ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Relazione: Classi 1^ALS e 1^BLS MISSIONE BRACCIO DI FERRO I pigmenti biologici: sono generalmente classificati in base al tipo di molecola. I pigmenti piranici sono derivati dalla molecola di pirano e si trovano soprattutto nelle piante. I più diffusi appartengono al gruppo degli antociani che conferiscono colorazioni variabili dal blu al rosso al viola (es: enocianina e clandinina). Altri pigmenti piranici sono i flavoni, come la quercetina e la luteolina, di colori variabili dall'arancio al giallo. I pigmenti pirrolici hanno molecole formate d un certo numero di anelli dal pirrolo, ai quali sono legati anche atomi metallici, diversi in ciascun pigmento. Fanno parte di questa categoria, che comprende molecole di grande importanza biologica, la clorofilla e i pigmenti respiratori, molecole che si legano all'ossigeno e ne permettono il trasporto e l'utilizzazione da parte delle cellule degli organismi animali. Sono pigmenti respiratori l'emoglobina dei vertebrati, le eritocuorine dei protozoi, le clorocruorine presenti in alcuni anellidi, le emocianine di molluschi e artropodi. I pigmenti chinonici derivati da p-benzochinone, antrachinone e naftochinone, sono frequenti nei funghi nelle muffe e in alcuni insetti; presentano colori molto vivaci, dal rosso al giallo. I pigmenti polienici hanno struttura caratterizzata da doppi legami coniugati. I più importanti sono i carotenodi, di colore giallo, arancione e rosso, presenti in molte piante e animali; la crocetina che da il colore allo zafferano, il licopene ai pomodori, la zeaxantina al mais e al tuorlo d'uovo. Va infine considerato un gruppo dei pigmenti con struttura non riconducibile a nessuna delle categorie citate; tra questi, la melanina, responsabile del colore della pelle e dei peli nei vertebrati, che proteggono la pelle dalle radiazione ultraviolette. I pigmenti delle piante: Le piante verdi presentano nei diversi organi una diversità di colorazione, di tonalità di colore, che rendono così vario e cangiante il paesaggio dei boschi e dei prati. I vegetali sono dotati di pigmenti, cioè di sostanze colorate. I pigmenti principali delle piante superiori sono le clorofille e i carotenoidi. Le clorofille hanno colore verde, con due tonalità diverse. Si parla di colorofille, perchè sono due: la clorofilla “a", che è l'artefice principale della fotosintesi cioè alla trasformazione dell'energia luminosa in energia chimica, e la clorofilla "b", che è considerata un pigmento acessorio. Un altro importante gruppo di pigmenti acessori è quello dei carotenoidi di colore giallo-arancione. I carotenoidi abbondano nei cloroplasti, ma normalmente il loro colore è mascherato dalla ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS clorofilla, per cui le foglie appaiono di norma verdi, e non gialle o arancioni. I carotenoidi, quando sono contenuti in altri organuli, detti cromoplasti, sono invece ben visibili nei petali dei fiori o nei frutti, ai quali danno i bei colori a tutti noti. In alcuni momenti dello sviluppo della pianta, soprattutto in autunno, si verifica un cambiamento del rapporto quantità di clorofilla/quantità di carotenoidi, i cloroplasti si trasformano in cromoplasti e il colore delle foglie diventa rosso, arancione o giallo. La clorofilla “b” e i carotenoidi sono in grado di assorbire la luce a lunghezze d'onda diverse da quelle assorbite dalla clorofilla A e in altri casi, l'energia assorbita innesca una reazione chimica. Se avverrà o meno dipende dalle sue relazioni con le molecole vicine. La clorofilla riesce a convertire l' energia luminosa in energia chimica, un processo che inizia con una reazione di ossidoriduzione. Quando