Diocesi di Treviso Curia Vescovile – Ufficio Scuola 4 QUADRI del MUSEO CIVICO di SANTA CATERINA di TREVISO LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolio ( particolare) Museo Civico di S. Caterina in Treviso Materiale didattico per Insegnanti di Religione Cattolica prodotto dall’Ufficio Scuola – a cura di G. Spanio INDICE Pagina 2 Indice Pagina 3 La sede del Museo di S. Caterina in Treviso Pagina 4 Brano del Vangelo di Lc. 2, 1-8 Nascita di Gesù Pagina 5 LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolo (olio su tavola - 1524) con notizie biografiche sull’autore Pagina 6 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera Pagina 7 Brano del Vangelo di Lc. 2, 8-20 Adorazione dei pastori Pagina 8 L’ADORAZIONE DEI PASTORI di Domenico Capriolo (olio su tavola palchettata - 1518) Pagina 9 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera Pagina 10 Brano del Vangelo di Mt. 2, 1-12 Adorazione dei Magi Pagina 11 ADORAZIONE DEI MAGI di Girolamo da Treviso Il Giovane (Jeronimus Trivisius) (tempera su tavola - 1525) Pagina 12 Notizie biografiche sull’autore Girolamo da Treviso Il Giovane Pagina 13 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera Pagina 14 L’ ADORAZIONE DEI MAGI di Gerolamo Da Santa Croce (tempera su tavola - 15 ) con notizie biografiche sull’autore Pagina 15 Scheda con domande e suggerimenti di analisi dell’opera Pagina 16 Poesia di Natale 2 LA SEDE DEL MUSEO di SANTA CATERINA Agli inizi del 1300 Gherardo Da Camino, signore e governatore di Treviso, fece costruire un bellissimo palazzo con splendidi giardini sul posto dove ora sorge il complesso architettonico di Santa Caterina I Da Camino governarono la città e il territorio della Marca Trevigiana in modo dispotico, prepotente, spietato tale da provocare la rivolta del popolo che assaltò la residenza, distruggendola. Il palazzo rimase in rovina fino al 1346, quando i Servi di Maria, dei frati di origine toscana, ottennero il permesso di costruire sulle rovine del palazzo il loro convento, a due chiostri, e la grande chiesa, a navata unica, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, patrona degli studiosi. Nel 1772 il convento fu soppresso e nel 1809, con il decreto di Napoleone, gli edifici furono utilizzati ad uso militare, come caserma e magazzini. Tutto il complesso subì, in seguito, gravi saccheggi e distruzioni. I bombardamenti del 7 aprile 1944 e del 10 marzo 1945 fecero scoprire ad opera di Mario Botter gli affreschi del Trecento e Quattrocento nelle pareti della chiesa, tra cui: una Madonna con Bambino attribuita a Gentile da Fabriano, la Cappella detta degli Innocenti, il ciclo delle Storie di Sant’Orsola di Tomaso da Modena. Ora, dopo i restauri, si può visitare la stupenda Chiesa, e trovano spazio nei vari locali mostre contemporanee, la sezione archeologica, la galleria d’arte medievale, rinascimentale e moderna, la pittura del XIX secolo. Ingresso al museo civico con vista piazzetta Botter 3 (dal vangelo di Luca 2, 1-8) In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirinio. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nàzaret e dalla Galilea salì in Giudea alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi registrare insieme a Maria sua s posa, che era incinta. Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo. 4 LA LEVATRICE INCREDULA di Domenico Capriolio olio su tavola - 1524 - I piano, sala 3 La levatrice incredula - olio su tavola (1524) Museo Civico di S. Caterina in Treviso Chi è DOMENICO CAPRIOLO ? E’ un pittore italiano. Nacque a Venezia nel 1494. I suoi inizi sono oscuri per mancanza di documenti. Sposò una figlia del pittore trevigiano Pier Maria Pennacchi, ma quando l’artista era già deceduto da tempo. Forse lavorò nella bottega di Pier Maria Pennacchi, suo suocero, anche se è improbabile che l’abbia conosciuto. Quasi sicuramente completò la sua formazione presso Lorenzo Lotto, altro grande pittore veneziano, cui il Capriolo si ispira per la ritrattistica negli ultimi anni di attività. Morì a Treviso nel 1528. Altre sue pregevoli opere sono: l’Adorazione dei Pastori nel Museo Civico di Treviso San Francesco 5 LA LEVATRICE INCREDULA - olio su tavola (1524) Questo quadro rappresenta la nascita di Gesù, a cui assiste, incredula, una levatrice. In quest’opera il pittore non si ispira né all’evangelista Luca né a Matteo, ma ad una narrazione dei Vangeli apocrifi (apocrifo = non riconosciuto né accettato dalla Chiesa come vero, autentico): Giuseppe era andato a cercare una donna (una levatrice) che potesse aiutare Maria nel momento del parto. Questa donna non crede alla purezza di Maria e viene punita, resta paralizzata. Il gruppo della Sacra Famiglia predomina sulla sinistra della scena: Maria, seduta su un blocco bianco di pietra, tiene dolcemente tra le braccia il suo bambino, cicciotello e roseo, con una espressione serena ma assorta. Descrivi il viso, l’espressione e il copricapo di Maria. …………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………….. Maria indossa una tunica rosso pallido con una scollatura rotonda. Dal capo le scende un mantello di colore verde scuro con delle pieghe molto profonde che le arriva fino alle caviglie. A fianco di Maria c’è Giuseppe. Descrivi l’atteggiamento. …………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………….. A destra, a formare come un triangolo, si vede la levatrice, con un vestito rosso fuoco tutto drappeggiato, le maniche a sbuffo e un velo in testa di colore giallo con molte pieghe. Osserva le mani. Come sono? …………………………………………………………………………………………………….. …………………………………………………………………………………………………….. La culla di Gesù è ………………………………………………………………………………… Sulla destra spicca una colonna di marmo bianco (sulla cui base si coglie un’incisione che raffigura un eroe della mitologia greca) che separa il quadro come in due parti. I significati che si possono leggere sono: a) il contrasto tra la povertà di Gesù e la grandezza del mondo greco-romano b) muore un periodo (il greco-romano) e nasce una nuova era (la cristiana). La scena della natività è ambientata in una capanna di legno con il tetto di paglia; all’interno arde un caminetto. A fianco di Giuseppe sbuca la testa di un asino che raglia. La capanna si prolunga con un muricciolo da cui spia un bambino con accanto un bue. Sulla sinistra ci sono edifici che forse ti incuriosiscono (una chiesa con delle guglie appuntite, delle case, …). Non possono essere naturalmente costruzioni che si trovavano in Palestina all’epoca di Gesù. Sono invece edifici dei paesi del nord che per la loro architettura erano piaciuti al pittore. Egli non li aveva visti di persona ma li aveva copiati, come era abitudine, da stampe che circolavano tra gli artisti. Il quadro non è facile da capire perché sono rappresentati molti simboli. Il pozzo d’acqua limpida, che vedi in basso a destra del dipinto, simboleggia la purezza di Maria; il colore rosso della sua veste rappresenta l’umanità, il blu del mantello la spiritualità; la colonna separa il vecchio mondo dal nuovo; la stella e il gallo che canta rappresentano il mattino, cioè l’alba di una nuova vita; la luce chiara dentro la capanna è quella dello Spirito Santo e le guglie della chiesa che si alzano verso il cielo simboleggiano l’aspirazione dell’uomo verso il cielo, cioè verso Dio. 6 dal vangelo di Luca 2, 8-20 C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia”. E subito apparve con l’angelo una moltitudine dell’esercito celeste che lodava Dio e diceva: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama”. Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”. Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udirono, si stupirono delle cose che i pastori dicevano. Maria, da parte sua, serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore. I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. 7 ADORAZIONE DEI PASTORI di Domenico Capriolo: olio su tavola - 1524 - I piano, sala 3 L’olio è una sostanza che spesso viene usato come tecnica pittorica, in cui i colori sono stemperati in olio di lino. In questo caso la base per il dipinto è costituita da una tavola. L’adorazione dei pastori - olio su tavola palchettata (1518) Museo Civico di S. Caterina in Treviso 8 ADORAZIONE DEI PASTORI - olio su tavola (1524) Quali personaggi sono dipinti in primo piano? ….