Economia Industriale Capitolo 7 Differenziazione di prodotto e qualità in monopolio Bettoni Michela Gallizioli Giorgio Gaverina Alessandra Ratti Nicola Signori Andrea AGENDA Concetti di differenziazione verticale ed orizzontale Differenziazione orizzontale: approccio spaziale (modello di Hotelling) Problema di massimizzazione del profitto del monopolista: l’incentivo alla differenziazione come mezzo di estrazione del surplus Confronto tra risultati ottenuti e ottimo sociale Caso di discriminazione di prezzo Differenziazione verticale Problema di massimizzazione del profitto del monopolista: scelta di prezzo e qualità ottimali • Caso di impresa monoprodotto • Caso di impresa multiprodotto DIFFERENZIAZIONE ORIZZONTALE VERTICALE L’impresa offre una varietà di prodotti, in risposta ai differenti gusti dei consumatori L’impresa offre lo stesso prodotto con diversi livelli di qualità, in risposta alle diverse disponibilità a pagare dei consumatori I consumatori hanno preferenze diverse in relazione alle caratteristiche del prodotto I consumatori concordano nell’ordinare i diversi livelli di qualità (stessa struttura di preferenze), ma differiscono per la disponibilità a pagare Esempio: diverse tipologie di cereali Kellogg’s Esempio: biglietto aereo in classe business o economy Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Analizza il comportamento di un monopolista che pratica differenziazione orizzontale di prodotto. Semplificazione del modello: viene venduto un unico prodotto. La caratteristica che orienta le preferenze dei consumatori è la distanza del luogo di vendita: i consumatori sono disposti a pagare di più per prodotti più vicini, che minimizzano cioè i costi di spostamento. TEORIA TRADIZIONALE Diverse varietà di prodotto MODELLO SPAZIALE Prodotto unico Differenziazione attraverso le caratteristiche di ciascun prodotto Differenziazione attraverso la distanza del punto vendita Il consumatore sceglie il prodotto più vicino ai propri gusti Il consumatore sceglie il prodotto geograficamente più vicino Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Ipotesi: Mercato composto da un’unica strada (Main St.) dove abitano N consumatori Il monopolista non pratica discriminazione di prezzo Costi di trasporto t (costi di spostamento per unità di distanza) I consumatori si distinguono tra loro solo per il luogo in cui risiedono In ogni periodo un consumatore è disposto a comprare esattamente un’unità di prodotto venduto dal monopolista se FULL PRICE Prezzo di vendita del prodotto + costi di spostamento PROBLEMA DEL MONOPOLISTA: ≤ RESERVATION PRICE (V) Disponibilità a pagare del consumatore - Quanti punti vendita aprire - Dove aprirli - Quale prezzo fissare Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Supponiamo che il monopolista decida di operare con un solo punto vendita: Distanza x dal negozio oltre la quale non è più conveniente per i consumatori acquistare il prodotto: p1 + tx1 = V Quantità acquistata dai consumatori: Q = 2 x1 N Sostituendo: 2 N (V − p1) Q= t Se il prezzo diminuisce, la domanda aumenta: consumatori più distanti dal punto vendita trovano conveniente acquistare il prodotto. Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Supponiamo che il monopolista decida di servire tutto il mercato con un unico punto vendita: Ipotesi: c costo per unità venduta F costi di setup per negozio Il prezzo più alto che il monopolista può praticare è: t t p + =V ⇒ p =V − 2 2 PROFITTO DEL MONOPOLISTA: t π ( N ,1) = N (V − − c ) − F 2 Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Supponiamo che il monopolista decida di servire tutto il mercato con due punti vendita: Ipotesi: Non ci sono economie di scopo operando con più negozi (F è costante per ogni negozio) Il prezzo più alto che il monopolista può praticare è: t t p + =V ⇒ p =V − 4 4 PROFITTO DEL MONOPOLISTA: t π ( N ,2) = N (V − − c) − 2 F 4 Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Analizziamo ora il caso generale in cui il monopolista apre n punti vendita: la distanza tra un negozio e l’altro è pari a 1/n. Il prezzo più alto che il monopolista può praticare è: p+ t t =V ⇒ p =V − 2n 2n t − c) − nF Profitto del monopolista: π ( N , n) = N (V − 2n Al crescere degli n di punti vendita, il prezzo p pagato dal consumatore tende a V Aumentando il numero di negozi, il monopolista estrae una quota maggiore di surplus al consumatore. Interpretazione: il monopolista è incentivato a offrire una grande varietà di prodotti al fine di avvicinarsi ai diversi gusti dei consumatori, inducendoli a pagare un prezzo che si avvicina alla loro massima disponibilità a pagare. Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Al monopolista converrebbe allora aprire infiniti punti vendita? Condizione per cui è conveniente aprire un nuovo negozio: π ( N , n + 1) > π ( N , n) t π ( N , n + 1) = N (V − − c) − (n + 1) F 2(n + 1) t π ( N , n) = N (V − − c) − nF 2n Nt n(n + 1) < 2F A parità di negozi, conviene servire tutto il mercato o solo una parte? A. Tutto il mercato: p ( N , n) = V − t / 2n V−p B. Solo una parte del mercato: p + tx = V ⇒ x = t (V − p) Sostituendo nell’equazione del profitto: π = 2 xN ( p − c) ⇒ π = 2 N ( p − c) t Derivo e trovo p che lo massimizza: ∂π 2 N V +c * = (v − 2 p + c ) = 0 ⇒ p = ∂p t 2 Differenziazione orizzontale MODELLO SPAZIALE (Hotelling, 1929) Confrontando le due situazioni, al monopolista converrà servire tutto il mercato se: V− dove: V c t n t V +c > 2n 2 t V >c+ n disponibilità a pagare del consumatore costo marginale di produzione costo unitario di trasporto numero di punti vendita • Quando la disponibilità a pagare del consumatore è bassa in rapporto ai costi marginali e a quelli di trasporto, oppure nel caso in cui ci siano pochi negozi, servire l’intero mercato è sconveniente. • Diversamente, con alti valori di V e n, il monopolista può soddisfare l’intero mercato pur fissando un prezzo più alto, senza perdere in quantità venduta e ottenendo marginalità superiori. Differenziazione orizzontale INCENTIVO ALLA VARIETA’ DI PRODOTTO Il monopolista, per massimizzare il profitto, è incentivato a offrire una varietà di prodotti molto ampia. Tale varietà può risultare eccessiva? Confrontiamola con il livello di differenziazione efficiente, cioè che massimizza il surplus collettivo. Massimizzazione del surplus: max NV – cN – costi setup – costi trasporto che diventa un problema di minimizzazione in quanto N, V e c sono costanti: min costi setup + costi trasporto Analizziamo ora le due componenti: a. COSTI DI SETUP b. COSTI DI TRASPORTO Differenziazione orizzontale INCENTIVO ALLA VARIETA’ DI PRODOTTO a. COSTI DI SETUP Sono dati dal costo di setup del singolo negozio per il numero di negozi: nF b. COSTI DI TRASPORTO Area del triangolo: t 8n 2 Costi di trasporto totali: 2⋅ t t = 8n 2 4 n 2 Moltiplico per il numero N di consumatori e il numero n di negozi, e ottengo: tN 4n Differenziazione orizzontale INCENTIVO ALLA VARIETA’ DI PRODOTTO Aprire un punto vendita addizionale è una scelta efficiente se C ( N , n + 1) = C ( N , n) = tN + (n + 1) F 4(n + 1) tN + nF 4n CONDIZIONE DI EFFICIENZA n(n + 1) < Nt 4F n(n + 1) < C ( N , n + 1) < C ( N , n) Nt 4F COMPORTAMENTO MONOPOLISTA n(n + 1) < Nt 2F La condizione di efficienza è più restrittiva! Questo significa che il monopolista tende a offrire una varietà troppo ampia, perché agisce massimizzando il profitto e non il