Terzo Chakra, Manipura, il fuoco, la trasformazione Nome Sanscrito Bija Mantra Significato Localizzazione Elemento Funzione Ghiandole Ormoni Organi Colore Cibi Verbo Pietra Manipura Ram Città del Gioiello, Centro della Vita Plesso solare, stomaco Fuoco Volontà, Potere Pancreas, surrenali Insulina, glucagone, adrenalina Stomaco, milza, pancreas, fegato, dotti biliari Giallo, Rosso carboidrati Io Posso Oro, quarzo citrino, occhio di tigre Luogo della luce, dell’energia solare, della combustione, della trasformazione della materia in energia. Metabolismo, regno dell’azione, dell’affermazione della volontà, del potere che nasce da dentro, dell’autonomia, del taglio del cordone ombelicale. Qui ci innalziamo al di sopra della polarità per contemplare un terzo punto dentro di noi, il vertice del triangolo, la contemplazione, la capacità di trasformare qualunque evento in energia vitale, in forza e saggezza. Questo è il vero Potere. Lo Stomaco Funzione fisiologica Funzione simbolica Emozione luce Emozione ombra Organi correlati digestione delle sostanze analisi aggressività, iniziativa, potere, organizzazione frustrazione, rifiuto, impotenza, rinuncia denti, unghie, capelli Una volta che il cibo è masticato e inghiottito entra nello stomaco attraverso una valvola muscolare (cardias) che impedisce il reflusso e ne esce per entrare nell'intestino attraverso un'altra valvola muscolare (piloro). All'interno dello stomaco il cibo si mescola agli enzimi e ai succhi gastrici, viene ridotto in forma liquida e passa nell'intestino. Lo stomaco ha la forma di una cornamusa ed è situato nella parte superiore del cavo addominale, sopra il diaframma. Ha la primaria funzione di accogliere il cibo proveniente dall’esofago occupandosi di ammorbidirlo e prepararlo ai processi chimici della digestione. I movimenti dello stomaco servono a rimescolare il cibo con il succo gastrico, prodotto dalle ghiandole gastriche, e a sospingerlo a piccole quantità nel duodeno. Sotto il profilo meccanico, lo stomaco può suddividersi in due parti: una superiore che funge da raccoglitore di cibo ed una inferiore che provvede al suo mescolamento. Il succo gastrico è una miscela di acido cloridrico (potente corrosivo) e di potenti enzimi. Sono pochi i batteri che resistono all’acido cloridrico ed è per questo che lo stomaco è raramente infettato da microbi invasori. L’acido cloridrico (HCl) è secreto da cellule che tappezzano la parete interna dello stomaco, il quale ha un rivestimento che lo protegge dalla corrosione. Autoprotezione, Accoglienza ed Aggressione Lo stomaco rappresenta un’ammirevole dispositivo di auto-protezione osservabile in natura, che è in grado di sterilizzare il cibo che viene ingerito. La normale secrezione di succo gastrico è controllata in parte da impulsi nervosi scatenati dall’odore, dalla vista o anche soltanto dal pensiero del cibo. È grazie all’aggressione del succo gastrico che gli alimenti vengono trasformati in una massa semiliquida o chimo che, a successivi intervalli, viene passata, per apertura della valvola pilorica, nella prima porzione dell’intestino tenue (duodeno). Osservando le funzioni dello stomaco veniamo in contatto con la capacità di accogliere, di proteggersi e l’insegnamento di esprimere consapevolmente la propria aggressività. La digestione dei sentimenti La consuetudine di “digerire” sentimenti di aggressività verso l’interno piuttosto che verso l’esterno può far emergere ulcere gastriche che sono perforazioni della parete dello stomaco. L’acido cloridrico corrode la mucosa che ricopre lo stomaco: siamo in presenza di un processo autodistruttivo. La funzione dello stomaco è dunque quella di accogliere il cibo masticato ed elaborato nella bocca, renderlo morbido, liquido, uniforme, omogeneo per essere assorbito dall'intestino. Ecco dunque ben rappresentata la relazione accoglienza-aggressività, entrambe necessarie per un buon funzionamento dello stomaco. Denti ed Unghie Sono correlati allo stomaco le unghie ed i denti che permettono di difendersi, addentare, mordere e triturare. I denti e le unghie, che negli animali sono gli artigli e le zanne, sono i più tipici esponenti della aggressività. Denti sani e forti permettono di mordere e masticare i cibi più duri e