L`operato di Lord Elgin sull` Acropoli di Atene

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e Lord Elgin sull’
L’operato
di
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Acropoli
di Atene
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Emanuela Cicu
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0 Thomas Bruce, settimo conte di Elgin e
2Lord
undicesimo conte di Kincardine
(20 Luglio 1766- 14 Novembre 1841)
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Lord Thomas Bruce, settimo conte di Elgin e
undicesimo conte di Kincardine
• Entrato nell’esercito, diviene presto
comandante di un reggimento da lui
fondato, la Guardia Nazionale Elgin delle
Hilghands.
•
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Dal 1790 al 1807 occupa un seggio allai
g pari
Camera dei Lords come uno dei sedici
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di Scozia rappresentanti il suoopaese.
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1791: inizia la carriera
diplomatica e ricopre
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. a Vienna, a
il ruolo di ambasciatore
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Bruxelles ewaw
Berlino.
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Lord Thomas Bruce, settimo conte di Elgin e
undicesimo conte di Kincardine
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Tornato in patria, sposa Mary Nisbet di
Dirleton, giovane e ricchissima ereditiera.
Il matrimonio pone fine momentaneamente ai
problemi economici, sebbene i debiti lo
perseguiteranno per tutta la vita.
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1796-99: fa abbattere la dimora del padre e a
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costruisce Broomhall, una sontuosa villa
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sulle rive del Fife dall’arch. Thomasl
Harrison
Classicista di formazione, Harrison
o per primo
e
suggerisce l’idea di riportareh
dei calchi dalla
c degli studi di
Grecia per l’approfondimento
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architettura.
.
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w la proposta con immenso
Elgin accoglie
8 vedendo la possibilità di
entusiasmo,
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innalzare
l’intero livello dell’apprezzamento
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artistico in Gran Bretagna. Questo lodevole
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intento si tramuterà nella collezione dei marmi
Elgin.
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Il contesto storico
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1770: Caterina II attua il piano di invasione contro
.
Turchia
(battaglia di Tescmè pressoe
Chio).
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1772: accordo tra Russia Austria Prussia conespartizione
della
m dell’espansionismo
Polonia. La Francia, tagliata fuori, preoccupata
a
russo, si schiera in aiuto dell’impero
iottomano.
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o Turchia fin dal XVI secolo, fornisce
La Francia, fedele alleata della
e
un valido supporto militare
attraverso l’invio di generali e
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ammiragli per la modernizzazione
dell’esercito ottomano.
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w Marie- Gabriel- Auguste de
1784- 1791: Conte
w
w ambasciatore francese
Choiseul- Gouffier
8la Sublime Porta. Appassionato di antichità,
presso
0
20l’aiuto del suo agente, il pittore Fauvel,
con
raccoglie una notevole collezione,
tra cui una metopa del Partenone, oggi al Louvre.
Il contesto storico
.
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1780- 1801: L. Fr Sebastian Fauvel, pittore al seguito di ChoiseulGouffier, soggiorna in in Grecia riproducendo siti archeologici
e monumenti. I suoi disegni comporanno l’apparato
iconografico del
Voyage pittoresque de la Gréce, edito nel 1782 dal ChoiseulGouffier.
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Due tavole del Fauvel tratte dal Vojage
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Il contesto storico
Napoleone in Egitto, di Jean Leon
Gérome
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lRapporti
1798: Napoleone invade l’Egitto, protettorato turco.
o
Francia- Turchia deteriorati fino alla dichiarazione
di guerra.
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Tutti i cittadini francesi presenti all’interno
del territorio
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e Tra questi anche il
dell’impero ottomano vengono arrestati.
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pittore Fauvel, arrestato ad Atene. a
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1789: Rivoluzione Francese
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Il contesto storico
1798: vittoria navale di Nelson
contro i francesi ad Abukir
L’ Inghilterra, favorita nei
rapporti con la Turchia, che
si sostituisce alla Francia
nel fornire appoggio
militare e navale.
