Appunti sul corso di Complementi di Matematica - prof. B.Bacchelli 03 - Equazioni differenziali lineari omogenee a coefficienti costanti. Def. Si dice equazione differenziale lineare del secondo ordine una equazione della forma y 00 + b(x)y 0 + c(x)y = g(x) dove y(x) è la funzione incognita, e supporremo sempre che b(x), c(x), g(x) siano funzioni continue in un intervallo I. Se g(x) = 0 l’equazione si dice ”omogenea”. Se b, c sono delle costanti, si dice ”a coefficienti costanti ”. Una EDO lineare si può descrivere mediante un operatore lineare L , cioè tale che L(αy) = αL(y), α ∈ R, e L(y1 + y2 ) = L(y1 ) + L(y2 ). Nel nostro caso scriviamo Ly = g(x), con L := D2 + a(x)D + c(x)D0 , d2 d dove D2 = 2 , D = e D0 = I l’operatore identità. Infatti la derivazione, dx dx e l’identità, sono operatori lineari. Per risolvere un’equazione del secondo ordine, intuitivamente si devono fare due integrazioni, per cui ci si aspetta la comparsa di due costanti di integrazione. Per esempio, y 00 = 0 ha soluzioni y(x) = A + Bx. Più in generale si può dimostrare il seguente Teorema. 1. Equazione omogenea. Esistono due soluzioni indipendenti y1 e y2 dell’equazione omogenea, cioè tali che A y1 (x) + B y2 (x) = 0 per ogni x ∈ I ⇐⇒ A = B = 0. Inoltre, ogni altra soluzione z(x) della equazione omogenea si esprime come combinazione lineare di esse, cioè z(x) = A y1 (x) + B y2 (x), A, B ∈ R. OVVERO, le soluzioni di una EDO lineare omogenea del secondo ordine formano uno spazio vettoriale di dimensione 2. 2. Equazione non omogenea. Esiste una soluzione y0 (x) della equazione non omogenea in I, e tutte le soluzioni della non omogenea in I hanno la forma y(x) = A y1 (x) + B y2 (x) + y0 (x), A, B ∈ R, dove y1 e y2 sono due soluzioni indipendenti della equazione omogenea in I. 1 Dim. Per dimostrare che z(x) è soluzione della equazione omogenea , e y(x) è soluzione della non omogenea, basta osservare che questo è una ovvia conseguenza della linearità di L, oppure verificare la tesi mediante derivazione e sostituzione delle ipotesi. La dimostrazione del viceversa, cioè che ogni altra soluzione è di quella forma, è più complessa e non la faremo. Per determinare l’insieme delle soluzioni dell’equazione omogenea, detto anche integrale generale, il teorema precedente rimanda quindi alla determinazione di due soluzioni y1 e y2 indipendenti, cioè non proporzionali. Corollario Sia data l’equazione differenziale del secondo ordine omogenea a coefficienti costanti, ay 00 + by 0 + cy = 0, con a 6= 0, dove y(x) è la funzione incognita, a, b, c sono costanti. Date due soluzioni indipendenti, y1 (x) e y2 (x), l’insieme delle soluzioni ha la forma y(x) = A y1 (x) + B y2 (x), A, B ∈ R. OSERVAZIONE. E’ evidente che essendo y 00 uguale a una funzione derivabile su R, le soluzioni sono derivabili anche tre volte, e iterando il ragionamento si deduce che le soluzioni sono funzioni di classe C ∞ (R), cioè derivabili infinite volte su tutto R. Abbiamo visto il modello di crescita/decadimento esponenziale, y 0 = ky. Questo per esempio modella il moto di un punto che si muove a velocità proporzionale allo spazio percorso. Se k > 0 la velocità aumenta (esponenzialmente), se k < 0 diminuisce (e va a zero). Una soluzione è y(t) = ekt . Ora supponiamo che l’accelerazione sia proporzionale allo spazio percorso: 00 y = k 2 y. Sostituendo si verifica che y1 (t) = ekt e y2 (t) = e−kt sono due soluzioni, indipendenti, e il moto di una soluzione è una combinazione lineare dei due moti, uno a velocità crescente, l’altro a velocità decrescente: y(t) = Aekt + Be−kt , essendo i coefficienti della combinazione lineare determinati da certe condizioni iniziali. Se invece l’accelerazione ha verso opposto allo spostamento, y 00 = −k 2 y, si ha il modello dell’oscillatore armonico in assenza di attrito, che ha soluzioni indipendenti y1 (t) = cos(kt) e y2 (t) = sin(kt). Poichè cos(kt) e sin(kt) sono combinazione lineare di eikt e di e−ikt (come spiegheremo più oltre) questo esempio ci suggerisce una tecnica per trovare in generale due soluzioni indipendenti. 