La grande guerra. (pptx 1 Mb)

L’ITALIA PRIMA DELLA PRIMA GUERRA
MONDIALE
LA PRIMA GUERRA MONDIALE
…
IL FRONTE ITALIANO
• Data : 24 maggio 1915 - 4 novembre 1918
• Luogo : Alpi e Prealpi italiane orientali, pianura
veneto-friulana
• Esito : Vittoria italiana
• Modifiche territoriali : Dissoluzione dell'Impero
austro-ungarico
• Annessione all'Italia di Venezia Giulia, Venezia
Tridentina e Zara Regno d'Italia
• 651.000 morti
953.886 feriti
UNA SINGOLA MORTE E’ UNA TRAGEDIA
UN MILIONE DI MORTI E’ UNA STATISTICA
josEf stalin
STORIA
Il presupposto storico più generale della Grande guerra è il processo di industrializzazione che
interessò l’Europa, gli Stati Uniti e il Giappone nella seconda metà dell’Ottocento e che ebbe il
suo culmine nella seconda rivoluzione industriale. Furono due le conseguenze di tale
processo che vanno considerate come cause remote della Grande guerra. Sul piano economico,
la concentrazione industriale, portò a un’enorme crescita della produttività. Questa a sua volta
si tradusse in una spietata e generalizzata guerra commerciale.
Sul piano politico, con l’adozione del protezionismo e l’aumento delle commesse statali, ovvero
l’imperialismo, il conflitto economico tra imprese private si trasformò in conflitto politico tra Stati.
Il sistema internazionale europeo si polarizzò in due alleanze contrapposte: la Triplice intesa,
che faceva perno sull’Inghilterra, e la Triplice alleanza, che aveva come punto di riferimento la
Germania. I tradizionali conflitti bilaterali di portata si saldarono in un unico conflitto multilaterale
di portata globale. In questa situazione la minima esplosione locale di conflittualità era destinata
a innescare l’attentato di Sarajevo.
Dopo la guerra il bilancio fu: 8,5 milioni i morti, 20 milioni i feriti gravi. Alle perdite umane si
aggiunse l’enorme distruzione di risorse materiali, che a livello economico si tradussero in un
enorme aumento dei debiti pubblici degli Stati. I governi vi fecero fronte stampando banconote in
eccedenza e dando origine a un processo inflazionistico che provocò profonde tensioni sociali.
LETTERATURA – ARTE- FILOSOFIA
La tragica esperienza della Grande guerra lasciò un segno profondo nella produzione letteraria
di tutti i paesi coinvolti, anche perché molti furono i poeti e gli scrittori che vi parteciparono in
prima persona come soldati. Ai temi della caducità, della dialettica della vita e della morte, resi
attraverso le metafore del miraggio, si aggiungono quelli del naufragio e dei fenomeni naturali
del decadimento. Nonostante ci fu un cambiamento notevole in letteratura, la guerra incise
anche sulla produzione artistica figurativa in maniera ridotta; il tema della guerra ebbe un
grande rilievo e ci fu un nuovo stile chiamato: Nuova oggettività, che fu uno degli ultimi esiti
dell’Espressionismo.
Dal punto di vista filosofico, le premesse della guerra sono rinvenibili nella concezione assoluta
della soggettività umana elaborata dalle due correnti egemoni del pensiero ottocentesco,
l’idealismo hegeliano e il positivismo. L’esaltazione acritica delle capacità umane,
l’attribuzione all’uomo di una padronanza totale della natura e dei rapporti sociali, la fede cieca
nella positività e nella necessità del progresso storico fecero perdere all’uomo occidentale la
coscienza dei limiti della propria conoscenza e della propria prassi, diminuendone il senso di
responsabilità e la moderazione nell’agire politico.
• LA MUSICA AI TEMPI DELLA GUERRA
NARRAZIONE
Come un vero e proprio racconto, abbiamo qui di seguito essenzialmente due
voci: quella del narratore e quella del protagonista.
Il narratore è esterno e parla in terza persona, ma in alcuni momenti entra nella
narrazione con le sue esortazioni («Fermati Piero», «Sparagli Piero»),
immedesimandosi nella situazione e perciò provocando anche un maggior
coinvolgimento nel lettore/ascoltatore. Il discorso riportato di Piero, che si trova
in tre strofe.
Le parole rendono più tangibile la figura di Piero (che altrimenti rimarrebbe un
semplice soldato-fantasma in mezzo a molti altri) accentuando così il
coinvolgimento del lettore/ascoltatore.
