Esercitazione 1 Biagio Provinzano Marzo 2005 In questa prima esercitazione ripasseremo il concetto di partizione di tensione discutendo tre brevi esempi. Con riferimento alla Figura 1 determiniamo la tensione Vo rispetto a massa e le due cadute di tensione V1 e V2 tra le due alimentazioni duali VDD = +10V , VSS = −10V . L’unica particolarità di questo circuito è che per determinare Vo bisogna tener conto della presenza dell’alimentazione negativa, quindi occhio a non apR1 plicare la solita formula del partitore di tensione Vo = VRDD , valida solo quando 1 +R2 VSS = 0V . Nel nostro caso si può pensare ad una sovrapposizione degli effetti, considerando alternativamente le due alimentazioni. VSS VDD Vo VDD R1 R1 + R2 VSS R2 (II) = 0V =⇒ Vo = R1 + R2 VDD R1 + VSS R2 10(R1 − R2 ) = Vo(I) + Vo(II) = = [V ] R1 + R2 R1 + R2 = 0V =⇒ Vo(I) = Osservazione 1 Risulta ovvio vedere che se R1 = R2 la tensione Vo si porta a zero Volt, punto simmetrico rispetto alle due alimentazioni duali. Alternativamente è possibile vedere Vo come somma di VSS più la caduta di tensione V1 , da cui si ha ∙ ¸ VDD − VSS VDD R1 + VSS R2 Vo = V1 + VSS = R1 + VSS = R1 + R2 R1 + R2 Per le cadute di tensione basta riferirsi alla Figura 1 e scrivere le seguenti: (VDD − VSS )R2 20R2 = [V ] R1 + R2 R1 + R2 (VDD − VSS )R1 20R1 = = [V ] R1 + R2 R1 + R2 V2 = VDD − Vo = V1 = Vo − VSS In Figura 2 vogliamo calcolare la tensione al nodo Vo , riducendo il sistema 0 di resistenze con le regole della serie e del parallelo. Calcoliamo prima Vo e 1 successivamente Vo . 0 Vo 0 Vo = = Vo R1 R1 + R2 VDD [R3 k (R2 + R1 )] R4 + [R3 k (R2 + R1 )] 0 Con R1 = R2 = 1kΩ, R3 = R4 = 2kΩ e VDD = 3V si ottiene Vo = 1V , Vo = 0.5V . Figura 1: Partitore di tensione tra due tensioni di riferimento di polarità opposta In Figura 3 riconsideriamo il primo esempio aggiungendo un diodo con caratteristica ideale (Vγ = 0.7V ). Ipotizziamo che il diodo sia ON, per cui è possibile sostituirlo con una batteria da 0.7V e calcoliamo la corrente che circola nel circuito proposto. ID = = VDD − Vγ − VSS , con R1 = R2 = R = 1kΩ 2R 19.3V = 9.65mA 2kΩ A questo punto è facile calcolare le tensioni nodali e le cadute di tensione indicate in Figura 3. Il risultato è coerente con l’assunzione fatta di diodo in conduzione. Vo 0 Vo V1 V2 = VDD − ID R = 0.35V = Vo − Vγ = −0.35V 0 = Vo − VSS = 9.65V = VDD − Vo = 9.65V 2 Figura 2: Partitore resistivo di un eventuale stadio di ingresso Figura 3: Partitore di tensione con diodo ideale 3 Osservazione 2 Data la simmetria del problema (R1 = R2 = R ed inoltre | VDD |=| VSS |), il risultato ottenuto poteva essere intuito osservando bene il circuito. Cosa succede se si capovolge il diodo? Possiamo a buon diritto ipotizzare che il diodo non condurrà (ID = 0A) per cui V1 = V2 = 0V e Vo = VDD = 10V , VD = −20V . L’ultimo valore trovato conferma l’assunzione fatta, per cui il diodo è effettivamente OFF. Il prossimo circuito in Figura 4 rappresenta uno stadio base di amplificazione realizzato con