Tipo di interazione INTERAZIONI TRA POPOLAZIONI Tipo di interazione Specie Specie 1 2 Neutralismo 0 0 Competizione - - Amensalismo - 0 Parassitismo + - Predazione + - Natura dell’interazione Le due popolazioni non interagigoscono Inibizione di ciascuna specie da parte dell’altra Popolazione 1 inibita, popolazione 2 non scalfita Popolazione 1, parassita, in genere più piccola della popolazione 2, ospite Popolazione 1, predatore, in genere più grande della popolazione 2, preda COMPETIZIONE INTERSPECIFICA • L’abbondanza ovvero la mancanza di cibo o di spazio influisce non solo sulla dimensione numerica di una specie in un dato habitat ma anche sul numero di specie che vi possono coesistere • La competizione può infatti essere intraspecifica o interspecifica • Può anche essere diretta (etologica) ovvero indiretta (ecologica in senso classico) Specie Specie Natura dell’interazione 1 2 Commensalismo + 0 Protocooperazione + + Mutualismo + + Popolazione 1, commensale, avvantaggiata, popolazione 2 non influenzata Interazione favorevole ad entrambe le specie, ma non obbligatoria. Interazione favorevole ad entrambe le specie, ed obbligatoria COMPETIZIONE • La competizione è un’interazione tra individui della stessa specie o di specie simili che dividono lo stesso ambiente e hanno esigenze simili • Se la risorsa richiesta non è sufficiente per le esigenze di tutti, essa diventa un fattore limitante per l’accrescimento della popolazione • Essa porta a una riduzione della sopravvivenza, della crescita e/o della riproduzione COMPETIZIONE INTERSPECIFICA 2 • Spesso la competizione interspecifica è asimmetrica, cioè una delle due specie è maggiormente limitata dalla presenza dell’altra, fino al limite dell’amensalismo in cui la specie 1 ha effetto sulla 2 ma quest’ultima non ha alcun effetto sulla 1 • Spesso, le relazioni tra le due specie si possono capovolgere cambiando l’habitat di riferimento • Ciò consente la segregazione di specie affini, talora in nicchie molto vicine spazialmente (per esempio, le cince europee) 1 CONDIVISIONE RUOLO DELLA COMPETIZIONE • Talvolta, una risorsa può essere condivisa da altri organismi B, C, D… della stessa o di altra specie senza effetti negativi per A • Altre volte, la distribuzione e abbondanza di A possono venire ridotte da B, C, D… • Altre volte ancora, gli organismi B, C, D… possono modificare in senso favorevole l’attività di altri componenti nell’ambiente di A • I competitori B, C, D… di A possono essere mantenuti rari dall’azione di un predatore P • I competitori possono essere mantenuti rari dall’azione di una Malentity fisica (es. clima) • I competitori possono condividere habitat e certe risorse ma non le risorse critiche • I rifugi possono far condividere i rischi • In alcuni casi, possono essere condivise le risorse critiche anche in apparente assenza di rifugi e senza predatori che rendano rare le specie in competizione COOPERAZIONE INTRASPECIFICA COMPETIZIONE APERTA • Troppi conspecifici su poche risorse • Specie più forte che esclude • I conspecifici possono tuttavia diminuire i rischi di sotto-popolazione e le altre specie possono diventare mutualiste COOPERAZIONE INTRASPECIFICA: vantaggi della socialità (a) riduzione del pericolo di essere predati, (b) miglioramento nell’efficienza del foraggiamento, (c) miglioramento delle difese, (d) miglioramento nelle cure dei piccoli SVANTAGGI DELLA SOCIALITA’ • • • • Aumento di competizione Aumento di malattie e parassitosi Aumento del cannibalismo Possibilità di sfruttamento delle cure parentali altrui • Aumento della probabilità di extra pair copulation 2 • Al di fuori della simbiosi esiste il fenomeno del mutualismo indiretto • Comprende i casi di specie che, pur non entrando mai in contatto tra loro, possono avvantaggiarsi della reciproca presenza • Nel mimetismo mulleriano (Muller 1878) due specie non affini, entrambe inappetibili, si assomigliano nel colore e nel modello in modo da favorire il riconoscimento e il rifiuto del predatore • Nel mimetismo batesiano (Bates 1862), un mimo appetibile mima un modello inappetibile COOPERAZIONE INTERSPECIFICA CLASSIFICAZIONE ECOTASSONOMICA DEI PREDATORI PREDAZIONE • Si parla di predazione riferendosi al consumo di un organismo (la preda) da parte di un altro organismo (il predatore), in una situazione in cui la preda è in vita quando il predatore la attacca per la prima volta CLASSIFICAZIONE FUNZIONALE DEI PREDATORI • PREDATORI “VERI”: uccidono subito le loro prede e ne uccidono molte nel corso della loro vita (es. tigri, balene, carabi, piante carnivore) • PASCOLATORI: consumano parti delle loro prede con effetti variabili, spesso nocivi ma raramente letali (es. mucche, zanzare) • PARASSITI: simili ai pascolatori ma i loro attacchi sono concentrati su un piccolissimo numero di individui nel corso della