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10
Prerequisiti
• conoscere la società e la cultura
degli Etruschi
• conoscere la società e la cultura
dei Greci
• conoscere la società e la cultura
dei Romani
• collocare i contenuti appresi
nel tempo e nello spazio
Obiettivi
• conoscere la concezione della donna
presso gli Etruschi, i Greci e i Romani
• leggere e interpretare fonti scritte
e iconografiche
• confrontare tra loro fonti scritte
e iconografiche
• leggere documenti storiografici
■ Donne alla fonte. Particolare di un
dipinto su vaso, 513 a.C. circa (Boston,
Museum of Fine Arts).
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1
Claudia Vinassa
Vita da donna
In Etruria, in Grecia e a Roma
Il problema: qual era la condizione femminile
nelle società antiche?
Nella nostra società la donna ha ormai ottenuto il riconoscimento della parità formale con gli uomini e ricopre spesso ruoli di grande rilievo. Ma la condizione della donna nel mondo antico era ben diversa, perché esisteva una profonda frattura tra il mondo femminile e quello maschile: la donna, relegata a un ruolo marginale, viveva nell’ombra, costantemente sotto la tutela maschile, classificata come inferiore e debole per natura.
In Grecia la donna si trovava in una condizione di totale sottomissione anche nell’ambito della famiglia: solo in età ellenistica la situazione migliorò leggermente
e la donna acquisì una maggiore libertà a livello economico e culturale; tuttavia i
suoi diritti rimasero sempre molto limitati.
A Roma le donne erano sottomesse all’autorità del padre prima e successivamente del marito.
Numerose iscrizioni sepolcrali ci hanno permesso di conoscere quale fosse il modello della moglie perfetta: «fu casta, filò la lana, custodì la casa, crebbe i figli». Anche questo modello ideale subì mutamenti, non sostanziali, alla fine dell’età repubblicana e all’inizio di quella augustea, durante la quale alcune donne si distinsero per intelligenza, cultura e capacità.
Siamo decisamente meno informati sul ruolo della donna presso gli Etruschi perché non si hanno significative testimonianze scritte dirette: gli storici basano le loro conoscenze del mondo femminile principalmente sulle ricche raffigurazioni sepolcrali e sui reperti della cultura materiale. Sono rimaste testimonianze indirette di scrittori greci o romani che, condizionati dalla loro visione della realtà, ci forniscono un quadro estremamente negativo, e certamente non realistico, delle abitudini delle donne etrusche.
Il rapporto tra i sessi ha condizionato anche il tipo di fonti storiche in
nostro possesso: infatti le tracce e i
documenti lasciati dalle donne sono
scarsi o addirittura inesistenti. Noi
possiamo conoscere il mondo femminile solo attraverso le testimonianze degli uomini che hanno
parlato delle donne, le hanno descritte o le hanno raffigurate nell’arte. Soprattutto le immagini ricoprono un ruolo fondamentale nello studio della condizione femminile: per
tale motivo l’interpretazione delle
fonti iconografiche avrà uno spazio
significativo in questo laboratorio.
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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2Studente Studente
1
Per collocare gli eventi nel tempo
Completa le tabelle e associa a ciascuna civiltà il periodo corrispondente, scegliendo tra quelli indicati nel riquadro a destra.
Etruschi
Date
Greci
Massimo splendore
Medioevo ellenico
Declino
Età arcaica
Date
Età classica
Romani
Date
Periodo monarchico
Ellenismo
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
XII-IX
sec. a.C.
753-509 a.C.
VIII-VI sec. a.C.
I-II sec. d.C.
VII-VI sec. a.C.
V-IV sec. a.C
III-II sec. a.C.
509-31 a.C.
V sec. a.C.
