Marketing e Direzione d’Impresa Lezione 29 – Pricing e Comunicazione Esterna Ing. Marco Greco [email protected] Tel.0776.299.3641 Stanza 1S-28 Discriminazione di prezzo Discriminazione di primo grado, se l’impresa applica un prezzo: • Distinto per ciascun cliente, sulla base della variazione del prezzo di riserva da cliente a cliente Discriminazione di secondo grado, se l’impresa applica un prezzo: • Distinto per ciascuna unità di prodotto acquistata, sulla base della variazione del prezzo di riserva del consumatore all’aumentare della quantità acquistata • Uniforme per tutti i clienti, non tenendo conto della variazione del prezzo di riserva da cliente a cliente Discriminazione di terzo grado, se l’impresa applica un prezzo: • Uniforme per ciascuna unità di prodotto acquistata, non tenendo conto della variazione del prezzo di riserva del consumatore all’aumentare della quantità acquistata • Distinto per ciascuna classe di clienti, sulla base della variazione del prezzo di riserva da cliente a cliente 2 Discriminazione di prezzo La discriminazione di primo grado permette al monopolista di incamerare tutto il surplus del consumatore, attraverso: - La fissazione di un prezzo variabile pij che varia per ciascuna unità i acquistata e per ciascun consumatore j (ottenibile, esempio, attraverso il ricorso aste) - La fissazione di una tariffa in due parti che prevede il pagamento anticipato di un canone Fj, specifico per ciascun consumatore, e di una tariffa p per unità di prodotto acquistato, posta pari al costo marginale Le altre forme di discriminazione non permettono al monopolista di incamerare tutto il surplus del consumatore 3 p Discriminazione pdi primo grado d Prezzo variabile d Tariffa in due parti p1 p2 p3 p4 F MC p* q MC q In entrambi i casi: • il consumatore acquista sino al livello q sostenendo, in forme diverse, la medesima spesa • il monopolista produce il livello efficiente q, incamerando sia il surplus del consumatore sia la perdita secca da monopolio 4 Discriminazione di prezzo Nella discriminazione di secondo grado si ricorre all’autoselezione da parte dei consumatori, che scelgono il livello di acquisto sulla base della curva di domanda individuale Nella discriminazione di terzo grado si ricorre all’autoselezione da parte dei consumatori o alla selezione imposta dal monopolista, sulla base di alcune caratteristiche dei consumatori 5 Discriminazione di primo grado Esempio Si considerino 4 consumatori, ciascuno dei quali acquista N uova. I 4 consumatori sono caratterizzati da prezzi di riserva fissi, pari rispettivamente a 10, 20, 30 e 40 cent. Posto che il costo marginale delle uova sia fisso e pari a 5 cent, conviene attuare la discriminazione di primo grado? In assenza di discriminazione, andrebbe fissato un prezzo uniforme, rischiando di escludere alcuni consumatori Senza discriminazione si ha C, che è inferiore e meno efficiente della soluzione con discriminazione 6 Discriminazione di secondo grado Tutte le tecniche che determinano un prezzo differente a seconda della quantità acquistate dai consumatori: • Quantità minima: prevede una quantità minima che deve essere acquistata per poter usufruire del prodotto • Sconto di quantità: prevede l’applicazione di uno sconto il cui valore è legato alla quantità acquistata • Tariffa a blocchi: prevede che il prezzo vari a seconda della quantità acquistata secondo un andamento non lineare • Tariffa in due parti: Fj + 𝑞𝑝𝑗 7 Discriminazione di terzo grado Discriminazione sulla base di classi di clienti definiti: • attraverso le loro caratteristiche socio-demografiche (Es. biglietto per studenti nei musei) • attraverso la loro localizzazione geografica (Es. prezzo d’origine) • attraverso il canale di vendita (Es. bottiglia di vino al supermercato e al ristorante) • attraverso il packaging (Es. confezioni regalo) • attraverso la qualità del prodotto (Es. posto a teatro) • attraverso il momento di consumo del prodotto (Es. alta e bassa stagione) • attraverso il momento di acquisto del prodotto (Es. prezzi promozionali) • attraverso la combinazione