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I negoziati per l’alleanza
anglo-turca sono condotti
da
John Spencer Smith, ex
dipendente della
Compagnia del Levante, a
cui si aggiunge il fratello, il
capitano di marina
Sir Sidney Smith.
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L’ Orient esplode ad Aboukir,
di Arnald George
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Il viaggio verso Atene e la formazione della sua
equipe
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i Richard
Come membri per la sua ambasceria Elgin sceglie due segretari privati, William
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Hamilton e John Philip Morier, e come cappellano il rev. Philip Hunt. Sio
associa inoltre il
l
prof. Joseph Dacre Carlyle, ecclesiastico e professore di arabo a o
Cambridge, al fine di
ricercare nelle biblioteche orientali opere manoscritte di autori d
classici sconosciute in
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Occidente.
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Elgin si rivolge a Benjamin West, presidente
della Royal Academy, esponendo il suo
progetto di riportare calchi e disegni “ al fine
di largire benefizio al perfezionamento del gusto
in Inghilterra”(Elgin); tra i vari artisti che si
propongono per il lavoro, tutti scartati
perché, secondo lord Elgin, troppo costosi,
c’è anche il giovane William Turner.
Si decide allora di reclutare la sua equipe
di artisti una volta giunto in Italia.
3 Settebre 1799 partono sul battello Phaeton
da Portsmouth. Giungerà a Costantinopoli
due mesi dopo.
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1799: Lord Elgin nominato ambasciatore e Ministro Plenipotenziario inglese presso la
Sublime Porta.
J.M.W. Turner, L’incendio di Westminster,
1833
Il viaggio verso Atene e la formazione della sua
equipe
©
Sosta a Palermo ospiti di Sir William Hamilton.
Sir Hamilton, ambasciatore a Napoli dal 1764, era un
grande collezionista ed esperto di antichità.
Il suo interesse era prevalentemente per la ceramica
a figure rosse, erroneamente valutata come etrusca
di cui Hamilton per primo riconobbe la vera origine.
La sua immensa collezione, passata poi al
British Museum, fu edita dallo stesso
Hamilton (Collection of Engraved from
Ancient Vases now in possession of M. W.
Hamilton, Napoli 1791-98).
L’opera ispirò J. Wegdwood, il maggior
produttore di ceramica inglese, che
basandosi sulle riproduzioni dei vasi
Hamilton crea una nuova linea di ceramica
nelle forme e nelle decorazioni di altissima
qualità e che avrà largo successo in tutta
l’Europa.
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Il viaggio verso Atene e la formazione della sua
equipe
Dietro suggerimento di Hamilton a Palermo
Elgin ingaggia il paesaggista Giovanni Battista
Lusieri. Il pittore rimarrà ad Atene alle
dipendenze di Elgin per oltre vent’anni
dipingendo, come da contratto, le vedute dei
monumenti (pochissimo purtroppo rimane del
suo lavoro); in qualità di caposquadra
sovrintenderà a tutti i lavori svolti sull’Acropoli;
sarà inoltre il suo agente diretto nella città
greca, procurando antichità a lord Elgin sul
mercato antiquario per la sua collezione e
custodendo i marmi a lungo fino al loro invio in
Gran Bretagna.
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Veduta del Partenone di G.B. Lusieri
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Lusieri
, insieme al primo segretario Hamilton (da non confondere
w
con l’ omonimo ambasciatore), si reca a Roma per ingaggiare gli altri
8
0 artisti necessari al completamento della squadra. Questi saranno
Theodor Ivanovic , pittore figurativo,
Vincenzo Balestra e Sebastian Ittar , architetti e disegnatori,
Bernardino Ledus e Vincenzo Rosati, formatori per eseguire i calchi.
Ad Atene…
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L’Atene ottomana è una piccola città, squallida e sporca, con una
popolazione multietnica proveniente dalle diverse parti dell’impero
turco. Le case, poco più che capanne, si concentravano sulle
pendici settentrionali e orientali dell’Acropoli, mentre quest’ultima
era divenuta la sede del presidio militare.
