L`invenzione della città

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Prerequisiti
• conoscere le caratteristiche
principali del Neolitico e delle prime
civiltà fluviali
• collocare gli eventi studiati
nello spazio e nel tempo
• conoscere il concetto di città-stato
e le strutture fondamentali
della società sumera
Obiettivi
• conoscere la struttura dei villaggi
del Neolitico
• conoscere l’organizzazione
delle città-stato sumere
• approfondire il significato di città
• riflettere sulla nascita della divisione
dei ruoli tra uomini e donne
• riflettere sulle prime forme
di organizzazione sociale
■ Scavi nel sito archeologico
di Çatal Hüyük in Anatolia.
Maria Angioni
L’invenzione della città
Le origini dei primi centri urbani
Il problema: dal villaggio alla città
Anche se i ritrovamenti archeologici hanno dimostrato che già nel Paleolitico erano presenti insediamenti stabili, nel Neolitico divennero sempre più frequenti, aumentarono di dimensione e i tipi di abitazione furono sempre più curati e architettonicamente complessi, grazie anche alla scoperta di nuove tecniche.
Un’alimentazione più varia e una migliore qualità della vita determinarono una
sostanziale crescita demografica, i villaggi diventarono sempre più grandi e iniziò
a svilupparsi il commercio per terra e per mare. I centri abitati venivano preferibilmente costruiti vicino a un fiume, che poteva permettere l’irrigazione dei campi e facilitava il trasporto delle merci.
Tra i più importanti insediamenti neolitici bisogna ricordare Gerico, sulle rive del
fiume Giordano, abitata tra il IX e l’VIII millennio a.C., circondata da imponenti mura e da una torre circolare; Çatal Hüyük, in Anatolia, che ha raggiunto il suo
splendore tra il 6000 e il 5000 a.C. e alcuni insediamenti nella Mesopotamia
settentrionale e meridionale, villaggi che dal IV millennio a.C. in avanti sarebbero diventati le capitali delle grandi civiltà fluviali.
Dal 3500 a.C. i Sumeri fondarono le prime città-stato: Uruk, Ur, Eridu, Lagash,
Larsa, Umma, dando inizio alla cosiddetta rivoluzione urbana. Gli storici hanno
utilizzato tale espressione per definire il fenomeno di trasformazione dei grandi
villaggi stabili del Neolitico in veri e propri centri urbani, avvenuto nel IV millennio a.C.
Non bisogna però pensare alle città come semplici ampliamenti dei villaggi del
Neolitico; un centro non può essere definito urbano solo per le sue dimensioni o
per il gran numero di abitanti, ma deve presentare un’organizzazione sociale strutturata, con una classe dirigente e una suddivisione specializzata del lavoro. Una
struttura sempre più complessa dei centri abitativi e, soprattutto, l’aumento demografico determinarono infatti per necessità una ben precisa organizzazione
della società, con una differenziazione dei ruoli tra uomini e donne, una divisione in classi, una progressiva specializzazione nei diversi settori amministrativi, economici e culturali e una direzione sempre più centralizzata delle attività svolte.
■ L’offerta di doni e di
bestiame per un banchetto
reale. Particolare dallo
«stendardo reale» di Ur, legno
intarsiato con lapislazzuli,
conchiglie e calcare rosso,
seconda metà del III millennio
a.C. (Londra, British Museum).
G. Solfaroli Camillocci - C. Grazioli, Chronostoria, vol. 1, © SEI 2010
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Per collocare gli eventi nel tempo e nello spazio
Completa la linea del tempo sotto indicata segnando: l’inizio del Neolitico, la costruzione di Gerico e di Çatal Hüyük,
l’inizio della rivoluzione urbana e la costruzione delle prime città-stato da parte dei Sumeri. Ricorda di rispettare
le proporzioni.
40 000 a.C.
10 000 a.C.
30 000 a.C.
6000 a.C.
2000 a.C. 1000 a.C.
3000 a.C.
I principali villaggi del Neolitico nacquero dove ebbero maggiore sviluppo l’agricoltura e l’allevamento e furono per la maggior parte costruiti vicino ai grandi fiumi. Lo stesso accadde per i primi centri urbani.
Con l’aiuto della cartina in alto a pagina 51 del libro di testo (vol. 1), prova a completare la seguente tabella, indicando per ciascun continente le zone maggiormente interessate dal fenomeno dell’urbanizzazione. L’esercizio è
avviato.
