Lotta integrata

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ACARI
LOTTA
I fitofarmaci utilizzati nella lotta contro gli acari dannosi, detti appunto ACARICIDI, possono agire
per contatto, per ingestione, per asfissia. Esistono anche formulati efficaci contro le uova. E'
importante intervenire prima possibile, quando l'infestazione è ancora limitata.
Alcune specie di acari sono però utili all'uomo in quanto parassite di altri acari e insetti dannosi e
come tali possono essere utilizzati nella lotta biologica a difesa delle piante di interesse agrario.
AFIDI
Per avere successo nella lotta contro questi insetti bisogna regolarsi caso per caso. Innanzitutto,
scegliere il momento giusto per intervenire, valutando la consistenza delle prime colonie e
l'eventuale potenziale danno che possono arrecare. Inoltre bisogna controllare la presenza di insetti
predatori e parassiti e valutare se è il caso d'intervenire con prodotti chimici.
Prodotti chimici selettivi
È importante, infine, utilizzare prodotti chimici selettivi capaci cioè di colpire gli afidi e di
risparmiare gli insetti utili. Infine, bisogna sempre alternare i prodotti chimici da utilizzare per il
fenomeno della resistenza.
COCCINIGLIE
LOTTA ALLE COCCINIGLIE
Nel caso di infezione purtroppo frequenti nelle piante d'appartamento, si sconsiglia la lotta
chimica in quanto spesso gli insetticidi da utilizzare sono velenosi per l'uomo ed inoltre perchè
possono essere tenuti sotto controllo armandosi di un po' di pazienza, un batuffolo di cotone e
dell'alcool. Imbevete di alcool il batuffolo di cotone e ad uno ad uno eliminateli, vengono via
facilmente. La pianta va tenuto sotto controllo e devono essere eliminati ogni qualvolta si
ripresentano.
Nel caso di infestazioni nei giardini o in pieno campo, occorre intervenire chimicamente. I
trattamenti vanno eseguiti sui soggetti giovani in quanto gli adulti sono per lo più invulnerabili in
quanto protetti dai loro scudetti.
In ogni caso i principi attivi possono essere diversi a seconda della specie contro la quale si vuole
intervenire e più o meno specifici. Infatti è fondamentale individuare esattamente la specie contro la
quale si vuole intervenire ed agire in base sia ai fattori climatici ed allo stadio di sviluppo della
pianta.
ALEURODIDI
LOTTA
La lotta contro gli Aleurodidi è molto difficile perchè si riproducono molto velocemente e quindi su
una stessa pianta normalmente si trova l'insetto in tutti i suoi stadi di sviluppo comprese le uova
che sono le più difficili da combattere perchè protette da uno strato ceroso che le rende resistenti ai
comuni antiparassitari.
In natura hanno numerosi antagonisti naturali come Ditteri Cecidomidi, Drosofilidi, Coleotteri
Coccinellidi ed Imenotteri Afelinidi del genere Encarsia.
La lotta si presenta difficile anche perchè nel giro di poche generazioni gli insetti acquistano
resistenza agli antiparassitari.
Un primo sistema di lotta semplice ed ecologico da attuare a casa è quello di usare trappole
cromotropiche di colore giallo, cosparse di vischio entomologico dalle quali questi insetti sono
attratti e dove rimangono attaccati. Se però il loro numero inizia a non poter essere più sotto
controllo, allora occorre intervenire con sostanze chimiche alternando diversi principi attivi con
diverso meccanismo d’azione. I prodotti che si consigliano sono a base di Piretroidi (quali ad
esempio la Permetrina), Pymetrozine, Piretrine, Aftametrina ed Imidacloprid.
LOTTA CHIMICA
La lotta con mezzi chimici consiste nell'utilizzo di principi attivi, inorganici oppure organici,
naturali o di sintesi, per prevenire e combattere le malattie ed i parassiti delle piante; tali prodotti
prendono il nome di prodotti fitosanitari o Fitofarmaci, denominati anche
antiparassitari o pesticidi.
Il concetto di antiparassitario, ulteriormente modificato nel 1988, viene così
interpretato: sono considerati pesticidi i preparati pronti all'impiego nella
forma in cui sono forniti all'utilizzatore, destinati ai seguenti scopi:
1) distruggere gli organismi nocivi alle piante ed ai prodotti vegetali o prevenirne l'azione.
2) favorire o regolare la produzione vegetale, quando non si tratti di concimi o di altre sostanze
destinate al miglioramento del terreno.
3) conservare i prodotti vegetali, compresi quelli che servono a proteggere il legno, quando non
esistono particolari disposizioni in materia di conservanti, eccettuati i prodotti per i rivestimenti che
non contengano nessuna sostanza conservante che penetri nel prodotto vegetale.