…………………………………………………………………………………………………… Osserva l’espressione di Maria. Come la definiresti? ………………………………………………………………………………………………………. Descrivi come è vestita Maria. ………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………. Gesù è nudo, posto sopra una cesta di vimini piena di paglia. Chi sta osservando? ………………………………………………………………………………………………………. Descrivi come è vestito il pastore inginocchiato di lato alla cesta. ………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………. Che cosa ha a tracolla il pastore e che cosa tiene legata alla cintura? ………………………………………………………………………………………………………. ………………………………………………………………………………………………………. Giuseppe, a fianco di Maria, appoggiato ad un bastone, veste una tunica verde oliva con sopra un mantello marrone. Come è la sua espressione? ………………………………………………………………………………………………………. Una coroncina circonda il capo di Maria e di Giuseppe. Che cosa significa? ………………………………………………………………………………………………………. Dietro la Sacra Famiglia ci sono il bue e l’asinello. Vicino, un pastore con un bastone in mano osserva devoto il Bambino Gesù. Che cosa ha sulla fronte? A che cosa può servire? .……………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………. Un altro pastore, con le braccia incrociate, è nello stesso atteggiamento di adorazione. Descrivi come è vestito. .……………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………. Dietro al gruppo di persone si nota una capanna con un tetto di paglia, in qualche punto rovinato. Quante sono le teste alate di angeli che guardano la scena? ………………………………………………………………………………………………………. Da un cespuglio, sul lato destro della capanna, sbuca la testa di un cagnolino che porta un collare acuminato. Un’alta quercia limita il lato destro del quadro. Sullo sfondo è dipinta una guardia munita di lancia e lanterna. Su una collinetta pascola un gregge sorvegliato da un pastore. Osserva attentamente: che cosa stanno facendo due capre? ………………………………………………………………………………………………………. Una boscaglia nasconde una casa con una torre; una seconda torre si intravede in lontananza. Nel cielo sfuma un tramonto arancione coperto di nuvole; verso l’alto un angelo avvolto da nuvole bianche e azzurrine annuncia la grande notizia. 9 dal vangelo di Matteo 2, 1-12 Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: “Dov’ è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo”. All’udire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’ informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: “A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betlemme, terra di giuda, non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda: da te uscirà infatti un capo che pascerà il mio popolo, Israele”. Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: “Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo”. Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finchè giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per un’ altra strada fecero ritorno al loro paese. 10 ADORAZIONE DEI MAGI di Girolamo da Treviso Il Giovane tempera su tavola - 1525 circa - I piano, sala 3 Adorazione dei Magi – tempera su tavola (1525 circa) Museo Civico di S. Caterina in Treviso 11 Chi è GIROLAMO da Treviso IL GIOVANE ? E’ un incisore, pittore, scultore e ingegnere bellico italiano. Nacque a Treviso nel 1497 (?), figlio di un certo Tomaso. Non si conosce il cognome e nei documenti è chiamato “Gerolamo di Tomaso” Egli si firma JERONIMUS TRIVISIUS e dal Vasari e dall’Aretino (pittori e scrittori del 1500) è chiamato GIROLAMO da Treviso IL GIOVANE Si ispirò alla pittura di Lorenzo Lotto, del Pennacchi ma anche del Giorgione, del Tiziano e del Parmigianino. Lavorò a Bologna a partire dal 1523, a Mantova (1527,) a Genova (1528), a Venezia (1540). A Faenza (prov. di Ravenna) (1533) decorò ad affresco la chiesa della Commenda che rappresenta la migliore e più estesa testimonianza dell’opera di frescante. Nel 1538 si recò in Inghilterra al servizio del re Enrico VIII come ingegnere militare. Morì a Boulogne (Francia) nel 1544 colpito da una cannonata mentre provvedeva ai bastioni e alle fortificazioni per le artiglierie inglesi impegnate nell’assedio della città francese. Tra le opere più famose: la pala Noli me tangere (1519) di S. Giovanni in Monte a Bologna due formelle in marmo per il portale laterale destro di S. Petronio a Bologna (1524) (“I fratelli consegnano a Giacobbe la veste insanguinata di Giuseppe” e “Ritrovamento della coppa nel sacco di Beniamino”) la cappella della famiglia Saraceni in S. Petronio (Bologna) con i miracoli di S.Antonio da Padova (1525-1526) due versioni dell’Adorazione dei magi (una grande tavola è ora alla National Gallery di Londra) dove si notano le analogie con Raffaello e in quella del Museo Civico di Treviso si possono riconoscere influssi nordici, dureriani, nella resa del paesaggio e nella definizione dei costumi. A Mantova affrescò parte della Sala dei Venti del Palazzo Te (1527) 1529 di nuovo a Bologna dove dipinge due versioni dell’Adorazione dei pastori (oggi una è a Oxford e l’altra a Dresda) Dipinse molte pale d’altare a Bologna (1530/1535) e a Venezia (Madonne col Bambino e Santi) A Venezia (1540) riprese anche l’attività di frescante: si dedicò ad affrescare la casa di Andrea Odoni presso le fondamenta dei Tolentini (decorazione esterna oggi perduta). 