CORSO DI ZOOLOGIA AMBIENTALE Prof. Bernardino Ragni Dipartimento di Chimica, Biologia, Biotecnologie UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PERUGIA Università degli Studi di Perugia Anno Accademico 2013-2014 Prof. Bernardino Ragni Pesci: riconoscimento e metodi di studio 10 aprile 2014 Dott.ssa Naturalista Silvia Carletti PESCI E’ un termine comunemente usato per indicare tutti quegli animali dotati di scheletro interno, che svolgono l’intero ciclo vitale in acqua e respirano mediante branchie. Sono comprese specie classificate in tre distinte classi di Vertebrati Ciclostomi Pesci cartilaginei (Condroitti) Pesci ossei (Osteitti) Nelle acqua interne italiane sono presenti solo Ciclostomi e Pesci ossei PESCI D’ACQUA DOLCE 1-STENOALINI DULCIACUICOLI Pesci estremamente confinati nelle acque dolci, dove svolgono l’intero ciclo biologico. ad ampia vagilità: dotati di buone capacità di compiere spostamenti all’interno di un sistema idrografico. a ridotta vagilità: non dotati di buone capacità di compiere spostamenti all’interno di un sistema idrografico. 2-EURIALINI MIGRATORI OBLIGATI Pesci migratori che compiono obbligatoriamente una fase del ciclo biologico in mare ed una nelle acque dolci. anadromi: si riproducono nelle acque dolci e si accrescono in mare catadromi: si riproducono in mare e si accrescono nelle acque dolci 3-EURIALINI MIGRATORI FACOLTATIVI Pesci capaci di svolgere l’intero ciclo biologico sia nell’ambiente marino costieri che nelle acque dolci e pesci che in parte dell’areale si comportano da stenoalini dulciaquicoli e in parte da eurialini anadromi PESCI DELLE ACQUE INTERNE 1-PESCI D’ACQUA DOLCE 2-PESCI MARINI EURIALINI Pesci che frequentano con regolarità le acque interne estuariali e lagurari per motivi trofici ZONAZIONE LONGITUDINALE Schema adottato: Huet (1949) modificato per le acque umbre Da monte a valle si distingue una successione di 4 zone caratterizzate da comunità ittiche differenti ZONA SUPERIORE DELLA TROTA ZONA INFERIORE DELLA TROTA Scazzone ZONA DEL BARBO ZONA DELLA CARPA E DELLA TINCA Barbo Tinca Vairone Carpa Cavedano Scardola Anguilla Trota fario Rovella Persico reale Alborella La zonazione permette di individuare le vocazioni ittiche naturali di ogni corso d’acqua dividendolo settori fluviali omogenei sulla base della composizione della comunità ittica. MORFOLOGIA seconda pinna dorsale prima pinna dorsale peduncolo caudale opercolo narici pinna caudale Pinna pettorale Pinna anale Pinna ventrale Scaglie Linea laterale Scaglie ctenoide Scaglie cicloide Ciclostomi Corpo allungato e cilindrico; pinne pari assenti; cute priva di scaglie e ricca di ghiandole mucose; bocca priva di mascelle (agnati), con apertura circolare (ciclostomi) che porta ad un imbuto atto a succhiare e munito di numerosi denti cornei, in parte sostenuti da piastre dentarie di varia grandezza; presenza di una narice impari; scheletro rudimentale e cartilagineo, costituito dal cranio, dal cestello branchiale e dagli archi neurali delle vertebre; respirazione per mezzo di branchie; 7 camere branchiali per lato, ciascuna delle quali provvista di una propria apertura indipendente. Ordine: Petromyzontiformes Famiglia: Petromyzontidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: una o due pinne dorsali, con la parte posteriore dell’ultima dorsale in continuità con le pinne caudale ed anale. Occhi ben sviluppati nell’adulto, denti sul disco orale e sulla lingua, cavità naso ipofisaria con una sola apertura esterna. Fra l’ultimo foro branchiale e l’ano sono presenti da 50 a 77 miomeri. Nelle acque interne italiane sono presenti 4 specie appartenenti ai generi Petromyzon e Lampetra. In Umbria in passato erano preseti 2 specie Lampetra fluviatilis e