ASPETTI EMOTIVI-MOTIVAZIONALI Sonia Trotta La motivazione secondo Boscolo comprende 3 aspetti: Motivazione estrinseca Motivazione intrinseca Motivazione al successo Marco, ragazzo con disabilità intellettiva di grado lieve Deve svolgere una consegna in classe: “leggi la pagina di testo e prova a ripetere quello che hai capito” Marco è motivato? La pagina contiene troppo testo, privo di organizzatori anticipati, indici testuali, immagini L’argomento è molto distante dai suoi campi esperienziali e/o di interesse Riconosce i suoi limiti a causa dei continui insuccessi Ha difficoltà nell’elaborazione, nel recupero delle informazioni La lettura è lenta e commette molti errori Spesso viene deriso dai compagni quando sbaglia E’ in grado di predire la sua prestazione e il risultato quasi sempre negativo Marco quale tipo di motivazione possiede? Estrinseco basata sul rinforzo (il suo risultato può essere premiato?) Intrinseco basato sull’interesse e il piacere di raggiungere traguardi positivi (i contenuti sono utili ed eicaci per alimentare tale motivazione?) Di successo basato sul dimostrare il suo valore (i limiti oggettivi: lettura, comprensione, memoria, ecc., possono determinare un valore di sé positivo e quindi una corrispondente attribuzione alle abilità possedute? Marco può migliorare gli aspetti motivazionali come? Scegliendo compiti adeguati tali da assicurare il successo e garantire il premio (motivazione estrinseca) Scegliendo argomenti interessanti con minor testo e con molte illustrazioni si possono raggiungere traguardi positivi per la persistenza al compito (motivazione intrinseca) Utilizzando metodologie specifiche e strategie adeguate alle sue caratteristiche da dimostrare la sua autoefficacia e quindi credere nelle abilità abilità (motivazione al successo) Aspetti motivazionali La percezione di avere superato un compito porta al desiderio di perseguire nell’impegno, mentre la continua frustrazione determina la rinuncia ad accettare la sfida cognitiva, nella convinzione di non riuscire a controllare la situazione. ATKINSON, 2007 «la persona è disposta a impegnarsi quando la speranza di successo supera la paura dell’insuccesso, altrimenti prevale il senso di vergogna e inattività» Organizzare attività motivanti per allievi con D.I, ASD, ADHD sapendo che c’è una difficoltà di base di filtrare informazioni rilevanti e inibire quelle irrilevanti SIGNIFICA???? • Scegliere argomenti o attività altamente attraenti (attrattivo=filtro) es. partire dagli animali, da oggetti, ecc • Proporre attività adeguate alle potenzialità (deve bastare un minimo sforzo e quindi la sfida che fa scaturire l’azione) • Chiarezza del compito, senza necessità di essere spiegato (la percezione deve essere immediata, pochi stimoli e ben strutturati) • Sapere che l’attività ha un inizio e una fine (immediata percezione del tempo attraverso la definizione sequenziale di attivtà) • Sapere che l’attività che si sta svolgendo produce emozioni positive e sviluppa consapevolezza delle azioni intraprese(sei felice di fare questa attività? Secondo te è facile o difficile?) FATTORI IMPORTANTI PER L?INTERVENTO Ambiente di vita Strutturazione del contesto Strutturazione delle attività Strutturazione dei materiali Gestione delle contingenze Parent training 11 Allievo Interventi sull’attenzione e la memoria Training di abilità sociali Training metacognitivi Ecc. ELEMENTI IMPORTANTI PER LA PROGETTAZIONE DI INTERVENTI EFFICACI E METACOGNITIVI 1. Sviluppare un approccio positivo verso l’allievo 2. Stabilire obiettivi realistici. 3. Favorire l’organizzazione di attività e ambiente. 4. Fornire istruzioni chiare. 5. Prevedere la strutturazione di alcune routines. 6. Strutturare adeguatamente gli spazi. 7. Potenziare la motivazione dell’allievo. 12 8. Controllare i momenti di transizione. 1. Sviluppare un approccio positivo verso l’allievo I. II. III. IV. V. riconoscere i comportamenti positivi dell’allievo; evidenziare le abilità e le competenze dell’allievo; mantenere un tono emotivo controllato; ignorare i piccoli comportamenti di irrequietezza; rinforzare positivamente tutti i comportamenti positivi, sebbene di lieve entità; VI. limitare il numero di sanzioni. 