Continente
Fiumi
Zona con i maggiori centri abitati
Europa e Asia Minore
Tigri ed Eufrate
Mesopotamia
Africa
Asia
America settentrionale
America meridionale
Riporta sulla cartina della Mezzaluna fertile i principali villaggi neolitici oggi conosciuti (Gerico, Çatal Hüyük) e le
più importanti città-stato sumere (Uruk e Ur).
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Mar
Rosso
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Per riflettere sull’organizzazione dei primi villaggi neolitici
A.
Gli antropologi, studiando gli usi e i costumi di alcuni popoli ancora oggi dediti alla caccia e alla raccolta,
hanno dedotto che già nel Paleolitico gli uomini avevano sentito la necessità di organizzarsi in modo da rendere più produttive le proprie attività. I gruppi umani, composti da pochi membri, probabilmente appartenenti
alla stessa famiglia, si dividevano durante il giorno tra uomini e donne. I primi si allontanavano dall’accampamento per cercare la selvaggina, le donne invece, insieme con i piccoli, si dedicavano alla raccolta dei semi, delle radici e delle bacche che la natura offriva vicino all’accampamento.
Aiutandoti con il libro di testo (vol. 1, pp. 38-40), spiega in poche righe come è evoluta la divisione dei ruoli tra
maschi e femmine nel Neolitico, quando l’uomo è diventato agricoltore e allevatore.
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Che cosa significa che l’organizzazione sociale dei villaggi neolitici era di tipo patriarcale?
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Sotto è riportata una scheda sugli Ashanti, una popolazione africana del Ghana e della Costa d’Avorio, organizzata tuttora in una società di tipo matriarcale, che dal XVIII al XX secolo, prima della colonizzazione europea, aveva costituito un potente regno, espressione di una delle più notevoli culture africane.
Gli Ashanti
Molti sono i popoli dell’Africa subsahariana occidentale che, protagonisti di importanti regni nel Medioevo
e nell’età moderna, poi distrutti dalla colonizzazione europea nel corso del XIX secolo, sono riusciti a difendere e mantenere le loro tradizioni e ci offrono ancora oggi un affascinante quadro delle loro antiche
civiltà. Tra questi spiccano gli Ashanti, popolo del Ghana meridionale e della Costa d’Avorio, diviso in
clan matriarcali e dedito prevalentemente all’agricoltura. La personalità di maggiore riguardo è la regina madre, spesso rappresentata dalla donna più anziana di una famiglia aristocratica, cui sono riservati
una residenza personale e particolari compiti nell’amministrazione governativa. In generale le donne,
soprattutto le mogli dei capi dei clan, godono di maggiori diritti rispetto alle società patriarcali. Il bambino ha un rapporto molto stretto con la madre e il maggior responsabile della sua educazione non è il
padre, ma lo zio materno. Le figlie femmine rimangono nella famiglia della madre anche dopo il matrimonio ed è l’uomo che si trasferisce per raggiungerle o, più spesso, rimane nella sua residenza di origine recandosi ogni tanto a far visita alla moglie e ai figli.
Dopo aver letto il testo, prova a spiegare con parole tue che cosa si intende per società di tipo matriarcale.
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Perché gli antropologi ritengono che il matriarcato non esistesse nel Neolitico?
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Qual era invece la condizione femminile?
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B.
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I più antichi insediamenti neolitici oggi riportati alla luce sono costituiti da semplici case di fango e paglia
su una base di pietra. L’unico a differenziarsi nella struttura è Gerico, in Palestina, villaggio agricolo che traeva gran parte del suo sostentamento anche dal commercio di sale estratto nel Mar Morto. Le sue case, anch’esse costruite secondo la tecnica degli altri villaggi, sono attorniate da possenti mura perimetrali e da una
enorme torre circolare.
■ La torre circolare di Gerico, alta quasi 9 metri,
riportata alla luce dagli scavi archeologici.
Quale poteva essere la funzione delle mura e della torre? Perché?
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Ritieni che all’interno dell’insediamento di Gerico ci potesse già essere una divisione specializzata delle diverse attività svolte? Perché?
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Per capire come erano formate le città-stato sumere
I Sumeri, arrivati nella Mesopotamia meridionale intorno al 4000 a.C., si stanziarono in città-stato indipendenti: ognuna aveva un centro politico amministrativo autonomo e governava anche una parte di territorio.
Tra le più antiche città sumere, spesso in conflitto fra loro per motivi di confine e in seguito per ottenere l’egemonia su tutta la parte meridionale della Mesopotamia, la più importante fu sicuramente Uruk, che raggiunse il suo massimo splendore nel III millennio a.C. Fu governata da vari sovrani, tra cui il mitico Gilgamesh,
protagonista del primo ciclo epico a noi pervenuto.
