli attinopterigi il gruppo più presentano un opercolo puramente carnoso. rappresentato di vertebrati moderni. strutture ossee, proteggeva la caratterizzate da taglia, forma, tipo di I primitivi pesci ossei, e forse gli stessi placodermi, La superficie esterna del corpo degli acttinopterigi è possedevano la rivestita da squame sottili e leggere, che forniscono un poco certo grado di protezione e facilitano il movimento ossigenate: le sacche polmonari. Queste strutture, connesse nell’acqua; le branchie si aprono in una singola camera con il cavo orale, potevano essere riempite d'aria, che il coperta da un rigido lembo di tessuto, detto opercolo: il pesce abboccava sulla superficie dell'acqua, e scambiare movimento dell’opercolo aumenta il flusso dell’acqua gas con il sangue contenuto nei capillari arteriosi aderenti attraverso le branchie, dove hanno luogo gli scambi alla loro sottile parete. Attualmente limitate a poche gassosi. respirazione organi ancestrali branchiale, per difficoltosa coadiuvare in acque forme arcaicizzanti, nelle quali talvolta non presentano più funzioni respiratorie, le sacche polmonari hanno consentito a un gruppo di primitivi pesci ossei la conquista dell'ambiente subaereo. Negli antenati dei pesci attuali, la funzione respiratoria delle branchie era aumentata da sacche simili a polmoni, che permettevano loro di sopravvivere in acque povere di ossigeno. Nella maggior parte dei pesci Nelle forme più moderne, i teleostei , le sacche si sono ossei queste sacche hanno dato origine alla vescica trasformate in un efficacissimo organo idrostatico impari, la natatoria, un organo di spinta idrostatica: regolando la vescica natatoria. I ruoli di questo organo cavo sono quantità di gas presente nella vescica natatoria, il pesce molteplici, potendo funzionare come camera di risonanza è in grado di controllare la profondità, spendendo poca per la percezione del suono, come organo di senso energia per mantenere la propria posizione. recettore della pressione e, infine, come dispositivo variabile di equilibrio e di galleggiamento a varie profondità, tramite la regolazione della quantità e della qualità dei gas contenuti. Gli attinopterigi rappresentano i vertebrati dominanti nei mari e nelle acque interne, date le loro notevoli capacità adattative. Gli attinopterigi più evoluti corrispondono ai teleostei: si tratta di organismi con forme, dimensioni e quadri comportamentali estremamente variabili, che vivono predando tutti gli altri organismi marini, vertebrati compresi, con l'eccezione dei cetacei. Teleostei notevolmente adattati si rinvengono anche nelle acque interne. Essi presentano notevoli specializzazioni nell'apparato genitale e strategie riproduttive talvolta complesse. Per quanto si descrivano nei due sessi comportamenti elaborati che tendono a rendere non casuale la fecondazione delle uova, l'incontro dei gameti Figura 35. Pesce pagliaccio. Il pesce pagliaccio, Amphiprion percula. Diffuso nell'Oceano Indiano e pacifico, frequenta le acque calme delle barriere coralline ed è particolarmente frequente nelle lagune degli atolli Vive in simbiosi mutualistica con anemoni di mare al cui veleno è immune. Comune ospite degli acquari marini e vi si può riprodurre. avviene nell'ambiente esterno, dove si compie anche lo sviluppo embrionale, con un alto tasso di mortalità per gli zigoti e per gli embrioni. Figura 36. Cavalluccio marino. Il cavalluccio marino Hippocampus, è così chiamato per via della testa che ricorda quella di un piccolo cavallo. I cavallucci marini si trovano in tutte le acque del mondo tranne quelle glaciali, Figura 32. Storione. Lo storione, Acipenser sturio, è il più grande pesce d’acqua dolce e salmastra diffuso in Europa. E’ famoso per le sue carni pregiate e per le sue uova (caviale). prevalentemente in prossimità delle coste dove trovano rifugio e sostegni dove potersi ancorare durante i movimenti con la lunga coda prensile. Sono particolarmente diffusi nelle barriere coralline. La femmina depone le uova in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio, situata vicino all'apertura anale. Alla schiusa, il maschio espelle gli avannotti con delle contrazioni addominali simili al parto femminile, evento piuttosto insolito in natura, chiamato gravidanza maschile. Figura 33. Salmone. Il salmone dell'Atlantico, Salmo salar, è un pesce predatore tipico dei mari freddi del nord Atlantico. pesce anàdromo (dal greco anádromos, composto È un da aná 'all'indietro' e drómos 'corsa') in quanto nasce in acqua dolce, passa la fase centrale della sua vita in mare e torna in acqua dolce per riprodursi Figura 37. Pesce luna. Il pesce luna, Mola mola, è il più grande tra i pesci ossei. Abita il mare aperto, ma è localizzato prevalentemente lungo le acque costiere. E’ caratterizzato da una forma