di prodotti diversi (Es. bundling) 10 Differenziazione geografica del prezzo • Prezzo d’origine (free on board): il cliente si accolla le spese di spedizione e trasporto • Prezzo uniforme: l’impresa carica lo stesso sovrapprezzo per il trasporto a tutti i clienti indipendentemente dalla loro ubicazione • Prezzo per zona: i clienti pagano un sovrapprezzo a seconda della zona di ubicazione • Prezzo del punto base: i clienti pagano un sovrapprezzo proporzionale alla distanza tra la loro residenza e la città di riferimento del fornitore • Prezzo di assorbimento: il fornitore si accolla tutte le spese di trasporto perché mira alla penetrazione del mercato o a mantenere una posizione minacciata 12 Prezzi promozionali • Prodotti civetta (loss leader): vengono fissati prezzi molto bassi su alcuni prodotti noti nella speranza che vengano acquistati anche altri prodotti a ricarico normale. I profitti derivanti dalle vendite aggiuntive devono essere superiori alle perdite derivanti dalla riduzione di prezzo sui prodotti civetta • Sconti stagionali: riduzioni di prezzo per acquisti “fuori stagione”. Servono per livellare la domanda e renderla più regolare nel corso dell’anno • Prezzi speciali per eventi speciali, tipo “sagra delle fragole”, servono per stimolare la domanda in momenti di picco d’offerta 13 Prezzi promozionali • Sconto di cassa: sconto proporzionale all’anticipo del pagamento rispetto alla data ultima di scadenza. Generano aumenti di liquidità e riduzione dei costi e dei problemi di riscossione crediti • Programmi di finanziamento a tassi di interesse ridotti • Concessione di garanzie e servizi accessori a prezzo invariato • Sconti psicologici: illegali (prezzo di listino 359€, scontato 299€ televendite) 14 Discriminazione intertemporale Oltre ai prezzi promozionali esistono altre forme di discriminazione basate sul momento di acquisto o di consumo del servizio: • peak pricing, ossia prezzo più alto per i periodi in cui si registra il picco di domanda • yield pricing, ossia prezzo basso per i primi clienti, alto per i successivi, bassissimo per l’invenduto a pochi giorni dall’evento Nel caso dei beni durevoli in cui l’utilità dei consumatori dipende dal momento di acquisto, si può fissare inizialmente un prezzo più alto per venderlo agli acquirenti con prezzo di riserva alto, poi abbassarlo e stimolare l’acquisto da parte degli acquirenti con prezzo di riserva via via più basso 15 Bundling Modello di bundling Vendita in un unico pacchetto di prodotti diversi che prevedono attributi per i quali le preferenze delle diverse classi dei consumatori sono correlate negativamente Bundling puro: i prodotti sono venduti solo all’interno di pacchetti Bundling misto: i prodotti sono venduti sia all’interno di pacchetti, sia in modo autonomo Il bundling consente di evitare l’esclusione di alcuni segmenti dall’acquisto ottenendo comunque aumenti di profitto Esempio Due prodotti (R e B), due classi di utenti (X e Y), di uguale consistenza Costo marginale fisso e pari a 4 per entrambi i prodotti Prezzi di riserva 16 Bundling Politiche di prezzo Il bundling potrebbe costringere a vendere un prodotto a consumatori il cui prezzo di riserva è inferiore al costo marginale Se MC = 6 > 4 i profitti sarebbero stati: Πtot = 32 - 24 = 8 In tal caso il profitto con unbundling è maggiore: Πtot = 24 - 12 = 12 Il bundling misto consente di vendere i prodotti sia all’interno di pacchetti, sia separatamente; si evita l’esclusione di qualche segmento, come pure si evita di vendere al di sotto del costo marginale 17 Comunicazione integrata di marketing Capitolo 17 Comunicazione d’impresa Insieme dei processi strategici ed operativi, di creazione, di scambio e di condivisione di messaggi informativi e valoriali, all’interno delle diverse reti di relazioni, che costituiscono l’essenza dell’organizzazione e della sua collocazione nell’ambiente E’ finalizzata a: • coinvolgere gli interlocutori dal punto di vista razionale ed emotivo • attribuire una personalità all’impresa • promuovere i principi guida dell’impresa • migliorare