Close this window to return to IVIS www.ivis.org International Congress of the Italian Association of Companion Animal Veterinarians May 19 – 21 2006 Rimini, Italy Next Congress : 62nd SCIVAC International Congress & 25th Anniversary of the SCIVAC Foundation May 29-31, 2009 - Rimini, Italy Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC 251 This manuscript is reproduced in the IVIS website with the permission of the Congress Organizing Committee Nuovi approcci terapeutici nel dolore acuto e cronico del cane: Altadol (Tramadolo cloridrato) Nicola Ronchetti Med Vet, Castelnuovo Rangone (MO) Il dolore, come sensazione, deve essere considerato e trattato dal clinico al fine di migliorare la qualità di vita dei pazienti e delle persone che stanno loro accanto. Focalizzando l’attenzione sull’evento chirurgico e sulle fasi immediatamente successive, si evidenzia che tutte le tecniche chirurgiche, seppur in misura diversa, provocano un danno tissutale rendendo il dolore parte inscindibile del momento operatorio. L’anestesia è nata proprio dalla necessità di evitare sofferenze ai pazienti e, nel corso degli anni, ha evidenziato che, per ottenere i migliori risultati in questo senso, è necessario associare ai farmaci anestetici anche sostanze analgesiche. Queste associazioni farmacologiche assicurano un’analgesia ottimale per tutta la durata dell’intervento consentendo, altresì, l’uso di un dosaggio inferiore d’anestetici a parità di piano anestesiologico. La terapia antidolorifica nel periodo post-chirurgico è altrettanto importante in quanto consente di diminuire i tempi di recupero. Questa terapia, peraltro non necessariamente farmacologica, inizia già dalla fase del risveglio; infatti, recentemente, è stato introdotto il concetto di Tender Loving Care (T.L.C.) che consiste nel seguire il paziente in questa fase con contatto fisico e vocale. Tale procedura sembra essere responsabile della liberazione d’endorfine che aiutano a superare lo stress del risveglio e la sensazione dolorifica che lo accompagna. Studi clinici in campo umano mostrano che questo farmaco si differenzia dagli altri analgesici centrali in quanto associa ad una buona efficacia analgesica la rapidità d’azione e, a dosi terapeutiche, la mancanza di depressione respiratoria, l’assenza d’induzione d’assuefazione ed un buon profilo di tollerabilità globale; è inoltre indicato nelle situazioni di dolore d’intensità medio-forte. La rapidità d’azione (7-15 min.), l’assenza di depressione respiratoria unita all’assenza d’effetti ipnotici, che permette al paziente d’essere partecipe fin dai primi momenti p.o., condizione ottimale per garantire un rapido recupero fisioterapico, rende il Tramadolo un farmaco di grande importanza. In Italia non è da sottovalutare anche la possibilità di utilizzare questo farmaco senza i rigidi controlli che si hanno per le sostanze stupefacenti; infatti la ricettazione si effettua su ricetta semplice non ripetibile, la registrazione del farmaco sul normale registro di carico e scarico farmaci dell’ambulatorio. FARMACOLOGIA Il Tramadolo è un analgesico ad azione centrale, frutto di un ampio screening su strutture molecolari, ottenuto da derivati amino-metil-cicloesanolici per sostituzione con gruppi fenilici. Questi composti presentano una struttura di base caratterizzata da un cicloesanolo con un gruppo fenilico ed un residuo dimetilamino-metilico in posizione orto, e sono caratterizzati da un favorevole rapporto tra tossicità acuta e potenza analgesica; quest’ultima risulta aumentata se l’anello aromatico è sostituito con un gruppo contenente ossigeno in posizione meta. La struttura spaziale del Tramadolo presenta affinità con i recettori per gli oppioidi, dove esercita un puro effetto agonista. Caratteristiche chimico fisiche: è una polvere bianca, cristallina, inodore, con gusto amaro, prontamente solubile in acqua e metanolo. Il Tramadolo è un racemo: due enantioneri, ovvero due molecole con la stessa formula di struttura ma speculari. L’enantiomero positivo presenta una maggiore affinità per i recettori oppioidi µ ed inoltre inibisce la ricaptazione della serotonina; l’enantiomero negativo è meno efficace sui