In Flanders Fields In Flanders Fields the poppies blow Between the crosses, row on row That mark our place, and in the sky the larks, still bravely singing, fly Scarce heard amid the guns below Sui campi delle Fiandre Sui campi delle Fiandre sbocciano i papaveri in mezzo a tante croci, che, in lunghe file uguali, segnano il nostro posto, una per ciascuno. Nel cielo ancora volano le allodole cantando, ma il rombo dei cannoni confonde quella voce. We are the Dead. Short days ago We lived, felt dawn, saw sunset glow, Loved and were loved, and now we lie in Flanders Fields. Noi siamo i morti uccisi dalla guerra. Non molti giorni fa eravamo vivi: ci sorrideva l’alba ed il tramonto ci affascinava con i suoi colori, noi amavamo ed eravamo amati. Ed, ecco, riposiamo sui campi delle Fiandre. Take up our quarrel with the foe: To you from falling hands we throw Proseguite voi la nostra lotta contro il nemico per la libertà. Le nostre mani cadono, ma a voi la torcia passano degli ideali eterni d’ogni uomo. Siano le vostre mani ormai a tenerla in alto. The torch; be yours to hold it high. If ye break faith with us who die We shall not sleep, though poppies grow in Flanders Fields. Se non ricorderete perché noi siamo morti, più non avremo pace ne’ riposo, pur se nei campi aperti delle Fiandre seguiteranno a crescere i papaveri. (1952) Testo: John McCrae Musica: Luc Wynants Non è certo un caso che i papaveri rossi si ritrovino in tante e tante canzoni contro la guerra: tradizionalmente, nel mondo anglosassone, tali fiori sono dedicati alla memoria delle vittime sui campi di battaglia della prima e della seconda guerra mondiale. La cosa sembra risalire proprio a questa poesia di John McCrae, poi divenuta una canzone con la musica di Luc Wynants; ed è così, ad esempio, che in Gran Bretagna, nell' "Armistice Day", tutti portano un papavero rosso all'occhiello. Qualcuno ritiene che si debba andare ben più indietro nel tempo; si narra, infatti, che Gengis Khan, l'imperatore e condottiero mongolo che conquistò il più grande impero che la storia abbia mai visto, portasse sempre con sé dei semi di papavero da spargere sui campi di battaglia dopo le sue vittorie, in ricordo e rispetto di coloro che vi erano caduti, ed anche per "segnare", con il colore di quei fiori, che là si era svolta una battaglia. Il Remembrance Day (o Armistice Day) è un giorno di commemorazione osservato ogni 11 novembre nei paesi del Commonwealth (Regno Unito, Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica e altri) e in diversi stati europei (compresi Francia e Belgio) per ricordare la fine della Prima Guerra Mondiale (11 novembre 1918) e le altre guerre. Il Remembrance Day è dedicato in modo specifico ai militari caduti in battaglia, e venne istituito da Giorgio V il 7 novembre 1919, su suggerimento di Edward George Honey. Fu un ufficiale medico canadese durante la Prima Guerra Mondiale, il tenente colonnello John McCrae, a descrivere poeticamente i campi del Belgio fioriti di papaveri e cadaveri nella sua famosa "In Flanders Fields" ("Nei campi delle Fiandre") che scrisse il 3 maggio 1915, dopo aver assistito alla morte di un caro amico, il ventiduenne tenente Alexis Helmer. Proprio in seguito al successo della poesia, nacquero negli Stati Uniti le prime spille a forma di papavero per la raccolta di fondi destinati agli orfani di guerra. L'idea fu ripresa in Francia da madame E. Guérin che iniziò a vendere papaveri artificiali fatti a mano per raccogliere offerte, nel giorno dell'Armistizio, per i bambini poveri delle zone d'Europa devastate dalla guerra. Nel 1921 l'ex comandante in capo dell'esercito inglese, Earl Haig, rimase così impressionato dall'attività di madame Guérin che decise di appoggiare entusiasticamente l'utilizzo delle medesime spille per una campagna della Royal Legion inglese, allo scopo di racimolare fondi per i veterani poveri e invalidi. Da allora i "red poppies", i papaveri rossi, sono per tutta la cultura anglosassone indissolubilmente associati al Remembrance Day, come simbolo unificante del ricordo dei caduti in battaglia. Gabriele D'Annunzio e i papaveri rossi Questo è interessante dal punto di vista lettarario. Il grande Gabriele D'Annunzio anticipò la stessa "In Flanders Fields" scritta da McCrae nel 1915 scrivendo, nel 1902, il "Ditirambo I", lirica contenuta nell'"Alcyone", il Terzo libro delle "Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi". Nello stralcio riportato sotto (vv. 69-80) si trovano di nuovo i papaveri rossi, che ricordano al poeta il sangue versato sui campi di battaglia (la lirica è ambientata nell'Agro Romano). Vidi campo di rossi papaveri vasto al mio sguardo come letto di strage, come flutto ancor caldo sgorgato da una ecatombe. Non mai più fervente rossore veduto avean gli occhi miei grandi, e tutta la mia vita tremava dalle radici come s'io mi svenassi sul sacro tuo suolo con vene giganti. Fabrizio De André e i papaveri rossi Il grande cantautore e poeta Fabrizio De André, vorace divoratore di libri, avrà certamente conosciuto queste opere e questi simboli, citandoli in modo poetico nella sua celebre "La guerra di Piero", commovente storia di un soldato che rifiuta di sparare al nemico e muore; proprio "mille papaveri rossi" veglieranno sul suo sonno, ora che il giovane è "sepolto in un campo di grano"... La guerra di Piero - Fabrizio de André Dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma son mille papaveri rossi lungo le sponde del mio torrente voglio che scendano i lucci argentati non più i cadaveri dei soldati portati in braccio dalla corrente così dicevi ed era inverno e come gli altri verso l'inferno te ne vai triste come chi deve il vento ti sputa in faccia la neve fermati Piero, fermati adesso lascia che il vento ti passi un po' addosso dei morti in battaglia ti porti la voce chi diede la vita ebbe in cambio una croce ma tu non lo udisti e il tempo passava con le stagioni a passo di giava ed arrivasti a varcar la frontiera in un bel giorno di primavera e mentre marciavi con l'anima in spalle vedesti un uomo in fondo alla valle che aveva il tuo stesso identico umore ma la divisa di un altro colore sparagli Piero, sparagli ora e dopo un colpo sparagli ancora fino a che tu non lo vedrai esangue cadere in terra a coprire il suo sangue e se gli sparo in fronte o nel cuore soltanto il tempo avrà per morire ma il tempo a me resterà per vedere vedere gli occhi di un uomo che muore e mentre gli usi questa premura quello si volta, ti vede e ha paura ed imbracciata l'artiglieria non ti ricambia la cortesia cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che il tempo non ti sarebbe bastato a chiedere perdono per ogni peccato cadesti in terra senza un lamento e ti accorgesti in un solo momento che la tua vita finiva quel giorno e non ci sarebbe stato un ritorno Ninetta mia crepare di maggio ci vuole tanto troppo coraggio Ninetta bella dritto all'inferno avrei preferito andarci in inverno e mentre il grano ti stava a sentire dentro alle mani stringevi un fucile dentro alla bocca stringevi parole troppo gelate per sciogliersi al sole dormi sepolto in un campo di grano non è la rosa non è il tulipano che ti fan veglia dall'ombra dei fossi ma sono mille papaveri rossi.