2 Integrale generale. Cerchiamo una soluzione del tipo y(x) = eλx con λ parametro reale o complesso. Sostituendo si ottiene eλx (aλ2 + bλ + c) = 0. Perciò la funzione y è soluzione se e solo se la costante λ è radice dell’equazione aλ2 + bλ + c = 0, detta equazione caratteristica. Distinguiamo tre casi. 1) ∆ = b2 − 4ac > 0, l’equazione caratteristica ha due radici reali distinte λ1 e λ2 , le funzioni y1 (x) = eλ1 x e y2 (x) = eλ2 x sono due soluzioni indipendenti. L’integrale generale ha forma y(x) = Aeλ1 x + Beλ2 x , A, B costanti arbitrarie. 2) ∆ = b2 − 4ac = 0, l’equazione caratteristica ha una radice reale b doppia λ0 = − , le funzioni y1 (x) = eλ0 x e y2 (x) = xeλ0 x sono due soluzioni 2a indipendenti. L’integrale generale ha forma y(x) = eλ0 x (A + Bx) , A, B costanti arbitrarie. 3) ∆ = b2 − 4ac < 0, non vi sono radici reali, ma l’equazione caratteristica nel campo complesso (λ numero complesso) ha due radici complesse coniugate √ −∆ b λ1 = u + ik e λ2 = u − ik, dove u = − , k = 2a 2a che conducono a due soluzioni reali indipendenti y1 (x) = eu x cos(k x) , y2 (x) = eu x sin(k x). L’integrale generale ha forma y(x) = eu x (A cos(k x) + B sin(k x)) , A, B costanti arbitrarie. NOTA. Per capire meglio il caso ∆ < 0, si ha che in questo caso l’equazione caratteristica ha le due soluzioni indipendenti nel campo complesso: ye1 = e(u+ik)x = eu.x eikx , ye2 = e(u−ik)x = eu.x e−ikx 3 e l’insieme delle soluzioni è della forma y(x) = Aye1 + B ye2 . Ricordiamo ora che vale la notazione eix = cos x + i sin x, e quindi e−ix = cos x − i sin x e si ricavano le relazioni cos x = eix − e−ix eix + e−ix , sin x = 2 2i Quindi possiamo ottenere le due soluzioni reali indipendenti y1 (x) = eu x cos(k x) e y2 (x) = eu x sin(k x) scegliendo nella combinazione lineare 1 1 (a coefficienti complessi) gli opportuni coefficienti, cioè y1 = ye1 + ye2 , e 2 2 1 1 y2 = ye1 − ye2 . 2i 2i NOTA. Il terzo caso (∆ < 0) è quello visto dell’oscillatore armonico: in assenza di attrito b = 0 ⇒ u = 0; in presenza di attrito (b > 0 ⇒ u < 0) si avranno oscillazioni smorzate. NOTA: Per avere una soluzione particolare occorre assegnare due condizioni iniziali. Teorema di esistenza e unicità. Siano a, b, c ∈ R, a 6= 0. Allora esiste una e una sola soluzione definita su R del problema di Cauchy 00 ay + by 0 + cy = 0 y(x0 ) = y0 y 0 (x0 ) = y1 Il significato geometrico del problema di Cauchy è determinare la soluzione che passa per un dato punto (x0 , y0 ) e tale che la retta tangente alla soluzione nel punto (x0 , y0 ) ha coefficiente angolare assegnato dal valore y1 . Per risolvere il problema di Cauchy, troviamo la soluzione generale y(x) che dipende dalle costanti A e B e la deriviamo. Quindi risolviamo il sistema (di due equazioni nelle due incognite A e B) che si ottiene sostituendo in y(x), y 0 (x) i valori x0 , y0 e y1 stabiliti dal problema di Cauchy. La soluzione particolare è quindi quella che si ottiene dall’integrale generale sostituendo i valori A e B cosı̀ trovati. 4 Esempi I y 00 + 4y 0 + 13y = 0 L’equazione caratteristica è λ2 + 4λ + 13 = 0. Per questa equazione ∆ = 2 4 − 13 · 4 = −36 < 0, ci troviamo nel terzo caso. L’integrale generale dell’equazione è y(x) = e−2x (A cos(3x) + B sin(3x)) . I y 00 + 4y 0 − 12y = 0 L’equazione caratteristica è λ2 + 4λ − 12 = 0. Per questa equazione ∆ = 42 + 12 · 4 = 64 > 0, ci troviamo nel primo caso. Le radici reali e distinte sono λ1 = 2 e λ2 = −6. L’integrale generale dell’equazione è y(x) = Ae−2x + Be−6x . I y 00 + 2y 0 + y = 0, y(0) = 1, y 0 (0) = 0. L’equazione caratteristica è λ2 + 2λ + 1 = 0. Per questa equazione ∆ = 0, ci troviamo nel secondo caso, e λ = −1 è radice doppia. L’integrale generale dell’equazione è y(x) = e−x (A + Bx). Per risolvere il problema di Cauchy deriviamo y : y 0 = e−x (−A − Bx + B) e poichè y(0) = A, y0(0) = −A + B, il sistema da risolvere è ½ A=1 −A + B = 0 ⇒ B = A = 1 e la soluzione è y(x) = e−x (1 + x). 5