laboratorio 6 Claudia Vinassa Il mito di Sparta Il problema: una città tra realtà e leggenda Prerequisiti • conoscere l’evoluzione delle città greche e di Sparta in particolare • sapere che cos’era e come funzionava la falange oplitica • collocare i contenuti appresi nello spazio e nel tempo Obiettivi • approfondire la conoscenza della polis spartana • conoscere il giudizio degli antichi sulla città di Sparta • riflettere sulla ripresa del mito degli Spartani nell’età contemporanea • leggere e interpretare testi di storici antichi • confrontare tra loro fonti diverse Sparta è una delle città più importanti dell’antica Grecia, l’unica, insieme ad Atene, sulla quale sia stato possibile ricavare numerose informazioni dai documenti giunti fino a noi, anche se talvolta lacunosi. Le fonti utilizzate dagli storici per studiare le vicende della città, salvo rarissime eccezioni, non sono spartane, ma ateniesi o di altre città greche. La polis spartana fin dall’antichità fu particolarmente famosa. Già in Omero la città viene presentata come una delle più importanti della Grecia: era infatti la capitale del regno miceneo di Menelao, marito di Elena e fratello di Agamennone, il capo della spedizione achea contro Troia. Ma l’importanza di Sparta è legata soprattutto alla posizione egemone che essa mantenne in Grecia dal VII al IV secolo a.C. In modo particolare sono avvolti in un alone leggendario gli spartiati, gli unici cittadini di Sparta a godere dei diritti civili e politici. Famosissimi per il valore che dimostravano in guerra, formavano l’esercito più temibile e meglio addestrato di tutta la Grecia. Ancora oggi facciamo riferimento ad alcuni aspetti del loro stile di vita: sicuramente ti è già capitato di utilizzare l’espressione «educazione spartana» a indicare un modello educativo estremamente serio e rigoroso; oppure avrai già sentito usare l’aggettivo «laconico» (da «Laconia», la regione del Peloponneso in cui si trovava Sparta) per descrivere un modo di esprimersi basato sulla brevità. Sia la durezza dell’educazione sia l’essenzialità nel modo di esprimersi erano due delle caratteristiche spartane che già nell’antichità suscitavano curiosità e spesso anche perplessità. Ma per quale ragione gli Spartani erano diversi dagli altri Greci? Perché avevano uno stile di vita così duro? In quali campi si distinguevano? Ha dunque un senso parlare di «mito di Sparta»? Per trovare risposta a queste domande dovremo interrogare le fonti antiche, da cui è possibile ricostruire l’evoluzione della città e la sua storia. Qui di seguito troverai un elenco di alcuni degli autori antichi che saranno presentati nel corso di questo laboratorio: a. Tirteo: poeta del VII secolo a.C. originario della Laconia; di lui rimangono alcune poesie composte per incitare gli Spartani a combattere per la patria. b. Erodoto: storico di Alicarnasso, in Asia Minore, vissuto all’incirca tra il 484 e il 431 a.C. Scrisse le Storie, in cui tratta le vicende relative alle guerre persiane. c. Tucidide: il più famoso storico di Atene, nato all’incirca a metà del V secolo e morto nel 400 a.C. Le sue Storie sono per la maggior parte dedicate alla guerra del Peloponneso. d. Senofonte: scrittore ateniese vissuto all’incirca tra 427 e 353 a.C. Scrisse La costituzione di Sparta, in cui elogia il sistema di vita spartano. e. Plutarco: scrittore greco, originario di Cheronea, in Beozia, vissuto all’incirca tra il 46 e il 120 d.C. Scrisse le Vite parallele, in cui confronta tra loro famose personalità del mondo romano e greco. Dedicò una biografia a Licurgo, il mitico legislatore di Sparta. G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe 2 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 1 Per collocare gli eventi nel tempo e nello spazio Confronta l’origine e l’evoluzione della polis spartana con quella ateniese: con l’aiuto del libro di testo completa la tabella e indica per ciascun evento il secolo o, se possibile, la data precisa. Sparta Secolo o data Atene Licurgo Dracone Conquista della Messenia Riforme di Solone Creazione degli ordinamenti politici Tirannide di Pisistrato Secolo o data Riforma di Clistene Qual è la differenza più evidente tra le due città? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ Con l’aiuto della cartina di pagina 201 del libro di testo (vol. 1), scrivi nella seguente carta muta i nomi delle principali regioni del Peloponneso. Distingui quindi con diversi colori: a. la Messenia e la Laconia, territori appartenenti a Sparta b. l’Elide e l’Arcadia, territori della lega peloponnesiaca c. l’Acaia e l’Argolide, territori indipendenti M ar Egeo Mar Ionio Ma r Me d ite rra n e o G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe 2 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 3 Per conoscere la città e l’ordinamento politico L’aspetto della città Osserva attentamente la ricostruzione dell’acropoli di Atene a pagina 249 del libro di testo (vol. 1). Potrai constatare che la città, come del resto la maggior parte delle città greche, aveva uno spazio delimitato da mura, monumenti religiosi, grandi edifici civili, vie e piazze. Sparta era molto diversa: Plutarco sostiene che la città dava l’impressione di essere un accampamento. Leggi il seguente passo di Tucidide, che descrive l’aspetto esteriore di Sparta quando nella seconda metà del v secolo a.C., al culmine della sua potenza, si scontrò con Atene in una guerra destinata a durare trent’anni. Se la città dei Lacedemoni fosse devastata e si salvassero solo i templi e le fondamenta degli edifici, penso che dopo molto tempo assai difficilmente i posteri potrebbero credere che la sua potenza fosse stata corrispondente alla fama: e sì che governa i due quinti del Peloponneso e ne ha l’egemonia generale, oltre a quella su molti alleati fuori del Peloponneso stesso. Pure, siccome la città non è centralizzata e non ha templi o edifici sontuosi, ma è abitata in diversi villaggi secondo l’antico modo dei Greci, potrebbe apparire non così importante. TUCIDIDE, La Guerra del Peloponneso, I, 10, traduzione di F. Ferrari, Rizzoli, Milano 1983 Per quali aspetti Sparta si differenzia dalle altre città greche? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ Su quali territori si estende il dominio spartano, secondo lo storico Tucidide? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ Quali impressioni, secondo Tucidide, avrebbero potuto suscitare nei posteri i resti di Sparta? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ L’ordinamento politico Poniamo a confronto l’ordinamento politico spartano con quello più antico di Atene per cercare di capire quali siano le differenze e le somiglianze. Con l’aiuto degli schemi che trovi a pagina 206 e a pagina 211 del libro di testo (vol. 1), completa la seguente tabella. Atene Sparta Comandanti dell’esercito Funzioni giudiziarie e di controllo Consiglio degli anziani Assemblea popolare Quali sono le analogie? Quali le differenze? Indicane almeno due. Analogie Differenze .......................................................................................................................... .............................................................................................................................................. .......................................................................................................................... .............................................................................................................................................. .......................................................................................................................... .............................................................................................................................................. G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe 4 3 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 Per leggere e interpretare le fonti: l’educazione Il fulcro dello stato era l’educazione spartana, fondata su una rigida disciplina, cui i giovani erano sottoposti per diventare cittadini-opliti sempre pronti alla guerra. Secondo gli studiosi è probabile che a indurre la città ad adottare uno stile di vita estremamente duro, che non conosce paralleli in tutta la Grecia, sia stata proprio la necessità di mantenere e difendere le conquiste territoriali attuate nel VII secolo a.C. Leggi con attenzione questo testo di Plutarco, in