NATALE NELL`ARTE 2013 (museo s. Caterina)

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Diocesi di Treviso
Curia Vescovile – Ufficio Scuola
4 QUADRI del MUSEO CIVICO
di SANTA CATERINA di TREVISO
LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolio ( particolare)
Museo Civico di S. Caterina in Treviso
Materiale didattico per Insegnanti di Religione Cattolica
prodotto dall’Ufficio Scuola – a cura di G. Spanio
INDICE
Pagina 2 Indice
Pagina 3 La sede del Museo di S. Caterina in Treviso
Pagina 4 Brano del Vangelo di Lc. 2, 1-8 Nascita di Gesù
Pagina 5 LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolo
(olio su tavola - 1524) con notizie biografiche sull’autore
Pagina 6 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera
Pagina 7 Brano del Vangelo di Lc. 2, 8-20 Adorazione dei pastori
Pagina 8 L’ADORAZIONE DEI PASTORI di Domenico Capriolo
(olio su tavola palchettata - 1518)
Pagina 9 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera
Pagina 10 Brano del Vangelo di Mt. 2, 1-12 Adorazione dei Magi
Pagina 11 ADORAZIONE DEI MAGI di Girolamo da Treviso Il Giovane
(Jeronimus Trivisius) (tempera su tavola - 1525)
Pagina 12 Notizie biografiche sull’autore Girolamo da Treviso Il Giovane
Pagina 13 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera
Pagina 14 L’ ADORAZIONE DEI MAGI di Gerolamo Da Santa Croce
(tempera su tavola - 15 ) con notizie biografiche sull’autore
Pagina 15 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera
Pagina 16 Poesia di Natale
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LA SEDE DEL MUSEO di SANTA CATERINA
Agli inizi del 1300 Gherardo Da Camino, signore e governatore di Treviso, fece costruire un
bellissimo palazzo con splendidi giardini sul posto dove ora sorge il complesso architettonico di
Santa Caterina
I Da Camino governarono la città e il territorio della Marca Trevigiana in modo dispotico,
prepotente, spietato tale da provocare la rivolta del popolo che assaltò la residenza, distruggendola.
Il palazzo rimase in rovina fino al 1346, quando i Servi di Maria, dei frati di origine toscana,
ottennero il permesso di costruire sulle rovine del palazzo il loro convento, a due chiostri, e la
grande chiesa, a navata unica, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, patrona degli studiosi.
Nel 1772 il convento fu soppresso e nel 1809, con il decreto di Napoleone, gli edifici furono
utilizzati ad uso militare, come caserma e magazzini.
Tutto il complesso subì, in seguito, gravi saccheggi e distruzioni.
I bombardamenti del 7 aprile 1944 e del 10 marzo 1945 fecero scoprire ad opera di Mario Botter
gli affreschi del Trecento e Quattrocento nelle pareti della chiesa, tra cui: una Madonna con
Bambino attribuita a Gentile da Fabriano, la Cappella detta degli Innocenti, il ciclo delle Storie di
Sant’Orsola di Tomaso da Modena.
Ora, dopo i restauri, si può visitare la stupenda Chiesa, e trovano spazio nei vari locali mostre
contemporanee, la sezione archeologica, la galleria d’arte medievale, rinascimentale e moderna, la
pittura del XIX secolo.
Ingresso al museo civico con vista piazzetta Botter
3
(dal vangelo di Luca 2, 1-8)
In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò
che si facesse il censimento di tutta la terra.
Questo primo censimento fu fatto quando era
governatore della Siria Quirinio.
Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua
città.
Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di
Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in
Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi
registrare insieme a Maria sua s posa, che era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono
per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio
primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una
mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo.
4
LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolio
olio su tavola - 1524 - I piano, sala 3
La levatrice incredula - olio su tavola (1524)
Museo Civico di S. Caterina in Treviso
Chi è DOMENICO CAPRIOLO ?
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E’ un pittore italiano.
Nacque a Venezia nel 1494.
