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ARDITODESìO
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JPT - Jet Propulsion Theatre
Il Lato Umano della Scienza
CIRCOLARE SPETTACOLI 2015|2016
Arditodesìo - Circolare Spettacoli 2015 | 2016
SINTESI
Proposte 2015|2016
La Compagnia Arditodesìo, sotto la direzione artistica di Andrea Brunello, propone per
l’estate 2015 e la stagione 2015|2016 una selezione di sei spettacoli teatrali che vanno ad
investigare la contemporaneità attraverso tematiche che spaziano dall’analisi di eventi
storici (Storie di Uomini. Un anno sull’Altipiano, Libero nel Paese della Resistenza) ai
problemi ambientali e della tutela del lavoro (Sloi Machine):
Teatro Civile Teatro della Contemporaneità | www.arditodesio.org
Ma anche la connessione fortissima tra la scienza e le questioni della nostra esistenza (Il
progetto Jet Propulsion Theatre - JPT in seno ad Arditodesìo con le produzioni di
TeatroScienza: Il Principio dell’Incertezza, Torno indietro e Uccido il Nonno).
Gli spettacoli sono pensati per le stagioni dei teatri e le rassegne, ma sono perfetti anche
per le scuole e altre aree didattiche e pedagogiche.
Gli spettacoli sono sempre disponibili. Tutti gli spettacoli sono pensati per essere
facilmente adattabili agli spazi e la Compagnia può essere autosufficiente per quanto
riguarda la dotazione tecnica, se richiesto. Gli spettacoli del JPT sono disponibili anche
in inglese.
Jet Propulsion Theatre - JPT | www.jetpropulsiontheatre.com
La prossima stagione vedrà anche il debutto della nuova produzione del JPT dal titolo Pale
Blue Dot - Pallido Pallino Blu, spettacolo legato ai temi dell’ambiente, del cambiamento
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climatico e che racconterà di una futura rivoluzione ambientale…
Questo nuovo spettacolo debutterà a Novembre 2014 all’Università di Bordeaux e poi sarà
disponibile per la distribuzione sia in Italiano che in Inglese.
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ARDITODESìO PRODUZIONI
Teatro civile | Teatro della Contemporaneità
Giovedì 2 settembre 1943. Ore 11.55. Una giornata limpidissima. Da questa mattina presto
che Libero se ne sta alla finestra, guarda fuori e disegna furiosamente. Fra un minuto si
scatenerà l'inferno e forse non ci sarà più il tempo per disegnare. O la forza. O la
motivazione.
LIBERO
NEL PAESE DELLA RESISTENZA
Di e con Andrea Brunello
Regia di Christian Di Domenico
Composizione artistica di Salvatore Crisà
Disegno luci di Paolo Dorigatti
Foto di Monica Condini
Menzione Speciale al XIII Festival di Resistenza - Premio Museo Cervi 2014.
Un viaggio nel favoloso mondo di Libero durante gli anni del fascismo e della seconda
guerra mondiale. Libero, che vive con la sua famiglia nel quartiere della Portèla a Trento, è
una persona speciale... non guarda mai negli occhi le persone... emette strani suoni
invece di parole... non gli piace essere toccato. La gente pensa che lui sia matto. Ma i suoi
amici gli vogliono un gran bene. E lui disegna. Disegna sempre.
Protagonisti dello spettacolo sono proprio i disegni che Libero fa giovedì 2 settembre
1943 seduto alla finestra, guardando verso sud, in una corsa contro il tempo... dalle 6.20
fino alle 11.56 della mattina.
Libero nel Paese della Resistenza è una parabola universale dove incontriamo personaggi
di tutte le estrazioni sociali a cominciare dalla famiglia di Libero: Cesare classe 1892,
Ferruccio classe 1895, Ezechiele classe 1898, Antonia classe 1900 l'unica sorella e suo
marito Renato. Mamma Giustina e papà Fortunato. Tutti diversi e tutti accomunati da un
pazzo e beffardo destino. Ci sono gli amici di Libero: Rosario il panettiere, Francesco il
fruttivendolo, Don Luigi il parroco, Gino il pittore e La Giorgia che è la sua modella. Ma
anche il conte Giannantonio, il dottore Mario, Gigino figlio di Cesare Battisti, sua madre
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Ernesta e La Tina, l'infermierina... Sullo sfondo c'è sempre Mussolini...
Ecco la Portèla, un microcosmo favoloso, il quartiere di Trento antico, umido, muffoso,
gonfio di umanità che il 2 settembre 1943 viene devastato dalle bombe di demolizione
americane.
Uno spettacolo prodotto dalla Cgil del Trentino in collaborazione con Flc Cgil del Trentino,
Spi Cgil del Trentino, Arci del Trentino, Anpi e con il patrocinio della Provincia autonoma di
Trento, in occasione del 70esimo anniversario della costituzione del Comitato di Liberazione
Nazionale.