4) distruggere le piante indesiderate.
5) distruggere talune parti di piante o impedirne uno sviluppo indesiderato.
6) rendere inoffensivi e distruggere gli organismi nocivi diversi da quelli che attaccano le piante,
nonchè gli organismi importuni, od impedirne l'azione.
Lotta biologica nel giardino: usiamo le piante comuni
I disciplinari di agricoltura biologica impongono l’utilizzo di mezzi di lotta naturali. Capita così che
si senta il bisogno di avere un piccolo allevamento di insetti utili. Il classico esempio è la coccinella
che, oltre a portare fortuna, è un ottimo aiutante e tiene a bada gli afidi. Ma come è possibile avere a
disposizione questi artropodi sempre pronti all’uso?In commercio esistono delle scatole al cui
interno sono contenute le larve o le uova di svariate specie, ma qualcosa possiamo farlo pure noi
coltivando le piante che attirano gli insetti utili. Prendiamo la classica coccinella: possiamo
utilizzare le carote, il finocchio, l’achillea, l’aneto, l’Anthemis tinctoria, la potentilla, il tagete, il
tarassaco, la veronica o la veccia; tutte specie facilmente reperibili.Un’altra specie utile è la
crisopide, un insetto che certamente avrete visto e che dovrebbe aver attirato la vostra attenzione
grazie ad un colore verde intenso, “grandi” ali e lunghe antenne. Anche in questo caso la lista di
piante è lunga e, oltre a quelle sopra citate compaiono anche il coriandolo ed il girasole (non quello
coltivato).Concludiamo con i ditteri sirfidi: sono delle mosche che utilizzano il mimetismo per
apparire più pericolose e somigliare alle vespe. Da queste tuttavia sono facilmente distinguibili per
il volo a zig zag caratteristico delle mosche e ovviamente per il fatto che non pungono. Anche
questa specie si principalmente di afidi e tra le essenze che ne favoriscono la presenza troviamo
anche la menta, la melissa, il sedum, il grano saraceno, il timo.Non vi resta che adornare qualche
angolo di giardino con queste piante per contrastare al meglio gli odiati afidi. Ricordiamoci anche
che sarebbe importante consentire a queste specie di ovideporre o di svernare lasciando, magari,
delle foglie secche accumulate in un angolo. Le vostre rose vi ringrazieranno.
Lotta integrata
La lotta integrata è una pratica di difesa delle colture che prevede una drastica riduzione dell'uso di
fitofarmaci mettendo in atto diversi accorgimenti. Tra i principali, si ricordano:
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l'uso di fitofarmaci poco o per niente tossici per l'uomo e per gli insetti utili;
la lotta agli insetti dannosi tramite la confusione sessuale (uso di diffusori di feromoni);
fitofarmaci selettivi (che eleminano solo alcuni insetti);
fitofarmaci che possono essere facilmente denaturati dall'azione biochimica del terreno e
dall'aria;
la lotta agli insetti dannosi tramite le tecniche di autocidio, come la tecnica dell'insetto
sterile (SIT);
la previsione del verificarsi delle condizioni utili allo sviluppo dei parassiti, in modo da
irrorare con fitofarmaci specifici solo in caso di effettivo pericolo di infezione e non ad
intervalli fissi a scopo preventivo.
la lotta agli insetti dannosi tramite l’inserimento di altri che siano loro predatori naturali e
che non siano dannosi alle coltivazioni (lotta biologica);
l’uso di varietà colturali maggiormente resistenti;
l’uso della rotazione colturale;
particolare attenzione ed eliminazione di piante infette.
Feromone (dal greco antico φέρω phero "portare" e ὁρμή orme "eccitamento") è il nome dato
a sostanze chimiche, segnali attivi a basse concentrazioni, prodotte ed escrete in particolar modo da
insetti, che sono in grado di suscitare delle reazioni specifiche di tipo fisiologico e/o
comportamentale in altri individui della stessa specie che vengono a contatto con esse.
Un esempio sono i feromoni sessuali che vengono scambiati per contatto o per stimolo olfattivo e
che provocano interesse sessuale in un altro individuo.
I feromoni vengono distinti generalmente in quattro classi a seconda dell’effetto provocato:
1. feromoni traccianti (trace) che rilasciati da un individuo vengono seguiti da appartenenti alla
stessa specie come una traccia
2. feromoni di allarme (alarm) che vengono emessi in situazioni di pericolo, inducendo un
maggiore stato di vigilanza in quanti li captano
3. feromoni innescanti o scatenanti (primer) che inducono nel ricevente modificazioni
comportamentali e/o fisiologiche a lungo termine
4. feromoni liberatori o di segnalazione (releaser) che scatenano comportamenti di aggressione
o di accoppiamento nell'animale che li capta.