I suoi inizi sono oscuri per mancanza di documenti.
Sposò una figlia del pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi, ma quando l’artista era già
deceduto da tempo.
Forse lavorò nella bottega di Pier Maria Pennacchi, suo suocero, anche se è improbabile che
l’abbia conosciuto.
Quasi sicuramente completò la sua formazione presso Lorenzo Lotto, altro grande pittore
veneziano, cui il Capriolo si ispira per la ritrattistica negli ultimi anni di attività.
Morì a Treviso nel 1528.
Altre sue pregevoli opere sono:
 l’Adorazione dei Pastori nel Museo Civico di Treviso
 San Francesco
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LA LEVATRICE INCREDULA -
olio su tavola (1524)
Questo quadro rappresenta la nascita di Gesù, a cui assiste, incredula, una levatrice.
In quest’opera il pittore non si ispira né all’evangelista Luca né a Matteo, ma ad una narrazione
dei Vangeli apocrifi (apocrifo = non riconosciuto né accettato dalla Chiesa come vero, autentico):
Giuseppe era andato a cercare una donna (una levatrice) che potesse aiutare Maria nel momento del
parto. Questa donna non crede alla purezza di Maria e viene punita, resta paralizzata.
Il gruppo della Sacra Famiglia predomina sulla sinistra della scena: Maria, seduta su un blocco
bianco di pietra, tiene dolcemente tra le braccia il suo bambino, cicciotello e roseo, con una
espressione serena ma assorta.
 Descrivi il viso, l’espressione e il copricapo di Maria.
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Maria indossa una tunica rosso pallido con una scollatura rotonda. Dal capo le scende un
mantello di colore verde scuro con delle pieghe molto profonde che le arriva fino alle caviglie.
 A fianco di Maria c’è Giuseppe. Descrivi l’atteggiamento.
……………………………………………………………………………………………………..
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A destra, a formare come un triangolo, si vede la levatrice, con un vestito rosso fuoco tutto
drappeggiato, le maniche a sbuffo e un velo in testa di colore giallo con molte pieghe.
 Osserva le mani. Come sono?
……………………………………………………………………………………………………..
……………………………………………………………………………………………………..

La culla di Gesù è …………………………………………………………………………………
Sulla destra spicca una colonna di marmo bianco (sulla cui base si coglie un’incisione che
raffigura un eroe della mitologia greca) che separa il quadro come in due parti. I significati che si
possono leggere sono: a) il contrasto tra la povertà di Gesù e la grandezza del mondo greco-romano
b) muore un periodo (il greco-romano) e nasce una nuova era (la cristiana).
La scena della natività è ambientata in una capanna di legno con il tetto di paglia; all’interno
arde un caminetto. A fianco di Giuseppe sbuca la testa di un asino che raglia.
La capanna si prolunga con un muricciolo da cui spia un bambino con accanto un bue.
Sulla sinistra ci sono edifici che forse ti incuriosiscono (una chiesa con delle guglie appuntite,
delle case, …). Non possono essere naturalmente costruzioni che si trovavano in Palestina all’epoca
di Gesù. Sono invece edifici dei paesi del nord che per la loro architettura erano piaciuti al pittore.
Egli non li aveva visti di persona ma li aveva copiati, come era abitudine, da stampe che
circolavano tra gli artisti.
Il quadro non è facile da capire perché sono rappresentati molti simboli.
Il pozzo d’acqua limpida, che vedi in basso a destra del dipinto, simboleggia la purezza di
Maria; il colore rosso della sua veste rappresenta l’umanità, il blu del mantello la spiritualità; la
colonna separa il vecchio mondo dal nuovo; la stella e il gallo che canta rappresentano il mattino,
cioè l’alba di una nuova vita; la luce chiara dentro la capanna è quella dello Spirito Santo e le guglie
della chiesa che si alzano verso il cielo simboleggiano l’aspirazione dell’uomo verso il cielo, cioè
verso Dio.
