© UNICEF/NYHQ2006-0572/Shehzad Noorani La malaria è in molti paesi la principale causa dell’alta mortalità infantile. I più esposti al pericolo sono i minori di cinque anni. Ogni anno, 306 000 bambini muoiono a causa della malaria, ogni 120 secondi un bimbo perde la sua battaglia contro la malattia. La malattia è un fattore di rischio costante nelle zone tropicali e subtropicali per via della sua velocissima propagazione: essa viene trasmessa dalla zanzara anofele femmina, che durante la stagione delle piogge trova nelle paludi e negli stagni un ambiente di riproduzione ideale. Nel 1880, ne è stato scoperto l’agente patogeno, di cui quattro tipi – Pla- smodium falciparum, vivax, ovale e malariae – sono potenzialmente letali per l’essere umano. Il parassita è iniettato nel corpo da una sola puntura. Si calcola che 214 milioni di persone vengano contagiate ogni anno in 96 paesi a rischio, l’88 per cento dei quali si trova nell’Africa subsahariana. I primi sintomi sono febbre, spossatezza, cefalea e dolori muscolari. L’evolvere della malattia può portare a stati d’incoscienza e, infine, alla morte. I bambini sono i più esposti: anche se scampano alla malattia, la momentanea carenza di sostanze nutritive può avere effetti perniciosi sullo sviluppo fisico e mentale, e provocare una predisposizione all’anemia, alle malattie diarroiche e alle affezioni delle vie respiratorie. Anche le gestanti sono minacciate dalle conseguenze di un’infezione. Le donne incinte che contraggono la malaria hanno una maggiore propensione all’anemia. È raro che la malattia venga trasmessa al feto, ma proprio a causa dell’anemia materna il nascituro viene al mondo sottopeso e con una costituzione fisica debole. Contrarre la malaria significa staccare un abbonamento permanente per la miseria, perché la maggioranza delle famiglie colpite vive già in condizioni estremamente difficili. Senza un’assistenza medica idonea, scatta il circolo vizioso della povertà, al quale è praticamente impossibile sfuggire. Questa malattia fiacca l’economia di interi paesi, ai quali sottrae preziose forze lavorative. Poiché un bambino malato di malaria può morire nel giro di 24 ore, occorre intervenire rapidamente. Ciò è possibile soltanto se esiste una rete di servizi sufficientemente fitta e se i farmaci sono disponibili. Il trattamento risulta difficile perché i parassiti della malaria hanno sviluppato una resistenza al Chloroquin, un farmaco poco costoso e quindi accessibile. I farmaci con nuove sostanze attive a base di artemisina sono invece tutt’ora fuori dalla portata delle popolazioni più povere. Unitamente ad altre istituzioni, l’UNICEF si batte per l’abolizione delle tasse all’importazione sui farmaci e ha rivolto un appello alle case farmaceutiche e ai governi affinché abbassino sensibilmente il costo dei prodotti per gli strati più poveri della popola- zione mondiale. Non essendoci alcun vaccino, l’unica protezione contro la malaria è data dalle zanzariere trattate con insetticidi. Questo semplice accorgimento non solo è un efficace strumento di difesa, ma è letale per gli insetti portatori di morte. Le zanzariere attuali rilasciano l’insetticida, che è innocuo per le persone e i neonati, per un periodo che va dai quattro ai sei anni. Un quarto dei casi di malaria infantile sarebbe oggigiorno evitabile se soltanto i bambini che vivono nelle regioni malariche potessero dormire al riparo di una zanzariera. Purtroppo, solo il 68 per cento della popolazione ne dispone. L’UNICEF distribuisce nei paesi in cui la malaria è diffusa pacchi contenenti anche zanzariere trattate e pastiglie di vitamina A. Stato: febbraio 2016