cui viene descritta l’educazione impartita ai ragazzi. Il padre non era libero di allevare il figlio appena nato, bensì lo prendeva e portava in un edificio pubblico chiamato lèsche, ove gli anziani della tribù, riuniti in consesso, esaminavano accuratamente il bambino. Se lo trovavano di costituzione sana e robusta, lo facevano allevare e assegnavano per il suo mantenimento uno dei novemila lotti di terra; se invece sembrava loro malnato e deforme, lo spedivano a una voragine presso il Taigeto, nella persuasione che quando uno non è stato dotato dalla natura subito fin dall’inizio degli elementi necessari per essere sani e robusti, non è vantaggioso né per lui né per la città di vivere. […] Grande cura e abilità avevano le nutrici, che allevavano i bambini senza fasce, sì da lasciare libere di svilupparsi le membra e la figura, e insegnavano loro ad essere sempre contenti del cibo e non schifiltosi, a non aver paura dell’oscurità, a non temere di restare soli, a non far mai il broncio o piagnucolare, come fanno i vili. Non appena i fanciulli avevano raggiunto l’età di sette anni, [il governo della città] li prendeva e li irreggimentava tutti indistintamente in compagnie, ove erano sottoposti a un regolamento e a una nutrizione uguale a quella degli altri, e si abituavano a divertirsi e a studiare in comune […]. A leggere e a scrivere imparavano soltanto il minimo necessario. Il resto dell’educazione era rivolto tutto a renderli pronti all’ubbidienza, resistenti alla fatica e vittoriosi in guerra. Perciò col crescere dell’età le prove aumentavano: venivano rasati a zero, abituati a camminare a piedi scalzi e a giocare insieme quasi sempre nudi. Dall’età di dodici anni non portavano più la tunica e ricevevano solo un mantello all’anno. Avevano la pelle secca perché non si lavavano né ungevano mai, tranne in certi giorni dell’anno, pochi, in cui erano concesse anche a loro tali delicatezze. Dormivano insieme, ognuno con la sua squadra e compagnia, su dei pagliericci che confezionavano essi stessi, spezzando con le sole mani, senza aiuto del coltello, le cime delle canne che crescono lungo l’Eurota. L’educazione continuava a Sparta fino all’età matura. Nessuno infatti era lasciato vivere a suo piacimento, ma la città era come un accampamento, dove tutti seguivano un orario definito e badavano agli interessi della collettività; insomma si consideravano sempre al servizio non di se stessi, ma della patria. PLUTARCO, Vita di Licurgo, 16, 24, traduzione di C. Carena, Mondadori, Milano 1984 Dopo aver letto il documento, completa la tabella relativa alle tappe dell’educazione di uno spartano. Consulta anche il libro di testo (vol. 1) alle pagine 212-213. Età Alla nascita A sette anni A dodici anni A vent’anni Età matura G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Formazione-addestramento Studente ........................................................................................................... Classe 4 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 5 Per leggere e interpretare le fonti: l’eroismo dei cittadini-opliti Tirteo esorta i giovani spartani all’eroismo. È bello invero che tra i primi cadendo muoia l’uomo valoroso, per la sua patria lottando: ma abbandonata la propria città e i pingui campi andare mendicando, è cosa tra tutte tristissima, errando con la madre diletta e il padre vecchio e con i figli piccoli e la legittima sposa […]. O giovani, combattete dunque saldi l’uno accanto all’altro. E non cominciate la turpe fuga né la paura, ma grande e prode fate nel petto il cuore e non amate la vita combattendo contro i nemici. TIRTEO, frammento 6 e 7 d, traduzione di R. Cantarella, in Le più belle pagine della letteratura greca classica, Nuova Accademia, Milano 1961 Erodoto descrive l’ideale eroico seguito dai cittadini-soldati di Sparta. Gli Spartani sono così: quando combattono singolarmente non sono inferiori a nessuno al mondo; uniti poi sono i più valorosi di tutti gli uomini. Poiché se è vero che sono liberi, non sono poi liberi in tutto: domina su di loro un padrone, la legge, di cui hanno timoroso rispetto […] e fanno tutto quello che essa comanda ed essa sempre la stessa cosa comanda: di non fuggire dal campo di battaglia qualunque sia la caterva dei nemici e, rimanendo saldi al proprio posto, vincere o morire. ERODOTO, Storie, VII, 104, traduzione di L. Annibaletto, Mondadori, Milano 1982 Quali valori caratterizzano il soldato spartano? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ Di che cosa deve aver veramente paura un soldato spartano? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ Come si deve comportare in battaglia un oplita? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ A quale legge deve obbedire? ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ ............... ................................................................................................................................................................................................................................................................ G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe 6 5 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 Per approfondire la conoscenza della società spartana Le classi sociali Un esperto di storia greca, Hermann Bengtson, descrive le caratteristiche delle classi sociali di Sparta. Il numero di cittadini spartani (circa 9-10 000 abili alle armi) costituiva una piccola minoranza rispetto alle varie popolazioni predoriche del resto della Laconia. E dopo la vittoria sui Messeni il rapporto numerico si fece ancora meno favorevole per gli Spartani. Accanto agli Spartiati, cittadini a pieno titolo, era la grande massa dei Perieci che, distribuitisi in un centinaio di città, abitavano soprattutto i territori montuosi ai margini della Laconia, ma anche le zone meridionali e settentrionali della Messenia. Pure i Perieci erano Dori e, come gli Spartiati, facevano parte dello stato dei Lacedemoni; i loro contingenti costituivano la parte più cospicua dell’esercito spartano. Ciò nonostante, essi erano esclusi sia dalla partecipazione all’apella, sia dall’educazione di stato spartana. Ben diversa era la posizione degli Iloti, la grande massa della popolazione predorica della Laconia, e dei Messeni, non omogenei dal punto di vista della stirpe. Come una sorta di schiavi di stato, essi erano inchiodati alla terra e soggetti alle imposte dei signori di Sparta. […] La tattica degli opliti fu adottata in Sparta solo verso la fine dell’VIII secolo. L’uguaglianza che la falange impone sul campo di battaglia determina parità di diritti nella vita civile: così gli Spartiati, che prendevano pasti in comune, amavano definirsi orgogliosamente gli «Uguali», benché tra loro potessero esserci delle profonde differenze sul piano economico. Chi non poteva versare il tributo per il pasto comune decadeva nella schiera degli «inferiori» ed era escluso dalla vita comunitaria dei cittadini a pieno titolo. H. BENGTSON, Storia greca, I, La Grecia arcaica e classica, Il Mulino, Bologna 1985 Dopo aver letto il brano sottolinea in rosso le informazioni riguardanti i Perieci, in blu quelle relative agli Iloti e in verde quelle sugli Spartiati. Di seguito sono indicate in ordine sparso alcune caratteristiche delle tre classi sociali di Sparta descritte nel brano precedente e sul libro di testo (vol. 1) a pagina 211. Attribuisci ciascuna caratteristica a una classe sociale segnando una crocetta nella casella corrispondente. Caratteristica Spartiati Perieci Iloti Costituiscono una minoranza ■ ■ ■ Cittadini-opliti detti anche «Uguali» ■ ■ ■ Sono obbligati a lavorare la terra per mantenere gli Opliti ■ ■ ■ Cittadini senza diritti politici ■ ■ ■ Cittadini esclusi dalla cittadinanza e da qualunque diritto ■ ■ ■ Sono esclusi dalla partecipazione all’apella ■ ■ ■ I loro contingenti sono i più numerosi nell’esercito ■ ■ ■ Costituiscono la gran parte della popolazione ■ ■ ■ Sono artigiani e commercianti ■ ■ ■ Non praticano nessuna attività economica ■ ■ ■ Sono schiavi di stato ■ ■ ■ Cittadini con diritti civili e politici ■ ■ ■ G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 7 Le donne Un antico detto greco diceva: «I cavalli in Tessaglia, le donne a Sparta». Infatti ben diverso era lo stile di vita delle donne spartane rispetto a quelle che vivevano nelle altre città greche. Puoi rendertene conto direttamente leggendo questi