Lampetra planei Petromyzon Lampetra Lampreda di ruscello Lampetra planeri (Bloch, 1784) Dimensioni massime: 20 cm, presenta 52-66 miomeri fra l’ultimo foro branchiale e l’ano. Distribuzione in Italia: è presente in tutte le regioni peninsulari tirreniche fino alla Campania Habitat: vive esclusivamente nelle acque dolci, si riproduce nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, anche in piccoli ruscelli con acque limpide e fresche, su fondali ghiaiosi; svolge la fase larvale nei tratti più a valle dei corsi d’acqua, o nelle aree ripariali dove la corrente è moderata, infossata nei substrati sabbiosi o fangosi. PESCI OSSEI Corpo di forma varia, con pinne impari e 1-2 paia di pinne pari sostenute da un proprio scheletro; cute generalmente rivestita da scaglie ossee; bocca tipicamente terminale, provvista di mascelle (gnatostomi); presenza di un paio di narici dorsali; respirazione per mezzo di branchie; una sola camera branchiale per lato, che si apre all’esterno con un’unica apertura protetta da un opercolo; Considerando lo scheletro che sostiene le pinne pari vengono divisi in 4 sottoclassi: Dipnoi, Crossopterigi, Branchiopterigi, Attinopterigi SARCOPTERIGI DIPNOI BRANCHIOPTERIGI CROSOPTERIGI Presenza di polmoni rudimentali Presenza di pinne pari con scheletro costituito da raggi disposti a ventaglio Assenza di narici interne e polmoni Presenza di vescica natatoria ATTINOPTERIGI Teleostei Olostei Condrostei Nell’Ittiofauna italiana sono presenti solo rappresentanti di Condrostei e Teleostei, in Umbria solo specie appartenenti ai Teleostei Nelle acque dolci italiane sono presenti 78 taxa di pesci di questi 48 considerati indigeni. In Umbria delle 48 specie segnalate 13 risultano di origine autoctona, 12 traslocate da altri bacini italiani e 22 trapiantate da bacini esteri. FAMIGLIA SPECIE Provenienza FAMIGLIA SPECIE Provenienza Anguillidi Anguilla anguilla L. (anguilla) autoctona Cobitidi Cobitis taenia L. (cobite) traslocata Ciprinidi Rutilus rubilio Bp. (rovella) autoctona Siluridi Silurus glanis L. (siluro) trapiantata Rutilus erythrophthalmus Zer. (triotto) traslocata Ictaluridi Ameiurus melas Raf. (pesce gatto) trapiantata Rutilus rutilus L. (rutilo) trapiantata Ictalurus punctatus Raf. (pesce gatto punteggiato) trapiantata Squalius squalus Bp (cavedano comune) autoctona Esocidi Esox cisalpinus Bianco (luccio italico) autoctona Squalius lucumonis Bianco (cavedano etrusco) autoctona Salmonidi Esox lucius L. (luccio) trapiantata Telestes muticellus Bp (vairone) autoctona Salmo cetti (trota fario) autoctona Rhodeus amarus Pallas (rodeo) trapiantata Salvelinus fontinalis Wal. (salmerino di fonte) trapianta Tinca tinca L. (Tinca) autoctona Oncorhynchus mykiss Wal. (trota iridea) trapiantata Scardinius eritrophthalmus L. (scardola) autoctona Coregonus lavaretus L. (coregone) trapiantata Alburnus alburnus alborella De Fil. (alborella) traslocata Poecilidi Thymallus thymallus L. (temolo) traslocata Chondrostoma soetta Bp. (savetta) traslocata Gasterosteidi Gambusia holbrooki Gir. (gambusia) trapiantata Protochondrostoma genei Bp (lasca) traslocata Cottidi Gasterosteus aculeatus L. (spinarello) autoctona Barbus tyberinus Bp. (barbo tiberino) autoctona Centrarchidi Cottus gobio L.(scazzone) autoctona Barbus plebejus Bp. (barbo del Po) traslocata Micropterus salmoides Lac. (persico trota) trapiantata Barbus barbus L. (barbo del Danubio) trapiantata Aterinidi Lepomis gibbosus L. (persico sole) traslocata Luciobarbus graellsii Ste. (Barbo Spagnolo) trapiantata Percidi Atherina boyeri Risso (latterino ) traslocata Gobio gobio L. (gobione) traslocata Perca fluviatilis L. (rersico relae) traslocata Carassius auratus L. (carassio dorato) trapiantata Stizostedion lucioperca L. (lucioperca) trapiantata Cyprinus carpio L. (carpa) trapiantata Gymnocephalus cernuus L. (Acerina) trapiantata Ctenopharyngodon idellus Val. (carpa erbivora) trapiantata Knipowitschia panizzae Verga (ghiozzetto di laguna) traslocata Abramis brama L. (abramide) trapiantata Padogobius martensi Gunther (ghiozzo padano) traslocata Pseudorasbora parva Schl. (pseudorasbora) trapiantata Padogobius nigricans Can.