Programma workshop - Accademia di Belle Arti di Catanzaro

ACCADEMIA DELLE BELLE ARTI DI CATANZARO
Corso di Storia dello Spettacolo
– Prof. Letizia Paonessa
Corso di Metodologia della Progettazione
– Prof. Mariano Carpanzano
Progetto interdisciplinare
LE SEDIE
Di Eugène Ionesco
ANNO ACCADEMICO 2013/2014
SOMMARIO
OBIETTIVI……………………………………………………………………………………………………………..3
ABSTRACT OPERA “LE SEDIE”………………………………………………………………………………..4
PREMESSA…………………………………………………………………………………………………………… 5
STORIA DELLO SPETTACOLO………………………………………………………………………………….7
METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE……………………………………………………………. 11
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OBIETTIVI
Il workshop si rivolge agli allievi di tutte le scuole dell’Accademia, nella prima fase
prevede l’analisi approfondita del testo di Ionesco “Le Sedie” dal punto di vista della
drammaturgia creata dall’uso dell’oggetto e, nella fase del laboratorio, la
realizzazione delle 36 sedie, personaggi muti di questa pietra miliare nella storia
dello spettacolo teatrale.
Il workshop vedrà gli allievi impegnati nella sintesi delle materie oggetto del loro
piano di studio nei vari percorsi delle scuole dell’Accademia. Lo scopo di questo
workshop è quello, da una parte, di applicare le conoscenze teoriche – applicative
studiate, ma anche quello di calare gli allievi nella situazione reale del lavoro di
gruppo finalizzato alla creazione e alla progettazione di una ipotetica messa in
scena. Questo comporta l’applicazione dello “know how” e della tecnica in un
ambito professionale ben definito, lo stesso che troveranno quando entreranno nel
mondo del lavoro, alla fine dell’Accademia.
Il workshop ha la finalità di avvicinare gli allievi alla grammatica del teatro
contemporaneo e al mondo del lavoro. Attraverso un percorso professionalizzante
che implica una serie di rapporti lavorativi orizzontali (con i colleghi) e verticali (col
regista, l’aiuto, il coreografo, i tecnici, etc.).
Il workshop si ferma prima della messa in scena. Finisce con la realizzazione delle
sedie, creando un’installazione artistica originale che ha tutti i presupposti per
prendere vita in una messa in scena performativa che non è oggetto di questo
seminario – laboratorio.
Il workshop sarà a cura dei cultori della materia: Prof. Giovanni Carpanzano per la
cattedra Storia dello Spettacolo e Prof. Emilio Valente per la cattedra Metodologia
della Progettazione con due percorsi formativi paralleli:
 un percorso seminariale di approfondimento legato a “Storia dello
Spettacolo”
 un percorso tecnico legato a “Metodologia della progettazione”.
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ABSTRACT OPERA “LE SEDIE”
Due personaggi, conosciuti come Il vecchio e La vecchia, preparano freneticamente le sedie per
una serie di ospiti invisibili che, più tardi, ascolteranno un oratore rivelare le scoperte del vecchio,
probabilmente sul senso della vita. Gli ospiti invitati sono tutti, ovvero tutte le persone del mondo:
la loro invisibilità, assieme ad altri elementi, fa presupporre che si tratti di un mondo postapocalittico - il vecchio, ad esempio, parla della distruzione di Parigi.
Gli ospiti arrivati intrattengono dialoghi e ricordano cripticamente le loro vite. Infine, l'oratore
arriva ad offrire il suo discorso alla folla riunita.
Interpretato da un attore reale, la presenza fisica dell'oratore contraddice le aspettative del
pubblico istituitesi nelle fasi precedenti della commedia. La coppia di vecchi si getta poi da una
finestra sull'oceano, sostenendo che giunti a questo punto, quando il mondo intero sta per
ascoltare le rivelazioni dell'oratore, la loro vita non potrebbe andare meglio. Mentre l'oratore
inizia a parlare, la folla invisibile ed il pubblico reale si accorgono che è sordomuto. La scena
rimane dunque deserta, si odono per la prima volta i rumori della folla invisibile, in crescendo e poi
progressivamente decrescendo. Il sipario si chiude lentissimamente.
