Cos`è la comunicazione facilitata? è una tecnica di comunicazione

Cos'è la comunicazione facilitata?
è una tecnica di comunicazione aumentativa alternativa
Una comunicazione aumentativa e alternativa comprende l'insieme di
strategie, metodologie, tecniche, che possono essere supportate anche da
strumenti tecnologici, finalizzate ad "aumentare” le abilità di comunicazione
verbale già presenti o a introdurre modalità "alternative" al linguaggio, dove
questo non sia sufficientemente o per niente sviluppato.
Molte
persone con disabilità presentano una
difficoltà nella comunicazione (gestuale e/o orale) con
assenza o limitazione nel linguaggio verbale. La possibilità di
migliorare le abilità di comunicazione rappresenta una variabile
fondamentale per migliorare la qualità della vita.
(Cafiero)
La Comunicazione
Comu
unicazione Facilitata
Facilitata comprende
comprende una
una persona
persona (facilitatore)
(facilitatore)
che
ch e
nissce un
un supporto
supporto alla
alla mano
mano della
della persona
persona disabile
disabile (facilitato).
(facilitato). IlIl facilitatore
facilitatore
fornisce
non guida la mano del facilitato nella scelta, ma piuttosto stabilizza e rallenta
il movimento della persona che si accinge a compiere una scelta. Il punto di
facilitazione inizialmente può essere mano su mano e poi via via si allontana,
fino ad arrivare, quando possibile alla sola presenza del facilitatore).
Tale strategia non consiste solo in un supporto fisico ma anche nello stabilire
una relazione privilegiata di reciproca fiducia e sintonia e nell'utilizzare
momentiti di attenzione condivisa.
“La
facilitazione sembra entrare in gioco di
fronte alla disprassia, ai disturbi motori, al
sovraccarico dei sistemi sensoriali delle persone autistiche.
Sembra aiutare una persona a concentrarsi. La aiuta a prendere
coscienza di dove il braccio o la mano siano situati nello spazio.
Calma la persona, tenendo a bada lʼansia. Aiuta a rallentare,
mantenendo un ritmo costante.”
(Donna Williams).
Perché utilizzarla?
utilizzarla?
Perché
ento che
che lʼassenza
lʼassenza o la
la difficoltà
diffi
ficcoltà nellʼutilizzo
nellʼutilizzo del
del canale
canale comunicativo
comunicativo
Dal momento
ge
enerrare o aggravare
aggravare preesistenti
preesistenti problemi
problemi relazionali
relazionali o
possono generare
amentali aumentando lʼisolamento del soggetto,
soggetto risulta fondamentale
comportamentali,
potenziare le abilità di comunicazione della persona, attraverso la
collaborazione di tutte le persone che le vivono accanto, al fine di darle la
possibilità di capire e farsi capire nelle situazioni più importanti della sua vita
quotidiana, per favorire lʼinterazione con le altre persone e avere,
conseguentemente, stima di sé. La Comunicazione Facilitata è indicata in
tutti i casi in cui non sono accessibili, o non sufficienti ad esprimere il proprio
pensiero, altre forme di comunicazione aumentativa, alternativa; tuttavia ove
sia possibile, è importante integrare sempre tutte le strategie comunicative e
ausili tecnologici.
I PRESUPPOSTI
Si tratta di un problema intellettivo?
Il livello di funzionamento intellettivo nelle persone con disabilità è difficile da
determinare, poiché le menomazioni motorie, linguistiche e sociali
interferiscono con le valutazioni e la somministrazione di tests standardizzati.
In contrasto con l'idea dominante in tema di educazione, vale a dire che
l'intelligenza è statica e un persona con ritardo mentale avrà sempre un
ritardo mentale, Blatt propone una prospettiva alternativa:
"Ho
prove effettive per affermare che l'intelligenza è
educabile, che le persone possono cambiare, apprendere, e che
questo concetto si applica sia a coloro che hanno un ritardo mentale
che a coloro preposti all'amministrazione dei loro bisogni"
(Blatt, in Taylor e Blatt, 1999).
rmai esperienza
esperienza comune
comune per
per molti
molti professionisti
professionisti quella
quella di
di effettuare
effettuare una
un a
Eʼʼ o
ormai
i carico
i di un paziente
i t con una diagnosi
di
i di ritardo
it d mentale
t l che
h
presa in
presenta diverseabilità e non rispecchia tale diagnosi in alcuni
comportamenti, abilità ed interessi.
Perché è necessario il contatto fisico?