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Ad Atene…
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Della grande Atene classica rimanevano poche vestigia: il
Partenone, l’Eretteo, i Propilei, il Theseion e i monumenti di
Lisicrate e Filopappo, oltre ad alcune colonne dell’
Olympieion, che si innalzavano in netto contrasto con la
miseria circostante.
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Ad Atene…
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I monumenti ancora in piedi veniva riutilizzati, il resto serviva
come materiale da costruzione, mentre i marmi dell’Acropoli, di
grana finissima, erano perfetti per ottenere calce.
I frammenti decorati finivano invece nel fiorente mercato nero
antiquario, venduti ai numerosi viaggiatori occidentali, disposti a
pagare cifre notevoli per un pezzo antico originale.
originale
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L’Eretteo, da J. STUARD,
Antiquites of Athens, 1787
Ad Atene…
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La città era retta dal Voivoda, o
governatore, e dal Disdar, comandante
della guarnigione militare. Entrambi
propensi alla corruzione, spesso
chiudevano gli occhi di fronte
all’asportazione dai monumenti
dell’Acropoli, e non solo, di frammenti
scultorei o iscritti dietro adeguato
compenso.
In tal modo le rovine greche erano
puntualmente saccheggiate, mentre i
frammenti acquistati, giunti in Occidente
insieme ai nuovi proprietari, non di rado
venivano dispersi.
Attivissimo nel mercato antiquario
ateniese era il già citato Fauvel, che per
conto di
Choiseul- Gouffier acquistava ogni
originale antico disponibile.
Fauvel e Lusieri si scontreranno di
frequente.
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Il Voivoda di Atene, da E.D. CLARK,
Travels in Varius Contries of Europa, Asia
and Africa, 1811-1823
Ad Atene…
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Lusieri e il resto della squadra giungono ad Atene nell’agosto 1800. Viene loro
negato l’accesso all’Acropoli, con la scusa che dell’alto avrebbero potuto spiare
le donne dei Turchi. Iniziano allora a lavorare sul monumento di Lisicrate e sul
Theseion. Nel frattempo il prof. Carlyle e il rev. Hunt girano per i territori
dell’Impero turco alla ricerca di antichi manoscritti nelle varie biblioteche
monastiche, senza alcun risultato.
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1801: Tramite laute mance al disdar, dopo 6 mesi entranooper un breve periodo
nell’Acropoli, ma la notizia di un nuovo conflitto cone
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Francia chiuse loro le
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porte.
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Nuovi eventi in Levante…
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Gennaio 1801: Napoleone decide di riprendere l’invasione
dell’Egitto, dove ancora stazionavano diverse guarnigioni dal
1799. Inizia quindi a radunare le forze a Tolone, sotto il comando
dell’ammiraglio Ganteaume.
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i dal generale Menou,
L’esercito francese in Egitto, comandato
g
o e si ritira prima ad
viene sconfitto dalle forze britanniche
l
o viene posta sotto assedio.
Alessandria e poi al Cairoe
, che
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Agosto 1801: Gli attesi
rinforzi dell’ammiraglio Ganteaume non
r
a Egitto, a causa dell’incompetenza tattica dello
arriveranno mai
in
.
w ; il generale Menou, di fronte all’impossibilità
stesso Ganteaume
w
w l’armata turca e inglese alleate, chiede la resa.
di respingere
8 è nuovamente protettorato turco.
L’Egitto
0
20
Il successo della spedizione britannica in Egitto fece di Lord
L’Inghilterra, di conseguenza, fa convergere l’esercito a Malta,
sotto la guida del generale Abercromby, decisa ad espellere i
francesi dall’Egitto una volta per tutte.
©
Elgin uno dei personaggi più rispettati e favoriti di tutta la
Turchia.
Elgin ottiene il firmano
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6 Luglio 1801: il sultano Selim III sigla il firman.
