Titolo definitivo del panel “Sentinelle avanzate di italianità”: l

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CANTIERI DI STORIA VI
La storia contemporanea in Italia oggi: ricerche e tendenze
Forlì 22-24 settembre 2011
www.sissco.it
Titolo definitivo del panel
“Sentinelle avanzate di italianità”: l’istruzione coloniale per la formazione del carattere nazionale.
Abstract
Il panel si propone di indagare i collegamenti tra il colonialismo italiano e la creazione e lo sviluppo
dell’identità nazionale, dall’età liberale all’epoca fascista. Quanto e come ha influito su di essa l’alterità
coloniale? Se influenza c’è stata, attraverso quali modalità la politica coloniale italiana ha contribuito a
forgiare l’identità nazionale e ha accresciuto il senso di appartenenza degli italiani alla comunità nazionale?
La storia coloniale italiana è sicuramente parte fondante della storia d’Italia nonostante sia stata invece
intesa da gran parte della letteratura come corollario di essa. Anche alla luce degli ultimi sviluppi
storiografici, questa marginalizzazione oggi può e deve essere superata. La prospettiva del panel è quella di
riportare la storia coloniale al centro dell’analisi nella ricostruzione delle vicende nazionali.
Dalla fine dell’Ottocento in Italia i luoghi deputati all'educazione sono stati strumenti privilegiati per lo
sviluppo e la diffusione di una cultura nazionale unificante; le politiche educative sono state intese quale
agente di identificazione dei cittadini con il giovane stato nazionale.
La “costruzione” e la rappresentazione dell’ “altro” hanno contribuito in maniera significativa al processo di
definizione dell’italianità. L’espansione coloniale italiana in questa sede è interpretata soprattutto come
agente culturale che ha operato per la formazione dei caratteri dell’ ‘italiano’. Le varie questioni relative ai
rapporti fra “italianità” e colonialismo saranno così analizzate attraverso alcuni casi studio focalizzati su
istituzioni e politiche educative che operarono sia in Italia che oltremare.
Elenco dei partecipanti:
Coordinatore:
Alessandro Pes (Università di Cagliari, SISSCO)
Relatori:
Valeria Deplano (Università di Cagliari, SISSCO)
Francesca Di Pasquale (Ricercatrice indipendente)
Alessandro Pes (Università di Cagliari, SISSCO)
Barbara Spadaro (SUM, Istituto italiano di scienze umane di Napoli)
Discussant:
Charles F. Burdett (University of Bristol)
Titoli definitivi delle relazioni e relative abstract
Valeria Deplano
"Per un'università coloniale". Il colonialismo nella formazione universitaria dall'età liberale al fascismo.
Le università sono tradizionalmente il luogo della formazione delle elites, in cui esse vengono educate a
diventare classe dirigente. In Italia, a partire dall'inizio del Novecento e in concomitanza con
l'espansionismo in Africa, viene intrapreso un processo di progressivo inserimento delle tematiche coloniali
all'interno delle strutture universitarie, che proseguirà, intensificandosi, durante il ventennio fascista.
All'introduzione dei primi insegnamenti di carattere coloniale all'interno dei corsi di laurea seguono la
fondazione di corsi e istituti specifici e la ridefinizione di altri istituti già esistenti, fino ad arrivare, negli anni
Trenta, ai progetti per la fondazione di una specifica Accademia coloniale.
Attraverso l'analisi dei piani di studio, dei programmi, e delle vicende del personale docente e degli studenti
si vuole analizzare come lo stato liberale e quello fascista abbiano utilizzato la “colonizzazione” delle
strutture di formazione universitarie per creare le classi dirigenti italiane.