(ghiozzo di ruscello) autoctona Blicca bjoerkna L. (blicca) trapiantata Pomatoschistus canestrini Ninni (ghiozzetto cenerino) traslocata Gobidi Ordine: Anguilliformes Famiglia: Anguillidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo molto allungato, serpentiforme, a sezione più o meno circolare; pinne ventrali assenti; pinne pettorali presenti; pinne dorsale e anale unite con la caudale; piccolissime scaglie cicloidi presenti, affondate nel tegumento e ricoperte da uno spesso strato di muco; bocca mediana, con mandibola prominente. La famiglia comprende un solo genere, Anguilla, ampiamente distribuito nelle fasce tropicali e temperate e composto da 15 specie tutte a riproduzione marina. In Umbria è presenta una sola specie, migratrice catadroma. Anguilla Anguilla anguilla (Linnaeus,1758) Dimensioni massime: 60 cm eccezionalmente le femmine possono raggiungere 140 cm Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni. Habitat Specie con ampissima valenza ecologica, è in grado di vivere in un’ampia varietà di ambienti: acque oceaniche e marine costiere; laghi costieri ed estuari; laghi interni e corsi d’acqua dove, pur essendo rinvenibile in ogni tratto della zonazione ittica, preferisce acque relativamente calde, moderatamente correnti, ricce di vegetazione e con substrato sabbioso o fangoso Ordine: Cypriniformes Famiglia:Cyprinidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme nella maggior parte delle specie, più o meno allungato in altre; dentatura variabile, sempre assente sul vomere e sulle mascelle, ma presente sulle ossa faringee inferiori disposti su 1-3 file; la forma dei denti faringei (molariformi, uncinati, seghettati, ecc) e la loro disposizione sono in relazione al tipo di alimentazione; ad essi viene attribuita una grande importanza sistematica, per la determinazione dei generi; scaglie generalmente cicloidi, assenti sul capo. Pinne ventrali sempre presenti in posizione addominale (posteriormente rispetto alle pinne pettorali); una sola pinna dorsale sostenute da raggi molli e nella gran parte delle specie prive di raggi spiniformi posizionata anteriormente rispetto alla pinna anale; barbigli assenti o presenti in uno-due paia, generalmente poco sviluppati; All’interno dei Ciprinidi la diagnosi dei generi e delle specie non è sempre facile, sia per la forte somiglianza fra alcuni taxa, sia per l’evidente variazione geografica che interessa caratteri morfometrici e meristici. Rovella Rutilus rubilio Dimensioni massime: 20 cm Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni Habitat: specie con discreta valenza ecologica in grado di occupare diversi tratti dei corsi d’acqua. Predilige le zone dove l’acqua è moderatamente corrente e poco profonda, con fondo sabbioso o ghiaioso e con modesta presenza di macrofite (Bonaparte, 1837) Tinca Tinca tinca (Linnaeus, 1758) Dimensioni massime: 50 cm Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni Habitat: specie ad ampia valenza ecologica. Predilige acque a lento corso o stagnanti dei tratti medio-bassi dei corsi d’acqua, può essere rinvenuta anche in laghi mesotrofi ed eutrofici e negli stagni, dove la vegetazione è ricca e il fondo è fangoso Scardola Scardinius erythrophthalmus (Linnaeus, 1758) Dimensioni massime: 45 cm Distribuzione in Italia:è presente nelle regioni