recettori oppioidi e sul sistema serotoninergico, ma agisce inibendo la ricaptazione della noradrenalina. È una base debole e viene assorbita nel primo tratto intestinale. Per la buona solubilità acquosa, la sua percentuale d’assorbimento è elevata, limitata solo dal tempo di transito nello stomaco (tempo che dipende dalla formulazione). La formulazione iniettabile, contiene Tramadolo cloridrato nella concentrazione di 50 mg/ml in una soluzione acquosa tamponata con sodio acetato, senza conservanti di pH 6.0 – 6.8. Tossicologia: studi effettuati su il cane mostrano che la tossicità acuta in DL50 mg/kg è: per os 450, ev > 50, im 50-100. La tossicità subacuta nel cane è (espressa in mg/kg/die): per os 60, im 10, ev 10, rettale 20. FARMACODINAMICA L’attività analgesica del Tramadolo si articola su due livelli: 1. Azione diretta sui recettori per gli oppioidi: esplica la sua azione come agonista selettivo sui recettori µ, specifici del sistema di percezione del dolore; possiede inoltre affinità debole e priva di significato verso gli altri recettori per gli oppioidi. L’affinità verso i recettori µ è inferiore a quella della morfina. Il principale metabolita: l’O-demetil Tramadolo (M1) ha mostrato affinità e selettività ancora maggiore per i recettori µ ed una più potente azione farmacologica rispetto al composto d’origine, non sono a tuttoggi disponibili studi sulla reale efficacia di questo metabilita nel cane. Il Tramadolo si è dimostrato privo d’effetti antagonisti sui recettori oppioidi. Il suo effetto analgesico è antagonizzato dal pretrattamento con Nalorfina o Naloxone. 2. Attività mediata dalla modulazione del sistema monoaminergico. Infatti, inibisce la ricaptazione di noradrenalina ed aumenta la concentrazione intrasinaptica di serotonina. Queste amine riducono l’eccitabilità nocicettiva dei recettori spinali. L’affinità di legame del Tramadolo ai recettori oppiodi è molto debole così come la capacità di inibire il re-uptake di noradrenalina e serotonina quando queste vengono confrontate alle molecole di riferimento; nessuno dei meccanismi è determi- 252 nante per la potenza del Tramadolo nel trattamento del dolore, ma in questa molecola sviluppano un’azione sinergica. Effetti sull’attività respiratoria: l’evento più frequente, in corso di terapia con farmaci agonisti dei recettori oppioidi, è la depressione respiratoria; questo è il limite dei farmaci stupefacenti nell’anestesia degli animali anziani, giovanissimi e della chirurgia toracica in genere. Il Tramadolo in medicina umana, sia nei soggetti sani sia anestetizzati per interventi chirurgici, ha mostrato di non influenzare in maniera significativa l’attività dei centri respiratori. La dose di 0.5 – 2 mg/kg ha determinato un incremento non significativo dell’end-tidal CO2, comparabile a quello del placebo, a differenza della morfina, che provoca una significativa variazione di questo parametro. Effetti sui parametri cardiovascolari: in campo umano si osserva un lieve aumento della frequenza cardiaca (circa sette battiti/minuto) pochi minuti dopo la somministrazione del bolo endovenoso, ed un moderato effetto inotropo positivo, dose dipendente, sul miocardio. Negli studi effettuati da noi, nei nostri pazienti la frequenza cardiaca e la ETCO2 non hanno subito variazioni significative durante tutto il decorso dell’anestesia. Effetti sulla muscolatura intestinale e biliari: il Tramadolo mostra scarsi effetti sulla motilità intestinale, evitando gli sgradevoli effetti dei farmaci che agiscono sui recettori oppioidi, che causano stipsi. Negli studi in oggetto, tutti gli animali ripristinavano una normale attività intestinale entro 24 ore dall’intervento. L’appetito ritornava quasi sempre normale, entro le 12 ore post intervento e solo in pochi casi è stato necessario sospendere il farmaco per la comparsa di vomito. Altri effetti: in medicina umana non si sono osservate reazioni anafilattiche al farmaco e/o aumento dei livelli plasmatici d’istamina. Non viene consigliato l’uso del tramadolo in pazienti epilettici, recenti studi hanno però dimostrato che il tramadolo non influisce sulla soglia epilettogena. Effetti sul risveglio: tutti gli animali trattati