due brani di Senofonte: nel primo si descrive la regola di vita che Licurgo impose alle donne spartane, nel secondo, un ateniese, Iscomaco, spiega alla giovanissima moglie quali siano i suoi doveri. Licurgo ritenne che confezionare vesti era lavoro cui potevano attendere anche delle schiave, mentre era convinto che compito primo delle donne libere fosse la procreazione di prole: così prescrisse in primo luogo esercizi fisici alle femmine non meno che ai maschi. In seguito istituì competizioni di corsa e di lotta per le donne, alla stessa stregua che per gli uomini, certo che da genitori entrambi robusti sarebbe nata prole ancora più vigorosa. SENOFONTE, La costituzione degli Spartani, 1, in M. TOSI, Tempo di storia, vol. 2, Markes, Milano 1997 Tu dovrai rimanere dentro casa e far uscire tutti i tuoi servi che hanno il lavoro fuori, sovrintendere invece su quelli che devono lavorare dentro. Devi ricevere quanto viene introdotto, distribuire quello che si deve spendere, prevedere quello che si deve risparmiare, stando attenta che la spesa fissata per un anno non si esaurisca nel giro di un mese. E quando ti si fornisce della lana, ti devi impegnare perché tutti quelli che ne hanno bisogno abbiano i loro vestiti. SENOFONTE, Economico, 7, 35-37, traduzione di F. Roscalla, in A. GIARDINA-B. GREGORI, Materiali di Storia antica e medioevale, Laterza, Roma-Bari 2001 Dopo aver letto i brani, indica con una crocetta se ciascuna affermazione è riferita alla donna spartana o ateniese. Doveri Donna spartana Donna ateniese Deve vivere reclusa in casa ■ ■ Deve occuparsi della famiglia ■ ■ Deve procreare figli robusti ■ ■ Deve praticare sport ■ ■ Deve occuparsi dell’economia domestica ■ ■ Deve confezionare vestiti ■ ■ ■ Giovani atleti greci impegnati in una gara sportiva, frammento del V secolo a.C. (Atene, Museo Nazionale). G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Studente ........................................................................................................... Classe 8 6 ..................................................... Data ........................................... laboratorio 6 Per collegare il presente con il passato In età contemporanea i princìpi educativi spartani, basati sul criterio della perfezione fisica, dell’addestramento militare e della totale sottomissione allo stato, sono stati interpretati in modo distorto dal nazismo. Leggi il seguente brano scritto da Adolf Hitler. La mia scienza pedagogica è dura. Il debole deve essere spazzato via. Nei centri del mio nuovo Ordine verrà allevata una gioventù che spaventerà il mondo. Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile. Gioventù deve essere tutto questo. Essa deve sopportare il dolore, non deve avere nulla di debole o di effemminato […]. Forte e bella voglio la mia gioventù. La farò istruire in ogni esercizio fisico. Voglio una gioventù atletica.[…] Non voglio un’educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù. Al più la lascio imparare quello per cui si sente portata seguendo il gioco dei suoi istinti. Ma i giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte. Questa è la fase della gioventù eroica che fa nascere l’uomo libero, misura e centro del mondo, dell’uomo creativo, dell’uomo divino. Nei centri del mio nuovo ordine l’uomo divino, bello, spontaneo, verrà posto come un’immagine del culto e preparerà la gioventù alla prossima fase della maturazione virile. W. HOFER, Il Nazionalsocialismo. Documenti 1933-1945, traduzione di S. Bologna, Milano 1964 Rileggi a pagina 4 i brani tratti dalla Vita di Licurgo di Plutarco, quindi confronta i princìpi educativi del nazismo con quelli spartani. Scrivi le caratteristiche tipiche degli Spartani e quelle proprie del nazismo nelle colonne esterne della tabella, segna invece gli elementi comuni nella colonna centrale. Princìpi spartani Elementi comuni Princìpi nazisti 7 Per concludere Completa la tabella, specificando quale fosse la caratteristica che differenziava gli Spartani dagli altri Greci in ciascun campo indicato. Campo Ordinamento politico Struttura urbana Organizzazione militare Classi sociali Educazione G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010 Caratteristica