Integratori e difese immunitarie

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Universita degli Studi di Roma "La Sapienza"
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
ANNO ACCADEMICO 2011/2012
Corso di formazione in
“Benessere e stili di vita”
TITOLO TESI
“Integratori e difese immunitarie”
Relatore:
Dott. Massimo Spattini
Tesi a cura di:
Dott. Giovanni Montagna
Premessa
Visto la vasta portata di questo argomento, ho cercato di circoscrivere l’attività di alcuni integratori
nutrizionali “supplements” sulle difese immunitarie dell’atleta, sia esso giovane che anziano.
Prendendo spunto anche dalle più recenti ricerche scientifiche in materie, ho preso in esame
l’efficacia provata o meno di alcuni “immune friendlysupplements” più utilizzati.
La nutrizione viene prima della supplementazione
La nutrizione nel controllo del sistema immunitario negli atleti deve essere di primaria importanza
ancor più dell’integrazione eventualmente inserita in un piano di potenziamento e/o sostentamento
del sistema immunitario. Le regole sono di avere un adeguato intake di: Energia, Proteine, Grassi,
Carboidrati, Vitamine, Minerali. Di fondamentale importanza è la varietà dei cibi.
Bisogna evitare carenze in vitamine, minerali e nutrienti essenziali che causano una diminuzione del
sistema immunitario
Sondaggi alimentari mostrano che la maggior parte degli atleti sono in grado di soddisfare le
quantità raccomandate di vitamine e minerali mangiando gli alimenti di tutti i giorni.
Ci sono particolari aspetti che però vengono spesso presi poco in considerazione e che nel lungo
periodo possono portare a carenze nutrizionali e diminuzione della risposta immunitaria, come ad
esempio:
Atleti con alimentazione monotona, Atleti che mangiano spesso cibi poveri in nutrienti (Junk Food),
Atleti sottoposti a ‘calo peso’ con diete drastiche (sport da combattimento), Atleti in dieta per brevi
periodi ma che si allenano duramente, Atleti spesso in giro per gare o allenamenti in luoghi dove la
varietà di cibo è scarsa (sci di fondo spesso in paesi nordici, ecc).
Atleta, sistema immunitario, supplementazione
Numerosi studihanno dimostrato chediversi aspetti dellafunzione immunitariasono depressiper un
periodo ditempoa seguito di unesercizio fisico intenso e prolungato.
In seguito a questo, si crea una sorta di"finestra aperta" (che può durare tra le 3e 72ore-open
windowtheory) nella quale è diminuita la protezione contro i virus ebatteri aumentando il rischio di
sviluppareun'infezione.
Diversi studi epidemiologicihanno dimostratoche gli atletiimpegnati in gare di maratona
e/oultramaratonahanno un aumentato rischiodiinfezioni delle alte vierespiratorie(URTI) e
recentemente, in uno studio che ha coinvolto velisti di vertice, è stato riscontrato cheepisodi
infettivisono stati preceduti dacadute dei livelli di immunoglobulinaA (IgA) salivare.
L'incidenzadi infezione risultava inversamente correlata alle IgA salivari anche in due studi che
coinvolgevano nuotatori e giocatori di football di college americani.
Questi ed altri studi, devono fare comprendere che in atleti sottoposti ad elevati carichi di lavoro
fisico, l’incidenza di malattia ed in particolare di URTI, può essere più elevata per alterata funzione
immunitaria.
Altri fattori,come lo stresspsicologico, la mancanza di sonnoe l'alimentazione
inadeguatapossonodeprimerel'immunitàe portare adun aumentato rischiodi infezione (Figura 1).
Ma cosa avviene a livello del sistema immunitario durante esercizio fisico intenso ??
La funzione delle T cellviene diminuita, c’è una diiminuzione delle IgA, c’è una soppressa attività
dei neutrofili, un aumento delle NK cells.
Il numero e le capacità funzionali dei leucociti in circolazionepuò essere ridotta da ripetute sessioni
di esercizio fisico prolungato ed intenso.
Il motivo è probabilmente correlato a:
Aumento dei livelli di ormoni dello stress durante l'esercizio
Entrata in circolazione di meno leucociti maturi dal midollo osseo
Caduta nella concentrazione ematica di glutammina
Inoltre, durante l'esercizio, si ha un aumento della produzione di specie reattive dell'ossigeno e
alcune funzioni delle cellule immunitarie possono essere compromesse da un eccesso di radicali
liberi.
Molti agenti patogeni del tratto respiratorio superiore sono in volo ed interessati da flussi d'aria,
barriere meccaniche e l'azione ciliare nelle vie respiratorie.
Durante l'esercizio fisico gli atleti passano dalla respirazione nasale a quella con la bocca e questo
può aumentare il deposito di particelle dannose nel tratto respiratorio inferiore.
Essa provoca anche un aumento di raffreddamento e l'essiccazione delle mucose respiratorie che
rallenta il movimento ciliare ed aumenta la viscosità del muco.
Un aumento della permeabilità intestinale può anche consentire un maggiore ingresso di
endotossine batteriche dall'intestino alla circolazione, in particolare durante l'esercizio prolungato in
ambienti caldi.
Tutti questi fattori possono agire incrementando ulteriormente il rischio di infezioni nell’atleta
agonista.
Parlo di atleta agonista, perché secondo la “J-loopTheory” siglata da uno dei ricercatori più attivi
nel campo del sistema immunitario e l’esercizio fisico (il Dott. Nieman), chi pratica “fitness” o
comunque attività fisiche leggere, è meno a rischio di infezioni rispetto a chi pratica attività fisiche
intense e prolungate.
Figura 2: J-loopTheory
Numero di episodi dimalattiedelle alte vie respiratorienon identificati(U-URI) einfezioni delle alte
vierespiratorie(URTI) durante i 5mesidi sorveglianza.
N,numero di soggettiin ognicoortedisponibili durante il periododi sorveglianza.
L’alimentazione ha un ruolo fondamentale nel mantenimento di uno stato immunitario adeguato.
Deficienze in vitamine, minerali, (per esempio, ferro, zinco, magnesio, manganese,
selenio, rame e vitamine A, C, E, B6, B12 e acidofolico) calorie e macronutrienti possono
pregiudicare lo stato di salute dell’atleta.
Inadeguati apporti proteici possono renderel'individuopiù suscettibilealle infezionisvolgendo un
ruolo negativo sulsistemadelle cellule T, con conseguente maggiore incidenzadiinfezioni
opportunistiche
Anche se è improbabileche gli atletiraggiungano uno stato diestremadenutrizionea meno cheuna
dietasia estremamente restrittiva o soffrano di disturbi del comportamento alimentare, in alcune
situazioni si può esservare una diminuita risposta immunitaria anche con piccoli deficit proteici.