con il Tramadolo hanno mostrato un ottimo risveglio e la totale assenza di dolore. Anche toccando il sito della chirurgia non si sono osservate reazioni da parte dell’animale. FARMACOCINETICA Negli studi effettuati in medicina umana il Tramadolo ha mostrato un rapido assorbimento: 1.9 h per le compresse, 1.1 h per le gocce, ed una biodisponibilità del 68 – 72%. In seguito a somministrazioni ripetute la biodisponibilità aumenta al 98 – 100%. Probabilmente ciò e dovuto alla saturazione delle vie metaboliche enzimatiche che determinano l’effetto del primo passaggio epatico. Nel caso della somministrazione intramuscolare, il raggiungimento del picco plasmatico, avviene dopo 45 minuti ed è assorbito quasi completamente con una biodisponibilità del 99.8%. Questo farmaco ha una notevole rapidità di effetto: per via endovenosa circa 5-10’, per via intramuscolare 10-20’, per le formulazioni orali 20-30’. L’emivita nell’uomo è di 5.1 – 5.9 ore, nel cane sembra sia più lunga. L’assunzione contemporanea di cibo non influisce sull’assorbimento del Tramadolo. 53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC METABOLISMO Il metabolismo del Tramadolo avviene nel fegato. Il farmaco viene N- ed O- demetilato e successivamente coniugato con l’acido glucuronico. Si conoscono 11 metaboliti del Tramadolo, ma un particolare rilievo viene dato al metabolita chiamato M1 (è quello ottenuto attraverso l’O-demetilazione), il quale possiede un’attività farmacologica maggiore allo stesso Tramadolo di 2-4 volte. Anche l’emivita dei metaboliti è simile a quella del composto d’origine. A tutt’oggi non è ancora chiarito se nel cane la formazione dei metaboliti sia simile a quanto avviene nell’uomo ELIMINAZIONE Il Tramadolo viene eliminato tramite il rene per il 90%; il restante 10% viene escreto con le feci. In campo umano è stato osservato un aumento dell’emivita del Tramadolo in pazienti con l’insufficienza renale e cirrosi epatica. INTERAZIONI CON FARMACI La Carbamazepina e gli inibitori della MAO causano un sensibile decremento dei livelli plasmatici del Tramadolo. Nel caso degli inibitori della MAO, studi effettuati su animali da laboratorio hanno mostrato che un uso simultaneo dei due farmaci può essere letale. La Cimetidina rallenta il metabolismo del Tramadolo; pertanto è consigliabile aumentare i dosaggi del Tramadolo quando si usa associato a questi farmaci. La Chinidina può aumentare i livelli plasmatici di Tramadolo. Per quanto riguarda Digossina e Cumadina, il Tramadolo ne aumenta l’efficacia, pertanto è necessario correggere il dosaggio. Sono state segnalate crisi epilettiformi soprattutto in pazienti che assumevano Inibitori del reuptake della serotonina, Antidepressivi Triciclici, Oppioidi, Inibitori della MAO e altri farmaci antiepilettici. È pertanto consigliato il non utilizzo del Tramadolo in pazienti epilettici o a rischio. EFFETTI COLLATERALI Vertigine, male di testa, sonnolenza, stimolazione del CNS, astenia, nausea, vomito, costipazione (in casi rari), rush cutanei, prurito, crisi epilettoidi. Non si sono osservate reazioni anafilattiche al Tramadolo, ma in caso di precedenti reazioni analoghe a codeina od oppioidi in generale, conviene usare molta cautela. ANTAGONISTI Il Naloxone, antagonizza parzialmente l’analgesia da Tramadolo. È necessario usare questo farmaco con cautela in quanto può causare crisi epilettiche, comunque facilmente eliminabili con barbiturici o benzodiazepine. Anche la yohimbina è in grado d’antagonizzare l’analgesia da Tramadolo. Lo studio è stato effettuato su ratti, utilizzando la somministrazione intratecale. Il Ritanserin antagonizza l’effetto del Tramadolo sulla serotonina. DISTRIBUZIONE Il Tramadolo presenta un’elevata affinità per i tessuti, ed un modesto legame con le proteine plasmatiche (circa del 20%). Questo farmaco può oltrepassare la barriera placentare, e le concentrazioni nella vena ombelicale raggiungono quasi l’80% di quelle sistemiche. Nel latte materno si sono osservate quantità trascurabili del farmaco e del suo metabolita. Bibliografia Reperibile presso l’autore Indirizzo per la corrispondenza:Nicola Ronchetti Clinica Veterinaria San Francesco, Castelnuovo Rangone (MO)