VINCENZO RAPISARDA CENNI SULLA MUSICOTERAPIA* NOTES ON MUSIC THERAPY RIASSUNTO Brevi cenni all’importanza dedicata, sin dai tempi antichissimi e forse dall’origine dell’uomo, alla musica e alla sua utilizzazione educativa e terapeutica e poi alle diverse definizioni ed utilizzazioni della Musicoterapia, dovrebbero convincere i lettori ad impegnarsi per un maggiore e migliore uso della musica in Italia. SUMMARY This paper is dedicated to the importance, since the ancient times and perhaps the origin of man, the music and its educational and therapeutic use and then to the different definitions and uses of music therapy, should convince readers to commit to a greater and better use of music in Italy. Il termine musicoterapia è piuttosto recente: risale agli anni 30 del secolo scorso, ma l’uso della musica come strumento terapeutico è iniziato con l’origine dell’uomo. All’inizio dell’umanità musica e medicina erano una sola dimensione, con una evoluzione parallela alla evoluzione della mente umana. Francesco Burrai indica che nelle prime civiltà umane la guarigione passava attraverso il meccanismo dell’incantesimo: l’unione di ritmo, suoni e droghe. Il Relazione tenuta al convegno di Pedagogia Clinica, svoltosi a Catania il 5 marzo 2016. * 35 Formazione Psichiatrica n.1 Gennaio-Giugno 2016 sacerdote medico (lo sciamano) sapeva che il mondo è costituito secondo principi musicali, che la vita del cosmo, ma anche dell’uomo, è dominata dal ritmo e dall’armonia. Le civiltà Sumera ed Egiziana, organizzate secondo principi teocratici, assegnavano al mondo religioso il compito di occuparsi della musica e degli effetti musicali sulla mente umana e sul corpo. Il papiro di Ebers indica nella storia l’unione costante tra il suono (musica, danza) e la medicina (preparazioni naturali, droghe). Nella cultura cinese appare nel terzo millennio avanti Cristo il primo libro di medicina, che è contemporaneamente un libro di musica. Con la civiltà della medicina energetica si forma la triade musica-medicina-numerologia; la nascita della medicina energetica viene basata su cinque elementi (Terra, Fuoco, Acqua, Legno, Metallo) in unione con la personificazione della scala pentatonica, formata dalle cinque note fondamentali della musica (fa-do-sol-rela). I dodici meridiani cinesi del circolo dell’Energia Vitale provengono dalla emanazione della scala musicale a dodici note, la scala cromatica. L’unione dei 6 concetti Yin e sei concetti Yang produce ritmo (musica) e salute (medicina). In India nascono concetti fondamentali per la musicoterapia: a) divisione in quattro parti del sistema organico e cioè corpo fisico, corpo etereo (vegetativo), corpo astrale (emozioni), corpo mentale (pensiero); b) la funzione crea un organo; c) non esiste separazione tra uomo e universo e in conseguenza esiste relazione funzionale e vitale tra salute umana e universo. L’equilibrio alterato dalla malattia può essere ristabilito con l’uso di musica “ordinata”. Gli assiri approfondirono nuove azioni mediche: osservazione dei sintomi, diagnosi e prognosi, unite al canto continuo di tipo religioso e all’idea di purezza della vita, per igiene individuale e sociale e hanno considerato la musica uno strumento di igiene mentale. I greci introducono la medicina ippocratica e con Pitagora ritengono la musica una scala naturale, armonica. Platone ed Aristotele, oltre che pensatori e filosofi, furono musicologi e musicisti con la convinzione che il ritmo musicale migliora la calma interiore, la serenità e la morale. Platone (427-347 a.C.) scrisse: “ …nulla è più efficace dell’educazione musicale, poiché il ritmo e l’armonia penetrano nell’intimo dell’anima e la improntano profondamente di sé, portandovi il senso della musica e rendendola armoniosa… e chi è convenientemente educato alla musica è prontissimo a cogliere i difetti delle cose, gli errori di esecuzione di un lavoro, i difetti di costruzione e di natura…”. Il pensiero platonico poggiava su cinque costanti: 1) il mondo è costituito secondo principi musicali; 2) la musica ha un potere incantatorio sulla parte irrazionale dell’Io; 3) la vita intera dell’uomo è dominata 36 Rapisarda V. Cenni sulla musicoterapia dall’armonia e dal ritmo; 4) una giusta educazione musicale può garantire la formazione del carattere; 5) la filosofia è l’espressione più alta della