Periodo repubblicano
Primo impero
2
Per conoscere la condizione della donna
presso gli Etruschi
Riflettere sul testo
Leggi il paragrafo dedicato al ruolo delle donne a pagina 187 del libro di testo (vol. 1). Spiega per quali ragioni gli studiosi ritengono che la donna godesse presso gli Etruschi di maggiore considerazione rispetto ad altre società antiche.
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Le fonti scritte
Ateneo, uno scrittore greco vissuto ad Alessandria d’Egitto nel II secolo d.C., riferisce il giudizio sulle donne
etrusche espresso da Teopompo, uno storico greco del IV secolo a.C.
Teopompo dice che presso i Tirreni le donne sono tenute in comune, che hanno molta cura del loro corpo e
che si presentano nude, spesso in mezzo agli uomini, talora tra di esse, in quanto non è disdicevole mostrarsi
nude. Stanno a tavola non vicino al marito ma vicino al primo che capita tra i presenti e brindano alla salute di chi vogliono. Sono forti bevitrici e molto belle da vedere. I Tirreni allevano tutti i bambini ignorando
chi sia il padre di ciascuno di essi.
ATENEO, Sofisti a banchetto, XII, 517-518, in R.A. Staccioli, Gli Etruschi, Newton Compton, Roma 2000
Dopo aver letto il testo, sottolinea le critiche rivolte alle donne etrusche e indica quelle che, secondo te, erano
considerate più gravi dai Greci.
1. ........
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2. ........
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3. ........
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G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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3
Le fonti iconografiche
Osserva attentamente le seguenti illustrazioni e completa le schede di catalogazione.
1
2
■ Una donna e un uomo in una scena conviviale, particolare di una pittura
parietale dalla Tomba degli Scudi a Tarquinia (470 a.C. circa).
■ Una giovane danzatrice, dalla Tomba dei
Giocolieri a Tarquinia (520 a.C. circa).
Immagine 1
Immagine 2
Epoca presunta di produzione:
Epoca presunta di produzione:
Città di provenienza:
Città di provenienza:
Scena raffigurata:
Scena raffigurata:
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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3
Per conoscere la condizione della donna presso i Greci
Riflettere sul testo
Dopo aver letto l’approfondimento «La donna, la famiglia, l’amore in Grecia» a pagina 213 del libro di testo (vol.
1), scrivi le caratteristiche e i ruoli di ciascuna tipologia femminile sotto indicata:
La moglie ......................................................................................................................................................................................................................................................
La concubina ..............................................................................................................................................................................................................................................
La schiava .....................................................................................................................................................................................................................................................
L’etera ..............................................................................................................................................................................................................................................................
Le fonti scritte
Ti vengono proposti quattro testi appartenenti a epoche e ad autori diversi: leggili, poi rispondi alle domande.
Nell’Odissea Telemaco, figlio di Ulisse, così si rivolge alla madre Penelope, modello di virtù femminili.
Su, torna alle tue stanze e pensa alle opere tue,
telaio e fuso; e alle ancelle comanda
di badare al lavoro; all’arco pensino gli uomini
tutti, e io sopra tutti: mio qui in casa è il comando.
OMERO, Odissea, vv. 355-358, traduzione di R. Calzecchi Onesti, Einaudi, Torino 1963
Esiodo, poeta nato in Beozia e vissuto nel
ni consigli pratici.
VII
secolo a.C., in un poema dedicato alla vita agricola fornisce alcu-
E non fare che una donna provocante ti tragga in inganno
sussurrando parole allettatrici, e mirando alla tua dispensa.
Chi presta fede a una donna presta fede ai ladri.
ESIODO, Le Opere e i giorni, vv. 373-375, traduzione di A. Colonna, in Classici greci, UTET, Torino 1977
Tucidide, storico greco del V secolo a.C., riporta un discorso di Pericle tenuto all’inizio della guerra del Peloponneso in onore dei primi caduti.