Il firmano è una lettera indirizzata al Voivoda di Atene
e consiste in due parti, la prima dove si espongono
le richieste di Elgin e la seconda dove le si accoglie
una per una. Nonostante la chiarezza pedante e le
frequenti ripetizioni, diviene ambiguo nel punto
cruciale, cioè sulla possibilità di asportare sculture
dall’Acropoli.
Il testo originale è purtroppo perduto, ciò che rimane è
una versione tradotta in italiano dal rev. Philip Hunt, da cui deriverà quella
inglese presentata alla commissione d’inchiesta parlamentare che valuterà nel
1816 la legittimità dell’operato di Elgin ad Atene. (Report from the Select
Committe on the Earl of Elgin’s Collection of Sculptured Marbles, ordered by
the House of Common, 25 Marzo 1816)
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L’epistolario tra Elgin e il Lusieri mostra chiaramente che l’intento di Elgin era
soltanto quello di disegnare i monumenti e produrre dei calchi, mentre mai si
fa cenno all’intenzione di staccare le sculture dalla loro sede originaria.
Legalmente, dunque, Elgin non aveva l’autorizzazione di prelevare le sculture
dai monumenti, ma il beneplacito delle autorità turche all’operato dei suoi
agenti diede una parvenza di legalità a tutte le operazioni.
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Il Firmano
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“Che gli artisti non incontrino alcuna opposizione a
camminare, osservare contemplare le figure e le costruzioni
che possano voler disegnare
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o copiare;
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i antico;
o a fissare impalcature intorno alg
tempio
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o a modellare con gesso e o
con calce i detti ornamenti e le
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figure visibili;
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a lo si ritenga necessario, in cerca di
o a scavare, quando
.
wtra le macerie sparse al suolo:
iscrizioni,
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Né si
impedisca loro di prelevare qualche pezzo di pietra con
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0iscrizioni e figure.”
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I lavori sull’Acropoli: Philip Hunt
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Fu il rev. Philipp Hunt per primo a concepire l’idea di staccare le figure
superstiti dal Partenone.
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Nonostante la sconfitta in Egitto, la flotta francese rimane a Tolone in assetto
di guerra ed era idea diffusa che Napoleone avesse in progetto di invadere la
Grecia. Hunt viene allora mandato in missione diplomatica presso i vari pascià
locali greci per sondare le intenzioni e fare rapporto sulle capacità belliche in
caso di conflitto con la Francia.
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Vista la sua imminente partenza per la Grecia,
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si decise di affidargli il firmano, da o
e
consegnare alle autorità ateniesi.
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Arriva ad Atene il 22 Luglior
e, grazie
a
all’autorità del firmano.
e l’offerta di parecchi
w
w
costosi doni per
il voivoda, ottiene
w
l’autorizzazione
per gli artisti di Elgin di
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entrare
indisturbati
sull’Acropoli a compiere
0
2 mansioni.
le proprie
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I lavori sull’Acropoli: Philip Hunt
Si iniziò subito a raccogliere le
iscrizioni sparse sull’Acropoli, a
compiere scavi su vaste superfici e a
sgombrare il portico delle Cariatidi da
ogni sostruzione moderna.
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31 Luglio 1801: Hunt chiede e ottiene il
permesso di staccare la prima metopa,
che viene calata senza danni. Pochi
giorni dopo sarà la volta della
seconda.
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Luisieri sull’Eretteo, acquaforte di W. Gell
Le ragioni
Le motivazioni addotte furono diverse. La prima fu quella fornita dallo
stesso Hunt in una lettera a Lord Upper Ossory, ministro degli Esteri
inglese, dove si narravano le distruzioni che i Giannizzeri turchi avevano
operato sull’Acropoli, spaccando i blocchi per reperire le grappe di
piombo per poi bruciarli e ottenere calce.