surplus collettivo. I punti vendita “in più” rispetto all’efficienza non portano guadagno netto ma generano trasferimento di surplus da consumatore a produttore. Differenziazione orizzontale DISCRIMINAZIONE DI PREZZO La discriminazione avviene attraverso la politica dello uniform delivered pricing: il monopolista vende e consegna il prodotto ai consumatori, praticando lo stesso prezzo indipendentemente dai costi di trasporto. Nel caso di n negozi, il profitto del monopolista è pari a: Nt π ( N , n) = NV − cN − ( + nF ) 4n Essendo NV e cN costanti, la massimizzazione del profitto si ottiene minimizzando i costi di trasporto e di setup. Ciò significa che il monopolista è incentivato a offrire una varietà di prodotti socialmente efficiente. In questo caso la discriminazione di prezzo (modello spaziale) è da interpretare come differenziazione delle caratteristiche del prodotto (caso reale): i costi di trasporto rappresentano cioè costi addizionali sostenuti per adattare i prodotti alle preferenze dei consumatori. DIFFERENZIAZIONE VERTICALE I consumatori hanno la stessa struttura di preferenze: il prodotto considerato migliore è quello con il più alto livello di qualità. Essi differiscono soltanto per la disponibilità a pagare per la qualità (willingness to pay for quality). Se un bene di alta qualità e uno di bassa vengono venduti allo stesso prezzo, tutti i consumatori compreranno il primo i prodotti di bassa qualità saranno venduti solo se avranno un prezzo sufficientemente basso. Per le imprese è fondamentale la scelta della combinazione qualità/prezzo. Analizziamo due casi: 1. Impresa monoprodotto 2. Impresa multiprodotto Differenziazione verticale monoprodotto SCELTA DI PREZZO E QUALITA’ CASO 1: L’IMPRESA OFFRE UN UNICO PRODOTTO Ipotesi: ogni consumatore acquista al massimo un’unità del bene. La curva di domanda del monopolista dipende non solo dalla quantità prodotta Q, ma anche dalla qualità z di ciascuna unità di prodotto: P=P(Q,z) Prezzo Dato che ogni consumatore compra una sola unità di bene, la più alta disponibilità a pagare, dato il livello di qualità, corrisponde all’intercetta sull’asse dei prezzi (in rosso). P(Q,z) 1 Quantità Differenziazione verticale monoprodotto SCELTA DI PREZZO E QUALITA’ Un aumento della qualità può causare due diversi spostamenti della curva inversa di domanda: a) L’aumento della qualità (da z1 a z2) comporta un rialzo del prezzo a cui viene venduta la quantità Q1 da P1 a P2 La curva scorre lungo l’asse dei prezzi b) L’aumento della qualità (da z1 a z2) comporta sia un rialzo del prezzo a cui viene venduta la quantità Q1 (da P1 a P2), sia un aumento della quantità massima disponibile sul mercato La curva scorre lungo l’asse delle quantità Differenziazione verticale monoprodotto MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO L’impresa monopolista, che controlla sia la qualità (z) che la quantità prodotta (Q), per conseguire il massimo profitto deve soddisfare due condizioni. 1. Per un dato livello di qualità: MR(Qi) = MC(Qi) MR(Qi) Ricavi marginali derivanti dalla vendita dell’ultima unità MC(Qi) Costi marginali di produzione dell’ultima unità 2. Per un dato livello di quantità: MR(z) = MC(z) MR(z) MC(z) Ricavi marginali derivanti dall’incremento della qualità di prodotto Costi marginali derivanti dall’incremento della qualità di prodotto Differenziazione verticale monoprodotto ESEMPIO NUMERICO E’ data la seguente curva di domanda: P = z (50 − Q ) Ipotizziamo che i costi di produzione siano nulli. I costi legati al design dipendono dal livello di qualità, secondo la funzione: Il profitto sarà il seguente: F ( z) = 5z 2 π (Q, z ) = P(Q, z )Q − F ( z ) = z (50 − Q)Q − 5 z 2 1) Scelta della quantità ottima MR(Q) = MC(Q) ⇒ z(50− 2Q) = 0 55 P z 50 45 40 P=100-2Q (z=2) 35 Da cui: 30 Q* = 50 / 2 = 25 25 20 P=50-Q (z=1) 15 10 * P = 25 z 5 Q 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 Differenziazione verticale monoprodotto ESEMPIO NUMERICO P * = 25 z Il prezzo che massimizza il profitto del monopolista dipende quindi dal livello di qualità. Incrementando z, egli può aumentare il prezzo di vendita ma deve far fronte a maggiori costi legati alla qualità: vi è un trade-off tra ricavi e costi. 