biancospino - Riserva Naturale Monte Serra di Sotto

BIANCOSPINO
Crataegus monogyna Jacq.(Rosacee)
Il nome generico Crataegus ha origine dal greco kratos che significa
forza, robustezza, riferendosi alla robustezza del legno di questa pianta.
L’epiteto monogyna deriva dalla combinazione dei vocaboli monos, uno e
gyne, femmina, alludendo al fatto che il fiore presenta un solo pistillo.
Arbusto o albero a foglie caduche, spinoso, ramificato ed alto fino a 6
metri. Il fusto è tortuoso con corteccia compatta, grigia aranciata, mentre i
rami giovani sono scuri e glabri. Le foglie sono alterne, brevemente
spicciolate, a lamina ovale o romboide e profondamente incise, con lobi
allungati; sono lucenti di color verde intenso su entrambe le superfici. I fiori
sono ermafroditi, attinomorfi, con un calice formato da 5 sepali ovali e da una
corolla con 5 petali bianchi, patenti e subrotondi. L’androceo presenta
numerosi stami, mentre il gineceo è costituito da un unico ovario che dopo la
fecondazione si trasforma in una bacca monosperma rossa. I fiori sono
raggruppati in infiorescenze a corimbo.
Fiorisce da aprile a maggio. Si tratta di una pianta comune nelle siepi, nei
cespugli e nei boschi, dal mare al piano montano.
USI DELLA PIANTA
Con i fiori viene preparato un infuso adoperato oralmente come tonico
cardiaco. In fitoterapia le preparazioni a base di fiori e foglie di biancospino
sono impiegate nei disturbi cardiocircolatori, in caso di palpitazioni, aritmie e
per migliorare l’irrorazione sanguigna a livello di miocardio e delle coronarie;
questa attività è dovuta alla presenza di flavonoidi. Altro campo di
applicazione è nell’insonnia e negli stati ansiosi, manifestando una spiccata
azione sedativa generale e miorilassante.