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La notizia era falsa, ma la rivalit
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tra Francia e Inghilterra era al culmine, e
e
h sdegnata dell’accaduto, dichiarò che per
la popolazione, o chi per essa,
c
orgoglio nazionale non r
si sarebbero potuti lasciare i capolavori di Fidia in
a
altre mani se non in.quelle inglesi e in ogni caso mai in quelle dei barbari
w
francesi.
w
w
8l’abitudine di molti viaggiatori di portar via con sé un originale
Ancora,
0
antico
20 stava lentamente distruggendo le sculture superstiti.
Un’altra motivazione era dovuta al fatto che i francesi, nelle persone di
Choiseul- Gouffier e Fauvel, per primi avevano già iniziato a staccare
alcune metope del Partenone, andate poi distrutte nella caduta.
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Le ragioni
La veridicità di alcuni di questi motivi è facilmente riscontrabile.
Nel 1749 il viaggiatore Dalton disegnò 12 figure nel frontone occidentale,
mentre all’arrivo di Lusieri nel 1800 ne restavano solo 4; 5 lastre di fregio
copiate da Stuard nel 1750-55 erano scomparse, come pure una lastra di cui
nel 1790 Fauvel aveva eseguito il calco.
Le metope narrano una storia analoga.
Qualsiasi ragione sia stata addotta, è innegabile che le sculture dell’Atene
classica stavano scomparendo, ed è lecito forse domandarsi quante di esse
sarebbero giunte fino a noi, se Elgin non avesse compiuto la sua discutibile
opera.
In ogni caso, Elgin ribatté di continuo con forza che il suo intento era quello di
rendere un servizio alla nazione, con l’ innalzare la percezione e il gusto
dell’arte in Inghilterra, favorire i giovani artisti con lo studio di tali inimitati
capolavori, giovare al progresso delle belle arti in Gran Bretagna.
Tutte queste motivazioni sono chiaramente esposte in un’opera pubblicata
anonima, ma della quale lui stesso era autore, scritta in difesa del suo operato
nel 1810 e intitolata
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Memorandum of the Subjet of the Earl of Elgin’s Pursuit in Greece
I lavori proseguono…
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Viene acquista e abbattuta una casa di un soldato turco che sorgeva
c
.
presso la facciata ovest del Partenone: al di sotto vengono rinvenute
e le
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sculture del frontone cadute dopo l’esplosione del 1687, causata
g dal
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Morosini, tra cui il torso di Poseidon, Anphitrite, Hermes.
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Gli scavi sul lato sud portarono alla luce diversi frammenti
di fregio.
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m di
Infervorato da tali successi, Elgin scrive a Lusieri
a
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“ desiderare esemplari concreti d’ogni cosa,
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d’ogni ornamento delle
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o dei soffitti
architetture, cornice, fregio, capitello;
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h campioni dei
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decorati, delle colonne scanalate;
r nonché delle varianti
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diversi ordini architettonici,
.
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di questi ordini,
di metope e simili nella maggior
w
w infine tutto ciò che sia dato
copia possibile;
8in fatto di sculture, medaglie e marmi rari,
scoprire
0
0é scavi condotti con opera assidua e
merc
2
indefessa. In questi scavi bisogna
persistere al massimo grado, quale ne sia
la riuscita.”
I lavori proseguono…
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Il rev. Hunt propone anche chi smontino e si portino via la Porta dei Leoni di
Micene e l’Eretteo, per poi ricostruirle in Inghilterra; solo l’impossibilità di
trovare una nave disponibile per il pesante carico lo fa desistere da questo
intento.
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Intanto, durante il suo giro diplomatico per la Grecia, acquista numerose
antichità di vario genere che andranno ad accrescere la collezione Elgin.
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I lavori proseguono…
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Le rimozioni non sempre furono condotte nel modo corretto. Le metope e il
fregio erano infatti scolpiti negli stessi blocchi che formavano una parte
integrante dell’edificio, e spesso per staccarle era necessario distruggere una
parte consistente della struttura.
Un acquarello del 1801 di Gell (a sinistra) mostra la cornice quasi completa alle
due estremità del colonnato con al di sotto le metope ancora ben conservate.