2) Scelta del livello ottimo di qualità La funzione dei ricavi in condizioni di ottimalità è data da: Derivando otteniamo i ricavi marginali: Applichiamo ora la condizione: P*Q* = 25z * 25 = 625z MR( z) = 625 MR( z) = MC( z) ⇒ 625 = 10z * z = 62,5 Differenziazione verticale multiprodotto IPOTESI E DEFINIZIONI CASO 2: L’IMPRESA OFFRE PIU’ PRODOTTI Ipotesi: - Esistono soltanto 2 tipologie di consumatori, che differiscono per la diversa disponibilità a pagare un dato livello di qualità; - Il monopolista produce 2 tipi di beni, uno di alta e uno di bassa qualità, che chiameremo bene 1 e bene 2. Il surplus del consumatore i-esimo è dato dall'equazione: Vi = θ i ( zi − z i ) − pi ( i = 1,2 ) p i prezzo del prodotto θ i valore che il consumatore i attribuisce alla qualità zi qualità del prodotto z i livello qualitativo minimo accettato dal consumatore i (al di sotto di tale livello il consumatore non acquista il prodotto) Differenziazione verticale multiprodotto STRATEGIA DEL MONOPOLISTA Ipotesi: - θ1>θ2 e z1>z2. Ciò significa che il consumatore 1 assegna maggior valore alla qualità rispetto al consumatore 2 (il livello minimo di qualità che egli richiede è più alto); - Il monopolista sa dell’esistenza di 2 gruppi di consumatori, ma non è in grado di discriminarli deve adottare una strategia che induca i due gruppi a identificarsi in base alle scelte che effettuano. Tale strategia deve indurre il consumatore 1 ad acquistare un prodotto di alta qualità z1, ed il consumatore 2 ad acquistarne uno di bassa qualità z2, con prezzi p1 e p2 pari alle loro massime disponibilità a pagare, in modo da estrarre tutto il surplus. Consideriamo il consumatore 2: poiché il monopolista punta a estrarre tutto il surplus, avremo V2 = 0. Dall'equazione precedente ricaviamo il prezzo p2 fissando il limite inferiore della qualità desiderata pari a z2 = 0: V2 = θ 2 ( z 2 − z 2 ) − p2 p2 = θ 2 z 2 Differenziazione verticale multiprodotto STRATEGIA DI PRICING Consideriamo ora il consumatore 1: nulla gli vieta di acquistare il prodotto di bassa qualità. Ciò però diminuirebbe la quantità di surplus estratta dal monopolista nel fissare il prezzo del prodotto high-quality, il monopolista deve soddisfare un incentive compatibility constraint (vincolo di compatibilità con gli incentivi): θ1 ( z1 − z1 ) − p1 ≥ θ1 ( z2 − z1 ) − p2 convenienza ad acquistare il bene1 rispetto al 2 θ1 ( z1 − z1 ) − p1 ≥ 0 surplus non negativo (incentivo ad acquistare) Sostituendo p2 = θ 2 z 2 nella prima disequazione di cui sopra, si ottiene: p1 ≤ θ1 z1 − (θ1 − θ 2 ) z 2 Il prezzo massimo che il monopolista può fissare per il prodotto 1 è quindi: p1 = θ1 z1 − (θ1 − θ 2 ) z 2 Differenziazione verticale multiprodotto MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO Vediamo ora come il monopolista può massimizzare il suo profitto. Assumendo che non esistano costi fissi e che i costi variabili di produzione siano nulli, il profitto del monopolista è dato dall'equazione: π = N1 p1 + N 2 p2 dove Ni è il numero di consumatori di ciascuno dei due tipi di prodotto. Sostituendo i prezzi massimi dei due beni ricavati precedentemente si ottiene: π = N1θ1 z1 − ( N1θ1 − ( N1 + N 2 )θ 