Molte persone con disabilità presentano spesso una difficoltà o impaccio nel
movimento o una difficoltà di controllo volontario del movimento, di natura
disprattica. Le difficoltà fisiche (nonché emotive) specifiche possono
riguardare (Crossley 1990):
uno scarso coordinamento occhio-mano
un basso/elevato tono muscolare
problemi nell'isolare o estendere il dito indice
perseveranza nell'esecuzione di un compito
utilizzo di entrambe le mani per eseguire un compito che ne
richiederebbe una sola
problemi nella programmazione di un'azione
tremori, instabilità muscolare
problemi nell'iniziare e/o continuare un compito su comando
impulsività
problemi nella programmazione di un'azione
In presenza di questo tipo di difficoltà, per iniziare un programma motorio è
necessario l'aiuto di uno "starter". Il facilitatore ha questa funzione di "starter",
attraverso il contatto fisico, la sollecitazione verbale e il messaggio empatico.
Benefici della Comunicazione Facilitata:
I benefici della Comunicazione Facilitata sono molteplici: cʼè una
maggiore possibilità di esprimere il proprio pensiero, e con esso opinioni,
preferenze, scelte, critiche, decisioni, ecc. E c'e una maggiore possibilità di
comunicare in modo più completo le proprie emozioni, sentimenti, ecc. Appare logico che, nel momento in cui si ampliano i confini comunicativi,
la possibilità di esprimere scelte ed opinioni avrà effetti su tutti gli ambiti e
momenti di vita della persona. Queste nuove libertà e autonomie si riflettono
in una maggiore serenità e benessere generali, in un modo di agire più
efficace e funzionale, un aumento dei tempi di attenzione, un accresciuto
piacere in molte attività quotidiane.
I benefici si riflettono anche sulla famiglia, i propri cari, gli amici, ecc.
Molte famiglie descrivono il primo giorno di utilizzo della Comunicazione
Facilitata come il giorno di svolta, il giorno in cui la loro relazione con il
proprio caro è cambiata. Lʼimpossibilità di comunicare efficacemente in
ambito famigliare può spesso portare ansie, insicurezze, e specialmente
incomprensioni, tutte cose che tendono a scemare con lʼutilizzo della
Comunicazione Facilitata.
Maria Chiara scrive:
La Comunicazione
Facilitata io lʼho
cominciata dieci anni fa,
il 25 maggio e ogni anno
mia mamma prepara
una torta alle fragole per
festeggiare la CF.
!
Dove Utilizzarla?
Gli ambiti di utilizzo sono quelli classici di qualsiasi altro tipo di
comunicazione: la famiglia, la scuola, il centro diurno, le agenzie di tempo
libero, ecc. e per ognuno di questi contesti ci devono essere obiettivi chiari e
diversi, così da garantire a pieno lʼefficacia del risultato ed il raggiungimento
del maggior livello di autonomia e generalizzazione. L'utilizzo delle
Comunicazioni alternative deve sempre essere inserito in un progetto
educativo personalizzato e in un progetto di vita completo.
Chi la utilizza? Il facilitato
La Comunicazione Facilitata è accessibile ad ogni persona che abbia
una produzione del linguaggio (orale e scritto) ridotta, assente o non
sufficientemente competente per esprimere non solo i propri bisogni ma il
proprio pensiero. In anni di esperienza la Comunicazione Facilitata è stata
utilizzata con successo con persone con diagnosi molto diverse: autismo e
altri sindromi pervasive dello sviluppo, sindromi genetiche (sindrome X
fragile, sindrome di Down,...), patologie motorie, disturbi della comunicazione
e deficit di attenzione.
La Comunicazione Facilitata ha molteplici effetti benefici e quindi può
essere indicata in diversi contesti e situazioni. Per esempio nelle situazioni di
iperattività, pensiero veloce o nessi associativi allentati (disturbi della forma
del pensiero), la Comunicazione Facilitata aiuta la persona a riorganizzare il
pensiero e renderlo più lento: il movimento ritmico e armonico del gesto
stimola una maggiore organizzazione generale della persona; inoltre la
scrittura al computer, con lʼutilizzo di un singolo dito, essendo più lenta del
linguaggio orale, costringe il pensiero a rallentare, a stare al passo col corpo
e lʼaltro. Nel caso di patologie motorie gravi invece la Comunicazione
Facilitata svolge un ruolo di mediatore tra il mondo interno della persona e il
mondo esterno, fornendo un supporto fisico e stabilizzando il movimento
aiuta la persona ad effettuare gesti e movimenti che altrimenti non sarebbero
possibili in autonomia.
Chi la utilizza? Il facilitatore
Il facilitatore è un persona competente che ha acquisito la qualifica di
Assistente alla Comunicazione in uno dei centri specializzati che offrono i
corsi di formazione.