Nelle api ad esempio i feromoni dell'ape regina inibiscono lo sviluppo degli organi riproduttori
delle operaie.
Impiego dei feromoni
Insetto predatore
Quando si è pervenuti alla scoperta del come produrre sinteticamente delle molecole analoghe a
quelle che si trovano in natura, è stato possibile studiare certi ormoni. Oggetto di esame sono quelle
sostanze la cui presenza eccessiva nel corpo degli insetti provoca alterazioni sia morfologiche che
metaboliche. Un esempio è quello degli ormoni giovanili o regolatori di crescita. Il loro impiego
contro i Lepidotteri ha dimostrato una quasi totale selettività verso i nemici naturali. Un'altra
applicazione si è rivelata quella della lotta contro insetti dannosi capaci di proliferare
abbondantemente in ambienti circoscritti (mosche, zanzare, ecc...).
Impiego dei feromoni
Vi sono tre modalità d'impiego dei feromoni:
- catture-spia
- catture massali
- confusione
1) Catture spia
Nelle moderne pratiche di difesa è ampiamente contemplato, oggi, l'uso di trappole per la cattura
degli insetti appartenenti ad una determinata specie per evidenziare la loro presenza in campo. Un
tempo, erano impiegate le trappole luminose che sono risultate poco selettive nei confronti della
specie; tuttavia, quelle oggi in uso consentono un'osservazione non completa in quanto basata solo
sulla cattura dei maschi (i soli sensibili al feromone utilizzato). Il loro fine è quello di permettere di
seguire, tramite più osservazioni ripetute, l'evolversi della presenza numerica del parassita e stimare
grossolanamente il momento di potenziale pericolo.
2) Catture massali
Questo metodo si propone attraverso la cattura intensiva di maschi di ridurre, nel contesto della
popolazione del parassita, le occasioni di accoppiamento. Non sempre si ottengono risultati
apprezzabili. Infatti, per una buona riuscita dell'azione, la popolazione non deve essere troppo
elevata, non vi devono essere casi di partenogenesi nell'ambito della specie ed i maschi non devono
essere troppo attivi. E' ancora da segnalare la difficoltà derivante dalle variabili condizioni
climatiche. Il ciclo della specie in oggetto può infatti subire lievi variazioni o irregolarità rendendo
sempre più improbabile un'azione di cattura proporzionalmente efficace.
3) Confusione sessuale
In questo caso il feromone è distribuito nel vigneto o nel frutteto da proteggere. L'alta
concentrazione di sostanza che si diffonde nell'aria confonde i maschi rendendoli incapaci di trovare
le femmine. Al fine di una buona riuscita del metodo, è opportuno operare su vaste superfici. Il
feromone è preparato dall'industria in capsule di plastica che si appendono alle piante
(dispensatori). Il criterio è quello di porre un elevato numero di queste capsule nella prossimità del
perimetro della zona da proteggere in modo che non vi sia richiamo verso l'interno. Nella parte
centrale dell'impianto, è tuttavia necessaria una distribuzione più rada.
Esempi di parassitismo
Il parassitismo è una forma associativa molto diffusa, tanto che si può affermare che nessuna specie
ne sia immune. Il parassita può essere un microrganismo, un vegetale o un animale. Nella grande
maggioranza dei casi appartiene ai gruppi sistematici inferiori (Batteri, Protozoi, Funghi) ed è di
piccole dimensioni; tuttavia esistono parassiti anche fra gli Artropodi (Crostacei, Insetti), Vertebrati
(Ciclostomi) e Angiosperme (vischio, cuscuta). Anche l'ospite può appartenere a qualsiasi gruppo
sistematico ed è più grande del parassita.
Nella scala evolutiva non necessariamente il parassita s'identifica in un organismo primitivo rispetto
all'ospite. Il parassitismo è infatti in molti casi una sorta di specializzazione biologica che porta ad
un'involuzione secondaria. Fra gli insetti sono frequenti, infatti, specie parassitoidi proprio negli
ordini più evoluti (Ditteri, Imenotteri).
È importante sottolineare che i termini beneficio e danno sono da intendersi in senso lato; se un
organismo diventa fisicamente più forte a causa di un'infezione ma perde la capacità riproduttiva è
danneggiato nel senso evoluzionistico del termine poiché attaccato dal parassita. È il caso della
lumaca che può essere infettata dalla Platyhelminthes.
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