In uno studiosujudoistisottoposti a una perdita di3 kgin4settimane dovuti a dieta, deficit proteico e
sessioni intense di esercizio fisico, sono state osservate significative cadute nella funzionalità del
sistema immunitario.
Va quindi riconosciuto chegli atletisottoposti ariduzione di pesopossonoessere più inclinialle
infezioni e quindi monitorati e consigliati sul da farsi, con più accuratezza.
Occorre prestare attenzione nel garantire una quantità adeguata di proteine (e micronutrienti)
durante i periodi di perdita di peso intenzionale
Atleti sottoposti a riduzione del peso possono essere più inclini alle infezioni
Cosa può fare la nutrizione/supplementazione per supportare il sistema immunitario
dell’atleta?
Purtroppo ci sono molti integratori alimentari presenti sul mercato che pretendono di aumentare
l'immunità ma spesso sono studiati su animali, esperimenti in vitro, bambini, pazienti anziani o
clinici in gravi stati catabolici.
Mancano però di ricerche veramente chiare sull’efficacia nel prevenire la depressione del sistema
immunitario indotto da esercizio fisico o nel migliorarlo.
Supplementazione con carboidrati: forse il rimedio con maggiori evidenze.
Diversi studi a controllo con placebo nei corridori e ciclisti hanno dimostrato che l'assunzione di
carboidrati (di solito sotto forma di una bevanda) durante l'esercizio fisico prolungato è efficace ad
attenuare alterazioni negative in alcuni aspetti della funzione immunitaria.
Anche se non ci sono forti evidenze sulla ridotta incidenza di URTI a seguito di competizioni.
Dato per certo il legame esistente tra gli ormoni dello stress e le risposte immunitarie ad attività
intensa e prolungata, l'assunzione di carboidrati - confrontati con placebo - dovrebbe mantenere
inalterate le concentrazioni di glucosio, regolare l'aumento degli ormoni da stress e pertanto
moderare i cambiamenti a livello immunitario.
Già in una serie di studi che risalgono a metà degli anni 1990, si è dimostrato che l'assunzione di
carboidrati tramite bevanda (sport drink) durante l'esercizio prolungato (circa un litro/ora di una
bevanda di carboidrati al 6%) attenua l’aumento dei neutrofili e la conta dei monociti di sangue, gli
ormoni dello stress, e citochine infiammatorie come iL-6, iL-10 e IL-1, ma ha poco effetto sulla
diminuzione nella produzione di IgA salivari e delle cellule T e la funzione delle natural killer cell.
Così l'ingestione di carboidrati durante l'attività fisica pesante è emersa come un’efficace, ma
parziale, contromisura alla disfunzione immunitaria con effetti favorevoli sulle variazioni di ormoni
dello stress e dell'infiammazione, ma non cali dell'immunità innata o adattativa.
I risultati più sorprendenti arrivano dagli studi sull'integrazione di carboidrati (Nieman, 1998).
Ricerche passate affermavano che la riduzione nella concentrazione di glucosio nel sangue fosse da
ricollegarsi all'attivazione ipotalamo-ipofisario-surrenale, all'aumentato rilascio dell'ormone
adrenocorticotropo e del cortisolo, all’aumento dell'ormone della crescita nel plasma, alla
diminuzione dell'insulina e agli effetti derivanti dai livelli di adrenalina nel sangue.
Tale ipotesi è stata testata inizialmente su un gruppo di 30 maratoneti (Nehlsen-Cannarella, et al.,
1997; Nieman et al., 1997a).
Venne effettuato un studio basato su trattamenti doppio cieco con placebo per scoprire gli effetti
dell'assunzione di liquidi contenenti carboidrati sulla risposta immunitaria a 2,5 ore di corsa.
Anche in uno studio successivo con 10 triatleti, fu analizzata l'assunzione di carboidrati per il suo
effetto sulla risposta immunitaria a 2,5 ore di corsa e pedalata (Nieman et al., 1998a, 1998c).
Nelle quattro sessioni, i soggetti correvano su tapis roulant o pedalavano con la propria bicicletta sui
rulli per 2,5 ore al ~75% VO2 max.
In entrambi gli studi, l'assunzione di bevande a base di carboidrati prima, durante (circa 1 litro/ora)
e dopo le 2,5 ore di esercitazione veniva associata ad un aumento marcato di glucosio nel plasma,
un leggero innalzamento nel livello di cortisolo e dell'ormone della crescita nel plasma, minore
perturbazione nella quantità di cellule immunitarie nel plasma, un abbassamento della fagocitosi di
granulociti e moniciti e dell'attività ossidativa, e una minor risposta pro- e anti-infiammatoria delle
citochine.
Soprattutto, le risposte ormonali e immunitarie all'assunzione di carboidrati rispetto a quella di
placebo presuppongono una diminuzione di stress a livello fisiologico.
Alcune variabili immunitarie venivano leggermente modificate dall'assunzione di carboidrati (ad
esempio le funzioni di granulociti e monociti), mentre altre venivano fortemente influenzate (la
concentrazione di citochine nel plasma e il numero di cellule sanguigne).
Altri studi recenti (2008) hanno inoltre valutato il tipo di carboidrato da assumere nel pregara/allenamento per attenuare la risposta allo stress. Studi evidenziano come l’assunzione nel pretraining di carboidrati a basso indice glicemico, possa influenzare la risposta immunoendocrina
attenuando la produzione di cortisolo e velocizzando il recupero attraverso la diminuzione dei valori
di IL-6.
In un’altrainteressantericerca (Gleeson M & Bishop N C: Special feature for the Olympics: effects
of exercise on the immune system: modification of immune responses to exercise by carbohydrate,
glutamine and anti-oxidant supplements. Immunology and Cell Biology 2000 78:554-561) atleti
erano sottoposti a 1 ora di pedalata al 60% V˙O2max immediatamente seguita da 30 minuti di time
trial (pedalando ad un range di circa 80% V˙O2max).
Per 3 giorni precedenti il trial, i soggetti (n = 12) hanno consumato una dieta alta in carboidrati
(High-CHO;70% dell’assunzione calorica da CHO) o low-CHO diet (meno del 10% dell’energia da
CHO)
I risultati si possono riscontrare dalle tabelle riportate qui sotto:
diminuzione del cortisolo plasmatico, dell’IL1, IL6 e del rapporto neutrofili/linfociti in chi
consumava beavande o pasti ad alto contenuto in carboidrati
Interessante è valutare che anche il solo consumo di bevande (anche senza carboidrati) durante
l'esercizio fisico può controllare i livelli di stress prevenendo la disidratazione (che è associata con
un aumento dell'ormone risposta allo stress) e supportare il sistema immunitario. Questo perché si
mantiene un buon flusso di saliva durante l'esercizio. La saliva contiene diverse proteine con
proprietà antimicrobiche tra cui IgA, lisozima e α-amilasi. La secrezione di saliva di solito cade
durante l'esercizio fisico, ma l'apporto regolare di liquidi durante l'attività fisica può prevenirlo.