DALLA RASSEGNA STAMPA
Bravissimo Andrea Brunello! Tra i più grandi narratori teatrali, attore di stupefacente rigore,
capace di creare un meraviglioso ritmo narrativo che suscita immediato incanto all'ascolto, i
gesti asciutti, puliti, e pure capaci di trasmettere calore, misurati i giochi di sguardo, le
pause, i cambi di ruolo, di notevole efficacia i veloci passaggi dialogici con il pubblico, di
suprema cura i mutamenti di tono, sapendo anche far sorridere con leggerezza pur
conservando alta la drammaticità del racconto di tante vite di sofferenza dentro la Storia. E'
solo sul palcoscenico Andrea Brunello - che ha scritto anche il testo, una perfetta
drammaturgia di scena, scandita, limpida, priva di retorica - per «Libero nel Paese della
Resistenza», regia di Christian Di Domenico […] Belli i disegni proiettati sullo sfondo, ogni
aspetto frutto di alto pensiero e raffinata accuratezza. Grande teatro!
Valeria Ottolenghi - Gazzetta di Parma
Una "piccola" storia di quartiere che si è fatta però grande storia.
Antonia Dalpiaz - L’Adige
“Libero nel paese della Resistenza" (…) è uno spettacolo intimista, capace di creare come il
precedente un rapporto privilegiato con il pubblico. (…) E' un' affabulazione ben
congegnata, in cui alla fine i conti tornano, ma in cui soprattutto, nella qualità del testo,
emerge lo sguardo dell'artista: preveggente nella sua intuitiva sensibilità e disarmato di
fronte al pericolo, curioso e sognatore al punto di non vedere la mano nemica, idealista fino
alla morte.
Emanuela Dal Pozzo - Traiettorie.org
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ARDITODESìO PRODUZIONI
Teatro civile | Teatro della Contemporaneità
“Nella mia vita ho incontrato qualche grande capitano: sono uomini molto rari, di grande
ascendente, rigorosi in primo luogo con se stessi, che comandano senza urlare... Tra i veri
Capitani Emilio Lussu è stato il più grande” (Mario Rigoni Stern)
STORIE DI UOMINI.
UN ANNO SULL’ALTIPIANO.
Dal capolavoro di Emilio Lussu
Di e con Andrea Brunello
Regia di Michele Ciardulli
Composizione e adattamento musiche di Andrea Lucchi
Luci di Paolo Dorigatti
Foto di Alessandro Carlini
Lo spettacolo ripercorre le vicende dei protagonisti del capolavoro di Emilio Lussu sulla
vita dei soldati in trincea durante la Grande Guerra. In tutti spicca l'umanità schiacciante, la
dignità, la capacità di sopportazione.
Non si vuole negare l'orrore della guerra, anzi questo viene condannato con tutta la forza,
ma allo stesso tempo è importante ricordare che è proprio nei momenti di crisi che si
materializzano gli istinti peggiori e migliori degli uomini.
Lo spettacolo rilegge le vicende dei soldati italiani impegnati nelle grandi battaglie che si
svolsero sugli Altipiani trentino-veneti tra il giugno del 1916 e il luglio 1917; ma anche quelle
per molti aspetti analoghe dei reparti austroungarici che contrastarono la Brigata Sassari,
mettendo così a fuoco il monito che da quella grande carneficina si leva contro i
nazionalismi e i conflitti di lingua, nazionalità, religione, costumi.
Uno spettacolo che ci riporta in sintonia con la nostra storia più recente, per capire la
nostra società di oggi “Storie di Uomini” non è un lavoro gratuitamente antimilitarista, ma
piuttosto è una ricerca profonda di quali sono i codici di comportamento dell'animo umano
nelle situazioni più estreme. Uno spettacolo durissimo e delicatissimo allo stesso tempo,
a tratti ironico e lucidamente divertente, pensato per una stretta intimità con il pubblico in
quella che vuole essere una riflessione collettiva sulla natura dell'animo umano.
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DALLA RASSEGNA STAMPA
La recitazione di Brunello alterna sapientemente i registri per mostrare l'estrema varietà dei
comportamenti umani (…) Brunello sviluppa col suo lavoro l'intuizione poetica centrale del
libro di Lussu, esposta in poche dense parole dal personaggio del colonnello Abbati: la
guerra tra Italiani e Austriaci «non è la guerra di fanterie contro fanterie, di artiglierie contro
artiglierie. È la guerra di cantine contro cantine, barili contro barili, bottiglie contro bottiglie».