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2 In un acquarello di Hobhouse del 1810 (a destra) vediamo invece che la
cornice e le metope sono totalmente scomparse.
La situazione politica cambia…
1 Ottobre 1801: la Francia e l’Inghilterra sottoscrivono gli accordi di pace.
8 Ottobre 1801: accordo di pace tra la Turchia e la Russia
25 gennaio 1802: accordo di pace tra le Turchia e la Francia.
Si riapre ai francesi la via per la Grecia.
Gli inglesi devono portare via in fretta
il materiale da Atene prima che i francesi li blocchino.
9 Dicembre 1801: a bordo del Costanza il rev. Hunt
porta ad Alessandria 18 casse di calchi,
due metope, due casse di
rilievi, un trono in marmo, un quadrante
solare in marmo e sette iscrizioni.
27 Dicembre 1801: il brigantino Mentor,
acquistato da Elgin, carica al Pireo sei
casse di calchi del Partenone, quattro
torsi dei frontoni e una lastra di fregio.
13 febbraio 1802: la Diane carica ad Atene
altre 16 casse alla volta dell’Inghilterra.
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Elgin ad Atene
Il 28 Marzo 1802 Lord Elgin arriva finalmente
ad Atene, dove assiste al distacco della
testa di cavallo di Selene.
Proseguirà quindi in un vasto giro della
Grecia continentale e insulare, tornando
a Costantinopoli solo sei mesi più tardi.
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I lavori sull’Acropoli sono a buon punto,
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i risultati dell’ambasceria soddisfacenti:
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Elgin decide, anche a causa della
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rl’ora di tornare
cagionevole, che è giunta
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in patria.
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8Costantinopoli definitivamente
Partirà da
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Il 2
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Gennaio 1803.
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I lavori continuano…
Nell’estate del 1802 vengono in luce dagli scavi e
prelevati dai monumenti dell’acropoli 7 frammenti
contigui di fregio, tra cui la grande lastra centrale
del fregio est, e due metope; 4 frammenti del fregio
del tempio di Atena Nike vengono scoperti
incastrati nelle fortificazioni dell’Acropoli; viene
portata via la statua colossale acefala di Dioniso
che sovrastava il monumento di Trasillo.
Ai marmi si aggiunsero poi una grande quantità di
vasi, monete e altri oggetti reperiti ad Atene e in
varie altre zone della Grecia.
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casporta una cariatide
Dietro pressione di Hunt, si
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dell’Eretteo; al suo posto
viene collocata una
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colonna in mattoni.
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16 settembre
1802 il Mentor carica altre 17 casse
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0 frammenti del Partenone ed altro; la nave
con0vari
2 presso Cerigo con il suo prezioso carico,
affonda
che verrà parzialmente recuperato solo molti mesi
più tardi.
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L’avventura in Levante finisce…
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Nel Gennaio 1803, mentre si caricano le ultime casse, Lord Elgin giunge
nuovamente ad Atene, durante il suo viaggio di ritorno in patria da
Costantinopoli a bordo del Diane.
Con lui tornano alla volta dell’Europa gli artisti che per 18 mesi avevano
lavorato sull’Acropoli, tranne Lusieri che resta per controllare il materiale
rimasto in attesa di carico. Tornerà in Italia solo nel 1811.
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Prigioniero di guerra
Nel Maggio 1803 riespolode la guerra tra Inghilterra e Francia.
Lord e lady Elgin, in viaggio verso la patria, vengono arrestati a Marsiglia e
trattenuti in Francia come prigionieri di guerra. Lady Elgin riuscirà a tornare in
Inghilterra nel 1805, mentre per il marito bisognerà attendere ancora un anno.
Durante il soggiorno forzato in Francia, Elgin conosce il conte ChoiseulGouffier , con cui strige cordiali rapporti, mentre i loro rispettivi agenti ad
Atene, Luisieri e Fauvel, si scontrano ferocemente nel tentativo di sottrarsi l’un
l’altro le collezioni di marmi e antichità che
ancora sono immagazzinate nella
città greca.