Oltre ai carboidrati: gli ”immune friendlysupplements”
Tutti gli integratori pubblicizzati per l’aumento delle difese immunitarie sono efficaci?
•
Alcuni integratori effettivamente possono aumentare le funzioni immunitarie e ridurre il
rischio di infezione nei soggetti immunocompromessi(Nutrition and ExerciseImmunology.
CRC Press, Boca Raton, 2000; Nutrition and Immune Function. CABI Publishing, Oxford,
2002)
Purtroppo ci sono molti integratori alimentari presenti sul mercato che pretendono di aumentare
l'immunità ma spesso le conclusioni si basano su ricerche effettuate su animali, esperimenti in vitro,
bambini, pazienti anziani o clinici in gravi stati catabolici.
Si è deficitari invece di ricerche sull’efficacia nel prevenire la depressione del sistema immunitario
indotto da esercizio fisico o nel migliorarlo.
Vari composti nutrizionali sono stati testati per la loro capacità di attenuare cambiamenti
immunitari dopo un intenso esercizio fisico prolungato e quindi un più basso rischio URTI.
Questa strategia è simile al supporto immuno-nutrizionale fornito ai pazienti in recupero da traumi e
chirurgia e per gli anziani fragili.
Negli ultimi 15 anni (Immunonutritionsupport for athletes. NutritionReviews 66(6):310-320, 2008),
i Supplementi ‘Immune-friendly’ studiati in atleti umani includono:
zinco, acidi grassi polinsaturi omega-3 (PUFA n-3), steroli vegetali e polisaccaridi, antiossidanti
(per esempio, vitamine C ed E, β-carotene, idrossianisolobutilato e N-acetilcisteina,), glutammina,
colostro bovino e carboidrati.
Fatta eccezione per i carboidrati, i risultati sono stati generalmente deludenti.
Negli ultimi anni l’attenzione si è spostata a:
Probiotici, Quercetina, Isoquercetin, epigallocatechina 3-gallato (EGCG), β-glucano, polifenoli da
vegetali
Role of Nutritional supplements in attenuating exercise-induced Immunosuppression
I ricercatori hanno misurato l'influenza degli integratori alimentari, soprattutto di zinco, vitamina C,
glutammina, e carboidrati, sulla risposta immunitaria di atleti sottoposti ad esercizio intenso e
prolungato.
Nutritional Supplements, Exercise and the Immune System
Diversi studi eseguiti da ricercatori Sud Africani in doppio cieco e controllati con placebo su
corridori ultramaratoneti hanno dimostrato un’associazione positiva tra supplementazione di
vitamina C e sistema immunitario.
Questo non è stato replicato, però, da altri gruppi di ricerca.
Glutamina e glucosio sono importanti combustibili per linfociti e monociti e una diminuita quantità
di questi nutrienti hanno un effetto diretto nel ridurre i tassi di proliferazione dei linfociti.
Ridotti livelli plasmatici di glutamina sono stati osservati in risposta a fattori di stress, tra cui
l'esercizio fisico prolungato ma la maggior parte degli studi non sono a favore di questa teoria.
Recentemente è stato riconosciuto alla vitamina D un ruolo importante nella up-regolazione
dell'immunità: l’insufficienza di vitamina D è comune negli atleti soprattutto se limitano
l’esposizione alla luce solare (Gleeson M. Exercise, nutrition and immunity. In: Diet, Immunity and
Inflammation«(edited by Calder PC and Yaqoob P), Chapter 30. Cambridge: WoodheadPublishing,
2011).
Livelli di vitamina D plasmatici e rischio di infezione alle alte vie respiratorie (URTI)
Effetto della vitamina D su cellule del sistema immunitario
Antiossidanti si o no?
L’allenamento fatto in modo adeguato (intensità, frequenza, tempi di recupero) aumenta le capacità
antiossidanti endogene e diminuisce le probabilità di infezioni(Br J Sports Med.2011 Sep;45(12):987-92; J
InfectDis. 2009 November 1; 200(9): 1434;Med Sci Sports Exerc.2011 Nov
29)
L’allenamento intenso, prolungato e senza gli adeguati periodi di riposo potrebbe abbassare le
capacità antiossidanti endogene e diminuire le difese immunitarie
Modello ipotetico effetto dose-risposta all’esercizio del sistema immunitario sulleURTI
-
Moderato esercizio fisico: aumenta transitoriamente i glucocorticoidi, catecolamine e IL-6 a
livelli moderati ,con conseguente piccola variazione delle Th1 e Th2 consentendo lo
sviluppo di una appropriata risposta immunitaria adattativa
-
Esercizio intenso: maggiore aumento e più duratura dei glucocorticoidi, catecolamine e IL-6
con conseguente forte variazione di Th1 e Th2, ridotta funzionalità delle cellule effettrici e
l'incapacità di sviluppare adeguate risposte immunitaria adattativa
(Exerc Sport SciRev. 2009 October; 37(4): 157–164 ;MedSci Sports Exerc.2011 Nov 29)
Non è ancora chiaro il ruolo e se l’utilizzo di antiossidanti possa essere di beneficio al sistema
immunitario dello sportivo.
Alcune evidenze recenti suggeriscono che l'assunzione regolare di dosi relativamente elevate di
vitamine antiossidanti possono anche ridurre la risposta del cortisolo nell’esercizio fisico prolungato
(Journal of Physiology 558(2): 633-645, 2004. European Journal of AppliedPhysiology 97(4): 454-461, 2006).
Questi studi hanno avuto efficacia sia con 500 mg day−1 di Vitamina C + 400 i.u. di vitamina E sia
solo con vitamina C anche nel ridurre il rischio di URTI in ultramaratoneti(Nutrition and
ExerciseImmunology, pp 109-136. CRC Press, Boca Raton, 2000).
La vitamina C potrebbe svolgere un ruolo importante in varie funzioni immunitarie.Lo stoccaggio
di Vitamina C nei tessuti satura dopo una regolare assunzione di 200 mg / die.
