il nome `mezereum` deriva dall`arabo e significa “che uccide”. Specie

ASFODELO
Associazione di volontariato per l’Educazione Ambientale
TRAVERSATA: da Roccaraso a Castel di Sangro
 Itinerario
 Notizie naturalistiche
a cura di Gabriella Barbi
Tel. 0817145681 - 3490692869
E-mail: [email protected]
homepage: http://assoasfodelo.altervistaorg/
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Traversata Roccaraso – Castel di Sangro
Itinerario
Partenza da Roccaraso : si prende il sentiero che ha inizio prima del cimitero e che attraversa
la Val Canara a la Valle dell’Azenaro, ricalcando il vecchio sentiero che conduceva al piano
dell’Aremogna; arrivati sulla selletta (circa 1,30 h dal cimitero) che affaccia sulla piana
dell’Aremogna, si piega a sinistra percorrendo la carrareccia che porta alla zona delle antenne
(circa 50’) e all’inizio della salita per il M. Arazecca, (dislivello circa 400 m.). Poco prima di
arrivare alle antenne si trova sulla sinistra un sentiero segnato, che scende verso Castel di
Sangro: il primo tratto è tutto nel bosco, poi al bivio si prende il sentiero a destra (inizialmente
non segnato) che esce allo scoperto, ma non è ripido; si rientra nel bosco per un breve tratto ed
infine si raggiunge la statale percorrendo per circa ½ ora una sterrata.
m. Arazzecca
Percorso nella faggeta
Tempo di percorrenza: 4,30h: 3 h(fino alle antenne); 1,30(dalle antenne alla Statale)
Dislivello massimo: 400 m
Grado di difficoltà: medio-facile
Percorso interessante per la grande varietà di vegetazione, poiché si passa da un bosco misto a
praterie montane, poi si attraversa una bellissima faggeta ed infine si ritorna all’alternanza tra
bosco misto, prateria e zone arbustive.
Natura del terreno: prevalentemente calcarea con formazioni carsiche (alcune doline ).
Vegetazione
- Nel bosco misto sono presenti: cerri, aceri, carpini neri, maggiociondoli, cornioli.
- La zona arbustiva è caratterizzata in particolare da rosa canina, ginepro e rovi.
- Molto ricca e differenziata a seconda delle stagioni è la varietà dei fiori nella
prateria. Molto presenti sono nel sottobosco le orchidee in primavera ed i ciclamini
in autunno.
Alberi:
Cerro ( Quercus cerris): albero della famiglia delle querce, particolare per l’aspetto ‘a
permanente’ della cupola della ghianda (poco appetibile per i suini per la presenza di
tannino). Usato soprattutto per il rimboschimento per la protezione che offre
all’erosione del terreno.
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Acero campestre (Acer campestre): spontaneo in tutta Italia, tranne che nell’estremo
sud. Era usato come tutore delle viti, per fare siepi, nella costruzione dei violini e per la
produzione di legna e carbone.
Faggio (Fagus selvatica): uno dei più diffusi alberi della flora italiana, ricordato già da
Virgilio nelle Egloghe. I frutti ‘le fagiole‘ sono commestibili. Il legno è adatto per la
fabbricazione dei mobili.
Carpino nero (Ostrya carpinifolia): resistente alla siccità e agli incendi, si diffonde con
facilità colonizzando radure e campi abbandonati, cresce bene anche su terreni calcarei.
Era utilizzato come legna da ardere e per fare carbone.
Maggiociondolo (Laburnum anagyroides): pianta molto diffusa allo stato spontaneo, dai
bei fiori gialli a grappolo; i suoi frutti sono velenosi.
Corniolo (Cornus mas): è un albero frequente nei boschi di mezza montagna. La sua fioritura,
avviene precocemente già in febbraio, quando l'albero si ricopre di piccoli fiori gialli che
spiccano tra la vegetazione ancora in letargo. I frutti, sono simili a piccole ciliegie di forma
allungata, dal sapore un po’ acidulo, ma buonissimi per marmellate. La corteccia e i frutti
hanno proprietà astringenti, antidiarroiche e febbrifughe. Il legno risente del lento
accrescimento della pianta ed è, quindi, molto compatto e resistentissimo. Usato nei lavori
d'intarsio e di tornio per la sua grana fine e per il bel colore chiaro è il legno adatto anche per
indistruttibili bastoni da passeggio.
Maggiociondolo
Corniolo
Arbusti:
Ginepro: arbusto dalle foglie aghiformi, con fiori non appariscenti; le bacche, usate in
cucina, maturano il secondo anno assumendo un colore rosso-bruno.
Rosa canina: è la più comune tra le rose selvatiche; con le sue bacche si fanno
marmellate e con i petali dei suoi fiori “l’acqua di rose”.
Rovo: arbusto spinoso conosciutissimo, dai fiori bianco-rosa e i frutti ( le more) ricchi
di vitamina A e C, adatti per fare sciroppi e marmellate.
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Ribes multiflorum: arbusto della fascia submontana; cresce sui declivi
sassosi, presenta fiori rosa e frutti (bacche) rosse ottime per marmellate
Ribes multiflorum
asciutti e
Uva orsina
Fiori:
Fior di stecco (Daphne mezereum): fiorisce da aprile a maggio nelle faggete, mughete e
radure. La corteccia ed il frutto sono velenosi ( il nome ‘mezereum’ deriva dall’arabo e
significa “che uccide”. Specie protetta.
Erba trinità (Hepatica nobilis ): fiorisce da febbraio a maggio nei boschi di tutto il piano
montano. Il nome deriva da ‘fegato’ per la forma delle foglie.
Garofanino maggiore (Epilobium angustifolium): fiorisce da giugno ad agosto nelle radure
dei boschi, nei pendii pietrosi, nelle zone umide. Molto diffusa.
Calcatreppola ametistina (Eryngium amethystinum): terreni rocciosi ed erbosi, garighe, molto
presente su tutto l’Appennino abruzzese
Borracina rupestre (Sedum rupestre) pianta perenne, alta fino a 30 cm; fiorisce nelle zone
pietrose e sulle rupi. Diffusa in tutta la penisola. Caratteristica per l’infiorescenza gialla sul
gambo rossastro.
Semprevivo ragnateloso (Sempervivum arachnoideum): pianta perenne che può raggiungere i
20 cm di altezza; fiorisce da giungo ad agosto sulle pietraie aride.
Genziana minore (Genziana cruciata): pianta alta fino a 50 cm che prende il nome dalle foglie
sommitali disposte a forma di croce; fiorisce da giugno ad agosto.
Elleborina comune (Epipactis helleborine): appartiene alla famiglia delle orchidee, fiorisce da
giugno a settembre nei boschi di latifoglie.
Uva orsina (Arctostaphylos uva-ursi): pianta prostrata, cresce ai limiti del bosco,
prevalentemente sotto i ginepri. I fiori sono campanelle rosa e i frutti bacche rosse, ottime per
marmellate.
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Fauna.
E’ facile vedere ramarri e lucertole e piccoli uccelli fra i cespugli quali cardellino,
pettirosso, cince, merlo, fringuello, ghiandaia, ecc. e non mancano i roditori. Data la
vicinanza col parco d’Abruzzo è anche possibile la migrazione spontanea di cervi, orsi,
lupi e caprioli.
E soprattutto farfalle…
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