Il lavoro del facilitatore consiste nello sviluppare, allʼinterno di un progetto
condiviso in equipe, unʼalleanza terapeutica con la persona e la sua famiglia,
creando un clima di fiducia e condivisione.
Il facilitatore dopo una valutazione iniziale svolta da un supervisore delle
competenze e possibilità di applicazione della tecnica, discussa quindi in
equipe, segue passo passo il progetto programmato e mantiene una costante
supervisione con il referente.
IL PERCORSO
La Comunicazione Facilitata si sviluppa attraverso un percorso di
apprendimento che prevede una serie di fasi strutturate. Appare essenziale
allo sviluppo di una buona alleanza facilitatore-facilitato che vi sia sempre un
rispetto di queste fasi che partendo con le scelte, da domande chiuse, per
permettere di arrivare alla conversazione libera. Ogni livello diverso di
conversazione implica un livello di comunicazione diverso e un livello di
conoscenza diversa tra facilitato e facilitatore. La Comunicazione Facilitata
non è una semplice tecnica, ma un approccio con tappe di sviluppo definite
che deve sempre essere inserita allʼinterno di un progetto (educativo,
abilitativo, riabilitativo, terapeutico, ecc). La valutazione iniziale, la scelta degli
obiettivi, la preparazione del percorso ed il monitoraggio dello stesso sono
svolti da equipe con supervisori esperti e riconosciuti.
Fasi del percorso di Comunicazione Facilitata
PRIMA FASE
conoscenza
reciproca in
sicurezza,
sviluppo
alleanza
terapeutica
trovare lo
strumento più
idoneo al
momento,
controllare la
postura, la
distanza tra il
corpo e la
tastiera
sperimentazione
in situazioni,
attività e
relazioni nuove
esplorazione di
bisogni,
preferenze,
inclinazioni,
interessi e
aspettative
esplorazione di
competenze e
potenzialità
attraverso
scelte multiple
tra figure,
immagini,
parole
Livelli di
conversazione:
scelte multiple,
copiare, nominare,
risposte chiuse a
domande semplici su
materiale condiviso
Gesto e livello di
facilitazione:
facilitazione
massima (alla mano
o al polso), iniziale
conoscenza e
confidenza con il
gesto lʼuno dellʼaltro
SECONDA
FASE
strutturazione di
un percorso:
comunicativo,
educativo,
formativo,
scolastico,
riabilitativo, ecc
sviluppo di
autonomie e
indipendenze
generalizzazione
a tutti i contesti
e soggetti di vita
collaborazione
con tutte le
figure
significative e
professionisti
Livelli di
conversazione:
domande a
risposta aperta
Virgilio scrive:
Gesto e livelli di
facilitazione:
facilitazione media
(al braccio o spalla),
buona conoscenza
nel gesto
Io senza la facilitazione provo una potente moltitudine
ronzante di parole tutte violentemente confuse, posso tentare di
ordinarle tutte, ma il cervello non mi funziona. Con il tocco della tua
mano sulla spalla o sul gomito trovo subito le parole, e i pensieri
escono dalla mia testa in perfetto ordine.
TERZA FASE
utilizzo di tutte
le modalità
comunicative
possibili
generalizzazione
della
comunicazione
facilitata a tutte
le realtà di vita,
dalle relazioni
parentali e
amicali alla
scuola, al
lavoro, al tempo
libero
Livelli di
conversazione:
conversazione
libera
E'
importante
ampliamento del
numero di
facilitatori:
amici, famigliari,
insegnanti,
colleghi, ecc
percorso di
autonomia
sempre più
maggiore,
almeno per
l'utilizzo di
risposte SI/NO
e le scelte
multiple.
Gesto e livello di
facilitazione:
facilitazione minima
(tocco sempre più
distale fino ad
arrivare alla sola
presenza), ottima
conoscenza del
gesto
mantenere e potenziare
comunque tutte le altre
modalità comunicative
possibili
Riassumendo:
Quali sono gli
elementi chiave
della
Comunicazione
Facilitata?