musica. Aristotele ha affermato che la musica possiede la caratteristica di migliorare la morale, ha un potere liberatorio, alleviante e catartico delle tensioni pubbliche. Nel nostro medioevo i monaci sono stati depositari della scienza medica e della musica. Un esempio notevole è lo svizzero Nokter Balbulus, (chiamato così perché balbuziente) monaco, terapeuta e musicologo nell’abbazia di San Gallo. Nella stessa epoca gli arabi utilizzavano il flauto per curare i disturbi mentali. Con il Rinascimento in Europa assumono vigore gli influssi laici nelle scuole di Salerno e di Montpellier. Arnaldo da Villanova crea la nozione di simpatia universale, stabilendo i rapporti di vibrazione che si creano tra i corpi sonori , tra i quali quello umano. E nello stesso periodo molti medici sono convinti che imparando a suonare uno strumento musicale la loro capacità di ottenere guarigioni si perfeziona e si sviluppa. Il primo trattato di musica nella terapia è stato scritto a metà del 1700 dal medico londinese, Richard Brockiesby e diffuso con interesse in tutta l’Europa. Ricerche scientificamente affidabili furono eseguite alla fine del 1800 dal tedesco Karl Strumpf, precisando l’impatto sonoro vissuto da chi ascolta la musica. Biagio Gioacchino Miraglia esegue nel Morotrofio di Aversa, a partire dal 1843, i primi esperimenti di musicoterapia in Italia. In Italia non esiste la figura professionale del musicoterapeuta. Per quanto concerne la formazione quattro Decreti Ministeriali (dal 2005 al 2011) si sono espressi, riconoscendo le attività formative in due-tre anni a Conservatori di Verona, Ferrara, L’Aquila. In Austria sin dall’inizio del 1900 esistevano numerose attività, simili alla musico-terapia ad opera di donne musiciste, di provenienza ebraica, che operavano gratuitamente. Opportuno citare tre capomedici austriaci: Otto Hartmann psichiatra analitico, Erwin Ringel adleriano e Andreas Rett neuropsichiatra infantile che promosse nella sua clinica behavioral therapy. Questi tre settori: psichiatria, nuropsichiatria infanzia e adolescenza e psicosomatica costituiscono ancora oggi il punto centrale della formazione degli psicoterapeuti, non solo medici, pur essendo nati altri settori. Nel 1996 la “World Federation of Music Therapy “ha dato la seguente definizione di musicoterapia: “è l’uso della musica e/o degli elementi musicali (suono, ritmo, melodia e armonia) da parte di un musicoterapeuta qualificato, con un utente o un gruppo, in un processo atto a facilitare e favorire la comunicazione, la relazione, l’apprendimento, la motricità, l’espressione, l’organizzazione e altri rilevanti obiettivi terapeutici al fine di soddisfare le 37 Formazione Psichiatrica n.1 Gennaio-Giugno 2016 necessità fisiche, emozionali, mentali, sociali e cognitive. La musicoterapia mira a sviluppare le funzioni potenziali e/o residue dell’individuo in modo tale che questi possa meglio realizzare l’integrazione intra e interpersonale e consequenzialmente possa migliorare la qualità della vita grazie a un processo preventivo, riabilitativo o terapeutico.” Giusto pure citare la definizione formulata dal musicoterapeuta argentino, Rolando Omar Benenzon: “Da un punto di vista scientifico, la musicoterapia è un ramo della scienza che tratta lo studio e la ricerca del complesso suono-uomo, sia il suono musicale o no, per scoprire gli elementi diagnostici e i metodi terapeutici ad esso inerenti. Da un punto di vista terapeutico, la musicoterapia è una disciplina paramedica che usa il suono, la musica e il movimento per produrre effetti regressivi e per aprire canali di comunicazione che ci mettano in grado di iniziare il processo di preparazione e di recupero del paziente per la società.” A Torino, Cuneo, Milano, Lecco, Trento, Padova, Verona, Genova, Chiavari, Bologna, Pisa, Firenze, Assisi, Roma, Napoli Salerno, Catanzaro e dal 2013 anche a Catania vi sono centri di Musicoterapia. Opportuno segnalare che nel volume su “Il training riabilitativo nel disagio psichico”, scritto da Concetta De Pasquale e Daniela Conti nel 2012, vi è un capitolo su “Aspetti storici e teorici della Musicoterapia” a cura di Alfredo Spoto e Daniela Conti. In Italia vi sono due campi di intervento della musicoterapia: quello psicopedagogico, utilizzato in ambito scolastico per il miglioramento formativo per l’apprendimento