laboratorio
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Claudia Vinassa
Il mito di Sparta
Il problema: una città tra realtà e leggenda
Prerequisiti
• conoscere l’evoluzione delle città
greche e di Sparta in particolare
• sapere che cos’era e come
funzionava la falange oplitica
• collocare i contenuti appresi
nello spazio e nel tempo
Obiettivi
• approfondire la conoscenza
della polis spartana
• conoscere il giudizio degli antichi
sulla città di Sparta
• riflettere sulla ripresa del mito
degli Spartani nell’età
contemporanea
• leggere e interpretare testi di storici
antichi
• confrontare tra loro fonti diverse
Sparta è una delle città più importanti dell’antica Grecia, l’unica, insieme ad Atene, sulla quale sia stato possibile ricavare numerose informazioni dai documenti
giunti fino a noi, anche se talvolta lacunosi. Le fonti utilizzate dagli storici per studiare le vicende della città, salvo rarissime eccezioni, non sono spartane, ma ateniesi o di altre città greche.
La polis spartana fin dall’antichità fu particolarmente famosa. Già in Omero la città
viene presentata come una delle più importanti della Grecia: era infatti la capitale
del regno miceneo di Menelao, marito di Elena e fratello di Agamennone, il capo
della spedizione achea contro Troia. Ma l’importanza di Sparta è legata soprattutto
alla posizione egemone che essa mantenne in Grecia dal VII al IV secolo a.C.
In modo particolare sono avvolti in un alone leggendario gli spartiati, gli unici
cittadini di Sparta a godere dei diritti civili e politici. Famosissimi per il valore che
dimostravano in guerra, formavano l’esercito più temibile e meglio addestrato di
tutta la Grecia.
Ancora oggi facciamo riferimento ad alcuni aspetti del loro stile di vita: sicuramente ti è già capitato di utilizzare l’espressione «educazione spartana» a indicare
un modello educativo estremamente serio e rigoroso; oppure avrai già sentito usare l’aggettivo «laconico» (da «Laconia», la regione del Peloponneso in cui si trovava Sparta) per descrivere un modo di esprimersi basato sulla brevità. Sia la durezza dell’educazione sia l’essenzialità nel modo di esprimersi erano due delle caratteristiche spartane che già nell’antichità suscitavano curiosità e spesso anche
perplessità.
Ma per quale ragione gli Spartani erano diversi dagli altri Greci? Perché avevano
uno stile di vita così duro? In quali campi si distinguevano? Ha dunque un senso
parlare di «mito di Sparta»? Per trovare risposta a queste domande dovremo interrogare le fonti antiche, da cui è possibile ricostruire l’evoluzione della città e la
sua storia.
Qui di seguito troverai un elenco di alcuni degli autori antichi che saranno presentati nel corso di questo laboratorio:
a. Tirteo: poeta del VII secolo a.C. originario della Laconia; di lui rimangono alcune poesie composte per incitare gli Spartani a combattere per la patria.
b. Erodoto: storico di Alicarnasso, in Asia Minore, vissuto all’incirca tra il 484 e
il 431 a.C. Scrisse le Storie, in cui tratta le vicende relative alle guerre persiane.
c. Tucidide: il più famoso storico di Atene, nato all’incirca a metà del V secolo e
morto nel 400 a.C. Le sue Storie sono per la maggior parte dedicate alla guerra del Peloponneso.
d. Senofonte: scrittore ateniese vissuto all’incirca tra 427 e 353 a.C. Scrisse La costituzione di Sparta, in cui elogia il sistema di vita spartano.
e. Plutarco: scrittore greco, originario di Cheronea, in Beozia, vissuto all’incirca
tra il 46 e il 120 d.C. Scrisse le Vite parallele, in cui confronta tra loro famose
personalità del mondo romano e greco. Dedicò una biografia a Licurgo, il mitico legislatore di Sparta.
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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laboratorio 6
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Per collocare gli eventi nel tempo e nello spazio
Confronta l’origine e l’evoluzione della polis spartana con quella ateniese: con l’aiuto del libro di testo completa
la tabella e indica per ciascun evento il secolo o, se possibile, la data precisa.