un MOS. Lo schema è noto come stadio a source comune. I dati sono i seguenti: R1 = 700kΩ, R2 = 800kΩ, R3 = 2kΩ, R4 = 5kΩ, Cin = 100nF , C3 −→ ∞ (per il segnale), I = 1mA, VDD = 15V , Vth = 2V , K = 0.5 mA V2 , ro −→ ∞. Come prima cosa calcoliamo il punto di lavoro del dispositivo, indicando le tensioni ad ogni nodo e le correnti in ogni ramo. Ipotizziamo che il MOS sia acceso e che lavori in zona di satuazione (ovvero VGS > Vth e VGD < Vth ). R1 Immediato è il calcolo di VG = VRDD = 7V (ecco il partitore che abbiamo 1 +R2 VS visto in precedenza). Ora dobbiamo imporre ID = K(VGS − Vth )2 = R da cui 3 abbiamo VS1 = 7.79V e VS1 = 3.20V . Affinchè il MOS sia acceso accettiamo V il secondo valore. ID = RS31 = 1.6mA, IR4 = ID − Io = 0.6mA, da cui Vo = VDD − R4 IR4 = 12V . Questo valore permette di confermare l’ipotesi fatta sul punto di lavoro (VGD < Vth −→ 7V − 12V = −5V < 2V ). L’ultimo valore richiesto è IR1 = IR2 = RV1DD +R2 = 0.01mA. Figura 4: Stadio di amplificazione a source comune 4 o Calcoliamo il guadagno di tensione di piccolo segnale vvin in media frequenza, abituandoci a bypassare mentalmente il circuito equivalente di piccolo segnale. Osserviamo subito che vgs = vg , poichè il source è a massa. Quindi possiamo risalire a v0 in due passi: vg vo sτ in vin (funzione di trasferimento passa alto) 1 + sτ in = −gm R4 vg (ro −→ ∞ ovvero VA −→ ∞) vo sτ in sτ in =⇒ =− gm R4 = −9 vin 1 + sτ in 1 + sτ in = dove τ in = Cin (R1 k R2 ) ∼ = 37.33ms e gm = 2K(VGS − Vth ) = 1.8 mA V . La 1 ∼ frequenza di taglio inferiore risulta uguale a fL = 2πCin (R 4.26Hz. In = kR ) 1 2 media frequenza possiamo calcolare le impedenze di ingresso e di uscita per il segnale Zin Rout 1 + sCin Rp sCin = R4 = 5kΩ = dove Rp = R1 k R2 . Quindi notiamo che a frequenze elevate il segnale vede Rp , mentre in continua il circuito di ingresso presenta per il segnale un’impedenza infinita. Ora consideriamo il caso in cui VA = 100V (ro di valore finito) ed il segnale abbia una impedenza interna di R = 100kΩ. Vediamo cosa accade per il guadagno di tensione e per le impedenze di ingresso e di uscita per il segnale: vg vo sτ in 0 vin (è ancora un passa alto) 1 + sτ in = −gm (R4 k ro )vg vo sτ in sτ in ∼ =⇒ =− 0 gm (R4 k ro ) = −8.33 0 vin 1 + sτ in 1 + sτ in = 0 dove τ in = Cin (Rp + R) ∼ = 47.33ms −→ 0 1 0 2πτ in ∼ = 3.36Hz, ro ' VA ID = 62.5kΩ. Notiamo infine che τ in > τ in . Non cambia l’impedenza di ingresso, mentre cambia quella di uscita Zin Rout 1 + sCin Rp sCin = R4 k ro ∼ = 4.63kΩ = Come ultimo esercizio ricalcoliamo il guadagno di tensione nella situazone in cui eliminiamo la capacità C3 e consideriamo ro infinito (per semplicità eliminiamo anche R). 