Una supplementazione eccessiva con antiossidanti non può essere raccomandato perché ci sono
poche prove sul beneficio. E’ noto che l'eccesso di supplementazione può effettivamente ridurre il
naturale sistema di difesa antiossidante e può anche diminuire l’adattamento al training (Am J
ClinNutr. 2008 Jan;87(1):142-9.;
Antioxidantsupplementationreducesskeletalmusclemitochondrialbiogenesis: Med Sci Sports Exerc.
2011 Jun;43(6):1017-24), anche se questo aspetto contrastante è ancora da chiarire bene
(Antioxidantsupplementationdoesnot alter endurance training adaptation: Med Sci Sports Exerc.
2010 Jul;42(7):1388-95).
Sicuramente un metodo più sicuro è garantire che la dieta contenga molta frutta fresca e verdura.
Mega-dosi di vitamine da parte degli atleti possono avere conseguenze deleterie per la funzione
immunitaria.
Si è visto che durante una gara di triathlon, dosaggi di vitamina E nel range di 300-600 mg
danneggiano la proliferazione dei linfociti e aumentano lo stress ossidativo e le citochine
infiammatorie (Nieman et al 2004).
Mega-dosi di vitamina A possono alterare la risposta infiammatoria e la formazione del
complemento (FoodStandards Agency 2003).
Da: Nutritional modulation of exercise‐induced immunodepression in athletes: a systematic review and meta‐analysis; European Journal of Clinical Nutrition (2007) 61, 443–460
Quercitina
La quercitina fa parte della famiglia dei flavonoidi che possiedono spiccate proprietà Antiossidanti,
Antiinfiammatori, Anti-patogeni, Attività cardioprotettivia, Anticancerogeni
Elevate quantità di Quercitina sono contenute in: Cipolle, Mele, Mirtilli, cavolo riccio, Peperoncino,
Tè, Broccoli.
L’assunzione di flavonoidi nella dieta (con quercetina che rappresentano circa il 75%) varia da 13 a
64 mg/die a seconda del campione dello studio e della popolazione studiata. Soggetti umani sono in
grado di assorbire quantità significative di quercetina da alimenti o integratori. La sua eliminazione
è piuttosto lenta, con una emivita di 11-28 ore. Gli studi sugli animali indicano che 7 giorni di
alimentazione con quercetina migliora la sopravvivenza dopo inoculazione del virus dell’influenza.
Un recente studio su uomini in doppio-cieco con placebo ha dimostrato che 1.000 mg/die di
quercetina per 3 settimane aumenta significativamente significativamente i livelli plasmatici di
quercetina e riduce l’incidenza di URTI durante le 2 settimane dopo un periodo di 3 giorni esercizio
intenso in ciclisti. Disfunzione immunitaria, infiammazione e lo stress ossidativo non erano alterati,
il che suggerisce che la quercetina può avere esercitato un effetto antivirale diretto (Medicine and
Science in Sports andExercise 39:1561-1569, 2007). La Biogenesi mitocondriale non è stata
aumentata a seguito del periodo di 3 settimane di supplementazione con quercetina in ciclisti
allenati. Tuttavia, uno studio follow-up condotto su soggetti non allenati ha mostrato un aumento
significativo delle prestazioni di resistenza e un aumento del mtDNA, anche se non simile a quella
vista nei topi dopo l'alimentazione con quercetina.
Da:Medicine and Science in Sports and Exercise 39:1561‐1569, 2007. Il sistema immunitario è molto vario nelle sue funzionalità e composizioni. Una domanda che ci si
potrebbe porre è se un cocktail di integratori potrebbe avere migliore efficacia di uno solo?
Quercitina più altri flavonoidi o supplements?
In uno studio con 39 ciclisti allenati, una supplementazione di quercetina combinata con l'EGCG,
isoquercetina e omega 3-PUFA (1000 mg of quercetin, 400 mg of isoquercetin, 120 mg of EGCG,
400 mg of N3-PUFA) è risultata più efficace della sola quercetina nel contrastare l'infiammazione
indotta da esercizio fisico e lo stress ossidativo (Medicine and Science in Sports andExercise 47(7):
1467-1475,2009).
Minori livelli di IL6 e CRP nella supplementazione con mix di flavonoidi
Maggiore concentrazione plasmatica di quercitina nella supplementazione con mix di flavonoidi
Minori DOMS nei giorni seguenti l’allenamento in chi si supplementava con mix di flavonoidi
Da: Medicine and Science in Sports and Exercise 47(7): 1467-1475,2009
Ulteriorrmente si è voluto verificare l’effetto di un mix di flavonoidi arricchito con acidi grassi
omega 3, vitamina C, sullo stato ossidativo e sulla capacità antiossidante pre e post esercizio fisico
(Int J Sport NutrExercMetab. 2011 Aug;21(4):328-37)
• 1,000 mg quercetin + 1,000 mgvitamin C (QC);
• 1,000 mg quercetin, 1,000 mg vitamin C, 400 mg isoquercetin, 30 mg
epigallocatechingallate, and 400 mg n-3 fatty acids (QFO);
• placebo (P)
•
Assunzione degli integratori o placebo ogni giorno per 2 settimane precedenti lo studio e durante i 3
giorni di allenamento (3 ore di ciclismo).
I gruppi QC and QFO non hanno mostrato aumenti significativi in F(2)-isoprostani (indice di stress
ossidativo) immediatamente dopo esercizio, rispetto ai valori basali, mentre al contrario il placebo
si.
Questo studio indica che la combinazione di flavonoidi e antiossidanti con acidi grassi omega-3 è
efficace nel ridurre l'aumento nell’immediato post esercizio di F (2)-isoprostani. Inoltre, questo
effetto si verifica indipendentemente dalle variazioni della capacità antiossidante nel plasma.
Echinacea
Diverse preparazioni a base di erbe hanno fama di avere effetto immunostimolante, ed il consumo
di prodotti contenenti Echinacea purpurea è molto diffuso tra gli atleti e non.
In uno studio in doppio cieco, controllato con placebo, l'effetto di un pretrattamento orale
giornaliero per 28 giorni con succo spremuto di E. purpurea è stato studiato in 42 atleti di triathlon,
prima e dopo una gara di sprint (J Clin Res. 1998; 1: 367-380).Un altro sottogruppo di atleti sono
stati trattati con un integratore di magnesio. La scoperta più importante è che durante il periodo di
28 giorni di pretrattamento, nessuno degli atleti del gruppo echinacea si ammalò, rispetto ai tre
soggetti nel gruppo di magnesio e quattro soggetti nel gruppo placebo.
In uno studio senza placebo (Advances in Therapy, Vol. 23 N° 5, september/october 2006).