Sparta
Secolo
o data
Atene
Licurgo
Dracone
Conquista della Messenia
Riforme di Solone
Creazione degli ordinamenti politici
Tirannide di Pisistrato
Secolo
o data
Riforma di Clistene
Qual è la differenza più evidente tra le due città?
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Con l’aiuto della cartina di pagina 201 del libro di testo (vol. 1), scrivi nella seguente carta muta i nomi delle principali regioni del Peloponneso. Distingui quindi con diversi colori:
a. la Messenia e la Laconia, territori appartenenti a Sparta
b. l’Elide e l’Arcadia, territori della lega peloponnesiaca
c. l’Acaia e l’Argolide, territori indipendenti
M ar Egeo
Mar
Ionio
Ma r
Me d ite rra n e o
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Per conoscere la città e l’ordinamento politico
L’aspetto della città
Osserva attentamente la ricostruzione dell’acropoli di Atene a pagina 249 del libro di testo (vol. 1). Potrai constatare che la città, come del resto la maggior parte delle città greche, aveva uno spazio delimitato da mura,
monumenti religiosi, grandi edifici civili, vie e piazze. Sparta era molto diversa: Plutarco sostiene che la città
dava l’impressione di essere un accampamento. Leggi il seguente passo di Tucidide, che descrive l’aspetto esteriore di Sparta quando nella seconda metà del v secolo a.C., al culmine della sua potenza, si scontrò con Atene in una guerra destinata a durare trent’anni.
Se la città dei Lacedemoni fosse devastata e si salvassero solo i templi e le fondamenta degli edifici, penso
che dopo molto tempo assai difficilmente i posteri potrebbero credere che la sua potenza fosse stata corrispondente alla fama: e sì che governa i due quinti del Peloponneso e ne ha l’egemonia generale, oltre a quella su molti alleati fuori del Peloponneso stesso. Pure, siccome la città non è centralizzata e non ha templi o
edifici sontuosi, ma è abitata in diversi villaggi secondo l’antico modo dei Greci, potrebbe apparire non così importante.
TUCIDIDE, La Guerra del Peloponneso, I, 10, traduzione di F. Ferrari, Rizzoli, Milano 1983
Per quali aspetti Sparta si differenzia dalle altre città greche?
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Su quali territori si estende il dominio spartano, secondo lo storico Tucidide?
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Quali impressioni, secondo Tucidide, avrebbero potuto suscitare nei posteri i resti di Sparta?
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L’ordinamento politico
Poniamo a confronto l’ordinamento politico spartano con quello più antico di Atene per cercare di capire quali siano le differenze e le somiglianze.
Con l’aiuto degli schemi che trovi a pagina 206 e a pagina 211 del libro di testo (vol. 1), completa la seguente tabella.
Atene
Sparta
Comandanti dell’esercito
Funzioni giudiziarie e di controllo
Consiglio degli anziani
Assemblea popolare
Quali sono le analogie? Quali le differenze? Indicane almeno due.
Analogie
Differenze
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Per leggere e interpretare le fonti: l’educazione
Il fulcro dello stato era l’educazione spartana, fondata su una rigida disciplina, cui i giovani erano sottoposti
per diventare cittadini-opliti sempre pronti alla guerra. Secondo gli studiosi è probabile che a indurre la città
ad adottare uno stile di vita estremamente duro, che non conosce paralleli in tutta la Grecia, sia stata proprio la necessità di mantenere e difendere le conquiste territoriali attuate nel VII secolo a.C.
Leggi con attenzione questo testo di Plutarco, in cui viene descritta l’educazione impartita ai ragazzi.