Enrico Piegiacomi - Teatroecritica.net
Brunello ci parla in un'atmosfera intima, fatta di pochi oggetti in scena e costruita sulla
necessità di una vicinanza fisica col pubblico (…) I personaggi che popolano l'altipiano
veneto sono vivi, sono resi vivi dalla calda recitazione di Brunello, la sua drammaturgia
restituisce in modo rotondo la verità delle parole di Lussu, semplici nel descrivere le azioni
sul campo e ironiche per definire la mente stolida del Generale Leone, per la cui morte i
soldati avrebbero fatto gran festa.
Elena Scolari - Paneacqua.info
[Lo spettacolo è] sottolineato dalla sincerità interpretativa di Brunello, che fino all'ultimo
mantiene l'intonazione di una confessione aperta, con il passare del tempo, la narrazione
acquisisce toni sempre più severi fino a raggiungere il culmine dell'apparentemente celata
tragicità.
Olga Romanova - Teatro.org
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ARDITODESìO PRODUZIONI
Teatro civile | Teatro della Contemporaneità
Quando il diritto al lavoro si scontra con il diritto alla salute. Teatro civile allo stato puro.
SLOI MACHINE
Di Michela Marelli e Andrea Brunello
Con Andrea Brunello
Regia di Michela Marelli
Musiche originali di Carlo Casillo
Progetto scenico di Andrea Violato
Disegno luci di Paolo Dorigatti
Spettacolo vincitore del IX Festival di Resistenza - Premio Museo Cervi 2010.
L'operaio della S.L.O.I. aveva la possibilità di vincere: la paga alla S.L.O.I. era il doppio di
quella delle altre aziende e con gli extra fuori busta si faceva jackpot!
Il rischio era quello di perdere l'intelletto, la salute, la vita.
Il vero jackpot lo facevano i proprietari della fabbrica.
La S.L.O.I. era una delle pochissime al mondo a produrre il piombo tetraetile, l'additivo
chimico nelle benzine super. Era troppo pericoloso, nessuno voleva averci a che fare.
Andava a ruba. In ogni litro di benzina che il mondo usava c'era un po' della salute degli
operai della S.L.O.I. di Trento. Erano loro le monetine, la fabbrica era una slot machine e i
padroni vincevano a mani basse.
Fino al 1978. Un enorme incendio, i depositi del piombo tetraetile lambiti dal fuoco. La città
di Trento ha sfiorato l'annientamento.
Nel 1978 solo la morte ha rischiato di fare jackpot.
DALLA RASSEGNA STAMPA
Andrea Brunello ci racconta questa storia, per così dire, a mani nude (…) ma le mani di
Brunello sono eloquenti non meno della sua voce (…) egli insomma, racconta agli spettatori
come se raccontasse qualcosa in famiglia.
Franco Cordelli - Corriere della Sera
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Un bell’esempio di teatro civile. Da vedere.
La Repubblica
(…) insieme alla recitazione piena di guizzi e al testo che non manca di essere spiritoso,
offre un punto di vista che permette agli spettatori più giovani un sicuro spunto di
immedesimazione. (…) Sloi Machine adattissimo ai ragazzi, non solo agli adulti (…) arriva
dritto alla questione.
Anna Ceravolo - Hystrio
Ci si ritrova catapultati quindi nella SLOI, dove si affacciano i volti rassegnati degli operai,
dove si intravedono le giornate trascorse in quell’antro velenoso nel cuore delle pure e
fresche montagne trentine. Un monologo coinvolgente, mai noioso, capace di stuzzicare le
coscienze e di far conoscere un altro caso in cui l’uomo è vittima e carnefice del suo
destino, di un ambiente ancora una volta denigrato e non rispettato.
Alice Berzi - Teatro.org
Ci si emoziona in questo spettacolo, a tratti ci si sente quasi impregnati da quel liquido nero
velenoso, sembra quasi di sentirne il profumo di mandorle dolci. E si ride, anche,
inaspettatamente: ma è un sorriso amaro, disincantato, di chi cerca una spiegazione a certi
orrori, senza trovarla.
Anna Sironi - Persinsala
Ci sono storie che si fatica a credere che siano vere. Quella della SLOI lo è. E bisogna
andare a teatro, dove tutto è finzione, per ascoltarla.
Mirko Di Martino - Teatroteatro.it
Andrea Brunello nel bellissimo, tenero, anche comico, più spesso tragico spettacolo, mette
in scena questa storia quarantennale raccontando la vita di alcuni personaggi che la vissero
sulla loro pelle. Non drammatizza né enfatizza quei fatti, Brunello, li racconta come
potrebbe fare un padre ai figli: con il disincantato candore di chi non può che aprire le
braccia e chiedersi come tutto questo sia potuto succedere. Con la speranza che non
accada più.
Andrea Frambosi - L’Eco di Bergamo
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JPT PRODUZIONI
Il Lato Umano della Scienza
Una lezione di meccanica quantistica. Un uomo che ama l'universo. Il metodo scientifico
che si confronta con la pseudoscienza. Un segreto...
