SOMMARIO 7 Capitolo 1 LO STOMACO: COME FUNZIONA E I SUOI DISTURBI 39 Capitolo 2 SI AMMALA CHI NON RIESCE A “DIGERIRE” LA PROPRIA VITA 73 Capitolo 3 I COMPORTAMENTI CHE AIUTANO A STARE MEGLIO 109 Capitolo 4 I RIMEDI NATURALI PREVENGONO E CURANO I DISTURBI DIGESTIVI 137 Capitolo 5 GLI ALIMENTI ADATTI PER LO STOMACO E LA DIGESTIONE CAPITOLO 1 LO STOMACO: COME FUNZIONA E I SUOI DISTURBI 8 Il “laboratorio” del corpo Fisiologia e patologia 14 I principali malesseri dello stomaco 26 Quanto sono diffusi i disturbi digestivi? 29 In sintesi: dubbi e risposte 32 Le terapie ufficiali e i farmaci Il “laboratorio” del corpo Fisiologia e patologia L a parola “stomaco” deriva dal greco “stomachos”. In origine la parola greca significava “orifizio”, ed era un diminutivo di “stoma”, che invece significa “bocca”. Col passare degli anni, il termine ha incominciato a indicare la “bocca” dello stomaco e, in seguito, l’intero organo. Gli antichi non erano a conoscenza della reale natura dei processi chimici che avvengono al suo interno, ma era già chiaro che lo stomaco è il “laboratorio” del corpo. In particolare la Scuola Medica Salernitana - considerata il primo esempio di luogo di studio e insegnamento della medicina moderna - si è soffermata sul rapporto tra il buon funzionamento dell’apparato digerente e la salute dell’intero organismo. Infatti lo stomaco, durante l’azione digestiva, dialoga con grande equilibrio con fegato e intestino. In particolare lo stomaco “smonta il cibo”, l’intestino lo “filtra”, il fegato lo assorbe. Così l’organismo si nutre ogni giorno. Prima di entrare nello specifico delle patologie legate allo stomaco, è importante capire come è fatto il “nostro” organo e quali sono le parti che lo compongono. Scoprirne l’aspetto aiuterà a comprendere ancora più a fondo dove nascono e si sviluppano le varie patologie a esso legate. Entriamo ora in questa specie di “fabbrica”, dove avvengono alcune tra le più grandi trasformazioni dell’intero organismo. 8 Lo stomaco: come funziona e i suoi disturbi Com’è fatto: un organo “muscolare” ed elastico Lo stomaco è un organo a forma di “j”, localizzato tra la parte terminale dell’esofago (e collegato ad esso attraverso la sezione definita “cardias”) e il primo tratto dell’intestino tenue (il duodeno, da qui l’ulcera gastroduodenale). È un organo muscolare, poiché è in grado I particolari legami tra cervello e stomaco S e volessimo indagare il rapporto tra cervello e apparato digestivo, un buon punto di partenza sarebbe quello di analizzare il comportamento di patologie molto diverse tra loro, come ansia e depressione da un lato e gastrite o ulcera dall’altro: anche i gusti alimentari sono un fattore mentale che influisce enormemente sulla salute dello stomaco. La sorprendente caratteristica delle possibili affezioni digestive sta nella loro origine: ognuna di esse si manifesta in entrambi i cervelli, quello “di sopra”, nella testa, e quello “di sotto”, custodito da stomaco e intestino. Ulcere, gastriti e acidità “cominciano” nella metà dei casi nella sfera mentale. Insomma è come se fossero patologie che riguardano lo stesso organo: i disturbi dell’umore possono bloccare la digestione, mentre i problemi digestivi ci rendono irritabili e nervosi, in un continuo gioco di specchi che testimonia la stretta connessione esistente tra tali organi. 9 di produrre contrazioni ritmiche che mescolano il contenuto alimentare e le sostanze prodotte. Ma è anche una parte elastica del nostro corpo, che cambia dimensioni a seconda di ciò che “ospita” (le sue pareti possono passare da 15 a 5 mm di spessore). Simile a una sacca caratterizzata da due curvature - una definita “grande curvatura”- quest’organo è costituito da un’unica parete elastica a vari strati: il più esterno è il peritoneo, una struttura fibrosa che ha la funzione di proteggerlo e di mantenerlo aderente agli organi vicini. Il secondo strato è quello muscolare. Il terzo è la sottomucosa, ricca di piccoli vasi sanguigni. Proseguendo verso l’interno troviamo un ulteriore tessuto muscolare e, infine, giungiamo alle pareti più interne, cioè alla mucosa vera e propria. All’interno della mucosa si annidano numerose ghiandole che secernono il succo gastrico, una sostanza composta da enzimi, muco e acido cloridrico. Immagazzina e scompone i cibi Nel processo digestivo lo stomaco svolge tre importanti funzioni: funge da “deposito” dei materiali ingeriti, si occupa della demolizione e dello “sminuzzamento” dei cibi residui e infine procede a una serie di trasformazioni chimiche delle sostanze contenute negli alimenti. La prima funzione, quella di deposito, è assicurata dalla natura estensibile dello