2 ) z 2 Quali sono i livelli di qualità z1 e z2 che consentono al monopolista di massimizzare il profitto? Possiamo osservare come l'equazione sia costituita da due termini: N1θ1 b) Il secondo, composto dalla variabile z2 e dal suo coefficiente N1θ1 − ( N1 + N 2 )θ 2 a) Il primo, composto dalla variabile z1 e dal suo coefficiente Differenziazione verticale multiprodotto SCELTA DELLA QUALITA’ Equazione del profitto: π = N1θ1 z1 − ( N1θ1 − ( N1 + N 2 )θ 2 ) z 2 a) z1 : livello qualitativo del prodotto di alta qualità Più elevato è il livello di qualità z1, maggiori sono i profitti per il monopolista. L'impresa dovrebbe quindi fissare z1 al più elevato livello producibile. b) z 2 : livello qualitativo del prodotto di bassa qualità Quando il suo coefficiente è positivo, il profitto del monopolista decresce all'aumentare della variabile qualitativa z2. Viceversa, nel caso in cui il coefficiente è negativo, il profitto aumenta all'aumentare di z2. Distinguiamo quindi i due casi. Differenziazione verticale multiprodotto QUALITA’ E PREZZI OTTIMALI CASO 1: N1θ1 − ( N1 + N 2 )θ 2 > 0 ⇒ N1θ1 > ( N1 + N 2 )θ 2 In questo caso la scelta di massimizzazione del profitto consiste nel fissare z1 al livello più alto possibile: z1 = z max z2 dev’essere invece fissato ad un livello basso, ma non al più basso possibile. Il consumatore 1 infatti non può ricevere surplus negativo acquistando il bene di tipo 1: θ1(z1 − z1) − p1 ≥ 0 sostituendo p1: θ1 z1 (θ1 − θ2 ) z2 − θ1 z1 ≥ 0 ⇒ z2 ≥ θ1 − θ2 in questo caso il monopolista sceglierà un livello di z2 pari a: θ1 z1 z2 = θ1 − θ 2 Ora è possibile ricavare i prezzi dei due beni che massimizzano il profitto. Differenziazione verticale multiprodotto QUALITA’ E PREZZI OTTIMALI Sostituendo z2 nell'equazione p2 = θ2z2 si ottiene il prezzo del bene 2 (bassa qualità): θ 2θ1 z1 p2 = θ1 − θ 2 Analogamente, sostituendo z1 e z2 in p1 = θ1z1 − (θ1 −θ2 ) z2 troviamo il prezzo del bene1: p1 = θ1 ( z max − z1 ) - Il consumatore 1 è quindi indotto a pagare il bene 1 ad un prezzo che coincide con la sua massima disponibilità a pagare. - Al consumatore di tipo 2 è invece venduto il bene 2 al più alto prezzo possibile nel rispetto del vincolo di compatibilità con gli incentivi. Profitto aggregato del monopolista: θ 2θ1 z1 π = N1θ1 ( zmax − z1 ) + N 2 θ1 − θ 2 Differenziazione verticale multiprodotto QUALITA’ E PREZZI OTTIMALI CASO 2: N1θ1 − ( N1 + N 2 )θ 2 < 0 ⇒ N1θ1 < ( N1 + N 2 )θ 2 Il profitto aumenta al crescere di z2, perciò il monopolista deve fissare tale valore al più alto possibile. La qualità del bene 2 uguaglia quindi quella del bene 1, a sua volta uguale al massimo livello qualitativo producibile dall’impresa: z2 = z1 = zmax L’impresa diviene monoprodotto Riscrivendo la condizione del caso 2 in questo modo: N1 θ2 < <1 N1 + N 2 θ1 si può intuire come all’impresa convenga diventare monoprodotto se: - Ci sono pochi consumatori di tipo 1 rispetto al totale - Le disponibilità a pagare dei consumatori del tipo 1 e del tipo 2 sono molto vicine Differenziazione verticale multiprodotto PRICING NEL CASO MONOPRODOTTO Diventando monoprodotto, il monopolista ha 2 alternative: 1) Vendere solo ai consumatori di tipo 1, fissando un prezzo alto Ciò permette di praticare un prezzo pari a Ed ottenere il seguente profitto: θ1 ( z max − z1 ) N1θ1 ( z max − z1 ) 2) Vendere a tutto il mercato, fissando un prezzo basso Ciò aumenta le vendite, ma richiede che il prezzo sia fissato a θ 2 z max Il corrispondente profitto è dato da: ( N1 + N 2 )θ 2 z max Confrontando i due profitti, deduciamo che per il monopolista è conveniente vendere a tutto il mercato se è soddisfatta la seguente condizione: N1θ1 ( z max − z1 ) < ( N1 + N 2 )θ 2 z max