allungata, ovaloide, molto compressa ai fianchi. I denti sono fusi tra loro nella piccola bocca e formano una sorta di becco. La sua pelle può raggiungere lo spessore di 15 cm e ospita parassiti e microorganismi che possono provocare il fenomeno della bioluminescenza. Raggiunge la lunghezza di 3 m per un'altezza di 3 m ed un peso di oltre due tonnellate. Si tratta Figura 34. Tonno rosso. Il tonno rosso, Thunnus thynnus, è un grande pesce pelagico. Conosciuto anche come tonno pinna blu. inoltre di un pesce estremamente longevo: presumibilmente può superare ampiamente i cento anni di età. Figura 38. Murena. La murena mediterranea, Muraena helena è un pesce d'acqua salata diffusa nel Mar Mediterraneo e nell'Atlantico orientale. Essendo un animale schivo preferisce le coste rocciose ricche di anfratti, da dove esce solo per cacciare. Figura 41. Sogliola. Le sogliole, Solea solea, sono pesci la cui evoluzione li ha portati alla postura sdraiata su un fianco, con uno dei due occhi che si è spostato a fianco dell'altro, sul lato rivolto verso la superficie dell'acqua. Anche la colorazione ha seguito quest'evoluzione: il lato rivolto verso il fondo è bianco, quello verso l'alto è bruno, marezzato, mimetico e spesso camaleontico: le sogliole riescono infatti a cambiare colore per imitare l'ambiente circostante grazie ai cromatofori, cellule con pigmenti colorati dell'epidermide. Figura 39. Piranha. I piranha sono un gruppo di pesci d'acqua dolce che vivono in fiumi e lagune del Sudamerica. Normalmente sono lunghi dai 15 ai 25 cm e raramente superano i 40 cm. Sono celebri per i loro denti affilati, capaci di tranciare un amo, e un appetito vorace per la carne. Figura 42 Remora. La remora, Echeneis naucrates, è caratterizzata dalla presenza di una vistosa ventosa dorsale con la quale si attacca a grandi animali marini come squali, tartarughe marine o cetacei da cui si fa trasportare. Si nutre di pesciolini o avanzi del pasto del suo ospite. Talvolta può attaccarsi ai subacquei. Figura 40. Pesce combattente. Il pesce combattente, Betta splendens, è un pesce d’acqua dolce che vive nel Sud-est asiatico. Abita acque stagnanti, risaie, canali, specchi lacustri e aree fluviali con deboli correnti, sopportando acque poco ossigenate. Il maschio è molto territoriale ed è aggressivo nei confronti di altri maschi. E’ diventato comune tra gli acquariofili i quali comunemente tengono un solo esemplare maschio in ogni acquario. Figura 43. Carpa. La carpa, Cyprinus carpa, è un pesce d’acqua dolce molto diffuso in Italia che predilige i fiumi a corso lento e i laghi. Originario delle regioni orientali d’Europa e dell’Asia minore, è stato introdotto molti secoli fa dai romani per l’allevamento. I sarcopterigi, pesci ossei a pinne lobate, comprendono gli antenati dei vertebrati terrestri. I crossopterigi sono dotati di pinne pari con i raggi disposti da entrambi i lati (pinne biseriali). Comprendono i celacanti e i progenitori (fossili) dei vertebrati terrestri. La presenza di sacche polmonari in un gruppo ancestrale di pesci ossei rappresenta il principale preadattamento alla conquista dell'ambiente subaereo. La disponibilità di tali organi non solo consentiva di integrare la respirazione branchiale in acque povere di ossigeno, ma rendeva anche possibili brevi spostamenti nell'ambiente terrestre, alla ricerca di raccolte d'acqua più ospitali. La pinna raggiata, efficiente per dirigere il nuoto, rappresenta un mediocre supporto sul terreno; i pesci che si impegnarono nei primi tragitti fuori dall'acqua erano in realtà provvisti di un tipo di appendice del tronco assai primitivo ma adatto a tali spostamenti. Si trattava di una pinna di aspetto carnoso e provvista di un asse scheletrico articolato, sul quale si impiantavano segmenti marginali, paralleli piuttosto che raggiati. Per l'aspetto carnoso della loro pinna tali pesci ossei si definiscono sarcopterigi. I crossopterigi celacanti furono abbondanti a partire dal Devoniano fino a circa 65 milioni di anni fa, quando si estinsero quasi completamente. Casualmente, nel 1938 un peschereccio catturò un celacanto al largo delle coste del Sudafrica. Da allora sono stati pescati centinaia di individui della specie Latimeria chalumnae, che è considerata un «fossile vivente». Una seconda specie, L. menadoensis, è stata scoperta nel 1998 al largo dell’isola indonesiana di Sulawesi. I pesci del genere Latimeria sono predatori e raggiungono una lunghezza di circa 1,8 m e un peso fino a 82 kg (▶figura 45). Entrambe le specie sono forme aberranti di dimensioni considerevoli, che nel corso del loro adattamento alle acque marine si sono evolute in modo specialistico. Attualmente il gruppo comprende i dipnoi e i crossopterigi. I dipnoi, anch’essi provvisti di pinne lobate e articolate, erano importanti predatori nelle acque