13 3. Favorire l’organizzazione di attività e ambiente I. stabilire alcune regole relative all’ordine del banco e dei materiali; II. fissare alcuni momenti della giornata dedicati ad organizzare i propri materiali (ad esempio, rimettere nello zaino i libri già utilizzati); III. sollecitare l’allievo a verificare frequentemente i materiali presenti sul banco, togliendo quelli inutili. 14 4. Fornire istruzioni chiare I. II. III. IV. V. 15 prima di formulare ordini o istruzioni, richiamare l’attenzione dell’allievo e stabilire contatto oculare; utilizzare frasi brevi ed espresse in forma affermativa; impiegare termini presenti nel vocabolario dell’allievo e strutture sintattiche da lui padroneggiate; dare un’istruzione alla volta, evitando ordini multipli; chiedere all’allievo di ripetere le istruzioni ricevute. 5. Prevedere la strutturazione di alcune routines I. sviluppare alcune routines per l’inizio ed il termine della giornata a scuola; II. aiutare gli allievi a creare delle routines relative al modo di segnare i compiti per casa, all’organizzazione dei propri materiali, ai posti dove poggiare i propri oggetti, ecc.; III. stabilire dei momenti e dei luoghi ben definiti per svolgere le attività scolastiche più complesse. 16 6. Strutturare adeguatamente gli spazi I. disporre i banchi in modo tale che l’insegnante possa fornire frequentemente suggerimenti e rinforzi all’allievo; II. allontanare l’allievo da fonti di distrazione (la finestra, altri allievi problematici, ecc.); III. conservare i materiali utilizzati per l’attività didattica in luoghi che minimizzino le distrazioni, ma che al contempo rendano facile l’accesso da parte degli allievi quando è necessario. 17 La frustrazione Lo studente che vive situazioni frustranti ha una scarsa autostima, un senso precario di autoefficacia scolastica. Si percepisce «Incapace» e immagina che insegnanti, famiglia e compagni abbiano la stessa considerazione. DEFINIZIONE DI MOTIVAZIONE La Motivazione All’apprendimento è un Processo che dall’interno: ATTIVA, DIRIGE e SOSTIENE l’allievo nell’acquisizione consapevole di CONOSCENZE, ABILITA’ ed ATTEGGIAMENTI (Stipek, 1996). Permette di capire perché la persona svolge un compito in un determinato modo, quanto insiste e perché mantiene l’interesse. La relazione tra apprendimento e motivazione non è diretta ma mediata da diversi aspetti: a) l’uso più efficace e più metacognitivo delle strategie; b) Una corretta attribuzione dei precedenti successi e insuccessi scolastici a cause interne e controllabili, come ad es.l’impegno; c) La scelta di compiti “sfidanti” che consentono di mettersi alla prova; la scelta di obiettivi più legati ai risultati, alla prestazione o più centrati sui processi e la padronanza; d) le emozioni positive provate in contesti di apprendimento motivato e che si concretizzano nella soddisfazione o orgoglio per la riuscita, nella maggior fiducia in sé, nelle proprie abilità, nella percezione di autoefficacia CLASSIFICAZIONE DELLE MOTIVAZIONI • MOTIVAZIONE ESTRINSECA: Compito è affrontato per ottenere riconoscimenti esterni (es. lodi o rimproveri) • MOTIVAZIONE INTRINSECA: Compito affrontato per sè stessi non per finalità esterne (es. interesse, curiosità,) QUALCHE CENNO SUL RINFORZO Un buon rinforzo deve essere contingente (temporalmente vicino al comportamento da rinforzare) e specifico (riferito ad un comportamento specifico) Es. chiudere l’astuccio dopo aver terminato l’attività di colorare (obiettivo autonomia personale- organizzazione materiali di lavoro –non del piano di lavoro-perché macro) Il rinforzo deve avere una continuità nel tempo affinchè il comportamento tende a mantenersi Il rinforzo deve tendere alla generalizzazione Il rinforzo deve essere attenuato e modificato EFFETTI POSITIVI DEL RINFORZO I principi che regolano l’acquisizione e le modificazioni