Lo studio è stato disegnato per valutare la tollerabilità e l'efficacia di Echinaforce ® Forte
(Echinaforce: 750mg di Echinacea purpurea per capsula) in persone sportive. 80 partecipanti hanno
ricevuto 2 x 1 compressa / die per 2 mesi. I partecipanti hanno registrato la presenza e la gravità dei
sintomi correlati a freddo e la propria percezione di avere raffreddore. La maggior parte dei
partecipanti erano tra i 20 e 40 anni e si allenavano circa 4,3 ore alla settimana in media. Sport in
genere molto intenso come il jogging o bici.
Durante il periodo di studio di 2 mesi, il 71% gli atleti non aveva raffreddore. Solo il 3% ha avuto
due episodi di raffreddamento. il 26% un episodio raffreddore con trattamento con Echinaforce ®.
Il 74% dei medici e 76,3% degli atleti trattati, considerano l’utilizzo di Echinaforce ®come buona o
molto buona profilassi per la prevenzione da raffreddore
Numerosi esperimenti hanno dimostrato che gli estratti di echinacea effettivamente mostrano
attività immunomodulanti significative.
Tra le molte proprietà farmacologiche riportate, l'attivazione dei macrofagi è quella più convincente
(Int J Immunopharmacol. 1997; 19: 371-379; Int J Immunopharmacol. 1993; 15: 605-614.).
L’indice di fagocitosi e la concentrazione di citochine macrofago-derivate hanno dimostrato di
essere sensibili alle echinacea in una varietà di test, come anche l'attivazione dei leucociti
polimorfonucleati e delle cellule NK (Phytomedicine. 2003; 10: 66-86).
Nonostante questa evidenza di immunostimolazione che porta a una maggiore resistenza alle
malattie infettive, c’è ancora mancanza di certezza scientifica
La maggior parte dei dati provengono da studi degli estratti di echinacea per il trattamento acuto di
URTI. Anche se suggeriscono un modesto beneficio, questi studi sono limitati sia per dimensioni
che qualità metodologica.
In un recente studio randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, la somministrazione di
echinacea grezza al momento della comparsa dei sintomi di URTI in 148 studenti di college non ha
fornito alcun beneficio o danno rilevabile rispettoal placebo (AnnIntMed. 2002; 137: 939-946).
Vi è una buona qualità dei dati scientifici in materia di effetti in vitro dell’echinacea su alcune
funzioni delle cellule immunitarie.
La sua efficacia nel trattamento della malattia o nel migliorare la salute umana è ancora dibattuta e
non è ancora noto se l'echinacea è efficace nel modificare l’immunodepressione indotta da esercizio
fisico.
Echinacia nelle URTI (upperrespiratorytractinfections):
Né le popolazioni studio, né le preparazioni di Echinacea studiate durante le sperimentazioni sono
state standardizzate, un fatto che complica la comparabilità dei risultati.
I risultati sono inconsistenti; prove con un numero maggiore di individui non hanno dimostrato un
effetto significativo del trattamento con Echinacea. Solo i piccoli trial hanno mostrato effetti
positivi. Alcuni hanno riscontrato benefici col trattamento con Echinacea purpurea, ma
probabilmente a causa dell'effetto placebo.
Supplementazione di Cistina e Teaninaed attenuazione della risposta infiammatoria
provocata dall'esercizio fisico
Alcuni recenti studi indicano come la supplementazioni di cistina e/o teaninapossano essere
aumentare l’efficienza immunitaria di atleti esposti a periodi prolungati di esercizio intenso. Questo
trial clinico randomizzato ed in doppio cieco, seppure condotto su di una casistica modesta, ha
dimostrato come la supplementazione di cistina (700 mg/die) e/o teanina (aminoacido contenuto
negli estratti di tè verde) (200 mg/die) sia in grado di attenuare la risposta infiammatoria provocata
dall’esercizio fisico e dall’allenamento intensivo. (Effects of oral supplementation with cystine and
theanine on the immune function of athletes in endurance exercise: randomized, double-blind,
placebo-controlled trial;BiosciBiotechnolBiochem. 2009 Apr 23;73(4):817-21).
I risultati hanno mostrato che dopo il periodo di allenamento intenso, c'è stato un aumento
significativo nel sangue degli indici di 'stress immunitario' (proteina C-reattiva e conta dei
neutrofili) nel gruppo placebo ma non nel gruppo cistina / teanina. Inoltre, l’allenamento intenso ha
indotto un calo di linfociti nel gruppo placebo ma non in cistina / teanina. I ricercatori hanno
concluso che l'ingestione di cistina / teanina ha contribuito a sopprimere l’aumento dello stress
immunitario indotto da esercizio fisico osservata nel gruppo placebo (impedendo in tal modo una
diminuzione della funzione immunitaria) e ha impedito l'infezione durante il periodo continuativo
di esercizio fisico intenso.
L’esercizio fisico intenso induce
- aumento della conta dei neutrofili nel sangue e una diminuzione nella conta dei linfociti
- infiammazione
- immunosoppressione
E 'stato riportato in precedenza che la supplementazione con cistina e la teanina (CT), in corridori di
lunga distanza, prima di un periodo di allenamento diminuisce le variazioni di questi parametri nel
sangue osservati in soggetti di controllo non-integrati di controllo. Lo scopo del presente studio è
stato quello di determinare gli effetti della supplementazione CT sulla risposta infiammatoria e lo
stato immunitario prima e dopo l'esercizio di resistenza intenso sulle lunghe distanze in
corridori(Suppression of exercise-inducedneutrophilia and lymphopenia in athletes by
cystine/theanineintake: a randomized, double-blind, placebo-controlled trial; J IntSoc Sports Nutr.
2010; 7: 23).
Sedici corridori fondisti sono stati assegnati ad uno dei due gruppi a cui venivano somministrati
integratori CT (700 mg + 280 mg cistina + teanina al giorno) o placebo (8 in ciascun gruppo) per 7
giorni prima e durante 9 giorni di camp di allenamento.
- Media di 19,9 km/giorno di corsa prima del camp
- Media di 28,6 km/giorno durante il camp
Prelievi del sangue all’inizio ed alla fine del camp:
- la mattina prima e dopo 15 km interval training (1000 m di corsa × 15 volte)
- analisi sulla conta dei neutrofili, dei linfociti e della mioglobina.
I risultati di questo studio (J IntSoc Sports Nutr. 2010; 7: 23 ) mostrano che la supplementazione
CT attenua significativamente l'aumento della conta dei neutrofili e la riduzione della conta
linfocitaria indotta da intenso esercizio di resistenza. Questi risultati suggeriscono che la
supplementazione di CT può sopprimere fluttuazione delle cellule immunocompetenti del sangue
indotta da esercizio intenso e può contribuire a ridurre l'alterazione dello stato immunitario.
