Febbraio 2005 15 IN-FORMAFIRENZEcittà lapsicologaèinlinea atavolacolnutrizionista salute La rubrica è aperta ai lettori che possono scrivere alla redazione: via Volturno 10/12a - 50019 Sesto Fiorentino - Fi, [email protected], fax 055340814 Il dott. Leoni risponde ai lettori dal lun. al ven. dalle 21 alle 22 allo 055715777 Studi: viale Talenti 118 - 50142 Firenze, tel. 0557135069 via G. Milanesi 83 - 50134 Firenze, tel. 055476087, 055485418 Studio: via Martelli, 8 - 50122 Firenze tel. 055214770 GLI SCHERZI DELLA MEMORIA Sono disperata ma a volte mi viene da ridere. Dimentico le cose. Mi è capitato di trovarmi con il forchettone in mano, in mezzo alla cucina, come una statua di sale, senza ricordarmi che cosa ci stavo a fare con quel forchettone. E perché l’avevo preso. Mi capita di entrare di furia in una stanza con l’intenzione di prendere qualcosa e poi non mi ricordo perché in quella stanza ci ero entrata. Apro un cassetto e non so più che cosa cercavo. Dimentico le cose, che cosa mi sta succedendo? Qualcosa del tempo passato lo ricordo, per esempio, ho in mente tutta la poesia del Carducci, quella piccola poesia intitolata “Pianto Antico”, ricordo tutti i nomi dei miei compagni delle elementari e delle medie, i nomi delle maestre e perfino dei bidelli. A casa mi prendono in giro, lo sanno tutti che non ricordo le cose. Le date sono la mia ossessione, le dimentico quasi tutte. Quando è stata scoperta l’America nel 1492 o nel 1942? No, mi dico, quest’ultima data non può essere. Mi avvicino alla risposta giusta col ragionamento, non con la memoria. Poi a volte dalla paura di non ricordare mi blocco e non mi viene in mente niente. Mi sono chiesta se ci sono delle tecniche per ricordare. A scuola dicevamo una filastrocca per tenere a mente i sette re di Roma e funzionava. Quella filastrocca non la so più. Ho 56 anni, ho cresciuto figli e nipoti. Nella mia vita mi sono persa dietro biberon, pappe e pannolini. È per questo che la mia memoria è così debole? Se avessi studiato ricorderei meglio? E poi mi chiedo ma la memoria che cos’è? Oltre la storia Gli stimoli percettivi non vengono appresi in modo meccanico ma sono elaborati in conformità ad un vissuto psichico personale costituendo degli schemi mentali. Noi non immagazziniamo le informazioni del mondo fisico quale è ma secondo questi schemi di apprendimento. Per il ricordo si attinge a questo materiale composto di un misto tra realtà e vissuto. C’è una frase nel racconto di questa donna che denota una profonda triste nostalgia “mi sono persa dietro…” Che cosa ha perso? L’esperienza di una vita più allargata? La conoscenza dietro tante cose del mondo? Il deficit di memoria è forse un richiamo inconscio di un desiderio inespresso, abbandonato, accantonato? Il grido di una “memoria” povera di contenuti? C’è una memoria a breve termine e una memoria a lungo termine. Affinché il ricordo venga registrato è necessario che l’evento passi dalla memoria a breve termine a quella a lungo termine. La memoria a lungo termine è un magazzino a capacità illimitata; e di questa capacità ne abbiamo esperienza tenendo conto delle infinite informazioni che ricordiamo. Ma perché ci capita di dimenticare? Si sono evidenziate alcune condizioni: Il disuso – se un fatto contenuto nella memoria non viene rievocato è probabile che vada perduto. Es. se si impara una lingua straniera ma non si ha modo di esercitarla, se ne dimentica buona parte. L’importanza degli indizi – se si è usata una strategia per memorizzare non se ne può usare una diversa per ricordare. L’eccesso di informazioni – memorizzate può interferire all’atto del recupero e renderlo impossibile. Uno stato di tensione – chi studia conosce questo fenomeno che può determinare un’amnesia totale. Declino dovuto all’età – dopo una certa età i neuroni sono meno plastici e formano meno connessioni simpatiche. dott.ssa Karla Saunig psicologa - psicoterapeuta precedente17 DOLCE, DOLCE, DOLCE… CIOCCOLATO Il cacao è una sostanza estratta dal seme della theobroma cacao, una pianta di provenienza centro-sudamericana. I semi vengono fermentati, tostati e macinati; si ottiene così il liquore di cacao che per separazione dà il burro e la polvere di cacao. Il cacao contiene acqua, grassi, teobromina, tannini, cellulosa e sali minerali. Il contenuto in grassi (burro di cacao) è responsabile dell’elevato valore calorico dell’alimento, fino a 355 kcal per 100 grammi di prodotto. La teobromina è una sostanza azotata di natura alcaloide presente in piccola quantità (1.5%), ad azione moderatamente eccitatrice, comune anche al caffè ed al tè; per questo motivo il cacao è annoverato fra gli alimenti nervini. Il cioccolato è un prodotto alimentare composto da cacao e zucchero, con aggiunta di burro di cacao ed aromi naturali ed ingredienti minori. La produzione, nonostante l’ampia varietà di preparazioni, è di fatto la stessa per tutti i tipi di cioccolato. La polvere di cacao è miscelata allo zucchero fino ad ottenere una pasta che viene poi omogeneizzata. Segue un trattamento termico detto concaggio che conferisce al preparato il tipico aroma, con aggiunta di ingredienti quali