del comportamento sono validi sia per i comportamenti adeguati e funzionali che per quelli ritenuti problematici L’apprendimento basato sul conseguente COMPORTAMENTO Conseguenze Positive negative neutre La frequenza (la ripetizione) è determinata da queste valenze Esempio: Un alunno che ha ricevuto una lode si impegnerà anche in futuro se per lui la lode è molto importante. Gratificazioni sociali, apprezzamenti hanno un grande impatto sul comportamento. Anche regole spiacevoli vengono rispettate se il piacere ultimo è quello di ricevere una gratificazione DALL’ANALISI DELLE PREFERENZE CI RICAVIAMO LA CONSEGUENZA GIUSTA CHE PERMETTE IL SUCCESSO E L’AUMENTO DELLA FREQUENZA DI UN COMPORTAMENTO!! POSITIVO E NEGATIVO La conseguenza rimane la stessa: viene incrementata la frequenza del comportamento rinforzato. La differenza tra il rinforzo positivo e quello negativo sta nel fatto che il primo è caratterizzato dalla presentazione di un evento desiderabile, mentre il secondo consiste nella sottrazione di un elemento negativo o spiacevole. Origine del secondario rinforzo: primario e Il rinforzo primario è legato alla sopravvivenza in quanto risponde a bisogni innati (ad es., il cibo). Il rinforzo secondario è invece il risultato di un processo di apprendimento, mediante il quale esso ha acquisito capacità attrattive. CONTENUTI Tangibile: è rappresentato da un oggetto fisico, dal cibo preferito e viene utilizzato nella prima fase educativa (alta valenza funzionale per qualsiasi livello di gravità) Dinamico: il potere rinforzante è dovuto alla gradita attività che dovrà svolgere (un gioco, PC, ecc.) Sociale: il potere rinforzante è costituito da una gratificazione, lode, ecc. Viene associato spesso al rinforzo tangibile… Simbolico: è simbolo di qualcos’altro, (gettoni, pezzi di puzzle, smile, bollini all’interno di una token economy) - insegna molti comportamenti utili quali: guadagnare, aspettare, scegliere - sviluppa comportamenti collaborativi col gruppo di pari LA LODE Lodi Controllanti: servono per controllare il comportamento dello studente e spingerlo a certi standard (limite per gli allievi a sviluppo tipico) • Lodi informative: specifiche, credibili, contingenti, contengono informazioni su come migliorare (es. questa volta ti sei proprio impegnato, hai applicato la procedura corretta per il tipo di compito ….) COSA SI PUO’ FARE PER STIMOLARE E MANTENERE LA MOTIVAZIONE? 1. Situazioni interessanti che stimolino la curiosità e il confronto tra ciò che si sa e non si sa. 2. Compiti di apprendimento che siano sfide cognitive ottimali o permettano di sperimentare la propria competenza e il piacere di riuscire. 3. Attenzione agli atteggiamenti, alle aspettative e alle attribuzioni 4. Feed-back sulla qualità e quantità dei risultati raggiunti, percezione della propria competenza, spazi di auto-determinazione Teoria della Motivazione al successo (Atkinson) Si configura come la prima teoria motivazionale alla riuscita e riprende, aggiungendo una nuova componente che è quella emotiva, il concetto di conflitto introdotto da Lewin, secondo cui la motivazione è vista come un’energia che origina da un conflitto e viene liberata nel momento in cui il conflitto viene risolto. Motivazione alla riuscita dipende da due tendenze motivazionali contrapposte: una tendenza al successo (spinta ad agire) una motivazione ad evitare il fallimento (inibizione dell’azione). L’individuo motivato a riuscire tende a scegliere i compiti di media difficoltà, scartando quelli facili, che hanno scarsa attrattiva, e i difficili, con scarsa probabilità di successo Emozioni tipiche sono la fiducia nella riuscita, il desiderio di affrontare il compito, la soddisfazione e l’orgoglio anche anticipati, per il successo Una volta raggiunto il successo, la tendenza è quella di attribuire la riuscita al proprio impegno e a valutare il compito come facile Tutto ciò conduce ad accrescere il desiderio di imparare e alla ricerca di compiti sempre più difficili. L’individuo che ha paura di fallire