settentrionale e peninsulari fino ad un incerto limite probabilmente il Lazio per il versante tirrenico e le marche per quello adriatico Habitat: vive nelle acque a lento corso o stagnanti dei tratti medio-bassi dei corsi d’acqua, nei canali, nei laghi mesotrofi ed eutrofici e negli stagni, dove la vegetazione è ricca e il fondo è sabbioso o fangoso Cavedano comune Squalius squalus (Bonapartr, 1837) Sistematica: una questione di recente dibattuta riguarda la possibile esistenza di una specie endemica in Italia centrale del genere Squalius: Squalius lucumonis (Bianco, 1983) il cui areale comprenderebbe parte della Toscana, dell’Umbria e dell’alto Lazio Dimensioni massime: 60 cm Distribuzione in Italia: è presente in tutte le regioni peninsulari Habitat: specie ad ampia valenza ecologica, vive in una grande varietà di ambienti: in vari tratti dei corsi d’acqua, in ambienti lacustri oligotrofi, mesotrofi ed eutrofi. Predilige comunque acque limpide e fondali ghiaiosi. Vairone Telestes muticellus (Bonaparte, 1837) Dimensioni massima: 18-20 cm Distribuzione in Italia: è presente nelle regioni dell’Italia settentrionale e centrale fino alla Campania e al Molise; Habitat: predilige acque correnti, limpide e ricche di ossigeno, con fondali ghiaiosi, si rinviene nei tratti medio-alti dei corsi d’acqua, nelle risorgive ed occasionalmente nei laghi oligotrofici; Barbo del Po Barbus plebejus (Bonaparte, 1839) Sistematica: La sistematica del genere Barbus è complessa e tutt’altro che definita. Una questione attualmente aperta riguarda la possibile esistenza di una specie endemiche in Italia centrale Barbus tyberinus (Bonaparete, 1939) a cui secondo alcuni sarebbero da attribuire tutte le popolazioni autoctone di barbo centro-meridionali Dimensioni massime: 70 cm Distribuzione in Italia: è presente nelle acque interne di tutte le regioni Italicopeninsulari Habitat: specie con una discreta valenza ecologica. Predilige i tratti medio-alti dove la corrente è vivace, l’acqua è limpida e il fondo è ghiaioso. Le aree con fondo ghiaioso risultano indispensabili per la deposizione dei gameti; Ordine: Esociformes Famiglia: Esocidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme ed allungato; coda nettamente biloba; numerosi denti, grandi, robusti e acuti, presenti sulle ossa boccali tranne che sui mascellari; piccoli denti presenti sulla lingua; scaglie piccole e cicloidi. Pinne ventrali sempre presenti in posizione addominale (posizionate posteriormente rispetto alle pinne pettorali), una sola pinna dorsale in posizione molto arretrata e opposta alla pinna anale. Sistematica: recenti studi aprono la possibilità di considerare il luccio italiano come una nuova specie separata da quella europea (Esox lucius) Luccio Esox cisalpinus (Bianco 2012) Dimensioni massime: 1,5 m Distribuzione in Italia: è presente in regioni settentrionali e in parte di quelle centrali, nel versante tirrenico è presente fino al Lazio nel versante adriatico fino all’Abruzzo. Habitat: vive in acque ferme o poco correnti, che non devono però risultare torbide né povere di ossigeno. Necessita di una ricca vegetazione subacquea, in mezzo alla quale si nasconde per esercitare il suo caratteristico comportamento predatorio e sulla quale si riproduce. Ordine: Salmoniformes Famiglia: Salmonidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme; margine boccale superiore formato dai premascellari e dai mascellari, che possono portare o non portare denti; questi possono essere robusti e acuti, oppure minuti; scaglie cicloidi di piccola o media grandezza; Presenza di due pinne dorsali la prima sostenuta da raggi molli la seconda adiposa, barbigli assenti Trota fario Salmo cetti (Rafinesque, 1810) Dimensioni massime: 