l’immagine aziendale • definire la cornice della comunicazione di marketing, di marca e di prodotto 19 Comunicazione corporate • Comunicazione esterna – Presentazione del bilancio – Programmi socio-culturali – Azioni di lobbying • Comunicazioni con l’opinione pubblica – Comunicato stampa – Conferenza stampa – Intervista • Comunicazione interna 21 Comunicazione interna Rivolta ai dipendenti e ai collaboratori dell’impresa, utilizza strumenti come la carta dei valori, i giornali aziendali, i manuali operativi, le convention e i premi interni. Punta a: • proporre una rappresentazione unitaria dell’impresa • legare lo sviluppo individuale allo sviluppo dell’impresa • sviluppare un immaginario collettivo • creare un linguaggio comune • canalizzare la diversificazione attorno a un corporate theme • vivificare e far evolvere la cultura d’impresa • essere una leva di cambiamento 22 Comunicazione di marketing Trasmissione di messaggi da parte di un’impresa diretti al pubblico dei clienti attuali e potenziali, al fine di: - trasformare i clienti potenziali in clienti attuali dell’impresa - mantenere una relazione di lungo periodo, basata sulla fedeltà, con i clienti attuali - fornire spiegazioni sull’uso del prodotto, sull’utilizzatore, ecc… coerentemente con le strategie di marketing dell’impresa e con le altre variabili del marketing mix (prodotto, packaging, prezzo, punto vendita) 23 Pianificazione della comunicazione di marketing Individuazione del pubblico obiettivo Definizione degli obiettivi di comunicazione Definizione del messaggio Scelta dei canali di comunicazione Definizione del budget di comunicazione Definizione del mix di comunicazione Misurazione dei risultati della comunicazione Gestione della comunicazione integrata di marketing 25 1. Individuazione del pubblico obiettivo Identificare target audience, composto da potenziali acquirenti, clienti attuali, decisori, influenzatori, pubblico in generale Effettuare l’analisi dell’immagine che hanno dell’impresa, attraverso: • scala di familiarità (mai sentita – la conosco bene) • scala di preferibilità (molto sfavorevole – molto favorevole) e definire il posizionamento dell’impresa rispetto a tali variabili 26 2. Definizione degli obiettivi di comunicazione • Bisogno della categoria: presentare una (nuova) categoria di prodotto come necessaria per colmare un bisogno ancora insoddisfatto (ipad) • Consapevolezza della marca: punta aumentare la capacità dei consumatori di identificare la marca all’interno della categoria di prodotti – Far riconoscere una marca è più facile che farla ricordare • Atteggiamento nei confronti della marca: punta aumentare la valutazione della marca rispetto alla sua capacità percepita di soddisfare un bisogno attuale – Chiave negativa: elimino o evito un problema o un deterioramento (Es. prodotto casa) – Chiave positiva: creo gratificazione (Es. alimento) • Intenzione d’acquisto della marca: punta a determinare autonomamente l’acquisto della marca o altre azioni legate all’acquisto (Es. buono sconto, 3x2) 27 3. Definizione del messaggio 1. Cosa dire (strategia del messaggio) 2. Come dirlo (strategia creativa) 3. A chi farlo dire (fonte del messaggio) Strategia del messaggio Richiami, temi e idee correlati al posizionamento della marca Si può puntare sulle possibili gratificazioni legate al prodotto: razionale, sensoriale, sociale o dell’ego Che possono derivare da tre possibili esperienze: - legate ai risultati dell’utilizzo del prodotto (Es. pulito più bianco) - legate all’effettivo impiego del prodotto (Es. sgrasso senza fatica) - legate a fattori esterni collegati al prodotto (Es. posso prendermi cura dei miei figli) 28 La gratificazione positiva • SPOT! 29 3. Definizione del messaggio Strategia creativa Approccio informativo: – Risoluzione di un problema, dimostrazione del prodotto, confronto tra prodotti, testimonial – Presuppongono approccio razionale del consumatore – Molto efficace porre la domanda e lasciare che siano i consumatori a rispondere – Presentazione unipolare (solo pregi) vs bipolare (pregi vs