Hematological parameters in the subjects pre- and post-intense endurance exercise on the initial (A, C, E) and
final (B, D, F) days of the training camp. Open and closed bars show the P and CT groups, respectively. Graphs A
and B show mean levels of WBC counts, graphs C and D show mean levels of neutrophil counts and graphs E and F
show mean levels of lymphocyte counts for pre- and post-intense endurance exercise
Blood biochemical parameters in the subjects preand post-intense endurance exercise on the initial (A, C) and final (B, D) days of the training camp. Open and
closed bars show the P and CT groups, respectively. Graphs A and B show mean levels of CPK and graphs C and D
show mean levels of Mb for pre- and post-intense endurance exercise.
Blood cytokine and salivary stress hormone levels in
the subjects pre- and post-intense endurance exercise on the initial (A, C) and final (B, D) days of the training
camp. Open and closed bars show the P and CT groups, respectively. Graphs A and B show mean levels of blood IL-6
and graphs C and D show mean levels of salivary cortisol for pre- and post-intense endurance exercise
Effetti della supplementazione con cistina (un dipeptide di cisteina) e teanina (CT), sulle variabili
immunitarie durante l'esercizio contro resistenza ad alta intensità. Cisteina e glutammato sono
coinvolti nella formazione del glutatione, che modula l'attività delle cellule natural killer (NK).
In questo studio clinico in doppio cieco (Cystine and theaninesupplementationrestores highintensityresistanceexercise-inducedattenuation of natural killer cellactivity in well-trained men; J
StrengthCond Res. 2010 Mar;24(3):846-51), 15 uomini ben allenati (di età compresa tra 22,8 + / 40 anni) sono stati divisi in 2 gruppi:
- placebo (n = 7) e CT (n = 8)
Gruppo placebo: polvere contenente cellulosa (950 mg) e glutammato (30 mg)
Gruppo CT: polvere contenente cistina (700 mg) e teanina (280 mg)
- Assunzione: una volta al giorno per 2 settimane
Allenamento in base al loro normale orario (3 volte alla settimana) nella prima settimana;
doppio allenamento (6 volte alla settimana) nella seconda settimana.
Le concentrazioni di immunoglobuline M (IgM), interleuchina (IL) -6, IL-8 e IgA salivari e il
conteggio dei leucociti non è cambiata significativamente in entrambi i gruppi
C'è stata una diminuzione significativa (p <o = 0,05) per l'attività delle cellule NK (NKCA) nel
gruppo placebo dopo la seconda settimana rispetto a quella nel gruppo CT (placebo: 69,2 +/- 16,1%
vs CT: 101,7+/- 38,7%). La trasformazione di linfociti in linfoblasti indotta da fitoemoagglutinina*
non è cambiata significativamente in entrambi i gruppi.
NOTA: Fitoemoagglutinina:Sostanza del gruppo delle lectine estratte dai semi di alcune piante (per es., Phaseolusvulgaris) che,
senza la partecipazione di anticorpi, è in grado di agglutinare le emazie. Viene utilizzata nelle colture in vitro di linfociti del sangue
periferico in quanto possiede la capacità di trasformare i linfociti in linfoblasti, stimolandone la divisione
Questi risultati suggeriscono che NKCA non è influenzata in un normale programma di allenamento
sia con o senza supplementazione di CT. Tuttavia, un’alta intensità e frequenza nell’allenamento
contro resistenza causa un’attenuazione di NKCA, che la supplementazione con CT sembra
ripristinare. Pertanto l'integrazione con CT sarebbe utile per gli atleti nel ripristinare l'attenuazione
di NKCA durante allenamentiad alta intensità ed alta frequenza.
Glutammina: verità o finzione?
Il più abbondante aminoacido libero nel muscolo e nel plasma umano (Lacey and Wilmore (1990);
Nutri. Rev .48:297-309).
È ‘utilizzata’ in quantità elevate dai leucociti, in particolare i linfociti e monociti. Ridotti livelli di
glutammina plasmatici sono stati osservati in esercizi prolungati ed è stato suggerito che un tale
decremento potrebbe alterare la funzione immunitaria. Uno studio del 1996 (Eur J
ApplPhysiolOccupPhysiol 73, 488–490.) mostra una riduzione dell'incidenza di URTI in maratoneti
che hanno assunto integratori di glutammina dopo la gara. E 'stato ipotizzato che ripristinare i livelli
di glutammina dopo uno sforzo prolungato a livelli fisiologici può aiutare il sistema immunitario a
resistere alle infezioni.
Studi più recenti che hanno studiato l'effetto di grandi quantità di supplementazione con
glutammina durante e dopo l'esercizio per valutarne l’efficacia sulle funzioni immunitarie alterate
da esercizio, quali la proliferazione dei linfociti, non sono riusciti a trovare alcun effetto benefico
(World Journal of Sport Sciences 2 (4): 222-230, 2009; J.Nutr. 138:2045S-2049S, October 2008;
Medicine & Science in Sports &Exercise: March 1996 - Volume 28 - Issue 3 - pp 285-290).
Assunzione per via orale di glutammina o aminoacidi a catena ramificata come precursori di
glutammina:
siriduce la diminuzione di glutammina plasmatica indotta da esercizio;
non ha alcun effetto consistente nel post esercizio su:
• conta dei linfociti o neutrofili (Rohde et al, 1998;. Walsh et al, 2000.; Peters et al,
2001;Krzywkowski et al, 2001a)
• IgA salivari (Krzywkowski et al, 2001b)
• attivitàburst ossidativo (Walsh et al, 2000)
• NKCA (Rohde et al, 1998;. Walsh et al , 2000)
• IL-6 plasmatica (Castell et al, 1997;. Hiscock et al, 2003).
•
Anche se è stato suggerito che la glutammina potrebbe migliorare la risposta di tipo immunitario dei
Th1 (Bassit et al., 2002) in nuotatori sottoposti a 4 settimane di training intenso, non vi era alcuna
differenza significativa nei livelli di glutammina tra gli atleti che hanno sviluppato URTI e quelli
che non URTI (Mackinnon e Hooper, 1996).
In due studi (Castell et al, 1996;.. Bassit et al, 2002) i sintomi di infezione, dopo un prolungato
esercizio intenso in atleti integrati con glutammina, era significativamente più bassa rispetto al
gruppo placebo.
Lo studio di Castell et al. (1996) aveva incluso i dati di otto studi separati.
Entrambi gli studi includevano questionari di valutazione di vari sintomi e non solo i sintomi URTI
ma anche altri come vomito o diarrea.
Le conclusioni sono che i dati disponibili non forniscono prove a sostegno dell'ipotesi glutammina.