Il supporto emotivo:
intuizione,
riconoscimento e
supporto nei
Un lavoro strutturato: inizio con
bisogni di
domande semplici e prevedibili
contenimento,
per arrivare alla conversazione
motivazione,
libera, sempre all'interno di un
incoraggiamento,
progetto globale
fiducia, ecc
Richiesta continua di attenzione
per la gestione del controllo
Il supporto fisico, ovvero un
allenamento ad un gesto
motorio e verbale e per il
preciso e correttamente
mantenimento di
indirizzato.
concentrazione verso il
compito
ALCUNE RIFLESSIONI SULLA COMUNICAZIONE FACILITATA
Vantaggi
Abbiamo già visto come la Comunicazione Facilitata presenta spesso
molteplici benefici, su diversi fronti. I facilitati migliorano le loro competenze
circa i tempi di attenzione sostenuta, la complessità e la qualità della
comunicazione, il controllo del gesto e dello sguardo. In alcune situazioni
dove il linguaggio verbale è presente ma limitato e disorganizzato si notano
dei miglioramenti anche nellʼutilizzo maggiore e più efficace del linguaggio
orale.
Risulta invece difficile per alcuni diminuire la facilitazione ed alzare il
punto di facilitazione, tuttavia in molti casi questo viene impedito da
importanti disturbi motori. In tutti i casi si osserva una maggiore strutturazione
del mondo interiore della persona, la possibilità di poter esprimere pensieri,
opinioni, emozioni implica una miglior qualità della vita, una maggiore
possibilità di cambiamento.
Conduzione di
valutazioni di
ogni tipo ( visite
mediche, test di
livello,) con lʼuso
della CF
Comprensione
del significato
delle
stereotipie e
loro gestione
ed
accettazione
mentale, di disabilità,
delle teorie
dellʼapprendimento,
dello studio dei relativi
e delle procedure di
piani abilitativi-
elementi
concetti di ritardo
processi, delle tecniche
Inserimento nei
riabilitativi di
Rivisitazione dei
riabilitazione
Prospettive
Frequenza
facilitanti
concordati con
lʼinteressato
Miglioramento
della qualità di
vita per lʼutente
e la sua famiglia;
maggiore
motivazione e
soddisfazione
negli operatori
del settore
scolastica e
Aumento della
svolgimento dei
indipendenza
programmi
anche perché la
didattici più
prima vera
adeguati alle
autonomia e
quella
dell'espressione
del proprio
pensiero
Possibilità di
sostenere
esami senza
prove
differenziate
capacità
Luca studente universitario di Pisa
Il pubblico chiede: Come si svolgono gli esami ? E come si comportano i
professori di riferimento rispetto ai tuoi tempi lunghi di risposta?
Luca risponde:
Esami scritti con le modalità che state vedendo professori entusiasti
di non dover subire inutili giri di parole che celano spesso troppo rare
sedute con i libri
Vengo facilitato solo in sede dʼesame da mamma ma quando frequento
sto con 2 fichissime tutor
POSSIBILI
RISCHI:
PER L'UTENTE: ansia legata ai cambiamenti nella vita
quotidiana e nelle relazioni stabili conquistate, paure
nell'affrontare un ruolo nuovo più attivo e partecipativo e nella
possibilità di fallire.
PER L'OPERATORE: illusione di aver compreso tutto,
influenzamento sull'utente, svalutazione di altre tecniche,
perdita di vista del progetto globale condiviso con la persona,
la famiglia e l'equipe.
PER LA FAMIGLIA: destabilizzazione legata alla messa in
discussione dei precedenti interventi e difficoltà ad adattarsi
alla nuova situazione.
PER LA SCUOLA: relegare la CF ad una funzione di linguaggio
speciale non condivisibile con insegnanti e coetanei.
PER CHI SI OCCUPA DI DISABILITA': resistenze generalizzate di
persone competenti nell'ambito della disabilita che devono
rimettere in discussione molte loro conoscenze e capisaldi
acquisiti.
PER TUTTI: limitare l'utilizzo all'esplorazione di competenze e
conoscenze investendo molto sui percorsi scolastici e
dimenticare la sua vera essenza e potenzialità di
comunicazione
Quali conferme di autenticità dello scritto?
Al di là del singolo approccio del facilitatore, al di là di ricerche a favore e
contrarie della validità scientifica della Comunicazione Facilitata, al di là della
singola concettualizzazione personale e sociale della Comunicazione
Facilitata, al di là di tutto ciò che è ancora in discussione, ci sono una serie di
segnali che confermano quando delle parole, delle frasi non sono
minimamente influenzate dal facilitatore. Sotto è presentato un elenco di
questi elementi che fanno fortemente pensare alla paternità del facilitato delle
parole scritte.
• Le risposte sono originali o diverse da quelle previste (Esempio: COSA
TI Eʼ PIACIUTO DI VENEZIA? il pranzo, Andrea, 10 anni )
• Sono presenti errori di scrittura
• Sono presenti formule personali, che si ripetono anche con più facilitatori
• Eʼ possibile riconoscere uno stile specifico
• Le richieste o le opinioni sono diverse da quelle attese
• Il facilitato sfida, provoca, si arrabbia o scherza con il facilitatore
• Il livello di facilitazione diminuisce
(tratto da “Condizioni per le opportunità” di Biklen, 2000)
Il pubblico chiede: è Giacomo
che scrive?