difetti) «Listerine ha un gusto cattivo solo due volte al giorno» – Ordine di presentazione delle argomentazioni 30 3. Definizione del messaggio Strategia creativa Approccio trasformativo – Enfasi su un beneficio non direttamente correlato al prodotto (Es. auto per gente speciale) – Richiami negativi (paura, senso di colpa, vergogna) alito o piedi puzzolenti • Efficaci se non troppo forti, da fonte affidabile, con buone speranze di alleviare la paura che suscita – Richiami positivi (umorismo, amore, orgoglio, gioia, sensualità) – Rischio di richiami troppo forti: riesco attirare l’attenzione, ma adombro completamente marca e prodotto (Es. Buonaseeeera) 31 3. Definizione del messaggio Fonte del messaggio Scelta del testimonial sulla base di: – competenza professionale: conoscenza specialistica di chi avvalora il messaggio (Es. hair stylist delle dive) – Attendibilità: obiettività e onestà percepite (Es. propri amici) – Simpatia (Es. comici) Valutazione della congruità tra fonte e marca (Es. Caterine Deneouve per il profumo Chanel n°5) Principio della congruità: i comunicatori possono sfruttare la propria immagine per ridurre i sentimenti negativi nei confronti della marca, rischiando di perdere parte della propria reputazione 32 3. Definizione del messaggio Fonte del messaggio Altro da considerare nello sviluppo di programmi di comunicazione globale: • Prodotto: attenzione a restrizioni su vendita e pubblicizzazione prodotti (Es. alcol islam) • Segmento di mercato: in molti paesi non sono consentite pubblicità tv rivolte a minori di 12 anni • Stile: Es. pubblicità comparativa, pubblicità troppo spinta • Locale e globale: scelta tra unico spot mondiale o localizzati 33 4. Scelta dei canali di comunicazione Canali di comunicazione personali (comunicazione diretta faccia a faccia, via telefono, via mail, …) Puntano incentivare il passaparola, attraverso l’identificazione di soggetti influenti cui dedicare attenzioni particolari, la creazione di leader d’opinione, l’utilizzo di testimonial di notevole interesse e credibilità, lo sviluppo di messaggi “elevato valore di conversazione” • Canali di parte: personale di vendita • Canali degli esperti: personale indipendente • Canali sociali: amici, parenti e conoscenti Particolarmente efficace per acquisti elevato coinvolgimento emotivo 34 4. Scelta dei canali di comunicazione BZZAgent Esercito di volontari su scala nazionale per avviare il passaparola su prodotto del cliente I volontari vengono selezionati a partire da un database interno, gli viene inviato un campione e un manuale per creare passaparola Marketing onesto: non promuovo cose che non mi piacciono 35 4. Scelta dei canali di comunicazione 36 4. Scelta dei canali di comunicazione Canali di comunicazione personali • Identificare individui e imprese più influenti, dedicando loro particolare attenzione • Creare leader di opinione fornendo il prodotto a condizioni allettanti alcuni clienti • Lavorare con persone che esercitano un’influenza sulla comunità (dj, presidenti di club, ecc…) • Utilizzare nella pubblicità personalità di notevole influenza e credibilità • Sviluppare una forma pubblicitaria con elevato «valore di conversazione» (buonaseeera) • Sviluppare canali di referenti per il passaparola (incoraggio il cliente a diffondere la notizia) • Creare un forum elettronico • Ricorrere al marketing virale (Es. 5 per mille all’università) 37 4. Scelta dei canali di comunicazione Canali di comunicazione non personali – Mass media – Promozioni – Eventi ed esperienze – Pubbliche relazioni Integrazione dei canali di comunicazione Da canali di comunicazione personali a leader d’opinione, ai consumatori 38 5. Definizione del budget di comunicazione Metodo del disponibile • Sulla base della condizione economico-finanziaria contingente (mkt non percepito come investimento, impossibile fare piani di lungo periodo) Metodo delle percentuali sulle vendite • Sulla base di una percentuale sul fatturato attuale o futuro o sul prezzo unitario • Garantisce copertura delle spese, mette in relazione comunicazione, prezzo