5 vg vo sτ in vin 1 + sτ in = −gm R4 vgs (ro −→ ∞ ovvero VA −→ ∞) = Questa volta (si veda Figura 5) non abbiamo più il source a massa per cui per ricavare vgs abbiamo a che fare ancora con un partitore di tensione, visto che guardando dentro il source vediamo una resistenza verso massa (ovvero verso il gate posto a massa) pari a g1m (provare per credere!). Perciò possiamo scrivere vgs R3 = vg − vg 1 = vg gm + R3 1 gm 1 gm + R3 = vg 1 1 + gm R3 da cui il guadagno risulta essere (il MOS si comporta come un generatore di corrente di drain id comandato in tensione da vgs ) sτ in sτ in gm R4 ∼ vo =− = −1.95 vin 1 + sτ in 1 + gm R3 1 + sτ in Figura 5: Circuito per il calcolo dell’impedenza di piccolo segnale vista entrando dal source (ro −→ ∞) Osservazione 3 Il guadagno (tralasciando la partizione di tensione d’ingresso) si è ridotto di un fattore 1+g1m R3 . Però comparando questa configurazione con l’amplificatore con il source a massa, possiamo qui ottenere una maggiore 6 escursione del segnale in ingresso (dello stasso fattore di cui sopra) senza subire distorsioni dovute all’uscita del dispositivo dalla zona di saturazione. Ci saranno altri vantaggi che vedremo in seguito, primo fra tutti una maggiore banda passante. Osservazione 4 Questa configurazione presenta una particolarità molto comune nei circuiti elettronici, ovvero si riscontra un effetto stabilizzante della corrente di drain id dovuto alla controreazione negativa. Se ne parlerà approfonditamente più avanti nel corso, per ora mettiamo in evidenza che avere controreazione vuol dire avere una frazione della variabile elettrica misurata in uscita, riportata in ingresso e confrontata (sommata con segno) con un’altra variabile elettrica. Formalmente potremmo dire che xout = f (xin , xout ), in tal maniera si può condizionare un’osservabile elettrica. Nel nostro caso, con rifer√ imento alla Figura 6, si osserva che se gm ∝ ID aumenta (per qualche ragione aumenta la corrente di polarizzazione di drain), allora gm ↑ =⇒ id ↑ =⇒ vs ↑ =⇒ vgs ↓ =⇒ id ↓ per cui si ha appunto un effetto di compensazione (situazione duale se ID diminuisce) ed il guadagno risulta più stabile. Figura 6: Esempio di circuito con reazione negativa il cui effetto è quello di stabilizzare il guadagno dello stadio Osservazione 5 Cosa succede nel calcolo del guadagno se consideriamo C3 di valore finito (il segnale in media frequenza non vede più un corto dal source verso massa)? In questo caso è molto semplice calcolare direttamente il guadagno, con 7 riferimento alla Figura 4 possiamo scrivere vg vo vgs sτ in vin 1 + sτ in = −gm R4 vgs (ro −→ ∞ ovvero VA −→ ∞) 1 R3 1 = vg , dove Z3 = R3 k = 1 + gm Z3 sC3 1 + sR3 C3 1 1 + sR3 C3 1 1 + sτ 3 = vg = vg R3 C3 1 + gm R3 1 + s 1+g 1 + g R 1 + sτ 03 m 3 m R3 = con C3 = 100nF , τ 3 = R3 C3 , τ 03 = τ 03 0 f3 R3 C3 1+gm R3 , per cui ∼ = 46.47µs < τ 3 = 200µs < τ in ∼ = 37.33ms ∼ = 3.42kH > f3 ∼ = 795.77Hz > fin ∼ = 4.26Hz Infine il guadagno di tensione risulta essere vo vin sτ in gm R4 1 + sτ 3 1 + sτ in 1 + gm R3 1 + sτ 03 sτ in 1 + sτ 3 ∼ = −1.95 1 + sτ in 1 + sτ 03 = − Di seguito in Figura 7 sono riportati i diagrammi approssimati di Bode in ampiezza e fase per il guadagno di tensione ricavato. Figura 7: Diagrammi approssimati di Bode per il guadagno di tensione del monostadio con C3 = 100nF 8