Gli effetti benefici dell`oleuropeina L`oleuropeina è il principale

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Gli effetti benefici dell’oleuropeina
L’oleuropeina è il principale polifenolo presente nelle foglie e nei frutti dell’olivo; essa si ritrova nell’olio
extra vergine di oliva sia nella forma legata a una molecola di glucosio (glicata) che nella forma non
glicata. Da tempo i polifenoli naturali hanno attratto crescente interesse per le loro proprietà benefiche
nei confronti di numerose malattie, che vanno dal cancro alle patologie cardiovascolari, al diabete, alle
malattie neurodegenerative e, più in generale, per la loro capacità di contrastare l’invecchiamento di
cellule, tessuti e dell’intero organismo. Tali proprietà non sono limitate al loro noto potere antiossidante
ma vanno ben oltre; gli studi più recenti hanno iniziato a dimostrare l’effettiva efficacia clinica sull’uomo
della somministrazione di polifenoli e a svelare i meccanismi molecolari e cellulari con cui queste sostanze
esplicano tali effetti e che sono alla base delle virtù nutrizionistiche comunemente associate alla così
detta “Dieta Mediterranea”.
I risultati dei trial clinici condotti, insieme ai dati epidemiologici e sperimentali disponibili supportano in
modo consistente l’effetto di protezione che si associa all’assunzione giornaliera di oleuropeina attraverso
l’uso di preparati nutraceutici consistenti in estratti di foglie di olivo arricchiti della sostanza.
I dati forniti dalla ricerca scientifica sono particolarmente significativi per quanto riguarda gli effetti antineurodegenerativi e anti-diabetici dell’oleuropeina. I primi sono stati riportati grazie a una serie di studi
effettuati sia su cellule neuronali in coltura che su animali modello, in particolare topi geneticamente
modificati al fine di mimare una situazione cerebrale simile a quella presente nel morbo di Alzheimer, la
principale forma di demenza associata all’invecchiamento nell’uomo. In questi topi la somministrazione di
oleuropeina con il normale pasto in dosi equivalenti a circa 200-300 mg nell’uomo ha effetti chiaramente
benefici in termini di prestazioni cognitive, che si mantengono a livelli comparabili con quelli di topi
normali della stessa età. A livello istopatologico e cellulare, tale effetto può essere ricondotto alla
riduzione del carico di placche amiloidi (che caratterizzano la malattia) e della risposta infiammatoria e,
parallelamente, a una forte stimolazione della risposta autofagica, che protegge la cellula contro la
tossicità delle placche e ne stimola il riassorbimento. Questi effetti, che mostrano una chiara dosedipendenza, sono simili a quelli prodotti da altri polifenoli (resveratrolo, curcumina, epigallocatechine) e
possono, almeno in parte, essere ricondotti alla mobilizzazione del calcio dai depositi intracellulari con la
conseguente attivazione di segnali che risultano nell’attivazione dell’autofagia. E’ stato inoltre dimostrato
che l’oleuropeina può ridurre direttamente il carico di placche amiloidi favorendo una via che riduce la
produzione del peptide precursore delle stesse. Inoltre, studi recenti su altri polifenoli dimostrano effetti
di tipo epigenetico, consistenti nella modulazione dell’espressione di particolari set di geni in seguito a
modificazioni chimiche reversibili della cromatina che non alterano il patrimonio genetico ma il modo in
cui questo si esprime. Questi studi spiegano gli effetti antitumorali di tali polifenoli e, presumibilmente,
anche quelli esercitati dall’oleuropeina, attraverso la regolazione dell’attività di enzimi coinvolti nelle
modificazioni chimiche della cromatina.
L’azione antidiabetica dell’oleuropeina è supportata da recenti trial clinici. Uno di questi ha mostrato che
la somministrazione giornaliera di circa 50 mg del polifenolo per 12 settimane a un gruppo di soggetti di
mezza età, sovrappeso e pertanto a rischio per lo sviluppo del diabete di tipo 2 ha ridotto la glicemia e
migliorato sia la secrezione che la sensibilità all’insulina. Un altro studio condotto su soggetti umani con
diabete di tipo 2 a cui erano somministrati 500 mg al giorno di oleuropeina per 14 settimane ha mostrato
un significativo miglioramento dell’omeostasi del glucosio, con riduzione dell’emoglobina glicosilata e dei
livelli di insulina a digiuno, mentre in ratti trattati con oleuropeina è stata notata una riduzione della
digestione e dell’assorbimento dell’amido. Altri studi hanno dimostrato che in vitro l’oleuropeina
impedisce l’aggregazione amiloide dell’amilina, un peptide secreto insieme all’insulina dalle cellule beta
del pancreas, i cui aggregati sono ritenuti co-responsabili della sofferenza cellulare che si accompagna
all’insorgenza del diabete di tipo 2. L’efficacia dell’oleuropeina nel contrastare sia l’insorgenza del diabete
di tipo 2 che alcune delle sue conseguenze può essere inquadrato in un effetto più vasto di protezione nei
confronti della sindrome metabolica. Infatti, altri studi hanno dimostrato che nei topi l’oleuropeina
attenua la steatosi epatica e riduce l’obesità indotte da una dieta ricca di grassi. L’effetto anti-obesità e di
modulazione dell’omeostasi del glucosio era stato precedentemente riportato anche per altri polifenoli
vegetali.
In conclusione, i dati scientifici disponibili supportano in modo convincente l’efficacia dell’assunzione
giornaliera di dosi consistenti di oleuropeina ai fini della prevenzione di patologie legate
all’invecchiamento quali la demenza senile e il cancro, o a dismetabolismi quali il diabete di tipo 2 e la
sindrome metabolica. La costanza dell’assunzione quotidiana di dosi consistenti di oleuropeina attraverso
la supplementazione, con prodotti nutraceutici, del normale contenuto della sostanza nell’alimentazione
appare pertanto utile e raccomandabile al fine di prevenire e curare la sindrome metabolica e il diabete
melliti di tipo 2, anche in considerazione dell’assenza di effetti collaterali legati all’assunzione di
oleuropeina.
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