Se poi debbo accennare anche alla virtù delle donne che ora saranno vedove, indicherò tutto con una breve
esortazione. Il non essere più deboli di quanto comporta la vostra natura sarà un grande vanto per voi, e
sarà una gloria se di voi si parlerà pochissimo tra gli uomini, in lode o in biasimo.
TUCIDIDE, La Guerra del Peloponneso, II, 45, traduzione di F. Ferrari, Rizzoli, Milano 1983
Aristotele, filosofo ateniese del IV secolo, sostiene l’inferiorità sociale e giuridica della donna, che, non avendo volontà, deve essere controllata sia dal marito sia dallo stato.
La libertà concessa alle donne è dannosa sia all’intento della costituzione sia alla felicità dello stato. Perché
come l’uomo e la donna sono parte della famiglia, è chiaro che anche lo stato si deve ritenere diviso pressappoco in due gruppi separati, quello degli uomini e quello delle donne: di conseguenza in tutte le costituzioni nelle quali la posizione delle donne è mal definita, bisogna credere che la metà dello stato sia senza
leggi. Il che è accaduto precisamente a Sparta: Licurgo, volendo che tutto lo stato fosse forte, perseguì apertamente le sue intenzioni rispetto agli uomini, le trascurò invece con le donne: perciò esse vivono senza freno, rotte a ogni dissolutezza e in lussuria.
ARISTOTELE, Politica, traduzione di R. Laurenti, Laterza, Bari 1972
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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Quali sono, secondo Omero, i compiti di una moglie?
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Quali vizi attribuisce Esiodo alle donne?
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Quali donne vengono considerate virtuose da Pericle?
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Perché Aristotele ritiene pericoloso concedere libertà alle donne?
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Quali sono, secondo Aristotele, le analogie tra la famiglia e lo stato?
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Ricordi perché le donne di Sparta fossero considerate dissolute dagli altri Greci?
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Le fonti iconografiche
Osserva con attenzione le immagini sotto riprodotte, cercando di individuare analogie e differenze.
1
■ Statuetta in bronzo, ritrovata a Sparta,
raffigurante una donna impegnata nella danza
o in un’attività sportiva, VI secolo a.C. (Londra,
British Museum).
2
■ Bassorilievo in terracotta,
ritrovato a Locri, che
raffigura una donna che
ripone dei panni in una
cassapanca, 450 a.C. circa
(Taranto, Museo Nazionale).
Descrivi ora le caratteristiche delle due figure femminili rappresentate, completando la tabella.
Caratteristiche dell’immagine
Immagine 1
Immagine 2
Provenienza
Epoca
Occupazione della donna
Abito
Acconciatura
Aspetto fisico
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Per conoscere la condizione della donna presso i Romani
Riflettere sul testo
Leggi attentamente l’approfondimento sulle donne romane a pagina 317 del libro di testo (vol. 1), poi rispondi alle domande.
Quali poteri aveva il paterfamilias sulla moglie?
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Perché la donna romana si trovava in una condizione di «minorità» per tutta la vita?
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Quale nome veniva attribuito a una donna?
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Che cosa indica il termine «matrona»?
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In che cosa consisteva la pratica dell’adozione?
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Confronta le caratteristiche del matrimonio greco, descritto a pagina 213 del libro di testo (vol. 1), con il matrimonio romano e individua almeno tre analogie e tre differenze.
Analogie
Differenze
Le fonti scritte
Ti presentiamo due diversi ritratti di donne romane: leggili con attenzione, poi svolgi gli esercizi.
Plutarco, scrittore greco vissuto nella seconda metà del I secolo d.C., nella biografia dedicata ai Gracchi, traccia
anche un significativo ritratto della loro madre, Cornelia, una delle donne più famose della storia di Roma.
Cornelia prese su di sé la cura dei figli e dei beni, si dimostrò così avveduta, così amorosa e magnanima,
che di Tiberio Sempronio Gracco, suo marito, si disse che non aveva deliberato male, quando aveva scelto
di morire in luogo di una tale donna.