IL PRINCIPIO DELL’INCERTEZZA
Ispirato a Richard Feynman e dedicato ai nostri figli
Con Andrea Brunello e Enrico Merlin
Drammaturgia di Andrea Brunello
Musiche di Enrico Merlin
Regia di Andrea Brunello e Michela Marelli
Luci e supporto tecnico di Andrea Lucchi
Disegni di Salvatore Crisà
Foto di Monica Condini
In collaborazione con il Laboratorio di Comunicazione delle Scienze Fisiche
dell'Università degli Studi di Trento.
Lo spettacolo prende le mosse dalla figura di Richard Feynman, premio Nobel per la fisica
nel 1965. È una vera e propria lezione di meccanica quantistica con un risvolto molto
umano.
In scena si sviluppa l'esposizione del professore che si inerpica attraverso alcuni fra i più
misteriosi concetti della meccanica quantistica (l'esperimento della doppia fenditura, il
gatto di Schroedinger, i many-worlds di Hugh Everett III) per raccontare un meraviglioso
mondo fatto di misteri e paradossi. Ma sotto si nasconde un'inquietante verità. La
lezione si trasforma così in una confessione che mescola le teorie più evolute della
meccanica quantistica, le teorie dei mondi paralleli, con i segreti del professore,
spingendolo a prendere una decisione estrema.
A supportare il lavoro in scena di Andrea Brunello c'è il musicista Enrico Merlin che ha
creato le musiche apposta per lo spettacolo partendo da serie numeriche e le ricostruisce
ad ogni replica attraverso l’improvvisazione e senza basi pre-registrate… Si crea così
un connubio fra voce, testo, suoni e musica, che porta lo spettatore a vivere una piena
esperienza teatrale pur senza negare i rigorosi contenuti scientifici presenti nel testo.
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DALLA RASSEGNA STAMPA
Andrea Brunello, fisico, autore e attore dello spettacolo (…) ci ha fatto sentire e vedere
direttamente molto di quel mistero e di quella bellezza, anche con pezzi apparentemente
difficilissimi, ma resi chiarissimi (…).
Armando Massarenti - Il Sole 24 Ore
Letteralmente affascinata da questa messa in scena semplice e pulita e al contempo
profonda e commovente (…) svolta con semplicità e porta con umiltà: in realtà uno
spettacolo fortemente empatico e intellettualmente brillante, capace di aprire al mondo e
all'universo con nuove chiavi di lettura fisiche e metafisiche. (…) Uno spettacolo riuscito e
collaudato (…).
Emanuela Dal Pozzo - Traiettorie.org
…Lo spettatore arriva a capire che la fisica può rimediare alla perdita tragica di un proprio
caro, può confondersi fino a identificarsi con la poesia e offrire grandi risorse
all'immaginazione o criteri di condotta per la vita etica. La meraviglia che scaturisce dalla
meccanica quantistica può così essere paragonata all'horror di Lucrezio, al piacere
sconvolgente ma rasserenante che, se divulgata in forma poetica o in questo caso teatrale,
la scienza della natura offre a chi la coltivi e persino a chi ne sia del tutto ignorante.
Enrico Piergiacomi - Teatroecritica.net
Una coinvolgente e a tratti toccante lezione sull'amore per la scienza, sulla sua capacità di
"riempire il mondo di idee", di farci meravigliare dinnanzi al più semplice oggetto o al più
banale dei movimenti, capace di soddisfare ogni guizzo della nostra curiosità (…) Brunello è
teatro, è passione per la fisica, è voglia di meravigliarsi e incentivare a cogliere lo stupore,
che sta dentro ad ogni cosa, incertezza compresa.
Camilla Mantegazza - Il Dialogo di Monza
"Il principio dell'incertezza" ha il grande dono di lasciare appunto incertezze, ma non nel
senso del non compreso, bensì quella curiosità di approfondire, di capire, di comprendere,
di andare oltre.
Katja Casagranda - Il Trentino
Il nostro Brunello ha lo spirito del professore entusiasta di suscitare meraviglia e
continuamente attento a controllare che gli studenti-spettatori non si tedino o si
addormentino sfidandoli continuamente e scrutandoli uno a uno con sguardo dolcemente
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inquisitore ed è coadiuvato in tale fantastico compito da allegre pareti-lavagna luminose e
dalla splendida musica del maestro Enrico Merlin che pare avere rubato al silenzio del
cosmo le emozioni misteriose che lo attraversano.
Wanda Castelnuovo - Teatrionline.com
(…) un gran bello spettacolo, per quanto a realizzarlo e interpretarlo sia un attore che
possiede un dottorato di ricerca in fisica, motivo per cui il tutto è davvero convincente, ben
spiegato e affascinante. Uscendo da questo piccolo teatro [Teatro Libero di Milano, n.d.r.]
dove gli spettatori hanno donato un lunghissimo applauso alla sbalorditiva lezione, ci siamo
convinti che la meccanica quantistica faccia parte anche delle nostra vita, come dice
Andrea. Un successo meritato per la produzione Arditodesio e il Teatro Portland.