e profitto, favorisce stabilità concorrenziale • Confonde causa con effetto, scoraggia sperimentazione, impedisce pianificazione a lungo termine, impedisce di cogliere opportunità contingenti, non tiene conto delle differenze tra prodotti, è difficile determinare la 39 percentuale corretta 5. Definizione del budget di comunicazione Metodo della parità competitiva • Sulla base dell’ammontare delle spese in comunicazione dei concorrenti • Punta sulla “cultura collettiva” del settore, riduce il rischio di guerre di comunicazione • Ogni impresa diversa dall’altra, pari spese non implicano pari efficacia • Non è detto che la scelta degli altri sia la migliore possibile 40 5. Definizione del budget di comunicazione Metodo dell’obiettivo da conseguire 1. Definire la quota di mercato da raggiungere 2. Definire la percentuale del mercato che deve essere raggiunta dalla comunicazione 3. Definire le percentuale di consumatori potenziali che conoscono la marca, ma che devono essere indotti a provare il prodotto 4. Definire il numero di esposizioni necessarie avere un tasso di prova dell’x% 5. Definire il numero di unità di esposizioni ponderate da acquistare 6. Definire il budget necessario in base al costo medio di acquisto di un’unità di esposizione ponderata 41 5. Definizione del budget di comunicazione Metodo dell’obiettivo da conseguire Costringe a fare ipotesi circa la relazione tra investimento, tassi di prova, livelli di esposizione e tassi di adozione del prodotto Deve considerare le altre variabili di marketing mix e del ciclo di vita del prodotto 42 6. Definizione del mix di comunicazione Definire il giusto livello di: – Pubblicità – Promozioni – Eventi ed esperienze – Pubbliche relazioni e propaganda – Marketing diretto (contatto telefonico, mail, ecc…) – Vendita personale La scelta del mix dipende da: – tipologia del mercato (business vs. consumer) – grado di disponibilità dell’acquirente – stadio del ciclo di vita del prodotto 43 Pubblicità Qualsiasi forma di presentazione e promozione, non personale e a pagamento da parte di un promotore (sponsor) ben identificato Ruolo delle agenzie di comunicazione Caratteristiche: - Pervasività: ripeto più volte il messaggio, permettendo all’acquirente di confrontarlo con gli altri - Espressività amplificata: enfatizzazione della presentazione dell’impresa e dei suoi prodotti - Impersonalità: il pubblico non si sente obbligato a prestare attenzione o a rispondere alla pubblicità 44 Pubblicità Definire le cinque M: - Missione (quali sono gli obiettivi della pubblicità?) - Mezzi (quanto è possibile investire?) - Messaggio (quale messaggio diffondere?) - Media (quali media usare per diffondere il messaggio?) - Misurazione dei risultati (come devono essere valutati i risultati?) 45 Quali sono gli obiettivi della pubblicità? Obiettivo di pubblicità: raggiungibile in un determinato arco di tempo attraverso il coinvolgimento di un pubblico specifico, in linea con le decisioni relative al mercato obiettivo, al posizionamento della marca e al piano di marketing Centralità di attenzione, processamento e memorizzazione del messaggio - pubblicità informativa (mira a creare consapevolezza e conoscenza dei nuovi prodotti o delle nuove caratteristiche di prodotti esistenti) - pubblicità persuasiva (mira a creare gradimento, preferenza, convinzione e acquisto di un prodotto) - pubblicità di ricordo (mira a stimolare la ripetizione dell’acquisto di prodotti) - pubblicità di rinforzo (mira a convincere i clienti attuali di aver effettuato la scelta corretta) 46 Quanto è possibile investire? Occorre considerare: • stadio del ciclo di vita del prodotto (maggiori investimenti per marche nuove) • quota di mercato e dimensione del mercato (investimento totale cresce al crescere di tali fattori, costo per contatto si riduce) • concorrenza e concentrazione (maggiori investimenti al crescere di tali fattori) • frequenza dell’attività pubblicitaria (maggiori investimenti al crescere di tale fattore) • sostituibilità del prodotto (maggiori investimenti al crescere di tale fattore) 47