i pigmenti assorbono la luce, gli elettroni,all'interno delle loro molecole,vengono spinti a livelli di energia superiore; l'energia liberata può: essere assorbita da una molecola vicina, in cui gli elettroni vengono spinti a livelli di energia più alti; essere dissipata come calore; essere riemessa come energia luminosa di lunghezza d'onda maggiore, un fenomeno detto fluorescenza. I colori delle piante: Domina il colore verde delle diverse clorofille che dal verde-blu vanno fino a un pallido verde-giallo; è impressionante la costanza con la quale queste clorofille si presentano nei grandi gruppi di piante e nelle alghe. Anche nelle colonie dei funghi microscopici e batteri sono ben visibili le colorazioni verdi. Il colore giallo è dovuto a varie quantità e combinazioni di pigmenti detti carotenoidi e flavonoidi che danno delle spattacolari colorazioni ai paesaggi autunnali. Talora anche la clorofilla tende al colore giallo e giallo-verde, specialmente in alcuni stadi iniziali (protoclorofilla). Anche nei funghi e nei licheni si presentano colorazioni gialle, giallobrune, giallo-citrine. Il colore arancio è frequente, in numerosissimi fiori, nei frutti (arancia), nelle radici (carota), ma anche nei funghi e nei licheni. Il colore rosso è dovuto a sostanze (antocianine) in concentrazioni diverse. E' il caso di ricordare la vasta categoria delle alghe rosse la cui colorazione è dovuta a particolari pigmenti dell'apparato fotosintetico; i molti funghi e i licheni con intense colorazioni rosse. Il colore bruno è legato soprattutto alla colorazione autunnale e delle foglie morte cadute al suolo. Nelle alghe, nei funghi e nei licheni si possono trovare colori rugginosi dovuti a incrostazioni di ossido di ferro come anche in colonie batteriche delle acque termali. Il colore azzurro, anch'esso dovuto alle antocianine è frequentissimo nei fiori; si trova in ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS alcuni funghi del genere Boletus. Il colore violetto si presenta spesso nei fiori. Non mancano screziature violette nelle foglie di alcune specie tropicali. Anche il colore bianco è presente in molti fiori; si presenta anche nelle foglie tomentose, coperte di lanosità candida. Il colore nero o anche grigio si presenta per varie combinazioni, anzi accumuli di pigmenti diversi. Interessanti sostanze però, dette fitomelanine, sono talora responsabili di annerimenti di vari organi. I vegetali hanno costituito una fonte molto varia di coloranti usati da tempi immemorabili per tingere le stoffe. Struttura molecolare Struttura molecolare della clorofilla a. La clorofilla è una clorina. La molecola ha una struttura ad anello, al centro del quale c'è un atomo di magnesio, che ha la funzione di mantenere la struttura rigida per evitare che l'energia solare si disperda sotto forma di calore prima che possa essere utilizzata per il processo fotosintetico. Dall'anello poi parte una lunga catena idrofoba che serve per ancorare la molecola di clorofilla alle membrane dei tilacoidi. Vi sono alcune forme differenti, ma la più universalmente diffusa tra le piante terrestri è la clorofilla a, la cui struttura fu decodificata da Hans Fischer nel 1940, e dal 1960, quando la stereochimica della clorofilla a era risaputa, Robert Burns Woodward pubblicò una sintesi completa della molecola com'è ad oggi conosciuta. Nel 1967, le residue delucidazioni stereochimiche furono perfezionate da Ian Fleming, e nel 1990 Woodward e coautori pubblicarono una sintesi aggiornata. Le differenti strutture della clorofilla sono sintetizzate sotto: Clorofilla a Formula molecolare C55H72O5N4Mg Clorofilla b C55H70O6N4Mg ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Massa