6
dal vangelo di Luca 2, 8-20
C’erano
in
quella
regione
alcuni
pastori
che
vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge.
Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e
la gloria del Signore li avvolse di luce.
Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo
disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande
gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella
città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in
fasce, che giace in una mangiatoia”.
E subito apparve con l’angelo una moltitudine
dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva:
“Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama”.
Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al
cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a
Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci
ha fatto conoscere”.
Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e
Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E
dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era
stato detto loro.
Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i
pastori dicevano.
Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose
meditandole nel suo cuore.
I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando
Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era
stato detto loro.
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ADORAZIONE DEI PASTORI
di Domenico Capriolo:
olio su tavola - 1524 - I piano, sala 3
L’olio è una sostanza che spesso viene usato come tecnica pittorica, in cui i colori sono stemperati
in olio di lino. In questo caso la base per il dipinto è costituita da una tavola.
L’adorazione dei pastori - olio su tavola palchettata (1518)
Museo Civico di S. Caterina in Treviso
8
ADORAZIONE DEI PASTORI
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- olio su tavola (1524)
Quali personaggi sono dipinti in primo piano?
….……………………………………………………………………………………………………
Osserva l’espressione di Maria. Come la definiresti?
……………………………………………………………………………………………………….
Descrivi come è vestita Maria.
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……………………………………………………………………………………………………….
Gesù è nudo, posto sopra una cesta di vimini piena di paglia. Chi sta osservando?
……………………………………………………………………………………………………….
Descrivi come è vestito il pastore inginocchiato di lato alla cesta.
……………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………….
Che cosa ha a tracolla il pastore e che cosa tiene legata alla cintura?
……………………………………………………………………………………………………….
……………………………………………………………………………………………………….
Giuseppe, a fianco di Maria, appoggiato ad un bastone, veste una tunica verde oliva con sopra
un mantello marrone. Come è la sua espressione?
……………………………………………………………………………………………………….
Una coroncina circonda il capo di Maria e di Giuseppe. Che cosa significa?
……………………………………………………………………………………………………….
Dietro la Sacra Famiglia ci sono il bue e l’asinello. Vicino, un pastore con un bastone in mano
osserva devoto il Bambino Gesù. Che cosa ha sulla fronte? A che cosa può servire?
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……………………………………………………………………………………………………….
Un altro pastore, con le braccia incrociate, è nello stesso atteggiamento di adorazione.
Descrivi come è vestito.
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……………………………………………………………………………………………………….
Dietro al gruppo di persone si nota una capanna con un tetto di paglia, in qualche punto
rovinato. Quante sono le teste alate di angeli che guardano la scena?
……………………………………………………………………………………………………….
Da un cespuglio, sul lato destro della capanna, sbuca la testa di un cagnolino che porta un
collare acuminato. Un’alta quercia limita il lato destro del quadro. Sullo sfondo è dipinta una
guardia munita di lancia e lanterna. Su una collinetta pascola un gregge sorvegliato da un
pastore. Osserva attentamente: che cosa stanno facendo due capre?
……………………………………………………………………………………………………….
Una boscaglia nasconde una casa con una torre; una seconda torre si intravede in lontananza.
Nel cielo sfuma un tramonto arancione coperto di nuvole; verso l’alto un angelo avvolto da
nuvole bianche e azzurrine annuncia la grande notizia.
9
dal vangelo di Matteo 2, 1-12
Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re
Erode.
Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e
domandavano: “Dov’ è il re dei Giudei che è nato?
Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per
adorarlo”.
All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui
tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e
gli scribi del popolo, s’ informava da loro sul luogo in
cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di
Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:
E tu, Betlemme, terra di giuda,
non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:
da te uscirà infatti un capo
che pascerà il mio popolo, Israele”.
Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire
con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la
stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e
informatevi
accuratamente
del bambino e, quando
l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga
ad adorarlo”.
Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella,
che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finchè
giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il
bambino.
Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua
madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro
scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per
un’ altra strada fecero ritorno al loro paese.