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PREMESSA
È difficile dire qualcosa di preciso riguardo alla questione Nuova Drammaturgia o Drammaturgia
Contemporanea. Innanzitutto è difficile definirne i contorni, la cornice entro la quale ad un testo
teatrale può essere attribuito una tale aggettivazione. In epoca post-moderna sembra impossibile
che un testo sia completamente originale, e forse non è importante che lo sia. Tutto sembrerebbe
già scritto o rappresentato, ma un vecchio e saggio drammaturgo una volta disse una semplice
equazione: ‘‘meglio scrivere in un nuovo modo una vecchia storia che in modo vecchio una nuova
storia”. Sembra banale ma non lo è, perché sposta efficacemente l’attenzione sullo stile, sul
linguaggio sempre mutevole, come mutevole è il mondo, per narrare al pubblico di oggi anche il
più classico dei temi come, ad esempio, la storia d’amore tra un uomo e una donna.
Ma cosa spinge a produrre nuova drammaturgia? Questa è la domanda alla quale vogliamo dare
risposta con questo progetto, poiché spesso nel giorno stesso in cui viene annunciata
ufficialmente la nascita di una nuova opera, essa brucia le sue carni tenere tra gli applausi ricevuti
durante “la prima” che sarà anche l’ultima, nonostante il bel testo e gli apprezzamenti del
pubblico d’èlite.
Scrivere per il teatro oggi, quindi, significa farsi testimoni di un rinnovato patto con gli uomini,
sapere che nonostante il tempo cambiato, l’uomo nella sua essenza ha ancora il bisogno di compartecipare e sentirsi parte di una nuova/antica storia che ogni sera sarà da raccontare.
L’analisi è sul concetto di drammaturgia che è quell'elemento di progettazione che lega evento
performativo e produzione di senso: dato visivo, scenico, e racconto. È un elemento interno alla
produzione complessiva dello spettacolo, costruzione del linguaggio dello spettacolo e non
sovrapposizione di un linguaggio altro, la letteratura, a quello specifico del teatro. Vengono quindi
analizzati tutti i codici che concorrono alla scrittura scenica dello spettacolo: spazio, oggetti, luci,
costumi, attori e testo.
Il percorso di questo progetto analizzerà il principio base della drammaturgia contemporanea: la
costruzione nella decostruzione. Il "dramma", quindi, risulta essere un ibrido con un’interessante
contaminazione tra piano dell'evento e piano del racconto, con una drammaturgia “in perdita” (la
decostruzione del testo teatrale classico) e con una drammaturgia scenica che si afferma
attraverso altri codici scenici tanto da non poter essere distinta da essi (costumi, luce, spazio,
scenografia, voce, corpo).
Effettuata l’analisi di cui sopra, nell’ambito di Storia dello Spettacolo gli allievi si potranno
cimentare nella progettazione e realizzazione delle “le sedie” che andranno in scena.
Come già accennato, nel testo ogni sedia rappresenta un personaggio. Gli attori introducono un
personaggio (immaginario) recuperando e sistemando una sedia propriamente per lui o lei.
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Da quel momento in poi nell’immaginario collettivo degli spettatori quella sedia dovrà indicare
specificatamente il personaggio a cui è stata assegnata e quindi ogni sedia dovrà essere
iconografica. Dovrà essere realizzata con simboli, decori caratteristiche e quant’altro da indicare
il personaggio a cui è associata.
Di seguito più diffusamente verrà introdotto l’idea di ciascuno dei due moduli di cui è composto il
progetto.
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STORIA DELLO SPETTACOLO
FINALITA’ DIDATTICHE PER STORIA DELLO SPETTACOLO
Questo progetto prenderà in analisi l’opera di E. Ionesco LE SEDIE per una messa in scena
contemporanea che lega le tecniche performative alle arti visive.
La fase teorica consterà di tre momenti:
Analisi storico – critica della concezione del teatro di Ionesco.
Eugène Ionesco è stato uno scrittore e drammaturgo francese di origini romene. Attraverso il
teatro, Ionesco si interroga sulla vita e sulla morte, esplora il reale. Il teatro è catabasi, è discesa
nell'Inferno: l'inferno del suo "io", ossessionato dal doppio stato esistenziale: evanescenza e
pesantezza, luce e tenebra; l'universo drammatico di Ionesco ha come sfondo un paesaggio
onirico, espressione spettacolare dei suoi incubi, dei suoi fantasmi.