succulenti, problemi ai denti o alle gengive restringono drasticamente la gamma delle scelte possibili. La perdita dei denti, legata all'infanzia e alla vecchiaia, ci riporta a un sentimento di impotenza, di perdita di forza, di calo di energia vitale e sessuale, di giovinezza e salute ma anche di rinnovamento e crescita. L’analisi In bocca avviene la prima fase della digestione: il cibo che rappresenta la materia, il mondo, la realtà, viene ridotto in piccoli pezzi, masticato, inghiottito in piccoli bocconi e sospinto verso il basso attraverso il tubo digerente (processo analitico). Le impressioni della realtà perdono la loro alterità e vengono interiorizzate grazie all'intervento di strumenti efficaci nella loro disgregazione e ristrutturazione. L’Aggressività Il bambino perde i denti da latte nel momento in cui esce dal mondo esclusivo della madre e del padre per entrare nella società, dove si richiedono mezzi nuovi e più taglienti per individuare e risolvere problematiche più complesse. L'aggressività è proprio la capacità di andare incontro (etimologia da ad-gredior, vado verso) agli eventi del mondo confidando nella propria capacità di risolverne i conflitti (masticazione). Una volta che il mondo è stato ridotto in parti più piccole e omogenee, ecco che può scendere in profondità (interiorizzazione) e fondersi con la mia essenza. È noto il detto: dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei. Nello stomaco l'analisi è più minuta, acidi potentissimi sostituiscono i denti nel processo di separazione e ristrutturazione, è proprio qui che il confine tra materia ed energia si fa più labile e non è più cosi facile distinguere tra una realtà fisica esterna ed una realtà psichica interna. Cosa non riesco a mandar giù? Dopo un'ora e più di elaborazione il panino col prosciutto è ormai ridotto ad una poltiglia omogenea i cui singoli componenti, lipidi, glucidi, carboidrati etc. sono più simili ad atomi e ad elettroni che non ad un maiale o alla spiga di grano da cui provengono. È così più difficile per lo stomaco stabilire se quello che non riesco a digerire, ad accogliere, ad accettare nella mia vita sia il panino, lo stato d'animo o la situazione in cui l'ho ingerito. Se qualche aspetto della mia vita "non mi va proprio giù" o "non riesco a sopportarlo", se qualcuno "mi sta sullo stomaco" o "me lo mangerei vivo", ecco che lo stomaco e tutto il processo digestivo si incaricano di rendere più efficace la digestione di questo "amaro boccone". Trattenere l’aggressività Il malato di stomaco, solitamente, non esprime la propria aggressività, la trattiene dentro di sé e la rivolge verso se stesso (ulcera, gastrite, bruciori di stomaco), oppure la proietta sul cibo che diventa responsabile del suo malessere: le cosiddette intolleranze alimentari, le allergie, le intossicazioni. Incapace di vedere il veleno che lui stesso secerne (acido cloridrico) lo trasferisce all'esterno, vede finalmente nel cibo la causa di tutti i suoi problemi e si priva di questo e di quello, una cosa proprio non la può digerire e un'altra davvero gli fa male. Il malato di stomaco tenta di fuggire il conflitto, sogna i cibi omogeneizzati precotti e premasticati e se possibile predigeriti, sogna il ritorno all'infanzia lontano da un mondo da conquistare con le unghie e con i denti.Ma questa fuga impossibile da una sana aggressività lo conduce al logorio interiore ben noto col nome di ulcera (dal latino ferita), le “unghiate” che mi rifiuto di dirigere fuori per difendere il mio spazio si ritorcono contro di me, lacerano le mie viscere mentre la pesantezza, il bruciore, l'acidità, la nausea, il vomito, la flatulenza, l'eruttazione testimoniano il piccolo inferno personale popolato di demoni che mi porto appresso, che si agita dentro di me. Il Pancreas Funzione fisiologica Funzione simbolica Emozione luce Emozione ombra Organi correlati digestione delle sostanze, metabolismo degli zuccheri trasformazione dolcezza, compassione, autostima freddezza, distacco, rinuncia, sfiducia stomaco, milza È una grande ghiandola situata nella parte posteriore della cavità addominale, dietro lo stomaco, tra il duodeno e la milza. È di colore giallo-grigio ed è parte integrante del sistema digestivo. Come ghiandola