Daniela Cohen - Saltinaria.it
È entusiasmante vedere come un argomento ritenuto tanto ostico, possa farsi materia
teatrale ed essere accostato, nella trama intelligentemente costruita, ad appassionanti
momenti di analisi dell’animo umano.
Silvia De Bernardi - Montenapoleoneweb.it
Sicuramente da vedere, anche se pensate di non capire nulla di fisica.
Silvia Tozzi - Oubliettemagazine.com
Direttamente dal FESTIVAL FRINGE 2013 di EDIMBURGO:
**** - Prepare for a science lesson which will leave you dabbing your eyes... the connection
formed between science and emotion is certainly thought-provoking.... the first musical
interlude gave me goosebumps... what is the tragic tale Professor Lapage slowly reveals? THREE WEEKS
***** - The best thing I have seen at the Fringe to date - FRINGE MONKEY
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JPT PRODUZIONI
Il Lato Umano della Scienza
“Dove va il tempo che passa?” Anche Albert Einstein se lo chiedeva…
TORNO INDIETRO
E UCCIDO IL NONNO
Con Roberto Abbiati e Andrea Brunello
Testo di Andrea Brunello con il contributo di Roberto Abbiati e Leonardo Capuano
Regia di Leonardo Capuano
Scene di Roberto Abbiati
Luci di Marianna Tozzo
Costumi di Patrizia Caggiati
Foto di Lucia Baldini
Consulenza scientifica di Stefano Oss - Dipartimento di Fisica Università di Trento.
Consulenza filosofica di Enrico Piergiacomi - Dipartimento di Lettere e Filosofia Università
di Trento.
Con il supporto di Armunia - Castiglioncello e del Teatro Portland di Trento.
Con il contributo della Fondazione Caritro, della Provincia Autonoma di Trento e dalla
Regione Trentino Alto Adige.
Lo spettacolo è parte del Progetto CORDATA ed è stato sostenuto dalla Fondazione Bruno
Kessler, da INFN-TIFPA e dal Dipartimento di Fisica dell’Università di Trento.
Lo spettacolo, che ha debuttato nell'ottobre 2014 al Festival della Scienza di Genova,
affronta una delle domande più profonde di tutti i tempi: “Dove va il Tempo che passa?”.
Questo si chiedeva Albert Einstein ragionando sul concetto di spazio-tempo.
“Dove va il tempo che passa?” non è quindi solo una domanda esistenziale e filosofica, ma
è di fondamentale importanza per la scienza. I fisici proprio non sanno dove vada il
tempo! E da dove viene! Di cosa è fatto? Finirà? Se il tempo è come lo spazio, allora
possiamo viaggiare nel tempo? Con che paradossi ci confrontiamo? Che cosa è la Freccia
del Tempo? Torno indietro e uccido il Nonno ha a che fare proprio con queste domande. Lo
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fa in un modo umano, tenero, delicato, emozionale.
Lo spettacolo è la storia di un uomo che invoca suo nonno per trovare conforto, ma suo
nonno non c’è, solo il suo spirito sopravvive. Due personaggi in scena: un Clown
Augusto e un Clown Bianco. Una conversazione surreale sul Tempo dove la scienza
incontra Aspettando Godot incontra Sant’Agostino incontra Einstein al ritmo della musica
dei Radiohead!
Il premio Nobel Steven Weinberg scrisse “Più l’universo sembra comprensibile e più sembra
senza senso”. Nulla di più vero quando pensiamo al Tempo! Torno indietro e uccido il
Nonno ha come obiettivo quello di stimolare interesse attorno alla scienza in modo del tutto
nuovo, sviluppando curiosità e senso di meraviglia. Non si tratta quindi di divulgazione e
nemmeno di didattica, bensì di generare un profondo “desiderio di capire” attorno alle
tematiche trattate. Il pubblico apprezzerà il teatro ma anche la scienza che viene
raccontata. Il risultato è una piena esperienza emozionale oltre che culturale.
DALLA RASSEGNA STAMPA
Eccezionale la performance dei due interpreti che si sono conquistati, più di una volta,
grandi applausi a scena aperta, e che hanno reso il loro spettacolo un grande elogio alla
vita e al presente.
Michela Bottanelli - Persinsala
(…) i due attori hanno trasmesso conoscenza e gioiosità (…) il tutto premiato con lunghi e
calorosi applausi.