Il padre non era libero di allevare il figlio appena nato, bensì lo prendeva e portava in un edificio pubblico
chiamato lèsche, ove gli anziani della tribù, riuniti in consesso, esaminavano accuratamente il bambino. Se
lo trovavano di costituzione sana e robusta, lo facevano allevare e assegnavano per il suo mantenimento uno
dei novemila lotti di terra; se invece sembrava loro malnato e deforme, lo spedivano a una voragine presso il
Taigeto, nella persuasione che quando uno non è stato dotato dalla natura subito fin dall’inizio degli elementi necessari per essere sani e robusti, non è vantaggioso né per lui né per la città di vivere. […] Grande cura
e abilità avevano le nutrici, che allevavano i bambini senza fasce, sì da lasciare libere di svilupparsi le membra e la figura, e insegnavano loro ad essere sempre contenti del cibo e non schifiltosi, a non aver paura dell’oscurità, a non temere di restare soli, a non far mai il broncio o piagnucolare, come fanno i vili.
Non appena i fanciulli avevano raggiunto l’età di sette anni, [il governo della città] li prendeva e li irreggimentava tutti indistintamente in compagnie, ove erano sottoposti a un regolamento e a una nutrizione uguale a quella degli altri, e si abituavano a divertirsi e a studiare in comune […]. A leggere e a scrivere imparavano soltanto il minimo necessario. Il resto dell’educazione era rivolto tutto a renderli pronti all’ubbidienza, resistenti alla fatica e vittoriosi in guerra. Perciò col crescere dell’età le prove aumentavano: venivano rasati a zero, abituati a camminare a piedi scalzi e a giocare insieme quasi sempre nudi. Dall’età di dodici anni non portavano più la tunica e ricevevano solo un mantello all’anno. Avevano la pelle secca perché non si lavavano né
ungevano mai, tranne in certi giorni dell’anno, pochi, in cui erano concesse anche a loro tali delicatezze. Dormivano insieme, ognuno con la sua squadra e compagnia, su dei pagliericci che confezionavano essi stessi,
spezzando con le sole mani, senza aiuto del coltello, le cime delle canne che crescono lungo l’Eurota.
L’educazione continuava a Sparta fino all’età matura. Nessuno infatti era lasciato vivere a suo piacimento,
ma la città era come un accampamento, dove tutti seguivano un orario definito e badavano agli interessi
della collettività; insomma si consideravano sempre al servizio non di se stessi, ma della patria.
PLUTARCO, Vita di Licurgo, 16, 24, traduzione di C. Carena, Mondadori, Milano 1984
Dopo aver letto il documento, completa la tabella relativa alle tappe dell’educazione di uno spartano. Consulta
anche il libro di testo (vol. 1) alle pagine 212-213.
Età
Alla nascita
A sette anni
A dodici anni
A vent’anni
Età matura
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
Formazione-addestramento
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Per leggere e interpretare le fonti: l’eroismo dei cittadini-opliti
Tirteo esorta i giovani spartani all’eroismo.
È bello invero che tra i primi cadendo muoia
l’uomo valoroso, per la sua patria lottando:
ma abbandonata la propria città e i pingui campi
andare mendicando, è cosa tra tutte tristissima,
errando con la madre diletta e il padre vecchio
e con i figli piccoli e la legittima sposa […].
O giovani, combattete dunque saldi l’uno accanto all’altro.
E non cominciate la turpe fuga né la paura,
ma grande e prode fate nel petto il cuore
e non amate la vita combattendo contro i nemici.
TIRTEO, frammento 6 e 7 d, traduzione di R. Cantarella, in Le più belle pagine della letteratura greca classica, Nuova Accademia, Milano 1961
Erodoto descrive l’ideale eroico seguito dai cittadini-soldati di Sparta.
Gli Spartani sono così: quando combattono singolarmente non sono inferiori a nessuno al mondo; uniti poi
sono i più valorosi di tutti gli uomini. Poiché se è vero che sono liberi, non sono poi liberi in tutto: domina
su di loro un padrone, la legge, di cui hanno timoroso rispetto […] e fanno tutto quello che essa comanda ed
essa sempre la stessa cosa comanda: di non fuggire dal campo di battaglia qualunque sia la caterva dei nemici e, rimanendo saldi al proprio posto, vincere o morire.