esocrina, il pancreas produce diversi enzimi, che immette nel duodeno attraverso il dotto pancreatico e che contribuiscono all'ultima fase della digestione degli alimenti. Come ghiandola endocrina, produce ormoni come l'insulina ed il glucagone, indispensabili per metabolizzare e sfruttare le proprietà nutritive dei carboidrati e degli zuccheri. Fra le varie parti (lobi) che la costituiscono, sistemati come acini di un grappolo d’uva fissati al dotto pancreatico e alle sue diramazioni, si trovano le isole di Langerhans, che sono costituite da due tipi di cellule: le alfa e le beta. Le prime secernono il glucagone, un ormone che tende ad elevare la concentrazione di zucchero nel sangue e le seconde secernono l’insulina che tende ad abbassare la glicemia. Glicemia, Insulina e Diabete L’insulina è il principio che consente all’organismo di utilizzare gli zuccheri alimentari che assorbiti da stomaco e intestino, passano nel sangue. La quantità di glucosio presente nel sangue che è regolata dall’insulina si chiama glicemia ed è circa di un grammo su mille di sangue; una sottoproduzione di insulina determina la manifestazione del diabete. In mancanza di insulina, lo zucchero nel sangue aumenta eccessivamente: è qui che parliamo di iperglicemia. In questo caso, l’eccesso di zucchero sanguigno passa dal sangue alle urine, che abitualmente prive di zucchero, ora lo contengono (glicosuria). Non avendo abbastanza insulina, il diabetico finisce per non utilizzare più completamente amidi e zuccheri alimentari, i quali invece di essere “fissati” sottoforma di glucosio nei muscoli, nel cervello, nel fegato, si perdono con le urine e l’intero organismo ne resta impoverito. Il sintomo che di solito richiama per primo l’attenzione del malato è l’urinazione molto abbondante a cui fa seguito un bisogno eccessivo di bere, che talvolta diviene vera e propria arsura e si aggiunge ad una fame rabbiosa. Il diabete porta ad una superacidificazione di tutto il corpo che può arrivare fino al coma. Simbolicamente si può associare tale disfunzione alla paura e all’inconscia incapacità di accogliere e integrare l’amore. La parola diabete deriva dal greco dià-bàino, che significa "passare attraverso, scorrere", e ciò che mi passa attraverso senza lasciare traccia è la dolcezza, la tenerezza, l'amore. L’idrogeno, le stelle, il plesso solare Il terzo chakra risiede all’altezza del plesso solare, si identifica con il verbo “io posso”, con la volontà e l’illusione di potere fare tutto, con l’ego. A livello astronomico è la trasformazione dagli atomi d’idrogeno nelle stelle. Corrisponde all’elemento del fuoco, all’oro, al giallo, colore primario è associato al sole, alla luce. Dal punto di vista psicologico il giallo è associato al pancreas che deriva embriologicamente dall’intestino primitivo, infatti la struttura degli ormoni pancreatici è di natura peptidica come quella dei gastrointestinali. Oltre alle funzioni digestive, il pancreas produce due ormoni che si immettono direttamente nella circolazione sanguina: l’insulina e il glucagone, fondamentali per metabolizzare e sfruttare le proprietà dei carboidrati e degli zuccheri. La forza interiore L’insulina abbassa il tasso di zucchero nel sangue, il glucagone lo fa alzare stimolando il fegato a liberare il glucosio. Possiamo dire che attraverso il pancreas, ma lo stesso vale per lo stomaco e il fegato, il mondo extraindividuale viene distrutto nella sua forma per essere interpretato (digestione) e compreso (assimilazione). Inoltre l'energia degli zuccheri e dei carboidrati viene resa disponibile, trasformata in forza interiore, in carburante per il veicolo della coscienza e dell'anima che è il corpo. Gli abusi e il delicato equilibrio Il pancreas si deteriora quando si abusa di alcool e di cibo e di solito il rimedio è sempre una dieta ferrea. La relazione con il mondo va gestita con modestia e moderazione, è dannoso introdurre o desiderare più energia di quella che ci serve: avidità e cupidigia, come tutti gli eccessi, alterano il delicato equilibrio tra microcosmo e macrocosmo e la malattia ancora una volta ci riporta alla verità della pazienza, della costanza, della fiducia e della virtù. Testo tratto da Centro Vie Nuove, via Prolungo, 4 - Magliolo (Savona)