50 cm Distribuzione in Italia: è rinvenibile nelle acque fredde di tutte le regioni Habitat: specie con una discreta valenza ecologica, all’interno del suo areale occupa vari tipi di ambienti purchè le acque siano limpide, fredde (temperature normalmente al di sotto di 15 °C) e ben ossigenate Ordine: Gasterosteiformes Famiglia: Gasterosteidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo fusiforme o leggermente appiattito in senso laterale, che può essere nudo o ricoperto di un numero variabile di placche ossee; ossa opercolari ben sviluppate; denti presenti sulle mascelle e sulle ossa faringobranchiali, assenti sul vomere; anteriormente alla pinna dorsale sono presenti 3-17 spine corte e robuste; pinne ventrali presenti e munite di una spina, peduncolo caudale sottile e coda di forma triangolare. Spinarello Gasterosteus aculeatus (Linnaeus, 1758) Dimensioni massime: 7 - 8,5 cm Distribuzione in Italia: nella Regione Padana è presente soprattutto nella parte orientale, nella Regione Italico-peninsulare è presente in entrambi i versanti con una certa continuità fino alla Campania e alle lagune del Gargano, in Sardegna ci sono popolazioni sia nelle acque dolci che nelle lagune salmastre. Habitat: necessita di acque con corrente lenta o moderata, limpide e ben ossigenate, ricche di vegetazione. Ordine: Scorpeniformes Famiglia: Cottidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: capo grande, largo e appiattito; occhi grandi e ravvicinati sulla volta del capo; Pinne pettorali molto ampie; pinne ventrali normalmente presenti in posizione pettorale; pelle nuda, oppure munita di spine e placche ossee. Scazzone Cottus gobio Dimensioni massime: 15 - 16 cm (Linnaeus, 1758) Distribuzione in Italia: è diffuso in tutto l’arco alpino, nei due versanti dell’Appennino Tosco-Emiliano e marchigiano fino alla parte alta del bacino del Tevere. La sua distribuzione è però discontinua perché, richiedendo una buona qualità ambientale; ci sono state negli ultimi decenni numerose estinzioni locali in conseguenza delle alterazioni degli habitat Habitat: necessita di acque limpide, fredde (temperatura inferiore a 14-16 °C) e ben ossigenate, e predilige substrati ciottolosi. Vive nei tratti più a monte dei corsi d’acqua fino a quote molto elevate (800-1200 metri s. l. m.), nei laghi di montagna (alle suddette quote ed oltre), nei grandi laghi oligotrofici, nei tratti iniziali dei corsi d’acqua di risorgenza Ordine: Perciformes Famiglia:Gobiidae La famiglia è definita dai seguenti caratteri: corpo piuttosto tozzo, subcilindrico, capo massiccio, in genere appiattito dorsalmente, con regione opercolare arrotondata e più o meno prominente; sul capo sono spesso presenti canali mucosi, che si aprono all’esterno con alcune specifiche papille normalmente ben visibili. La posizione delle papille ed il grado di sviluppo dei canali mucosi differiscono nei vari taxa e rappresentano un carattere utile nella diagnosi dei generi e delle specie. Gli occhi ravvicinati, in posizione dorso-laterale, di norma sporgenti sul profilo del capo; scaglie ctenoidi o cicloidi; pinne ventrali in posizione toracica, con un raggio spiniforme e 5 raggi molli; due pinne dorsali; l’anteriore, più breve, è sostenuta da pochi raggi spiniformi, la posteriore, più allungata, è in posizione opposta alla pinna anale. Pinna caudale arrotondata. Carattere peculiare della famiglia è la fusione delle pinne ventrali a formare una sorta di disco, che può fungere da organo adesivo agendo come una ventosa. Ghiozzo di ruscello Padogobius nigricans (Canestrini, 1867) Dimensioni massime: 11 - 12 cm Distribuzione in Italia: è un endemismo italiano presente nei sistemi idrografici tirrenici della Toscana, dell’Umbria e del