Francesca Di Pasquale
La GIL e la GUF in Libia (1930-1943)
Nell’ambito di un generale processo di esportazione nella “quarta sponda” di organi, istituti e politiche che
avevano segnato la costruzione dello stato fascista in Italia, nel 1930 furono inaugurate a Tripoli anche le
organizzazioni giovanili fasciste. Il proposito di formare una classe di “attivi propagandisti di italianità” in
Libia, come enunciato nella pubblicistica dell’epoca, si inseriva in questo progetto di espansione del
territorio italiano. La nascita, nel 1938, delle quattro province di Tripoli, Misurata, Derna e Bengasi, avrebbe
poi istituzionalizzato il prolungamento oltremare dei confini italiani in Libia.
Nell’insieme, come emerge da alcuni studi recenti, al PNF fu affidato il compito di irreggimentare la società
italiana in colonia, al fine di renderla protagonista consapevole del nuovo ruolo affidatole dal regime per la
costruzione dell’impero fascista. In questa prospettiva ci sembra centrale l’analisi delle organizzazioni
fasciste destinate alla gioventù italiana nella quarta sponda. L’intervento si propone così di indagare
formazione, sviluppo e realizzazioni della GIL e della GUF in Libia, al fine di mettere in luce, in particolare, il
loro contributo per la formazione di una classe di imperialisti consapevoli.
Alessandro Pes
Alla ricerca dell’italianità: continuità e fratture del discorso coloniale nei manuali scolastici.
Come è stato messo ampiamente in risalto dalla letteratura, nel periodo successivo all’unificazione italiana
uno dei problemi che caratterizzarono la vita del nuovo stato fu quello della ricerca dell’identità nazionale.
Lo sviluppo nella popolazione di un sentimento di appartenenza alla realtà istituzionale appena costituita
risultava infatti essenziale per il futuro stesso della nazione.
Per attuare delle politiche che stimolassero il sentimento di appartenenza i governi italiani, succedutisi
dopo il 1861, dovettero innanzi tutto individuare i caratteri dell’italianità che avrebbero dovuto costituire il
minimo comune denominatore della popolazione nazionale. I programmi e i testi scolastici furono utilizzati,
sia nell’Italia liberale che in quella fascista, come strumento per veicolare quei caratteri di italianità che
avrebbero dovuto costituire l’ossatura dell’identità nazionale. Il discorso coloniale, sviluppatosi in Italia in
concomitanza con le prime espansioni oltremare, partecipò anch’esso alla costruzione dell’identità italiana.
Le narrazioni delle conquiste italiane e dei popoli assoggettati, riportate nei manuali scolastici, contenevano
continui riferimenti, più o meno velati, a quei caratteri che avrebbero dovuto costituire l’identità nazionale.
Il paper analizzerà le modalità con le quali il discorso coloniale si è inserito e sviluppato nei manuali
scolastici italiani; si cercherà inoltre di individuare le continuità e gli elementi di rottura nel discorso
coloniale italiano durante il periodo liberale e quello fascista.
Barbara Spadaro
I corsi femminili di preparazione coloniale: insegnare la whiteness (1937-1943)
Subito dopo la proclamazione dell’Impero, i corsi femminili precoloniali si inseriscono in una strategia
propagandistica volta, oltre che a diffondere la conoscenza delle colonie, soprattutto alla creazione di una
“coscienza imperiale”: il progetto fascista di bonifica degli italiani doveva infatti essere completato
dall’interiorizzazione di una superiorità culturale e razziale sui sudditi coloniali della nazione-impero.
In tutti i contesti imperiali l’affermazione della superiorità bianca passava attraverso l’imposizione di
gerarchie di genere, classe e razza, che normavano secondo i canoni della rispettabilità borghese le identità
di colonizzati e colonizzatori. Anche il fascismo definisce la sua ideologia imperiale costruendo ruoli di
genere asimmetrici e complementari, distinzioni di classe e differenze razziali. La preparazione coloniale
femminile risponde a questo intento pedagogico, e il suo principale bersaglio sono i ceti medi urbani, che
dovevano imparare a riconoscere e coltivare la propria whiteness.
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