12 ADORAZIONE DEI MAGI - tempera su tavola - 1525 circa In questo quadro il pittore Girolamo da Treviso non si è preoccupato di rappresentare l’ambiente né secondo la tradizione né secondo la realtà della Palestina. Egli vuole concentrare l’attenzione su ………………………………………………………………… Centro ideale di tutta la rappresentazione è il Bambino Gesù. Descrivilo. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… *** Osserva il volto dei tre personaggi inginocchiati. Noti subito che sono diversi tra loro per età e per il colore della pelle. In nessun testo biblico è detto che i Magi fossero tre e che avessero il colore della pelle diverso tra loro. E’ evidente che dietro a queste diversità ci sono dei significati simbolici. * Si può dire che Cristo si è rivelato a tutti gli uomini, collocando accanto a lui rappresentanti di tutte e tre le parti del mondo allora conosciuto: Europa, Asia, Africa. Ecco dunque che i Magi non possono essere che tre, e rispettivamente un negro (Africa), un bianco (Europa) e un beduino dalla barba da sceicco arabo (Asia medio-orientale). * Però si può anche dire che il Cristo si rivela non all’umanità in generale ma ad ogni uomo nel variare della sua età. Ecco dunque i tre Magi trasformati in simboli del giovane, dell’adulto e del vecchio. L’unica età trascurata è quella infantile, ma essa, però, è incarnata dal Bambino Gesù, richiamo alla semplicità, alla purezza di spirito necessaria per entrare nel regno dei cieli. Quali doni offrono i re Magi? ………………………………………………………………………………………………………… Anche questi doni sono simbolici: ………………… significa …………………………………………………………………………... ………………… significa …………………………………………………………………………... ………………… significa …………………………………………………………………………... Dietro la Sacra Famiglia ci sono un bue e un asinello. Sullo sfondo, a sinistra, si vedono antiche rovine di un tempio ed un albero spoglio con solo tre rami. Il significato che si può leggere è che con la nascita di Gesù muore un periodo storico (il greco-romano) e nasce una nuova era (la cristiana) ed un nuovo modo di contare il tempo. Altri personaggi e due cammelli animano la scena sulla destra. Chi sono, secondo la tua interpretazione, i personaggi rappresentati? .……………………………………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………………………… Sempre sul lato destro del quadro si innalza una città fortificata con case bianche e con due torri; in mezzo si apre una porta medievale simile a porta Santi Quaranta in Treviso. Sei d’accordo? ……. Alle spalle della città si ergono altissime montagne di color grigioverde. Un bellissimo tramonto di color arancione e un po’ d’azzurro completano lo sfondo del quadro. Osserva come il pittore, attraverso la ricchezza delle vesti e la luminosità dei colori, ha voluto evidenziare l’importanza della scena nel suo significato più profondo. Il brano del Vangelo cui l’opera si ispira viene letto in una particolare festa dell’anno liturgico. E’ la festa dell’ ………………….. La parola, di origine greca, significa ……………………. 13 ADORAZIONE DEI MAGI di Gerolamo DA SANTA CROCE tempera su tavola - 1535 - I piano, sala 3 L’Adorazione dei Magi – tempera su tavola Museo Civico di S. Caterina in Treviso Chi è GEROLAMO DA SANTA CROCE ? E’ un pittore italiano. Figlio di Bernardino di professione “sartor” nacque in data imprecisata nel 1490 circa in val Brembana (borgo Santa Croce ora frazione di S. Pellegrino Terme, prov. di Bergamo) Fu allievo di Gentile e di Giovanni Bellini, grandi pittori veneziani. Nel 1516 Gerolamo ebbe un figlio, Francesco, anch’egli poi pittore. Aprì una bottega presso la Parrocchia di S. Antonino. Lavorò molto nelle chiese di Venezia, dell’Istria e della Dalmazia. Morì a Venezia il 9 luglio 1556, nella parrocchia di San Martino. Già nel 1503 dipinse su tavola una testa femminile (ora conservata a Milano) Nel 1512 due tavole con due Santi eseguite a tempera (National Gallery di Londra) Madonna col Bambino “Ryerson” 24 ott. 1516 (Art Institute of Chicago) Tela a olio Vocazione di S. Matteo conservata a Bassano Museo Civico (1519) Nel 1527 pala d’altare a Luvigliano (Pd) su San Martino che dona il mantello Adorazione dei pastori (museo di Castelvecchio a Verona) Nel 1531 trittico per il Duomo di Castellaneta (oggi nel museo di Bari) Madonne col Bambino, Trinità, Visitazione, Santi vari furono i soggetti delle sue opere che si trovano ora a Milano, nell’isolotto di Kosljun, a Venezia, a Padova, a Burano… Madonna col Bambino in trono, l’Eterno e i ss. Nicola e Giovanni Battista è l’ultima sua opera, la pala d’altare della cattedrale di Lucera (Foggia) (1555) 14 ADORAZIONE DEI MAGI - tempera su tavola Il quadro di Gerolamo da Santa Croce faceva parte della raccolta Grimaldi Prati che costituì nel 1851 il primo nucleo delle raccolte civiche. Rappresenta l’adorazione dei Magi, che si recano da Gesù offrendo i loro doni: oro, incenso e mirra. I Vangeli parlano di tre doni, senza però metterli in mano a qualcuno dei Magi in modo speciale. La scelta, se c’è, è quindi opera degli artisti. Non è corretto nemmeno attribuire i doni in relazione alla loro regione di provenienza geografica, perché l’incenso, ad esempio, comprato in Arabia, viene messo in mano al negro, mentre da lui ci si sarebbe aspettato l’oro, visto che in quel paese ci sono molte miniere d’oro, che invece finisce in mano al bianco. Si deve dunque ipotizzare che si volesse legare il dono all’età dell’offerente. Quale lettura, quale messaggio si possono attribuire allora osservando i Magi e i loro doni? Il giovane (quasi sempre il negro) porta l’incenso. Questo viene prodotto bruciando una resina: è simbolo della preghiera che sale a Dio, in segno di omaggio e di adorazione. E’ un invito a riconoscere quel Bambino come unico Dio-Uomo e a tralasciare gli idoli del momento che in gioventù possono attirare la sua attenzione (successo, soldi, trasgressioni, …) L’adulto (dai tratti arabi medio-orientali) porta la mirra, un olio usato specie come balsamo in farmacia e profumeria e che si ricava dalla resina aromatica di colore rosso bruno che trasuda dalla corteccia di alcuni alberi dell’Africa e dell’Arabia. Gli egizi si servivano di questa sostanza vegetale per l’imbalsamazione; i greci e i romani avevano un uso prevalentemente cosmetico. Con questo dono si riconosce la vera umanità di Gesù che avrebbe patito e sarebbe morto in croce. Il vecchio (un bianco europeo) porta l’oro. Solo il fatto che l’oro è suo, rende piena di rispetto quella fragile figura. L’oro inoltre è simbolo della regalità divina: il Magio riconosce in quel Bambino il re dell’universo. Infine, per lui offrire al Cristo quello che gli dà sicurezza, cioè puntare soltanto su di Lui e non sui propri capitali, è un grande sacrificio e una testimonianza di fiducia incondizionata. Osserva il quadro. Quali personaggi vedi in primo piano? ………………………………………………………………………………………………………… Nessuna grotta, nessuna capanna raccoglie la Sacra Famiglia. Dov’è ambientata la scena? ………………………………………………………………………………………………………… Dove sono l’asino ed il bue, di solito rappresentati nei quadri della Natività? ………………………………………………………………………………………………………… I Magi indossano vesti sontuose decorate in oro. Prova a descriverle. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Tra i Magi ne emerge uno al centro che con la mano sinistra compie un gesto particolare. Descrivi il gesto e indica, secondo te, il motivo di tale gesto. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Osserva gli accompagnatori che, in secondo piano, sono disposti in semicerchio. Indossano dei particolari copricapo. Sai come si chiamano? Descrìvili. ………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………… Alle spalle dei personaggi si innalzano delle colline dalle sfumature color …………………… Sulle colline sorge un villaggio nascosto nel verde; spicca una torre rinforzata da mura. Ti sembra un villaggio della Palestina? Quale città o quale località ti richiama tale struttura? ………………………………………………………………………………………………………… 15 Nell ’ aria è sospesa una trepida attesa . Si è accesa una luce . Un desiderio di pace brilla nel cuore di chi aspetta con grande amore . C’ è festa intorno a noi ! Ma c’ è anche chi soffre e chi muore , e chi è solo nel dolore : non si può esser felici se si è senza amici ! Perciò vogliamo esser buoni non solo per ricevere i doni , ma perché così dimostriamo a tutti quanto amiamo . E Gesù , Tu che lo puoi , fa ’ che pace , gioia e serenità rimangano sempre fra noi . 16