10
ADORAZIONE DEI MAGI di Girolamo da Treviso Il Giovane
tempera su tavola - 1525 circa - I piano, sala 3
Adorazione dei Magi – tempera su tavola (1525 circa)
Museo Civico di S. Caterina in Treviso
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Chi è GIROLAMO da Treviso IL GIOVANE ?
E’ un incisore, pittore, scultore e ingegnere bellico italiano.
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Nacque a Treviso nel 1497 (?), figlio di un certo Tomaso.
Non si conosce il cognome e nei documenti è chiamato “Gerolamo di Tomaso”
Egli si firma JERONIMUS TRIVISIUS e dal Vasari e dall’Aretino (pittori e scrittori del 1500) è
chiamato GIROLAMO da Treviso IL GIOVANE
Si ispirò alla pittura di Lorenzo Lotto, del Pennacchi ma anche del Giorgione, del Tiziano e del
Parmigianino.
Lavorò a Bologna a partire dal 1523, a Mantova (1527,) a Genova (1528), a Venezia (1540).
A Faenza (prov. di Ravenna) (1533) decorò ad affresco la chiesa della Commenda che
rappresenta la migliore e più estesa testimonianza dell’opera di frescante.
Nel 1538 si recò in Inghilterra al servizio del re Enrico VIII come ingegnere militare.
Morì a Boulogne (Francia) nel 1544 colpito da una cannonata mentre provvedeva ai bastioni e
alle fortificazioni per le artiglierie inglesi impegnate nell’assedio della città francese.
Tra le opere più famose:
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la pala Noli me tangere (1519) di S. Giovanni in Monte a Bologna
due formelle in marmo per il portale laterale destro di S. Petronio a Bologna (1524)
(“I fratelli consegnano a Giacobbe la veste insanguinata di Giuseppe” e “Ritrovamento
della coppa nel sacco di Beniamino”)
la cappella della famiglia Saraceni in S. Petronio (Bologna) con i miracoli di S.Antonio
da Padova (1525-1526)
due versioni dell’Adorazione dei magi (una grande tavola è ora alla National Gallery di
Londra) dove si notano le analogie con Raffaello e in quella del Museo Civico di
Treviso si possono riconoscere influssi nordici, dureriani, nella resa del paesaggio e nella
definizione dei costumi.
A Mantova affrescò parte della Sala dei Venti del Palazzo Te (1527)
1529 di nuovo a Bologna dove dipinge due versioni dell’Adorazione dei pastori (oggi
una è a Oxford e l’altra a Dresda)
Dipinse molte pale d’altare a Bologna (1530/1535) e a Venezia (Madonne col Bambino
e Santi)
A Venezia (1540) riprese anche l’attività di frescante: si dedicò ad affrescare la casa di
Andrea Odoni presso le fondamenta dei Tolentini (decorazione esterna oggi perduta).
12
ADORAZIONE DEI MAGI - tempera su tavola - 1525 circa
In questo quadro il pittore Girolamo da Treviso non si è preoccupato di rappresentare
l’ambiente né secondo la tradizione né secondo la realtà della Palestina.

Egli vuole concentrare l’attenzione su …………………………………………………………………
 Centro
ideale di tutta la rappresentazione è il Bambino Gesù. Descrivilo.
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………………………
*** Osserva il volto dei tre personaggi inginocchiati. Noti subito che sono diversi tra loro per età e
per il colore della pelle. In nessun testo biblico è detto che i Magi fossero tre e che avessero il
colore della pelle diverso tra loro. E’ evidente che dietro a queste diversità ci sono dei significati
simbolici.
* Si può dire che Cristo si è rivelato a tutti gli uomini, collocando accanto a lui rappresentanti di
tutte e tre le parti del mondo allora conosciuto: Europa, Asia, Africa. Ecco dunque che i Magi non
possono essere che tre, e rispettivamente un negro (Africa), un bianco (Europa) e un beduino dalla
barba da sceicco arabo (Asia medio-orientale).