Tra coloro che desideravano sposarla, vi fu lo stesso Tolomeo re d’Egitto, che si offrì di condividere con lei
la corona. Ma ella rifiutò. Preferì restare vedova, e da vedova perse tutti i figli eccetto tre: una figlia che sposò Scipione il giovane, e i due figli di cui tratta questa storia, Tiberio e Caio. Questi essa allevò con tanta
saggezza, che la loro virtù fu stimata da tutti frutto di educazione ancor più che di natura: e ciò sebbene
nessuno, tra tutti i romani, la natura avesse dotato di più ricca disposizione.
PLUTARCO, Tiberio e Gaio Gracco, in Vite parallele, traduzione di C. Carena, Einaudi, Torino 1958
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Un ritratto femminile negativo ci è stato tramandato da Sallustio, storico latino del I secolo a.C.: si tratta di
Sempronia, complice di Catilina nella celebre congiura del 63 a.C.
E fra loro c’era Sempronia, che aveva più volte compiuto azioni temerarie degne di un uomo. La fortuna l’aveva molto favorita: nobiltà, bellezza, matrimonio, figli. Era colta in lettere greche e latine, suonava la cetra, danzava con più grazia di quanto sia richiesto a una donna virtuosa ed era esperta in molte altre arti
che sanno suscitare i piaceri. Se non che tutto le era più caro del pudore e del ritegno, e nessuno era in grado di dire se facesse meno caso del denaro o della reputazione; lasciva al punto da cercare gli uomini più
spesso di quanto non fosse cercata. In passato aveva spesso tradito un segreto, negato un debito con falsi
giuramenti; ed era stata complice di omicidi: la vita lussuosa e la mancanza di mezzi l’avevano precipitata
in rovina.
SALLUSTIO, La congiura di Catilina, traduzione di G. Pontiggia, Mondadori, Milano 1992
Sottolinea nei due brani in rosso le caratteristiche femminili positive e in blu quelle negative.
Completa la tabella elencando le virtù e i vizi che vengono attribuiti alle due donne, poi rispondi alle domande.
Virtù
Vizi
Quale funzione di Cornelia viene messa in maggiore evidenza da Plutarco?
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Dal ritratto di Sallustio si possono ricavare alcune informazioni circa l’educazione delle donne: quali discipline venivano insegnate a una giovane?
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Quali sono, secondo Sallustio, le cause che portarono Sempronia alla dissoluzione?
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Le fonti iconografiche
L’uomo romano, a differenza di quello greco, sentiva una notevole attrattiva verso la vita domestica e la famiglia. Lo attestano anche le iscrizioni sepolcrali, i bassorilievi e le statue, che spesso rappresentano scene di
vita familiare.
Osserva la raffigurazione riprodotta a destra e confrontala con una famosa epigrafe, riportata a sinistra, in
cui un marito si rivolge con affetto alla moglie defunta, di nome Turia.
A che rievocare le tue virtù domestiche, la
castità, il rispetto, l’amabilità, l’arrendevolezza, l’assiduità al telaio, la religione immune da ogni fanatismo, la modestia dei
gioielli, la sobrietà nel vestire? A che parlare del tuo affetto per i tuoi, la dedizione
alla famiglia, la deferenza che dimostrasti
verso mia madre, come avevi fatto con i
tuoi, la serenità che le procurasti, come ai
tuoi: queste e altre doti innumerevoli le
avesti in comune con tutte le matrone che
tengono al loro buon nome.
Laudatio Turiae, 9, traduzione di L. Storoni Mazzolani,
Sellerio, Palermo 1986
■ Particolare di un bassorilievo da un sarcofago della
metà del II secolo d.C. (Parigi, Louvre).
Osserva come viene rappresentata la donna in relazione al suo ruolo nella famiglia, ai rapporti con il marito, al
suo aspetto esteriore. Completa poi la tabella seguente.