latte, lecitina di soia, grassi vegetali e vanillina. L’impasto così preparato è avviato allo stampaggio in tavolette o monoporzioni e, quindi, confezionato. Il cioccolato puro è un alimento a contenuto energetico elevato ma variabile, giacché questo dipende molto dalle quantità di grassi, zucchero ed ingredienti aggiuntivi utilizzati nella sua preparazione. Una recente normativa europea, che tante polemiche ha giustamente scatenato soprattutto nel nostro paese tra i produttori e le associazioni dei consumatori, permette la sostituzione parziale del burro di cacao con grassi vegetali di provenienza, mantenendo al prodotto la denominazione di “cioccolato”. La straordinaria miscela di grassi TRAUMATOLOGIA DEL GINOCCHIO E DELLA CAVIGLIA (burro di cacao), cacao e zuccheri in esso contenuti, stimola il rilascio nel cervello di serotonina (con effetto tranquillizzante e calmante) e di endorfina (ad azione euforizzante); da qui la gran voglia di cioccolato che si accentua nei periodi di stress, di depressione e, per le donne, nel periodo premestruale. Il valore energetico varia da cioccolato a cioccolato. Ecco alcuni esempi essenziali: cioccolato al latte = 565 kcal/100 grammi; cioccolato fondente = 540 kcal/100 grammi; cioccolato al gianduia = 509 kcal/100 grammi; crema di cacao e nocciole = 537 kcal/100 grammi; un boero o un bacio = 100 kcal; una tazza di cioccolato = 280 kcal. Una recente normativa europea, che tante polemiche ha giustamente scatenato soprattutto nel nostro paese, permette la sostituzione parziale del burro di cacao con grassi vegetali di provenienza diversa nella produzione, mantenendo al prodotto l denominazione di “cioccolato”. Il consumo moderato di cioccolato non incide significativamente nell’innalzamento del tasso di colesterolo né nell’insorgenza di brufoli ed acne, con eccezione dei soggetti più sensibili all’effetto allergenico. Nell’ambito di una sana ed equilibrata alimentazione non è necessario prevedere la drastica esclusione del consumo di cioccolato; un’assunzione moderata di alcuni quadrettini al giorno (4-5 per un totale di 30 grammi) può anzi essere utile. L’astinenza completa, specie nei soggetti più desiderosi, fa difatti innescare una voglia irresistibile dell’alimento, col rischio di vedere trasformato un semplice e comprensibile capriccio in una insana scorpacciata. I traumatismi al ginocchio e alla caviglia (art. tibio-tarsica) sono molto diffusi sia in età giovanile che in età adulta. Oggi la vita piuttosto dinamica e le attività sportive amatoriali sono le cause di questa traumatologia così frequente. Molto spesso l’articolazione del ginocchio è sede di distorsioni di varia entità.. Si va dal trauma meniscale fino a lesioni più importanti, come la rottura dei legamenti crociati. In questi casi spesso la chirurgia ortopedica è la soluzione più idonea, ma vi sono casi nei quali la “terapia manuale osteopatica” può essere di grande aiuto. In molti casi una distorsione non ha effetti tali da rendere necessario il ricorso alla chirurgia. L’osteopatia, con un lavoro attento e accurato, tipico dell’artigiano, riesce, con l’uso delle mani, a rimettere in equilibrio l’articolazione, rispettando sempre le precauzioni mediche del caso. Spesso i menischi non subiscono danni e lacerazioni, ma escono dalla loro sede fisiologica e in questi casi, con opportune manovre, possono essere ricollocati nella loro sede naturale. Questo vale per le posizioni reciproche di femore e tibia che, all’interno dell’articolazione, in un trauma distorsivo, perdono il loro rapporto fisiologico. Con un lavoro delicato, appropriato e non invasivo delle mani, possiamo ridare equilibrio all’articolazione, affinché poi possa essere svolto un protocollo riabilitativo fisio-terapico. L’osteopatia lavora sui movimenti minori di un’articolazione che sempre accompagnano e influenzano i movimenti maggiori dell’articolazione stessa (nel caso del ginocchio la flesso-estensione). È molto importante lavorare con queste tecniche anche dopo un intervento chirurgico diretto sull’articolazione, per recuperare più velocemente la flesso-estensione, prima di dare inizio ad un lavoro di potenziamento muscolare. Spesso deficit di flesso-estensione comportano problemi di riflesso sulla mobilità della rotula procurando nel tempo vere e proprie artrosi femoro-rotulari. Parlando della rotula è importante sapere che questa risente molto dell’equilibrio femoro-tibiale anche in condizioni normali, non specificamente dovute a traumatologie, come pure tutta l’articolazione del ginocchio. Questa infatti, trovandosi tra altre due articolazioni importanti, quali quella del bacino e della caviglia, può essere sede di problematiche che provengono per via ascendente (dalla caviglia), per via discendente (dal bacino) o da ambedue. In questi casi è opportuno riequilibrare e “normalizzare” queste articolazioni. Nel prossimo numero parleremo dei traumi distorsivi della caviglia, più precisamente chiamata articolazione tibio-tarsica. dott. Daniele Leoni dott. Giovanni Quercioli specialista in scienza dell’alimentazione scienze motorie-fisioterapista kinesiologo successiva1