* Però si può anche dire che il Cristo si rivela non all’umanità in generale ma ad ogni uomo nel
variare della sua età. Ecco dunque i tre Magi trasformati in simboli del giovane, dell’adulto e del
vecchio. L’unica età trascurata è quella infantile, ma essa, però, è incarnata dal Bambino Gesù,
richiamo alla semplicità, alla purezza di spirito necessaria per entrare nel regno dei cieli.
Quali doni offrono i re Magi?
…………………………………………………………………………………………………………
 Anche questi doni sono simbolici:
………………… significa …………………………………………………………………………...
………………… significa …………………………………………………………………………...
………………… significa …………………………………………………………………………...

Dietro la Sacra Famiglia ci sono un bue e un asinello.
Sullo sfondo, a sinistra, si vedono antiche rovine di un tempio ed un albero spoglio con solo tre
rami. Il significato che si può leggere è che con la nascita di Gesù muore un periodo storico (il
greco-romano) e nasce una nuova era (la cristiana) ed un nuovo modo di contare il tempo.
Altri personaggi e due cammelli animano la scena sulla destra. Chi sono, secondo la tua
interpretazione, i personaggi rappresentati?
.………………………………………………………………………………………………………..
…………………………………………………………………………………………………………
Sempre sul lato destro del quadro si innalza una città fortificata con case bianche e con due torri;
in mezzo si apre una porta medievale simile a porta Santi Quaranta in Treviso. Sei d’accordo? …….
Alle spalle della città si ergono altissime montagne di color grigioverde.
Un bellissimo tramonto di color arancione e un po’ d’azzurro completano lo sfondo del quadro.
Osserva come il pittore, attraverso la ricchezza delle vesti e la luminosità dei colori, ha voluto
evidenziare l’importanza della scena nel suo significato più profondo.
Il brano del Vangelo cui l’opera si ispira viene letto in una particolare festa dell’anno liturgico.
 E’ la festa dell’ ………………….. La parola, di origine greca, significa …………………….
13
ADORAZIONE DEI MAGI di Gerolamo DA SANTA CROCE
tempera su tavola - 1535 - I piano, sala 3
L’Adorazione dei Magi – tempera su tavola
Museo Civico di S. Caterina in Treviso
Chi è GEROLAMO DA SANTA CROCE ?
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E’ un pittore italiano.
Figlio di Bernardino di professione “sartor” nacque in data imprecisata nel 1490 circa in val
Brembana (borgo Santa Croce ora frazione di S. Pellegrino Terme, prov. di Bergamo)
Fu allievo di Gentile e di Giovanni Bellini, grandi pittori veneziani.
Nel 1516 Gerolamo ebbe un figlio, Francesco, anch’egli poi pittore.
Aprì una bottega presso la Parrocchia di S. Antonino.
Lavorò molto nelle chiese di Venezia, dell’Istria e della Dalmazia.
Morì a Venezia il 9 luglio 1556, nella parrocchia di San Martino.
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Già nel 1503 dipinse su tavola una testa femminile (ora conservata a Milano)
Nel 1512 due tavole con due Santi eseguite a tempera (National Gallery di Londra)
Madonna col Bambino “Ryerson” 24 ott. 1516 (Art Institute of Chicago)
Tela a olio Vocazione di S. Matteo conservata a Bassano Museo Civico (1519)
Nel 1527 pala d’altare a Luvigliano (Pd) su San Martino che dona il mantello
Adorazione dei pastori (museo di Castelvecchio a Verona)
Nel 1531 trittico per il Duomo di Castellaneta (oggi nel museo di Bari)
Madonne col Bambino, Trinità, Visitazione, Santi vari furono i soggetti delle sue opere
che si trovano ora a Milano, nell’isolotto di Kosljun, a Venezia, a Padova, a Burano…
Madonna col Bambino in trono, l’Eterno e i ss. Nicola e Giovanni Battista è l’ultima sua
opera, la pala d’altare della cattedrale di Lucera (Foggia) (1555)
14
ADORAZIONE DEI MAGI - tempera su tavola
Il quadro di Gerolamo da Santa Croce faceva parte della raccolta Grimaldi Prati che costituì nel
1851 il primo nucleo delle raccolte civiche. Rappresenta l’adorazione dei Magi, che si recano da
Gesù offrendo i loro doni: oro, incenso e mirra. I Vangeli parlano di tre doni, senza però metterli in
mano a qualcuno dei Magi in modo speciale. La scelta, se c’è, è quindi opera degli artisti.