ERODOTO, Storie, VII, 104, traduzione di L. Annibaletto, Mondadori, Milano 1982
Quali valori caratterizzano il soldato spartano?
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Di che cosa deve aver veramente paura un soldato spartano?
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Come si deve comportare in battaglia un oplita?
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A quale legge deve obbedire?
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Per approfondire la conoscenza della società spartana
Le classi sociali
Un esperto di storia greca, Hermann Bengtson, descrive le caratteristiche delle classi sociali di Sparta.
Il numero di cittadini spartani (circa 9-10 000 abili alle armi) costituiva una piccola minoranza rispetto alle varie popolazioni predoriche del resto della Laconia. E dopo la vittoria sui Messeni il rapporto numerico si fece ancora meno favorevole per gli Spartani. Accanto agli Spartiati, cittadini a pieno titolo, era la grande massa dei Perieci che, distribuitisi in un centinaio di città, abitavano soprattutto i territori montuosi ai
margini della Laconia, ma anche le zone meridionali e settentrionali della Messenia. Pure i Perieci erano
Dori e, come gli Spartiati, facevano parte dello stato dei Lacedemoni; i loro contingenti costituivano la parte più cospicua dell’esercito spartano. Ciò nonostante, essi erano esclusi sia dalla partecipazione all’apella,
sia dall’educazione di stato spartana. Ben diversa era la posizione degli Iloti, la grande massa della popolazione predorica della Laconia, e dei Messeni, non omogenei dal punto di vista della stirpe. Come una
sorta di schiavi di stato, essi erano inchiodati alla terra e soggetti alle imposte dei signori di Sparta. […]
La tattica degli opliti fu adottata in Sparta solo verso la fine dell’VIII secolo. L’uguaglianza che la falange impone sul campo di battaglia determina parità di diritti nella vita civile: così gli Spartiati, che prendevano
pasti in comune, amavano definirsi orgogliosamente gli «Uguali», benché tra loro potessero esserci delle
profonde differenze sul piano economico. Chi non poteva versare il tributo per il pasto comune decadeva
nella schiera degli «inferiori» ed era escluso dalla vita comunitaria dei cittadini a pieno titolo.
H. BENGTSON, Storia greca, I, La Grecia arcaica e classica, Il Mulino, Bologna 1985
Dopo aver letto il brano sottolinea in rosso le informazioni riguardanti i Perieci, in blu quelle relative agli Iloti e
in verde quelle sugli Spartiati.
Di seguito sono indicate in ordine sparso alcune caratteristiche delle tre classi sociali di Sparta descritte nel brano precedente e sul libro di testo (vol. 1) a pagina 211. Attribuisci ciascuna caratteristica a una classe sociale segnando una crocetta nella casella corrispondente.
Caratteristica
Spartiati
Perieci
Iloti
Costituiscono una minoranza
■
■
■
Cittadini-opliti detti anche «Uguali»
■
■
■
Sono obbligati a lavorare la terra per mantenere gli Opliti
■
■
■
Cittadini senza diritti politici
■
■
■
Cittadini esclusi dalla cittadinanza e da qualunque diritto
■
■
■
Sono esclusi dalla partecipazione all’apella
■
■
■
I loro contingenti sono i più numerosi nell’esercito
■
■
■
Costituiscono la gran parte della popolazione
■
■
■
Sono artigiani e commercianti
■
■
■
Non praticano nessuna attività economica
■
■
■
Sono schiavi di stato
■
■
■
Cittadini con diritti civili e politici
■
■
■
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Le donne
Un antico detto greco diceva: «I cavalli in Tessaglia, le donne a Sparta». Infatti ben diverso era lo stile di vita
delle donne spartane rispetto a quelle che vivevano nelle altre città greche. Puoi rendertene conto direttamente leggendo questi due brani di Senofonte: nel primo si descrive la regola di vita che Licurgo impose alle
donne spartane, nel secondo, un ateniese, Iscomaco, spiega alla giovanissima moglie quali siano i suoi doveri.