Il teatro di Ionesco è violento e crudele, perché non edulcora la realtà, né offre concetti o idee
nuove: si tratta semplicemente di una trasposizione, del racconto della condizione e del destino
umani. Tutto ciò implica, naturalmente, una rivoluzione della drammaturgia tradizionale, essendo
l'azione non più un intrigo, ma una situazione complessa e conflittuale senza soluzione. I
personaggi non sono eroi in senso classico, ma "tipi" senza psicologia, che parlano per formule
convenzionali, per clichés e luoghi comuni: sono uomini vuoti.
Il teatro ioneschiano è certamente figlio del Novecento: le sue strutture, così antiteatrali e
anticonvenzionali, sono da collegarsi con le esperienze artistiche del Dada e del Surrealismo per il
gusto per la provocazione beffarda e polemica. Il nonsense, però, non si estingue in mero gioco,
ma cela una critica ben più profonda: al conformismo e alla banalità in primo luogo. L'evasione
porta sempre al nulla, al banale, e l'unica soluzione è accettare la vita nella sua contraddittorietà:
nei suoi elementi alienanti come nei suoi autentici valori.
Questo “Nuovo Teatro” rimette in discussione le forme tradizionali del teatro, considerate logore
e inadatte al mondo moderno. Utilizzando la parodia e l’eccesso, i nuovi drammaturghi contestano
ciò che, per secoli, è stata la funzione del teatro. Rifiutando il realismo nella tinteggiatura dei
caratteri o nella descrizione dei comportamenti sociali, essi si rifiutano di considerare il teatro
come riflesso della realtà quotidiana. Essi propongono un teatro metafisico che metta in scena
personaggi il cui valore simbolico testimoni la situazione dell’uomo nell’universo. Per raggiungere
questo scopo, trasformano l’azione del teatro tradizionale, sostituendo all’accumulo di fatti
aneddotici della trama tutto un gioco sul linguaggio.
Gli autori del Nuovo Teatro collocano l’assurdità della vita umana al centro delle loro opere. I
personaggi appaiono come esseri angosciati, senza scopo nell’esistenza: provano, invano, a
sperare ancora, cercando, a tentoni, una via d’uscita in un universo nel quale non hanno il loro
posto. Animati da comportamenti meccanici e ripetitivi, essi vengono poco a poco intrappolati in
un ambiente in decomposizione. In un mondo estremamente estenuante, essi continuano a vivere
per abitudine, aspettando una morte onnipresente che li getterà in un nulla definitivo.
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Banalità delle parole, luoghi comuni, frasi destrutturate, povertà o, al contrario, tecnicità
maniacale del vocabolario, ricorso ad onomatopee, battute brevi e sconnesse o lunghi monologhi
verbali: tutto concorre a mostrare come il linguaggio, invece di essere strumento di
comunicazione, è un ostacolo che non permette l’instaurazione di scambi veri tra gli esseri umani.
Analisi dell’opera: LE SEDIE.
Due personaggi, conosciuti come Il vecchio e La vecchia, preparano freneticamente le sedie per
una serie di ospiti invisibili che, più tardi, ascolteranno un oratore rivelare le scoperte del vecchio,
probabilmente sul senso della vita. Gli ospiti invitati sono tutti, ovvero tutte le persone del mondo:
la loro invisibilità, assieme ad altri elementi, fa presupporre che si tratti di un mondo postapocalittico - il vecchio, ad esempio, parla della distruzione di Parigi.
Gli ospiti arrivati intrattengono dialoghi e ricordano cripticamente delle loro vite. Infine, l'oratore
arriva ad offrire il suo discorso alla folla riunita. Interpretato da un attore reale, la presenza fisica
dell'oratore contraddice le aspettative del pubblico istituitesi nelle fasi precedenti della commedia.
La coppia di vecchi si getta poi da una finestra sull'oceano, sostenendo che giunti a questo punto,
quando il mondo intero sta per ascoltare le rivelazioni dell'oratore, la loro vita non potrebbe
andare meglio. Mentre l'oratore inizia a parlare, la folla invisibile ed il pubblico reale si accorgono
che è sordomuto. La scena rimane dunque deserta, si odono per la prima volta i rumori della folla
invisibile, in crescendo e poi progressivamente decrescendo. Il sipario si chiude lentissimamente.