La glutammina ha dimostrato avere un effetto benefico sulla funzione intestinale, morbilità e
mortalità e su alcuni aspetti della funzione delle cellule immunitarie in studi clinici su pazienti
malati o traumatizzati.
Sembrerebbe comunque che la minore disponibilità di glutammina indotta da esercizio fisico non
sia abbastanza critica per diminuire la funzione immunitaria.
Quindi, la supplementazione con glutammina non può essere raccomandata come supporto
immunitario in atleti.
Da: (Nutritional modulation of exercise-induced immunodepression in athletes: a systematic review
and meta-analysis; European Journal of Clinical Nutrition (2007) 61, 443–460)
Bicarbonato e immuno-depressione: aspettiamo ulteriori studi
(Pre-exercise alkalosis attenuates the heat shock protein 72 response to a single-bout of anaerobic
exercise; Journal of Science and Medicine in Sport; Volume 14, Issue 5, September 2011, Pages
435–440)
È noto che un pre-carico di bicarbonato di sodio possa leggermente aumentare l’alcalinità del
sangue (o migliorarne livelli di acidità troppo elevati).
Nonostante questi effetti immediati, comunque piuttosto mediocri, in uno studio recente (Journal of
Science and Medicine in Sport; Volume 14, Issue 5, September 2011, Pages 435–440) si è visto
come possa essere di beneficio al sistema immunitario negli atleti.
Come si può vedere in figura l’espressione di HSP-72 (heat stress protein-72) dei globuli bianchi
(linfociti e monociti) indotta da stress in risposta all'esercizio HIT è stata quasi completamente
abolita.
HSP-72 expression in mono- and
lymphocytes in response to anaerobic exercise after ingestion of placebo or 0.3g/kg sodium bicarbonate (data adapted from Peart.
2011)
Insieme con l'annullamento della già bassa quantità di stress ossidativo (cfr. T-BAR in figura
seguente), questi risultati suggeriscono che la supplementazione di bicarbonato ha un effetto stressprotettivo sulle cellule del sistema immunitario durante l'esercizio anaerobico.
Oxidative stress due to anaerobic
exercise as measured by TBAR expression after ingestion of placebo or 0.3g/kg sodium bicarbonate (data adapted from
Peart. 2011)
E 'tuttavia importante notare che gli scienziati sottolineano che "non è chiaro in questa fase se
l'attenuazione è dovuta ad uno stato di ridotta acidosi, ridotto stress ossidativo o una combinazione
di entrambi. Inoltre, è difficile dire quali benefici o meno potrebbe avere sul proseguo degli
allenamenti. Se si pensasse all'ipotesi dell’ormesi (dibattito ancora acceso) questa azione
antiossidante potrebbe compromettere gli adattamenti al training.
Necessitano ancora ricerche sia sull’effetto antiossidante ed anti-immunodepressione indotta da
esercizio fisico del bicarbonato. Sia sull’ipotesi adattativa dell’ormesi. Naturalmente, così come è il
caso degli antiossidanti, il dosaggio dovrà essere abbinato al carico di lavoro individuale per vedere
i risultati ottimali (Journal of Science and Medicine in Sport; Volume 14, Issue 5, September 2011,
Pages 435–440).
β-glucano
polisaccaride derivato da lievito, funghi e avena e ha dimostrato di possedere effetti
immunostimolani in modelli animali e in vitro. Evidenza da studi condotti sui roditori, pesci,
pollame e suini indica che integratori di β-glucano da avena stimolano le difese immunitarie innate
e le risposte antitumorali e aumenta la resistenza a una vasta gamma di infezioni associata a sforzo
attraverso l'aumento della funzione dei neutrofili e macrofagi.
In uno studio recente su atleti ‘umani’, l’assunzione di β-glucano non ha fornito risultati così
impressionanti
– doppio cieco, controllato con placebo
– condotto su ciclisti che hanno ricevuto 5,6 g / die β-glucano da avena o bevanda
placebo per 2 settimane
– Assunzione prima, durante e 1 giorno dopo un periodo in cui per 3 giorni i ciclisti
hanno pedalato strenuamente per per 3 ore / giorno
La supplemntazione con β-glucano non ha modificatole funzioni immunitarie a riposo o indotte da
esercizio fisico ne l’incidenza di URTI nei ciclisti durante un periodo di 2 settimane dopo l'attività
fisica intensa (Medicine and Science in Sports and Exercise 40: 1463-1471, 2008).
Questo studio è un utile promemoria che i supplementi nutrizionali che agiscono efficacementenei
roditori non necessariamente conferiscono benefici simili nell'uomo.
In uno studio più recente condotto in doppio cieco con placebo(Journal of Sports Science and
Medicine (2009) 8, 509-515) si mostra al contrario, come il beta-glucano sia efficace sia nel
prevenire le infezioni URTI che nel mood state.
75 maratoneti (35 men, 40women) tra I 18–53 anni, hanno assunto placebo, 250 mg o 500 mg of
BETA 1,3/1,6 GLUCAN per 4 settimane dopo una maratona.
Nel corso delle 4 settimane di studio, i soggetti nei gruppi Beta-glucano (250 mg e 500 mg di betaglucano al giorno) hanno riportato un numero significativamente inferiore di sintomi URTI, una
migliore salute generale e diminuzione della confusione, stanchezza, tensione e rabbia, e un
aumento del vigore sulla base del sondaggio POMS (profile of mood state ) rispetto al placebo.
Total number of subjects reporting any of 11 preselected upper-respiratory tract infection
symptoms. Subjects orally administered placebo, 250 mg or 500 mg BETAGLUCAN.
Health score during BETA-GLUCAN administration.
Subjects responded to 2 and 4 week supplement effectiveness question: “During the course of the
supplement regimen, my health has been…:” Scores for the question were based on a scale of 0–10
with 0 being worse, 5 being same and 10 being better health.
Da: Journal of Sports Science and Medicine (2009) 8, 509-515
Probiotici
Apportano una serie di benefici per la salute dell'intestino oltre ad effetti positivi sul sistema
immunitario sistemico modulando la funzione immunitaria grazie alla loro interazione col tessuto
linfoide associato all'intestino.
Alcuni studi controllati con placebo negli atleti hanno indicato che l’assunzione giornaliera di
probiotici, producono meno giorni di malattia delle vie respiratorie e diminuisce la gravità dei
sintomi da URTI (Complete Nutrition 8(3): 35-37, 2008.).
Adattato da: J Biotec 2000; 84, 197-215
Uno studio ( Dailyprobiotic’s (Lactobacillus casei Shirota) reduction of infectionincidence in
athletes;International Journal of Sport Nutrition and ExerciseMetabolism 21: 55-64, 2011.)ha
volute verificare l’efficacia di una supplementazione con probiotici nell’incidenza sulla riduzione di
infezioni in atleti. I partecipanti erano uomini e donne (18-55 anni), 84 in totale, che sono stati
randomizzati a ricevere placebo o un integratore probiotico per 16 settimane.