Lazio; il limite settentrionale è rappresentato dal Fiume Serchio, quello meridionale dal Fiume Amaseno. Habitat: vive nei corsi d’acqua di piccola e media portata, caratterizzati da acqua limpida e ben ossigenata, e da fondali ciottolosi o ghiaiosi TECNICA DI CAMPIONAMENTO TECNICA DI CAMPIONAMENTO Metodo delle passate successive in settori di 100 m di lunghezza con elettrostorditore TECNICA DI CAMPIONAMENTO Reti Multimaglia Branchiali (RBM) Metodo Point Abundance Sampling Electrofishing (PASE) PARAMENTRI PRESI SUL CAMPO Tutti gli esemplari catturati vengono anestetizzati e misurati Pesi individualli (g) Lunghezze individuali (cm) Campione di scaglie per classe di lunghezza per la determinazione dell’età. ALCUNE ELABORAZIONI ABBONDANZA Densità=ind/m2 Biomassa areale=g/m2 N = Numero probabile di pesci C1 = Numero di catture della prima passata C2 = Numero di catture della seconda passata B = Biomassa totale P = Peso medio dei pesci catturati DETERMINAZIONE DELL’ETA’ Le SCAGLIE sono formazioni ossee inserite nella pelle, incastrate fra loro come le tegole di un tetto. La deposizione del calcio sulla scaglia forma una serie di anelli concentrici chiamati CIRCOLI. La crescita della scaglia è continua ma non costante. Nel periodo invernale la crescita rallenta per cui si forma una zona in cui si ha un infittimento dei circoli e che prende il nome di ANNULO. Contando il numero di annuli è possibile quindi risalire al numero di inverni vissuti dal pesce. STRUTTURA DI POPOLAZIONE La struttura e data dalla scomposizione di una popolazione in classi di individui per età. E’ influenzata da: cicli riproduttivi e vitali, fattori ambientali, interazioni con altre specie, prelievi e ripopolamenti. CARTA ITTICA DELL’UMBRIA Oggetto di studio sono i popolamenti ittici e vari aspetti ambientali delle acque interne quali idrologia, aspetti antropici, qualità delle acque, ecc… Obiettivo primario e la pianificazione della attività alieutiche. la carta ittica è uno strumento importante per la per la conoscenza e la gestione della fauna ittica e più in generale gestione del territorio. SOGGETTI PARTECIPANTI: Regione dell’Umbria, Provincia di Perugia, Provincia di Terni, ARPA Umbria, Università di Perugia. FASE PROPEDEUTICA (1989) - Scala Regionale Censimento dei corsi d’acqua. Caratterizzazione ambientale. Profili longitudinali. Zonazione ittica teorica (Huet). 1° LIVELLO (1996) - Scala regionale Analisi fisico-chimiche delle acque. Mappaggio biologico. Popolazioni ittiche (distribuzione, zonazione ittica, dati semiquantitativi). Censimento delle opere in alveo. Individuazione delle esigenze di ripristino ambientale e faunistico. 2° LIVELLO (2004) - Scala di bacino idrografico Analisi fisico-chimiche delle acque. Mappaggio biologico. Analisi delle comunità ittiche. Popolazioni ittiche (distribuzione, zonazione ittica, dati quantitativi, struttura, dinamica ed accrescimento delle specie ittiche di pregio). AGGIORNAMENTI (in corso) Letture consigliate Zerunian S., 2002. Condannati all’estinzione? Biodiversità, biologia, minacce e strategie di conservazione dei Pesci d’acqua dolce indigeni in Italia. Edagricole. Gandolfi G., Zerunian S., Torricelli P, Marconato A., 1991. I Pesci delle acque interne italiane. Ist. Poligr. e Zecca dello Stato, Roma. Zerunian S., 2003. Piano d’azione generale per la onservazione dei Pesci d’acqua dolce italiani. Quad. Cons. Natura, 17. Min. Ambiente – Ist. Naz Fauna Selvatica. Zerunian S., 2004. Pesci delle acque interne d’Italia. Quad. Cons. Natura, 20. Min. Ambiente – Ist. Naz Fauna Selvatica. Carte ittiche regionali (Bacino del F. Nera, Bacino del F. Nestore, Bacino,Bacino del F. Chiascio e F. Topino, Bacino del F. Tevere, Bacino del F. Paglia e F. Chiani)