Giacomo risponde
immediatamente :
Sostituirsi a me? Credo le
sarebbe mooolto difficile.
!
Uno sguardo al mondo
TASH, unʼorganizzazione mondiale che si occupa di tutela i disabili,
stabilisce, che in ambito comunicativo:
“alle
persone...deve essere
permesso di usare il sistema di
comunicazione da loro scelto
(1992)”.
In tema dii C
Comunicazione
omunicazione Facilitata,
Facilitata, TASH
TASH incoraggia
inco
i facilitatori a
aborazione con le persone gravemente disabili per trovare
lavorare in collaborazione
conferme alla competenza comunicativa quando si usa la CF.
A questo proposito, TASH incoraggia l'uso di strategie multiple, per esempio
la somministrazione controllata di test, l'analisi sistematica degli scritti e il
passaggio alla scrittura indipendente (1994).
La stessa posizione progressista è stata assunta da numerosi governi statali,
incluso il New Hampshire, Il Vermont e la Pennsylvania. Nel New Hampshire,
per esempio, la politica in tema di facilitazione sottolinea le responsabilità
della comunità professionale per verificare un ampio supporto alle persone:
“Nella
comunicazione facilitata è importante
fornire un feedback continuo e un monitoraggio
continuo, che aiuti a capire che il messaggio compreso
dal facilitatore è quello che la persona facilitata
intende trasmettere”.
La facilitazione richiede che tutti i facilitatori ricevano un addestramento
intensivo. Valutazione e documentazione dovrebbero essere parte del
processo di CF fin dall'inizio. La raccolta degli scritti va analizzata con
regolarità. In Pennsylvania la prassi in tema di facilitazione dice che:
“il training alla CF è considerato attualmente una
pratica promettente per aiutare le persone ad esprimersi. Come con
qualsiasi opzione di aiuto, una realizzazione competente è essenziale per
ottenere risultati significativi per tutti coloro che sono coinvolti nel
processo di facilitazione”
(Pennsylvania, Disabilità dello sviluppo, 1977).
per le
le persone
persone disabili
disabili possono
possono essere
essere sostenute
sostenute dalla
da l l a
Le opportunità per
ienza
a, ma
ma non
non saranno
saranno mai
mai determinate
determinate soltanto
soltanto dalla
dalla scienza.
scienza.
scienza,
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fin
nisca m
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ontesti e lle
e ffunzioni
unzioni
Eʼ im
importante
che
definisca
meglio
contesti
sottostanti la Comunicazione Facilitata, e che la scienza arrivi a dare le
spiegazioni necessarie.
MA LE PERSONE
CON DIFFICOLTA' DI
COMUNICAZIONE NON
POSSONO
ASPETTARE!!!
Anna elaborando un articolo sul tema della Comunicazione Facilitata scrive:
La mia vita e quella della mia famiglia sono cambiate da quando
abbiamo scoperto la cf.
Direi di essere rinata, mi ha dato la vita come persona pensante e per
loro ho smesso di essere un vegetale.
La risposta di ciò che significa un disturbo dello sviluppo:
"verrà
certamente da persone che, emergendo
da una massa nebulosa definita ritardo mentale, ci
lanceranno una sfida entusiasmante"
(Dybwad, in Allard, Howard, Vorderer, and Wells,
1999).
Giancarlo Trapanese e Cristina Tonelli hanno presentato il loro libro “sirena
senza coda” alla manifestazione “Si può fare...La persona disabile può
comunicare in tanti modi...” (Mestre, 2011)
Cristina scrive:
La mia vita è come una
tela, nasce in bianco e ogni
giorno acquisisce nuovi
colori. Grazie
Il pubblico dice: grazie
Cristina di farci entrare nel
tuo mondo.
Cristina risponde:
Come quello di tanti
ragazzi qui.
Un esempio di conversazione di gruppo con Comunicazione Facilitata:
Luca: intanto vorrei dire a Cristina che secondo me la sua vita adesso è
come la più pirotecnica e fantasmagorica tela di Van Gogh.
Maria Chiara: vorrei sapere nella tua esperienza scolastica dove hai
trovato la forza di non sacrificare i tuoi sogni?
Luca: bella domanda, devi eliminare le frequenze di disturbo, es: adulti
mediocri che si sentono minacciati nelle loro ipocrite conquiste e
farisaici valori.