In particolare, il gruppo probiotico ha consumato65 ml di bevanda probiotica che conteneva 6,5 x
109 cellule di Lactobacillus casei Shirota.
Assunzione di questa bevanda due volte al giorno una volta a colazione e di nuovo durante il pasto
serale.
Risultati
–la percentuale di soggetti che hanno sperimentato 1 o più settimane con sintomi URTI è stata
del 27% inferiore e il numero medio di episodi di URTI era del 50% più bassa nel gruppo
probiotico rispetto al gruppo placebo.
–La gravità e la durata dei sintomi non erano significativamente differenti tra probiotici
rispetto al placebo, ma la capacità di condurre l’allenamento era maggiore per il gruppo
probiotico rispetto al gruppo placebo in presenza di URTI.
–Riscontro di effetti benefici assumendo giornalmente LCS (Lactobacillus casei Shirota) in
una coorte di persone fisicamente attive.
Un altro studio (Lactobacillusfermentum (PCC(R)) supplementation and gastrointestinal
andrespiratory-tractillnesssymptoms:a randomised control trial in athletes; Nutrition Journal 10: 30,
2011) ha volute verificare l’effetto dei probiotici sulle infezioni alle alte vie respiratory in atleti.
Il trial di controllo randomizzato ha preso un campione di 99 persone, 64 delle quali erano maschi e
35 erano donne. Età media di 35 anni e tutti ciclisti agonisti. Per 11 settimane i partecipanti sono
stati randomizzati a ricevere o un placebo o un integratore probiotico.
Dalla tabella riportata sotto, si nota l’effetto dei probiotici sulla risposta acuta delle citochine indotta
da esercizio
Da: Nutrition Journal 10: 30, 2011
Modificato Da: Nutrition Journal 10: 30, 2011
Ulteriori studi su larga scala sono necessari per confermare che l'assunzione di probiotici può
ridurre il numero di giorni di training persi per infezioni e per determinare i probiotici più efficaci e
se i loro effetti sono ceppo-specifici.
Però le recenti ricerche si rivelano molto interessanti(Gleeson M, Bishop NC, Oliveira M, TaulerPJ.Daily
probiotic’s (Lactobacillus caseiShirota) reduction of infection incidence in athletes. International Journal of Sport
Nutrition and Exercise Metabolism 21: 55-64, 2011.West NP, Pyne DB, Cripps AW, Hopkins WG, Eskesen DC, Jairath
A, Christophersen CT, Conlon MA, Fricker PA. Lactobacillus fermentum (PCC(R)) supplementation and
gastrointestinal and respiratory-tract illness symptoms: a randomised control trial in athletes. Nutrition Journal 10: 30,
2011.) spingendo i ricercatori a continuare gli studi in questo campo.
• Conclusioni
In conclusione, è difficile esprimere giudizi sugli integratori alimentari che sono, o che non sono,
efficaci nel promuovere l'immunità o la riduzione del rischio di infezione negli atleti.
È sicuro dire con ragionevole certezza che i singoli aminoacidi, il colostro, echinacea, vitamina E e
zinco è improbabile che siano di beneficio per atleti che non sono carenti in proteine o
micronutrienti.
L'ingestione di carboidrati durante l'esercizio e il consumo quotidiano di integratori probiotici e
quercetina offre le migliori possibilità di successo al momento attuale.
Per altri integratori, da soli o in combinazione, bisogna attendere ricerche su larga scala e studi ben
controllati sull’atleta ‘uomo’ e non su malati, animali, in vitro, ecc.
Va inoltre ricordato che l'alimentazione è solo una di una serie di strategie che possono aiutare a
ridurre il rischio di infezione negli atleti
•
Le strategie per contrastare il rischio malattia negli atleti:
La dieta è importante per la funzione immunitaria e molte vitamine e minerali sono associati con la
possibilità di combattere l’infezione, in particolare vitamina C, vitamina A e zinco.
Una buona dieta equilibrata dovrebbe fornire quantità necessarie di vitamine e minerali, ma se la
frutta fresca e verdura non sono disponibili, bisogna considerare l’utilizzo di integratori
multivitaminici.
Sottolineare la necessità di un apporto adeguato di fluidi, carboidrati, proteine e micronutrienti.
Garantire il recupero delle riserve di glicogeno giorno per giorno e consumare carboidrati durante
l'esercizio fisico (Circa 30-60 g di carboidrati ogni ora durante l'esercizio fisico) sembra essere un
modo per ridurre al minimo l'immunodepressione temporanea associata all’esercizio intenso e
prolungato e riducendo le possibilità di sviluppare i sintomi di overreaching.
Esistono purtroppo debolievidenze sui così detti ‘supplementi immunostimolanti’ (ad es
glutammina, echinacea e il colostro).
Vi è qualche evidenza che i probiotici e diversi composti antiossidanti (es. vitamina C, flavonoidi
come la quercetina) possono essere efficaci nel ridurre il rischio infezioni.
Evitare la sensazione di bocca asciutta, sia durante la competizione che a riposo, questo può essere
fatto bevendo ad intervalli regolari e mantenendo lo stato di idratazione.
Non condividere bottigliette di acqua o bevande, posate o asciugamani.
Accorgimenti nello stile di vita come buone pratiche igieniche (lavarsi le mani, lavarsi i denti
regolarmente, sciacquare la bocca utilizzando un antibatterico), può limitare la trasmissione di
malattie contagiose, riducendo l'esposizione a fonti comuni di infezione.
Evitare di mettere le mani agli occhi e al naso (la principale via di virus auto-inoculazione).
Tenere al minimo lo stress sociale e psicologico e dormire regolarmente e sufficientemente.
Evitare rapide perdite di peso.
Prima di importanti eventi competitivi, evitare il contatto con malati o ambienti chiusi con molte
persone.
Vaccinare gli atleti e tutto il personale di supporto che sono in contatto regolare con gli atleti.
Essere consapevoli della particolare vulnerabilità alle infezioni dopo l'allenamento o la
competizione, soprattutto nei mesi invernali.
Il training deve essere interrotto se l'atleta ha la febbre e / o sintomi sistemici, quali dolori alle
articolazioni e muscoli. Se i sintomi non sono gravi, valutare se continuare il training riducendo i
carichi.
Non assumere integratori di ferro durante i periodi di infezione.
I membri del team con infezioneo febbre, dovrebbe essere isolati il più possibile dal resto della
squadra.
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