stomaco, che può dilatarsi fino a raggiungere una capienza di 4 litri. Dopo che tutto il cibo è stato immagazzinato al suo interno, lo stomaco comincia a contrarsi, producendo dei movimenti che in medicina sono chiamati “onde peristaltiche”. In alcuni punti le pareti dello stomaco si stringono fino ad assumere un calibro di pochi millimetri 10 Lo stomaco: come funziona e i suoi disturbi e, di conseguenza, il cibo viene letteralmente “tritato”. Nell’ultima fase, invece, gli acidi e gli enzimi presenti sulle pareti gastriche cominciano ad “aggredire” le molecole di cibo, trasformandole in sostanze utili per il corpo. È solo all’interno dell’intestino, però, che si completa il processo digestivo. Le pareti intestinali, infatti, assorbono la maggior parte delle sostanze prodotte dalla digestione, immettendole nella circolazione sanguigna. La funzione principale dello stomaco, dunque, è quella di scomporre, attraverso l’acido cloridrico, le molecole contenute negli alimenti ingeriti: in questo modo il cibo viene “semplificato” e preparato per essere assorbito dall’intestino tenue. Quest’organo ha un ruolo fondamentale anche nella digestione proteica (che avviene attraverso l’azione dei suoi enzimi), nell’assorbimento dell’acqua, di alcuni ioni e di composti liposolubili (alcol e caffeina, per esempio). Acido cloridrico, enzimi e muco sono le sostanze Quanto tempo dura la digestione? I n un organismo sano lo svuotamento dello stomaco inizia 20 minuti dopo il pasto e termina in circa 2 ore. Tuttavia questo tempo può raddoppiare se il pasto è ricco di grassi e di fritti. In alcuni casi lo svuotamento può impiegare anche 5/6 ore. Bisogna ricordare tuttavia che non esiste una “regola” valida per tutti: ogni persona possiede dei tempi di digestione diversi da quelli altrui. 11 che costituiscono il succo gastrico, primo motore nella scomposizione degli alimenti. L’acido cloridrico, però, è anche la causa scatenante di molte patologie (come la gastrite): ciò avviene quando una sostanza prodotta dallo stomaco, la mucina, non è più in grado di proteggere le pareti dell’organo dall’aggressività dell’acido stesso. Il “percorso” della digestione In medicina la digestione è definita come “l’insieme delle trasformazioni fisico-chimiche alle quali sono sottoposti gli alimenti nell’apparato digerente e attraverso le quali avviene l’assimilazione delle sostanze destinate alla nutrizione dell’organismo”. In maniera più semplice potremmo dire che la digestione serve a “scomporre” gli Perché si scatena il singhiozzo? L o stomaco e il suo malfunzionamento sono i responsabili del singhiozzo. Questa “reazione”, infatti, è una contrazione inaspettata, involontaria e spasmodica del diaframma, ed è caratterizzata da una veloce inspirazione seguita dall’improvvisa e rumorosa chiusura della glottide. Gli impulsi responsabili del singhiozzo hanno solitamente origine gastrointestinale. Nella fattispecie possono essere provocati dall’abitudine di ingerire aria attraverso gli alimenti e la masticazione (aerofagia), dalla dispepsia o direttamente dal reflusso gastroesofageo. 12 Lo stomaco: come funziona e i suoi disturbi alimenti in sostanze più semplici che vengono assimilate dall’organismo, mentre le sostanze di scarto vengono eliminate attraverso le feci. La digestione comincia nella bocca, dove il cibo viene sminuzzato e umidificato dalla saliva, fino a diventare una “poltiglia” chiamata bolo. Il bolo scende nello stomaco e qui rimane per un periodo che varia dalle 2 alle 4 ore, durante le quali subisce numerose trasformazioni chimiche grazie all’azione dei succhi gastrici. Il passaggio successivo prevede poi il trasferimento dei cibi semidigeriti dallo stomaco all’intestino, dove le sostanze nutritive vengono assorbite dall’organismo e trasferite ai diversi organi del corpo. Dopo l’assorbimento, la massa alimentare prende il nome di chimo e viene spinta verso il retto dai movimenti peristaltici dell’intestino. Durante il passaggio il chimo si trasforma in feci ed è pronto per essere eliminato. Una sinfonia di più “strumenti” Nel processo delicatissimo della digestione sono coinvolti molti organi, tra cui il fegato e il pancreas. Il fegato interviene nella digestione secernendo la bile. Si tratta di una miscela di colore verdastro contenente acqua, colesterolo e sali biliari, che viene raccolta in una piccola vescica, chiamata cistifellea o colecisti, e il cui scopo è quello di emulsionare i grassi ingeriti, facilitandone lo smaltimento. Il pancreas, invece, produce l’insulina, necessaria a metabolizzare il glucosio e i succhi pancreatici utili per demolire zuccheri e proteine e trasformarli in elementi