Licurgo ritenne che confezionare vesti era lavoro cui potevano attendere anche delle schiave, mentre era convinto che compito primo delle donne libere fosse la procreazione di prole: così prescrisse in primo luogo esercizi fisici alle femmine non meno che ai maschi. In seguito istituì competizioni di corsa e di lotta per le donne, alla stessa stregua che per gli uomini, certo che da genitori entrambi robusti sarebbe nata prole ancora
più vigorosa.
SENOFONTE, La costituzione degli Spartani, 1, in M. TOSI, Tempo di storia, vol. 2, Markes, Milano 1997
Tu dovrai rimanere dentro casa e far uscire tutti i tuoi servi che hanno il lavoro fuori, sovrintendere invece
su quelli che devono lavorare dentro. Devi ricevere quanto viene introdotto, distribuire quello che si deve
spendere, prevedere quello che si deve risparmiare, stando attenta che la spesa fissata per un anno non si
esaurisca nel giro di un mese. E quando ti si fornisce della lana, ti devi impegnare perché tutti quelli che ne
hanno bisogno abbiano i loro vestiti.
SENOFONTE, Economico, 7, 35-37, traduzione di F. Roscalla,
in A. GIARDINA-B. GREGORI, Materiali di Storia antica e medioevale, Laterza, Roma-Bari 2001
Dopo aver letto i brani, indica con una crocetta se ciascuna affermazione è riferita alla donna spartana o ateniese.
Doveri
Donna spartana
Donna ateniese
Deve vivere reclusa in casa
■
■
Deve occuparsi della famiglia
■
■
Deve procreare figli robusti
■
■
Deve praticare sport
■
■
Deve occuparsi dell’economia domestica
■
■
Deve confezionare vestiti
■
■
■ Giovani atleti greci impegnati in una gara sportiva, frammento del V secolo a.C. (Atene, Museo Nazionale).
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Per collegare il presente con il passato
In età contemporanea i princìpi educativi spartani, basati sul criterio della perfezione fisica, dell’addestramento militare e della totale sottomissione allo stato, sono stati interpretati in modo distorto dal nazismo.
Leggi il seguente brano scritto da Adolf Hitler.
La mia scienza pedagogica è dura. Il debole deve essere spazzato via. Nei centri del mio nuovo Ordine verrà
allevata una gioventù che spaventerà il mondo. Io voglio una gioventù che compia grandi gesta, dominatrice, ardita, terribile. Gioventù deve essere tutto questo. Essa deve sopportare il dolore, non deve avere nulla di debole o di effemminato […]. Forte e bella voglio la mia gioventù. La farò istruire in ogni esercizio fisico. Voglio una gioventù atletica.[…] Non voglio un’educazione intellettuale. Il sapere mi rovina la gioventù.
Al più la lascio imparare quello per cui si sente portata seguendo il gioco dei suoi istinti. Ma i giovani debbono imparare il senso del dominio. Debbono imparare a vincere nelle prove più difficili la paura della morte. Questa è la fase della gioventù eroica che fa nascere l’uomo libero, misura e centro del mondo, dell’uomo
creativo, dell’uomo divino. Nei centri del mio nuovo ordine l’uomo divino, bello, spontaneo, verrà posto come un’immagine del culto e preparerà la gioventù alla prossima fase della maturazione virile.
W. HOFER, Il Nazionalsocialismo. Documenti 1933-1945, traduzione di S. Bologna, Milano 1964
Rileggi a pagina 4 i brani tratti dalla Vita di Licurgo di Plutarco, quindi confronta i princìpi educativi del nazismo
con quelli spartani. Scrivi le caratteristiche tipiche degli Spartani e quelle proprie del nazismo nelle colonne esterne della tabella, segna invece gli elementi comuni nella colonna centrale.
Princìpi spartani
Elementi comuni
Princìpi nazisti
7
Per concludere
Completa la tabella, specificando quale fosse la caratteristica che differenziava gli Spartani dagli altri Greci in ciascun campo indicato.
Campo
Ordinamento politico
Struttura urbana
Organizzazione militare
Classi sociali
Educazione
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Caratteristica