molecolare 893,51 907,49 Diffusione Universale Maggior parte delle piante Struttura della clorofilla a Struttura della clorofilla b ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Nel momento in cui le foglie ingialliscono, la clorofilla è convertita in un gruppo di tetrapirroli incolori conosciuti come cataboliti della clorofilla. Questi composti sono anche stati identificati in vari frutti maturi. Per questo motivo le foglie in autunno non mostrano il tipico colore verde, per il fatto che gli altri pigmenti presenti non sono più mascherati dalla clorofilla e manifestano il loro colore. Estrazione e cromatografia dei pigmenti fogliari: E’ possibile estrarre dalle foglie verdi i vari pigmenti e separarli utilizzando dei solventi e un supporto (fase stazionaria) adeguati. A seconda del percorso compiuto da ogni pigmento sul supporto, è possibile stabilire se una certa macchia corrisponde o meno a un dato pigmento. Per il procedimento VEDI SCHEDA TECNICA. Fig.1 - Sminuzzare le foglie di spinaci e metterle nell’alcol e lasciare a riposo per alcuni giorni. ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Fig. 2 - Preparare una soluzione di acetone ed etere di petrolio in rapporto di 1 a 9 (1 mL acetone e 9 mL di etere). Fig. 3 – Preparare striscioline di carta per cromatografia. ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Fig. 4 – Fare un segno con la matita a 2 cm da un’estremità. Fig. 5 – Depositare una piccola goccia di liquido sul segno di matita. ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Fig. 6 – Versare nel cilindro un po’ della soluzione di etere e acetone fino ad un’altezza di 1,5 cm. Fig. 7 – Immergere nel cilindro la strisciolina dalla parte della macchia. ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Fig. 8 – Aspettare che i solventi migrino lungo la strisciolina. Fattore di ritenzione Per le varie sostanze che si vanno via via separando è possibile calcolare il fattore di ritenzione. Esso dipende: - dal composto da separare; - dalla fase stazionaria; - dalla soluzione (eluente) usata; - dalla temperatura. ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Rf= d (posizione della macchia) d (fronte dell’eluente) Abbiamo determinato tale fattore per i vari pigmenti trovati in quattro strisioline. Striscioline di carta da cromatografia: Pigmenti Rf 1 Rf 2 Rf 3 Rf 4 carotene 0,99 0,98 0,98 0,99 xantofilla 0,52 0,51 0,57 0,54 chl-a 0,43 0,38 0,46 0,46 chl-b 0,35 0,28 0,35 0,38 Rf 3 Rf 4 Rf 5 Rf 6 Rf 7 Rf 5 Rf 6 Rf 7 Striscioline di gel di silice: Pigmenti Rf 1 Rf 2 carotene chl-a chl-b xantofilla Il fattore Rf per un dato composto è definito, e per questo è utilizzato per scopi riconoscitivi. Docenti referenti: Rita Mellere e Maria Marzi Studenti: 1^ALS: Bedin Gialnuca, Bottarel Pierre, Buso Edoardo, Collavo Enrico, Donadel sara, Doumbia Damiano, Fornasier Sabrina, Frada Chiara, Frezza Filippo, Gallina Patrik, Hassani Sophia, Michielon Sara, Miglioranza Mattia, Norbiato Nancy, Pozzobon Viviana, Safonchyk Karalina, Signor Giulia, Tittoto Mirko, Vettoretti Valeria. 1^BLS: Berti Laura, Bovo Davide, Bronca Francesco, Campagnola Laura, Cecuta Roberto, Collanega Davide, Dal Din Alessandra, De Lazzari Elisabetta, Geronazzo Marianna, Licini federico, Mognon Giacomo, Ortenzio Matteo, Pascotto Maria, Prosdocimo Alessandra, Rossetto Francesco, Sota Paola, Stefani Irma, Ugwu Prince, Vettoretti Nicola ISISS “G.Verdi” – Valdobbiadene LABORATORIO “MISSIONE BRACCIO DI FERRO” Classi 1^ALS e 1^BLS Fig. 9 – Si osserva la formazione di alcune macchie di colore diverso. Bibliografia Smith I. “Cromatografia” Ed. Piccin-Nuova Libraria, 1976 Sitografia http://madscientist.altervista.org/biologia/cromatografia/cromatog.htm