LA RUSSIA RIVOLUZIONARIA PAG. 146- 163
La Prima guerra Mondiale crea una situazione molto grave in Russia in quanto l’esercito, non attrezzato,
continua a subire perdite mentre l’economia sia industriale che agricola crolla a causa dei blocchi navali e
del cattivo raccolto del 1916. In questa difficile situazione scoppiano numerose manifestazioni di protesta
in particolar modo a San Pietroburgo, ribattezzata dalla zar con il nome di Pietrogrado, dove nel 1917
l’esercito inizialmente spara sulla folla, ma poi si rifiuta di eseguire gli ordini e si allea con essa armandola.
Di fronte a questi eventi lo zar Nicola Secondo, impegnato sul fronte di guerra, tenta di rientrare a
Pietrogrado ma non ci riesce per cui abdica in favore di suo fratello il granduca Michele, il quale risponde in
modo ambiguo a questa nomina per cui tale passaggio di potere non avviene e la dinastia Romanov cessa
di essere a capo della Russia.
Caduto lo zar, si istituisce un governo provvisorio, formato dai partiti presenti nella Duma, che deve
dialogare con gli esponenti socialisti menscevichi del soviet di Pietrogrado, che è il soviet più importante in
quanto non solo controlla le industrie presenti nella città ma anche la rete ferroviaria e il telegrafo. I
menscevichi rappresentano l’ala moderata socialista che si contrappone all’ala più estrema rappresentata
dai bolscevichi, che non hanno un grande potere. Il governo provvisorio stabilisce che la Russia deve
continuare la guerra per cui suscita un forte malcontento nella popolazione: di fronte a questa decisione la
Germania autorizza il rientro in Russia di Lenin, capo bolscevico esiliato dalla Russia, poiché egli vuole che la
Russia esca al più presto dalla guerra.
Lenin rientrato a Pietrogrado espone il suo programma nelle Tesi d’aprile dove sostiene che:
1
la Russia deve ritirarsi dalla guerra,
2
il potere politico deve essere dato ai soviet costituiti da operai e contadini
3
I contadini abbiamo la terra per coltivare.
Nello stesso tempo Lenin si adopera per creare un proprio esercito bolscevico che prende il nome di
Guardie rosse.
Nell’ottobre 1917 Lenin attua un colpo di stato ai danni del governo provvisorio occupando militarmente il
Palazzo d’Inverno di Pietrogrado e istituisce un nuovo governo di matrice bolscevica dove i suoi aiutanti
sono Stalin per le questioni nazionali e Trotskij per la politica estera. Il nuovo governo si adopera subito per
portare fuori dal conflitto la Russia attraverso una pace senza annessioni e senza indennizzi e attua la
confisca di tutti i campi dei ricchi latifondisti e della chiesa al fine di darli ai contadini. Quest’ultima azione
fa riferimento al progetto di rivoluzione agraria promossa dal partito social rivoluzionario, che Lenin fa
proprio per sottrargli consenso. La pace con la Germania implica però la cessione da parte della Russia di
molti territori a confine con la Germania come l’Ucraina e la Polonia così che si decide nel 1918 di spostare
la capitale da Pietrogrado a Mosca in modo da salvaguardarla da un possibile attacco delle truppe
tedesche.
Nel novembre 1917 nasce l’Assemblea Costituente che, tuttavia, vede il partito bolscevico di Lenin in
minoranza rispetto al partito social rivoluzionario per cui nel gennaio 1918 Lenin scoglie con la forza tale
assemblea, ponendo le basi per un regime a partito unico, cioè quello bolscevico. L’ascesa del partito
bolscevico genera una guerra civile interna alla Russia in cui si fronteggiano l’armata rossa, formata dai
bolscevichi guidati da Trotskji, che in poco tempo crea un esercito efficiente, reintegrando anche ufficiali ex
zaristi, e l’armata bianca, fedele allo zar che vuole ripristinare l’antico potere. Questa guerra civile genera
numerose vittime e crea una grave crisi economica dove le industrie sono nazionalizzate mentre nelle
campagne si genera una forte carestia data dai cattivi raccolti a cui Lenin fa fronte istituendo il comunismo
di guerra dove dà ordine di requisire il raccolto dei contadini e avviare una razionamento del cibo nelle città
al fine di favorire gli approvvigionamenti dell’armata rossa. Questa azione provoca la nascita del mercato
nero che viene combattuto attraverso la Ceka, cioè la polizia politica che attua una dura repressione. Nel
1920 l’armata bianca, che si mostra debole e mal guidata, viene definitivamente sconfitta ponendo fine alla
guerra civile.
Durante la guerra civile viene approvata la Costituzione dove il potere è posto nelle mani dei soviet
costituiti dagli operai sia donne che uomini che hanno diritto di voto mentre sono estromessi i contadini in
quanto non hanno sostenuto la rivoluzione in maniera adeguata. Lenin elimina ogni partito di opposizione
attraverso la Ceka in modo da concentrare il potere nelle mani del partito bolscevico, che prende il nome di
partito comunista così da distinguersi da tutti gli altri partiti di matrice socialista.