loro vita (ascaridi, tenie etc.) • PARASSITOIDI: intimamente associati a un singolo individuo non causano la sua morte immediata (come i parassiti) ma infine sono letali come i predatori (vespe icneumoni etc: il 25% di tutte le specie!) • CARNIVORI: consumatori di animali • ERBIVORI: consumatori di piante • ONNIVORI: consumatori di entrambe le categorie summenzionate Parassitismo • La distinzione tra predazione e parassitismo non è sempre chiara: 1) la durata dell’associazione è breve per i predatori (cattura e uccisione della preda) è lunga per i parassiti; 2) l’uccisione della preda o dell’ospite è necessaria per i predatori, ed è lenta e facoltativa per i parassiti; 3) le dimensioni relative preda-predatore e parassita-ospite Un caso complesso il ciclo della malaria • La malaria è una malattia che ha avuto in passato un impatto profondo sullo sviluppo e il benessere umano. • Ha mietuto migliaia di vittime: africani nel Neolitico, antichi greci e cinesi, romani dell’epoca imperiale … • Ancora nel XX° secolo, durante le II guerra mondiale nelle prime fasi della guerra nel Pacifico il generale Mac Arthur perse più uomini per la malaria che per le offensive giapponesi. • Attualmente più di 7.000 persone al giorno (soprattutto bambini dell’Africa subsahariana) muoiono di malaria. 3 Il ciclo della malaria Il ciclo della malaria • La malaria è una malattia trasmessa attraverso un vettore (la zanzara) ed è causata da quattro parassiti del genere Plasmodium. • I parassiti attraversano quattro fasi distinte e il ciclo si completa solo se avviene sia il passaggio nella zanzara che quello nel mammifero. • I parassiti si propagano solo mediante le zanzare appartenenti al genere Anopheles. Il ciclo della malaria • L’infezione comincia con la puntura della zanzara (che preleva sangue umano per produrre uova) e trasmette le forme infestanti dei parassiti (dette sporozoiti). • Gli sporozoiti, in pochi minuti, arrivano nel fegato umano e si moltiplicano assessualmente, dando origine ad una forma detta merozoita. • Dopo una settimana i merozoiti invadono i globuli rossi e cominciano a nutrirsi di emoglobina. • Dopo 7-20 giorni cominciano i primi sintomi della malattia (febbre, sudore, brividi). I parassiti danno luogo a nuovi cicli e si moltiplicano 20 volte in 48 ore. • La progressiva infezione provoca riduzione di ossigeno al cervello e agli altri tessuti induce anemia, coma e morte. Lotta per l’eradicazione • Nel frattempo alcuni parassiti si sviluppano in una forma sessuata, e così se l’individuo viene morsicato da una zanzara i gametociti penetrano nella zanzara e in 9-12 giorni maturano diventando i nuovi sporozoiti. • 60 specie su 380 specie di Anopheles possono trasmettere la malaria all’uomo. • Una persona infetta è in grado di raggiungere fino ad altre 100 persone . • Si cerca di intervenire sulle zanzare (evitare di essere punti e bonifica delle aree paludose). • DDT - ritenuto la panacea per la lotta alle zanzare: si tenta l’eradicazione mondiale della malaria • All’inizio grande successo (Taiwan, Giamaica, Sardegna in poco tempo sono liberate dalla malaria). • Poi flessione: zanzare sviluppano resistenza al DDT e peraltro l’utilizzo di questa sostanza diviene controverso • 60 specie su 380 specie di Anopheles possono trasmettere la malaria all’uomo. • Una persona infetta è in grado di raggiungere fino ad altre 100 persone . La malaria è nuovamente in ascesa 180 160 140 120 Decessi su 100 100.000 80 persone 60 40 20 0 Africa sub. Mondo 1950 1970 1990 1997 Fattori che contribuiscono all’aggravarsi della malattia • Dove la malattia è endemica sono emersi ceppi di parassiti resistenti sia ai farmaci di prima generazione (clorochina) che di seconda generazione (sulfadossina-pirimetamina) . Inoltre nelle zanzare vi sono varietà resistenti ai pesticidi. • La malaria sfrutta i cambiamenti sociali ed ambientali: ad esempio l’irrigazione, la costruzione di dighe, il disboscamento aumentano la probabilità che la malaria si diffonda. L’urbanizzazione della popolazione è un ulteriore fattore di rischio, perché molte zanzare si adattano bene all’ambiente urbano. 4 Fattori che contribuiscono all’aggravarsi della malattia • L’instabilità climatica potrebbe riportare la malaria in zone dove era stata debellata. • La recrudescenza della malaria è anche dovuta allo scarso utilizzo di metodi economici, rapidi e sicuri per controllare le zanzare che trasmettono i parassiti. L’uso del DDT è controverso. Appare più efficace l’uso di sostanza meno persistenti assieme a misure di controllo delle larve, ma questi metodi non sono molto seguiti. MUTUALISMO • Nella originaria descrizione di Debary (1879), il termine simbiosi comprendeva sia le associazioni parassitarie sia quelle mutualistiche ma successivamente, il termine è divenuto sinonimo di mutualismo 5