Iscrizione
Ruolo nella famiglia
Rapporti con il marito
Aspetto esteriore
(abiti, gioielli, …)
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Bassorilievo
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Per concludere
Per aiutarti a raccogliere e a chiarire le idee sulla condizione femminile nell’antichità, ti proponiamo la lettura di
due brani storiografici: il primo riguarda la donna etrusca, il secondo i ruoli femminili in Grecia e a Roma; svolgi
quindi l’esercizio conclusivo.
Già da tempo respinta in sede scientifica, l’idea di un dominio femminile nella famiglia e nella società etrusca ha avuto origine dall’errata interpretazione di vari indizi, che lasciano, in effetti, intravedere uno stato
sociale della donna etrusca diverso da quello esistente nell’antica Grecia e nella stessa Roma. Importante
l’uso di attribuire anche alla donna un proprio nome personale: altro tratto distintivo dall’uso latino, che
indicava le donne non con un vero e proprio nome personale, ma con una denominazione tratta dal gentilizio della famiglia di appartenenza, volto al femminile (Cornelia, della gente dei Cornelii). In virtù della
sua relativa autonomia e della dignità della sua posizione giuridica, la donna etrusca poté godere di una libertà che mancò certamente alle donne greche e anche a quelle romane sue contemporanee. E questo fu
all’origine di un’altra leggenda sul mondo degli Etruschi: quella della licenziosità delle donne. La partecipazione delle donne etrusche a tutte le manifestazioni della vita privata e pubblica, dai banchetti, agli spettacoli, dalle cerimonie sacre ai giochi e alle gare atletiche si prestava facilmente ad essere fraintesa e male interpretata.
R.A. STACCIOLI, Gli Etruschi, cit.
La funzione delle donne, in Grecia, era esclusivamente quella di riprodurre cittadini, se libere, e forza lavoro servile, se schiave. Il compito, considerato ben più rilevante, di formare le nuove generazioni (data
l’inadeguatezza delle donne, prive di ogni istruzione ed escluse dal mondo maschile) era affidato agli uomini […]. Con l’adempimento della sua funzione biologica, insomma, la donna greca aveva realizzato la
sua unica forma di partecipazione alla vita della polis.
A Roma, a differenza che in Grecia, la funzione delle donne non era limitata al momento puramente «naturale» del parto: il compito femminile era più complesso, e certamente più rilevante nell’organizzazione
della collettività e nella percezione sociale. Delegate a educare i figli per farne dei «cittadini», e legate a
questi da un rapporto molto forte, le donne romane svolgevano un compito culturale di primaria importanza, il cui adempimento richiedeva che esse fossero in qualche modo partecipi della vita maschile (donde la loro maggiore libertà, peraltro finalizzata a questo scopo), e comportava il riconoscimento di una dignità mai tributata alla donna greca. Ma, proprio per la sua importanza, il compito di moglie e madre, che
riempiva la loro vita, impediva alle donne romane di uscire dai confini di un ruolo rigorosamente codificato.
E. CANTARELLA, L’ambiguo malanno, Editori Riuniti, Roma 1986
Inserisci una crocetta a seconda che la frase si riferisca alla donna etrusca, greca o romana. Fai attenzione: alcune affermazioni possono riferirsi contemporaneamente a più donne.
a.
b.
c.
d.
e.
f.
g.
h.
i.
l.
Ha un nome personale
Vive chiusa nel gineceo
Il suo compito esclusivo è di generare figli
Ha una posizione giuridica dignitosa
Gode di una certa libertà di movimento
Ha il fondamentale ruolo di moglie e di madre
Partecipa ai banchetti
Partecipa alle cerimonie sacre e ai giochi
È esclusa dal compito di educare i giovani
Educa i figli per farne dei «cittadini»
Donna etrusca
■
■
■
■
■
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■
■
■
■
Donna greca
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■
Donna romana
■
■
■
■
■
■
■
■
■
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