Nel 1919 nasce a Mosca la Terza Internazionale, chiamata anche Comintern, che ha il compito di diffondere
la rivoluzione sovietica in tutta Europa a cui possono aderire quei partiti che si costituiscono sulla falsa riga
del partito comunista russo: grazie a queste indicazioni date da Lenin in tutta Europa si iniziano a formare i
partiti comunisti, che si distaccano dai partiti socialisti.
Nel 1921 i marinai della base navale di Kronstadt si ribellano al comunismo di guerra a causa delle loro
condizioni di vita, ma vengono eliminati dall’esercito, tuttavia grazie a questa rivolta Lenin pone fine al
comunismo di guerra e ristruttura l’economia russa attraverso il piano della NEP, cioè Nuova politica
economica. Tale piano prevede che solo una parte dei raccolti venga requisita dalla stato favorendo la
rinascita del commercio dove si arricchiscono i kulaki, suscitando alcune proteste da parte degli operai.
Nel 1922 la Russia diventa URSS ovvero Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche, cioè una grande
federazione degli stati precedentemente appartenenti all’impero russo che formalmente sono
indipendenti, ma che in realtà sono controllati da Mosca attraverso il Comitato centrale e il segretario
generale del partito comunista; in questo stesso anno la carica di segretario viene data a Stalin poiché Lenin
è colpito da ictus. Nel 1924 Lenin muore, creando un vuoto di potere in cui si contrappongono le figure di
Stalin e di Trotskij che divergono sulla linea politica ed economica da perseguire per l’Unione Sovietica in
quanto Stalin considera il programma della Nep molto efficace e ritiene importante rafforzare la rivoluzione
comunista all’interno dell’URSS mentre Trotskij considera superato il piano della Nep e vorrebbe
impegnarsi a diffondere la rivoluzione russa al di fuori dei suoi confini, sebbene le condizioni storiche siano
cambiate e lo stato sovietico sia riconosciuto ufficialmente dagli altri stati europei. In questo scontro di
potere vince Stalin, che pone tutti uomini di sua fiducia al comando dei vari organi burocratici dello stato,
riuscendo alla fine ad esiliare Trotskij dall’URSS, il quale parte per l’America del Sud dove verrà
successivamente ucciso da sicari per ordine dello stesso Stalin.
Il partito comunista attua diverse riforme per rafforzare il suo potere all’interno della società russa a partire
dal riconoscimento del ruolo della donna all’educazione scolastica. Nel 1917 le donne ottengono il diritto di
voto e il riconoscimento di uguaglianza nei confronti dell’uomo, inoltre viene autorizzato il divorzio e
legalizzato l’aborto in modo da bloccare le pratiche di aborto clandestino. L’uguaglianza fra uomo e donna
viene estesa anche nelle zone dell’URSS di religione mussulmana, vietando il matrimonio con bambine e
l’uso del velo coranico, suscitando numerose proteste nelle comunità mussulmane che non accettano
queste innovazioni. Per quanto riguarda la scuola, il partito comunista si impegna a fornire un’educazione
di tipo marxista al fine di abbassare il livello di analfabetismo e di plasmare una nuova popolazione
strutturata su i fondamenti della rivoluzione e fedele allo stato sovietico.
Le innovazioni prodotte non producono subito effetti positivi soprattutto in riferimento alla struttura
familiare in quanto molte donne rimangono sole e aumenta il numero di aborti e di bambini abbandonati
negli orfanotrofi o abbandonati nelle strade delle città che si costituiscono in bande di giovani delinquenti.
Accanto a queste riforme lo stato sovietico rafforza il suo potere facendo anche largo uso del terrore,
attraverso le purghe interne al partito, fomentate dal sospetto dove chiunque rischia di essere accusato di
essere nemico della rivoluzione e quindi essere arrestato o ucciso. Il terrore genera come effetto contrario
una classe dirigente perfetta, fedele alle indicazioni del partito comunista. Inoltre si attua un attacco alla
chiesa ortodossa, separando lo stato dalla chiesa e confiscando tutti i beni della chiesa, la quale assume un
ruolo marginale nella vita dello stato sovietico: al suo posto il partito comunista crea un'altra forma di
religione di natura laica fondata sui principi della rivoluzione sovietica e sulla figura di Lenin, che è definito il
padre della Rivoluzione; per volere di Stalin il corpo di Lenin è imbalsamato ed esposto nel mausoleo della
piazza rossa di Mosca in modo da renderlo visibile a tutti i cittadini russi, generando una nuova forma di
venerazione.
Se da una parte il partito comunista rafforza il suo potere sulla base del terrore, eliminando ogni nemico
interno ed ogni opposizione, dall’altra parte favorisce anche un certo consenso nei gruppi sociali dei
contadini e degli operai che vedono migliorate le proprie condizioni di vita e godono di un riconoscimento
sociale mai avuto fin ora.