LCoS D-Ila SXRD

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approfondimenti
LCoS
Dalla diatriba fra una tecnologia trasmissiva (LCD) e una riflessiva
(DLP), con una mossa a sorpresa Philips decide di proporre una “terza
incomoda”, e brevetta assieme a Canon le matrici LCoS; volendo
semplificare molto, sono matrici LCD alle quali è stata applicata una
superficie riflessiva dietro lo strato di cristalli liquidi: in questo modo si
annulla la percezione della “zanzariera” a schermo (effetto screen door)
degli LCD, causata dal passaggio della luce della lampada dentro la
matrice di micro celle, inoltre la dimensione dei singoli pixel e lo spazio
fra loro viene sensibilmente ridotto a tutto vantaggio della naturalezza
delle immagini e del contrasto percepito a video. I proiettori con questa
tecnologia non hanno avuto molta fortuna, tanto che recentemente
Schema della tecnologia LCoS
il brevetto è stato portato avanti dalla sola Canon con la serie Xeed
per il settore professional ed educational, mentre c’è stata la fugace
apparizione sul mercato di un modello 1.080p Cinetron per l’Home
Theater. Come detto i vantaggi rispetto alla LCD sono evidenti, anche
se forse non così sostanziali da far cambiare le sorti del mercato,
soprattutto quando il marchio da battere è un colosso come Canon.
D-Ila
Dato che il mercato non si fa solo con i prodotti, ma anche con le
royalty e i brevetti, JVC ha deciso di riprendere la tecnologia LCoS e
migliorarla, dando vita al famoso D-Ila. Detto anche “amplificatore di
Funzionamento della tecnologia di proiezione D-Ila
luce” per l’ottimizzato percorso ottico della lampada, riesce a garantire
un boost di luminosità a schermo, complice anche il miglioramento della
costruzione della matrice (aumentato fill rate, contrasto reale e materiale
organico più stabile). Il tallone di Achille di questa tecnologia, a modesto
avviso di chi vi scrive, è rappresentato dal tempo di commutazione delle
celle LCD nell’ordine dei millisecondi, che crea scie sulle immagini in
rapido movimento, ma anche dalla necessità di utilizzare lampade di
cospicua potenza perché comunque, prima di essere riflessa, la luce
deve attraversare la matrice; con conseguenze quali deterioramento nel
tempo e “cottura” del materiale stesso.
Schema di funzionamento della tecnologia SXRD
SXRD
Sulla stessa linea di pensiero, ultima in termini temporali, è scesa
in campo anche Sony che, con il suo SXRD, ha ottimizzato ulteriormente il prodotto JVC in termini di risoluzione,
dimensione e spazio fra i pixel della matrice, linearità della superficie e omogeneità di risposta. Per il D-Cinema, le
prime matrici 4K a essere presentate al pubblico sono state proprio quelle di tipo SXRD, raggiunte solo ora anche dalle
DLP. Questa tecnologia, al pari della D-Ila, ha trovato spazio e apprezzamento di pubblico soprattutto in ambito Home
Theater per la fedeltà cromatica e il contrasto nell’immagine che riesce a generare; in ambito professionale il maggior
costo complessivo non fa pendere l’ago della bilancia in favore dell’SXRD, e sembra aver la meglio la “matura”
tecnologia LCD che, con l’ultimo affinamento della matrici Seiko-Epson, ha ancora molte frecce al proprio arco.
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