Non è corretto nemmeno attribuire i doni in relazione alla loro regione di provenienza geografica,
perché l’incenso, ad esempio, comprato in Arabia, viene messo in mano al negro, mentre da lui ci si
sarebbe aspettato l’oro, visto che in quel paese ci sono molte miniere d’oro, che invece finisce in
mano al bianco. Si deve dunque ipotizzare che si volesse legare il dono all’età dell’offerente.
Quale lettura, quale messaggio si possono attribuire allora osservando i Magi e i loro doni?

Il giovane (quasi sempre il negro) porta l’incenso. Questo viene prodotto bruciando una
resina: è simbolo della preghiera che sale a Dio, in segno di omaggio e di adorazione. E’ un invito
a riconoscere quel Bambino come unico Dio-Uomo e a tralasciare gli idoli del momento che in
gioventù possono attirare la sua attenzione (successo, soldi, trasgressioni, …)

L’adulto (dai tratti arabi medio-orientali) porta la mirra, un olio usato specie come balsamo
in farmacia e profumeria e che si ricava dalla resina aromatica di colore rosso bruno che trasuda
dalla corteccia di alcuni alberi dell’Africa e dell’Arabia. Gli egizi si servivano di questa sostanza
vegetale per l’imbalsamazione; i greci e i romani avevano un uso prevalentemente cosmetico.
Con questo dono si riconosce la vera umanità di Gesù che avrebbe patito e sarebbe morto in croce.

Il vecchio (un bianco europeo) porta l’oro. Solo il fatto che l’oro è suo, rende piena di
rispetto quella fragile figura. L’oro inoltre è simbolo della regalità divina: il Magio riconosce in
quel Bambino il re dell’universo. Infine, per lui offrire al Cristo quello che gli dà sicurezza, cioè
puntare soltanto su di Lui e non sui propri capitali, è un grande sacrificio e una testimonianza di
fiducia incondizionata.
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Osserva il quadro. Quali personaggi vedi in primo piano?
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Nessuna grotta, nessuna capanna raccoglie la Sacra Famiglia. Dov’è ambientata la scena?
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Dove sono l’asino ed il bue, di solito rappresentati nei quadri della Natività?
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I Magi indossano vesti sontuose decorate in oro. Prova a descriverle.
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Tra i Magi ne emerge uno al centro che con la mano sinistra compie un gesto particolare.
Descrivi il gesto e indica, secondo te, il motivo di tale gesto.
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Osserva gli accompagnatori che, in secondo piano, sono disposti in semicerchio. Indossano
dei particolari copricapo. Sai come si chiamano? Descrìvili.
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Alle spalle dei personaggi si innalzano delle colline dalle sfumature color ……………………
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Sulle colline sorge un villaggio nascosto nel verde; spicca una torre rinforzata da mura. Ti
sembra un villaggio della Palestina? Quale città o quale località ti richiama tale struttura?
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15
Nell ’ aria è sospesa
una trepida attesa .
Si è accesa
una luce .
Un desiderio di pace
brilla nel cuore
di chi aspetta
con grande amore .
C’ è festa intorno a noi !
Ma c’ è anche chi soffre
e chi muore ,
e chi è solo nel dolore :
non si può esser felici
se si è senza amici !
Perciò vogliamo esser buoni
non solo per ricevere i doni ,
ma perché così dimostriamo
a tutti quanto amiamo .
E Gesù , Tu che lo puoi ,
fa ’ che pace , gioia e serenità
rimangano sempre fra noi .
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