semplici. Inoltre svolge un ruolo la saliva: essa contiene alcuni enzimi, come la ptialina, che servono ad “aggredire” già nella bocca gli amidi e il maltosio contenuti in numerosi cibi. 13 I principali malesseri dello stomaco I l “mal di stomaco” è il termine comune con cui ci si riferisce alle differenti patologie dell’organo digestivo più importante. Spesso i problemi digestivi compaiono dal nulla; gli organi dell’apparato digerente possono covare in silenzio infiammazioni e affaticamenti che alla lunga diventano veri e propri sintomi sempre più frequenti. Ma quali sono quelli più diffuse? Gastrite, ulcera e reflusso gastroesofageo sono le affezioni che colpiscono quasi un italiano su quattro: l’ulcera è la patologia più controversa per le origini spesso non riconosciute a pieno e per il percorso di cura non sempre facile. Molto spesso queste patologie vengono raggruppate sotto il termine “dispepsia”. La parola “dispepsia” deriva dal greco antico, ed è formata dall’unione di “dis” (cattivo) e “pepsis” (digestione). Letteralmente, dunque, dispepsia significa “cattiva digestione”. Non a caso questo termine è usato in medicina per indicare tutto quell’insieme di patologie e di sintomi riconducibile a una digestione lenta e faticosa. La dispepsia può essere rivelata da sintomi “generici” come gonfiore, senso di pesantezza e acidità, spesso dovuti a gastrite, ernia iatale, ulcera, reflusso gastroesofageo. Per dispepsia si intende genericamente un disturbo della digestione e dello stomaco. Vediamo nel dettaglio quali sono le patologie più specifiche che possono colpire l’organo digestivo e le caratteristiche di tutti i disturbi legati alla sfera dello stomaco. 14 Lo stomaco: come funziona e i suoi disturbi Bruciore e acidità È il sintomo principale di una cattiva digestione. Se il fastidio fa la sua comparsa solo occasionalmente in concomitanza con un periodo di stress o di “abbuffate”, allora non c’è da preoccuparsi. Un ostinato bruciore, invece, può essere il campanello d’allarme di molte patologie come gastrite, reflusso gastroesofageo o ulcera gastrica, ma può anche durare poco e indicare un momentaneo disagio dell’apparato digerente che non riesce a “gestire” correttamente gli alimenti ingeriti. Si manifesta allora una persistente acidità che parte dalla bocca dello stomaco per irradiarsi verso lo sterno e a volte fino alla gola. Anche solo la vista dei cibi stimola gli acidi gastrici U na peculiarità dello stomaco è che può essere stimolato molto facilmente e soprattutto dall’esterno. In che modo? La produzione di acido cloridrico può avvenire anche solo visivamente: “l’acquolina in bocca” che sentiamo quando vediamo cibi appetitosi non indica solo un intensificarsi della salivazione, ma è il segnale anche di qualcosa che si sta verificando proprio nel nostro stomaco. Incantarsi su una tavola imbandita aumenta spesso anche la produzione di acido cloridrico, come se il nostro organo aspettasse davvero quello che stiamo solamente guardando. 15 Le caratteristiche: può evolversi in ulcera L’acidità di stomaco si manifesta come una fastidiosa sensazione di bruciore (viene spesso paragonato a un fuoco che brucia e divora dall’interno). In medicina questa condizione è chiamata pirosi o acidità gastrica ed è scatenata dagli acidi contenuti nello stomaco, che insorgono nella bocca dello stomaco e salgono verso l’esofago danneggiandone le mucose. Talvolta il bruciore può trasformarsi in vero e proprio dolore, in alcuni casi può essere accompagnato da nausea, vomito e inappetenza. Tutti questi sintomi sono la conseguenza di un’eccessiva secrezione acida, che riesce a superare lo strato di muco che protegge la parete dello stomaco. In molti casi dietro a questa situazione si nasconde una dieta scorretta: consumare pasti troppo abbondanti, con alimenti difficili da digerire, assumere farmaci o abusare di alcol può irritare le pareti dello stomaco, provocando una patologia chiamata “gastrite acuta”, un’infiammazione della parete interna dello stomaco, spesso difficile da riconoscere a causa del suo decorso silenzioso. La gastrite può cronicizzarsi ed evolvere in ulcera, una malattia difficile da trattare perché dopo essere stata curata, tende a ripresentarsi. Se la sensazione di bruciore non si limita all’area gastrica ma si irradia verso l’alto, fino a interessare anche la gola, con tutta probabilità il sintomo è dovuto alla malattia da reflusso gastroesofageo. Questa, come vedremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo, è dovuta alla risalita del contenuto gastrico nell’esofago, a causa dell’incontinenza della valvola muscolare che dovrebbe chiudere l’imboccatura dello stomaco. 16