Costruzione della drammaturgia attraverso l’oggetto – personaggio
Lo studio dei caratteri dei personaggi, prende vita dall'osservazione della realtà e dalla ricerca dei
personaggi che popolano il quotidiano, prima riprodotti realisticamente, poi stilizzati e cavalcati
secondo le loro peculiarità, che magari lasceranno anche trapelare una natura nascosta di un
personaggio ed il desiderio di essere altro da sé: il contropersonaggio.
La costruzione delle SEDIE – PERSONAGGIO si baserà su questi requisiti:
l’aspetto fisico dei personaggi immaginari (descrizione del corpo e del volto, abbigliamento ed
accessori);
la storia di vita degli ospiti immaginari (individuazione degli elementi biografici presenti nel testo
che consentono di determinare la storia del personaggio e situarlo in rapporto agli altri);
il punto di vista incarnato dal PERSONAGGIO – SEDIA (interpretazione della prospettiva difesa dal
personaggio nell’ambito del dramma ed in relazione alla visione generale del mondo e della vita
proposta dall’autore);
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la personalità PERSONAGGIO – SEDIA (descrizione degli atti del personaggio che qualificano la sua
personalità sulla scena: tono della voce, gesti, movimenti, distanza o vicinanza in relazione agli
altri personaggi, spazi occupati);
determinazione della maschera;
rapporto fra maschera e motivo in relazione al rapporto con gli altri PERSONAGGIO – SEDIA.
L’analisi dei personaggi immaginari servirà a costruire e progettare delle SEDIE – PERSONAGGIO
che interagiranno con gli attori in una coreografia silenziosa in cui a scrivere l’opera sarà la
drammaturgia dell’oggetto.
Nella costruzione di una regia fondata sulla drammaturgia dell’oggetto viene privilegiata la
dimensione visiva dello spettacolo, dell'immagine intesa come articolazione dei segni del
linguaggio che sono destinati unicamente allo sguardo dello spettatore. Lo spettacolo è dato,
anzitutto, come “cosa da vedere”, e proprio nella visibilità risiede la sua qualità più autentica, sia
sul piano della costruzione formale sia sul piano della produzione di senso.
Gli oggetti (SEDIE) non sono solo elementi decorativi e marginali, al contrario, la presenza di forme
e strutture, assume un rilievo tutt'altro che secondario o puramente decorativo.
Tre saranno le linee guida:
•
insediamento dell'oggetto;
•
descrizione del suo uso;
•
rapporto con l'attore.
Nella relazione che si crea con la figura umana, gli oggetti travalicano la propria matrice
scenografica, di arredo, per assumere vita propria così da trasformarsi in veri e propri personaggi.
Non si limitano ad accompagnare l'azione ma – letteralmente – la scrivono, creando una
sovrapposizione di elementi animati e di elementi inanimati. In assenza di un testo verbale, sono i
gesti e gli oggetti ad acquisire una loro parola. Ovviamente, una parola visiva .
Quello che accade è la “soggettivazione” della cosa, la sua immissione tra quegli elementi che
determinano in modo attivo la costruzione dell’azione, come gli attori. Il meccanismo di
costruzione dello spettacolo, in altri termini, prevede la presenza di una serie di oggetti il cui
compito è di agire in scena al pari degli attori.
Le SEDIE – PERSONAGGIO assolvono funzioni molto diverse pur restando sempre uguale a se
stesse nella funzione. Il loro uso ricorda la capacità di “traduzione immaginaria” tipica dei
bambini, che “vedono” in un manico di scopa un cavallo, una spada o un qualsivoglia altro
immaginario che giovi alla loro costruzione fantastica. L'oggetto è un segno, non è una “cosa”:
l'indicatore di un mondo possibile, immaginario, che perde la sua connotazione rappresentativa.
L'uso che viene fatto è riconducibile, quindi, al gioco. In quel contesto esso è, e insieme non è, una
cosa: questa è la natura della realtà teatrale. Se un bambino gioca con un bastone fingendo che sia
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una spada e gli chiediamo di posarlo, lui lo farà indipendentemente dal fatto che lo chiamiamo
bastone o spada. Quell'oggetto di gioco è l'una e l'altra cosa insieme. Così è, o meglio, dovrebbe
essere il teatro: un luogo di congiunzione tra visibile ed invisibile, tra materia reale e materia
dell'immaginario. L'arte del teatro, e in particolare la capacità dell'attore, consiste nel saper
continuamente attraversare il confine tra questi due mondi, rendendoli entrambi percepibili.