basse durante il periodo Devoniano. La maggior parte delle linee evolutive di questi pesci attualmente è estinta: le sole sei specie sopravvissute vivono nelle paludi e nelle acque fangose del Sudamerica, dell’Africa e dell’Australia (▶figura 44). Figura 45. I parenti più prossimi dei vertebrati terrestri. Questo celacanto, che vive nelle acque profonde dell’oceano Indiano, rappresenta una delle due specie di celacanti sopravvissute fino ai giorni nostri. Le parole: Actinopterigi deriva greco aktís, dal «raggio» e pterygion, diminutivo di pteryx «ala», qui nel senso di pinna. Questi pesci hanno infatti le pinne raggiate, con raggi di sostegno disposti a ventaglio. Sarcopterigi deriva dal greco sarx, «carne» Questi pesci hanno infatti le pinne lobate, carnose. Figura 44. I dipnoi sono pesci polmonati. Tutte le specie attuali di pesci polmonati (come i dipnoi) vivono nelle acque dolci dell’emisfero meridionale. Crossopterigi deriva greco krossós, dal «frangia» Questi pesci hanno infatti le pinne frangiate. Dipnoi deriva dal greco dipnos, «doppia respirazione». I dipnoi sono animali dotati sia di polmoni (derivati dalle sacche simili ai polmoni presenti nei loro antenati) sia di Questi pesci hanno infatti hanno una doppia respirazione: branchiale e polmonare. branchie. Quando uno stagno si prosciuga, i dipnoi Latimeria chalumnae fu scoperto presso la foce del possono infossarsi nel fango e sopravvivere per molti fiume Chalumna, in Sudafrica, dalla naturalista Marjorie mesi in uno stato di sostanziale inattività, respirando Courtenay-Latimer. Chi identificò questo pesce scelse direttamente l’aria atmosferica. di dedicarlo ritrovamento. al luogo e alla protagonista del I veri progenitori dei primi vertebrati terrestri, gli anfibi, devono essere ricercati tra i crossopterigi ripidisti, presenti attualmente solo come fossili, che a partire dal Devoniano intrapresero la conquista dell'ambiente subaereo. In modo apparentemente paradossale, i paleontologi affermano che l'adattamento all'ambiente subaereo dei ripidisti, dal quale ha preso l'avvio la colonizzazione delle terre emerse da parte dei vertebrati, sia avvenuto nel Figura 47. Tiktaalik roseae. Questa specie fossile, scoperta di recente, fornisce ulteriori dati relativi all’evoluzione degli arti a partire dalle pinne pettorali corso delle loro escursioni sul terreno per cercare un ambiente acquatico più idoneo. L’evoluzione dei polmoni e delle pinne articolate, in grado di sostenere il pesce nelle acque basse, diede via alla colonizzazione delle terre emerse; in seguito, cambiamenti strutturali delle pinne consentirono ad alcuni pesci di sostenersi meglio nell’acqua bassa e, successivamente, di muoversi sulla terraferma. Figura 48. Tiktaalik roseae. Dall’acqua alla terraferma. Ricostruzione di un esemplare. Si ritiene che alcuni crossopterigi acquatici primitivi abbiano iniziato a utilizzare fonti di cibo terrestri, adattandosi alla vita sulla terraferma e, infine, evolvendosi nei progenitori dei tetrapodi (vertebrati provvisti di quattro arti). Possiamo chiederci dunque da che cosa fu accompagnata la transizione da un animale che nuota nell’acqua a uno che cammina sulla terraferma. All’inizio del 2006, alcuni ricercatori hanno descritto la scoperta di un fossile del Devoniano caratterizzato da appendici che rappresenterebbero uno stadio intermedio tra le pinne dei pesci e gli arti dei tetrapodi Quadro riassuntivo degli osteoitti: terrestri (▶figure 46 – 47 - 48). Sembra che arti capaci di sollevare un pesce voluminoso con il movimento antero-posteriore, indispensabile per la deambulazione sulla terraferma, si siano evoluti quando gli animali vivevano ancora nell’acqua. Figura 46.Il passaggio dall’acqua alla terraferma. In questa figura si può notare quali trasformazioni hanno permesso di trasformare le pinne in arti. la cute è rivestita da scaglie ossee (squame cosmoidi o ganoidi) lo scheletro è prevalentemente costituito da tessuto osseo l’arco orale è suddiviso in mascella e mandibola (gnatostomi) la bocca non è in posizione ventrale la coda è generalmente omocerca (è cioè suddivisa in due lobi simmetrici) le branchie, contenute in una camera branchiale, sono protette da un opercolo branchiale è presente una sacca polmonare o un organo idrostatico (vescica natatoria) il cuore possiede un atrio e un ventricolo la circolazione è semplice e completa gli organi escretori sono rappresentati generalmente da mesoreni l’N è eliminato come ammoniaca (ammoniotelici) la temperatura corporea è identica a quella dell’ambiente circostante (eterotermia) il mesencefalo è il centro che controlla l’attività nervosa la vista è l’organo di senso più sviluppato la fecondazione è esterna le uova sono numerose e di piccole dimensioni in diverse specie la determinazione del sesso è cromosomica