Nel 1806 Elgin fa finalmente ritorno in
Inghilterra: tra le condizioni del suo
rilascio c’è l’obbligo di tornare in
Francia qualora il governo bonapartista
lo avesse richiesto.
Questo impegno mette fine alla sua
carriera politica in Gran Bretagna.
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Ad Atene intanto…
Lusieri, rimasto da solo ad Atene, stacca dal Partenone
altre tre metope e un lungo frammento di fregio.
L’arresto di Elgin lo pone però in grosse difficoltà
finanziarie.
Approfitta della situazione il suo rivale Fauvel, che da un
lato tenta di sottrarre la collezione dei marmi con ogni
mezzo, quindi si adopera presso l’ambasciatore francese a
Costantinopoli affinché la Sublime Porta emetta un firmano
che blocchi i lavori sull’Acropoli.
Nell’estate del 1805 giunge ad Atene l’ordine di sospendere
le rimozioni dei marmi in maniera definitiva.
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Lusieri non si da per vinto e comincia una serie di scavi ad
Atene, nel Pireo e in varie zone dell’Attica, mettendo
insieme una pregevole raccolta di monete e ceramica, ma in
ottobre il voivoda vieta anche questa attività.
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0frattempo Hamilton a Cerigo si adopera per recuperare
Nel
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le casse affondate con il brigantino Mentor: saranno
necessari più di due anni e una spesa considerevole,
sostenuta di persona da Lord Elgin
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La situazione si complica
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Nella campagna di Napoleone contro la Russia nel 1806, la Turchia decide di
schierarsi dalla parte della Francia, mentre l’Inghilterra resta a fianco della
Russia.
Tutto il lavoro di Elgin a Costantinopoli era sfumato: ora più che mai i turchi
erano ostili agli inglesi.
Lusieri decide che è ora di lasciare la Grecia, cosa che dovette fare di notte e
di nascosto per sfuggire all’arresto.
La collezione rimane ad Atene.
Fauvel allora si impossessa di tutta
la raccolta di vasi e di antichità;
i marmi però rimangono in casa di
Lusieri per l’impossibilità di
trasportarli in Francia.
Nel 1808 si siglano trattati di
pace tra l’Inghilterra e la Turchia.
1809: Lusieri ottiene un firmano che
permette il rientro di Atene, dove
arriva in agosto.
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Il secondo firmano
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Lusieri aveva noleggiato un bastimento e ottenuto il permesso dal voivodac
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caricare i marmi, ma appena prima della partenza giunge un firmano della
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Porta che vieta che i marmi lascino Atene; bisognerà scaricare lag
nave,
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somma gioia di Fauvel.
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oera stata illegale fin
I turchi ora affermano infatti che l’attività di Elgin ad Atene
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o dalla Sublime Porta.
dal principio e che non era mai stata vista di buon occhio
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e in un difficile lavoro
L’ambasciatore britannico Robert Adair si impegna
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a , dove non solo si concede
diplomatico, e nel 1810 ottiene un secondoifirmano
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la partenza delle sculture alla volta dell
’Inghilterra,
ma si sottintende anche una
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lElgin aveva compiuto negli anni passati e
tacita approvazione per tutto ciò o
che
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presenti.
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I marmi lasciano Atene
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Finalmente, le 48 casse di marmi vengono caricate di nuovo e stavolta c
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partono senza intoppi. Ne rimangono a terra 5, per mancanza di spazio.
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ilascino
Bisognerà attendere ancora un anno perché anche queste ultime
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Atene, custodite nel frattempo da Lusieri.
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o lasciano per
Nel 1811 le ultime casse e l’ultimo membro della spedizione
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sempre il territorio greco.
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In tutto gli agenti di Elgin avevano prelevato
39 metope, 83 mq di fregio pari
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a 56 pannelli, 17 statue frontonali e unaicariatide dell’Eretteo.
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Bibliografia
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