Antonia Dalpiaz - L’Adige
È teatro, ma è anche scienza. Cultura, soprattutto emozione. È una sorta di realismo
magico che trova il dato onirico negli elementi fisici. I duetti attingono con intelligenza e
ironia ai meccanismi della comicità pura: la rottura del rapporto causa-effetto; un ritmo
geometrico; la stilizzazione dei gesti; l’imprevedibilità che tradisce le attese e le abitudini
dello spettatore; lo sconvolgimento della logica. (…) Un modo divertente e poetico,
coinvolgente e stravagante per riflettere sulla fisica, per approfondire il lato umano della
scienza.
Vincenzo Sardelli - Scuola e Amministrazione
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JPT PRODUZIONI
Nuova produzione. Debutto previsto per novembre 2015.
In collaborazione con Bordeaux University, e con il supporto di IdEx Bordeaux e i
centri di ricerca IRSTEA e Labex COTE (Bordeaux University - Francia)
Vista da lontano la nostra Terra è un piccolo pallido pallino azzurro nel nero del cosmo…
Pallido Pallino Blu
PALE BLUE DOT
Una rivoluzione ci salverà. Vero?
Ph. e post production Daria Akmanenko
Guarda ancora quel pallino, quello è qui. Quello è la nostra casa. Su di esso c’è tutto quello
che tu ami, tutti quelli che conosci, tutti quelli di cui hai sentito parlare, tutti gli esseri umani
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che mai ci sono stati, che hanno vissuto le loro vite. È l’aggregato di tutta la nostra gioia e la
nostra sofferenza, migliaia di religioni, ideologie, e dottrine economiche, ogni cacciatore e
raccoglitore, ogni eroe e codardo, ogni creatore e distruttore di civiltà, ogni re e ogni
poveraccio, ogni coppia innamorata, ogni madre e padre, bambino fiducioso, inventore ed
esploratore, ogni maestro di valori morali, ogni politico corrotto, ogni superstar e ogni leader
supremo, ogni santo e ogni peccatore della nostra specie ha vissuto qui - su un minuscolo
granello di polvere sospeso su un raggio di sole. - Carl Sagan, “Pale Blue Dot”, 1994
Di e con Andrea Brunello
Regia di Christian Di Domenico
Una incredibile storia di speranza, meraviglia, bellezza e disperazione. Il destino della
sonda Voyager 1 si mescola con quella del suo creatore dalle tendenze suicide, quelle di
suo figlio sognatore e quelle del Pianeta Terra. Mentre il satellite artificiale si allontana dal
sistema solare, tutto cade in prospettiva, diventa dolorosamente chiaro che il nostro
Pallido Puntino Blu, la Terra, è l’astronave spaziale più preziosa e va protetta senza
esitazione e senza compromessi. Noi, gli umani molto intelligenti che per centinaia di
migliaia di anni siamo stati cacciatori e raccoglitori nomadi e solo negli ultimi istanti del
nostro tempo siamo diventati coltivatori e allevatori, abbiamo cambiato profondamente il
nostro pianeta. Adesso affrontiamo un disastro ambientale di dimensioni globali, e noi ne
siamo la causa. Eppure sembra che non abbiamo gli strumenti mentali per capire il rischio
in cui ci troviamo. Perché non riusciamo a correggere il tiro? Forse non siamo
“ingegnerizzati” per farlo? Forse non siamo così intelligenti? Abbiamo creato delle
meraviglie, abbiamo inviato navicelle spaziali verso altri sistemi solari eppure non riusciamo
a gestire il più distruttivo dei problemi che la nostra specie ha mai dovuto affrontare.
Ma quando tutto sembra perduto avviene la più incredibile delle rivoluzioni. È profonda, è
condivisa da tutti in ogni angolo del mondo. È draconiana e necessaria. Il senso fatalistico
di inevitabilità è sollevato dalle nostre anime e la struttura sociale cambia per sempre e per
il meglio. Tutti i problemi sono risolti… Ma è successo veramente? Può succedere
veramente? Oppure è solo utopia, una storia di speranza che deve essere raccontata e poi
inviata al Voyager 1 così che almeno lui possa tenere un’ultima finale reliquia della nostra
civilizzazione che potrebbe anche essere giunta al termine del suo viaggio.
Background tematico
Il genere umano ha profondamente cambiando la biosfera e continua a farlo senza
sosta. Negli ultimi 250 anni la rivoluzione industriale ha trasformato ogni regione del
pianeta, l’atmosfera, l’acqua, le foreste, la “natura” in generale. Il problema è aggravato dal
rischio molto concreto che oltre alla distruzione diretta come la deforestazione, la
cementificazione, l’inquinamento delle acque, l’estinzione di specie animali e vegetali, la
terra ha la febbre, si sta scaldando con una velocità che non ha paragoni nella sua storia,
se non a causa di fenomeni distruttivi come l’eruzione di vulcani giganti o la caduta di
meteoriti che hanno cambiato improvvisamente e temporaneamente la composizione
dell’atmosfera.