Affronta compiti molto facili, per i quali il successo è sicuro, oppure compiti estremamente difficili la cui riuscita è molto improbabile, ma che permettono comunque di far risalire il fallimento a cause diverse dalla mancanza di abilità e di impegno, quali la difficoltà del compito, la sfortuna o la mancanza di aiuto. L’emozione tipica che accompagna la tendenza a evitare l’insuccesso è la vergogna anticipata, dovuta al fatto di sentirsi inadeguati rispetto agli altri rispetto a come ci si aspettava di essere e alla sensazione di non avere la capacità di farcela. Prima di affrontare il compito, il soggetto può apparire apatico o rassegnato, durante l’esecuzione del compito è spesso ansioso, teme di non farcela. A tutto ciò che avviene prima, si accompagna, durante il compito, confusione, dovuta all’incapacità di selezionare e applicare la strategie più opportune, e sentimenti di incapacità che possono giungere a configurarsi anche come impotenza appresa, cioè incapacità di sentire il controllo personale della situazione. Autostima Senso soggettivo e duraturo del proprio valore personale, basato su autopercezioni. Il modo di percepire se stessi dipende e dalle esperienze, come conoscenza delle cose acquisita attraverso prove fatte da noi stessi, e dal giudizio altrui, l’opinione, cioè, e il parere delle persone che ci circondano in merito a noi stessi. Una valutazione di questa autopercezione comporta inevitabilmente delle reazioni e degli stati emotivo-affettivi che influiscono sui diversi livelli di autostima. COMPONENTI DELL’AUTOSTIMA SOCIALE CORPOREA Soddisfazione Accettazione nei rapporti con del proprio gli altri, aspetto fisico accettazione all’interno del gruppo e sentimenti riguardo a sé come amici degli altri. SCOLASTICA FAMILIARE GLOBA LE Valore di sé come studente; può non corrispondere al reale rendimento scolastico. Comprende il vissuto familiare, il sentirsi considerati e sicuri dell’amore e del rispetto dei propri familiari. Apprezz amenti generici su se stessi LE ATTRIBUZIONI Processi attraverso i quali gli individui interpretano le cause degli eventi Permettono di predire il comportamento al successo Non sono statiche ma possono essere modificate grazie all’esperienza ed all’insegnamento Esistono attribuzioni che si caratterizzano per essere maggiormente sotto il controllo del soggetto, come l’impegno, e altre su cui è impossibile esercitare il controllo, come la fortuna ATTRIBUZIONI DEGLI INSEGNANTI ATTRIBUZIONI DEGLI INSEGNANTI ATTRIBUZIONI DEGLI STUDENTI QUANTI TIPI DI ATTRIBUZIONI ESISTONO? (Weiner) Interno: impegno, abilità, esperienza LOCUS OF CONTROL Esterno: aiuto, fortuna, situazioni Cause stabili: caratt. compito STABILITA’ Cause instabili: impegno, fortuna, aiuto Cause controllabili: impegno CONTROLLABILITA’ Cause incontrollabili: fortuna EMOZIONI CONSEGUENTI AD ATTRIBUZIONI Attribuzione Successo Insuccesso ABILITA’/NON ABILITA’ SUPERBIA VERGOGNA IMPEGNO/NON IMPEGNO SODDISFAZIONE SENSO DI COLPA AIUTO/NON AIUTO GRATITUDINE RABBIA FORTUNA/SFORTUNA SORPRESA SORPRESA Principali stili attributivi (De Beni e Moè, 1995) Stile Stile impegno depresso strategico Il soggetto attribuisce principalmente il suo successo all’impegno e il suo insuccesso alla mancanza di impegno. Il soggetto attribuisce principalmente il suo successo a cause esterne e il suo insuccesso alla mancanza di abilità Stile negatore Stile pedina Stile abile Il soggetto attribuisce principalmente il suo successo all’abilità e il suo insuccesso a cause esterne Il soggetto attribuisce principalmente il suo successo e il suo insuccesso a cause esterne Il soggetto attribuisce principalmente il suo successo all’abilità e il suo insuccesso a mancanza di abilità. OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO OBIETTIVI DI PRESTAZIONE: scopo principale dimostrare le proprie conoscenze per ottenere il consenso sociale Motivazione estrinseca OBIETTIVO DI PADRONANZA: acquisire nuove competenze, senza il bisogno Motivazione di dimostrareintrinseca niente a nessuno