In conclusione, le SEDIE – PERSONAGGIO giovano alla dinamica del dramma, gioco scenico di volta
in volta diverso, che si fonda sulla loro manipolazione continua che diventano segni in continua
trasformazione. Si otterrà un linguaggio in cui organico e inorganico, animato ed inanimato
convergono in una medesima scrittura, che modifica profondamente il concetto stesso di regia e di
linguaggio teatrale. Attore, scena, testo, spazio ed oggetti, risultano tutti segni che si utilizzano in
maniera indistinta e neutra, sul piano espressivo, al fine di creare spettacolo.
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METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE
FINALITA’ DIDATTICHE PER METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE
Nella fase pratica gli allievi realizzeranno le sedie-opere d’arte.
Gli allievi che aderiranno al progetto potranno realizzare degli elaborati singolarmente o
riunendosi in gruppo.
Da indicazioni dell’autore dell’Opera le sedie da dover realizzare sono in numero di 35.
Nell’ambito del modulo di “Metodologia Delle Progettazione” Gli allievi produrranno un elaborato
che preveda lo sviluppo e l’argomentazione di:
- progetto di massima
- fattibilità e schematizzazione della realizzazione
- analisi dei materiali da utilizzare
- analisi dei costi previsti
- raffronto tra previsioni e risultati raggiunti nell’elaborato completato.
Ogni elaborato sarà elemento di valutazione al fine del conseguimento dell’esame.
Tale lavoro vorrà sviluppare negli allievi la capacità di ideare e realizzare delle opere creative,
rispettando rigorosamente i canoni dettati dal committente o dalle contingenze pratiche;
Quindi nell’ambito dell’impostazione sopraindicata gli allievi dovranno rispettare:
 caratteristiche estetiche
 caratteristiche tecniche
Questo concept aiuterà gli allievi a trovare soluzioni alternative incrementando la propria
creatività e il sistema del problem solving.
Rispettando tutta la valenza artistica che l’allievo vorrà dare al suo elaborato.
Più dettagliatamente, le sedie dovranno essere:
- Ben visibili e di grande impatto scenico.
Le sedie dovranno essere associate al personaggio che identificano facilmente e con
evidenza. Dovranno essere visivamente immediate, per tutti gli spettatori , anche quelli che
siederanno nelle file più lontane dal palcoscenico. Al contempo dovranno essere ben definite e
curate nei dettagli perché saranno elemento da esposizione e quindi ben osservate dagli
avventori.
- Peso contenuto.
Le sedie vengono portate in scena dagli attori protagonisti, durante lo svolgimento
dell’opera. Quindi gli attori dovranno potersi muovere e continuare a recitare senza difficoltà. Le
sedie, nella loro struttura e decoro, quindi, è bene che abbiano un peso massimo di 8-10 kg.
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- Dimensioni contenute.
Il palcoscenico dovrà ospitare ben 35 sedie (più altri elementi di scena). Ed ognuna di esse
dovrà passare attraverso le porte previste dalla scenografia. A tale scopo devono avere delle
dimensioni di ingombro contenute. La seduta potrà essere al massimo 40 cm x 40 cm, e un’altezza
massima di 2 metri.
Inoltre le sedie è bene che abbiano un ingombro contenuto per:
1. poter consentire un facile stoccaggio dietro le quinte, aspettando di essere portate in scena;
2. poter essere trasportate da una sede di installazione all’altra;
- Solidità della struttura e del decoro.
Le sedie non dovranno essere costruite con materiale fragili né deteriorabili. Debbono
avere un’ottima resistenza sia nell’ambito della struttura che in quello del decoro. Anche se non è
previsto dalla regia è possibile che gli attori durante la messa in scena vi si siedano in un impeto di
improvvisazione. Inoltre è possibile che le sedie vengano sottoposte a sollecitazioni varie, sia
durante il trasporto o anche durante lo spettacolo e /o le installazioni. A tal fine anche i decori
devono essere costruiti in materiale che nel tempo mantengano la forma, la resistenza e i colori.
Si cercherà di privilegiare i colori che andranno in contrasto con scene e costumi dei personaggi,
volutamente tetri e fumosi.
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