e per la riduzione degli abbandoni scolastici, e quello clinico-psichiatrico negli ospedali, in centri assistenziali e in case di cura. In entrambi i campi di intervento la musicoterapia viene utilizzata in caso di disturbi emotivi (stati ansiosi, depressione, attacchi di panico, disturbi del sonno, ecc.); disturbi di tipo relazionale sia del bambino che dell’adulto; disturbi di tipo mentale (nevrosi, psicosi, anoressia, ecc.); handicap psichici, fisici e sensoriali; disturbi del linguaggio, deficit uditivi, esiti di coma, malattie di tipo neurologico (morbo di Parkinson, ictus, ecc.); patologie senili (disturbi relazionali, demenza senile, morbo di Alzheimer, ecc.). Gli obiettivi delle sedute di circa un’ora, di solito settimanali, sono molteplici e ricordiamo il riuscire ad aprire canali di comunicazione sia intrapsichici che extrapsichici, dominare le paure, gli stimoli ansiosi, favorire i sentimenti e la creatività, migliorare la socializzazione e lo sviluppo psicomotorio e stimolare i ricordi, le funzioni cognitive e le capacità sensoriali ed intellettive. 38 Rapisarda V. Cenni sulla musicoterapia Nel IX Congresso mondiale di Musicoterapia, svoltosi a Washington nel 1999, sono stati riconosciuti cinque modelli di musicoterapia che elenco e brevemente descrivo: 1) Musicoterapia di immagine guidata (H. Bonny); è un approccio psicoanalitico con musica classica che suscita esperienze interiori e facilita un dialogo continuo con l’inconscio, mentre il terapeuta dialoga ed incoraggia la concentrazione nel corso delle emozioni, sensazioni fisiche, ricordi e pensieri. 2) Musicoterapia Comportamentale (C.Madsen); deriva direttamente dall’epistemologia comportamentista nordamericana che tiene conto dell’uso del suono come stimolo che possa intervenire sul sintomo specifico e capace di aumentare o modificare i comportamenti di adattamento. 3) Musicoterapia Creativa (Nordoff-Robbins); è un approccio alla terapia individuale e di gruppo basato sulla improvvisazione e gli AA. hanno definito il loro approccio “creativo” perché il terapista “crea” musica, situazioni e sequenze terapeutiche. 4) Musicoterapia Analitica (M.Priestley); di stampo junghiano è un modello basato sulla improvvisazione di parole e di musica simbolica. 5) Musicoterapia su scuola di Benezon (R.Benezon e Coll.); si basa sul concetto di ISO (identità sonora) e la musicoterapia, definita dall’Autore “MuPsicoterapia”, può essere delineata in modo scientifico, occupandosi dello studio e della ricerca del complesso suono-essere umano con obiettivi diagnostici e terapeutici e in modo terapeutico secondo cui “la Musicoterapia è una disciplina paramedica che utilizza il suono, la musica e il movimento per provocare effetti regressivi e aprire il processo di socializzazione e di inserimento sociale”. In definitiva questa breve presentazione della Musicoterapia, così indicata quasi cento anni fa, ma presente tra gli uomini da sempre è una giusta riflessione sulla sua importanza educativa e terapeutica e voglio concludere richiamando l’attenzione di molti alla inadeguatezza italiana a confronto di moltissimi Paesi europei e non, che dedicano molto più tempo alla scuola e, oltre alla scuola, alla utilizzazione della musica. 39 Formazione Psichiatrica n.1 Gennaio-Giugno 2016 BIBLIOGRAFIA Bruscia, K.E. (1996). Definire la musicoterapia. Ismez Editore: Roma. Fitzthum, E. (2012). Rapporti tra cultura accademica e pratica della Musicoterapia… Paper presented at the congress of the Scuola di Musicoterapia. Assisi. Lorenzetti, L.M. (1989). Dalla educazione musicale alla musicoterapia. Edizioni Zanibon: Milano. Mandel, D.R., Jusczik, P.W., Nelson, D.G.(1994). Does sentential prosody help infants organize and remember speec information? Cognition, Nov; 53 (2): 155-80. Postacchini, P., Ricciotti, A., Borghesi, M. (2004). Musicoterapia. Carrocci: Roma. Spoto, A., Conti, D. (2012). Aspetti storici e teorici della Musicoterapia. Cap 7 del volume di De Pasquale C. e Conti D. su “Il training riabilitativo nel disagio psichico”. EunoEdizioni: Enna. SITI ITERNET per approfondire la MUSICOTERAPIA: CONFIAM (Conf. Italiana Assoc. E Scuole di Musicoterapia): www.confiam.it www.musicoterapia.it; FEDIM (Fed. Ital. Di Musicoterapia: www.fedim.it Aleph-PNL Umanistica integrata: www.alph.wz/); Musicoterapia on line: www.mtonline.it 40