Il 97% degli scienziati di tutto il mondo crede che ci sia un sostanziale contributo umano
nel fenomeno del cambiamento climatico che viene definito come “effetto serra”. Questo
riscaldamento è dovuto all’immissione di gas serra nell’atmosfera, soprattutto CO2 e
metano. Proprio come in una serra, dove le pareti semitrasparenti permettono l’entrata dei
raggi solari ma poi fermano il calore all’interno della serra, anche questi gas trattengono il
calore dei raggi solari che altrimenti si disperderebbe fuori dalla nostra atmosfera. Questi
gas sono per la maggior parte il prodotto dell’utilizzo di combustibili fossili, necessari per
garantire la qualità della vita dei paesi industrializzati e per permettere la crescita di quelli in
via di sviluppo. L’utilizzo di combustibili fossili è aumentato enormemente negli ultimi
decenni e continua ad aumentare. Gli scienziati però avvertono che questa tendenza non
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solo deve fermarsi, ma che per prevenire un aumento sconsiderato e pericolosissimo della
temperatura sulla Terra, è necessario interrompere al più presto l’emissione di gas
serra nell’atmosfera. Il rischio va ben oltre lo scioglimento dei ghiacciai: si rischia
l’innalzamento fuori controllo dei livelli dei mari e degli oceani, la morte di molte specie di
pesci e di altri animali marini, l’estinzione di massa di molte specie animali, l’intensificazione
di fenomeni atmosferici distruttivi, le siccità. Si prevedono esodi di massa alla ricerca di
terre coltivabili, carestie, inondazioni devastanti, guerre. Alcune regioni della terra non
potranno più supportare la vita. Esistono simulazioni che prevedono addirittura che la terra
stessa, nella sua interezza, possa non essere in grado di supportare la vita come la
conosciamo noi. Ma in ogni caso, visto che molte nazioni ormai dispongono di arsenali
nucleari, il rischio che si prospetta è quello di guerre che potrebbero anche annientare il
genere umano. Tutto questo nei prossimi decenni.
Da oltre 20 anni le nazioni del mondo si riuniscono almeno una volta all’anno per trovare
soluzioni a questo problema. Ma nessuna soluzione è mai stata trovata, anzi, l’emissione
di gas serra nell’atmosfera è cresciuto enormemente in questi due decenni.
Il problema viene definito “perfetto” perché apparentemente non ha soluzione se non
quella di rivedere profondamente il nostro modello di vita e di sviluppo. Troppo
profondamente, evidentemente, perché nessun “leader” ha mai preso seriamente in
considerazione questa trasformazione.
La verità è che ci troviamo sotto una dittatura. È una dittatura subdola, sottile, dove tutti
noi in un modo o nell’altra siamo complici e compiacenti. Perché tutti noi ne traiamo
vantaggi. È la dittatura dell’economia e della struttura sociale come la conosciamo noi. È la
dittatura del potere, della comunicazione, delle convenzioni. La dittatura del capitalismo
rampante, della crescita continua, inarrestabile a scapito della cultura, delle tradizioni, delle
differenze e, in ultima analisi, della sopravvivenza stessa del genere umano. Forse il genere
umano è incapace di reagire? Forse non siamo stati “ingegnerizzato” per preoccuparci di
un rischio che si svilupperà nei decenni e non in tempi più brevi. Gli esempi abbondano:
basta pensare a quanti hanno costruito casa sulle pendici del Vesuvio, sapendo benissimo
che il vulcano erutterà di nuovo, probabilmente a breve!
Noi crediamo però che si debba cercare una soluzione e che sia nostra responsabilità
morale attivarci per farlo! Se i leader politici e quelli del sistema capitalistico non sono
capaci di farlo, allora dobbiamo farlo noi. Per risolvere il “problema perfetto” c’è bisogno
di una rivoluzione. Ma quale?
Questa è la domanda alla quale vogliamo provare a rispondere. Preoccupati certamente,
ma divertendoci anche, con quel sano senso di poesia, di meraviglia che il Teatro ci sa
regalare.
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COMPAGNIA ARDITODESìO
Breve Curriculum
La compagnia nasce nel 2002 con il nome Teatro di Bambs, cambiandolo poi in
Arditodesìo nel 2008. Il nome racconta il “desiderio ardito” di creare e fare teatro
mantenendo la massima integrità artistica. Il drammaturgo e attore Andrea Brunello è
direttore artistico della compagnia che ha sede presso il Teatro Portland di Trento
(www.teatroportland.it).
La compagnia ha come elemento fondante il concetto che il teatro debba rappresentare
una realtà “aumentata”, dove nel tempo di uno spettacolo si possano attraversare idee,
emozioni, esperienze anche diversissime tra loro. Crediamo in un teatro specchio della
nostra realtà. Per noi il teatro dovrebbe avere anche un aspetto “pedagogico” dove il
pubblico acquisisce meraviglia, stupore, curiosità. La conoscenza viene dopo.