Il poema è costituito probabilmente da un nucleo originario sumero, a cui vennero successivamente aggiunte
parti prodotte dalla cultura babilonese. Come in tutti i poemi epici, si mescolano elementi mitologici, frutto
della fantasia e delle leggende popolari, con elementi storici realmente accaduti. Così accade anche nel prologo, di cui ti proponiamo un brano (le parole fra parentesi sono quelle ricostruite dal traduttore).
Leggi attentamente il brano e prova a individuare le informazioni storiche che fornisce, poi rispondi alle domande.
(Di Gilgamesh che) vide ogni cosa (voglio) io narrare al mondo;
(di colui che) apprese (ogni cosa), rend(endosi esperto) di tutto.
(Egli andò alla ric)erca (dei Paesi più lontani)
(e) in ogni cosa (raggiunse) la com(pleta) saggezza. [...]
Fu lui a costruire le mura di Uruk, l’ovile
del santo Eanna, il luogo splendente.
Guarda le sue mura: i suoi merli sono come il rame!
Osserva la sua alzata, nessuna opera la eguaglia.
Varca la sua soglia, che è di tempi immemorabili,
avvicinati all’Eanna, l’abitazione della dea Ishtar:
mai nessuno, foss’anche un re, potrà costruire un monumento che lo eguagli!
Sali sulle mura di Uruk e percorrile,
ispeziona le fondamenta, scrutane i mattoni:
non è forse vero che son davvero mattoni cotti?
Non sono stati i sette saggi a porre le sue fondamenta?
Un miglio quadrato è la città, un miglio quadrato sono i suoi orti, un
miglio quadrato sono le sue cisterne oltre alle terre del tempio di Ishtar.
Per tre miglia quadrate si estende Uruk senza contare i suoi terreni agricoli.
(Cerca) la cassetta di rame delle tavolette,
(sblocca)ne la serratura di br(onzo),
(apr)i la porta (che cela) i segreti,
solleva la tavoletta di lapislazzuli e leggila:
vi è la storia di quell’uomo, di Gilgamesh che sperimentò ogni
possibile sofferenza.
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Dalla Tavola I del ciclo epico di Gilgamesh, in G. PETTINATO, a cura di, La saga di Gilgamesh, Rusconi, Milano 1993
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Quali sono gli elementi architettonici della città di Uruk maggiormente messi in evidenza?
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Che cos’è il santo Eanna, luogo splendente, abitazione della dea Ishtar, divinità protettrice di Uruk?
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Perché Uruk è definita l’ovile del santo Eanna?
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Nel brano si fa chiaramente riferimento alle diverse parti che costituiscono la città di Uruk. Elencale qui sotto e
prova a spiegarne la funzione.
Parte della città
Funzione
Il verso 18 indica una caratteristica importante delle città-stato sumere. Sai dire quale?
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Nel brano sono citati dei metalli. Sono un anacronismo legato a culture successive a quella sumera o indicano una
realtà storica della civiltà sumera?
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A che cosa si riferisce l’autore quando parla delle tavolette?
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Che cosa, infatti, è stato ritrovato proprio nella città di Uruk?
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Per riflettere sull’organizzazione sociale dei primi centri urbani
Caratteristica fondamentale perché un centro possa essere definito urbano è una organizzazione ben precisa
della città e della società che vi abita, con una divisione specializzata del lavoro e una direzione più o meno
centralizzata delle diverse attività.
Completa la tabella, elencando le diverse attività svolte nelle città-stato (amministrative, religiose, commerciali,
agricole, belliche…) e gli uomini a cui erano affidate (sacerdoti, mercanti, funzionari…).
Attività
Professione
Chi era a capo delle città stato-sumere? ..............................................................................................................................................................................
Si può dire che la società sumera era di tipo piramidale? ......................................................................................................................................
Prova a elencare per ordine di importanza le diverse classi sociali, riportando le professioni che ne facevano parte.
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Aiutandoti con le indicazioni che ti sono fornite nel libro di testo (vol.1, pp. 49-62), prova a disegnare l’ipotetica
pianta di una città-stato sumera: dovranno essere presenti il tempio, i magazzini, le abitazioni dei funzionari e degli altri lavoratori da te indicati nella precedente tabella.
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Per concludere
Prova a riassumere le caratteristiche principali dei villaggi neolitici e delle città-stato cercando di evidenziare le
differenze tra i due tipi di centri abitati.
Caratteristiche
Villaggi neolitici
Organizzazione
del centro abitato
Società
Attività sociale
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Città-stato sumere
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