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma son mille papaveri rossi
lungo le sponde del mio torrente
voglio che scendano i lucci argentati
non più i cadaveri dei soldati
portati in braccio dalla corrente
gli occhi di un uomo che muore
così dicevi ed era inverno
e come gli altri verso l'inferno
te ne vai triste come chi deve
il vento ti sputa in faccia la neve
e mentre gli usi questa premura
quello si volta , ti vede e ha paura
ed imbraccia l'artiglieria
non ti ricambia la cortesia
fermati Piero , fermati adesso
lascia che il vento ti passi un po' addosso
dei morti in battaglia ti porti la voce
chi diede la vita ebbe in cambio una croce
ma tu no lo udisti e il tempo passava
con le stagioni a passo di giava
ed arrivasti a varcar la frontiera
in un bel giorno di primavera
e mentre marciavi con l'anima in spalle
vedesti un uomo in fondo alla valle
che aveva il tuo stesso identico umore
ma la divisa di un altro colore
sparagli Piero , sparagli ora
e dopo un colpo sparagli ancora
fino a che tu non lo vedrai esangue
cadere in terra a coprire il suo
e se gli sparo in fronte o nel cuore
soltanto il tempo avrà per morire
ma il tempo a me resterà per vedere
cadesti in terra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che il tempo non ti sarebbe bastato
a chiedere perdono per ogni peccato
cadesti interra senza un lamento
e ti accorgesti in un solo momento
che la tua vita finiva quel giorno
e non ci sarebbe stato un ritorno
Ninetta mia crepare di maggio
ci vuole tanto troppo coraggio
Ninetta bella dritto all'inferno
avrei preferito andarci in inverno
e mentre il grano ti stava a sentire
dentro alle mani stringevi un fucile
dentro alla bocca stringevi parole
troppo gelate per sciogliersi al sole
dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa non è il tulipano
che ti fan veglia dall'ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Lo sport nella
prima Guerra
Mondiale
I giochi nel 1916 avrebbero dovuto
svolgersi a Berlino ma la Germania era
una delle nazioni in guerra e aveva tra
l’altro invaso il Belgio
Fin dall’inizio delle ostilità si
capì che quei giochi olimpici
dovevano essere cancellati
CICLISMO
Gli unici sport che non morirono del tutto furono : il CALCIO e il RUGBY;
che sopravvissero negli imperi centrali schierati sui fronti lontani , le
truppe britanniche incoraggiavano la propria squadra che giocava tra le
rovine e persino sulla stessa linea di battaglia del fronte francese.
Questa rinascita arrivò nei paesi neutrali e in particolare
nell’America Latina. Ma il Brasile , l’Argentina e l’Uruguay erano
gli Stati con più squadre e diedero vita al primo campionato tra
Argentina , Brasile , Cile e Uruguay.
Nel 1917 gli Americani portarono in tutto il mondo il Baseball
praticato soprattutto da squadre americane e francesi.
Lo sport andò avanti , gli animi degli sportivi non si placarono
per il conflitto anzi , andarono sempre più a crescere a macchia
d’olio arrivando anche a spianare e pulire dalle rovine un
piccolo terreno di guerra per costruire campetti da gioco.
I club ormai erano più di 1900; ciò indica che il football
non lo fermò nessuno.
Le squadre italiane che
nacquero in questo periodo
Il Lecce(1908)
L’Inter (1908)
Purtroppo molti calciatori morirono per via del conflitto
e non a caso alcuni stadi italiani hanno il nome dei più
bravi giocatori di quell’epoca
James Spensley
La Bassèe
Louis Van Hege
LO SPORT NON MUORE E NON MORIRA’
MAI PERCHE’ SE HA SAPUTO VINCERE
CONTRO IL CONFLITTO DELLA GRANDE
GUERRA NESSUNO RIUSCIRA’ AD
ANNIENTARLO!!
Società delle nazioni
• La Società delle Nazioni nasce nel 1919-1920 a Parigi con lo
scopo di mantenere la pace tra i Paesi del mondo.
• I paesi che fondarono “la Società delle Nazioni”, e che oggi ne
fanno ancora parte, furono: Inghilterra, Portogallo, Francia,
Australia, Canada, Cina, India , Colombia e Uruguay.
• Oggi questa organizzazione è chiamata “ONU”(Organizzazione
delle Nazioni Unite) e ne fanno parte 193 Paesi.
Perché la Società delle Nazioni
è stata rimpiazzata
• Non disponeva di forze armate;
• Era richiesto il voto unanime;
• L'esclusione della proposta giapponese sulla clausola di eguaglianza
razziale dal patto della Società;
• Alcune importanti nazioni non vi erano incluse. Gli Stati Uniti
d'America; la Germania fu membro dal 1926 al 1933. L'Unione
Sovietica entrò nel 1934 e venne espulsa per aggressione nel 1939
quando invase la Finlandia e occupò l'Estonia, la Lettonia e la
Lituania in seguito al Patto Molotov-Ribbentrop.