Arditodesìo elabora un percorso di nuova drammaturgia, teatro che racconta la
contemporaneità, teatro civile e di narrazione. Teatro civile per noi non riguarda solo
temi di pura cronaca e attualità, ma la stimolazione del pensiero critico attraverso le grandi
idee, le grandi storie e una sana ironia che si possono raccogliere sotto una sola parola:
“Cultura”, civile di per sé.
Fra le produzioni della compagnia citiamo Sloi Machine (spettacolo vincitore del IX Festival
di Resistenza - Premio Museo Cervi 2010), Alexander Langer. Profeta tra gli stupidi (2008),
Storie di Uomini. Un anno sull'Altipiano (2011), Tonight Lenny Bruce. Colpevole (2011),
Libero nel Paese della Resistenza (2013). Da circa tre anni la compagnia ha intrapreso un
percorso di narrazione della scienza nella sua interazione con l'essere umano, il lato umano
della scienza. Il progetto, in coordinamento con il Laboratorio di Comunicazione delle
Scienze Fisiche dell'Università degli Studi di Trento, si chiama Jet Propulsion Theatre
(www.jetpropulsiontheatre.com) ha all’attivo due produzioni: Il Principio dell'Incertezza
(2013) e Torno indietro e uccido il Nonno (2014).
La compagnia è regolarmente ospitata in teatri, festival, rassegne, musei, scuole,
biblioteche e altri luoghi di cultura e di spettacolo sia in Italia che all'estero.
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JET PROPULSION THEATRE
Il Lato Umano della Scienza
“L'idea che la gente del teatro sappia come presentare la scienza perché è esperta di
spettacolo, a differenza degli scienziati, è sbagliata. Loro non hanno nessuna esperienza
nello spiegare le idee, e io sì. Le mie conferenze di fisica hanno grande successo presso il
pubblico. I veri trucchi del mestiere sono l'eccitazione, l'intensità e il mistero dell'argomento
trattato. Alla gente piace imparare, e il modo migliore di intrattenerla è di darle la possibilità
di capire, almeno in parte, qualcosa che non aveva mai capito prima.” (Richard Feynman)
Laboratorio Permanente di creazione teatrale collegata con la scienza, le persone della
scienza ed il racconto scientifico, il JET PROPULSION THEATRE (JPT) è un progetto nato
in seno alla Compagnia Arditodesio ed è pensato per essere un luogo di ricerca con
l'obiettivo di raccontare la scienza in un modo del tutto nuovo attraverso l'amalgama della
conoscenza scientifica con il teatro. Questa non è divulgazione, bensì teatro vero e
proprio che ha il pregio aggiunto di permettere agli spettatori di arricchire il proprio
bagaglio di conoscenze scientifiche vivendo la scienza in una maniera estremamente
coinvolgente.
JPT intende esplorare i meccanismi del racconto scientifico attraverso quelli della scena e
portare a galla gli elementi più umani della scienza proprio attraverso una
drammaturgia ad hoc. Dopotutto il teatro parla di persone e lo fa alle persone. Il risultato
culturale atteso è quello di una maggiore comprensione del mondo scientifico, delle
persone che lo abitano e dei risultati della scienza.
L'iniziativa è ideata e coordinata da Andrea Brunello (attore, regista e drammaturgo
professionista con un Ph.D. in fisica e un passato di ricercatore), la Compagnia Arditodesìo
e il Teatro Portland di Trento ed è portato avanti in pieno coordinamento con il Laboratorio
di Comunicazione delle Scienze Fisiche dell'Università degli Studi di Trento e dal 2015
in collaborazione anche con la Bordeaux University, e con il supporto di IdEx Bordeaux
e i centri di ricerca IRSTEA e Labex COTE (Bordeaux University - Francia).
JPT ha all’attivo due produzioni: Il Principio dell'Incertezza (2013) e Torno indietro e uccido il
Nonno (2014). La prossima produzione targata JPT sarà Pallido Pallino Blu previsto per
Novembre 2015.
JPT ha recentemente aperto un sito internet dedicato: www.jetpropulsiontheatre.com
che intende essere il suo principale canale di diffusione. In esso si trova spazio anche per
importanti approfondimenti tematici.
Altri canali sono facebook: /jetpropulsiontheatre e twitter: @jetproptheatre.
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CONTATTI
Andrea Brunello
Direzione artistica
[email protected]
Serena Grossi
Distribuzione e Organizzazione
Tel. 0461.924470 - Cel. 346.3794355
[email protected]
Francesca Pegoretti
Amministrazione
Tel/fax 0461.924470 - Cel. 348.9025154
[email protected]
Compagnia Arditodesìo
c/o Teatro Portland
Via Papiria, 8 - 38122 Trento
www.arditodesio.org
www.jetpropulsiontheatre.com
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